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Autore: Donatozilla    27/12/2021    2 recensioni
[Ambientato dopo la Saga dello Shie Hassaikai]
Dopo la sconfitta di Overhaul e la salvezza di Eri, Izuku Midoriya e i suoi compagni della 1-A possono finalmente passare un periodo di tranquillità e serenità. Ma la pace è interrotta dopo l'apparizione di un misterioso e violento vigilante con mostruosi poteri che non si fa scrupoli ad uccidere i criminali nelle maniere più brutali... e che sembra nutra un profondo odio e disprezzo nei confronti di Katsuki Bakugo. Chi è questo misterioso vigilante? E perché odia così tanto Bakugo al punto da volerlo uccidere?
Genere: Azione, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Sorpresa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 23: E così ha inizio

Venom doveva ammetterlo: era rimasto sorpreso nel fatto che il Dragone Nero era qui a Musutafu.

Immaginava di essersi fatto nemico il boss della gang dopo aver messo i bastoni fra le ruote in molte delle sue operazioni, ma non avrebbe immaginato che sarebbero arrivati a Musutafu per finirlo.

Ed ora eccolo lì, dinnanzi a cinque membri di quella gang che gli puntavano armi che finora non aveva mai visto prima.

V lo aveva avvisato della loro presenza nel momento in cui avevano iniziato a seguirlo, e aveva deciso di far finta di niente in modo da portarli proprio in quel magazzino abbandonato per occuparsi di loro… e avere finalmente delle risposte sull’identità del boss di quella gang che per mesi aveva affrontato a Jaku City.

“Allora?” Ripetè Venom facendo un passo in avanti “Volete parlare con le buone o le cattive?”.

“AMMAZZIAMOLO!” Urlò in tutta risposta Takeda dopo alcuni secondi di un tenso silenzio.

“Con le cattive allora.” Ghignò Venom.

Saltò verso i propri avversari, spalancando le proprie fauci e non temendo cosa potessero fare quelle armi.

Grosso errore.

I cinque criminali spararono dai loro cannoni delle vibrazioni che andarono a scontrarsi contro Venom, che urlò dal dolore e fu lanciato contro delle casse distruggendole all’impatto.

I colpi avevano fatto spuntare dei tentacoli e viticci dal corpo di Venom, e si mossero per qualche secondo per poi rientrare nel suo corpo.

“Vibrazioni… quelle armi… sparano vibrazioni…” disse V dolorante.

“Ho ben notato…” rispose Venom ugualmente dolorante.

“Sorpreso, mostro?” Rise Takeda mentre i suoi quattro compagni sorrisero malignamente, tutti e cinque che abbandonavano l’iniziale terrore “Queste armi sono state progettate dal boss in persona! Non saranno potenti quanto le sue armi personali… ma sono abbastanza forti da essere pericolose per chiunque… anche per te, a quanto pare. Non sei così invincibile dopotutto.”.

Venom si rialzò, scuotendo la testa e fissando in cagnesco i cinque criminali.

“E a quanto pare le vibrazioni ti fanno più male del dovuto… sembra proprio che non non avremo neanche bisogno dei rinforzi per finirti. Il boss ne sarà alquanto felice.”.

“Oh credeteci…” ringhiò Venom e mettendosi in una posizione di combattimento “Il non aver chiamato subito in rinforzi è stato l’errore più grosso delle vostre vite. Perché ora ci avete fatto arrabbiare… e quando siamo arrabbiati…” lanciò un ruggito “… SIAMO MOLTO Più PERICOLOSI!”.

“Finiamolo ragazzi!” Urlò Shibuya sparando nuovamente insieme ai suoi compagni.

Ma stavolta Venom non si fece trovare impreparato.

Saltò via prima che le vibrazioni appena sparate lo colpissero e si attaccò al muro per poi saltare nuovamente via schivando un altra ondata di vibrazioni.

Doveva prendere tempo.

Organizzare un piano che gli permettesse di distruggere quelle armi senza essere nuovamente colpito.

“Le vibrazioni di quelle armi possono rischiare di separarci, Ryo” disse V “Se ci avviciniamo verremo nuovamente colpiti, dunque dovremo colpirli da distanza!”.

“Ottimo ragionamento…” rispose mormorando Venom attaccandosi nuovamente al muro, e guardandosi in fretta intorno.

Colpirli a distanza…

Colpirli a distanza…

Dovette nuovamente saltare via per schivare un altro attacco di vibrazioni, ma facendo proprio ciò i suoi occhi andarono a posarsi su alcune delle grosse casse del magazzino.

Sul suo volto si formò un ghigno zannuto.

“Bingo!” Dissero all’unisono Venom e V.

“Guarda guarda!” Rise Nakai “Il grande e grosse Vigilante Venom che corre via come un codardo. Non sei così duro alla fine, eh?” E rise seguito a ruota dai suoi compagni.

Non notando Venom sparare dalle mani dei tentacoli con cui prese delle grosse casse… per poi lanciarle verso di loro.

“OH CAZ…” urlò Takeda spostandosi subito insieme a Morishita e Shibuya.

Purtroppo, però, Nakai e Shirai non furono altrettanto veloci.

Furono travolti dalle casse, che li schiacciarono con il loro peso.

“NAKAI! SHIRAI!” Urlò Morishita correndo verso il punto in cui i suoi due compagni erano stati travolti.

“Morishita, no! Sono morti! Quelle casse hanno schiacciato entrambi!” Urlò Takeda correndo appresso al compagno per fermarlo.

Lui, Morishita e Shibuya dovevano stare insieme ora che due dei loro compagni erano morti.

Ma Venom non lo avrebbe permesso.

Shibuya era così sconvolto da come le cose si fossero capovolte che non seguì neanche Takeda, rimanendo bloccato sul posto.

Venom approfittò di ciò.

Sparò un tentacolo che si attaccò alla schiena di Shibuya e lo tirò violentemente a sé, facendogli cadere di conseguenza l’arma che teneva tra le mani.

“AHHHHHHHH!” Urlò Shibuya venendo trascinato nell’oscurità, mentre Takeda e Morishita si fermarono per voltarsi verso il punto in cui si trovava il loro compagno.

“SHIBUYA!” Urlarono i due all’unisono… mentre il rumore di carne che veniva strappata da un morso riecheggiò nel magazzino, mettendo fine alle urla di Shibuya.

Morishita indietreggiò terrorizzato, lasciando cadere al suolo la propria arma… non l’avesse mai fatto.

Un altro tentacolo fu sparato dall’oscurità, prendendo Morishita per il collo e alzandolo in aria. L’uomo iniziò a contorcersi e a tentare di liberarsi da quella presa sul collo, invano.

“MORISHITA!” Urlò Takeda puntando la propria arma verso il tentacolo.

Ma esitò nel sparare.

Certo, le vibrazioni avrebbero colpito il tentacolo, ferendo Venom e permettendo così che liberasse Morishita… ma anche quest’ultimo sarebbe stato colpito dalle vibrazioni, venendo ferito o peggio.

Quella sua esitazione gli costò caro… perché il tentacolo spezzò il collo a Morishita, uccidendolo.

“NO!” Urlò disperato Takeda cadendo in ginocchio, mentre il tentacolo fece cadere al suolo il cadavere di Morishita per poi ritornare nell’oscurità.

Takeda rimase in ginocchio e in silenzio per qualche altro secondo, processando tutto ciò che era appena successo e di come tutto era andato a puttane nel corso di pochissimo.

Avevano iniziato bene.

Erano in vantaggio.

Poi… poi hanno perso il controllo della situazione.

“Ti avevamo detto di non farci arrabbiare.” Rise Venom nascosto nell’oscurità e facendo riprendere Takeda dai suoi pensieri.

Si rialzò subito in piedi e iniziò a guardarsi intorno, tenendo stretta a sé la sua arma e puntandola ovunque.

“Dove sei?! Dove sei bastardo?! Fatti vedere!”.

Nessuna risposta.

Takeda continuò a guardarsi intorno, pronto a sparare ad ogni singolo movimento… non notando un piccolo tentacolo che si avvolgeva intorno alla sua caviglia sinistra.

Abbassò lo sguardo e sbarrò gli occhi.

Troppo tardi.

Quel piccolo tentacolo, con una facilità disarmante, lo alzò in aria e lo lanciò contro il muro facendolo sbattere violentemente.

Il volo gli fece perdere anche l’arma che andò a finire chissà dove.

Takeda cadde la suolo, dolorante mentre Venom saltò fuori dall’oscurità atterrando dinanzi a lui.

Il mostruoso Vigilante lo prese per il collo e lo alzò in aria osservandolo ben bene.

“Ti abbiamo lasciato in vita per una sola ragione, sai?” Disse Venom “Per sapere dove si trovi il tuo capo. Quindi… ora che ci siamo liberati di quelle seccature dei tuoi compagni… che dici di fare il bravo e dirci esattamente dove si trovano?”.

Takeda semplicemente sputò in faccia a Venom, il quale rimase in silenzio a osservare con neutralità il criminale che teneva per il collo.

“Va a farti fottere brutto bastardo… non ti dirò un bel niente!” Disse Takeda.

Venom si pulì lo sputo dal volto con la mano libera “Ah, e così?” Avvicinò il suo volto a quello di Takeda, sorridendo e mettendo in mostra le zanne “Allora sembra proprio che ci aspetta un lungo interrogatorio dinanzi a noi.”.

Takeda sbarrò gli occhi “I-interrogatorio?”.

“Proprio così” rispose Venom mentre il suo sorriso si allargava “E credici… sappiamo essere molto creativi.”.


Il giorno dopo, dinnanzi al palazzo della Commissione, era arrivato il momento.

Il momento dell’operazione in cui sarebbe stato abbattuto il Dragone Nero.

Mandalay, Tiger, Pixie Bob, Fat Gum, Fourth Kind, Shishido, Gang Orca, Gunhead e Mr Brave si trovavano dinanzi al palazzo insieme a un gran numero di agenti delle forze di polizia. Ragdoll era rimasta all’ufficio dei Wild, Wild, Pussycats così da poter comunicare con i suoi tre compagni di squadra da là attraverso dei comunicatori che avevano nelle loro orecchie.

Dinnanzi agli Heroes e agli agenti di polizia vi erano la Presidente, Naomasa e Konishi, ancora in manette.

“Signore e signori” iniziò la Presidente “Oggi è il giorno dell’operazione. Credo che il qui presente detective Tsukauchi abbia parlato a voi agenti in cosa consisterà questa operazione: arrestare Herman Schultz, il Villain Shocker, il leader del Dragone Nero. Questa gang è arrivata qui a Musutafu per uccidere Ryo Honda, il Vigilante Venom… e siamo venuti a scoprire tutto ciò grazie al qui presente Ayumu Konishi, un membro del Dragone Nero, che ha tradito la gang per rivelarci tutti i dettagli su di essa. Da dove si trova la loro base e così via. Egli vi accompagnerà durante l’operazione, dandovi le indicazioni necessarie per portarvi alla base del Dragone Nero. Konishi ha rivelato che Schultz si trova da solo nella sua base insieme ai suoi cinque secondi in comando. I suoi uomini sono per Musutafu alla ricerca di Honda, dunque sarà facile catturare lui e gli altri cinque. Con tutti e sei catturati… il Dragone Nero rimarrà senza un leader… e sarà più facile da smantellare.” Guardò i vari presenti “Ci sono domande?”.

Silenzio.

Tutti avevano sguardi seri, pronti a tutto e per tutto.

“Bene” annuì la Presidente “Allora potete andare…e buona fortuna.”.

Gli Heroes e gli agenti di polizia entrarono nella sto che si trovano dietro di loro, con Konishi che si trovava nell’auto che guidava tutte le altre, dando le indicazioni all’agente che stava guidando l’auto per l’ubicazione della base.

In una delle auto, nel mentre, i tre Pussycats avevano espressioni dure e serie i loro pugni serrati.

Era arrivato il momento.

Il momento di chiudere i conti col passato, con il Villain che si erano lasciati scappare e a cui avevano permesso di causare quel massacro anni fa.

“Andrà tutto bene.” Disse Ragdoll dai loro auricolari. Non stava con loro, ma poteva solo immaginare la tensione che stessero provando. “Vedrete… chiuderemo i conti con lui una volta per tutte!”.

“Sì…” rispose semplicemente Mandalay “Sì, lo faremo.”.

Senza che se ne rendessero conto arrivavano dinnanzi alla base del Dragon Nero, al magazzino apparentemente abbandonato.

Tutti uscirono dalle auto e osservarono la base in completo silenzio.

“È questo il posto?” Chiedo a Naomasa a Konishi, uscito anche lui dall’auto.

“Sì” annuì il criminale in manette “è esattamente questo.”.

“Bene” disse Naomasa tirando fuori la sua pistola, seguito subito dagli altri agenti “Entriamo!”.

Gli Heroes e gli agenti sfondarono la porta e si osservarono intorno.

Nulla.

Non c’era nessuno.

Spostarono i loro sguardi verso le scale che avrebbero portato al piano superiore. Forse sopra avrebbero trovato chi cercavano.

Iniziarono immediatamente a salire le scale, i loro cuori che batteva pesantemente alla calma che c’era in quella base.

Era tutto fin troppo calmo per loro.

Alla fine arrivarono al piano superiore, pieno di casse e con varie porte che presumibilmente portavano ad altre stanze. E proprio lì, al centro della sala, vi era un tavolo e una sedia.

E seduta su di essa vi era lui.

Herman Schultz.

Shocker.

Indossava una grossa giacca marrone e… stava mangiando?

Sì, proprio così. In quel momento stava mangiando una fetta di carne con grande tranquillità, quasi come se non fossero appena arrivati degli Heroes e degli agenti di polizia ad arrestarlo.

“Che diavolo…” mormorò Shishido osservando ciò che stava accadendo con un espressione confusa.

Schultz si degnò finalmente di alzare lo sguardo dal suo cibo per osservare i presenti.

Qualsiasi Villain o criminali sarebbe andato nel panico nel vedere così tanti agenti di polizia accompagnati da nove Heroes venuti ad arrestarlo.

Schultz si limitò ad inarcare un sopracciglio e a dire “Ho preparato solo me, mi spiace tanto.”.

“Fai lo spiritoso, Villain?!” Disse Fourth Kind, quasi offeso da come Schultz li stesse trattando con sufficienza “Siamo venuti qui per arrestarti e mettere fine alla tua gang una volta per tutte!”.

“Davvero?” Fece Schultz con il tono di qualcuno che non pareva affatto impressionato mentre si portava alla bocca un altro pezzo di carne.

“Non credo tu comprenda la situazione in cui ti trovi, Villain” disse Gang Orca “Hai perso. Ti abbiamo trovato e ti porteremo in prigione dove pagherai per i tuoi crimini.”.

“Ah, io credo di comprendere benissimo la mia situazione, Hero. Ma è completamente differente da come la vedi tu.” Rispose semplicemente Schultz mentre osservava i presenti.

Il suo sguardo si fermò sui Wild, Wild Pussycats e un sorriso si venne a formare sul suo volto “Ah, i Wild, Wild Pussycats. Che piacere rivedervi.”.

I tre Heroes si irrigidirono a sentirsi chiamati dallo stesso Villain che avevano affrontato tante volte in passato e che si erano lasciati sfuggire.

“Ne è passato di tempo” continuò Schultz “Parecchio, anche. Undici anni, non è così? Ne sono successe di cose in questi anni, ad entrambe le parti. Io mi sono costruito tutto questo… e voi avete perso un membro, giusto? Ragdoll se non sbaglio. Ha perso il suo Quirk. Davvero tragico, dico davvero.”.

I tre strinsero i pugni a sentirlo parlare così, quasi come stesse prendendo in giro loro e ciò che era successo a Ragdoll.

“Basta così, Schultz!” Urlò Pixie Bob “è finita!”

“Esatto!” Urlò poi Tiger “Sei in trappola e non c’è più via di fuga!”.

“Voi dite?” Sorrise Schultz.

Un brivido attraversò tutti i presenti.

“Che cosa hai fatto, Schultz?” Disse Mandalay.

L’uomo rise divertito “Oh Mandalay. Non ne hai proprio idea.” Spostò poi lo sguardo verso Konishi che sussulto quando vide lo sguardo del suo vecchio capo posarsi su di lui. Schultz sorrise verso di lui “Konishi. Sai, vero, che hai portato tutte queste persone a morire, vero?”.

“C-cosa?” Fece Konishi confuso. Confusione condivisa da tutti i presenti.

“Di che sta parlando?” Disse Mr Brave.

“Ci hai portati in una trappola?!” Chiese Shishido furioso a Konishi.

“N-no! Lo giuro, non so affatto di cosa sta parlando!” Rispose spaventato Konishi.

“Ha ragione lui” disse Schultz continuando a sorridere. Un sorriso calmo, ma che nascondeva delle intenzioni spaventose “Il buon vecchio Konishi non sa nulla di quanto stia succedendo… proprio come il resto di voi.” Schultz indicò Konishi dicendo “Dimmi, Konishi… ricordi cosa successe quando sei entrato a far parte della gang?”.

“C-cosa?”.

“Ricordi cosa successe?” Ripetè Schultz.

“N-no… ricordo solo che… mi è stato fatto respirare un gas che mi ha fatto addormentare…” iniziò a spiegare Konishi sotto gli sguardi confusi dei presenti “Poi quando mi sono svegliato… ero in una delle tante basi che possiedi tu.”.

Schultz si lasciò sfuggire una piccola risata divertita “Oh beh, allora lascia che ti spieghi cosa successe quando sei stato fatto addormentare.” Schultz si alzò dalla sedia di scatto, mentre tutti gli agenti gli puntarono contro le armi e gli Heroes si mettevano in posizione di combattimento “Sai, non sei stato l’unico. È qualcosa che abbiamo fatto con tutti i membri del Dragone Nero non appena entravano a far parte dei nostri ranghi. Li mettevano a dormire con un potente arsenico… in modo da fare un operazione su di loro.”.

“U-un operazione?” Chiese Konishi, che cominciava pian piano ad essere spaventato.

“Esatto” ripose Schultz per poi indicare la propia nuca con un dito “Un operazione in cui inserivamo un piccolo marchingegno di mia invenzione. Un marchingegno che ho voluto creare e inserire dentro la nuca di ogni membro della gang, per assicurarmi che non venissi tradito. Un marchingegno capace di registrare qualsiasi cosa un membro del Dragone Nero dica, senta e guardi.”.

Tutti i presenti sbarrarono gli occhi mentre Konishi iniziò visibilmente a tremare di paura.

Capirono subito dove volesse andare a parare.

Schultz annuì con un sorriso divertito “Esatto Konishi. Quel marchingegno ha registrato e mi ha mostrato tutto ciò che hai sempre fatto… compreso quando sei andato a confessare tutto alla Commissione. E dunque… mi sono preparato.”.

Schioccò le dita.

E le porte dell’enorme sua furono spalancate e da esse uscirono tutti i membri del Dragone Nero con armi in mano.

Era una trappola!

“Oh no!” Urlò Naomasa guardandosi intorno.

“Mi dispiace!” Urlò Konishi “Io… io non sapevo!”.

“Questa è l’ultima delle nostre preoccupazione al momento!” Urlò a sua volta Fat Gum.

Schultz sorrise malignamente “Vedendo che Konishi aveva confessato tutto attraverso il marchingegno nella sua nuca, ho richiamato tutti i miei uomini qui. Li avevo mandati alla ricerca di Honda… ma questa faccenda ha cambiato i piani originali.” si tolse poi l’enorme giacca marrone che indossava… mostrando ciò che indossava sotto di esso.

I tre Pussycats li riconobbero subito come il suo costume.

Ma poi capirono che era completamente diverso.

Era simile al costume che indossa anni prima, certo, ma era totalmente cambiato: il design era praticamente lo stesso, ma aveva un aspetto molto più corazzato, simile ad un armatura. Le sue striature marroni erano ora di metallo, i suoi guanti capaci di sparare vibrazioni erano decisamente più grossi rispetto a quelli di anni fa. Schultz prese poi qualcosa che si trovava vicino alla sedia: era una nuova versione della sua maschera, stavolta molto più simile a un elmo di metallo marrone e giallo. Se lo mise in testa, ricoprendogliela del tutto, e gli occhi dell’elmo si illuminarono di giallo.

Herman Schultz aveva ora completato il suo nuovo costume… da Shocker.

“Che ve ne pare del mio nuovo look, Pussycats?” Chiese Shocker ai sopracitati eroi. Col suo elmo la sua voce era decisamente più metallica.

Allargò poi le braccai indicando le armi che i suoi uomini avevano in mano “E che ve ne pare delle armi che i miei uomini hanno ora in mano? Le ho create io. Armi ispirate ai miei guanti spara-vibrazioni, quindi capaci anch’esse di spararle. Non saranno potenti quanto quelle dei mie guanti… ma fidatevi: fanno male.”.

Non potevano vederlo a causa del suo elmo ma potevano decisamente percepire il sorriso di Shocker dalle parole che disse subito dopo “Sono sicuro che vogliate incontrare anche i miei cinque secondi in comando. Non vi preoccupate. Sono proprio qui. Ah, E Konishi” il povero uomo ammanettato puntò il suo sguardo spaventato verso il suo vecchio capo “Non credo io debba dire cosa succede ai traditori.”.

D’un tratto, un rumore provenienti da fuori attirò l’attenzione degli Heroes e gli agent che alzarono lo sguardo versoi soffitto di vetro… e da lì videro qualcosa volare in picchiata verso il vetro, sfondandolo.

Da lì entro un uomo anziano con addosso un armatura nera e rossa e con delle ali affilate attaccate alle braccia. Costui volò verso Konishi e, con una delle sue ali, lo infilzò allo stomaco.

“KONISHI!” Urlò Naomasa.

Konishi sputò sangue mentre il nuovo arrivato volò accanto a Shocker e gli atterrò accanto, mentre staccò con nonchalance Konishi dalla sua ala.

Konishi cadde al suolo, immobile, con gli occhi ora vitrei diretti verso la cielo mentre dall’enorme buco sul suo stomaco usciva un enorme quantità di sangue che sporcava il terreno.

Konishi… era morto.

Gli Heroes e gli agenti non poterono neanche riprendersi dallo shock che il muro dietro Shocker e il Villain volante fu sfondato da un energumeno grosso un metro e novantasette, con quelle che pareva una copertura di pelle artificiale grigia che gli copriva tutto il corpo eccetto il volto, e con le due corna gli davano di certo l’aspetto di un rinoceronte.

Dal buco causato dall’energumeno uscirono altre tre figure: un individuo volante con un armatura grigia e rossa con dei grossi occhi verdi, due piccole antenne sulla fronte, dei piccoli cannoni sui suoi polsi e due ali verdi sulla schiena, un uomo in armatura verde con occhi arancioni e una coda con un pungiglione ed infine un uomo con barba nera e capelli lunghi del medesimo colore con addosso una giacca dall’aspetto da leone e pantaloni striati come tigri. 

Shocker allargò le braccia “Signore e signori… permettetemi di presentare i miei secondi i comando.”.

Indicò l’uomo anziano con il costume nero e rosso “Adrian Toomes, l’Avvoltoio”.

Indicò l’uomo col costume da rinoceronte “Aleksei Sytsevich, Rhino.”.

Indicò l’uomo con l’armatura grigia e rossa “Abner Jenkins, lo Scarabeo”.

Indicò l’uomo con l’armatura verde “Mac Gargan, lo Scorpione.”.

Ed indicò l’uomo con la giacca da leone “Ed infine Sergei Kravinoff, Kraven il cacciatore.”.

Shocker allargò nuovamente le braccia, il sorriso ben chiaro dal tono della sua voce “Io e loro cinque, insieme, formiamo la squadra d’élite del Dragone Nero: i Sinistri Sei!”.

 

 


N.A.: ed eccoci arrivati al climax della Saga del Dragone Nero… ed inizia giusto un anno dopo l’inizio di Let The Devil In. Proprio così, è passato esattamente un anno da quando pubblicai il primo capitolo di questa storia. Mi sembra ancora incredibile che sia già passato un anno. Cioè… wow. Proprio per questo voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto questa storia e che continuano a farlo e a seguirla tutt’ora, dopo ben un anno da quando iniziai a pubblicarla. Davvero, vi ringrazio dal profondo del mio cuore. Volevo lasciare questo messaggio proprio per ringraziare tutti voi che continuano a seguire questa storia… davvero, vi sono grato dal profondo del mio cuore.

Detto questo, ci vediamo al prossimo capitolo con l’inizio della battaglia finale di questa saga.

   
 
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