Angoli nascosti
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Capitolo 05
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“Il dott. Brief premiato come miglior scienziato”
Un paio di mani rugose appallottolarono quel foglio di giornale gettandolo
direttamente nel cestino che prontamente non venne centrato.
Batté poi i palmi delle mani sulla scrivania ribaltando il contenitore con
le penne e le matite sopra i progetti a cui stava lavorando; raffiguravano un
uomo e un groviglio di cavi disposti all’interno con logica, per un occhio
esperto s’intende.
“Quel vecchio senza cervello ha ricevuto un’onorificenza che sarebbe
spettata a me se solo il mio di progetto fosse stato pronto in tempo!” Grugnì a
denti stretti dando un pugno sulla superficie di mogano.
Tossì poi convulsivamente un paio di volte all’interno del fazzoletto
bianco sporcandolo di rosso.
Lo scienziato si pulì la bocca dall’eccesso di sangue e bevve un bicchiere
d’acqua tutta d’un sorso che levò via il saporaccio amaro e metallico che gli
era rimasto.
“Non ho più molto tempo…devo concludere la mia creazione” Il dott. Gero si
gettò a capofitto su quell’essere dalla forma umanoide con la cresta rossa,
prese cacciaviti, martelli, bulloni e la saldatrice ed iniziò a trafficare
all’interno del suo petto, sulla lamiera sinistra aperta spiccava il simbolo di
un fiocco rosso con le iniziali RR in bianco su uno sfondo completamente verde
fluo che fungeva da vestito.
Collegò poi un cavo alla base del cervello con la capsula bianca con sopra
inciso a caratteri cubitali in nero C-16 e pigiò un tasto sul computer per iniziare
la programmazione che sarebbe durata parecchie ore.
Quel cyborg era il primo modello fatto interamente da circuiti e metalli di
ogni genere, progettato per essere imbattibile, di solito il dott. Gero
prediligeva soggetti umani con circuiti al posto del cervello, molto più
affidabili rispetto alla tipologia su cui stava lavorando da mesi, ma più laboriosi.
C-16 avrebbe rivoluzionato le sorti dell’umanità e tutti nelle loro
fabbriche o ambiente domestico ne avrebbe voluto avere almeno uno, ma nel frattempo
quello che a lui interessava era sbarazzarsi di quell’essere umano che aveva
osato sconfiggere l’esercito del Fiocco Rosso anni addietro.
Il dott. Gero dopo la teatrale sconfitta si era rintanato in un laboratorio
tra le montagne non facile da localizzare, dove aveva continuato a condurre
esperimenti su esseri umani in contemporanea con le sue invenzioni da esporre
al mondo intero.
Ma il vecchio scienziato da un po' di tempo, era stato colpito da una
malattia che presto l’avrebbe condotto nell’altro mondo senza dargli alcun modo
di attuare la sua vendetta, se non creando dei cyborg programmati per uccidere
Goku a sangue freddo.
Gliene bastava uno, ovvero quello a cui stava lavorando attualmente.
Si stiracchiò mentre il computer stava installando i file per la sua
programmazione e scese nel laboratorio sotterraneo non prima di aver dato
un’occhiata alle altre due capsule bianche e vuote che avrebbero dovuto
contenere altri due soggetti.
*
Il sole era sorto da pochi minuti quando Yamcha aprì
gli occhi e con un movimento repentino trasse a sé la ragazza dai capelli
azzurri che gli dormiva accanto.
Il profumo di cocco dei suoi capelli lo avvolse e per farselo entrare più
in profondità dentro le narici aveva immerso la testa all’interno della chioma
azzurra inebriandosi di quell’essenza pura.
“Mmm…” Aveva mugugnato lei scrollando le spalle
perché voleva ancora dormire un altro po', quello che lui ovviamente non aveva
nessuna voglia di fare.
Yamcha era stato lontano da lei per troppo tempo, dai suoi baci e dalle sue
attenzioni, e per quanti Bulma in quei giorni che si
sono susseguiti alla sua resurrezione gliene avesse concessi, per lui erano
sempre troppo pochi.
Le passò una mano sulla schiena nuda facendola rabbrividire e anche
sorridere mentre si richiudeva sempre di più a riccio, per poi distendere le
gambe e voltarsi dalla parte del suo amante e stringerlo forte a sé.
Yamcha le baciò la testa e lei il petto muscoloso fino ad arrivare alle sue
labbra vogliose e carice di passione.
Non ci fu nemmeno bisogno che i due si spogliassero, perché già nudi dalla
sera precedente, Bulma lo portò sotto di sé e
divaricò le gambe per comodità non appena sentì qualcosa premere contro la sua
femminilità.
I baci da innocenti divennero sempre più audaci e bollenti, soprattutto
quando Yamcha con una spinta varcò la sua intimità
con ardore e delicatezza.
Bulma iniziò a muore il bacino a ritmo sincronizzando i movimenti coronati da
baci e singulti di ogni tipo che risuonarono nella stanza insonorizzata.
Le era mancato, indubbiamente.
Il cuore dell’azzurra batteva forte all’interno del suo petto e mille
emozioni diverse si susseguivano all’interno della sua testa concentrandosi con
più intensità quando entrambi raggiusero l’apice del piacere.
Yamcha rimase ancora qualche minuto abbracciato a lei, attendendo che il respiro
di regolarizzasse e le farfalle che gli erano scoppiate all’interno dello
stomaco scomparissero del tutto.
“Ti amo!” Le sussurrò all’orecchio con voce roca.
Bulma invece lo guardò negli occhi “E io amo te!” Riprese a baciarlo, perché non
ne aveva ancora abbastanza.
*
Il dottor Gero riemerse dal laboratorio sotterraneo tossendo mentre si
teneva al corrimano seguendo il segnale dall’arme che stava dando il computer.
Il suo sonno era stato interrotto da un’avaria improvvisa durante la
programmazione di C-16, mancava ormai poco e sperava che non ci fosse nessun
intoppo, perché anche la mancanza di trasmissione di un singolo file avrebbe
decretato il fallimento di quel progetto a cui stava lavorando da mesi.
Ma fortunatamente l’esperienza del vecchio scienziato si era rivelata
propizia, tanto da riuscire a recuperare l’avvio del sistema con pochi e
semplici passi, per lui ovviamente.
Ancora qualche altro minuto di stand-by e il cervello pieno di circuiti del
cyborg si sarebbe fritto e addio per sempre alla sua invenzione e ai soldi
impiegati per la sua realizzazione.
Lo scienziato però continuava ad osservare le altre due capsule bianche e
vuote mentre la sua mente malata macchinava qualcosa di sadico, ma che preferiva
lasciare come ultima opzione in caso C16 si fosse rivelato un disastro, continuando
a scrollare la testa per mandare via quei pensieri.
Basta, non voleva più agire così, anche se andava tutto a favore della
scienza.
Un bip incessante lo destò dai suoi pensieri, segno che il programma
di installazione aveva appena completato il suo lavoro.
Lo scienziato era pronto a mettere il moto quella macchina e attuare la sua
vendetta contro di Goku; tolse il grosso cavo nero con forza dalla sua nuca e
pigiò il tasto di accensione posto al difuori della capsula di contenimento.
Seguirono alcuni secondi di ansia e apprensione nell’attesa che il cyborg
aprisse totalmente gli occhi.
Il dottor Gero seguiva il tutto con la massima attenzione e preoccupazione
mentre in una mano stringeva il dispositivo di sicurezza, pronto per essere
premuto in caso di necessità.
Deglutì il nulla ed iniziò a tremare quando l’enorme cyborg gli puntò i
suoi occhi azzurri vuoti, in un primo momento.
“Ciao, C-16, sono il tuo creatore!” Esclamò scandendo bene le parole con il
cuore in gola, perché il timore che qualcosa durante la programmazione fosse
andato storto era più che lecita, e quell’ammasso di ferraglia dalla forma
umanoide non ci avrebbe messo tanto ad alzare il braccio destro e trivellarlo
di colpi se avesse codificato malamente una sua parola.
Il cyborg alzò la schiena mettendosi in posizione seduta senza proferire
nessuna parola ed iniziò a guardarsi attorno mettendo a fuoco i vari oggetti
passandoli a sistema per la cifratura.
Poi si soffermò sul volto del vecchio che gli stava parlando, non era
identificato come Goku, il computer aveva scannerizzato il profilo e indicato a
lato il contorno di un volto dai tratti più decisi e capelli dalla strana forma
di palma.
“Tu non sei Goku” Aveva detto con voce metallica alzandosi ed iniziando a
camminare verso la sua meta, spostando con il movimento della mano l’anziano
che cadde a terra ferendosi ad una gamba con una lamiera lasciata lì
distrattamente.
“FERMATI!” Gli aveva urlato tenendosi la coscia per evitare la fuoriuscita
ulteriormente di sangue.
“Devo uccidere Goku” C-16 sradicò la porta blindata gettandola poi giù da
una scarpata.
“SEI PAZZO! CHE COSA CREDI DI FARE!” Al vecchio erano schizzati gli occhi
fuori dalle orbite e la voce era diventata rauca a causa del troppo strillare.
“Goku!” Continuava a ripetere come un automa senza dare peso alle parole
del suo creatore che a breve avrebbe avuto sicuramente un infarto.
Il dottor Gero tossì di nuovo imbrattando di sangue la capsula bianca, si
sentiva stanco e spossato, ma non poteva lasciare quell’ammasso di ferraglia
libero di scorrazzare tra le montagne alla ricerca di Goku, non senza la sua
guida, chissà che disastri avrebbe causato nel frattempo.
Ma quando C-16 si soffermò ad osservare il panorama mozzafiato che si
stagliava davanti a sé, ebbe un tuffo al cuore e i suoi tratti da duri
divennero in pochi secondi rilassati e sorridenti.
Un piccolo uccellino si posò sulla sua enorme spalla sinistra, forse
scambiata per un ramo in fogliato visto il colore verde brillante della sua
lamiera.
C-16 lo guardò e di rimando l’uccellino rosso cinguettò felice prima di
svolazzare di nuovo libero attraverso l’aria fresca della montagna senza una destinazione
precisa.
Sorrise.
Un cyborg programmato da zero poteva provare emozioni?
Il dottor Gero rimase sbalordito da quello a cui aveva appena assistito,
lui aveva progettato quella macchina per distruggere e non per ammirare la
natura, lo scienziato era convinto che avrebbe stritolato quel volatile con una
mano sola.
Si avvicinò quatto quatto alla sua creazione e quando vide che la sua gamba
stava sanguinando, il cyborg si inginocchiò e medicò quella ferita come poteva,
ovvero strappare un lembo di tessuto dal camice del suo creatore ed avvolgerlo
attorno alla coscia.
“Noi due conquisteremo il mondo intero.” Gli disse con fermezza.
“Perché dovremo fare del male a delle creature innocenti se il solo
obiettivo è Goku?” Chiese mestamente l’androide volgendo poi lo sguardo al
panorama.
“Perchè dopo di Goku ne arriveranno altri e
dovremo essere pronti ad ogni evenienza.”
C-16 analizzò i dati all’interno del suo sistema riscontrando come unico
scopo quello di annientare colui che anni addietro aveva messo fine all’impero
dell’esercito del Fiocco Rosso.
“Mi dispiace, ma non posso fare quello che dici tu.” Fece spallucce l’omone
dalla cresta rossa.
“COME SAREBBE A DIRE????” Strabuzzò gli occhi l’anziano scienziato.
“Mi hai programmato tu così.” Disse con naturalezza.
Il dottor Gero doveva fare subito qualcosa e rimettere le mani su
quell’androide prima di decretarlo un fallimento, del resto sapeva che la
possibilità di insuccesso era più alta rispetto a dei modelli umani con solo
circuiti al posto del cervello.
Una macchina era programmata per un obiettivo specifico, in quel caso C-16
era stato creato solo per liberarsi definitivamente di Goku, quindi avrebbe
dovuto fare alcune modifiche al CD di installazione, ma questo avrebbe portato
via ulteriore tempo allo scienziato, tempo che assolutamente non aveva.
Il dottor Gero doveva prendere ora una difficile decisione: smaltire
quell’ammasso di ferraglia e di conseguenza lavorare sulla sua idea iniziale,
oppure mettere in stand by l’androide in attesa di trovare una soluzione per la
sua riprogrammazione.
In ogni caso avrebbe dovuto decidere in fretta.
*
“Ti va se andiamo fuori a cena questa sera?” Chiese Yamcha
a Bulma mentre quest’ultima ultimava la messa in
opera di un robot super sofisticato.
“Si, certo!” Cinguettò lei giuliva rimettendo a posto il cacciavite a
stella dopo averlo pulito dall’olio nero in eccesso.
“Ho in mente qualcosa di speciale per noi due.” Le disse infine
avvicinandosi al suo volto per stamparle un bacio a fior di labbra.
Il cuore di Bulma ebbe un sussulto, che
finalmente fosse arrivato il momento?
Anche se non gliene aveva ancora parlato, l’azzurra stava progettando di
lasciare la casa dei genitori per iniziare una convivenza con il suo ragazzo,
solo loro due da soli, ormai era arrivato il momento dopo tanti anni di
frequentazione e il periodo di pace che si stavano preparando a vivere.
Dopo i saiyan e Freezer, Bulma
pensava che non esistesse nessun altro nella galassia in grado di disturbare la
loro quiete, ora che Goku era diventato più forte di loro, sarebbe stato in
grado di proteggere la Terra, e poi Yamcha si era
allenato duramente sul pianeta di Re Kaioh nell’al di
là.
Quello che però Bulma ignorava erano le vere
intenzioni del suo fidanzato.
*
Continua
*
Angolo
autrice: Ciao a tutti! E Buon
lunedì! Con quello di oggi si conclude quello che possiamo chiamare un prologo,
infatti più o meno ho dato un’infarinatura generale sugli argomenti che
tratterrò, sperando di riuscirci senza fare casino o creare incongruenze XD
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Un piccolo riassunto su
cosa vedremo:
-
Goku su Yardrat;
-
Vegeta che lo cercherà per tutta la galassia;
-
La travagliata storia d’amore tra Bulma/Yamcha e Vegeta;
-
I cyborg, o meglio la loro realizzazione (e qui ci
tengo a precisare che non ho affatto rubato l’idea a Darkwinter,
ma circa dieci anni fa avevo già scritto una storia come la sua, i veterani
forse ricorderanno la storia “E divennero cyborg”, che purtroppo è
andata persa insieme al mio vecchio profilo);
-
Momenti Chichi e Gohan.
*
Un abbraccione e al
prossimo lunedì.