09/12/2021
3 recensioniA Rosmary,
con la speranza di restituirle un pizzico della magia che lei sa regalare a tutti con le sue parole.
con la speranza di restituirle un pizzico della magia che lei sa regalare a tutti con le sue parole.
𝙰𝚕 𝚝𝚛𝚊𝚖𝚘𝚗𝚝𝚘 – 𝚛𝚒𝚝𝚛𝚘𝚟𝚊𝚛𝚌𝚒
O cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla.
- Cesare Pavese, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
- Cesare Pavese, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
Ha vissuto a lungo, Evan.
Interminabili anni sbiaditi dalla monotonia in cui, giorno dopo giorno, è andato componendosi una ferrea certezza di immortalità – un'esistenza inscalfibile.
Fino a lei.
Ha vissuto a lungo, Dorcas.
Anni estenuanti smarriti nella ricerca in cui, giorno dopo giorno, è andata ricamandosi attorno una solitudine a trame fitte – un'incompletezza insanabile.
Fino a lui.
«Avevo quasi creduto che non esistessi.»
«Sei deluso?»
Evan sorride di un sorriso inesperto. Sulle sue labbra i sorrisi appassiscono in fretta – non stavolta.
«Baciami e lo scoprirò.»
Da quando sono assieme, il tempo sembra farsi beffe di loro.
Quando le labbra si trovano – si scontrano fameliche –, le lancette vorticano rapide, quasi impazienti di divorare le ore da trascorrere fra lenzuola sfatte, strette in abbracci disperati.
Quando le labbra si trovano – si scontrano fameliche –, le lancette vorticano rapide, quasi impazienti di divorare le ore da trascorrere fra lenzuola sfatte, strette in abbracci disperati.
«Potresti uccidermi in qualsiasi momento.»
Dorcas ha gli occhi chiusi e sembra parlare a se stessa.
È tutta curve, lei, e insenature accoglienti.
Le dita di Evan disegnano ghirigori sulla pelle candida e vulnerabile del collo.
Sono mani grandi, le sue, forti – capaci di stringere fino all'ultimo respiro.
«Potrei» concede, chinandosi a morderle il labbro e a rubarle l'ennesimo bacio.
Il suo sapore non lo sazia mai.
«Ma lo sai che non lo farò.»
«Lo sappiamo entrambi come andrà a finire.»
Evan ha gli occhi scuri persi sull'orizzonte incendiato dal tramonto e un profilo aguzzo, indurito dalla consapevolezza.
È tutto spigoli, lui, e punte acuminate.
«Non è vero. Io non lo so,» scuote il capo Dorcas, «non so nulla.»
Quando si gira a guardarla – lei, con i suoi grandi occhi chiari e i riccioli scuri che le sferzano le guance arrossate –, gli pare una bambina.
«Tu mi ucciderai, Dorcas» le sussurra a un soffio dal viso, dolce come miele.
«Non potrei mai» sibila lei, facendo per voltargli le spalle, ma lui le afferra il polso, tirandola a sé.
«Oh, certo che puoi, invece. È per questo che ti amo.»
Dorcas chiude gli occhi, poggiando la fronte alla sua.
«E poi?» sussurra piano, quasi senza muovere le labbra pallide.
La mano di Evan si perde nei suoi capelli, con la bocca che le dissemina baci soffici sulla tempia.
«Poi ci ritroveremo di nuovo, in altri tramonti. Ci daremo di nuovo la caccia e ci ritroveremo ancora.»
«È arrivato il momento, lo leggo nei tuoi occhi.»
«Mi perdonerai?»
Dorcas sorride di un sorriso fragile.
Sulle sue labbra i sorrisi piantano radici – non stavolta.
«Baciami e non ci impiegare troppo a raggiungermi.»
«Mi perdonerai?»
Dorcas sorride di un sorriso fragile.
Sulle sue labbra i sorrisi piantano radici – non stavolta.
«Baciami e non ci impiegare troppo a raggiungermi.»
Note:
Il prompt della soulmate prescelto è “solo la tua soulmate può ucciderti” – che io ho interpretato come una sorta di obbligo, quasi come se uno dei due sia alla fine costretto a farlo, poiché immagino non si possa restare per sempre insieme in una specie di limbo.
Questa è una coppia di cui non ho mai scritto e, Rosmary, sebbene non abbia scritto dei tuoi Evan e Dorcas, spero ti piaccia comunque questo mio maldestro tentativo (nel dubbio, scusa!).
Grazie a chiunque si sia preso la briga di leggere queste righe.
Alla prossima!