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Autore: EcateC    13/12/2021    3 recensioni
Anno 2020. Pandemia da Covid-19.
Il Ministro Granger Weasley insieme all'Auror Potter sono assediati dai giornalisti quasi ogni giorno. Il lavoro che Hermione deve portare a termine è tantissimo, la minaccia di Delphini incombe insieme a quella del virus, e lei davvero non ce la fa più. Se poi c'è anche un dipendente biondo e insubordinato che le fa i dispetti, la situazione non può che peggiorare...
Questa storia partecipa all'iniziativa "Regali d'inchiostro tra i tavoli del pub" indetta dal gruppo Facebook "L'angolo di Madama Rosmerta".
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Alle care Gaia e Barby,
buon Natale.




Anno 2020,
Ministero della magia.

 

“Signor Ministro, cosa ne pensa di ciò che sta succedendo in Italia?”

“Signor Ministro, è vero che gli studenti di Hogwarts verranno mandati a casa?”

“È favorevole alle ultime delibere che ha emanato il San Mungo, signor Ministro?”

“Signor Ministro, è vero che le mascherine che ha distribuito il M.A.C.U.S.A sono fatte con la pelle dei folletti?”

Hermione fece un bel sospiro, ormai le girava le tasta, la mascherina le faceva appannare gli occhiali e Harry come sempre non era d’aiuto.

“La situazione a Hogwarts è stabile” iniziò Hermione, cercando di sovrastare le voci dei giornalisti "Dopo quell’unico contagiato non stati registrati altri casi.”

“Signor Ministro, e i professori!?”

“È vero che volete chiuderci in casa come i babbani?”

“È vero che lei ha deciso di dimettersi, signor Ministro?” esclamò la voce graffiante e conosciuta di Draco Malfoy, che in qualche modo si impose sulla folla e fece cadere il silenzio. Tutti i giornalisti si voltarono a guardarlo, stupefatti, Hermione invece lo maledì con lo sguardo.

“Il Ministro Granger Weasley non ha alcuna intenzione di dimettersi, signori” esclamò subito Harry, che come di consueto era in piedi alla sua destra “Con permesso, noi ora dobbiamo andare.”

“Signor Potter! Signor Ministro!”

“Signor Ministro, un’ultima domanda!”

Ma Hermione non rispose, ne approfittò per uscire rapidamente insieme ad Harry e chiudersi la porta alle spalle. Quelle voci accalcate una sull'altra subito sparirono e lei fece un sospiro di sollievo.

“Grazie” gli disse.

“Erano molto accaniti oggi” mormorò Harry, seguendola verso il suo ufficio, sito nel piano nobile della struttura.

“Come dare loro torto. Questa situazione è un incubo” disse, aprendo l’uscio e facendolo accomodare "Io ti giuro che non ce la faccio più.”

“Intendi per i giornalisti?”

“No, intendo per Malfoy” lo sorprese Hermione, sedendosi alla sua scrivania piena zeppa di fogli, documenti, lettere e cartelle. Harry sogghignò.

“Guarda che lo so, eh” riprese lei, puntandogli la penna contro “So che andate a giocare a Cavalcadraghi di nascosto, Harry Potter.”

“Abbiamo accompagnato Albus e Scorpius una volta…” minimizzò Harry, imbarazzato “Dopo la faccenda di Delphini, i ragazzi avevano bisogno di distrarsi.”

“Sì, come no” mormorò Hermione, per poi iniziare a smaltire una prima pila di documenti “Mi sembra già di vedervi, a lanciarvi le pluffe sopra a quelle povere bestie, lo sai che crudele?”

“È anche crudele il fatto che tu non gli rivolga la parola” insinuò Harry.

“Oh, insomma.”

“È cambiato, Hermione” esclamò Harry con tono convinto “Non è più il bulletto che era a Hogwarts.”

“Non ne sono così sicura” mormorò lei, firmando con stizza un documento e poi un altro “Controfirma qui. Mi servono due sigle anche qua.”

“Arrivo” esclamò Harry, apponendo delle sbrigative HP sui documenti “Fidati, Astoria l’ha cambiato, anche Scorpius l’ha cambiato.”

Hermione a quel punto si fermò.

“Ascolta, Harry, io non ho dubbi sul fatto che Malfoy sia…” esitò, come a cercare le parole giuste “Sul fatto che Malfoy non sia un delinquente. Io stessa gli ho permesso di lavorare qui, perché so che comunque meritava una seconda possibilità. E so anche che eravamo giovani, eravamo rivali e tutto il resto, ma quello che ho sofferto io per colpa sua, tu non puoi nemmeno immaginarlo.”

Harry abbassò lo sguardo. “Credo di immaginarlo, invece.”

“No, perdonami ma ne dubito” lo contraddisse lei, leggendo rapidamente una lettera “Sai cosa si prova a essere discriminati? A sentirti dire che sei brutta quando hai quindici anni? A vedere un ragazzo che fa il segno del vomito quando ti vede passare?”

“Oh, Hermione” le sorrise Harry, dolcemente “Tu per me sei sempre stata molto bella.”

Anche Hermione accennò un sorriso “Per te sono belle tutte, Harry, sei troppo buono.”

“Questo non è vero” replicò il prescelto, pensandoci su “Pansy Parkinson ad esempio non mi piaceva, aveva la faccia da carlino.”

Pur essendo così indaffarata, Hermione alzò lo sguardo e lo guardò divertita.

Hm” fece con un sorrisetto scettico, anche Harry le sorrise. “Ma io non ti avevo assunto per stare in servizio al reparto applicazione?” gli domando ancora Hermione, con tono scherzoso “Vada a lavorare, Auror Potter, non cincischi.”

“Subito, signor Ministro” rispose Harry, reggendole il gioco “Buon lavoro.”

“Buon lavoro anche a te” gli augurò Hermione.

 

Harry uscì dall’ufficio del Ministro e fu solo questione di pochi metri prima che Draco Malfoy lo affiancasse con uno scatto felino.

“Toglimi una curiosità, Potter” esordì, camminando rapidamente al suo fianco “Ginevra e quell’idiota, come si chiama… Roger, lo sanno?” 

“Malfoy, non adesso” lo pregò Harry.

“Davvero, sono curioso” continuò Draco, stringendosi a lui per non sbattere contro a una gabbia piena di folletti “I vostri consorti sanno che tu e la Granger andate a letto insieme? Così, pura curiosità.”

Harry trasalì e interruppe la sua camminata spedita. “Prego?” esclamò, arrossendo leggermente “Ma che stai dicendo, io e Hermione siamo solo amici. Ma per Merlino!” sbottò “Perché tutti qui pensano che io ed Hermione andiamo a letto insieme?”

“Perché è piuttosto evidente che ci è andate” esclamò Draco, pungente.

“Ma non è vero!”

“Sì, come no…”

“Ascolta” esclamò Harry, spazientito “Oggi è stata una giornata pesante per me. Delphini è stata rimandata a giudizio, un mago ieri notte ha tentato di rapinare la Gringott e Teddy si è appena preso il Covid. Quindi per favore, Malfoy, non ti ci mettere anche tu.”

E detto questo, Harry raggiunse l’ascensore, le cui porti magiche si aprirono non appena lo inquadrarono. Quindici magici aeroplanini di carta schizzarono fuori e sparirono con corse tortuose per i corridoi.

“Guarda che puoi dirmelo” esclamò Malfoy “A chi potrei spifferarlo? Non rivolgo la parola a nessuno dei tuoi amici!”

Harry lo guardò male ed entro nell’ascensore 

-Secondo livello, Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, benvenuto signor Harry Potter- esclamò la voce metallica del Ministero.

“Sei un bugiardo!” lo accusò Draco con fervore, pochi istanti prima che le porte si chiudessero intorno a Harry.

“Ciao, ciao, Malfoy.”

“San Potter è un bugiardo! Lo sanno i giornalisti?” gli gridò rapido, prima di vederlo scomparire col sorriso sulle labbra.

Draco scosse la testa e poi si voltò a guardare un’ultima volta l’uscio sempre affollato dell’ufficio di Hermione. Sospirò e poi ritornò rapido sui suoi passi. 

 

***

 

Hermione a stento riusciva a trovare tempo per respirare. Trovare un momento in cui non fosse circondata da persone querule od oberata di lavoro sembrava davvero un’impresa impossibile.

Era certa, oltre ogni ragionevole dubbio, che i suoi predecessori non avevano mai lavorato in maniera così pressante e continua come faceva lei tutti i santi giorni. Correva dappertutto, con una fila di persone piene di richieste a rincorrerla. Faceva tre cose in una volta, presenziava alle riunioni, rispondeva alle Strillettere e nello stesso tempo firmava i documenti. Harry ogni giorno si presentava da lei con un guaio diverso.

Prima c’era stata Delphini, adesso c’era il Covid.

Il Ministro austriaco era in linea sul fuoco del camino che aspettava di essere ricevuto da almeno dieci minuti. Il M.A.C.U.S.A le aveva mandato una comunicazione urgentissima da evadere nell’immediato. Gli Auror in servizio nella prigione di Azkaban l’avevano appena contatta con urgenza. Harry l’aveva appena contattata con urgenza. Evidentemente c’era un problema con Delphini. Ron le aveva mandato un gufo, pareva che Hugo avesse la tosse. Tosse: Covid. E poi… E poi Malfoy aveva pensato bene di baciarla in bocca quella stessa mattina.

Hermione decise di fermarsi. Doveva fermarsi e prendere un respiro o altrimenti sarebbe impazzita. Afferrò la tazza di tè, una porcellana magica, che si scaldava e si riempiva al semplice tocco delle dita, e bevve una bella sorsata.

Un errore, si forzò di pensare, era stato solo un errore increscioso. Un episodio insignificante che non meritava di essere condiviso con Ron. Perché turbare la quiete del suo matrimonio per un motivo così irrisorio?

“Signora Ministro?”

Hermione trasalì.

“Perdoni se Cindy l’ha spaventata, signora Ministro, signora, ma il Ministro austriaco…” esclamò la segretaria, un elfo domestico.

“Lo so, Cindy” la interruppe in modo brusco “Dammi un minuto, solo uno.”

“Certo, signora Ministro, signora” mormorò la creatura prima di uscire dalla stanza.

Qualcun altro entrò subito dopo, Hermione si voltò di scatto.

“Ho appena detto…!” strillo esasperata, ma poi si bloccò. Le sue guance arrossirono lievemente “Tu. Esci subito dal mio ufficio.”

“Perché non ti procuri una segretaria normale? Una persona vera, magari?” le domandò Malfoy, ignorando in toto il suo ordine.

Hermione lo guardò male, anzi malissimo. “Ho detto che devi uscire dal mio ufficio.”

Draco smise di sorridere “Non puoi negare quello che è accaduto.”

“Non sto negando niente” esclamò, tornando a sedersi nella sua imponente scrivania “Anche perché non è successo niente. Ti sto solo chiedendo di uscire da qui.”

Malfoy invece di uscire fece un passo verso di lei. “Ci siamo baciati” le ricordò testardo, al che Hermione si tolse gli occhiali e si coprì gli occhi con la mano “È successo.”

“No, tu mi hai baciato, Malfoy, ed è stato orribile” gli rispose, indignata “Ora esci di qui e lasciami lavorare in pace.”

“Tu provi qualcosa per me” insistette Draco.

“Sì, fastidio e ribrezzo” rispose lei, ma lui le sorrise “Fuori.”

“È questa tua patologica fissazione per il controllo, vero? Quando qualcosa non va secondo i tuoi piani, arrivi addirittura a negarla pur non di doverla ammettere. L’hai sempre avuta e l’avrai per sempre.”

Hermione posò il foglio “Se anche fosse, non sono affari tuoi.”

“Sono proprio affari miei invece, visto che continui a negare quello che c’è tra noi.”

“E cos’altro dovrei fare?” gli chiese lei, esasperata, abbassando vertiginosamente il tono di voce “Sono sposata, per Godric! Ho due figli, sono il Ministro della magia! Non… posso, Malfoy, con te poi!”

Hermione era sul punto di scoppiare in lacrime.

“Sì, che puoi” le disse lui a bassa voce, facendo il giro della scrivania per fronteggiarla “Non devi essere sempre perfetta, Granger, datti una tregua.”

Hermione fece un sorriso nervoso “Non devo essere sempre perfetta? Quando mai nella mia vita lo sono stata?”

Draco le sorrise “Ti conosco da quando abbiamo undici anni, lo sei sempre stata.”

“Che faccia tosta, Malfoy!” gli rispose lei, incredula, con gli occhi lucidi “Hai proprio un bel coraggio, lo sai?”

“Tu hai avuto un bel coraggio a sposare uno che vende caramelle per guadagnarsi da vivere.”

“Il negozio di scherzi di Ron è il più rinomato d’Europa” replicò Hermione, punta nel vivo.

“Che onore essere il pagliaccio più bravo d’Europa, non immagino la gloria” la provocò Draco, sempre con la risposta pronta “Meriti di meglio, Ministro. E non mi sto riferendo a Potter, anche se la vostra storia ormai è di dominio pubblico.”

“È di dominio pubblico nel Settimanale delle Streghe, ma a ognuno il suo quotidiano preferito” lo provocò lei, facendolo sorridere. 

“È questa lotta continua che adoro di più” le disse lui “E piace anche a te, non dire di no.”

Hermione fece finta di non sentire. Fingeva solo di leggere il documento che aveva davanti agli occhi.

“Granger.” la chiamò Draco.

“È Granger Weasley, grazie” lo corresse con un filo di voce.

“Hermione” la incalzò allora lui, la strega alzò lo sguardò “Hai davvero bisogno di una tregua” continuò, il suo tono era tra l’assertivo e il supplichevole.

“Tu dici, Malfoy?” gli domandò retorica, alzandosi in piedi “Siamo nel bel mezzo di una pandemia, c’è la gente che muore là fuori e il mondo che va a rotoli, la figlia di Voldemort che tenta di evadere da Azkaban e tu vieni a dire a me che ho bisogno di una tregua? Tu poi, che sei stato l’incubo della mia adolescenza?” lo spinse via “Sei peggio di questa pandemia, Malfoy. Vattene.”  

Lui abbassò un attimo gli occhi grigi e poi la guardò.“Ricordo ancora com’eri vestita quella sera” mormorò.

Hermione lo ignorò totalmente.

“Indossavi un abito blu pervinca e ti eri lisciata i capelli” continuò lui, facendo un passo verso di lei “Eri molto carina.”

Hermione comprese che si stava riferendo al vestito che aveva sfoggiato durante il Ballo del Ceppo. Smise di leggere quella stessa riga e lo guardò.

“E perché me lo stai dicendo adesso, dopo vent'anni?”

“Perché prima mi sarei ammazzato piuttosto che dirtelo” le rispose Malfoy candidamente, strappandole un sorriso 

“Non funziona così, però” gli fece notare lei “Sai quanto ho sofferto per colpa tua?”

“Perdonami” la pregò sinceramente “Davvero.”

“Vedremo” esclamò lei.

 

 

***

 

Delphini era stata catturata, la pandemia era stata contenuta e Delphini era sotto controllo.

Harry sorrise, anche la sua cicatrice non faceva più male.

Ora, finalmente, andava tutto bene.

“Ehm, Harry, c’è una cosa che non ti ho detto…” sussurrò Hermione, timidamente “Riguarda Malfoy.”

 

O forse no.

 

 

 


 

Note
Questa storia è un regalo di Natale per le care Gaia Bessie e Barby Ettelenie che, tra le altre cose, hanno chiesto a Babbo Natale fandomico una Dramione <3
Forse non lo sapevate, ma io sostengo moltissimo la adult Dramione e sono convinta oltre il 100% che Draco da adulto si innamori di Hermione.
Perché questa è la vita, funziona così, ti fa pagare gli errori nel modo più assurdo e insospettabile che esista.
Spero che vi sia piaciuta, soprattutto alle festeggiate!
A presto,
Ecate
 
   
 
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