Libri > Grishaverse
Ricorda la storia  |      
Autore: pampa98    05/12/2021    3 recensioni
[Questa storia partecipa al "Calendario dell'Avvento" indetto da Coraline sul forum "Ferisce la penna" e ai #regalidinchiostro del gruppo Facebook "L'angolo di Madama Rosmerta"]
Hogwarts!AU | Slytherin!Jesper, Hufflepuff!Wylan.
«Mi dispiace, Jes.» Inej gli mise una mano sulla spalla. «Se non si sente molto bene non puoi farci niente.»
«Ma uno può ammalarsi all’improvviso? Nel giro di nemmeno due ore?»
Inej si strinse nelle spalle, senza sapere come rispondere. Jesper si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli con fare nervoso, e prese a camminare avanti e indietro di fronte al portone.
«Vado a controllare come sta» disse infine, risoluto. «Se sta davvero male, mi prenderò cura di lui. Altrimenti, mi dovrà dire in faccia che non vuole uscire con me.»
«Non è quello il problema» intervenne Kaz.
Jesper e Inej si voltarono verso di lui.
«Che vorresti dire?» chiese lei.
«Wylan non può andare a Hogsmeade.»
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Inej Ghafa, Jesper Fahey, Kaz Brekker, Nina Zenik, Wylan Van Eck
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prompt 5: Hogwarts!AU

Passatempi

A Matilde ❤



 

Osservò il suo riflesso nel vetro ancora una volta, aggiustandosi il cappello e provando qualche sguardo seducente.
«Fahey, sei ridicolo.»
Jesper infilò le mani in tasca, sollevando il mento verso Kaz Brekker.
«Perché tu sei ancora qui? Non dovevi esserti avviato con gli altri?»
«Stiamo aspettando per assicurarci che vada tutto bene» rispose Inej.
«Tradotto: ti stiamo facendo da balie.» Quelle parole fecero guadagnare a Kaz un’occhiataccia da parte della sua compagna, che lui puntualmente ignorò.
«Io aspetto il mio accompagnatore» disse invece Nina, che stava dondolando sulla neve, impaziente e infreddolita. «Se osa darmi buca, sperimenterò su di lui qualche Maledizione senza Perdono.»
«Nina!»
La ragazza alzò le mani in direzione dell’amica. «Non l’Avada Kedavra, tranquilla!»
«Spero non stessi parlando di me, strega.»
Matthias uscì dalle porte del castello e si avvicinò a lei, l’espressione corrugata in un misto di fastidio e devozione.
«Naturalmente parlavo di te, gigantesco barbaro» cinguettò Nina, prendendolo sotto braccio. «Andiamo. Voglio svaligiare Mielandia.»
«Ehi, un momento! Helvar, dov’è il mer… ehm, dov’è Wylan?»
«Oh, lui ha detto che non stava molto bene. Resterà al castello per oggi.»
«Come non sta bene? Cos’ha? È in infermeria?»
«No. Solo un po’ di stanchezza, credo. Ha studiato molto in questi giorni, più o meno come tutti» disse, lanciando uno sguardo di sbieco verso Kaz.
Il ragazzo strinse le mani sul suo bastone – Jesper aveva sempre trovato fuori luogo quel corvo per un Serpeverde – inarcando un sopracciglio.
«Non sapevo che le mie attività ti interessassero al punto da spiarmi, Helvar – male, però, dal momento che so perfettamente come organizzarmi per ottenere ottimi voti in tutte le materie.»
«Non era questo il punto» ribatté Matthias, ma Nina lo zittì prontamente e lo trascinò verso l’uscita del cortile, gridando un veloce «Ci vediamo dopo!» agli altri tre.
«Merda!» esclamò Jesper. Si appoggiò alla porta, togliendosi il cappello, e incrociò le braccia al petto.
Gli erano serviti ben tre appostamenti – per l’ultimo dei quali aveva richiesto la collaborazione di una disponibilissima Inej e un altrettanto infastidito Kaz – per riuscire a parlare da solo con Wylan.
“È sempre appiccicato a quel Yul-Bo! Non staranno mica insieme, vero?”
Inej aveva scosso la testa. Gli aveva messo una mano sulla spalla e gli aveva detto: “Se ti fa tanta paura approcciarlo davanti ad altri, in biblioteca lo troverai da solo, vedrai.”
Jesper si era risentito per quelle parole, ma aveva apprezzato il suggerimento.
“Come puoi pensare che io abbia paura del pubblico? Ci ho provato, sai, ma quello mi scappa se è in mezzo ad altra gente!”
“Forse è un segno che non vuole averti tra i piedi” aveva commentato Kaz, guadagnandosi un’occhiataccia da entrambi.
“Fai un altro tentativo, forza” lo aveva incoraggiato Inej con un sorriso e Jesper era scattato in piedi fiducioso. Sulla porta della Sala Grande, era però dovuto tornare indietro.
“Ehm, senti Inej…”
Lei aveva alzato gli occhi al cielo, mentre la bocca di Kaz si era sollevata in un ghigno divertito.
“Studi in questa scuola da cinque anni, Jes. Cinque. Anni” lo aveva rimproverato Inej, alzandosi dalla panca. “Kaz, accompagnamolo in biblioteca, coraggio.”
Avevano aspettato per una buona mezz’ora, Jesper appoggiato alla finestra con aria disinvolta e Kaz e Inej nascosti dietro una colonna a pochi metri di distanza, prima che Wylan uscisse dalla biblioteca, solo. La sua chioma di capelli rossi era inconfondibile, così come il suo modo di camminare a testa bassa, con la borsa a tracolla traboccante e un libro sempre tra le braccia.
“Ciao, mercantuccio” lo aveva salutato Jesper, facendo scattare la sua testa verso di sè.
Wylan aveva trattenuto a stento uno sbuffo e aveva fatto un cenno di saluto con il capo.
“Fahey. Hai finalmente deciso di iniziare a studiare?”
Jesper aveva riso e gli aveva messo un braccio intorno alle spalle, facendo virare il pallore del ragazzo al colore dei suoi capelli. Adorava metterlo in imbarazzo o esibirsi in piccoli gesti – come era quello, dal suo punto di vista – che facessero arrossire il ragazzo. Lo trovava adorabile, anche se non aveva ancora avuto modo di farglielo capire davvero.
“La vita è breve, Wy, non te l’hanno mai detto? Perché sprecarla sui libri quando puoi passarla a divertirti?”
“I tuoi divertimenti sono pericolosi, lo sai.”
“Non mi è ancora accaduto niente di irrimediabile” aveva minimizzato Jesper. Per sua fortuna, il piccolo Tassorosso non era a conoscenza di ciò che accadeva all’interno del dormitorio Serpeverde e Jesper sapeva per certo che Kaz non avrebbe divulgato per la scuola quante volte aveva dovuto evitare che venisse pestato dai suoi compagni, che si stavano trasformando sempre più in creditori. “Comunque certi tipi di divertimenti sono certo che piaceranno anche a te.”
Wylan aveva aggrottato le sopracciglia. “Sentiamo” aveva detto, incerto.
Jesper gli aveva parlato a un soffio dal volto, impedendo a Wylan di tornare al suo colore naturale. “Pensavo ad attività da fare in coppia, tipo una partita a scacchi magici, stretching in camera – in questo particolare periodo dell’anno è consigliato farlo al caldo, sotto le coperte” aveva detto con un sorriso divertito. “Oppure un’uscita a due. Un appuntamento, insomma.”
“Un… Un appuntamento?”
Jesper aveva annuito.
“Tu e io, un pomeriggio a Hogsmeade. Ti aspetto sabato davanti all’ingresso, d’accordo?”
Wylan aveva abbassato la testa e Jesper aveva creduto di vedere passare un’ombra di dispiacere sul suo volto. Si era chiesto se Kaz non avesse ragione: forse il ragazzo non era interessato a lui, ma non sapeva come rifiutarlo in maniera gentile. Poi, però, Wylan gli aveva rivolto un sorriso – impacciato, ma a Jesper era bastata la sua sincerità per convincersi che Kaz fosse in torto.
“La smetterai di inseguirmi ovunque se accetto?”
Jesper aveva inclinato il viso di lato, ammiccando soddisfatto.
“Se accetterai, sarai tu a volermi inseguire dappertutto, mercantuccio. E a me non dispiacerà affatto.”
Era convinto che avesse accettato e sarebbe stato felice di trascorrere una giornata in sua compagnia, invece gli aveva dato buca. Lo aveva visto quella stessa mattina a colazione e non sembrava affatto stanco – anche se, dovette riconoscere, non lo aveva visto nemmeno particolarmente energico. Ma aveva attribuito quel fatto alla sua timidezza: Wylan non era mai l’anima della festa. Ed era anche troppo educato per mancare a un appuntamento senza nemmeno avvisare.
«Qui c’è sotto qualcosa» mormorò.
«Mi dispiace, Jes.» Inej gli mise una mano sulla spalla. «Se non si sente molto bene non puoi farci niente.»
«Ma uno può ammalarsi all’improvviso? Nel giro di nemmeno due ore?»
Inej si strinse nelle spalle, senza sapere come rispondere. Jesper si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli con fare nervoso, e prese a camminare avanti e indietro di fronte al portone.
«Vado a controllare come sta» disse infine, risoluto. «Se sta davvero male, mi prenderò cura di lui. Altrimenti, mi dovrà dire in faccia che non vuole uscire con me.»
«Non è quello il problema» intervenne Kaz.
Jesper e Inej si voltarono verso di lui.
«Che vorresti dire?» chiese lei.
«Wylan non può andare a Hogsmeade.»
«Come sarebbe a dire non può?» esclamò Jesper.
«Kaz, cosa ci hai tenuto nascosto?»
«Niente che non sia di dominio pubblico» rispose lui con una stretta di spalle. «Almeno per chi vuole ascoltare. Lui e suo padre sono in pessimi rapporti. Dubito fortemente che Jan Van Eck abbia firmato il suo permesso per andare al villaggio.»
«Quindi tu sapevi già che l’appuntamento di Jesper sarebbe saltato?» chiese Inej, indignata.
Kaz scosse la testa, salendo i gradini del portico per raggiungerla. «Sospettavo che fosse possibile, ma quando Wylan ha accettato di uscire ho pensato di essermi sbagliato. Il suo improvviso malessere, tuttavia, mi fa tornare qualche dubbio. Non guardarmi così, Inej: questo appuntamento faceva felice tanto il nostro giocatore d’azzardo quanto me.»
«Grazie» disse Jesper con un mezzo sorriso, anche se la parola suonò come una domanda. Era difficile poter ringraziare davvero Kaz Brekker. Infatti, il ragazzo gli rivolse un’occhiata piena di scetticismo.
«Non credere che sia un vostro fan, Fahey.»
«Perché il suo appuntamento ti avrebbe fatto felice, allora?» intervenne Inej, e Jesper riconobbe nei suoi occhi quell’espressione che gli aveva visto rivolgere sempre più spesso a Kaz. Uno sguardo che lo sfidava ad abbassare il suo scudo per dirle cosa provava per lei. Kaz tenne gli occhi fissi nei suoi pozzi scuri e Jesper ebbe la netta sensazione di essere di troppo.
«Andiamo a Hogsmeade e lo scoprirai.»
Erano forse le parole più vulnerabili che avesse mai sentito pronunciare a Kaz e furono la spinta a dileguarsi all’interno del castello in solitudine.
«Immagino tu sappia come entrare nella Tana di Tassorosso, vero?»
La voce di Kaz lo fermò, costringendolo a voltarsi. Estrasse la bacchetta e la agitò con uno sguardo speranzoso.
«Alohomora?»
Kaz scosse la testa. «Giusto, come hai cercato di fare quando avevi dimenticato la parola d’ordine per entrare nel nostro dormitorio.»
Jesper sbuffò e si passò una mano tra i capelli.
«Avremmo dovuto chiedere a Matthias di portare fuori Wylan» disse Inej, guardando verso il cortile nella speranza di scorgere la figura del ragazzo, ma Nina se l’era già portato via.
«Non era necessario» rispose Kaz. Fece cenno a Jesper di avvicinarsi a lui. Il ragazzo rivolse uno sguardo dubbioso a Inej, che si limitò a scuotere la testa. Pazienza, pensò: se avesse dovuto buttare giù le pareti delle cucine per raggiungere il mercantuccio, lo avrebbe fatto senza remore.
 

❄ ❄
 

Incrociò le dita e, tirando in fuori i palmi, le fece schioccare. Non era un abile musicista – aveva provato a suonare il flauto una volta, ma era stato un completo fallimento – ma se Matthias Helvar, con le sue manone nordiche, riusciva a entrare senza problemi, non vedeva perché non avrebbe dovuto riuscirci anche lui. Kaz gli aveva spiegato la teoria – “Devi riprodurre sui barili la melodia Tosca Tassorosso” – e poi gli aveva detto come e in che ordine avrebbe dovuto suonare. Prese un profondo respiro e colpì il primo barile. Non spruzzare aceto. Non spruzzare aceto. Al sesto colpo, la porta si aprì. Jesper esultò in silenzio, poi si sistemò per bene il cappello sulla testa ed entrò.
Nonostante fosse situata non troppo lontana dal dormitorio dei Serpeverde, la Sala Comune dei Tassorosso era un luogo caldo e accogliente, pieno di piante e comode poltrone per sedersi in compagnia davanti al focolare. E fu proprio su una di queste poltrone che Jesper riconobbe gli inconfondibili ricci rossi di Wylan.
«Ciao, mercantuccio» disse, senza preoccuparsi del fatto che avrebbe potuto far prendere un infarto al povero ragazzo. Wylan scattò in piedi e si voltò verso di lui, la bacchetta sguainata.
«J-Jesper?»
Jesper alzò le mani con un grande sorriso in volto. «Be’, mi avevano detto che stavi male, ma noto con piacere che sei in buona salute.»
Wylan abbassò il braccio. «Non sei un Tassorosso.»
«Merlino, no! Non mi ci vedo proprio a stare qui. Anche se probabilmente avrei trovato un compagno di stanza molto piacevole» disse, facendogli l’occhiolino.
Wylan arrossì. Fece il giro della poltrona e lo afferrò per un braccio.
«Devi andartene. Se la professoressa Safin ti scopre...»
«Haskell è più cattivo di lei» minimizzò Jesper con un gesto annoiato della mano. «Non mi succederà niente.»
«Sono serio, Fahey, vattene! Non c’è nessun’altro qui in questo momento.»
Jesper stava per fare un apprezzamento a riguardo, ma si trattenne. Non lo aveva notato subito: Wylan aveva dei segni rossi intorno agli occhi. Istintivamente, Jesper sollevò una mano e ne accarezzò uno. Wylan fece uno scatto all’indietro come se gli avesse dato la scossa.
«Stavi piangendo?»
«No, niente affatto» rispose, ma evitò accuratamente il suo sguardo.
«Wylan...»
«Non dovresti essere a Hogsmeade? Come tutti gli altri?»
«Tu dovevi venire con me.»
Wylan si morse il labbro e strinse le mani sulla stoffa dei suoi jeans, non avendo la sua tracolla a cui aggrapparsi in quel momento.
«Mi… Mi dispiace, io… ho avuto un contrattempo.»
«Non hai il permesso di andare al villaggio?»
Capì che l’ipotesi di Kaz era corretta vedendo Wylan spalancare gli occhi scioccato e iniziare a tormentarsi le mani. Si voltò, dandogli le spalle, e Jesper sentì l’impulso di stringerlo tra le sue braccia.
«Mi dispiace» disse Wylan. «Dovevo dirtelo, così non ti avrei rovinato la giornata.»
«No.» Jesper si mise davanti a lui, posandogli le mani sulle spalle. «Dovevi dirmelo in modo da darmi il tempo di trovare un modo per farti uscire.»
Wylan aggrottò le sopracciglia, gli occhi lucidi per la frustrazione trattenuta. «Non si può andare a Hogsmeade senza un permesso firmato da un genitore o un tutore. Non stavi mica pensando di falsificare la firma di mio padre, vero?»
«Ma no, che esagerato! Quella sarebbe stata l’ultima spiaggia, al massimo.» Si sedette sulla poltrona, trascinando Wylan con sè. Non c’era abbastanza spazio per entrambi e il ragazzo si ritrovò quasi seduto sul suo grembo. «Ci sono molti passaggi segreti a Hogwarts, alcuni dei quali portano dritti dritti nei negozi di Hogsmeade. Sarebbe bastato scoprirli e passare di lì.»
Wylan sbuffò. «Ricordarti che è contro le regole sarebbe inutile, vero?»
Jesper gli rivolse un sorriso complice. «Anche essere qui dentro è contro le regole, ma non mi sembra che ti dispiaccia.»
Wylan arrossì, muovendosi a disagio nel minuscolo spazio tra il corpo di Jesper e il bracciolo. Era così carino in quel momento che Jesper avrebbe voluto mangiarselo.
“Wylan è un bravo ragazzo, corteggialo come si deve” gli aveva detto Inej quando lui le aveva confessato di essersi preso una cotta per il Tassorosso – e, per una volta, decise di ascoltarla. Allargò le braccia, posandole sopra lo schienale della poltrona, e si voltò verso Wylan.
«Siamo davvero solo noi due qui?»
Il ragazzo annuì.
«Allora cosa ti va di fare?»
Wylan aggrottò le sopracciglia, guardandolo a sua volta. «Non… Non vuoi andare a Hogsmeade?»
«Nah, ormai non abbiamo tempo di scoprire come arrivare là prima che faccia buio.»
«Intendevo tu, non io. Sai, ecco, non c’è molto da fare qui a parte guardare le fiamme nel camino o studiare.»
Jesper provò un brivido lungo la schiena per quell’ultima parola.
«A me va bene guardare il fuoco. Oppure, sì, possiamo… studiare...»
Wylan sgranò gli occhi e, con sua enorme sorpresa, scoppiò a ridere. Era la prima volta che udiva quel suono cristallino così sincero lasciare le sue labbra e pensò che la stanza fosse improvvisamente diventata più luminosa. Dimenticò ogni suo buon proposito e agì come faceva sempre – d’istinto, seguendo solo il suo cuore. Prese il volto di Wylan tra le mani, facendo scemare la sua risata a un semplice sorriso, e lo baciò. Non era certo di quale sarebbe stata la reazione di Wylan, ma quando lo sentì muovere le labbra contro le sue e portargli le braccia dietro la schiena, Jesper mise a tacere quel poco di buonsenso che ancora albergava nella sua mente e si lasciò andare. Quando si separarono, Wylan aveva le labbra e il volto arrossati, e il rossore aumentò ulteriormente quando lui gli sorrise.
«Mi sa che abbiamo trovato una terza attività a cui poterci dedicare, mercantuccio.»



 
Note: Ringrazio Elena Wander e Cora Line per aver letto in anteprima questa storia e avermi dato il loro parere ❤


 

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Grishaverse / Vai alla pagina dell'autore: pampa98