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Autore: Evola Who    06/12/2021    1 recensioni
Non erano più dentro alla nave, nel bel mezzo della galassia e diretti a Nevarro. Adesso erano davanti al maestoso ingresso di un palazzo in marmo, con due piccoli prati verdi ben curati, circondato da un portico colonnato e costruito con architetture esotice. Sopra di loro, il cielo azzurro brillante e il sole caldo, i cui raggi splendenti erano accompagnati da qualche leggero refolo di vento e dai dolci cinguettii di uccelli...
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baby Yoda/Il Bambino, Carasynthia Dune, Din Djarin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
La fuga
 

 

“Giardini dell’acqua?” rispose Cara, stupida ma con il tono sarcastico: “Di certo, è un gran bel nome per un palazzo. Spero solo che ci siano davvero dei giardini fatti con l’acqua.”

“Silenzio!” disse il capo con tono duro: “Ve lo ripeto per l’ultima volta: come siete riusciti ad invadere i confini del palazzo?”

“Invaso? Prima aveva detto ‘come siete entrati’!” ripose Cara irritata: “E non abbiamo invaso nulla! Siamo solo noi due e stiamo cercando un bambino.”

“Un bambino?”

“Sì, un bambino.” disse Mando: “Un bambino piccolo. È indifeso e non sa ancora parlare. E crediamo che si sia intrufolato qui dentro.”

“Cose che capitano, quando non li tieni d’occhio per un secondo” aggiunse Cara.

“Lasciatemi cercarlo, e poi ce ne andremo.” disse Mando chiaramente.

Voleva far capire che non aveva nessun’intenzione di combattere o di passare alla violenza.

Il capo delle guardie scambiò degli sguardi con i suoi uomini. Dimostrò il disprezzo che sentiva contro di loro, non credendo per niente alle sue parole.

“Qui non c’è nessun bambino.” rispose: “Giardini dell’acqua è il posto più sicuro di tutta Dorne. È impossibile che un bambino che non è nemmeno in grado di parlare, sia riuscito ad intrufolarsi qui dentro. Per di più, senza essere visto da nessuno.”

Cara e Mando si scambiarono una occhiata preoccupata. Di certo, sarebbe stato difficile, spiegare il come erano riusciti a essere lì.

“Perciò, voi due state mentendo! E vi conviene dire la verità e chi siete! Oppure, possiamo evitare le domande e sgozzavi qui, adesso…”

“Non vi conviene…” disse Mando duramente.

Il capo delle guardie fece un ghigno ironico, divertito da quella “minaccia”.

“Altrimenti?” sbottò con tono grosso, “Che cosa ci farete, tu e la tua selvaggia? Siete in due contro i migliori guerrieri di tutta Dorne! Armati! Mentre voi siete disarmati!” e fece una risata divertita.

“A meno che non abbiate delle lance sotto alle maniche, non vedo proprio come riuscirete a batterci.”

Mando, con il gesto del braccio, attivò il meccanismo del bracciale della armatura, tendendo il pugno chiuso e pronto ad usarlo, ma non prima di aver scambiato una occhiata di intesa con Cara.

“Uccideteli.”

Il Mandaloriano alzò il braccio, attivando il lazo della sua armatura, legando il capo guardia e attivando una forte scossa, fino a fargli perdere i sensi. Poi slacciò il lazo e lo lasciò legato a terra.

I tre rimasti in piedi guardarono la scena, increduli di quello a cui avevano appena assistito. Non capendo che cosa fosse successo.

Il loro capo era privo di sensi a terra, legato da una corda apparsa quasi dal nulla. Erano spaventati, ma guardarono i due invasori e li attaccarono urlando.

Mando sferrò al più vicino un calcio sulla pancia, facendolo cadere a terra. L'uomo perse la presa sulla spada e Mando l'allontanò con il piede, poi lo stordì con una breve scossa elettrica uscita dal bracciale dell’armatura.

Cara colpì il terzo con una raffica di pugni in faccia e sullo stomaco, fino a fargli rompere il naso e buttarlo a terra senza sensi.

L’ultimo rimasto, un po' spaventato, andò contro di loro alzando la spada e urlando. Ma fu colpito da un calcio in faccia. Cara lo fece allontanare e Mando lo finì con un altro pugno in faccia, facendolo cadere insieme agli altri.

Il Mandaloriano e la ribelle si concessero un attimo per riprendersi.

“Però! Per essere i ‘migliori guerrieri, armati’ di questo posto, fanno davvero schifo a combattere!” disse Cara sarcastica e con le mani sui fianchi.

“Andiamo” disse Mando camminando verso ai portici. Si incamminò lungo dei lunghissimi corridoi di marmo, con Cara al seguito.

Entrambi si mossero a passo veloce, guardandosi attorno alla ricerca di un’entrata.

“Abbiamo un piano?” chiese Cara.

“Sì,” rispose Mando: “Entriamo in questo posto, cerchiamo il piccolo e la gemma in ogni stanza che vediamo, e fermiamo chiunque voglia ostacolarci.”

“Beh, il solito piano, allora.”

Camminarono per qualche minuto, non capendo dove andare o che cosa fare. Ma all’improvviso si trovarono davanti ad una squadra di quattro guardie. E poi, ne apparve un’altra dietro di loro. In breve furono circondati, con molte lance e spade puntate contro di loro.

Si guardarono, capendo che in due e senza armi non sarebbero mai riusciti a batterli tutti. Così si arresero, alzando le mani in alto e lasciandosi catturare.

 
Fine capitolo

 


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Note:
Lo so è un pò breve.
Ma per farvi una idea su dove sono...
e con chi hanno a che fare mooolto presto ;)
Alla prossima!
Evola 


 

 

   
 
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