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Autore: Nenottina    10/12/2021    4 recensioni
Se si toccano i tasti giusti, perfino il cuore più nobile può diventare corrotto. Peccato che senza Ladybug salvare Parigi risulti piuttosto complicato...
Uno spoiler? Non si tratta di Princess Justice.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’argomento di conversazione tra i due ragazzi era cambiato in fretta, come succede in quelle occasioni, passando rapidamente a ciò che era accaduto in classe solo poche ore prima.
« Quello che hai detto oggi, su te e Ladybug… È la verità? » domandò Adrien, timoroso di ascoltare la risposta. Non voleva dubitare delle parole della compagna, ma non poteva proprio dimenticare il comportamento di Marinette quando era rimasto solo con lei in quel vicolo. La sua era stata una reazione troppo genuina e pura per poter essere tutta una finzione appositamente pensata con l’intento di proteggere l’identità dell’eroina a pois.
Lo stesso si poteva dire per quanto riguardava ciò che gli aveva confidato Ladybug la sera prima. Quei timori erano reali, ed appartenevano ad un’unica persona.
La corvina si strinse nelle spalle al solo sentire quella domanda, dispiaciuta che il compagno avesse tirato nuovamente in ballo la questione. Avrebbe tanto voluto non avere segreti, almeno con il ragazzo che sentiva di amare, ed invece aveva solo finito per fare una pessima impressione « Ecco… Sì, so che non avrei dovuto… Ma non sapevo come altro spiegare agli eroi del Miraculous… Mi dispiace, adesso penserai che sono stata perfida »
Adrien rimase in silenzio ad osservarla e ad ascoltare la spiegazione, riflettendo su quanto accaduto dall’inizio della battaglia tra il suo alter ego Chat Noir e Madame Mode. La sua nemica aveva affermato fin da subito di essere Ladybug, un dettaglio molto importante che il biondo era riuscito a cogliere solo a mente fredda. Sotto l’influsso dell’akuma, Marinette non avrebbe avuto motivo di proteggere la vera Ladybug, a meno che non fosse stato tutto architettato per fargli credere di avere la vittoria in pugno.
« Marinette… Non penso affatto che tu sia perfida » il biondo alla fine intrecciò le dita di una mano in quelle della corvina, nel tentativo di farle capire che la sua opinione su di lei non era cambiata, sicuramente non in peggio. Quel tocco, in compenso, portò Marinette ad irrigidirsi improvvisamente ed a puntare lo sguardo in lontananza con le gote arrossate, imponendosi di non fare nulla di avventato, o peggio, di stupido, in un momento tanto bello quanto delicato. La cosa più importante era non puntare di nuovo gli occhi in quelli del giovane modello, o avrebbe davvero potuto sciogliersi come neve sotto il sole estivo e fare una figura peggiore di quella che già stava facendo.
Fu proprio allora che la ragazza scorse una farfalla viola che volteggiava non molto lontano. Di fatto, l’obiettivo dell’akuma quella volta era il bambino che fino a poco prima aveva protestato per avere il gelato. La sua frustrazione era stata talmente elevata da aver spinto Papillon ad agire, ma questo la ragazza non poteva saperlo.
« Adrien… Andiamocene » l’incredulità di poco prima si era rapidamente trasformata in preoccupazione, per se stessa ma soprattutto per il biondo, spingendola a scattare in piedi ed a tirare leggermente il compagno perché la seguisse, senza badare ai due regali né al bicchiere di gelato ancora pieno per metà. Doveva portare Adrien al sicuro, ed anche trovare in fretta una scusa per separarsi da lui. Una bugia, un’altra volta, e per giunta proprio durante il loro primo e vero appuntamento.
Di nuovo, dovette ripetersi che la sicurezza dei parigini valeva più della sua felicità.
Oltre a ciò, anche se non sembrava diretta verso di loro, la corvina non poteva avere la certezza di non essere il bersaglio di quella nuova akuma. Se Papillon avesse fatto leva sul disagio che stava provando nel raccontare tutte quelle menzogne non ci sarebbe voluto molto per akumizzarla una seconda volta in appena due giorni, e solo l’idea di poter mettere nuovamente tutti in pericolo la portò a stringere maggiormente la mano del biondo.
Quel piccolo timore stava rapidamente diventando pura e semplice paura, e più la paura cresceva, più iniziava ad eguagliare i sentimenti del piccolo paziente chiuso nello studio del medico.
L’emozione che stava provando la ragazza in quel momento non passò inosservata nemmeno a Papillon, che si ritrovò ad accennare un sorriso « Questa paura… Il panico di chi sente di non avere scampo. Vola da lei, mia akuma! »
Come mossa da un ripensamento improvviso, la farfalla colorata cambiò direzione, e benché ancora piuttosto lontana dal suo obiettivo, puntò a Marinette proprio come le era stato ordinato.
Se prima la corvina aveva qualche dubbio, dopo aver visto l’akuma cambiare direzione non ne ebbe più nemmeno uno.
« Ho detto qualcosa di sbagliato…? »
L’espressione di Marinette aveva spinto Adrien ad alzarsi come gli era stato chiesto ed a guardare nella medesima direzione della compagna, senza però comprendere a cosa fosse dovuto quel cambiamento improvviso fino a quando non notò a sua volta la farfalla che aveva suscitato tanto clamore. Lo sguardo del biondo si fece immediatamente più serio e deciso, ed un attimo dopo il ragazzo strinse la mano alla corvina e si mise a correre con lei nella direzione opposta, verso la strada « Vieni con me! »
Dopo il primo momento di sorpresa, Marinette eseguì l’ordine senza protestare, incerta però su come muoversi. Non poteva rimanere con Adrien e rischiare che si trovasse vicino a lei al momento della trasformazione, o peggio, dell’akumizzazione, a seguito della quale avrebbe potuto diventare facilmente la sua prima vittima.
« Adrien… L’akuma…! » non provò neanche a nascondere la sua preoccupazione, nonostante anche il biondo sembrasse avere ormai capito quale fosse il problema ed avesse deciso di porvi rimedio lui stesso.
I due raggiunsero rapidamente le scale della metropolitana, e solo a quel punto Adrien rivolse un sorriso gentile alla ragazza, posandole le mani sulle spalle « Vedrai che se ne andrà presto, devi solo calmarti… »
« Hai ragione, sì… » sapeva che Adrien non si sbagliava, perché se avesse eliminato tutte le preoccupazioni che le stavano occupando i pensieri la farfalla intrisa di energia negativa non avrebbe potuto sfruttare i suoi sentimenti e si sarebbe allontanata senza nulla di fatto. Nonostante ciò, più la corvina si imponeva di non pensare a certe cose, più queste rimanevano intrappolate nella sua testa senza riuscire a trovare una via d’uscita.
Non poteva non essere preoccupata, dopo il disastro del giorno precedente.
Il maestro Fu le aveva lasciato i Miraculous da proteggere, mentre lei aveva rischiato di perdere ogni cosa in un solo giorno.
Aveva ferito Chat Noir, mentalmente e fisicamente, l’eroe che per Ladybug avrebbe perfino dato la vita.
Aveva fatto del male a tutti gli abitanti di Parigi ed ai suoi amici più stretti senza il minimo senso di colpa.
Non aveva intenzione di ripetere tutto una seconda volta con il rischio di ottenere finalmente i Miraculous tanto agognati da Papillon e causare una catastrofe. Il gatto nero non avrebbe avuto cuore di colpirla seriamente, bensì avrebbe tentato di farla rinsavire, anche se sarebbe stato un piano praticamente impossibile da mettere in pratica.
Non era nemmeno certa che Chat Noir avrebbe avuto il supporto degli altri eroi come l’ultima volta.
A quel punto, il treno della metropolitana raggiunse la fermata e caricò i passeggeri presenti, lasciando i due ragazzi soli ai piedi della scalinata. In compenso, il rumore riscosse Marinette quanto bastava da tornare a concentrarsi sul compagno dai capelli biondi.
« Dovremmo separarci… Non… Non ti voglio fare del male, Adrien… » suggerì la corvina, con una certa urgenza nella voce. Se Adrien non fosse rimasto lì a guardare, forse lei sarebbe stata in grado di trasformarsi e catturare l’akuma prima dell’inevitabile. L’altra possibilità sarebbe stata il finire vittima di Papillon in quanto Ladybug, prospettiva che tuttavia sarebbe stata perfino peggiore delle altre e che fece definitivamente desistere la ragazza dall’attuare quell’ultima idea.
« Cosa? No, Marinette… Non posso… Non me ne posso andare adesso » replicò l’altro, senza alzare la voce per protestare ma con un tono che metteva in chiaro quanto fosse deciso a rimanerle vicino, nonostante tutto.
Fu proprio allora che l’akuma comparve in cima alle scale e volò rapidamente verso i due ragazzi, facendo sussultare la corvina e spingendo il giovane modello a tendere il braccio d’istinto per sospingere la sua compagna dietro di sé, serio in viso.
« Marinette… » richiamò mentre indietreggiava insieme a lei, iniziando a preoccuparsi davvero.
Vedere la farfalla a pochi metri, anche se il giovane modello la stava proteggendo, nella corvina ebbe esattamente l’effetto opposto rispetto a quello desiderato. Avrebbe dovuto riprendere il controllo, ma gli occhi sgranati e fissi sull’akuma mettevano in chiaro che si stava facendo prendere dal panico.
« Adrien… Non ci riesco! » protestò alla fine, scuotendo la testa e facendo un passo indietro « Ti prego, allontanati…! »
Il ragazzo a quel punto si ritrovò ad esitare, e non perché stesse iniziando a considerare seriamente l’idea di scappare, ma perché aveva elaborato rapidamente una soluzione che andava contro il volere di Marinette.
« Perdonami, Milady… » sussurrò alla fine, mettendosi a correre subito dopo verso la farfalla mandata da Papillon senza soffermarsi a dare ulteriori spiegazioni.
« M-Milady…? »
« Plagg, trasformami! » Adrien scostò la camicia bianca dalla quale spuntò il piccolo kwami del gatto nero, e l’eroe di Parigi prese il posto della sua controparte in un attimo, tendendo subito la mano verso l’akuma lì presente « Cataclisma! » l’alone nero di energia avvolse rapidamente la sua mano, ed un attimo dopo il ragazzo catturò la preda tra i propri artigli e la fece dissolvere completamente in pochi istanti.
 
Il tutto era durato solamente pochi secondi, ma il silenzio che seguì a quella scena si protrasse perfino di più.
Marinette era rimasta senza parole, e perfino quando incrociò di nuovo lo sguardo del biondo riuscì ad aprire bocca solamente dopo che l’altro le fu di nuovo vicino.
« Chat Noir…? » la domanda era naturalmente retorica, visto che aveva assistito alla trasformazione con i suoi occhi, ma assicurarsi di aver visto bene fu più forte di lei.
« Te lo avevo detto che non avrei permesso a Papillon di akumizzarti di nuovo… » le sussurrò lui di rimando, accennando un sorriso e spostandole una ciuffo ribelle dietro l’orecchio.
Nonostante tutto quello che aveva appena scatenato con la sua azione avventata, Adrien si sentiva bene. Era riuscito a rivelarsi alla sua Ladybug per quello che era veramente, e si augurava che Marinette lo accettasse anche dopo aver scoperto chi c’era dietro la maschera, come aveva fatto lui.
« Perché lo hai fatto? Sai che non dovremmo rivelare le nostre identità… » la mano della corvina si spostò d’istinto a prendere quella di Chat Noir, che per tutta risposta gliela strinse delicatamente.
« Non ho mai messo in dubbio la mia fiducia nei confronti di Ladybug, ma sapendo che lei sei tu… Ora so che posso fidarmi perfino più di prima »
La ragazza si ritrovò ad arrossire vistosamente ed a trattenere il fiato una seconda volta, sopraffatta da troppe emozioni. Non solo aveva scoperto che Chat Noir era Adrien, e di conseguenza che Adrien era innamorato di Ladybug, come lui le aveva confidato in passato, ma si sentiva anche terribilmente in colpa per averlo sempre rifiutato. Nel suo cuore c’era solo Adrien, ma non avrebbe mai potuto immaginare che il giovane modello e Chat Noir fossero la stessa persona, altrimenti sarebbe stato tutto molto diverso.
Alla fine, Marinette decise di lasciarsi andare senza ulteriori ripensamenti e gli cinse il collo con le braccia, stringendolo e buttando fuori tutta l’aria accumulata nei polmoni con un unico grosso sospiro. Non sarebbe bastato per farsi perdonare ogni errore commesso, ma era un inizio, e naturalmente il gatto nero non ci pensò due volte a ricambiare quell’abbraccio ed a circondarle la vita per stringerla a sua volta a sé.
« Ti avevo anche promesso che non avrei mai rivelato il tuo segreto a nessuno. Ovviamente manterrò la promessa… Ma ammetto che la tua spiegazione di oggi per un attimo aveva convinto anche me! È stata geniale » aggiunse il biondo, scostandosi appena per guardarla negli occhi dopo un lungo momento di silenzio. Non aveva motivo di chiedere a Marinette di fare lo stesso per lui, perché sapeva che lo avrebbe fatto anche senza la sua esplicita richiesta.
Come se avesse ricordato improvvisamente di essere al cospetto del giovane modello, la corvina si tirò improvvisamente indietro con un sussulto, iniziando a borbottare come al solito quando era in sua presenza « Io… Ecco… Grazie, Adrien… Chat Noir… » dopo una pausa per prendere fiato, la sua agitazione parve solo aumentare, portandola a gesticolare ed a fare qualche passo di tanto in tanto « Nemmeno io rivelerò chi sei, ovviamente! A nessuno, te lo prometto! Io… Tu sei perfetto- Voglio dire, io! Io sono… Perfettamente… In grado di mantenere questo segreto! »
L’eroe di Parigi a quel punto ridacchiò, prendendole una mano e facendosi d’un tratto più serio, ma sempre con un atteggiamento da vero cavaliere d’altri tempi « Devi sapere… Che sono sempre stato innamorato di te… Beh, di Ladybug, ma dopo tutto è la stessa cosa. Fin dal primo giorno » lentamente, le cinse la vita e si fece più vicino, attendendo però il consenso della ragazza prima di spingersi oltre.
Tutto sembrava perfetto, anche se la corvina stentava a credere a ciò che stava vedendo con i propri occhi. In compenso, il battito accelerato del cuore suggeriva molto bene il suo stato d’animo, nemmeno fosse un cavallo che scalpitava per poter correre liberamente.
« Ecco… Devi sapere che il ragazzo che Ladybug diceva sempre di avere nel suo cuore… Sei tu! Io ti amo Adrien! » le parole le uscirono in fretta, forse anche troppo per essere comprese, ma ciò che mise in chiaro i suoi sentimenti, più di tutto il resto, fu proprio avvicinare il viso a quello del biondo, che in quel momento sembrava il ragazzo più felice della terra.
« Permetti, Milady…? »
La ragazza aspettava quel momento dalla prima volta che lo aveva conosciuto, esattamente come Adrien attendeva quello stesso momento dalla prima volta che aveva conosciuto Ladybug, e quando le loro labbra si toccarono fu tutto così naturale che le mani della corvina si spostarono inconsciamente sulla schiena del gatto nero, con un turbine di emozioni che vorticava dentro entrambi.
Nessuno dei due seppe quantificare esattamente quanto tempo durò quel bacio, ma bastava vedere i sorrisi che si scambiarono subito dopo per comprendere che era valsa la pena aspettare tanto.
« Ritrasformami » sussurrò il ragazzo, senza staccare neanche per un attimo gli occhi da quelli chiari di Marinette. Dopo quell’ordine, l’eroe di Parigi era tornato un semplice adolescente, che prese subito per mano la compagna « Adesso… Che ne diresti se riprendessimo da dove abbiamo lasciato? »
« Penso che sarebbe perfetto… »
 
FINE.

Angolo autrice: Dopo ben ventuno capitoli, siamo giunti alla conclusione. Questa è la prima volta che scrivo una fanfiction relativa al fandom di Miraculous, perciò vorrei ringraziare chi ha scelto di seguire con interesse ed ha lasciato il proprio parere. Spero comunque di leggere molti altri commenti nel prossimo futuro, mi fanno sempre molto piacere!
Chi lo sa, magari prossimamente arriverà anche un'altra storia, mai dire mai! Nel frattempo, se siete in astinenza da lettura, potete sempre spulciare quelle più vecchie: non saranno scritte bene come questa, non saranno di Miraculous, ma chissà che non vi piacciano lo stesso.
Menzione speciale a LadyHeather83 ed a Kid of the Moon che hanno scelto di commentare praticamente tutti i capitoli di questa fanfiction. Grazie ad entrambe, ragazze.
Un grazie anche chi ha semplicemente voluto dare un'occhiata o ha letto la storia senza lasciare una recensione, spero che vi sia piaciuta ugualmente.
Arrivederci, alla prossima!
   
 
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