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Autore: Sinden    02/01/2022    1 recensioni
Heloise é una giovane studiosa. Il suo sogno é quello di essere ammessa a Orthanc, la Torre di Isengard, in cui vengono istruiti e formati i futuri Stregoni.
Per farlo, dovrà prima superare una difficilissima prova.
🌺🌺🌺
FF tolkeniana, genere avventuroso, basata anche su film Lo Hobbit - La desolazione di Smaug.
Nuovo personaggio.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Thorin Scudodiquercia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La sacca da viaggio di Helli si era riempita di foglie e di terriccio nella caduta.

Alla luce di una fiaccola che Andriel aveva prontamente riacceso con l'aiuto di due legnetti secchi, la ragazza ispezionava ansiosamente il bagaglio.

"Non mi dire che l'hai perso, non me lo dire..." mormorò l'Elfa.

"No...eccolo. E' qui." sospirò Helli, stringendo il pezzo di cuoio che Nohmus le aveva dato per custodire il gioiello. Una smorfia del viso tradì un improvviso dolore interiore. La paura e la tensione la stavano sfiancando. Andriel era riuscita a medicarle lo sbrego al polpaccio, ma nulla poteva fare per le ferite del suo spirito.

"Ci siamo, Heloise. Questo è il grande fiume del bosco. Dobbiamo risalirlo, e troveremo l'uscita. Se Eru vuole, Eradan ha ricevuto il mio messaggio e lui e il Nano sono in cammino. Dovremo solo aspettarli presso le sponde." provò a rincuorarla Andriel.

"E chi ti dice che quel passero li abbia raggiunti?" reagì l'umana. "Chi ti dice che non siano già caduti nella trappola di un Ragno, o fatti prigionieri dagli Elfi, o chissà cos'altro?!"

"Ci risiamo col tuo pessimismo. Sai che devi fare? Quando senti di perdere le forze e le speranze, pensa al mio Comandante, pensa che lo rivedrai se sopravvivi." sorrise l'Elfa. "E' un pensiero piacevole, no?"

"Che c'entra il tuo capitano, adesso?" rispose Helli, alzandosi faticosamente in piedi. "Mi hai presa per Isadora?"

"No. Neanche per un momento. Ma tutti hanno capito che Nohmus non ti è indifferente." disse Andriel. "Per quanto io consideri la tua infatuazione pura follia, riconosco che può esserti utile per darti qualche motivazione in più. Perciò pensa a lui se ti senti giù."

"Io penso solo che il tuo Regno e la tua bella gente siano distanti anni luce da me. E penso che non rivedrò più mia sorella né il tuo capitano né la mia casa a Midlothian. Ho tanta voglia di lasciarmi andare, Andriel. Tu non immagini neanche come mi sento." si lamentò Helli.

Le due ripresero il cammino, costeggiando la corrente nera e fredda che attraversava il bosco, nel suo infinito fluire.

"Invece credo di saperlo. Anch'io mi sentii come te quanto rimasi sola. I miei genitori caddero in un'imboscata degli Orchi. Non erano soldati, non erano in grado di combattere. Mio padre era un tessitore, mia madre una brava artigiana del rame. Morirono che io ero piccola, ma fu proprio la mia giovane età a salvarmi. Mio padre mi incoraggiò a salire su un albero, quando avvertì la vicinanza degli Orchi...e quei mostri non mi videro. Mi salvai la pelle grazie alle fitte fronde di una grande quercia. Rimasi lassù finché non udii più alcun rumore. Quando scesi, non ebbi il coraggio di guardarmi intorno, non volli vedere i cadaveri dei miei. Saltai giù dall'albero e pensai solo a correre e correre...oh, se conosco la paura!" raccontò l'Elfa. "La paura è una brutta gatta da pelare...ma non bisogna dargliela vinta!"

"E poi cercasti rifugio da Elrond?" chiese la ragazza.

"Non proprio. Ero scappata senza saperlo nel suo territorio. Lui e i suoi soldati a cavallo passarono nella parte di bosco in cui ero io...e mi trovarono, rannicchiata dietro un cespuglio. Con immensa generosità il mio signore mi accolse nel suo regno. E lì fui salva." rispose l'Elfa.

"Gli devi molto. Lo consideri un padre, immagino." rifletté l'umana.

"No. Ho avuto un padre, e mi ricordo molto bene di lui. Lord Elrond é un grande e carismatico Elfo, a cui devo la mia sopravvivenza. Per me, è il mio capo, colui a cui rispondo. Ma non un padre." negó Andriel. "Io appartengo ai Noldor, e la mia razza è lontana da Gran Burrone."

"Dovresti stare nel Lothlórien. In effetti, lì potresti sentirti a casa." aggiunse Helli.  "Dama Galadriel e Lord Celeborn ti accoglierebbero."

Non si era accorta dell'enorme massa scura che si avvicinava alle loro spalle.

Ma Andriel udì.

Si giró di scatto e alzó la fiaccola.
Non c'era niente alle loro spalle.
Almeno, niente che l'occhio potesse cogliere.

"...cosa c'è adesso?" chiese Helli. Sentì l'ansia risvegliarsi.

"Ho sentito un fruscìo." riveló l'Elfa. "...dietro di noi..."

"Per forza, stiamo camminando sulle foglie." azzardó Helli. "Non puoi allarmarti per ogni..."

"No. C'è qualcosa qui." la zittì Andriel.

"Forse uno degli Elfi? Ci sta seguendo?!" chiese Helli girandosi a destra e a sinistra.

"No." sussurró l'Elfa. Alzó la fiaccola ancora di più e guardó in aria. Una smorfia di orrore si disegnó sul suo viso pallido. Con forza inaló una lunga boccata d'aria fredda, e le sfuggì un mormorìo in elfico.

"Cosa...?" urló Heloise, guardando a sua volta in aria.

Un enorme ragno era sopra di loro. Ancorato con le otto zampe alle rocce che formavano le pareti della conca, mostrava il ventre marrone striato di peluria e cosparso da una strana sostanza viscosa, che colava sul terreno come la cera delle candele.
Era molto, molto più grande di quello che le aveva aggredite vicino alla casa di Radagast.

Un pungiglione acuminato come una falce già fuorusciva dal fondo dell'addome, pronto a infilzare le due donne.

Helli strilló e si portó le mani al viso.

"Saenathra. Si diceva vivesse in questa Foresta. Questa conca è la sua tana!" urló Andriel, spingendo Helli con violenza all'indietro. La ragazza cadde seduta con un tonfo. "Scappa! Corri!" la esortó Andriel.
Ma Helli era agghiacciata, immobile di fronte a quell'insetto impressionante. Ipnotizzata dal movimento delle sue fauci, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Fu solo quando un rigagnolo di saliva del ragno le cadde su una guancia, che realizzó. Gridó un'altra volta.

"Scappa!" le comandó di nuovo l'Elfa. Finalmente, l'istinto reattivo di Helli ebbe la meglio e si alzó in piedi, iniziando a correre a più non posso in mezzo al buio. Ma inciampó in una radice e cadde di nuovo.
Saenathra fece per scattare e rincorrerla, ma Andriel alzó le braccia per richiamare la sua attenzione. "No! Non lei! Qui! Qui, prendi me!" le urló.

Il ragno allora giró tutti i suoi occhietti neri verso l'Elfa, e di nuovo aprì le ganasce, come a preparasi a un succulento pasto.
Andriel inizió a correre, ma Saenathra riveló una straordinaria velocità e in un attimo fu a pochi centimetri da lei.

L'Elfa si giró e tentó quanto già sperimentato con Melthotiel: unì le mani e formó un nuovo, luminescente schermo protettivo. La Luce emanata da quella magia elfica spaventó il ragno femmina, che portó le zampe anteriori a protezione degli occhi. Ma poi tentó un contrattacco, scagliandosi con tutta la sua mole sulla bolla iridescente generata da Andriel. Rimbalzó indietro, come se le sue zampe si fossero ustionate al contatto con lo schermo.

Andriel sorrise. "Non puoi farmi del male. Non puoi farmi niente." disse.

Il ragno lasció andare un verso alto e stridulo, di totale frustrazione.

"Torna nell'ombra. Sparisci nella tua grotta." le intimó l'Elfa, avanzando di un passo.

Ma Saenathra aveva tutt'altro piano.

🌺🌺🌺

Una volta compresa l'inutilità dei suoi attacchi contro l'Elfo femmina, il ragno decise di tornare sui suoi passi e rivolgere la sua attenzione ad Heloise, nel frattempo nascostasi sotto a un cespuglio.

Senza fatica, seppur al buio, riuscì a individuarla, e strappó via con una delle zampe il mucchio di sterpaglie sotto al quale la ragazza si era rannicchiata.

Helli gridó e sgattaioló sotto a un altro grande ammasso di rami caduti e foglie rinsecchite. Ma Saenathra la trovó anche lì. Con una nuova zampata, mandó all'aria il nascondiglio della donna, che corse allora dietro a un tronco caduto sul terreno. Si appiattì sul terriccio più che potè, e per qualche secondo ebbe l'impressione che il mostro non riuscisse a vederla.

Non fu peró sufficiente: Saenathra afferró con le possenti mandibole il tronco e riuscì a spostarlo, scoprendo Helli.

La ragazza a quel punto si trovó senza via d'uscita nè di fuga. Con orrore, vide la sagoma del ragno avvicinarsi a lei, e si aspettó la fine.

Urló fino a svuotarsi i polmoni.

"Ferma, figlia di Shelob." sentì la voce di Andriel comandarle. Una torcia accesa voló quindi sul dorso del ragno, mandandolo in fiamme. La mostruosità si contorse e squittì di dolore.

Il fuoco illuminó la scena.
Heloise vide allora Andriel impugnare una spada massiccia, argentata. La spada di Oropher.
Vide l'Elfa brandirla con entrambe le mani e cercare con gli occhi il punto giusto da colpire. Quando Saenathra inarcó il dorso per togliersi la fiaccola di dosso, Andriel vibró il colpo, con forza, e precisione. La grande spada trapassó il torace del ragno, da una parte all'altra. Liquido verdastro schizzó allora come un geyser, colpendo Andriel che arretrò disgustata.

Helli osservó l'insetto contorcersi e stridere negli spasmi dell'agonia. Si alzó in piedi e corse dietro ad Andriel, che ancora brandiva l'arma rubata a Thranduil. "Sta morendo!!" le disse. "...sei riuscita a ucciderla!"

"Guarda. Guarda adesso." le disse Andriel.

Helli vide il ragno capovolgersi e agitare le grandi zampe irsute all'aria. D'un tratto, persero ogni energia residua, e si abbandonarono sul terreno, inerti. Il corpo del ragno inizió a decomporsi all'istante. Diventó sempre più piccolo, atrofizzato, e infine si trasformó in polvere.

"Incredibile! Si è dissolto!!" esclamó Helli. "Ma com'è possibile?!"

"È la lama di questa spada. Ti ho detto che ha proprietà uniche. I ragni sono creature di Morgoth. Questa spada è letale per loro. Per tutte loro. Ma ora seguimi...voglio vedere una cosa." rispose l'Elfa, avvicinandosi al cumulo di polvere.

"Non é una buona idea!" disse Helli. "Andiamocene!"

"No. Vieni qui. Non c'è pericolo ormai." ribattè la guerriera, affondando le mani nella polvere. Poi trovó qualcosa. "Helli...vieni subito!" gridó.

La ragazza si avvicinó timorosamente all'ammasso di cenere.

L'Elfa stava con le mani scavando in quella montagnola grigia, quando dal nulla apparve...un viso. Un viso di ragazza, sepolto sotto la cenere.

Helli sbottó : "Oh grande Eru!!! Ma chi é?!!"

"Saenathra. La vera Saenathra." rispose con calma Andriel, continuando a scavare. Apparve un corpo femminile perfettamente formato, e nudo. "La maledizione di Morgoth è stata purificata grazie alla spada di Oropher. Ora la sua anima è libera. Lei e sua madre erano due spiriti femminili, imprigionati dal grande demone nei corpi di ragni mostruosi. Shelob vive ancora nella sua maledizione, ma lei ora è libera."

Helli osservó il viso cinereo della ragazza. Le ricordó Alice Huxley. Trasformata in creatura di carne e sangue, le sembró un'adolescente qualsiasi.

D'un tratto, la donna spalancó le palpebre.
Andriel e Helli balzarono in piedi, colte di sorprese.

L'essere femminile mormoró qualcosa. Lo sguardo vitreo fisso verso le stelle, mosse le labbra, come stesse pregando sottovoce.

Andriel si gettó carponi per udire le sue parole. "Saenathra puoi sentirmi? Sei libera, ora. Va' da lui...dal nostro grande Padre."

La ragazza allora scandì chiaramente: "LUCE. PACE. GIOIA." e subito dopo spiró.

Helli si porto le mani alla bocca, commossa. "Che destino orrendo...poverina..." mormoró.

"Ora è salva. Non dispiacerti per lei." le disse Andriel. "L'abbiamo aiutata."

"Dobbiamo seppellirla. Non lasciamola così, ti prego." propose Helli, coprendo il corpo nudo col mantello.

"Non è necessario. Sta' a vedere." le rispose l'Elfa.

Dopo pochi secondi, anche il nuovo corpo di Saenathra inizió a dissolversi. Divenne polvere prima che Helli riuscisse a capacitarsene.

"Vedi cos'è successo? Ha ritrovato la sua vera essenza, dopo essere stata trafitta. Così dovremo fare con Melthotiel. Dobbiamo fare in modo che la lama di quest'arma la colpisca. La libereremo dal veleno di Morgoth, e poco prima che muoia tu le chiederai come raggiungere la tana di Urgost. Lei troverà il modo, ne sono certa. Capisci infine cosa voglio fare?" disse Andriel.

"Usare Melthotiel." rispose Helli.

"Non lei. La sua sapienza." ribatté Andriel. "E noi la libereremo. Mi sembra un equo scambio, no?"

"Se riusciremo a trovarla. Dubito venga da noi come questo Ragno." sospiró Helli.

"Non ho detto che sarà facile. Questo no. Ma io ci credo. Prima peró, pensiamo a come trovare quei due." aggiunse Andriel. "L'istinto mi dice che Eradan e Farin stanno arrivando, e noi dovremo farci trovare nel punto convenuto. L'alba è vicina, Helli. In marcia, ora." la esortó l'Elfa.

Le due, allora, osservarono per un attimo il cumulo di cenere che era stata Saenathra, e mentalmente raccomandarono il suo spirito a Eru. Helli raccattó il mantello e pian piano lo scosse, per levare i residui di polvere.

"Certo, sto vedendo cose che nemmeno immaginavo." disse Heloise. "C'è così tanto da scoprire. Come ho potuto vivere nell'ignoranza per tutti questi anni? Il mondo è molto più di Midlothian."

"Questo è il motivo per cui sei partita da casa tua, mi pare. E molto altro hai da osservare." rispose l'Elfa.

"Andriel...vorrei ringraziarti. Ho perso il conto delle volte in cui mi hai salvato la vita. Sei...ecco, credo di poter dire...che sei la mia migliore amica." disse Helli, guardandola con affetto.

L'Elfa ricambió il sorriso. "Mi fa piacere. Anche tu, sei una buona amica."

"Io sono solo un impiastro. Vi ho trascinati tutti in un enorme pericolo. Credo di non essermi mai scusata per questo." mormoró lei, imbarazzata.

"Anch'io sto imparando molto da questa esperienza. Forse è tutto scritto. Forse c'é un piano di cui ancora non siamo a conoscenza, e di cui certamente non sei tu la responsabile. Tutto va come deve andare...è consolatorio, no?" rispose Andriel.

"Vorrei che fossi tu mia sorella." aggiunse Helli, ma Andriel la guardó con improvvisa durezza.

"Non dire mai più una cosa simile. Mai più." la rimproveró. "Tu devi voler bene a tua sorella. Avete lo stesso sangue. È tutto ció che resta della tua famiglia. Non esiste legame più grande. Non si rinnega la famiglia."

"Volevo dire..." balbettó Helli.

"Basta parlare. Heloise, facciamo questo ultimo sforzo, ora. Con Eradan e Farin di nuovo al nostro fianco ci sentiremo più sicure."
Poi ci pensó un po' su e aggiunse: "... vedi che risvolti incredibili sta avendo questa avventura? Mi tocca sperare di ritrovare un maledetto Nano".

 

   
 
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