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Autore: LadyHeather83    06/12/2021    7 recensioni
Dopo gli eventi di Namecc chi è sopravvissuto torna sul pianeta Terra, ed è da qui che inizierò a raccontare la mia storia e il mio punto di vista su quello che non ci hanno mai raccontato prima.
Genere: Avventura, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Bulma/Yamcha, Chichi/Goku
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 05

**

“Il dott. Brief premiato come miglior scienziato”

Un paio di mani rugose appallottolarono quel foglio di giornale gettandolo direttamente nel cestino che prontamente non venne centrato.

Batté poi i palmi delle mani sulla scrivania ribaltando il contenitore con le penne e le matite sopra i progetti a cui stava lavorando; raffiguravano un uomo e un groviglio di cavi disposti all’interno con logica, per un occhio esperto s’intende.

“Quel vecchio senza cervello ha ricevuto un’onorificenza che sarebbe spettata a me se solo il mio di progetto fosse stato pronto in tempo!” Grugnì a denti stretti dando un pugno sulla superficie di mogano.

Tossì poi convulsivamente un paio di volte all’interno del fazzoletto bianco sporcandolo di rosso.

Lo scienziato si pulì la bocca dall’eccesso di sangue e bevve un bicchiere d’acqua tutta d’un sorso che levò via il saporaccio amaro e metallico che gli era rimasto.

“Non ho più molto tempo…devo concludere la mia creazione” Il dott. Gero si gettò a capofitto su quell’essere dalla forma umanoide con la cresta rossa, prese cacciaviti, martelli, bulloni e la saldatrice ed iniziò a trafficare all’interno del suo petto, sulla lamiera sinistra aperta spiccava il simbolo di un fiocco rosso con le iniziali RR in bianco su uno sfondo completamente verde fluo che fungeva da vestito.

Collegò poi un cavo alla base del cervello con la capsula bianca con sopra inciso a caratteri cubitali in nero C-16 e pigiò un tasto sul computer per iniziare la programmazione che sarebbe durata parecchie ore.

Quel cyborg era il primo modello fatto interamente da circuiti e metalli di ogni genere, progettato per essere imbattibile, di solito il dott. Gero prediligeva soggetti umani con circuiti al posto del cervello, molto più affidabili rispetto alla tipologia su cui stava lavorando da mesi, ma più laboriosi.

C-16 avrebbe rivoluzionato le sorti dell’umanità e tutti nelle loro fabbriche o ambiente domestico ne avrebbe voluto avere almeno uno, ma nel frattempo quello che a lui interessava era sbarazzarsi di quell’essere umano che aveva osato sconfiggere l’esercito del Fiocco Rosso anni addietro.

Il dott. Gero dopo la teatrale sconfitta si era rintanato in un laboratorio tra le montagne non facile da localizzare, dove aveva continuato a condurre esperimenti su esseri umani in contemporanea con le sue invenzioni da esporre al mondo intero.

Ma il vecchio scienziato da un po' di tempo, era stato colpito da una malattia che presto l’avrebbe condotto nell’altro mondo senza dargli alcun modo di attuare la sua vendetta, se non creando dei cyborg programmati per uccidere Goku a sangue freddo.

Gliene bastava uno, ovvero quello a cui stava lavorando attualmente.

Si stiracchiò mentre il computer stava installando i file per la sua programmazione e scese nel laboratorio sotterraneo non prima di aver dato un’occhiata alle altre due capsule bianche e vuote che avrebbero dovuto contenere altri due soggetti.

*

Il sole era sorto da pochi minuti quando Yamcha aprì gli occhi e con un movimento repentino trasse a sé la ragazza dai capelli azzurri che gli dormiva accanto.

Il profumo di cocco dei suoi capelli lo avvolse e per farselo entrare più in profondità dentro le narici aveva immerso la testa all’interno della chioma azzurra inebriandosi di quell’essenza pura.

Mmm…” Aveva mugugnato lei scrollando le spalle perché voleva ancora dormire un altro po', quello che lui ovviamente non aveva nessuna voglia di fare.

Yamcha era stato lontano da lei per troppo tempo, dai suoi baci e dalle sue attenzioni, e per quanti Bulma in quei giorni che si sono susseguiti alla sua resurrezione gliene avesse concessi, per lui erano sempre troppo pochi.

Le passò una mano sulla schiena nuda facendola rabbrividire e anche sorridere mentre si richiudeva sempre di più a riccio, per poi distendere le gambe e voltarsi dalla parte del suo amante e stringerlo forte a sé.

Yamcha le baciò la testa e lei il petto muscoloso fino ad arrivare alle sue labbra vogliose e carice di passione.

Non ci fu nemmeno bisogno che i due si spogliassero, perché già nudi dalla sera precedente, Bulma lo portò sotto di sé e divaricò le gambe per comodità non appena sentì qualcosa premere contro la sua femminilità.

I baci da innocenti divennero sempre più audaci e bollenti, soprattutto quando Yamcha con una spinta varcò la sua intimità con ardore e delicatezza.

Bulma iniziò a muore il bacino a ritmo sincronizzando i movimenti coronati da baci e singulti di ogni tipo che risuonarono nella stanza insonorizzata.

Le era mancato, indubbiamente.

Il cuore dell’azzurra batteva forte all’interno del suo petto e mille emozioni diverse si susseguivano all’interno della sua testa concentrandosi con più intensità quando entrambi raggiusero l’apice del piacere.

Yamcha rimase ancora qualche minuto abbracciato a lei, attendendo che il respiro di regolarizzasse e le farfalle che gli erano scoppiate all’interno dello stomaco scomparissero del tutto.

“Ti amo!” Le sussurrò all’orecchio con voce roca.

Bulma invece lo guardò negli occhi “E io amo te!” Riprese a baciarlo, perché non ne aveva ancora abbastanza.

*

Il dottor Gero riemerse dal laboratorio sotterraneo tossendo mentre si teneva al corrimano seguendo il segnale dall’arme che stava dando il computer.

Il suo sonno era stato interrotto da un’avaria improvvisa durante la programmazione di C-16, mancava ormai poco e sperava che non ci fosse nessun intoppo, perché anche la mancanza di trasmissione di un singolo file avrebbe decretato il fallimento di quel progetto a cui stava lavorando da mesi.

Ma fortunatamente l’esperienza del vecchio scienziato si era rivelata propizia, tanto da riuscire a recuperare l’avvio del sistema con pochi e semplici passi, per lui ovviamente.

Ancora qualche altro minuto di stand-by e il cervello pieno di circuiti del cyborg si sarebbe fritto e addio per sempre alla sua invenzione e ai soldi impiegati per la sua realizzazione.

Lo scienziato però continuava ad osservare le altre due capsule bianche e vuote mentre la sua mente malata macchinava qualcosa di sadico, ma che preferiva lasciare come ultima opzione in caso C16 si fosse rivelato un disastro, continuando a scrollare la testa per mandare via quei pensieri.

Basta, non voleva più agire così, anche se andava tutto a favore della scienza.

Un bip incessante lo destò dai suoi pensieri, segno che il programma di installazione aveva appena completato il suo lavoro.

Lo scienziato era pronto a mettere il moto quella macchina e attuare la sua vendetta contro di Goku; tolse il grosso cavo nero con forza dalla sua nuca e pigiò il tasto di accensione posto al difuori della capsula di contenimento.

Seguirono alcuni secondi di ansia e apprensione nell’attesa che il cyborg aprisse totalmente gli occhi.

Il dottor Gero seguiva il tutto con la massima attenzione e preoccupazione mentre in una mano stringeva il dispositivo di sicurezza, pronto per essere premuto in caso di necessità.

Deglutì il nulla ed iniziò a tremare quando l’enorme cyborg gli puntò i suoi occhi azzurri vuoti, in un primo momento.

“Ciao, C-16, sono il tuo creatore!” Esclamò scandendo bene le parole con il cuore in gola, perché il timore che qualcosa durante la programmazione fosse andato storto era più che lecita, e quell’ammasso di ferraglia dalla forma umanoide non ci avrebbe messo tanto ad alzare il braccio destro e trivellarlo di colpi se avesse codificato malamente una sua parola.

Il cyborg alzò la schiena mettendosi in posizione seduta senza proferire nessuna parola ed iniziò a guardarsi attorno mettendo a fuoco i vari oggetti passandoli a sistema per la cifratura.

Poi si soffermò sul volto del vecchio che gli stava parlando, non era identificato come Goku, il computer aveva scannerizzato il profilo e indicato a lato il contorno di un volto dai tratti più decisi e capelli dalla strana forma di palma.

“Tu non sei Goku” Aveva detto con voce metallica alzandosi ed iniziando a camminare verso la sua meta, spostando con il movimento della mano l’anziano che cadde a terra ferendosi ad una gamba con una lamiera lasciata lì distrattamente.

“FERMATI!” Gli aveva urlato tenendosi la coscia per evitare la fuoriuscita ulteriormente di sangue.

“Devo uccidere Goku” C-16 sradicò la porta blindata gettandola poi giù da una scarpata.

“SEI PAZZO! CHE COSA CREDI DI FARE!” Al vecchio erano schizzati gli occhi fuori dalle orbite e la voce era diventata rauca a causa del troppo strillare.

“Goku!” Continuava a ripetere come un automa senza dare peso alle parole del suo creatore che a breve avrebbe avuto sicuramente un infarto.

Il dottor Gero tossì di nuovo imbrattando di sangue la capsula bianca, si sentiva stanco e spossato, ma non poteva lasciare quell’ammasso di ferraglia libero di scorrazzare tra le montagne alla ricerca di Goku, non senza la sua guida, chissà che disastri avrebbe causato nel frattempo.

Ma quando C-16 si soffermò ad osservare il panorama mozzafiato che si stagliava davanti a sé, ebbe un tuffo al cuore e i suoi tratti da duri divennero in pochi secondi rilassati e sorridenti.

Un piccolo uccellino si posò sulla sua enorme spalla sinistra, forse scambiata per un ramo in fogliato visto il colore verde brillante della sua lamiera.

C-16 lo guardò e di rimando l’uccellino rosso cinguettò felice prima di svolazzare di nuovo libero attraverso l’aria fresca della montagna senza una destinazione precisa.

Sorrise.

Un cyborg programmato da zero poteva provare emozioni?

Il dottor Gero rimase sbalordito da quello a cui aveva appena assistito, lui aveva progettato quella macchina per distruggere e non per ammirare la natura, lo scienziato era convinto che avrebbe stritolato quel volatile con una mano sola.

Si avvicinò quatto quatto alla sua creazione e quando vide che la sua gamba stava sanguinando, il cyborg si inginocchiò e medicò quella ferita come poteva, ovvero strappare un lembo di tessuto dal camice del suo creatore ed avvolgerlo attorno alla coscia.

“Noi due conquisteremo il mondo intero.” Gli disse con fermezza.

“Perché dovremo fare del male a delle creature innocenti se il solo obiettivo è Goku?” Chiese mestamente l’androide volgendo poi lo sguardo al panorama.

Perchè dopo di Goku ne arriveranno altri e dovremo essere pronti ad ogni evenienza.”

C-16 analizzò i dati all’interno del suo sistema riscontrando come unico scopo quello di annientare colui che anni addietro aveva messo fine all’impero dell’esercito del Fiocco Rosso.

“Mi dispiace, ma non posso fare quello che dici tu.” Fece spallucce l’omone dalla cresta rossa.

“COME SAREBBE A DIRE????” Strabuzzò gli occhi l’anziano scienziato.

“Mi hai programmato tu così.” Disse con naturalezza.

Il dottor Gero doveva fare subito qualcosa e rimettere le mani su quell’androide prima di decretarlo un fallimento, del resto sapeva che la possibilità di insuccesso era più alta rispetto a dei modelli umani con solo circuiti al posto del cervello.

Una macchina era programmata per un obiettivo specifico, in quel caso C-16 era stato creato solo per liberarsi definitivamente di Goku, quindi avrebbe dovuto fare alcune modifiche al CD di installazione, ma questo avrebbe portato via ulteriore tempo allo scienziato, tempo che assolutamente non aveva.

Il dottor Gero doveva prendere ora una difficile decisione: smaltire quell’ammasso di ferraglia e di conseguenza lavorare sulla sua idea iniziale, oppure mettere in stand by l’androide in attesa di trovare una soluzione per la sua riprogrammazione.

In ogni caso avrebbe dovuto decidere in fretta.

*

“Ti va se andiamo fuori a cena questa sera?” Chiese Yamcha a Bulma mentre quest’ultima ultimava la messa in opera di un robot super sofisticato.

“Si, certo!” Cinguettò lei giuliva rimettendo a posto il cacciavite a stella dopo averlo pulito dall’olio nero in eccesso.

“Ho in mente qualcosa di speciale per noi due.” Le disse infine avvicinandosi al suo volto per stamparle un bacio a fior di labbra.

Il cuore di Bulma ebbe un sussulto, che finalmente fosse arrivato il momento?

Anche se non gliene aveva ancora parlato, l’azzurra stava progettando di lasciare la casa dei genitori per iniziare una convivenza con il suo ragazzo, solo loro due da soli, ormai era arrivato il momento dopo tanti anni di frequentazione e il periodo di pace che si stavano preparando a vivere.

Dopo i saiyan e Freezer, Bulma pensava che non esistesse nessun altro nella galassia in grado di disturbare la loro quiete, ora che Goku era diventato più forte di loro, sarebbe stato in grado di proteggere la Terra, e poi Yamcha si era allenato duramente sul pianeta di Re Kaioh nell’al di là.

Quello che però Bulma ignorava erano le vere intenzioni del suo fidanzato.

*

Continua

*

Angolo autrice: Ciao a tutti! E Buon lunedì! Con quello di oggi si conclude quello che possiamo chiamare un prologo, infatti più o meno ho dato un’infarinatura generale sugli argomenti che tratterrò, sperando di riuscirci senza fare casino o creare incongruenze XD

*

Un piccolo riassunto su cosa vedremo:

-          Goku su Yardrat;

-          Vegeta che lo cercherà per tutta la galassia;

-          La travagliata storia d’amore tra Bulma/Yamcha e Vegeta;

-          I cyborg, o meglio la loro realizzazione (e qui ci tengo a precisare che non ho affatto rubato l’idea a Darkwinter, ma circa dieci anni fa avevo già scritto una storia come la sua, i veterani forse ricorderanno la storia “E divennero cyborg”, che purtroppo è andata persa insieme al mio vecchio profilo);

-          Momenti Chichi e Gohan.

*

Un abbraccione e al prossimo lunedì.

  
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