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Autore: Gaia Bessie    09/12/2021    5 recensioni
È che non sono più niente, sussurra.
Non un mostro – non avrei potuto mai.
Ma nemmeno eroe – solamente sopravvissuto.
[Bill/Fleur | Partecipa all'iniziativa "Regali di inchiostro" indetta sul gruppo Facebook "L'angolo di Madama Rosmerta"]
Per inzaghina.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Fleur Delacour | Coppie: Bill/Fleur
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Per Francy,
Che mi ha fatta innamorare di un Canon in cui non credevo troppo e che, oltre a essere una validissima autrice, è anche una persona magnifica.

 
Le Miroir
 
Bill non si guarda più allo specchio.
Sfugge perfino lo sguardo color fiordaliso di sua moglie – che, eppure, da sempre è stata il suo riflesso perfetto.
Fleur se ne accorge, non sa cosa dirgli: qualunque sua rassicurazione viene scardinata da un sorriso amaro, rassegnato.
Bill non si guarda più allo specchio perché teme di non riconoscersi.
 
***
 
Non è per le cicatrici, confessa un giorno.
Non è per quella bellezza stracciata (sprecata) che dovrai vedere ogni giorno.
Tu sai come sono fatto dentro – ma io, lo so?
Quel che smangiucchia il coraggio di Bill, giorno dopo giorno, è la consapevolezza di non conoscersi abbastanza da poter sopravvivere a tutto questo.
A una ferita che gli deturpa il viso, sì, ma l’anima?
Non è per le cicatrici, confessa un giorno. Io ci posso convivere.
Ma tu?
Fleur alza un sopracciglio biondissimo, non dice una parola.
Ma io?
 
***
 
Bill non si guarda più allo specchio.
Né negli occhi di Fleur.
Né in quelli di sua madre.
O di suo padre.
O dei suoi fratelli.
Sua moglie glielo dice così – spero che, un giorno, potrai guardarti in quelli di nostro figlio.
Bill sorride, ma non riesce a dire niente.
 
***
 
Non è per le cicatrici, ribadisce.
Non è perché mi tocco il viso e, sotto le mani, non lo riconosco più.
È che non sono più niente, sussurra.
Non un mostro – non avrei potuto mai.
Ma nemmeno eroe – solamente sopravvissuto.
Fleur sospira, gli carezza il capo e non riesce a non dirgli che, per lei, eroe lo sarà sempre.
Non è questione di convivenza, Bill, di sopportazione.
Lui non comprende.
Che lei lo amerebbe anche storpio, stracciato e invecchiato di cent’anni.
È che l’amore non basta – pensa Bill, rassegnato.
A te, risponde Fleur, atona.
A me.
 
***
 
Bill si scorge allo specchio per sbaglio, il giorno in cui gli mettono sua figlia tra le braccia.
Victoire ha gli occhi azzurri come un fiordaliso e, lì dentro, Bill si vede.
E, sorprendentemente, riesce ancora a riconoscersi.
   
 
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