Per Paige,
Grazie per esserci sempre, a prescindere da tutto e tutti.
Grazie per esserci sempre, a prescindere da tutto e tutti.
Until I feel your touch
[Insonnia delle 3.15]
I said, ooh, I'm blinded by the lights
No, I can't sleep until I feel your touch
I said, ooh, I'm drowning in the night
Oh, when I'm like this, you're the one I trust
(The Weeknd, Blinded by the lights)
Ron la notte non riesce a dormire – dice che, di avere paura del buio, ha smesso quand’è finita la Guerra: ma persino Voldemort ha preferito morire a occhi aperti piuttosto che rassegnarsi all’eterna oscurità e, allora, non si rende conto di lasciarsi annegare nella quieta e aranciata tranquillità delle abat-jour accese per tutta la notte.
Nemmeno Hermione le spegne mai: asseconda in silenzio quella stranezza di Ronald o forse, quando alle tre e un quarto di mattina rientra a casa dall’ennesimo turno notturno al Ministero, è stanca di trovarlo sveglio a rivolgere a Merlino le proprie mute preghiere.
Lui le chiede perché non possa tornare a casa prima: è tardi e lei è affaticata per una gravidanza che si protrae per un tempo che pare infinito e, allora, perché non tornare a casa prima?
Lei è tutta ambizione – non capisci, gli dice, io sono fatta per essere ciò che sono: un giorno siederò sullo scranno del Ministro e, allora, tutto questo mi sarà utile.
«Dormi, Ron» sussurra, ogni sera, quando si siede sulla sponda del letto e calcia via le scarpe, coricandosi sul copriletto ancora vestita. «Siamo qua».
Gli sfiora la fronte, spingendogli quei capelli disordinati dietro le orecchie, e sorride – è in quel momento che il sonno gli inizia a camminare sulle palpebre, facendolo sbadigliare.
Ron sorride – e forse avrà anche spazio per i suoi incubi, qualche sera, ma quando aprirà gli occhi sa per certo che la vedrà ancora accanto a sé.
[244 parole]
Nemmeno Hermione le spegne mai: asseconda in silenzio quella stranezza di Ronald o forse, quando alle tre e un quarto di mattina rientra a casa dall’ennesimo turno notturno al Ministero, è stanca di trovarlo sveglio a rivolgere a Merlino le proprie mute preghiere.
Lui le chiede perché non possa tornare a casa prima: è tardi e lei è affaticata per una gravidanza che si protrae per un tempo che pare infinito e, allora, perché non tornare a casa prima?
Lei è tutta ambizione – non capisci, gli dice, io sono fatta per essere ciò che sono: un giorno siederò sullo scranno del Ministro e, allora, tutto questo mi sarà utile.
«Dormi, Ron» sussurra, ogni sera, quando si siede sulla sponda del letto e calcia via le scarpe, coricandosi sul copriletto ancora vestita. «Siamo qua».
Gli sfiora la fronte, spingendogli quei capelli disordinati dietro le orecchie, e sorride – è in quel momento che il sonno gli inizia a camminare sulle palpebre, facendolo sbadigliare.
Ron sorride – e forse avrà anche spazio per i suoi incubi, qualche sera, ma quando aprirà gli occhi sa per certo che la vedrà ancora accanto a sé.
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