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Autore: Gaia Bessie    08/12/2021    3 recensioni
Barty Crouch jr guarda la pioggia che cade – ha gli occhi vuoti, vuoti, vuoti.
[Delphi, Barty | Partecipa all'iniziativa "Regali di inchiostro" organizzata sul gruppo Facebook "L'angolo di Madama Rosmerta"]
Per EcateC.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bartemius Crouch junior, Delphini Riddle
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Per Ecate,
Una delle poche che condivide con me l'amore per Delphini e che, quindi, da questo regalo a tradimento non poteva scappare in nessun modo.

 
Pioggia sporca (lacrime e polvere)
 
Azkaban sa di pioggia sporca – lacrime e polvere che s’impastano sulla pelle.
Piove continuamente e, lei, s’addormenta sotto una crepa nel muro così che, quando diluvia, è l’acqua a lavarle via le sensazioni dal viso, costringendola ad abbandonare i propri sogni (e quando mai non l’ha dovuto fare?).
Il letto di fronte al suo è un porto di mare: prigionieri vi dormono sopra, silenziosamente, si svegliano e urlano – Rodolphus Lestrange, ripreso il controllo della voce, gliel’ha detto: somigli davvero tanto a tua madre.
Il giorno dopo, gli Auror l’hanno sorpreso mentre cercava di impiccarsi con le lenzuola attorcigliate e l’hanno cambiato di cella – chissà se c’è riuscito mai, a finire il lavoro.
Dopo di lui, se ne sono succeduti altri cinque.
Delphini ha segnato il loro nome sulla parete (incancellabile) e ne ha memorizzato i volti.
Sono gli uomini che ha ucciso con uno sguardo – d’altronde, le ha detto Rodolphus mentre lo portavano via, lei è pur sempre figlia di suo padre (o non sarebbe lì a marcire).
Lettere senza senso.
Le assaggiasse, saprebbero esattamente di lacrime e polvere.
 
 
E sa di lacrime e polvere il giorno bagnato e sporco in cui lo portano in cella, un po’ trascinandolo e un po’ sollevandolo direttamente da terra.
Non le dicono come si chiama – lei ha il viso sporco di pioggia polverosa, quando si china verso di lui e ne legge il nome ricamato sulla divisa di Azkaban.
Quel giorno bagnato e sporco, gli Auror lo gettano come fagotto sul letto e lei si china per scoprirne l’identità – forse lo hanno stordito, pensa.
Invece, oggi, tocca a lei gridare.
Barty Crouch jr guarda la pioggia che cade – ha gli occhi vuoti, vuoti, vuoti.
 
 
Ed è vuoto, vuoto, vuoto quel silenzio che lo segue come un’ombra bagnata e polverosa quando la guarda e non dice.
Al terzo giorno, Delphini chiede che le cambino cella – le dicono di no: non troveranno qualcun altro disposto a stare con lei.
Al quinto, s’inginocchia di fronte alla crepa del muro e chiede perdono per i suoi peccati, attendendo l’aiuto di un padre che non sa risorgere – c’è un limite perfino ai miracoli che Voldemort sa fare.
Al settimo giorno, Delphini urla fino a perdere la voce (e non arriva nessuno).
Barty Crouch non sembra sentirla – ha uno sguardo che inquieta. Inclina la testa, non dice una parola.
 
 
Non dice una parola, Delphini, quando finalmente le accordano di cambiar cella.
Le tremano le mani, la pioggia le cade sul volto sotto forma di lacrime e polvere – ha sul collo i segni di un lenzuolo attorcigliato male.
Portatemi via di qui, sussurra. Vi prego.
Le domandano perché – lei si asciuga gli occhi con le mani sporche di gesso e tace.
Lei tace, Barty parla nel sonno (ci riesce, a sognare?).
Dice sempre la stessa cosa: Dio è morto.
E lo hai ucciso tu.
Come fai a saperlo?
(Delphini gli ha urlato addosso, Barty non ha risposto mai – lo hai ucciso tu).
 
[492 parole]
 

Inutile dire che la questione di Dio è morto (in questo riferita ovviamente a Voldemort) è preda da Nietzsche, La Gaia Scienza, chi mi conosce sa che è uno dei miei punti fermi.
Un bacio,
Gaia
   
 
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