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Autore: tbhhczerwony    29/12/2021    1 recensioni
[OC & Mirton centric | accenni a qualche ship (ajnashipping, juxtapozshipping) | demenziale, angst, a tratti violento | ambientato durante BW2]
«Se vuoi diventare membro dei Superquattro devi anche studiare molto, sai?» le disse, «Essere Superquattro non vuol dire solo essere forti con le lotte Pokémon: è molto di più»
«Lo so, zio. Ma io vorrei andare in una scuola che mi permetta di non allontanarmi da casa, per tornare quando voglio»
Mirton scoppiò a ridere, facendo roteare una carta del suo mazzo tra le dita, «Hai una fervida immaginazione, signorina. Andrai a un college, non a un altro liceo»

La vita di Jenna si alterna tra piacere e dovere, unendo anche il sogno di diventare Superquattro come suo zio, Mirton. Il percorso è tutt'altro che facile, ma la ragazza non vuole perdersi d'animo e credere di più in sé stessa.
Genere: Angst, Generale, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Artemisio, Camilla, Catlina, Mirton
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Videogioco
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- Questa storia fa parte della serie 'Jigentō'
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è passato un altro mese, io ho scritto questo capitolo con una botta di ispirazione che avevo e spero di postare il prossimo il prima possibile, aiuto. buongiorno! siamo nel periodo delle vacanze natalizie, nonostante io non lo festeggi particolarmente, sto solo mangiando cose diverse rispetto ad altri giorni, ma ho avuto comunque molte cose da fare. questo capitolo è un po' più lungo degli ultimi due ma più corto del primo capitolo, il giorno è lo stesso del secondo ma il prossimo (che sarà il quinto? boh non mi ricordo già più) sarà la sera in cui mirton e la gang di superquattro e capopalestra (che in realtà sono tipo tre di loro, ma okay) vanno alla villa di catlina a trovare camilla. non mi piace per niente la ajnashipping, noooo. assolutamente, no, no. in ogni caso, ora vi lascio al capitolo. buona lettura!!
 


 


Stai crescendo troppo in fretta




 

Vedendo che Mirton non accennava ad arrivare, Jenna approfittò per accettare la sfida di Anthony. Dopotutto doveva solamente aiutarlo per un esame, non ci avrebbe messo molto—anche perché, avendo solamente Lily e l’unico Pokémon di tipo Normale di Anthony era Watchog, la lotta avrebbe preso massimo venti minuti, secondo qualche calcolo veloce. La ragazza raggiunse il compagno nell’aula apposita per le lotte, preparando i propri Pokémon alla sfida amichevole.

«Comincio io!» esclamò Anthony, «Watchog, usa Morso!»

Watchog si avventò su Lilligant, aprendo la bocca per preparare la sua mossa.

«Schivalo e usa Fascino!»

Lily fece come ordinò la sua Allenatrice, l’attacco di Watchog cominciò a calare. Anthony non si fece scoraggiare, e ordinò al Pokémon Sentinella di usare Iperzanna. Il Pokémon Fiorfronzolo non fece in tempo a difendersi, di conseguenza si beccò una bella batosta prima di prepararsi a lanciare Verdebufera, come ordinato dall’Allenatrice. I due erano alla pari, l’Allenatore ordinò a Watchog di usare Focalenergia, mentre Lily usò Sintesi.

Era la loro prima lotta da quando frequentavano quella scuola insieme, Jenna si rese effettivamente conto che forse non avrebbe dovuto spingersi troppo. Non conoscevano le mosse dell’uno e dell’altro, Mirton le aveva sempre consigliato di lasciare almeno gli attacchi più potenti per ultimi e se voleva azzardare, di farlo responsabilmente. Ma dopotutto, lui stesso era uno che azzardava. La loro politica era proprio quella di dare il massimo, come se fosse l’ultima lotta.

«Bene, Watchog, usa Schianto!»

Watchog si avventò nuovamente su Lilligant, ma nonostante il danno considerevolmente alto, Lily non volle cedere.

«Usa Petalodanza!» esclamò Jenna.

E fu proprio quella la mossa finale. Watchog cadde a terra, non riuscendo più ad alzarsi. Anthony sospirò e lo fece ritornare dentro la Poké Ball.

«Sei stato bravo, ora ci attende solamente il vero esame» si voltò a guardare la ragazza, «Grazie per essere venuta, alla fine. Non saprei a chi avrei potuto chiedere, altrimenti»

«Di nulla. Come mai ci tieni così tanto? In fondo è un normale esame scolastico» tentò a chiedere lei.

«Beh, vedi…» l’Allenatore provò a spiegare, «Non so se te ne sei accorta, ma i miei voti stanno un po’ calando ultimamente. Devo aiutare mio padre con dei lavori importanti, e non ho molto tempo per studiare, posso farlo solamente qui a scuola»

«Oh, capisco» Jenna annuì, «In questo caso potrei cercare di aiutarti. Pensavo che mi stessi prendendo in giro, prima»

«Non lo farei mai!» Anthony mise le mani avanti, «Devi scusare i miei amici della quarta sezione se ti hanno dato quest’impressione. Sai, loro sanno essere un po’ inopportuni»

«Sì, l’ho notato.» Jenna corrucciò appena le sopracciglia, per tornare a sorridere, «Ora però vado, devo vedere se mio zio è arrivato»

«D’accordo—» il ragazzo camminò a fianco a lei, «Ah, se non devi uscire prima… magari più tardi possiamo fare la strada insieme per tornare a casa, se ti va»

«Non lo so, e poi sai che Diana ha la precedenza» lei gli fece un occhiolino prima di andare nella direzione opposta alla sua, «Ciao!» lo salutò per l’ultima volta.

A quel punto, poté finalmente notare due notifiche da parte di Mirton sull’Interpoké. Si trovava in palestra, poiché sicuramente anche l’allenatore Healey era lì. Jenna fece giusto in tempo a mandare un piccolo messaggio a Diana, prima di dirigersi là. Da lontano, notò le figure dell’allenatore e di suo zio. La discussione sembrava che fosse appena iniziata.

«Glielo dico senza mezzi termini, Jenna non parteciperà più alle sue lezioni» sentenziò Mirton.

«Ah,» l’allenatore Healey assottigliò leggermente gli occhi, «Mi dispiace molto, dopotutto ha iniziato solamente ieri. Posso sapere perché?»

«Credo che lei lo sappia molto bene» continuò il Superquattro.

L’uomo trattenne una risatina, «Come? Oh, mi scusi. Così sembra mia moglie quando è arrabbiata. Sa come sono le donne, “lo sai cos’hai fatto”»

«Non sono qui per ascoltare altre battute maschiliste, mi basta il mondo che c’è là fuori.» ciò che disse l’Allenatore di tipo Buio stupì il professore, «Violenza su minore. Le dice qualcosa?»

Stavolta, il docente non riuscì a trattenere una risata. «Cosa? Ma di che sta parlando?»

«Ieri sera mia nipote è tornata a casa con un livido sull’occhio che le rimarrà per i prossimi mesi»

«Questo è ridicolo, io non le ho fatto niente. Mi sta accusando senza nemmeno avere delle prove» rispose prontamente l’allenatore, «Visto com’è impacciata—e questo l’ho potuto notare ieri pomeriggio—sarà solamente inciampata provocandosi delle leggere lesioni»

Per quanto questo fosse vero, conoscendo sua nipote, Mirton sapeva bene che un livido sull’occhio non poteva essere provocato da una semplice caduta. Jenna aveva ben altre ferite completamente diverse da quella, e se le era provocate cadendo.

«Dovrebbe saperlo, visto che è sua nipote» l’allenatore Healey scrollò le spalle, «Tra l’altro, non pensa di essere un po’ troppo giovane per venire qui e tentare di discutere con un docente?»

«La mia età non ha niente a che fare con il benessere di Jenna,» Mirton assottigliò gli occhi e corrucciò le sopracciglia, tentando però di mantenere il tono calmo, «Mio fratello l’ha affidata a me, di conseguenza non vedo con chi altro dovrebbe parlare»

«Sua madre, per esempio?»

«Mi dispiace dirle che la madre di Jenna è assente da molto tempo. Quindi sono io che mi prendo cura di lei» 

L’allenatore Healey inarcò un sopracciglio, «Scusi se mi permetto, ma è venuto qui inutilmente. So benissimo come allenare la mia squadra, non ho bisogno di un Superquattro che mi insegni come fare il mio lavoro»

Mirton restò per qualche secondo in silenzio, fissandolo con un malosguardo. 

«Buona giornata» disse, prima di andarsene. Si diresse verso l’uscita della palestra, incontrandosi con Jenna dopo poco. La ragazza non sembrava aver sentito, era troppo lontana.

«Zio!» lo chiamò lei, «Che cosa ti ha detto?»

Mirton rimase nuovamente in silenzio. L’espressione di Jenna tramutò da un sorriso alle sopracciglia incurvate per la preoccupazione.

«Zio Mirton…?»

«Scusa, te lo dico dopo. In che classe sei, adesso? Vorrei dire al tuo insegnante che ti porto a casa»

 

***

 

Dopo aver parlato con la professoressa, Mirton e Jenna salirono in macchina, e il giovane la mise in moto per cominciare a dirigersi verso casa. Il viaggio sarebbe stato lungo, da Boreduopoli a Spiraria, di conseguenza decisero di mettere un po’ di musica a un volume moderato.

«Quindi… che cosa ti ha detto?» provò a chiedere lei.

Mirton scosse appena la testa, «Niente da fare»

«Mh?»

«Voglio dire che non ha neanche voluto ascoltarmi, lui dice in giro che tu sei caduta, e non che ti ha colpito intenzionalmente» sospirò, «Non ho parole, solo bestemmie.»

«Insomma, non avendo prove, lui approfitta del fatto che lo abbiamo visto solo noi della squadra» la ragazza tentò di riassumere, «Siccome lui è un docente, è logico che i suoi colleghi diano solamente ragione a lui e non a noi»

«Finché non riuscirò a risolvere questa questione, tu non andrai agli allenamenti e se hai bisogno, non andrai neanche a scuola. Con quello che ti ha fatto, dovresti solamente riposare» le sorrise, «Ma cambiamo argomento, Camilla è venuta qui»

«Davvero?»

«Sì, stasera andremo da Catlina a trovarla, ci saranno tutti» le diede una veloce occhiata prima di tornare a guardare la strada, «A meno che tu non debba uscire di nuovo con Diana»

«Oggi non lo so, ma avrei sempre voluto conoscere Camilla! La nominate spesso e sono molto curiosa, oltretutto è la Campionessa di Sinnoh!»

Mirton ridacchiò, «Ma tu l’hai già conosciuta, non ti ricordi? Beh, è anche vero che avevi tre anni e l’hai vista solo una volta… era venuta a fare uno scambio culturale con il suo liceo, parlava la nostra lingua perfettamente per l’età che aveva» sospirò, assottigliando appena gli occhi, «Ma ogni tanto Catlina la faceva parlare nella sua per non farci capire cosa si dicevano»

«Ma la nostra famiglia non è di Sinnoh?» chiese lei.

«Da parte di mia madre, ma considerando la mia voglia di scappare dalle sue grinfie, non ho imparato tanto» tossì leggermente, «Comunque fammi sapere se ci sarai, sono sicuro che a Camilla farà piacere rivederti dopo tanti anni»

«E se la salutassi e me ne andassi?»

Mirton realizzò solo dopo pochi secondi quello che gli era stato domandato, «Scusami?»

«Beh, considerando che sicuramente vorrete bere superalcolici e io sono l’unica piccola in un gruppo di persone che hanno più di vent’anni, la mia presenza è alquanto inutile» continuò Jenna, «E poi non posso di certo aiutarti io a provarci con Camilla» concluse con un sorrisetto.

Questo però fece frenare improvvisamente la macchina e attivare l’airbag per evitare di farsi male. Almeno, quella macchina aveva qualcosa di buono nonostante fosse vecchia.

«Ho detto qualcosa di male?» domandò Jenna.

«No, solo qualcosa che ci stava per uccidere» rispose Mirton.

La ragazza sghignazzò, «Stai arrossendo, quindi ho ragione?»

«No» disse evasivamente lui, rimettendo la macchina in moto, «Ora capisco perché non dovrei portarti con me, mi bastano Artemisio e Antemia a farmi gli scherzi»

«È bella, eh?»

«La smetti?»

Jenna si mise a ridere, «Scusa, è che… è così raro vederti preso per una donna, di solito sei più affezionato ai tuoi dadi o alle tue carte»

«Non sono… “preso”, e poi così la stai solamente strumentalizzando. Camilla è molto più di questo, è una Campionessa, è un’archeologa, è molto intelligente e sa dialogare con eleganza e finezza. Considerarla solo perché è una bella ragazza non la valorizza per quello che è veramente»

La ragazza restò in silenzio, per poi rispondere dopo poco, «E va bene, hai vinto tu» lo vide annuire e fece un sorrisetto, «Non sei innamorato di lei»

«No» aggiunse lui, «Non lo sono. Mi piace perché è bello parlare con lei, ma non vuol dire che sono innamorato»

«Certo» Jenna annuì leggermente, «Anche perché, se lo fossi non saresti così»

«No, infatti»

«Saresti… completamente diverso, molto più sciolto»

«Io sono sciolto.»

«Ma sì, questo lo vedo» la ragazza fece finta di dargli ragione, «Voglio dire, che se fossi innamorato diresti molto di più»

«Sì, e poi l’amore è un sentimento che viene dal cuore, il mio non batte per qualcuno da molto tempo»

Gli scherzi erano finiti. L’espressione di Jenna cadde lentamente, mentre si tolse la benda dall’occhio per riaggiustarla tra le mani. Cos’era l’amore per lui? Forse non l’aveva ancora capito, per questo negava i suoi sentimenti per Camilla. Lui non riusciva a vederli, gli altri sì.

«Beh, a me qualcuno piace» Jenna provò nuovamente a rompere il ghiaccio, «…Diana è carina. Ma non sono sicura che sia amore, forse è solo una cotta»

«Prima o poi lo scoprirai» le disse Mirton.

Il Superquattro parcheggiò la macchina nel garage, dopodiché uscirono entrambi per chiudere le portiere. Jenna sarebbe dovuta uscire con Diana anche quella sera, ma non sarebbe stato male fare un saluto a Camilla prima di andarsene, Mirton si trovava d’accordo con questa sua idea. Quando la ragazza entrò per prima in casa, lui chiuse la porta e si avviò lentamente in cucina. Forse Blanchard aveva ragione, lo stava facendo crescere troppo in fretta. Ma non era colpa sua, il fratello maggiore aveva solo avuto un posto di lavoro lontano da loro, Jenna non aveva nessun altro, tranne lui.

«Zio, potremmo giocare a Smashing Fighters prima di pranzo!» suggerì lei da lontano.

Mirton sorrise e annuì, «Va bene, preparo i controller!»

 
 
   
 
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