Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Spirit734    28/12/2021    13 recensioni
Il Torneo Tremaghi è sempre stato un evento eccezionale, alcuni dei nostri eroi dovranno destreggiarsi tra le sfide di magia per poter emergere, ma in questa storia l'evento non sarà come tutti se lo sarebbero aspettato: Una terribile tragedia sta colpendo le mura di Hogwarts, gli strani incubi di Anna non hanno fine e gli studenti si ritroveranno ad indagare su un male ben più grande.
[Hogwarts/AU - Crossover Disney/Dreamworks e altri film]
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Hans, Kristoff
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 33: E' tra noi



 
Tulio | Wiki | The Road to El Dorado Amino





Al rientro dalle vacanze il preside Nord aveva chiesto ad ogni studente di presentarsi in Sala Grande, le voci sulla sera precedente ormai si erano diffuse, trascinando la Sala in un tremendo silenzio. Quasi surreale.
Nonostante la folla di ragazzi radunati per la perdita della loro compagna, Jim poteva giurare di non aver mai visto Hogwarts così vuota e spenta. Un enorme gruppo di candele erano state innalzate con un incantesimo e davanti a loro, al centro, stava una foto di Belle, sorridente che cercava di coprirsi il viso perché non voleva essere fotografata. La foto era circondata da numerosi fiori che gli studenti avevano portato per commemorarla. Alcuni professori in particolare erano terribilmente scossi per la vicenda, come Sebastian Wright, insegnante di incantesimi nonché direttore di Corvonero, gestiva da anni il coro delle rane dove Belle ne faceva parte dal terzo anno.
Anche il volto dell'insegnante di Astronomia, Delbert Doppler, era pieno di dolore, continuava a passarsi un fazzoletto negli occhi umidi, cercando di trattenere nuovamente le lacrime. Moana gli aveva raccontato che spesso Belle e Doppler si consigliavano i libri da leggere, avendo scoperto di avere parecchie letture babbane in comune. 
Non si capacitava ancora di quanto era appena successo. Per tutta la sera non aveva fatto altro che rigirarsi nel letto, ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva quell'orribile immagine davanti, così chiara, reale.
Gli sembrava ogni volta di rivivere quell'incubo. Era devastato.
E pensare che durante la serata aveva chiacchierato un po' con lei, partecipando anche a qualche commento buffo con Hiccup e Astrid su tutte le studentesse che volevano invitare a ballare il preside Sinbad. Mai avrebbe potuto immaginare che, poche ore dopo quelle risate si sarebbero trasformate in pianti.
Quando portarono via il corpo di Belle, aveva cercato di trascinare via Moana, ma inutilmente, lei tornava sempre nel punto dove avevano trovato la loro amica. In questo momento si sentiva così debole e inerme, non aveva potuto fare niente per aiutarla e se non fosse stato per la prontezza del professor Maui, forse anche loro avrebbero rischiato di fare la stessa fine.
Sapeva che non poteva farsene una colpa, ma una parte di lui non faceva che chiedersi: e se fossero arrivati prima? Se non avessero perso tempo alla torre di Astronomia?
E sapeva che anche Moana pensava lo stesso, lo leggeva nei suoi occhi ogni volta che incrociava il suo sguardo: si sentiva in colpa quanto lui, se non peggio.
Avrebbe voluto rassicurarla, ma ogni volta che provava a dirle qualcosa le parole gli morivano in gola e lei puntualmente cercava in tutti i modi di evitare il suo sguardo.
Forse per paura di poter crollare ancora.
Con la coda dell'occhio la vide verso le prime file, accanto a Judy ed Ercole, quest'ultimo stava cercando di confortarla anche se inutilmente: lei aveva lo sguardo completamente assente, così come anche Judy, il viso ormai era rigato dalle lacrime, non aveva smesso di piangere da tutta la mattinata. Lei e gran parte degli studenti.
Belle era molto amata da tutti.
Dopo l'ultimo mazzo di fiori posato accanto la foto, con un lieve gesto della mano il preside Nord fece cenno a tutti i presenti di prestare attenzione.
Ora anche i più lievi mormorii si erano dileguati.
"Oggi ho voluto convocare tutti per annunciare terribile notizia, molti di voi già sapranno: Ieri sera una creatura..." esitò, anche se per poco "...Un lupo mannaro, ha eluso sicurezza di Hogwarts e attaccato studenti." 
Con la coda dell'occhio, Jim portò lo sguardo su Bunnymund, anche lui provato per la situazione, cercava di mantenere una certa calma, ma poteva leggere nel suo sguardo la preoccupazione per le parole del preside.
"Gaston White ora è in buone mani a San Mungo, i dottori si prenderanno cura di lui e presto avremo notizie di sue condizioni" continuò Nord "Purtroppo, questo attacco ha portato tragico evento per una studentessa di ultimo anno, Isabelle Legrand."
Fece una lunga pausa "Non c'è stata possibilità di salvarla."
E in quel momento, Jim poté sentire i pianti di Anna farsi più forti, così come anche quelli di altri studenti.
"So bene che sua perdita ha spezzato cuori di tanti voi."
La vista iniziava ad annebbiarsi e sentì qualche lacrima iniziare a scendere sul suo viso.
Non ce la poteva fare.
Ercole stava tenendo le spalle di Moana e Merida, mentre Nick aveva fatto lo stesso con Judy, quest'ultima aveva poi appoggiato la testa sulla sua spalla, passandosi una mano sugli occhi per poter fermare le lacrime. 
"Ci sono momenti nella vita di ognuno di noi, quando trovare le parole per salutare una grande amica, diventa difficile."
Anche Hiccup, vicino a lui, non sembrava nemmeno ascoltarlo, stava guardando davanti a sé, ma l'espressione era così vuota. Jim sapeva quanto tenesse a Belle, erano da sempre molto amici, se non una delle migliori per lui. Non poteva neanche immaginare quanto stesse soffrendo.
"Oggi è uno di quei momenti, perché non ci saranno mai parole giuste o sufficienti per persona straordinaria come Belle" disse Nord "Anche se non c'è più, vivrà in nostri ricordi. Ricordate sua gentilezza, tenacia, lealtà e soprattutto, ricordate sua amicizia."
E lo avrebbero fatto. Non si sarebbero mai dimenticati di lei, viveva nei loro cuori, nei ricordi, ma sapeva che questo non avrebbe placato il dolore. 
Belle era stata assassinata e il colpevole era ancora a piede libero.


 
 
I suoi pensieri vennero interrotti da un forte cigolio della porta, la voce di Maui che ordinava di non passare oltre, ma che venne surclassata da quella di un altra persona. Tutti, insegnanti compresi, spostarono la loro attenzione all'entrata: un ragazzo aveva appena interrotto l'elogio funebre e ad un primo impatto Jim nemmeno era riuscito a riconoscerlo.
Indossava la divisa Tassorosso, i lunghi capelli biondo cenere erano scompigliati, probabilmente dovuto alla corsa per arrivare in Sala Grande. Quello che lo colpì maggiormente fu la sua espressione. Sembrava completamente devastato.
Alla fine lo riconobbe: era Adam Benson, del sesto anno.
Maui lo raggiunse subito e cercò di trascinarlo via dalla sala mentre con la mano libera faceva un gesto alla folla in generale, come per rassicurarli.
"Il ragazzo è solo scosso, ora lo porto in infermeria..." lo afferrò per le spalle, ma Adam sgusciò via e avanzò ancora di più al centro della sala, rivolgendo la sua completa attenzione al preside.
"Sono... S_sono stato...io..."
Alcuni ragazzi presero a sussurrare qualcosa che non riuscì a capire, ma in quel momento non ci fece troppo caso, Jim continuava a puntare gli occhi da Nord a quel tipo, aspettandosi una qualche reazione.
Il ragazzo non faceva che ripetere quelle frasi, finché non si lasciò scappare quella più terribile.
"SONO IO IL LUPO MANNARO!"
Silenzio.
Quei pochi studenti che stavano sussurrando tra loro smisero immediatamente di parlare, alcuni sussultarono, altri indietreggiarono per paura. 
"B_belle... Io..." si gettò a terra, tremante, lo sguardo era rivolto ora verso il basso e dalla voce sembrava stesse cercando di non piangere "M_mi dispiace..."
Maui scattò nuovamente per raggiungere il ragazzo, mentre insegnanti e presidi cercarono di calmare gli studenti, ormai in preda al panico.



All'arrivo di alcune guardie dell’Unità di Cattura dei Lupi Mannari il ragazzo venne portato via per essere interrogato al Ministero. Per colpa di tutta quella tensione gran parte degli studenti si erano sparpagliati, la maggioranza non faceva che fissare preoccupata lo studente Grifondoro, alcuni lo guardavano completamente terrorizzati mentre altri sembravano solo scossi per la notizia. Forse nemmeno loro riuscivano a crederci.
Jim osservò quel ragazzo mentre veniva scortato via da quegli uomini, non aveva opposto alcuna resistenza, il suo volto era segnato dal dolore. 
"Quello non è Benson?" aveva chiesto Miguel al suo amico Tullio. Anche lui, come gli altri, non riusciva a credere ai suoi occhi.
Tullio non rispose, sembrava disconnesso dalla realtà, non staccava gli occhi di dosso a quel ragazzo, ma al tempo stesso era come se la sua mente stesse pensando ad altro.
Miguel se ne accorse subito, e anche Jim, poco distante da loro ci fece inaspettatamente caso.
"Ehi tutto bene?" per risvegliarlo Miguel provò a schioccare le dita di fronte a lui.
Tullio quasi non ci badò e fece per scacciarlo via con una mano "Non riesco a crederci! Era lui" si passò una mano tra i capelli, gettando la testa più verso il basso "Per tutto questo tempo ho lasciato che Belle..."
Quella semplice frase attirò inevitabilmente l'attenzione di Jim che lo raggiunse con pochi passi "Cosa intendi?" chiese, intromettendosi tra lui e Miguel.
Tullio alzò debolmente il capo e gli lanciò un'occhiataccia "Non è carino origliare."
"Ma se voi due lo fate sempre!" 
"Però, oggi Jimmy ha la lingua tagliente" disse Miguel.
L'altro alzò gli occhi al cielo, puntando nuovamente lo sguardo verso il Corvonero "Cosa stavi per dire?"
Ma più Tullio rimaneva in silenzio, più Jim sentiva di voler insistere.
"Sapevi di Belle e Adam? Erano amici?" 
"Ascolta..." iniziò, poco convinto "Non credo che..."
"Si che lo erano..." annuì Miguel, guadagnandosi un'occhiataccia da parte del Corvonero, che lui prontamente ignorò.
"Perché ti racconto sempre tutto?"
Inaspettatamente il volto del Grifondoro si fece più serio "Credi che Adam non lo dirà una volta che si sarà calmato? Ben presto lo saprà tutta la scuola."
Alla fine l'altro sembrò cedere "D'accordo. Erano amici" disse, aggiungendo poco dopo un ulteriore frase "...Forse di più."
Jim lo fissò sorpreso "Cosa?"
"Non ho chiesto i dettagli. Li ho solo beccati una volta e sembravano molto in sintonia" continuò Tullio, continuava a guardarsi attorno ed era in evidente disagio "Ma era un segreto."
"E tu come lo sai?"
"Mi ha fatto promettere di non dirlo a nessuno. Belle non ama i pettegolezzi."
"Adam non era stato bocciato per aver saltato un anno di scuola?" chiese Miguel pensieroso.
"
Quel tipo è sempre stato strano. Ora capisco il perché..."
Jim continuó incuriosito "Quindi non sapevi del...?"
A quel punto l'espressione di Tullio si irrigidì "Certo che no! Per me era solo il tipo silenzioso dell'ala ovest! Non erano affari miei con chi voleva frequentarsi o meno Belle!" 
Lo scatto fu talmente improvviso che perfino Miguel si sorprese, lo frenò appoggiandogli una mano sulla spalla per scuoterlo leggermente.
"Ehi, calmati. Jim non ti ha mica accusato."
Quel gesto riuscì stranamente a calmarlo "Hai ragione, mi spiace..." 
Jim avrebbe voluto dirgli che non c'era motivo di scusarsi, che era naturale essere così scosso, dopotutto lui e Belle erano nella stessa casa e si conoscevano ormai da sette anni, ma Tullio riprese subito a parlare.
"Credimi, mi sento già abbastanza in colpa per quello che è successo" prese un profondo respiro, passandosi nervosamente una mano tra i capelli "Era anche amica mia."
Era distrutto, Jim poteva leggerglielo negli occhi e di sicuro questa cosa lo avrebbe accompagnato per sempre.
Anche Miguel sembrava dello stesso umore, a stento riusciva a guardare lui e Jim "Ehi amico, non potevamo saperlo" disse "Nessuno lo sapeva."
A quel punto Tullio si irrigidì nuovamente, comportandosi  come se avesse un groppo in gola e dopo un lungo minuto, tirò fuori anche gli ultimi dubbi "...Forse Belle si."
Jim e Miguel scattarono immediatamente, facendo innervosire ancora di più il Corvonero.
"Lasciate stare, non mi va di parlarne ora."
"Tullio..."
"Potrei essermi sbagliato..."
Ma dopo avergli lanciato un ultima occhiata, si convinse.
Tullio si grattò leggermente il capo e, dopo essersi guardato attorno con circospezione, si chinò verso di loro "Una sera dovevo farmi consegnare da Belle degli appunti e senza volerlo l'ho vista... Che... Prendeva della tintura di aconito dalla scorta di Ego."
L'amico lo fissò incredulo.
"Belle che..."
"Ascolta!" lo fermò  "Fa strano anche a me, credimi. Mi disse che Ego le aveva dato il permesso, ma è stata molto vaga e non ci ho prestato molta attenzione al momento. Ego spesso le assegnava dei compiti extra, ma ora con tutta questa faccenda... Non posso fare a meno di pensarci..."
"A cosa?" chiese ancora Jim.
Anche Miguel non sembrò capire. Tullio si portò una mano al capo e sospirò "Non avrei mai creduto di dirlo ma... voi due dovete seriamente studiare pozioni!" disse, dando un colpetto al capo ad entrambi "Sveglia, la tintura di aconito è uno degli ingredienti per la pozione anti lupo! Forse voleva aiutarlo, no?"
Miguel annuì con aria pensierosa "Potresti aver ragione."
"Belle è sempre stata brava in pozioni, è una delle migliori..." ma come lo disse, il lieve sorriso sul volto si spense nuovamente "Era..."
Passarono una manciata di secondi nel silenzio, finché la voce di Miguel si fece risentire.
"Ma non è proibita? Non riesco a pensare ad una come Belle che traffica su queste cose di nascosto."
"Ma ti viene facile pensare ad una Belle che si prodiga per aiutare un amico" disse Tullio "E tu dovresti saperlo bene."
Miguel a quel punto si fermò, ripensando a quella volta che Belle lo aiutò a studiare per l'esame G.U.F.O di pozioni. Dopo che Tullio aveva confessato a Belle durante una lezione che rischiava la bocciatura in pozioni, lei si era offerta subito di aiutarlo. Miguel ne rimase piacevolmente stupito, lui la conosceva principalmente come compagna di classe di Tullio e si erano scambiati davvero poche parole nel corso degli anni, eppure questo non aveva frenato la ragazza a tendergli una mano e con tutta la pazienza del mondo gli aveva fatto da tutor nelle settimane seguenti, riuscendo a fargli ricordare anche le formule che mai avrebbe pensato di memorizzare.
Quel breve pensiero fece sorridere Miguel, era davvero una brava ragazza e come Tullio, anche lui si sentiva responsabile per non aver detto nulla di lei e Adam.
Se solo lo avesse saputo prima...
"Beh certo" disse "Ma se fosse così, significa che..."
"Sapeva a cosa andava incontro..." concluse Tullio, guardando silenziosamente Jim.
Vennero poi interrotti dal richiamo di Cielo, ormai quasi all'entrata della sala, con un braccio fece cenno ai due di raggiungerla, a quel punto Tullio e Miguel si guardarono, quest'ultimo appoggiò nuovamente una mano sulla spalla di Jim per salutarlo e si allontanarono prima che la ragazza potesse nuovamente richiamarli. 
In mezzo alla folla avevano urtato per sbaglio il professor Bunnymund, ma lui non ci fece troppo caso, sembrava concentrato a cercare qualcuno e, una volta adocchiate le figure di Anna e Merida, accelerò i passi per raggiungerle più velocemente.
"Mi spiace disturbarvi adesso, ma il preside vuole parlarvi, in privato" sottolineò, facendo cenno poi alle ragazze di seguirlo. Le Grifondoro si scambiarono una veloce occhiata, ma decisero di non dire altro, forse ancora provate per quella terribile giornata, si limitarono a lanciare un ultimo sguardo alla foto di Belle, circondata dai fiori e si avviarono dietro al professore per raggiungere l'ufficio del preside.



 
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Normalmente il preside Nord avrebbe tenuto un breve saluto, augurando un felice Natale, tutti sapevano della passione del suo amore per quella festività, ma in seguito ai recenti avvenimenti, unito anche l'arresto di Adam, si era deciso di annullare tutto, intimando semplicemente gli studenti a raggiungere i loro dormitori. 
Di solito Elsa non passava mai il Natale in famiglia, era sempre rimasta a Beauxbatons anche durante le festività. Aveva le sue abitudini, posti tranquilli dove isolarsi più facilmente, magari per leggere in tranquillità e soprattutto aveva la sua stanza. Grazie anche al sostegno delle sue zie era riuscita ad avere una camera solo per lei, evitando così di doverla dividere con qualche ragazza per non rischiare di essere scoperta o peggio, ferirla inconsapevolmente. Tutte quelle piccole cose le davano sicurezza, dei posti dove poteva sentirsi a suo agio.
Era strano, negli ultimi tempi a Beauxbatons si era seriamente convinta di poterci convivere e questo le aveva permesso anche di accettare l'invito insistente di Uberta nel partecipare allo scambio, ottenendo una camera solo per lei. 
Anche se per poco, in quei brevi momenti si era sentita serena per la prima volta.
Ma poi quell'attimo cessò, così come la vita di Milo.
E di colpo quel velo di sicurezza che si era creato venne strappato via. Il potere si fece nuovamente più forte e l'ansia di poter causare altro dolore non faceva che isolarla ancora di più dai compagni.
"E' permesso?" chiese, una volta entrata nell'Aula di Difesa contro le Arti Oscure. La porta era semi-aperta, quindi aveva immaginato ci fosse qualcuno all'interno. La stanza si trovava al primo piano della scuola, lo spazio era abbastanza grande dove spiccava lo scheletro di un drago appeso al soffitto, le pareti erano adornate da grandi finestre, sull'estremità della classe vi era un proiettore che l'insegnante attivava con la magia durante le lezioni.
"Professore?" diede una veloce occhiata, ma di Pitch non sembrava esserci neanche l'ombra. 
Istintivamente pensò che forse lui, a differenza di altri insegnanti, avrebbe passato il Natale fuori.
Stava quasi per andarsene quando una voce alle sue spalle la bloccò.
"Elsa" Pitch si trovava sulla soglia della porta e la guardava quasi sorpreso. 
Lei provò a parlare, ma non sapeva effettivamente come intavolare il discorso.
Prima non era propriamente sicura che Pitch conoscesse il suo reale potere, le sue erano solo supposizioni, ma l'evento di ieri aveva messo ormai in chiaro ogni dubbio. Ora sapeva del suo segreto e la paura che potesse raccontarlo al Ministero della Magia non faceva che tormentarla.
Si domandò anche se il preside lo sapesse a quel punto, se mai glielo avesse detto.
Pitch nel frattempo aveva chiuso la porta e si era avvicinato alla scrivania per appoggiare un libro "Vedo che sta molto meglio, ma non è un bene girovagare per il castello in questo momento."
Elsa pensò fosse stranamente premuroso, troppo. Esitò qualche istante, indecisa se rivelare o meno i suoi timori, ma lui sembrò leggerla nel pensiero
"Se sta per chiedermi se ho informato il preside riguardo l'accaduto, la risposta è si" disse "Potrei mai tenere qualcosa nascosto al grande Nicholas Nord?"
"...Potrebbe?"
"Potrei..." la sua non era una provocazione, ma stranamente questo lo fece sorridere ancora di più "Preferiva che non glielo dicessi? Sospettavamo già di lei, Arendelle."
Elsa strabuzzò gli occhi "Cosa?"
"Il preside non ha intenzione di avvertire il Ministero e nemmeno io. Può bastare?"
Le dava le spalle e stava osservando con aria svogliata dei libri impolverati sugli scaffali "Perché crede che le sia sempre stato attorno? Perché provo simpatia per lei?"
Elsa lo fissò pesantemente, al punto che l'insegnante questa volta sembrò cedere. 
"Glielo avevo già
ripetuto, non ho preferenze."
"Quindi mi spiava."
Lo sentì sogghignare ancora, ma questa volta riprese il contatto visivo "Suvvia... spiare la fa sembrare così sbagliato. La stavo tenendo d'occhio, dovevo proteggerla."
"Da chi?"
"Da qualcuno che non è felice della sua esistenza. Serve solo sapere questo, per il momento."
Lo sguardo della giovane si fece ancora più severo, tanto che Pitch ne rimase incuriosito "Che c'è?"
"Se le da così fastidio proteggermi, perché lo fa?" chiese "E chi sarebbe questa persona?"
L'uomo non rispose, si voltò ancora e prese a sistemare in modo quasi maniacale qualche vecchia pergamena lasciata in disparte. Ma Elsa non si arrese e fece un passo in avanti.
"E' più di una? E' uno studente? E' qualcuno al di fuor..."
Prima che potesse finire, Pitch si girò di scatto verso di lei, guardandola con severità "Lei-fa-troppe-domande" il suo sguardo poi si fece inaspettatamente più tranquillo, a tratti divertito. Ma questo atteggiamento fece solo irritare maggiormente la ragazza.
"Sa cosa si dice dei curiosi?"
"Come spera che possa fidarmi di lei se non mi racconta tutto?"
"Tempo al tempo, Arendelle" disse "Devo anche io fidarmi di lei, dopotutto."
Elsa girò il capo verso la porta d'entrata, ancora arrabbiata "Ritiro tutto, non è affatto premuroso..."
"Sopravvivrò" prima che Elsa potesse fare un passo verso l'uscita, la sua voce la fermò ancora "Ma intanto, sono l'unico che l'ha aiutata davvero."
"Perché?"
"Perché è diversa."
"Diversa..." si circondò le braccia e sul suo volto si formò un sorriso amaro "...Non ho mai chiesto di esserlo."
Ogni giorno sperava di svegliarsi e non sentire più quel potere dentro di lei.
Ogni giorno avrebbe voluto essere semplicemente normale.
"Ma lo è, e per quanto possa fingere il contrario... Ciò che la distingue non svanirà come per magia" le si avvicinò "Ve l'avevo detto che sarebbe scoppiato un danno irreparabile." 
In risposta, Elsa indietreggiò ancora di un passo.
Quell'uomo la metteva terribilmente in soggezione. Ma lui sembrò ignorarla e le si avvicinò ancora.
"Jackson Frost è sopravvissuto" disse la ragazza.
Lui inarcò un sopracciglio "Quel ragazzino è stato solo fortunato." 
"Avevo detto che non volevo essere portata indietro! Se lei non mi avesse costretta io..."
"Lei cosa? Sarebbe fuggita ancora? Deve partecipare al Torneo o se l'è dimenticato?" senza darle il tempo di rispondere le afferrò il polso, alzandole la mano fino al viso "Non può scappare per sempre, questo fa parte di lei! Deve imparare a conviverci."
Quel gesto così impulsivo fece scattare qualcosa in Elsa. Nemmeno Hans si era avvicinato così tanto da prenderle addirittura il polso.
Sarebbe dovuta rimanere in silenzio, ma c'era qualcosa nello sguardo di Pitch, nel suo modo di porsi, che in quel momento le aveva suscitato una rabbia tale da reagire. Si liberò dalla presa con una forza tale da lasciarlo sorpreso "E' quello che cerco di fare!" esclamò "Ma più freno questo potere, più sento che vuole uscire e io... Non riesco a fermarlo!"
Batté un piede e uno strato di ghiaccio si formò sotto, arrivando fino a colpire la gamba di un tavolo. 
"...Vorrei... Lo vorrei davvero."
Pitch la osservò in silenzio, poi dalla sua tasca tirò fuori un fazzoletto e glielo porse. Un po' riluttante, alla fine l'altra accettò e si asciugò leggermente gli occhi.
"Ha solo bisogno di allenamento. Se mi desse la possibilità, potrei aiutarla a controllarlo."
"Ci ho già provato."
"Non con me."
Prima di rispondere Elsa rimase qualche secondo ad osservare il fazzoletto scuro.
"Non sono uno sprovveduto, so a cosa vado in contro."
La ragazza alzò poi lo sguardo su di lui e alla fine annuì "D'accordo..." vide l'espressione dell'insegnante rilassarsi, come se fosse sollevato. Riuscì perfino a tirar fuori un debole sorriso.
Lei invece rimase impassibile, forse perché ormai aveva letteralmente perso ogni speranza.
"Ma la avverto, ho provato a fermarlo per anni ed è stato inutile."
E per la prima volta, lo sentì ridere.
Lo guardò nuovamente, ora più confusa che mai.
"Oh Elsa... E' proprio questo il problema. Non deve reprimere i suoi poteri: deve accettarli."
"A_accettarli?" ripeté accigliata "Mi chiede di accettare una simile maledizione?"
Lui le si avvicinò ancora "Lo sa, c'è un vecchio detto tra i babbani: Tieni vicino gli amici, e ancora più stretti i nemici" disse, diventando più serio "Ha sempre considerato questo potere un nemico e ha sempre cercato di allontanarlo, guardi dove l'ha portata."
Elsa abbassò lo sguardo.
Come poteva accettare un potere che l'aveva costretta per anni alla solitudine, a separarla dai suoi genitori, da Milo, da sua sorella.
Ma d'altra parte, forse poteva essere davvero l'unica possibilità. Aveva sempre cercato di reprimerlo, magari l'idea di Pitch poteva realmente funzionare.
Doveva fare qualcosa, o la prossima personahe avrebbe colpito non sarebbe stata così fortunata come Jack.
Incrociò nuovamente gli occhi scuri dell'insegnante ed annuì. Dopotutto, ormai non aveva nient'altro da perdere. 



 

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NOTE AUTRICE:

Buone Feste a tutt*! Alla fine sono riuscita ad aggiornare, e anche questo capitolo sprizza gioia da tutti i pori ahah
Non potevo permettermi di saltare il momento della veglia di Belle e poi alla fine è servita per un plot twist. Vi aspettavate lui come lupo mannaro? Mi piaceva un sacco l'idea!
La storia sembra finita, ma credetemi non lo è, ci saranno ancora altre scoperte andando avanti.
Spero di incuriosirvi sempre e di non fare troppi pasticci, la mia paura è sempre quella di creare troppa confusione o di non dare il giusto spazio ai personaggi ❤
Diciamo che abbiamo superato il primo atto (che alla fine sarà il più lungo per via dell'introduzione dei personaggi), non avrei mai pensato di dedicarmi così tanto a questa long, senza rendermene conto siamo arrivati al capitolo 33!
Grazie ancora per continuare a leggerla e auguro a tutt* Buon Anno! 


_ Delbert Doppler: E' uno dei personaggi del film "Il pianeta del tesoro", un cane antropomorfo, amico fidato della famiglia Hawkins. Visto che nel canon é un astrofisico ho pensato potesse starci come insegnante di Astronomia.

_ Adam: E' il principe de "La Bella e la Bestia". Qui ho rielaborato un po' il suo background, cercando di mantenere la parte della bestia fattibile nel contesto di HP.


 
~Un abbraccio~
  
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