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Autore: Haruka_Lisbet_Tenou    23/12/2021    1 recensioni
One shot scritta per la Secret Santa Challenge.
Di elfi e spiriti e di scelte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Koushi Sugawara, Osamu Miya, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Regalo per Kodama
Questa storia partecipa al: Secret Santa Challenge di Writing games – Ferisce più la penna.
Spero di aver fatto un buon lavoro e aver soddisfatto almeno in parte la tua vena KageHina, è la prima volta che scrivo di loro due; ho sempre scritto di Suga, Oikawa e Wakatoshi oltre che Tsukkishima; ammetto che è stato un pò difficile, ma mi ero buttata in questa challenge proprio per uscire dalla mia zona di comfort e provare qualcosa di nuovo. Buon Natale cara :)
 
Figli dell’inverno

genere: invernale, sentimentale e romantico
ambientazione: un pittoresco villaggio nordico, addobbato di luci e colori.
pg: Hinata Soyuo, Tobio Kageyama, Oikawa Tooru, Sugawara Koushi, marginali Osamu e Sakusa
 
La notte era scesa decisamente presto quel giorno, come se avesse avuto fretta di arrivare e di compiere la sua magia; con il suo arrivo era iniziata anche una violenta e furiosa tormenta di neve, fredda più che mai.
Era così che scendeva sulla terra Kageyama lo spirito del bosco, scendeva solo una volta all’anno e solo per una notte. Come iniziava a spuntare il sole doveva ascendere, pena la trasformazione in essere umano.
Kageyama era alto e imponente, forte oltre misura e silenzioso; spesso veniva associato all’Abete Celeste, albero mistico e dalle proprietà magiche. Secondo una leggenda l’abete nordico è il progenitore di tutti gli alberi del mondo.
Kageyama veniva dipinto dalle storie e dalle leggende come un tipo severo e taciturno, uno dedito solo al suo lavoro di protettore del bosco, questo fino a quando l’anno precedente fece la conoscenza di uno strano essere chiamato dagli umani elfo.
All’inizio aveva faticato davvero tanto per sopportarlo talmente era abituato alla solitudine e alla serietà; ma questo esserino, decisamente più piccolo di lui, era davvero tenace e pieno di energie. Si erano salutati l’anno precedente con la promessa di ritrovarsi anche il seguente e così Kageyama mantenne la promessa scendendo nel bosco più vicino all’elfo, prima di andarlo a cercare però non trascurò i suoi doveri e fece un rapido giro per il bosco controllando ogni albero e ogni animale; gli piaceva essere diventato lo spirito del bosco, quel compito si adattava a lui e finalmente lo faceva sentire parte di qualcosa.
La tormenta era finita da un po e Hinata era col viso incollato alla finestra intento a guardare fuori, in attesa del suo gigante gentile; quando lo vide in lontananza schizzò dalla gioia e incurante del freddo artico uscì di casa correndo verso di lui.
Corse talmente veloce nonostante la neve che Kageyama si accorse di lui solo all’ultimo quando Hinata gli saltò in braccio facendolo sbilanciare all’indietro; caddero entrambi sulla neve soffice e fresca scoppiando in una fragorosa risata.
“Hinata! Ma non ti sei messo neanche il cappotto, ti prenderai un malanno!” disse con tono preoccupato il gigante.
“Noi elfi siamo fatti per il freddo, non mi verrà nulla” Hinata sorrise e mostrò goffamente i muscoli per fargli capire che lui era forte e resistente.
“Mh…” la solita risposta indecifrabile di Kageyama fece ridere di nuovo il piccolo elfo dai capelli rossi.
“Vieni, voglio presentarti una persona” l’elfo si alzò veloce e scattante come suo solito lasciando libero Kageyama.
“Hai parlato di me a qualcuno? Ti avevo chiesto di non farlo, lo sai che per noi sarebbe proibito persino parlare con voi elfi?”
“Lo so, ma quando lo vedrai capirai tutto. Fidati di me”
Una volta scrollata la neve dal mantello a Kageyama non rimase che seguire e fidarsi dell’elfo suo amico, ci volle relativamente poca strada per arrivare alla casetta di Hinata; era una tipica costruzione nordica, molto pittoresca e tradizionale, piena di colori dentro e fuori.
Fuori in giardino c’era un grosso abete tutto addobbato con palline e lucine di mille colori, a vederlo così conciato il gigante si ritrovò un pò interdetto: era indeciso se potesse piacergli o se gli dispiacesse per come era stato conciato l’albero.
Con i suoi poteri percepì il giovane albero e comprese che gli piaceva essere addobbato con luci e palline colorate, di questo se ne rallegrò molto; percepì anche che Hinata si curava molto di quell’albero durante il resto dell’anno, saperlo gli scaldò ancor di più il cuore.
Quando entrarono in casa Hinata salutò il suo amico dai capelli argentati e dagli occhi cristallini lasciando Kageyama senza parole; parole tornate in un baleno appena fece un passo nella casetta e sbatté la testa contro il lampadario.
“Suga? che ci fai qui?” chiese curioso di capirci qualcosa di più.
“Visto che potevi fidarti di me?! E’ stato Suga a rendermi più resistente al freddo”
“Piaciuta la tormenta di poco fa? Io sono qui per Oikawa, ho un appuntamento con lui, vedo che anche tu ti sei trovato un compagno”
“Siamo amici. Al momento è troppo presto per poter dire qualcosa.”
“Capisco. Stanotte dovrai scegliere, fai attenzione e pensaci bene; non avrai altre possibilità” Suga gli disse quelle ultime parole nella loro lingua, suscitando molta curiosità nel piccolo elfo.
Il volto di Kageyama si fece pensieroso e scuro per qualche istante, non aveva avuto abbastanza tempo l’ultima volta per conoscere meglio l’elfo; sapere che stanotte avrebbe dovuto scegliere tra rimanere uno spirito o tornare umano...non era preparato a questo: gli serviva tempo.
“Che lingua parlate? Non assomiglia al dialetto degli elfi, né a quello degli umani”
“E’ la lingua degli spiriti, la usiamo davvero poco, solo in casi di necessità. E no non puoi impararla, la conoscono solo gli spiriti come noi.”
“Perdonami Hinata, è stato scortese da parte nostra ma dovevo dire una certa cosa a Kageyama. Era importante che lui lo sapesse, lui e nessun altro. Ora ti lascio in sua compagnia, io devo tornare da Oikawa”
Mi serve tempo, ci conosciamo da solo un giorno!” disse con tono preoccupato il gigante, sedendosi sulla poltrona verde scuro.
Hai questa notte, altro tempo non possiamo concederlo. A tutti viene concesso lo stesso tempo. Anche a me e Oikawa”
Si ma voi siete entrambi spiriti, lui non lo è. Cosa ottengo in base alla scelta che farò?” chiese sempre più preoccupato.
Non posso dirtelo, influenzerei la tua scelta. Ora vado, ci vediamo.”
Hinata salutò il ragazzo dai capelli argentei con il sorriso e prima di farlo uscire dalla porta gli diede un sacchetto con un pò di biscotti all’arancia, il ragazzo sorrise e accolse il piccolo dono con gioia.
“Ci vediamo Suga, grazie per avermi reso più resistente”
“Di nulla piccoletto” sorrise e gli scompigliò i capelli affettuosamente e poi uscì di casa lasciandosi dietro la sua inconfondibile scia di ghiaccio brillante.
“Sono solo le nove di sera, cosa vuoi fare?” chiese l’elfo voltandosi e andando a sedersi sulla gamba del gigante.
“Mh...potremmo visitare il tuo villaggio”
“Ti vedrebbero, sono tutti elfi come me.” rispose Hinata un pò triste e sconsolato, avrebbe davvero voluto mostrargli il villaggio.
“Non importa, credo che per questa sera mi sarà concesso”
“Davvero? allora devi assolutamente assaggiare i biscotti di Kiyomi e la cioccolata di Osamu e poi devi assolutamente vedere quanto bella e strana sia la torre in piazza e poi...sai pattinare sul ghiaccio?” lo guardò con occhi lucidi e brillanti, desiderava dalla volta precedente mostrargli tutto del suo villaggio e della sua vita e ora che se ne presentava l’occasione non stava nella pelle.
“Sul ghiaccio? non bene come Suga o Oikawa ma qualcosa riesco a fare” rispose sincero e leggermente divertito da tutto ciò.
I due si alzarono dalla poltrona e questa volta prima di uscire Hinata si avvolse in un mantello rosso scuro con il collo di morbida pelliccia, Kageyama lo guardò male qualche istante; temeva che quella pelliccia provenisse da un animale del bosco a cui era stata strappata con la forza, ma lo sguardo dell’elfo gli fece capire che non doveva preoccuparsi.
“E’ finta, l’ho presa dagli umani. Ma senti è morbidissima” Hinata gli prese una mano e gliela fece sentire.
Era davvero morbida per essere finta e constatandone la falsità Kageyama si rasserenò, tornando all’umore allegro di poco prima; uscirono di casa e s’incamminarono verso il villaggio dell’elfo, avrebbero dovuto fare pochi metri per iniziare ad intravedere qualcosa e sentire sia la musica che i profumi.
Kageyama fu colpito da quanti addobbi palline e lucine fossero sparse ovunque, quasi non rimaneva un centimetro libero; le balaustre sui ponticelli, le panchine, i lampioni e le case erano colme di tutto; si sentiva quasi ubriaco a vedere tutti quei colori. Hinata se ne accorse e gli suggerì di chiudere un istante gli occhi e fare un respiro profondo, quando li avrebbe riaperti non avrebbe più avuto problemi; nell’istante stesso in cui chiuse gli occhi gli prese la mano e gli mise una polverina nel palmo, suggerendogli di sfregarla un poco su entrambi gli occhi.
Kageyama lo fece senza fiatare e fidandosi del suo compagno, quando ebbe fatto e gli fu detto di riaprire gli occhi vide le cose più chiaramente e gli dettero meno fastidio.
“Ora vedi come vedo io, come se anche tu fossi un elfo.” disse sorridendo Hinata.
“Ora va meglio, ma dove sono finiti tutti gli addobbi e i colori, ne vedo molti meno di prima”
“Non sono mai stati più di quelli che vedi, sei uno spirito e i vostri occhi non sono abituati a tutto questo; quindi la prima volta vi sembra ci sia di tutto e di più e ciò vi da la nausea”
“Ho capito, in ogni caso è tutto davvero bello e ben curato.”
“Grazie, sono l’addobbatore capo per questo quartiere” sorrise gonfiandosi un pò per l’orgoglio, e un pò per aver ricevuto un complimento dal suo personale spirito.
I due ragazzi proseguirono nell’esplorazione del villaggio e Hinata mostrò tutti i luoghi più belli che conosceva, l’ultimo prima di entrare nella piazza fu il laghetto con al centro un grosso abete addobbato; Kageyama rimase perplesso per qualche istante, ma l’elfo lo rassicurò che era sempre stato lì e che non si capiva come riuscisse a sopravvivere immerso nell’acqua gelida.
Quando entrarono nella piazza, furono investiti dalla vitalità degli altri elfi e dai canti che potevano udire da ogni angolo; tutto brulicava di vita e di colori e questo a Kageyama piacque. La prima cosa che notarono fu la grande torre ottagonale al centro, su lati alterni c’erano posizionati i quadranti degli orologi il resto era decorato con colori e forme tradizionali del posto.
“La particolarità della torre sono i quadranti, ognuno ha una forma differente...e segna pure un'ora differente”
“E come fate a capire che ore sono?”
“Semplice, leggiamo il quadrante della stagione in cui siamo. A nord l’inverno, a sud l’estate e a est e ovest primavera e autunno”
“Capisco...ma...cos’è quest’odore? Sembra...cannella può essere?”
“Oh si i biscotti di Kiyomi, vieni ti ci porto subito sono buonissimi” Hinata prese per mano lo spirito e si diresse veloce verso il negozietto di Kiyomi, fu buffo per alcuni elfi vedere uno spirito grande e grosso come Kageyama essere tirato da uno di loro.
Lo spirito si stupì che quasi nessuno badasse a lui, non solo per la dimensione differente ma anche per la natura differente; forse Suga aveva fatto qualche incantesimo per quella sera in modo che avesse del tempo per stare con Hinata.
L’elfo dai capelli arancioni gli disse di rimanere fuori ad aspettare perchè il negozio era davvero basso e piccolino, Kageyama ubbidì senza fiatare e lo aspettò seduto ai tavolini esterni; quando Hinata tornò fuori avea il vassoio colmo di biscotti e di cioccolata calda, una combo perfetta a suo parere.
Lo spirito dovette concordare con l’elfo: quei biscotti erano davvero buoni e anche la cioccolata era deliziosa.
"Kageyama…sai Osamu e Kiyomi sono una coppia…" l’elfo si sentiva in imbarazzo a tirare fuori un argomento simile così su due piedi, ma era curioso di sapere cosa ne pensasse il suo amico.
"Mh…" lo spirito del bosco guardò attentamente il piccolo elfo e vide un leggero rossore sul suo viso. “Sinceramente…non saprei, non ci ho mai pensato” Kageyama si sentì impacciato a rispondergli, su certi pensieri o temi non ci si era mai soffermato.
"...Dopo….ti andrebbe di…" Hinata non riusciva a comprendere bene come mai si sentisse così in imbarazzo, di fondo gli voleva chiedere di andare a pattinare.
"Va bene, verrò con te" non sapeva bene a cosa avesse acconsentito ma non gl’importò più di tanto, gli bastava rimanere con Hinata.
Erano entrambi assorti nei loro pensieri quando sobbalzarono per la presenza inaspettata di Osamu e Kyomi che si erano seduti di fianco a loro, Hinata sorrise felice di vederli mentre Kageyama si limitò ad accennare un sorriso leggero e impacciato.
“Osa, Kyo che fate qui? E’ così raro vedervi fuori dal negozio!”
“Siamo in pausa, e poi volevamo conoscere…il tuo amico, non ci era mai capitato di avere uno spirito per cliente.”
“Beh ma Su..” Hinata fu zittito da Kageyama in un lampo.
“Hinata cazzo! Sai che non devi dirlo!”
“Scusa, hai ragione” Hinata si fece piccolino e si rannicchiò su se stesso dispiaciuto.
“Su non c’è bisogno di far così, Osamu intendeva dire che non ci era mai capitato che vi fermaste a mangiare qui, di solito arrivate prendete e poi andate via subito.” Kiyomi non amava intromettersi ma sentiva di dover spiegare il malinteso prima che diventasse qualcosa di poco piacevole. 
“Vengono altri spiriti?” Kageyama era incredulo.
“Certo, Suga viene spessissimo. Anche altri vengono ma non conosciamo il loro nome, alla fine ci basta che siano soddisfatti dei nostri biscotti.” Osamu sorrise allo spirito e si sistemò meglio sulla panchina.
“Capisco…”
“Ragazzi scusate ma devo rientrare, i biscotti in forno si bruciano se non li tiro fuori ora” Kiyomi si alzò e si avviò verso il negozietto quando sull’entrata fu fermato dall’altro ragazzo che lo abbracciò da dietro e gli diede un bacio a fior di labbra facendolo imbarazzare non poco.
“Osa…non qui, lo sai” Kiyomi si allontanò un poco dal ragazzo.
“Lo so…ma a quei due serve una leggera spinta.” Osamu lo lasciò andare e tornò a sedersi dai suoi amici sorridendo.
“Osamu è aperta la pista di pattinaggio di tuo fratello? Volevo andarci con Kageyama.”
“Penso di sì, ma faresti meglio a sbrigarti; penso che chiuda tra mezz’ora. Sicuramente ti lascerà usarla anche senza di lui.”
“Allora noi andiamo.” l’elfo mandò giù l’ultimo sorso di cioccolata e poi seguito dallo spirito si alzò e si avviò verso la pista di pattinaggio di Atsumu.
Erano lungo la strada quando videro un lampo squarciare il cielo seguito subito dopo da un tuono poderoso, anche la terra sotto i loro piedi tremò abbastanza da spaventarli più del dovuto, Hinata istintivamente si andò a nascondere tra le braccia dell’amico sotto il suo mantello.
“Ma….”
“Scusa ho paura dei tuoni troppo forti…” Hinata era rosso d’imbarazzo e nascose il volto tra le pieghe del vestito di Kageyama.
“Non ti preoccupare, ti capisco.” si alzò un vento gelido e decisamente forte, Kageyama avvolse con le braccia l’elfo ancora aggrappato a lui riscaldandolo ulteriormente. “Credo che Korai si sia arrabbiato, sarebbe meglio trovare un posto riparato”
“Korai? La pista è vicina, mi è già successo di rimanerci dentro tutta la notte. Atsumu mi da sempre le chiavi.”
“Quanto è resistente? L’ultima volta Korai ha quasi tolto tutti i rami all’Abete Celeste.”
“Cooosa!?! Non c’è posto così resistente purtroppo. Spero non distrugga nulla, in ogni caso è in fondo alla via la pista”.
“Ok, farò una cosa che sarebbe proibita ma al diavolo le conseguenze. Tanto domattina non sarò più uno spirito… Tieniti stretto a me e chiudi gli occhi” Kageyama strinse ancor di più a se l’elfo e dopo un lungo respiro si mosse per fare un passo, ma quando il piede batté a terra lui partì a velocità inumana e in un batter d’occhio arrivò davanti alla pista; fece scendere l’elfo ed entrarono.
“Grazie. Vado a cercare Atsumu per avvertirlo”
“E’ nella stanza di là” indicò Kageyama, lo aveva individuato senza troppa fatica grazie ai suoi poteri.
“Vado e torno”
Hinata sparì dietro al muro che aveva appena indicato l’amico e tutto fu avvolto dal silenzio, Kageyama stava per togliersi il mantello ma si accorse del freddo che regnava dentro il palazzetto e preferì tenerlo; l’elfo ci mise relativamente poco a tornare, con sé aveva anche due coperte di lana per la notte.
“Atsumu ha detto che il riscaldamento è saltato con il tuono di prima e mi ha dato queste. Seguimi, c’è una stanza in cui possiamo stare, c’è persino un letto; ha detto che possiamo usarlo senza problemi. Lui passerà la notte in cantina a sistemare la caldaia”
“Mh…ok, posso sistemarla io se vuole. Dovrei riuscirci.”
“No, ha detto che è tutto oggi che ci sta lavorando, è estremamente orgoglioso del suo lavoro; meglio lasciarlo fare a modo suo. Vieni la stanza è di qua.”
Hinata prese per mano lo spirito e lo condusse verso la stanza che aveva nominato prima, quando entrarono Kageyama rimase interdetto qualche istante arrossendo vistosamente; non si aspettava minimamente che il letto fosse matrimoniale, Hinata si accorse del suo imbarazzo ma non disse nulla e sistemò il letto al meglio.
“Kageyama…io…credo che manterrò il mantello sotto la coperta” disse rosso d’imbarazzo
“Perché? Starai scomodo così, toglilo ti scalderò io se ti viene freddo”
“Non…Non posso toglierlo, scusami mi assento un attimo” Hinata si voltò dandogli la schiena se ne stava per andare quando fu fermato da Kageyama.
“Non serve che te ne vai” Lo tirò a sé e lo sollevò quel tanto che bastava e lo baciò.
Hinata rimase sorpreso dal gesto dello spirito, lo assecondò dopo qualche attimo di esitazione; a quelle labbra lui ci si aggrappò in tutti i modi, gli davano un senso di dipendenza enorme.
Kageyama indietreggiò tenendosi l’elfo stretto a sé come se potesse scappargli via, si sedette sul letto e se lo portò in braccio in modo che entrambi fossero più comodi.
Hinata lo spinse via un istante, un pò per riprendere fiato e un pò perchè si conosceva fin troppo bene, sapeva che se sarebbe arrivato a un certo punto non si sarebbe più fermato.
“Kageyama aspetta….”
“Cosa c’è Hinata? Non è questo che vuoi?”
"No…Cioè sì, certo che lo voglio ma tu? mancano tre ore e mezzo all’alba e non voglio obbligarti a perdere i tuoi poteri”
“Non mi interessa, che io li perda o no, scelgo te. Non voglio stare un altro anno senza vederti, trecentosessantaquattro giorni senza te sono davvero troppi! Ok ci saranno giorni in cui vorrò stare da solo ma saranno infinitamente meno pesanti da sopportare.”
“Ma Kageyama…perderai tutto a causa mia.” Hinata si rabbuiò in volto e la sua espressione era tutt’altro che felice.
“Hinata, è un anno che ti osservo e non ho ancora trovato un difetto in te che fosse abbastanza grosso da farmi desistere. Certo a volte sei un rompiscatole, ma chi non lo è a suo modo? Sono sicuro, non mi pentirò di questa decisione; rinuncio a tutto per te” lo spirito lo strinse a sè un’altra volta e lo baciò, l’elfo ebbe un leggero moto di resistenza che scomparve in pochi istanti lasciando spazio ai suoi sentimenti per Kageyama.

Il mattino seguente…
Il primo a svegliarsi fu l’elfo anche se a fatica, cosa decisamente rara per la sua abitudine; gli occhi erano ancora impastati di sonno quando sentì qualcosa bruciare lievemente sulla sua pelle e sulla sua mano sinistra, aprì gli occhi un pò di più e vide che a fianco a lui c’era Kageyama che dormiva tranquillo e sorridente.
“E’ la prima volta che ti vedo sorridere…spero lo farai più spesso.” lo disse con un tono quasi inesistente, non voleva svegliarlo.
Lo stava osservando da un pò, quando sobbalzò leggermente a causa di Suga che bussava alla porta; l’elfo lo invitò a entrare con un filo di voce e coprendosi ancora un pò con la coperta, s’imbarazzava a farsi vedere nudo.
“Hinata, sei già sveglio? E’ molto presto.”
“ ‘Giorno… oh sì mi ha dato fastidio il braccio e la mano…Suga cos’è questo?” Al ragazzo mancarono le parole, non aveva minimamente fatto caso a cosa gli fosse successo.
“Oh anche tu lo hai, guarda è simile al mio. -Suga alza la manica della tunica e mostra il braccio all’elfo- E’ simile ai tatuaggi degli umani, si forma quando troviamo la persona giusta e i nostri sentimenti sono ricambiati. Una specie di segno d’appartenenza.” Suga sorrise, era sicuro fin dall’inizio che i due fossero fatti l’uno per l’altro.
“Quindi vuol dire che….io e lui ci apparteniamo e i nostri sentimenti sono reciproci, giusto? E Kageyama, ha perso i suoi poteri?”
“Esatto. No non ha perso i suoi poteri, semplicemente è diventato uno spirito completo come me e Oikawa.
Hinata non disse nulla, l’emozione di sapere che il suo compagno non aveva perso nulla era troppo forte; Suga gli fece intendere di non svegliarlo, aveva bisogno di riposare ancora un pò.
“Hinata lascio questa sul tavolino, dagliela quando si sveglia. Ora torna a riposare, è ancora presto per alzarsi.” Lo spirito se ne andò com’era venuto e il ragazzo si sentì stranamente stanco; tornò a stendersi sotto le coperte accomodandosi meglio vicino al suo compagno, Kageyama lo abbracciò e lo strinse tra le sue braccia. Era proprio questo il posto che stavo cercando.




A.A.
Ok spero davvero ti sia piaciuto questo racconto invernale, ti chiedo scusa se ci sono errori o ripetizioni qua e là ma ho un lavoro che mi prosciuga tutte le energie; faccio anche 14 ore al giorno di lavoro purtroppo. 
Come dicevo, di solito se scrivo in Haikyuu scrivo di ben pochi pg; ma mi sono divertita a trovare un ruolo che si adattasse a Kageyama, Hinata come elfo è vincere facilissimo XD. 
Due piccole precisazioni, quando parlano in corsivo in realtà parlano una lingua nordica, ma ho scritto in italiano per comodità; mentre quei pochi pensieri in corsivo che ci sono in giro per il testo sono appunto pensieri di kageyama o di Hinata, anche se del rosso ce ne sono forse uno o due. Altra chicca lasciata in giro per il testo, se hai visto il signore degli anelli avrai presente la testata che Gandalf da al lampadario di casa Baggins nel primo film, ecco mi sono ispirata a quella scena per la stessa testata che da Kageyama quando entra in casa da Hinata XD.
All'inizio ammetto che ero partita con la coppia Hinata-Wakatoshi ma poi ho cambiato, avevo timore di scrivere di una coppia che non ti piacesse; beh spero sia stato piacevole leggerla, per ogni cosa, sempre qui a disposizione :) 

Haru
   
 
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