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Autore: Nenottina    03/12/2021    2 recensioni
Se si toccano i tasti giusti, perfino il cuore più nobile può diventare corrotto. Peccato che senza Ladybug salvare Parigi risulti piuttosto complicato...
Uno spoiler? Non si tratta di Princess Justice.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una volta terminata la giornata scolastica, i ragazzi sciamarono verso l’uscita chiacchierando allegramente tra loro.
Adrien fu il primo a separarsi dal gruppo, ricordando appena in tempo di dover recapitare un messaggio a Lila da parte del padre. Dopo essersi allontanato dagli amici, raggiunse dunque la ragazza con un sorriso gentile, ma in parte dispiaciuto per la notizia che doveva comunicare.
« Lila, c’è una cosa che devo dirti » esordì, una volta che la ragazza gli fu davanti con un sorriso ignaro sul volto « Mio padre mi ha chiesto di farti sapere che non ha più intenzione di inserire la tua giacca nella prossima collezione… Sembra che abbia lavorato fin troppo in questi mesi, perciò ha dovuto scartare alcuni modelli e scegliere quali produrre. Mi dispiace »
La castana si ritrovò comprensibilmente interdetta dopo quelle parole, ma nonostante il fastidio provato inizialmente sapeva bene di non potersi comportare in modo sgarbato davanti al ragazzo, perciò si stampò un sorriso più triste sul volto e giunse le mani al petto con lo sguardo basso « Non preoccuparti, Adrien, lo capisco. Tuo padre è un uomo impegnato e molto creativo, avrei dovuto immaginare che sarebbe finita così… »
Prima che il ragazzo potesse aggiungere altro, un clacson attirò la sua attenzione. L’autista di Adrien aveva già parcheggiato la macchina davanti all’edificio, perciò a quel punto il giovane modello iniziò ad allontanarsi, non prima di essersi congedato con la compagna « Magari la prossima volta. Buona giornata, Lila »
Prima di salire in macchina, salutò anche gli amici – che nel frattempo si erano sistemati poco lontano, curiosi di osservare la scena che sarebbe seguita di lì a poco – e Marinette in particolare, ricordandole il loro appuntamento. La piega che aveva preso quell’evento li rese tutti e tre particolarmente soddisfatti.
 
Quando il biondo se ne fu andato, Alya e Nino presero immediatamente da parte la loro compagna dai capelli corvini per ricevere delle spiegazioni più approfondite sulla questione nata il giorno precedente e proseguita anche in classe.
Dopo essersi posizionati ai piedi della scalinata bianca all’entrata dell’edificio, Alya decise di far vedere le sue riprese amatoriali dello scontro tra Madame Mode e Chat Noir sia al fidanzato che alla migliore amica, consentendo così a quest’ultima di comprendere come erano andate davvero le cose.
Vedere lo sguardo smarrito del biondo dopo la sua rivelazione non fu sicuramente piacevole. Era stata crudele a colpire l’eroe proprio nel suo punto debole, ma lo aveva fatto solo perché sapeva perfettamente che Ladybug era la persona a cui teneva di più.
« Mi dispiace davvero tanto per Chat Noir… » mormorò la corvina alla fine, mentre Alya metteva via il cellulare. La castana sembrava aver creduto alle spiegazioni della sua migliore amica, così come Nino, perciò non insistette per avere nuove informazioni sull’eroina di Parigi, ma più per chiudere definitivamente la questione e poter così raccontare la vicenda sul Lady Blog.
« Non metterò questo video sul blog, non preoccuparti… Al massimo qualche scatto innocuo! » la rassicurò, prima di protendersi maggiormente verso di lei ed abbassare la voce « Piuttosto, è vera la storia che ci hai raccontato o hai solo approfittato della situazione per sviare i sospetti? »
Lo sguardo indagatore della sua migliore amica, nonostante il mezzo sorriso che aveva sul volto e che metteva in chiaro il fatto che stesse ironizzando sull’accaduto, suscitò in Marinette una certa apprensione, cosa che la portò a replicare con più in fretta del solito « Ma certo che è vera! »
La sua reazione fece nascere immediatamente due sorrisi divertiti sui volti dei ragazzi. La realtà era che Nino ed Alya si fidavano completamente di lei, perciò non avevano messo in dubbio le parole dette dalla loro amica in precedenza neanche per un momento.
In compenso, dovettero ammettere che era stato un bene non essersi traditi con lei sulle loro identità segrete, ed anche che i Miraculous non avrebbero dovuto trovarsi a casa di Marinette. Essendo la corvina un’amica dell’eroina a pois, conclusero che le erano stati lasciati perché li custodisse al posto di Ladybug. Tutte cose che naturalmente non potevano uscire dalla loro bocca.
« Però lasciatelo dire, Marinette… Come Madame Mode avresti davvero fatto un figurone con Gabriel Agreste e Audrey Bourgeois! » aggiunse la castana alla fine, dandole una pacca scherzosa sul braccio.
La battuta fece ridacchiare l’amica, che portò una mano alla nuca in segno di imbarazzo, ma si bloccò quasi immediatamente, accorgendosi di avere pochissimo tempo per passare da casa e prepararsi per uscire con Adrien « Sono in ritardo! Non posso fare tardi! » esclamò, scattando in piedi con i pugni stretti per il nervosismo.
« Hai tempo per tornare a casa, stai tranquilla » Alya si alzò subito dopo di lei, mettendole una mano sulla spalla per tranquillizzare l’amica, ma rivolgendosi subito dopo a Nino « Sembra che Adrien abbia finalmente aperto gli occhi, quasi non ci speravo più! Non ti ha confidato proprio niente, Nino? »
« Cosa? Io non ne so nulla, perché lo chiedi a me…? » protestò il ragazzo di rimando, sinceramente punto sul vivo.
« Sei o non sei il suo migliore amico? » replicò l’altra, portando le mani ai fianchi, nemmeno stesse dicendo qualcosa di assolutamente ovvio.
« Certo che lo sono! »
« Come ho fatto a non pensarci! » esclamò Marinette all’improvviso, afferrando Nino per le spalle con un largo sorriso sul volto « Nino, tu sei il suo migliore amico! Devi aiutarmi, che cosa devo fare? Se scoprisse che in realtà non gli piaccio e durante il nostro appuntamento si annoiasse? Se dopo oggi non volesse più avere a che fare con me? »
Il ragazzo si ritrovò immediatamente scosso da capo a piedi dalla compagna, ma alla fine le fece abbassare le braccia e le rivolse un sorriso gentile « Non potrebbe mai andare così male, amica! Adrien è pazzo di te, non hai visto come ti guardava oggi? »
« Nino ha ragione, Marinette. Voi due siete perfetti, e ora smettila di farti problemi che non esistono e corri a casa a sistemarti! » Alya a quel punto spinse l’amica con delicatezza ma fermezza verso la strada, incitandola ad avviarsi e concludendo il tutto con un occhiolino « Ricorda che attendo i dettagli, questa sera stessa. Niente scuse, ti chiamo io. Divertiti! »
 
Marinette ed Adrien si incontrarono come da accordo non molto tempo dopo, nei pressi del ponte dove il gelataio era solito parcheggiare il proprio carretto.
La corvina era diventata un fascio di nervi dal momento esatto in cui aveva scorto il biondo in lontananza che la stava aspettando, ma dovette ammettere a se stessa che vedere il compagno mentre attendeva con una rosa rossa tra le mani, in modo non dissimile da come aveva fatto Chat Noir la sera prima, fu una buffa coincidenza. Quel pensiero, in qualche modo, la aiutò a calmarsi quanto bastava da raggiungerlo senza intoppi.
« Marinette! » salutò il biondo, alzando una mano quando la vide arrivare.
« Adrien, ciao! » non appena gli fu vicino, la corvina si mise immediatamente a rovistare nella sua borsetta, in cerca del pensiero che aveva preparato per lui poco prima di uscire « Scusa il ritardo, ecco… Io ti ho portato… No, cioè… Io ho fatto questo per te! » a quella conclusione, si stampò sul volto un sorriso chiaramente teso ed offrì al ragazzo un piccolo pacchetto infiocchettato e trasparente che conteneva un macaron speciale, fatto appositamente per lui. Il cuore le batteva all’impazzata, ma sapeva di doversi controllare.
« Ti ringrazio, Marinette. Sembra delizioso… Che dico, sicuramente lo sarà se lo hai fatto tu » commentò lui con un sorriso, prendendo la bustina con la mano libera ed osservando il dolcetto contenuto all’interno.
Subito dopo, fu il suo turno di offrire alla compagna il proprio regalo. La splendida rosa rossa non eguagliava neanche minimamente la bellezza del giovane modello in quel momento.
« Questa invece è per te »
Quando Adrien le porse il fiore, la corvina per un attimo credette che si sarebbe messa a tremare da un momento all’altro « Grazie, Adrien… È bellissima… »
Il sorriso del ragazzo per tutta risposta si allargò, felice che il regalo fosse piaciuto.
« Ti dispiace se questo lo mangio più tardi? Così possiamo prendere il gelato » il biondo a quel punto accennò al sacchetto che aveva in mano, incamminandosi insieme alla ragazza in direzione del ponte.
« Assolutamente no! Puoi mangiarlo quando più preferisci! »
A detta di Marinette non era nemmeno necessario chiederlo, a lei sarebbe bastato che Adrien lo assaggiasse e sapesse che lo aveva fatto pensando esplicitamente a lui.
 
Dopo l’attacco del giorno precedente, la città era nuovamente in fermento. Diverse persone stavano attraversando il ponte e percorrendo le strade del paese, ed una piccola parte si stava gustando proprio il gelato di André. Nonostante ciò che era accaduto, nessuno dei due ragazzi era intenzionato a farsi rovinare la giornata.
Dopo essersi messi pazientemente in fila davanti al carretto del gelataio, nel momento in cui arrivò il loro turno l’uomo si mise a decantare le lodi di quella coppia e decise di preparare un bicchiere composto da tre gusti di gelato.
«  Mora, come la chioma di questa fanciulla… Pistacchio, come gli occhi di questo giovanotto… E fragola, come ciò che ha reso possibile questo meraviglioso incontro! » soddisfatto, André porse il bicchiere ai due ragazzi, che si ritrovarono improvvisamente ad arrossire e ad abbassare gli occhi per l’imbarazzo.
Tempo un attimo, ed entrambi tesero le mani per prendere il gelato, cosa che tuttavia li portò a borbottare delle scuse nel momento in cui le dita si sfiorarono tra loro. Alla fine, fu Adrien a pagare ed a portarlo via, mentre la corvina si limitò a camminare al suo fianco, ancora incredula che tutto ciò stesse accadendo davvero.
I due raggiunsero una panchina non molto lontano, ed una volta seduti insieme ciascuno posò accanto a sé il rispettivo regalo. L’impulso di prendere la mano al compagno, anche se solo in via momentanea, non era mai stata tanto forte in nessuno dei due.
Solo allora iniziarono a mangiare il proprio gelato ciascuno con il proprio cucchiaino.
« Pensavo di parlare con mio padre… » iniziò il ragazzo, posando il bicchiere tra se stesso e l’amica affinché entrambi potessero gustarsi quel dolce a dovere « Dovrebbe inserire anche qualcuno dei tuoi modelli nella sua collezione, sono sicuro che ha giudicato male i tuoi disegni… Probabilmente la stanchezza non gli ha permesso di guardarli con attenzione. Io so quanto sei eccezionale… A disegnare, voglio dire… » per un attimo, il tono assunse una nota più imbarazzata, che tuttavia sparì rapidamente « Se riguardasse i tuoi modelli, sicuramente si ricrederebbe »
Marinette si ritrovò ad arrossire di nuovo, ma subito dopo liquidò la questione con un gesto della mano ed un sorriso « Sei molto gentile, Adrien, però… Non voglio che tu discuta con tuo padre a causa mia. Non è così importante »
Mentre Adrien e Marinette erano intenti a chiacchierare, a diversi metri di distanza passarono una donna insieme al figlio di pochi anni, mano nella mano. La madre stava chiaramente trascinando il bambino, che a sua volta continuava a voltarsi e ad indicare verso il punto in cui si trovava André.
« Mamma, io volevo il gelato! »
« Lo compreremo dopo la visita dal dottore, tesoro… »
Madre e figlio ebbero un rapido botta e risposta fatto di suppliche e rimproveri, ma dopo l’ennesimo rifiuto il piccolo mugugnò, fermandosi e tirando la madre per convincerla a tornare indietro « Ti prego, ti prego! Adesso! »
La donna a quel punto sospirò frustrata, prendendolo in braccio ed incamminandosi con passo lesto attraverso il ponte, diretta alla sponda opposta del fiume dove si trovava lo studio del medico « Non fare i capricci. Siamo già in ritardo, ti ho detto che se fai il bravo compriamo il gelato più tardi »
La fermezza di quella decisione metteva in chiaro che non ci sarebbero state ulteriori negoziazioni, cosa che portò il più piccolo ad imbronciarsi ed a fissare in lontananza il carretto del gelato che si allontanava poco alla volta.
   
 
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