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Autore: Stekao    03/12/2021    9 recensioni
Ed eccomi tornata alla mia croce e delizia... Ennesimo what if che riparte dal post Kaibara perché che quel capitolo è il mio cruccio, ormai lo sanno anche i muri.
E mi diverto nell'immaginare mille reazioni di Kaori, mille modi in cui se ne va, mille tentativi di Ryo di riprendersela e mille situazioni diverse in cui tutto questo accade.
Stavolta alcune ALLEANZE, più o meno strane, la faranno da padrone...
Una storia leggera, che spero vi farà anche un po' divertire.
Non resta che scoprire cosa accadrà.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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5. SERATE PARTICOLARI

“Hey, che ne dici di una serata fuori insieme?” disse Reika sedendosi sul divano accanto alla sua nuova coinquilina.

“Una serata fuori?” ripetè Kaori, spegnendo all’istante la tv che stava distrattamente guardando.

“Sì… il mio ragazzo è fuori per lavoro, finalmente Nana e Momo sono tornate dai miei e io mi annoio. Ho voglia di andare a bere qualcosa da qualche parte, dai ci divertiremo”

“Ma io…” titubó Kaori.

“Uffa che lagna! Non vorrai rimanere chiusa qui dentro vita natural durante??”

Kaori sospiró. Reika aveva perfettamente ragione ma non era dell’umore adatto per uscire e divertirsi. Da quando Ryo era passato per riportarle gli occhiali, non faceva che pensare alla bellissima giornata trascorsa insieme… per quanto volesse con tutte le sue forze riprendere in mano la sua vita, non riusciva ancora a placare i battiti del suo cuore al solo ripensare a lui.

Ne era innamorata da quando era poco più che una ragazzina, non sarebbero bastati certo pochi giorni affinché riuscisse a dimenticarlo e a dimenticare la sua vita con lui.

“Pensi ancora a lui?” le chiese Reika accorgendosi all’istante del velo di malinconia che si era posato sugli occhi della ragazza.

Kaori si voltó rivolgendole un mezzo sorriso.

“È così evidente? Sono una scema lo so…” disse abbassando lo sguardo.

“Non sei scema… sei innamorata… forse sei solo scema ad essere innamorata di quello…ma nessuno è perfetto del resto” le disse scherzando e cercando di risollevarle l’animo, cosa che per un attimo funzionó notando il sorriso che Kaori le rivolse…

“Dimentichi di essertene invaghita anche tu un tempo?” la punzecchió.

“Beh, è durata poco… per fortuna sono rinsavita in fretta” sorrise prima di proseguire.

“Ti sto solo dicendo di uscire, di svagarci un po’… una bevuta fra donne che sarà mai…?” continuó cercando di spronarla.

Kaori rimase in silenzio per diversi minuti pensando al da farsi.

“Hai ragione…” disse infine.

“Uscire un po’ mi farà bene…”

“È questo ciò che voglio sentire, allora su forza… andiamo a farci belle!”

“… A farci… belle?” Ripeté Kaori stranita.

“Certo, non vorrai uscire vestita come sei adesso? E comunque… ti presteró uno dei miei vestiti…”

“No… non se ne parla nemmeno!”replicó Kaori preoccupata.

“Che vuol dire che non ci pensi nemmeno?? Cosa hai da ridire sui miei vestiti??” rispose Reika stizzita.

“Niente niente… è che, insomma, io…”balbettó Kaori cercando le giuste parole da dire…

“Ho capito… hai paura che possa costringerti ad indossare uno dei miei abiti un po’… più sexy?”

Kaori, a quelle parole si imporporó all’istante.

“Andiamo Kaori, sei una bella ragazza, dovresti valorizzarti un po’ di più… Comunque ti prometto che non oseremo troppo…”

E così dicendo, prendendola per una mano, la trascinó nella sua stanza. Ne uscirono circa un’ora dopo, completamente trasformate...

“Allora che ne dici? Sono stata brava eh?”

“Beh, io…”

“E dai… ammettilo che anche a te piace come ti sta questo mio vestito… e del resto, ti dona divinamente, hai delle gambe strepitose!”

“Grazie Reika” sorrise Kaori arrossendo.

“Tokyo arriviamoooo” e così dicendo uscirono in fretta di casa.

………………..

“Questo NIGHT SOUL è davvero un bel locale…” disse Kaori, guardandosi intorno una volta giunti nel bar scelto da Reika.

“Io frequento solo posti di classe mia cara… vieni, laggiù c’è un tavolo libero…”

Si sedettero ordinando un drink.

“Hey Kaori, hai notato come ti stanno guardando gli uomini qui attorno?”

La ragazza arrossì all’istante.

“Non dire scemenze Reika… staranno guardando te”.

“Beh… qualcuno guarda me, ma qualcun altro sta guardando te, eccome se ti stanno guardando…” disse maliziosa…

Kaori si voltó e notó in effetti un gran numero di occhi maschili puntati su di lei. Per un attimo si stranì. Aveva già provato quella sensazione, ma era accaduto il giorno in cui Eriko l’aveva convinta ad indossare un bel vestito e una parrucca rendendola molto diversa da quello che era in realtà.

In quel momento stava indossando un vestito altrettanto bello ma era lei, senza artifizi di alcun tipo.

Si stupì nel notare gli sguardi interessati di quegli uomini.

Possibile che potessero trovarla davvero… bella?

“Non stupirti Kaori… ti sei sempre atteggiata a maschiaccio ma come vedi, è bastato molto poco affinché qualcuno ti notasse. Dovresti riacquistare un po’ di fiducia in te stessa”

“È che…”

“Lo so… a te non interessa affatto essere guardata da questi uomini, l’unico che vorresti vedere interessato a te è Ryo, giusto?” disse alzando gli occhi al cielo.

“Beh…peró… a Ryo non piaccio e non piaceró mai e quindi è inutile pensarci…” rispose Kaori abbassando lo sguardo.

“Ma… ma stasera non voglio pensare a lui…sei stata così carina a portarmi qui… ho voglia di svagarmi” si riprese cercando di farsi forza.

“Così mi piaci! Anche perché c’è una ragazzo davvero carino che ti sta puntando… ho la netta sensazione che stia per raggiungere il nostro tavolo”

“Cosa!?” esclamó Kaori completamente imbarazzata.

“Beh, mica devi sposarlo? Se si avvicina faremo due chiacchiere e niente di più… non fa di certo male conoscere gente nuova!”

…………………….

“Ma dove cavolo mi stai portando? Mick ma ti sei per caso rincitrullito???”

“Scordati di tornare con me in uno dei tuoi soliti locali… se Kazue lo scopre mi lascia senza mokkori per un mese. Da ora in poi solo bar di un certo tipo… se vuoi sbronzarti con me questa è la regola…e comunque troverai di che rifarti gli occhi anche lì…”

“La vita di coppia ti ha proprio dato alla testa…” sbuffó lo sweeper varcando la soglia del locale consigliato da Mick.

Ma non appena dentro, un’aura familiare lo accolse… non osava crederci.

Nel notare Kaori e Reika sorridenti ad uno dei tavoli in fondo alla sala, il suo cuore si bloccó per un istante.

Mick, nell’accorgersi dello sguardo sconvolto di Ryo, si voltó in direzione di ciò che il suo amico stava guardando comprendendo il suo turbamento all’istante.

“Oh… una gran bella fortuna… non c’è che dire…” cominciò a sfotterlo l’americano.

“Eccome se c’è di che rifarsi gli occhi qui…” continuó a canzonarlo.

Ma proprio in quel momento videro uno degli uomini presenti nel locale, avvicinarsi alle ragazze sedendosi dopo pochi istanti al loro tavolo, invitato da Reika.

Ci si metteva anche quella a rompere le uova nel paniere!

A Ryo non sfuggì ovviamente il fatto che il tizio in questione avesse immediatamente iniziato ad attaccare bottone con Kaori che, dapprima rossa per l’imbarazzo, in breve tempo sembrava aver acquisito maggior sicurezza iniziando a dialogare amabilmente con il ragazzo.

Rimase immobile per diversi minuti cercando di recuperare un minimo di lucidità e decidere il da farsi quando la risata cristallina di Kaori arrivó alle sue orecchie come un coltello in pieno petto.

“Non dirmi che non ti avevo avvertito…” continuó a sfotterlo Mick.

“E comunque Kaori stasera è uno schianto… chi non si avvicinerebbe a quel tavolo? Direi che a questo punto, sia il caso di levarsi di torno prima che ci vedano”

Lo sweeper si voltó verso l’amico guardandolo stranito.

“Beh… cosa c’è da guardare? Non ho intenzione di rimanere qui e rovinare la serata a Kaori… e non oserai farlo neanche tu. L’hai lasciata andare ricordi?? È giusto che faccia la sua vita visto che tu sei un cagasotto. Prenditi le conseguenze della tua cretinaggine”

E così dicendo, senza che Ryo potesse ribattere, trascinó l’amico fuori dal locale.

Mick aveva ragione… Kaori aveva tutto il diritto di uscire con una amica, come del resto aveva sempre fatto anche lui in tutti quegli anni senza che Kaori si intromettesse nella sua vita privata… del resto non era in pericolo e stava cercando solo di divertirsi, ma vederla così bella e contornata da tutti quegli sguardi interessati era stato davvero un brutto colpo da incassare.

E poi quella confidenza che in breve era riuscita ad instaurare con quello sconosciuto… Certo che vederla ridere con quel tizio in quel modo… ma del resto cosa si aspettava? Kaori sarebbe potuta essere felice con chiunque, era lui che non sarebbe mai più potuto esserlo senza di lei…

Inutile dire che, per il resto della serata, Ryo non fu affatto di buona compagnia per Mick.

La mente andava sempre a lei… era bellissima quella sera, risplendeva davvero di luce propria… chissà se quel ragazzo al loro tavolo le piaceva? Cosa le aveva detto per farla ridere in quel modo? E se le avesse lasciato il suo numero? Lei lo avrebbe richiamato? Si sarebbero rivisti?

Quanto avrebbe voluto prenderlo a pugni!

Inutile dire che il tormento che lo accompagnó da quella notte in poi, fu ben peggiore del solito…

………………………..

“Mi porti una birra per favore?” chiese Ryo rivolgendosi a Umi, sospirando e sedendosi al bancone del Cat’s eye accanto a Mick.

Anche quel pomeriggio non aveva avuto fortuna… Kaori non era passata dal locale dei suoi amici e dopo tre giorni da quando l’aveva vista l’ultima volta in quel locale con Reika, cominciava davvero ad averne abbastanza. Non sapeva come uscire da quella situazione di empasse… sarebbe bastato solo un pizzico di coraggio in più e invece non riusciva proprio a muovere un dito, o meglio… la lingua. Del resto sarebbe bastato parlarle a cuore aperto, lei lo meritava no? Perché diamine era così ottuso?

“Qualcosa non va?” chiese l’americano sorseggiando un buon whisky.

“Non c’è niente che non va…”

“Ah, mi sembrava di averti visto sospirare perso nei tuoi pensieri…” gli rispose Mick malizioso.

“Ma che cavolate vai dicendo? Lo stallone di Shinjuku che sospira? Le uniche a sospirare sono le puledre che hanno la fortuna di incontrarmi… e sospiri di piacere per giunta!” replicó Ryo stizzito.

“Certo… certo…” gli disse Mick con noncuranza poggiando il bicchiere vuoto sul bancone. Comunque non ho tempo per le tue pene d’amore…” continuó a sfotterlo seguito dallo sguardo sempre più cupo di Ryo.

“Devo andarmi a preparare per l’incarico di questa sera…”

“Hai un incarico??” gli chiese Ryo sorpreso.

“Credevo che avessi smesso con questo lavoro…”

“Oh ma è un caso particolare… darò una mano a Umi su richiesta di…” ma si interruppe all’improvviso prima di terminare la frase.

“Di…?” lo incalzó Ryo sempre più curioso di capire che cosa stesse accadendo.

Mick, si guardó intorno accertandosi di non essere sentito né da Miki né da Umibozu.

“Beh…fai conto che non ti abbia detto nulla, ma Reika e Kaori stanno seguendo un caso e allora… beh, hanno bisogno di un contributo un po’ più… come dire… incisivo ecco… e hanno quindi chiesto il nostro aiuto”

Ryo, a quelle parole, sentì la terra sprofondare sotto i suoi piedi. Erano davvero arrivati a quello? Kaori che piuttosto che avvalersi del suo aiuto, preferiva chiedere una mano a Umi e a Mick… conoscendo tra l’altro perfettamente le pessime condizioni fisiche in cui versava l’americano…?

“E di che incarico si tratta?” chiese Ryo fingendo indifferenza.

“Non posso dirtelo… è una questione top secret… credo tu possa capire… e visto che non sei implicato in questa faccenda, non voglio infrangere la parola data a Reika e Kaori… già è tanto che ti abbia detto ciò che sai. Stasera ci ritroveremo al rifugio di Umi con le ragazze per mettere a punto un piano infallibile… per una volta il grande city hunter dovrà rimanersene in disparte…non sei stato chiamato in causa… ma del resto non mi sembra tu abbia la concentrazione giusta in questo periodo… o sbaglio?”

“Sbagli! Certo che sbagli! Ma comunque che dire… divertitevi… io ho altro a cui pensare stasera. Hanno aperto un localino nuovo e avevo tutte le intenzioni di andarci…”

Mick gli rivolse un sorriso sghembo scuotendo la testa rassegnato.

“Buona serata allora…” gli disse poggiandogli una mano sulla spalla e uscendo piuttosto di fretta dal locale.

Ryo rimase fermo per minuti interminabili a fissare la porta che Mick si era appena richiuso alle spalle.

Non poteva ancora credere a ciò che l’amico gli aveva detto… lui e Umi avrebbero aiutato Reika e Kaori e per la prima volta lui non avrebbe fatto parte della squadra…non sarebbe stato accanto a lei lasciando che fossero altri a proteggerla… non lo avrebbe permesso mai!

Mick non gli aveva voluto svelare nulla dell’incarico, ma se non altro, ciò che gli aveva rivelato era sufficiente per permettergli di agire in qualche modo.

Quella sera stessa, senza alcun invito, decise infatti di presentarsi di sua spontanea volontà al rifugio di Umibozu.

“E tu che diamine ci fai qui?” grugnì Falcon nel vederlo davanti alla porta della baita.

“Ryo diamine!” gli urló contro Mick.

“Sei stato tu a dirgli che ci saremmo trovati qui??” disse Reika rivolgendosi imbestialita all’americano.

“E menomale che doveva essere una questione top secret!” lo rimproveró anche Miki.

L’unica che non era ancora riuscita ad emettere alcun suono era Kaori che nel ritrovarsi Ryo davanti si era completamente pietrificata.

Era stata Reika a mettere a punto tutta l’operazione e Kaori aveva immaginato che la stessa Reika avesse deciso di tenere Ryo fuori dalla questione, sapendola ancora turbata per ciò che era accaduto fra loro. Immaginava volesse mantenerla completamente lucida durante quella operazione ma Ryo aveva finito col mandare tutto a rotoli.

“Andiamo ragazzi… è che mi sto annoiando, è da un po’ che non ho un incarico e poi anche voi sapete che la mia presenza può fare la differenza”

Reika volse gli occhi al cielo.

“Il solito gradasso eh Saeba?”

“Ma non dovevi andare al nuovo localino sexy questa sera?” lo canzonó Mick, ma Ryo, preoccupato dell’idea che si sarebbe fatta Kaori, cercó di zittirlo all’istante.

“No non c’è alcun localino sexy, ti prendevo in giro… eh eh eh…” disse in imbarazzo grattandosi la testa.

“Ormai che sei arrivato fin qui tocca adeguarci… entriamo dentro così parleremo meglio di tutto” disse Reika esortando Umibozu ad aprire.

Una volta all’interno Kaori continuó a non guardare Ryo, imbarazzata dalla situazione che si era venuta a creare.

Ryo, d’altro canto, era ben felice di rivederla, ma si rese subito conto del disagio che la sua presenza le stava creando…

“Parleremo nel bunker… per una maggiore sicurezza” disse Umi rompendo per primo il silenzio.

“Bunker?? Quale bunker?” chiese Ryo stupito.

“Anni fa ho costruito un bunker in questo posto… con le mie mani. Un rifugio nel rifugio… con il nostro lavoro è importante coprirsi le spalle il più possibile, non puoi mai sapere quello che accadrà”.

Così dicendo Umi spostò un piccolo quadro svelando dietro ad esso una tastiera sulla quale digitó un codice, dopodiché li invitò ad uscire dalla porta sul retro. Fatti pochi passi, lo videro scostare alcune sterpaglie sotto le quali apparve chiaramente una botola. Umi la sollevò con non poca fatica, lasciando tutti quanti stupefatti.

Lo seguirono iniziando quindi a scendere una serie di piccoli scalini fino a che si ritrovarono in una stanza ampia, con una piccola branda su un lato e generi alimentari di ogni tipo ben disposti lungo degli scaffali sulla parete. Un tavolo al centro con alcune sedie intorno ad esso. Una piccola poltrona all’angolo.

“Da questa parte c’è anche un bagno di fortuna… per l’energia mi avvalgo di un piccolo gruppo elettrogeno” proseguì l’uomo.

“Accidenti… ma questo posto è fenomenale” disse Mick guardando la stanza con occhi spalancati per lo stupore. Così come tutti gli altri del resto, che mai avrebbero immaginato l’esistenza di quel piccolo mondo sotterraneo.

“È stato progettato per potercisi rifugiare per mesi ininterrottamente…nel caso fosse necessario sparire dalla circolazione per un po’… è una delle cose di cui vado più fiera del mio Umibozu” disse Miki guardando il compagno con amore imbarazzandolo al punto tale che non riuscì ovviamente a trattenersi dal diventare all’istante rosso come un peperone.

“Dì la verità lucciolone che lo hai costruito per rintanartici con Miki… alla fin fine ammettilo che sei anche tu uno sporcaccione!” lo canzonó Ryo lasciando Umibozu ancora più imbarazzato di prima.

“Smettila Ryo! Sei il solito depravato…Umi non è come te!” lo rimproveró Miki.

“Adesso smettetela… siamo qui per uno scopo preciso no? Direi di non perdere tempo” si intromise Reika tentando di interrompere la piccola scaramuccia fra i due.

“Ben detto… ma mi serve qualcosa per scrivere…” rispose Mick.

“E che devi scrivere??” gli chiese Ryo stranito.

“Tu non rompere… io sono un professionista e per mettere a punto un piano come si deve ho bisogno di scrivere…” ribattè Mick.

“E da quando?” replicó ancora Ryo.

“Allora volete smetterla? Non mi sembra il caso di stare a sindacare su simili sciocchezze. Se Mick dice di aver bisogno di qualcosa per scrivere, avrà qualcosa per scrivere… ma torno su, qui non c’è carta” rispose Miki cominciando a salire nuovamente i gradini.

“Ma si ricorderà anche di prendere una penna? È meglio che vada a ricordarglielo!” disse Mick seguendo la barista.

Dopo minuti interminabili nessuno dei due sembrava peró voler rientrare.

Ryo, Kaori, Reika e Umibozu cominciarono ben presto a perdere la pazienza.

“Vado a vedere cosa può essere successo… magari non trovano carta e penna” disse ad un tratto Umibozu risalendo verso la botola.

Altri minuti passarono senza che nessuno si facesse vivo.

“Ma che diamine stanno facendo tutti???” brontoló Reika sbuffando.

“Adesso mi sentono…” e così dicendo corse in fretta verso l’uscita visibilmente irritata.

Ryo e Kaori, rimasti soli e guardandosi di sottecchi, rimasero in silenzio, in imbarazzo.

Un clic sopra le loro teste li ridestó.

La botola si era appena richiusa intrappolandoli all’interno del bunker.

   
 
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