Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: xla    03/01/2022    1 recensioni
[Vegeta/Goku - Vegeta/Bulma - Goku/ChiChi]
Il cuore del Principe era puro, Goku non aveva dubbi. E avrebbe fatto qualsiasi cosa per il bene di Vegeta.
-Oh Vegeta… sei mio amico e sei ferito, perché dovrei lasciarti soffrire? -
-Perché non fai altro, Kakarot! –
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Goku/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note. 
Cantando diverse sigle anime sto postando questo secondo capitolo. 
Quello che accade in questo capitolo è l’idea principale che mi ha spinto a scrivere il tutto- che poi non è fuggito ma proprio volato via di mano a velocità curvatura!
E ne sono felice.
Grazie infinite Eevaa per avermi fatto notare la mia meravigliosa svista nel capitolo precedente, così ho potuto correggerla subito <3. Erroneamente avevo scritto il mese sbagliato per l’aggiornamento. Questo perché ogni tanto so che giorno è domani ma non so che giorno è oggi. La mente è un posto stupendo, vero?
 
goodvibes 
 
 
 
 
 
What a Prince deserves
 
Capitolo 2
 
I’m not your enemy – part. II
 
 
 
 
Aveva già fatto i preparativi, anche se non c’era molto da fare. Mancava solo la parte più difficile: salutare ancora i suoi amici, la sua famiglia. La festa a casa di Bulma sarebbe stata l’occasione perfetta, la donna si era organizzata in grande come sempre e il giorno dopo erano tutti nel suo grande giardino.
Trunks e Goten lo avevano braccato, raccontandogli che il giorno prima si erano allenati e avevano anche fatto la fusione Metamor, e che volevano combattere contro di lui per fargli vedere i loro miglioramenti. Chichi non era molto contenta, soprattutto perché lo aveva riempito di confezioni varie di cibo che aveva preparato per non presentarsi a mani vuote. Mister Satan e Buu erano arrivati con altrettante leccornie- soprattutto dolci, la passione di Buu. 
La presenza di Yamcha con Pual e Tensing con al seguito Rif gli riportava alla mente tanti ricordi e l’atmosfera era sempre leggera grazie alle battute del Genio e Oolong che non mancavano mai di portare il buonumore- anche se ancora non capiva gran parte dei loro giochi di parole. E la paziente grande tartaruga.
Il cibo era abbondante e la serata fresca e tranquilla, ma Goku sentiva sottopelle quella scossa elettrica che aveva preso a farsi mano a mano più presente da quando si era svegliato il giorno prima. Più intensa al solo pensiero di rivedere Vegeta. Era normale, erano gli unici due saiyan puri rimasti, e ancora di più… la presenza di Vegeta, la sua potenza e carattere lo accendevano in tutti i modi migliori, dandogli quasi ogni scopo, anche se non li aveva ancora compresi tutti, ma andava bene così, le sensazioni che provava erano belle e non facevano male, quindi non potevano essere sbagliate.
Si stava solo godendo il cibo e la compagnia, con Chichi al suo fianco che gli riempiva in continuazione i piatti- come se volesse fargli recuperare sette anni senza del vero cibo. Alla settima porzione di carne, le diede un bacio sulla guancia sporcandole la pelle di salsa e lei fece solo finta di arrabbiarsi. Quasi si era dimenticato di quello che doveva fare, sapeva che non era una notizia brutta, ma era anche consapevole che Chichi non ne sarebbe stata contenta. Inoltre voleva prima parlare in privato con una persona, l’unica di cui si fidava per le cose più importanti e che avrebbe saputo tacere.
Cercò di chiamare telepaticamente Piccolo, che era seduto vicino Videl e Gohan ascoltando attentamente un racconto della ragazza. Gli disse solo di vedersi da soli, capì che l’amico lo aveva sentito perché si girò a guardarlo. Questo bastava.
Buu stava facendo un piccolo sonnellino dopo aver mangiato tanto quanto i saiyan presenti, con grande gioia della mamma di Bulma, e anche il micino del Dottor Brief aveva deciso che era il momento di un riposino e scelse il grande e morbido stomaco della creatura rosa. 
Era il momento per mettersi da parte senza farsi vedere, così si alzò con calma e sorrise a Goten e Trunks con le pance piene che combattevano contro il sonno. Ma non fece molti passi, Crilin lo fermò, con in braccio la piccola Maron che sonnecchiava felice sul petto.
-Crilin! –
L’amico di vecchia data gli sorrise felice: - Volevo salutarti. –
-Eh? Andate già via? –
-Sì, purtroppo sì, mettiamo a letto Maron. –
Goku non capiva il senso, ma se faceva felice Crilin andava bene… quindi significava che doveva salutarlo adesso, come diceva Crilin, ma in modo totalmente diverso da quello che intendeva l’altro.
-Va bene. Buonanotte allora, ci rivediamo presto. –
Crilin lo guardò perplesso: - Certo che ci vediamo, non sei più morto! –
Goku ridacchiò piano portandosi la mano dietro la testa: - Ora no. –
Crilin stava per parlare, quando Diciotto arrivò facendo un cenno al marito e poi girandosi verso Goku: - Buonanotte, Goku. –
-Buonanotte, Diciotto. – lei l’osservò più a lungo di Crilin e più profondamente e Goku cercò con tutto se stesso di non mostrare niente. Azzerò totalmente ogni linea di pensiero, nel timore che la donna potesse leggergli nella mente. Agitò la mano verso i due sussurrando anche la buonanotte alla bambina che già era nel mondo dei sogni, poi decise che era il caso di muoversi, girandosi non vide però più Piccolo. Camminò verso gli alberi, seguendo le indicazioni del namecciano che si era messo dietro uno di quelli.
-Eccomi, - salutò - devo dire di essere un po’ curioso della tua chiamata. –
Goku ridacchiò. Piccolo ha continuato:
-Se era così importante non era meglio comunicare telepaticamente? –
-Forse. – scrollò le spalle. – Ma volevo dirtelo di persona. –
-Molto bene. – annuì il Namecciano. – Parla. –
-Ho scelto di tornare nell’aldilà. – dichiarò senza giri di parole.
-Sei appena tornato, non dirmi che ti manca essere morto. – lo schernì sperando che scherzasse come suo solito.
-No, è stato un gesto egoista il mio. Ricordi cosa ho detto dopo che sono morto alla fine dello scontro contro Cell? –
-Sì, Bulma ti aveva detto che forse era colpa tua il motivo per cui la terra veniva costantemente attaccata. –
-Sono tornato per il Torneo di Arti Marziali. –
-Sì, e quindi? –
Goku non rispose, e dopo pochi istanti Piccolo sbarrò gli occhi: - Cosa? Non vorrai dirmi che pensi sul serio che- -
-Non importa, il mio posto attualmente è l’aldilà. –
-E tua moglie, i tuoi figli? –
-Sono già morto. –
-Hai idea di quello che hanno passato? –
-Sì, so cosa si prova, ecco perché devo tornare il prima possibile nel paradiso dei guerrieri. –
-E che mi dici del piccolo Goten? –
-È vero, è piccolo. Non so se tornerò, in caso… forse mi dimenticherà. Se questo lo aiuterà a non soffrire. – buttò un occhio verso il secondogenito che era stato spostato da Chichi su una sdraia assieme a Trunks e dormivano vicini.
-Goku… giuro che ogni tanto mi fai venire voglia di menarti. Non capisco se è una mistica saggezza o idiozia la tua. –
Il giovane saiyan ridacchiò appena, poi si fece serio ma i suoi occhi erano tranquilli e determinati: - Ho preso la mia decisione. Finirò di scontare ciò che devo nell’aldilà, come è giusto che sia. –
Piccolo sollevò un sopracciglio. 
-Molto bene, se è la tua scelta, la rispetto. Mi occuperò degli allenamenti di Goten. Perché… sai sì, che Gohan non vuole più- -
-Va bene così, lo so Piccolo. Grazie per esserci. –
Piccolo distolse lo sguardo, non riuscendo a reggere quello di Goku, che poteva quasi vederlo arrossire. Sorrise. Piccolo c’era sempre stato per la propria famiglia, molto più di lui. Era felice che Gohan avesse una figura come quella del namecciano come riferimento. 
-Però dovrai dirlo tu a tua moglie. –
Goku si grattò la testa: - Sì, penso di non potermi salvare da questo. –
-No, non puoi. – ma il tono scherzoso dell’uomo scemò subito, facendosi molto serio: - Ascolta… non sono affari miei ma… ho un presentimento, spero che non sia vero. –
-In genere lo sono, quale? –
-Hai detto che finirai di scontare ciò che devi nell’aldilà. Ma tu non hai nulla da scontare. Eri nel paradiso dei guerrieri, o sbaglio? Gli unici che hanno qualcosa da scontare è per la purificazione dell’anima. Non è il tuo caso. –
Goku rimane ancora in silenzio, aspettando che continuasse.
-Vegeta è tornato per concessione di Re Enma. Ha fatto un’eccezione, perché Vegeta ha dimostrato il suo cuore puro. Ma è rimasto un posto scoperto, dico bene? –
-E in genere i tuoi presentimenti sono corretti. – annuì Goku.
Piccolo strinse i pugni: - Quindi… vuoi prendere il suo posto. –
-Corretto, amico. –
-Ma tu non puoi andare negli inferi- cosa- -
-Resterò nell’aldilà per il tempo che doveva restarci Vegeta. –
-Ma Goku, potrebbe essere per sempre! O peggio… potrebbero riservarti lo stesso trattamento che spettava a lui. –
-Non lo so. Può essere. – e questa volta cercò l’altro saiyan, che era in disparte come sempre, cercando di ignorare tutto e tutti.
-Ecco che torna quella voglia di menarti… perché? –
-È giusto così. Vegeta merita di stare con la sua famiglia e i suoi amici. -
-Non ti capirò mai. – incrociò le braccia: - Quando partirai? –
-Questa sera. –
-Fammi sapere quando hai intenzione di avvisare tutti, non voglio perdermi la faccia di Vegeta quando lo saprà. –
-Ah, no, nessuno dovrà sapere il motivo. Non occorre. – 
Dopo un minuto di silenzio, Piccolo sembrò prendere una decisione di cui si sarebbe sicuramente pentito: - Prenderò queste parole come le tue ultime volontà. –
-Ti ringrazio. Sei un grande amico. –
Sapeva che Piccolo mal gestiva queste dimostrazioni di affetto ma alcune volte non riusciva a farne a meno. Era solo grato di averlo come amico.
Borbottando qualcosa, il namecciano tornò alla festa che adesso era più silenziosa senza il karaoke di Crilin. Genio era un po’ brillo e Oolong cercava di tenerlo a bada per non svegliare i bambini- anche se quei due non si sarebbero svegliati facilmente- Genio voleva ballare e cercava di convincere Tensing a concedergli un valzer e il ragazzo, timido come era, tentava con il viso rosso dall’imbarazzo di rifiutare, finché Yamcha non è intervenuto, prendendo Genio per una mano e trascinandolo in pista da ballo! 
Guardò Bulma, che stava parlando con Chichi, sedute su una sdraio vicino i bambini, sorseggiando qualcosa. La sua migliore amica gli fece l’occhiolino indicando un punto nel prato. 
Goku poteva percepire quel ki ovunque, sulla Terra e non solo, ma apprezzava il pensiero di Bulma nel cercare silenziosamente di dirgli dove si trovasse il marito solitario. Forse Vegeta poteva concedergli un combattimento? Il Principe era a una colonna distante a guardare lontano… lo stava aspettando? Anche lui aveva percepito quella sensazione di vuoto, svegliandosi senza alcun rivale contro cui combattere? La Terra era in pace, il loro spirito guerriero no. Solo Vegeta poteva capirlo, c’era un richiamo che correva veloce nelle proprie vene.
Sentì Gohan che si avvicinava a lui anche se non lo aveva visto o udito.
-Figliolo. – lo salutò con un sorriso felice.
-Papà, ascolta, io parto prima. Bu si è addormentato e non riusciamo a svegliarlo, aiuto Videl a portarlo a casa sua e poi torno a casa. –
-Va bene, Gohan. – 
Forse avrebbe dovuto dare l’annuncio a inizio serata. O forse non dire niente, non era tipo da cose formali e in grande stile, non avrebbe senso. Avrebbe lasciato che accadesse naturalmente, come sempre. Era quasi un sollievo. 
-Avvisa la mamma. –
Gohan lo guardò un po’ troppo attentamente, non tanto quanto Diciotto, ma il suo ragazzo era sempre stato molto più intelligente di lui. Lo lasciò fare, finché il mezzo saiyan si mosse sui piedi.
-Papà… senti… tu vuoi ancora combattere? –
Tutto si aspettava, ma questo no: - Sì, certo. –
-Perché non ci sono nemici, non vedo motivo per… continuare. Siamo un pace. Non c’è bisogno di allenarsi! Invece ieri mattina ancora prima di colazione non vedevi l’ora di andare fuori per farlo! – si grattò la testa, in un pallido specchio del padre in quel gesto.
-Per me è… normale. – doveva ancora spiegare questa spinta? – Esattamente come è normale per te l’opposto. -
-Non è proprio così… - ammise, timidamente. – Ho sentito alcune volte anche io, quella sensazione, quell’elettricità non dovuta alla trasformazione, che mi spinge a cercare la lotta. Più debole della tua forse, ma c’era. – finì in un sussurro.
-E tu non vuoi ascoltarla. – concluse per lui, osservando quanto la cosa lo mettesse a disagio.
-So che non condividi la mia scelta, ma ti chiedo di rispettarla! – lo disse con un tono di colpa e Goku non poteva permetterlo, così sorrise al figlio:
-Forse posso non condividere la tua scelta, dopotutto mi è difficile immaginare una vita senza combattimenti. Ma l’ho sempre rispettata. – mise una mano sulla sua spalla. – Devi fare ciò che meglio credi giusto, figliolo. Fai ciò che ti rende felice. Io sarò sempre fiero di te. – 
Gohan si sentì sciogliere dentro.
-Grazie, papà. –
-Non ringraziarmi, sei sempre stato il mio orgoglio. – il sorriso si fece di scuse, restando onesto: - Ti chiedo solo di smetterla di incolparti. –
-Cosa? –
-Quando si presenta un nuovo nemico, non cercare di affrontarlo se non te la senti. Smettendo di allenarti è normale che tu non sia preparato per un combattimento, so che vorresti aiutare, ma rischi solo di farti male e con il vedere i tuoi amici ferirsi nel tentativo di proteggerti. –
Gohan rimase un po’ spiazzato, arrossì a quelle parole così sincere del padre, perché era vero. Nonostante il suo desiderio di combattere, dovuto al sangue saiyan che scorreva nelle vene, non gli era mai piaciuto… la vera battaglia era stata tra il suo sangue e il cuore. L’infanzia trascinato in mezzo a guerre troppo grandi per lui. Più volte gli era stato detto che era il guerriero con il potenziale maggiore, più alto di Vegeta e di suo padre e quest’ultimo era sembrato così… poco sorpreso, come se ogni cosa che fosse o facesse per Goku fosse solo una vittoria. Anche Vegeta sembrava non avere più problemi da tempo con questo, anzi forse era deluso per il potenziale sprecato- ma d’altronde l’obbiettivo di Vegeta era sempre stato quello di combattere e vincere su Goku, gli altri sembravano cessare di esistere. Anche dopo che la sete di sangue e vendetta si era spenta in lui, Vegeta continuava a guardare solo Goku.
Gohan scosse la testa: - Ci proverò papà. Ma non ho niente da temere, ci sarai tu a proteggere la Terra. –
Goku sorrise ancora: - Ho sempre trovato buffo questo. –
-Mh? –
-Non sono mai presente, eppure per voi compaio proprio quando c’è qualcuno da combattere. Il che è vero ma insomma… capisci cosa intendo dire? –
Il giovane sospirò. Anche suo padre era una contraddizione vivente e aveva l’impressione che Goku sapesse del dilemma che lo tormentava da una vita, eppure non lo aveva mai spinto da una parte o dall’altra. Poteva ricambiare il gesto oppure… fare qualcosa di più?
-Ascolta papà… so che non pensi mai di essere un salvatore. Ma l’hai fatto: hai salvato la Terra più di una volta. Non vuoi neanche un grazie per questo. E forse non sei sempre stato presente fisicamente, ma nel mio cuore sì. Anche quando eri morto, so che non ci avevi abbandonati, lo hai fatto per salvarci. –
Goku si grattò la testa: - In effetti ci sono stati anni di pace quel tempo. Forse Bulma non aveva così torto… - sperando che il figlio non continuasse l’argomento. 
Sembravano anche pensare che lui fosse un salvatore, un eroe… non lo era. Anche Vegeta aveva salvato la Terra ma nessuno aveva mai pensato che lo avesse fatto perché voleva. Erano saiyan, volevano solo combattere. 
Osservò Gohan tornare da Videl con un agitato Mister Satan che cercava ancora di svegliare Bu. Ridacchiò, quella grossa creatura rosa era uno spasso. Un battito in sottofondo ottenne la sua attenzione, non proveniva dall’esterno, era più… ma non era il proprio cuore… solo un richiamo, in una sola direzione.
Arrivato vicino a Vegeta, che appariva immerso nel cielo stellato, non aveva alcun dubbio che il più grande avesse sentito la conversazione con il figlio maggiore.
-Quanto potenziale sprecato! – sputò il Principe, come se fosse quello il saluto.
Goku ridacchiò: - La scelta è sua, Vegeta! Se non vuole combattere ma studiare non è giusto obbligarlo. -
-Siamo una razza di spietati guerrieri. – rispose con un ringhio l’altro.
Goku si prese un istante per pensare alla frase: - Che vengono chiamati salvatori. –
-Tsk. Gli umani non sanno distinguere un eroe da un assassino. –
-Potresti aiutarli a capire, se vuoi. –
-Che cosa dovrebbe interessarmi di quello che pensano le creature di questo pianeta? –
Goku alzò le mani in un buffo gesto di resa, ridacchiando, guadagnandosi un’occhiataccia.
-Era solo un’idea… io torno dagli altri. –
-Ehy, dove pensi di andare? – oh, Vegeta. – Pensi che mi sia dimenticato dello scherzetto che mi hai fatto? –
-Di cosa parli? –
Una grossa vena prese a pulsare sull’ampia fronte di Vegeta: - Mi hai tenuto nascosto il tuo reale potere! Non me lo sono dimenticato! –
-Ancora quella storia? –
-Tu non capisci… mi hai umiliato! Ancora! Non so se lo fai di proposito o meno, a umiliarmi e fare finta come se non ne fossi consapevole. –
-Io non ne sono consapevole. Mi dispiace… ti ho già spiegato perché non ho usato il super saiyan di terzo livello! –
-Ancora. Umiliato! – il tono di Vegeta era oltraggiato e feroce.
-È una trasformazione che ancora non padroneggio e che consuma troppa energia, davvero ne vale la pena? Quando ci arriverai tu riuscirai a perfezionarla. –
Vegeta incrociò le braccia: - Quello poteva essere il nostro ultimo combattimento, non te ne sarebbe fregato niente? –
Il cuore di Goku perse un battito. – Cosa… Vegeta… -
-Lascia stare, sei solo un idiota. –
-Siamo entrambi qui, siamo entrambi vivi: combattiamo, adesso. –
Il Principe ringhio: - Non voglio la tua pietà, terza classe. –
-E se fosse l’ultima volta? –
-Smettila con queste scenate, ho detto che mi fai schifo, tu e la tua compassione. Non la voglio! – 
-Vegeta… - provò ad allungare una mano per toccargli il braccio ma il Principe lo scansò.
-Non mi toccare. Mi fai schifo. La tua mancanza di rispetto è imbarazzante, Kakarot. –
Goku abbassò il braccio e guardò il profilo del Principe, qualunque cosa avesse provato non sarebbe stato ascoltato. Era un peccato sprecare così l’ultimo momento insieme. Ma sorrise:
-Spero che non cambierai mai, Vegeta. –
-Cosa? –
-Vado dagli altri. – e si allontanò prima che l’altro gli piazzasse un pugno in faccia. Anche se avrebbe comunque apprezzato, sarebbe stato meglio dell’indifferenza… Vegeta non lo ignorava, ma temeva che presto lo avrebbe fatto, che fosse il passo successivo.
Osservò l’ambiente; casa Brief era grande, i genitori di Bulma lo avevano accolto come un figlio e la scienziata brillante era la sua migliora amica, sua sorella maggiore. Prima ancora di tutti gli altri, c’era lei, era merito suo di tante missioni risolte e se aveva raggiunto quel livello di potenza era anche grazie a lei che lo aveva coinvolto nella ricerca delle sfere del drago. E da quel momento, anche se ogni tanto si erano persi di vista, si era iniziato a formare un legame che Goku custodiva con affetto e totale fiducia. 
I ragazzi erano andati via, erano rimasti i padroni di casa con Chichi e Goten- ancora addormentato. 
Bulma si avvicinò a lui: - Non hai i vestiti strappati e non sanguini… tu e Vegeta avete litigato? –
Goku ridacchiò, portandosi una mano dietro la nuca in un gesto istintivo.
-No, lui è il solito Vegeta. –
-Il solito testardo, vorrai dire! – sbuffò la donna. – Quando mette il muso ci vogliono giorni perché capisca che ha fatto tanto rumore per nulla! –
-Per lui è importante, quindi va bene. –
Poco lontano c’erano Trunks e Goten che si erano svegliati e sembravano pieni di quell’energia tipica dei bambini. Chichi si era alzata, sistemarsi la gonna e prendendo un bel respiro e Goku, data la propria esperienza, sapeva che stava per iniziare una bella ramanzina per i due piccoli.
-Sei troppo buono, Goku. – Sentì Bulma.
-Um? Scusa Bulma, vado da Chichi, sicuramente vorrà andare a casa. –
Bulma rimase un momento spiazzata dalla frase, ma annuì: - Come vuoi. –
Il saiyan sorrise e andò a salvare Trunks e Goten, richiamando l’attenzione della moglie!
-Ehy, Chichi! –
-Eh? – la mora appariva sorpresa di vederlo.
-Che c’è tesoro? –
Chichi lo squadrò, trovandolo intatto e pulito e poi sorrise felice: - Niente! Ma prima che ti venga qualche idea saiyan, prendiamo Goten e andiamo a casa! –
-Mamma, posso dormire qui da Trunks? – intervenne il piccolo Son.
-No, non se ne parla, e poi non hai neanche chiesto il permesso a Bulma! – rispose con tono fermo la madre.
Goten la guardò e poi con occhi grandi e innocenti si rivolse alla donna con i capelli turchesi.
-Bulma, posso rimanere a dormire qui, per favore? –
Anche Trunks si unì alle suppliche: - Ti prego mamma! Andiamo subito in camera mia! Ti prego! –
Goku stava per parlare, ovviamente dando man forte ai ragazzini, quando Bulma ridacchiò: - Oh Goten, sei proprio come tuo padre! – gli carezzò la folta chioma in un gesto che non riuscì a fermare, - Dai Chichi, perché no? Domani pomeriggio tornerà, giusto Goten? – fece l’occhiolino al bimbo che annuì felice e prendendo a ridere e saltellare con Trunks!
-Papà, papà! – Goten volò verso il padre: - Resto a dormire qui! –
-Ho sentito, figliolo! – sorrise, - Comportati bene. – lo ammonì poco seriamente, sentendo Chichi sospirare, disperata per la sua mancanza di serietà in troppe occasioni quando si trattava dei figli.
-Sì, certo papà! – rise forte Goten, mentre Trunks gli dava un pollice in su.
-Chichi, visto che Goten resta qui, volete fermarvi anche voi? –
Restare lì… vicino a Vegeta.
Chichi gli mise una mano sul braccio: - No grazie, Bulma, ti sei già presa troppo disturbo! – sorrise, facendo un cenno con la testa per far desistere l’altra: - La prossima cena sarà da noi! –
-Va bene, se volete restare ancora un po’ però… - la scienziata lanciò una mezza occhiata a Goku senza farsi vedere dall’amica, ma il saiyan la vide: - Sono certa che i nostri mariti non vedono l’ora di darsele di santa ragione! E mentre hanno il loro pigiama party, noi ne faremo uno tutto nostro. –
L’idea a Goku non dispiaceva affatto. Sorrise. Non ricordava bene cosa fosse un pigiama party, ma con Vegeta sarebbe stato divertente.
-Oh cielo! – sbuffò in modo esagerato Chichi. – Per una volta che Goku mi può tornare a casa tutto intero? No, si azzufferà con Vegeta un altro giorno. – incastrò un braccio sotto quello del marito e intrecciò le loro dita: - Finalmente Goku è tornato! Vorrei che passassimo del tempo insieme come una famiglia normale. –
Bulma si morse la lingua: non poteva dire niente contro una dichiarazione così disarmante, anzi… forse sì, Goku la conosceva per non avere peli sulla lingua, l’estrema sincerità era una delle cose che più apprezzava nella donna. 
-Certo Chichi, - disse quindi Bulma. – Ma adesso è qui, non te lo porteranno di nuovo via! –
-Devono solo provarci! – si strinse a quel braccio. – Il mio Goku! – sospirò felice e si voltò per guardarlo con occhi caldi e tranquilli, di chi aveva pazientato tanto e non aveva mai smesso di sperare. 
Goku sentiva il braccio bollente. Chichi poteva aver abbandonato le arti marziali, ma la tecnica e la forza non le mancavano- dopotutto aveva allenato Goten, qualcosa che aveva reso Goku immensamente felice, e la sua tenacia e forza fisica erano tra le cose che più apprezzava in lei. Era sempre stata il suo punto fermo in quella vita pazza che aveva vissuto. Ma adesso… non poteva illuderla, non aveva mai voluto, era giusto che prestasse fede alla propria parola. Aveva sentito da Yamcha e il Genio che visto che era morto allora non erano più sposati- una follia, perché come poteva non essere il marito di Chichi? Se la situazione fosse stata diversa, avrebbe chiesto a Chichi di sposarsi di nuovo, tuttavia non poteva, sarebbe stato crudele… quasi quanto quello che stava per fare. Forse era meglio parlarne adesso, evitare di prolungare il momento in cui avrebbe dovuto dire ciò che sarebbe accaduto.
-Chichi… - forse doveva levare il braccio? Ma non poteva, si sarebbe allontanato di nuovo, non poteva scansarsi da lei adesso.
-Sì, tesoro? – ma il tono allegro della donna si spezzò, leggendogli in volto parole di cui non conosceva le lettere ma che le avrebbero fatto male. 
-Non posso tornare a casa con te. –
-Puoi combattere con Vegeta o chi ti pare ma non adesso o presto. Adesso è tempo che ti dedichi ad altro! – puntò i piedi lei, con la forza di chi aveva affrontato questo argomento per anni e che non accennava a mollare la presa.
E Goku, da sempre una persona schietta e onesta, non poteva avere giri di parole per quello che gli stava per uscire dalla bocca: - No, non del combattere… non tornerò con te a casa nostra. Devo tornare nell’aldilà. –
-Cosa? – Urlò Chichi, attirando l’attenzione anche dei bambini che stavano giocando poco distanti. – Come sarebbe a dire che devi… ma tu sei vivo, non hai l’aureola! E avevi detto che era finita, che eri tornato! -
-Lo so, ma è meglio che vada. Per il bene della Terra, era la ragione per cui ho chiesto di non farmi resuscitare sette anni fa. –
Bulma si portò una mano davanti la bocca, ma continuò a ascoltare.
-Ed io, Goku? Gohan! Goten! Perché, perché? – Chichi aveva reagito come si aspettava: con vitalità ed energia, non poteva fare niente di meno! Iniziando a riempirlo di pugni al petto mentre lui, come sempre, incassava prendendo ogni colpo pieno di dolore e rabbia. Ancora.
-Mi dispiace Chichi, non volevo ferirti. –
-Sì. Ti dispiace. Ti dispiace sempre. Oh, Goku… non andare. – sussurrò lei, con labbra tremanti: - Non di nuovo, questa volta sarebbe per sempre, ancora… io non- -
Le diede un bacio sulla fronte: - Va tutto bene, tesoro. Andrà tutto bene. –
Goten si era nascosto e Trunks lo aveva spinto verso il padre, il bimbo aveva preso a pigolare e stringersi alla gamba, chiedendogli di non andare via. Goku ripensò a quando lo aveva visto quel giorno al Torneo e dopo un momento di timidezza gli era corso incontro. Si abbassò alla sua altezza, sussurrandogli piano parole dolci mentre il bimbo ne approfittò per abbracciarlo forte con braccia e gambe al petto.
Bulma tratteneva le lacrime a stento alla scena, non voleva piangere. Non voleva separarsi ancora dal suo amico. Vedere Chichi lì a metà tra la tristezza e la furia la spinse per prima cosa verso di lei, invitandola a sedersi su una sedia e dandole una stretta alla spalla. Le versò un bicchiere di acqua fresca in caso di sete e accertandosi che stesse ancora metabolizzando, ferma sulla sedia, si diresse verso Goku, che stava convincendo Goten a scendere: ma non prima di avergli carezzato la folta chioma scura e strofinato le guance insieme. Una delle pochissime volte in cui Goku si sentì emettere delle lievi fusa, come le aveva chiamate Chichi. Questo sembrò tranquillizzare in parte Goten. Il piccolo aveva il viso rigato dalle lacrime e vedeva Trunks in un leggero stato confusionario, come se non sapesse cosa fare per aiutare il suo migliore amico e forse shockato dalla notizia del saiyan più grande.
Trunks prese Goten per mano e lo allontanò- Bulma era così fiera di suo figlio, un po’ meno di suo marito. Goku le sorrise, capendo la linea dei suoi pensieri.
-Non avrei mai pensato che sarebbe giunto questo momento… - Iniziò lei.
Il moro ridacchio: - Suvvia Bulma, non essere triste, io sono già morto. –
-Sì ma… non mi riferisco a questo. Ho sempre immaginato che la tua morte sarebbe stata durante un combattimento, non… non tutta questa scena così tranquilla e triste. –
-Bulma… -
-Fa male, Goku. Fa male. –
Aveva un mi dispiace sulla punta della lingua, ma immaginava che la risposta della ragazza sarebbe stato un pugno. Uno dei tanti motivi per cui le voleva bene. 
-Sarò sempre con voi. – cercò di rassicurarla. – E tramite Re Kaioh potremmo sentirci anche! -
Bulma prese un bel respiro e sembrò scuotersi.
-Vegeta? – urlò, chiamando l’altro saiyan, guardandosi attorno: - Dove sta quel testone? Ah, adesso lo vado a cercare e lo trascino qui per i capelli! –
-No Bulma no, ci siamo già salutati! –
-Davvero? –
-Sì. -
-E non ha avuto niente da dire? –
Goku aprì la bocca e ridacchiò: - Sai com’è fatto! Ha un modo tutto suo! –
-Quel testone! – borbottò, cambiando subito tono, tornando pratica e gentile: - Adesso come funziona? –
-Mh? Oh, devo chiedere a Baba se mi da un passaggio. – 
-Penso che non le capiti tutti i giorni di scortare vivi nell’Altromondo. –
-Forse no. – ridacchiò.
Chichi si era alzata e camminava con la schiena dritta a passo di marcia verso loro due. Goku non sapeva cosa provava Bulma, ma lui aveva un po’ paura.
-Vedi di tornare un giorno! Mi hai sentito, Goku? – gli puntò un dito sul petto, spingendo come per rendere chiaro il punto.
Il saiyan voleva dirle che non era sicuro, ma in cuor suo sapere che si sarebbero rivisti, anche se anima e corpo sarebbero nell’aldilà, sarebbe sempre stato al fianco della sua famiglia. 
Annuì con un sorriso e quel dito divenne una mano posata delicatamente: - Quando? –
-Meglio farlo il prima possibile. –
-Gohan e gli altri? –
-Ah. – si mise una mano dietro la nuca: - Volevo dirlo a tutti questa sera, ma non è un grande annuncio pubblico, sai? –
-Non volevi tutta l’attenzione. – 
-Già, non è niente di nuovo dopotutto. –
Chichi sospirò e lo abbracciò, la lasciò fare, ricambiandola. Voleva fare anche con lei la stessa cosa che aveva aiutato Goten, ma sapeva che non sarebbe stata utile per Chichi. 
Bulma propose di nuovo all’amica di restare mentre Goku si offriva di accompagnarla a casa, lei per qualche motivo accettò l’offerta di restare. E con la sua famiglia insieme e al sicuro, Goku diede un’ultima occhiata a casa Brief, permettendosi l’ultima volta di percepire il ki di Vegeta, lontano, prima di partire ancora una volta.
 
 
 
Baba era stata quasi infastidita di trovarselo davanti, non capendo cosa volesse neanche dopo che glielo aveva detto, convinta di aver sentito male. 
-Cosa ti fa pensare che io voglia farlo? –
-Allora puoi! – trillò felice Goku.
-Certo che posso, Goku, ma devi capire che non sono un taxi. – sbuffò da sopra la sua palla di vetro. – Quello che non capisco è perché lo fai. –
-Te l’ho detto, perché penso che sia giusto così. –
-E credi che Re Enma acconsentirà? –
-Re Kaioh mi ha detto che si chiama patto o qualcosa del genere. –
La vecchietta annuì: - il Patto di Scambio, sì. Ma non era mai successo per qualcuno nella tua situazione. Sei tornato in vita per grazia di Kaiohshin il Sommo. Pensi che sarà contento di sapere che hai sprecato così il suo dono? –
Goku ripensò al simpatico Kaiohshin il Sommo che dava la sua vita, perché lui potesse tornare sulla Terra. Non aveva pensato a questo… sicuramente si sarebbe sentito offeso.
-Devo parlare con lui… forse se gli spiego… può riprendersi questo dono, giusto? –
Baba scosse la testa: - No ragazzo, attualmente sei in vita e il Patto di Scambio può essere attuato se tu sei in vita, devi avere una vita da offrire, solo così puoi prendere il posto di Vegeta. –
Goku si grattò la testa. Non aveva preso in considerazione questa parte. Ed era l’unico modo che aveva avuto per tornare in vita visto che era morto da più di un anno- perché lui non aveva intenzione di tornare dall’aldilà, in primo luogo. Gli eventi hanno agito diversamente.
-Mh. – mugugnò Baba, - chiunque non perderebbe l’opportunità di essere vivo, e per te è l’ultima. Penso che ci sia il modo per sistemare la situazione con Kaiohshin il Sommo, Goku, ma devi avere ben chiaro questo: è stato un caso fortunato, non ce ne saranno altri, resterai morto! – lo guardò con attenzione: - Sei sicuro della tua scelta? –
-Sì. –
Rispose subito, non aveva bisogno di pensarci; aveva già deciso da tempo! 
Baba annuì: - Molto bene. Mi stupisci sempre, ragazzo. Sei sempre stato uno spirito vivace e amante della vita… è un po’ strano che chiedi di tornare nel mondo dei morti… - gli lanciò un’occhiataccia: - Non avrai preso l’aldilà come un posto di vacanza, mi auguro. – Goku fece di no con la testa, non capendo, - Mh… molto bene, possiamo andare. Ma bada bene ragazzo: io ti scorto, poi sarà compito tuo parlare con Re Enma e qualunque decisione prenderà dovrai rispettarla, senza fare i capricci. –
-Va bene! – acconsentì Goku, anche se Baba sembrava avere l’impressione che avrebbe insistito finché il grande giudice non avrebbe detto di sì. – Lo prometto! – si affrettò a continuare, ma la vecchietta non parve rassicurata. 
Gli addetti al controllo delle anime e queste ultime procedevano come sempre, Goku aveva sempre trovato l’ambiente organizzato e divertente. Quando arrivarono, Baba gli disse di stare fermo in un punto per poi sparire. Goku continuò a guardarsi attorno, salutando ogni tanto la gente che passava che lo osservava- forse era comico per loro vedere un vivo da quelle parti. 
Le anime erano tutte in fila, in attesa del giudizio- non c’era mai tregua. E immaginò l’anima di Vegeta in fila per un breve tempo, prima di essere spedito all’inferno. Ricordava che anni fa c’era finito anche lui, cadendo dal Serpentone mentre cercava di raggiungere per la prima volta il pianeta di Re Kaioh del Nord… lo ricordava con piacere, anche se non era certo di poter parlare, era stato lì per pochissimo tempo… nella mente una fontana grande con le acque macchiate di rosso. Era lì che finivano le anime prive di corpo per la dannazione, prima della purificazione. Chissà cosa aveva passato Vegeta lì, come si era sentito… solo? Perduto? Qualunque cosa: Vegeta non avrebbe più patito quelle sensazioni negative! Ancora non gli era chiaro come si erano svolte le cose e quali parametri erano stati usati, ma tutto questo stava per finire!
-Goku. – lo chiamò Baba, attirando la sua attenzione. – Seguimi. – 
Il saiyan notò subito che non stavano seguendo la fila: - Scusa nonna ma… non dovremmo aspettare il nostro turno? Non si salta la fila! –
L’anziana ridacchiò: - Stai tranquillo. Re Enma ti riceverà subito. –
Alcune anime iniziarono a lamentarsi e alcuni addetti non sapevano cosa stesse succedendo, alcuni ringhiarono come le anime, altri cercarono di mantenere l’ordine, Goku sorrise e chiese scusa, promettendo che avrebbe fatto subito!
Re Enma era come sempre nel suo bel completo elegante dietro la grande scrivania, pieno di scartoffie. 
-Re Enma! Salve! – lo salutò contento agitando un braccio.
L’Orco archiviò delle pratiche e si sporse per osservare il piccolo saiyan: - Goku, passi un po’ troppo tempo in questo ufficio! –
Il moro ridacchiò: - Scusa, non voglio rubarti tempo, sono qui per- -
-Sono la massima autorità nell’aldilà, so perché sei qui e francamente… le tue azioni confondono e creano sempre scompiglio, Goku. –
Baba rimase al suo fianco, aveva pensato che se ne sarebbe andata non appena fossero arrivati, ma rimase in silenzio, mentre Re Enma continuò.
-Quello che vuoi è tornare morto, dico bene? –
-Sì. –
-Per quanto sia lieto che ti trovi bene qui, Goku, devo dirlo, ciò che chiedi non è stato fatto da molti e molti anni, non è reversibile ed è definitivo. – prese una cartella spessa e piena di adesivi, etichette e segnalibri. – Questo è il tuo fascicolo, quello che mi chiedi comporta la cancellazione di tutto quanto, come se non fossi mai esistito. –
Goku allargò gli occhi, sorpreso: - Non lo sapevo. –
Il Re sospirò: - Immaginavo. – si rivolse a uno degli assistenti: - Portatemi il libro! – un piccolo orco con la cravatta e gli occhi rosa portò un libro grande e molto vecchio, Re Enma lo prese e vi soffiò sopra sollevando della polvere non indifferente, poi lo aprì con cura, sfogliando con calma le varie pagine finché non puntò il dito su una di loro: - L’Accordo di Scambio, ecco qua. Due anime possono essere scambiate, che una sia in paradiso, inferno o purgatorio, con quella che si trova in uno di questi luoghi. L’anima che ne prende il posto dovrà scontare qualunque pena che spetta all’altra. Una volta effettuato lo Scambio, il fascicolo del Sostituto verrà per essere riscritta per come si è comportata l’anima in questo regno, a discrezione del Giudice. -
Per Goku erano solo tanti giri di parole, ma Re Enma prendeva la cosa molto seriamente.
-Con questo Scambio… Vegeta sarà salvo? –
-Sì. –
-Ancora non capisco perché dovrebbe tornare, visto che è stato riportato in vita dalla sfere! Non è cattivo, è tornato in vita perché non lo è. – 
Sentì Baba borbottare ma doveva avere quella risposta.
-Goku, ragazzo ingenuo. Quella era una concessione che ho rilasciato personalmente. Ho conservato la sua anima perché sono vecchio e saggio, sapevo che doveva tornare per salvare la Terra e non solo. È stato riportato in vita da Shenron perché visto che aveva spirito e corpo intatti, lo ha riconosciuto come un buono. –
-Vegeta è un’anima buona. – insistette Goku. Baba accanto a lui si schiarì la voce per ricordargli che aveva promesso di non fare i capricci. 
Re Enma chiuse il libro vecchio e si poggiò sui gomiti, sporgendosi dal ripiano della scrivania: - Goku, sei sicuro di volerti mettere al posto di Vegeta nell’aldilà? – i suoi occhi erano grandi e pronti al Giudizio Supremo. 
-Sì, voglio mettermi al posto di Vegeta! –
-Perché? E ricorda ragazzo, devi essere sincero! – lo disse come se fosse una minaccia e che ci sarebbero state gravi conseguenze che non lo avesse fatto.
-Perché Vegeta merita di meglio, merita una seconda possibilità per dimostrare a se stesso che è buono, per accettarlo! Può farlo solo da vivo! Assieme alle persone che ama. E io… io penso che sulla Terra continueranno a essere in pace, finché resterò qui. La vedo come una situazione vittoriosa da ogni fronte! – 
Re Enma ponderò le sue parole, il tono e il respiro. Da dietro le grandi mani che aveva messo davanti al volto lo vedeva misurare attentamente ogni cosa. Gli assistenti che erano sulle spine per il silenzio.
-È tutta la verità? –
Goku ripensò a Vegeta, alla fusione… - Sì. –
-Molto bene… allora si può procedere con l’Accordo di Scambio! –
Alcuni orchi attorno sembravano sconcertati, come se avessero dato per scontato che la risposta sarebbe stata negativa. Baba era pensierosa. Goku era solo felice.
-Grazie Re Enma! Ti ringrazio! – aveva un sorriso che andava da un orecchio all’altro. 
Re Enma sbuffò divertito: - Mai visto uno tanto felice di morire e finire all’inferno! –
Il saiyan ridacchiò grattandosi la nuca.
Baba parlò in quel momento: - Dunque finirà negli inferi, Re Enma? – il grande orco la guardò con leggerezza.
-Beh, era dove si trovava Vegeta. –
Goku lo sapeva, lo immaginava, ma sentirlo dalla massima autorità dei morti era… un brutto colpo.
Il Re batté la grossa mano sul suo fascicolo: - Sì, seguendo le regole… sì. Tuttavia, stiamo parlando di un individuo fuori dagli schemi! Ragazzo, il tuo cuore è puro e trasparente come un diamante, raramente si trova un’anima così… anche volendo immergerti nelle acque dei dannati, queste ti sputerebbero fuori. –
-Posso provarci comunque. – si offrì. – Se mi butteranno fuori mi tufferò di nuovo! – rispose con determinazione.
Enma scoppiò a ridere mentre gli assistenti si erano bloccati un momento per guardarlo come se fosse impazzito.
-Oh Goku, non penso che ti vorrebbero, anche se sei un vero spasso! No, no… la tua anima è sufficiente per riscattare quella di Vegeta, puoi rimanere nel paradiso dei guerrieri. –
Sentì Baba tirare un sospiro di sollievo ma Goku batté le palpebre: - La mia anima? –
-Mh hm. –
-Quindi se basta allora Vegeta non era così cattivo come intendevi… - 
-No Goku, significa che la tua anima basta per darvi l’accesso al paradiso. – con un timbro del tutto diverso, siglò il suo fascicolo, prendendo altri fogli e unendoli insieme sotto il nome “Vegeta”. – Ecco fatto, hai pagato per la sua dannazione eterna. Tu non sei mai esistito e, come si dice da queste parte: adesso le vostre anime sono una. Pura formalità. -
L’unica cosa a cui Goku riusciva a pensare era che Vegeta non doveva assolutamente saperlo, o lo avrebbe menato con le sue mani regali.
 
 
 
 
 
 
Prossimo aggiornamento: 10/01/2022
(giusto per dire… prima avevo scritto “2023”…….. e niente, qui proiettata avanti. Un po’ troppo avanti!)
 

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: xla