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Autore: onelux    06/01/2022    0 recensioni
Ringrazio Ken Ishikawa e Gō Nagai per aver creato la saga "getter" e l'ultima in ordine di uscita "Getter Robot Arc" a cui questa FF deve la sua nascita. Protagonisti di questo racconto sono quasi tutte le figure presenti nell'anime ma si incentra principalmente attorno alla figura di Kamui Sho e alla sua ricerca di una stabilità tra i due mondi ai quali appartiene. Sono gradite osservazioni costruttive.
Genere: Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Il dottor Jonathan Lewis era incuriosito dai due ragazzi che lo avevano seguito.

Da una parte erano feroci combattenti, si era informato su cosa e come pilotavano e perché, dall’altra si rendeva conto che erano così giovani da avere ancora molto dei bambini che erano stati.

Gli piacevano.
Amava lavorare sui giovani.

Amava poter dare una speranza di una nuova vita a tutti quei ragazzi che avevano per qualche ragione sofferto così tanto da faticare ad avere un equilibrio.
E costretti a crescere troppo in fretta.
Si rendeva conto che questi ragazzi meritavano un sostegno enorme.
Per quello che facevano per tutti.
Sacrificando la loro giovinezza e rischiando la loro vita.

Era una scelta consapevole la sua professione.

Si ricordava ancora adesso a distanza di anni la tragedia che colpì la sua famiglia.

Quando suo fratello maggiore James scelse di andare volontario in guerra.
Contro il volere del padre.
E si ricordava come sempre suo fratello avesse lottato contro questa figura paterna autoritaria, che sebbene non avesse mai alzato le mani imponeva il suo volere a tutti.
Si ricordava di sua madre che si nascondeva dietro al presunto bene dei figli per non lasciare di fatto una vita agiata.
E ricordava benissimo quando arrivò la notizia della morte in guerra di James.
In quel momento cambio completamente la sua vita e quella della sua famiglia.
Quella facciata di normalità saltò.
La sua famiglia si mostro a tutti per quello che era.

Distrutta. E distruttiva.

Fu quello il terreno di cultura nel quale crebbe la sua voglia di aiutare chi aveva sofferto e soffriva.
Specialmente i giovani.
In ogni ragazzo e ragazza che che aiutava vedeva il suo fratello appena diciottenne con il suo carico di dolore e rabbia.
Un ragazzo rimasto per sempre diciottenne.

- Io prendo la cioccolata…i mochi…la coca…le patatine al sesamo…

- Non ti sembra di esagerare Takuma?

- Senti Baku ha detto che offre lui?! Non l’ho mica obbligato

Baku lasciò perdere e cominciò a scegliere anche lui qualcosa.
Il dottor Lewis mise la chiavetta con il chip che gli avevavo fornito quelli della base all’arrivo per accreditare qualsiasi bene preso.
E guardava divertito i due giovani che prendevano quello che avevano selezionato.
Prese anche lui qualcosa, uno snack salato e un caffè lungo.

Poi si rivolse ai due.

- Sentite che ne dite se ci sediamo al tavolo e mi raccontate di voi del vostro amico e di come siete finiti qui?

- Per me va bene.

Rispose Takuma tenendo in precario equilibrio tutto quello che era riuscito a prendere.
Baku si sedette.
Guardò l’uomo davanti a se.
Rimase fisso a guardarlo.
Takuma se ne accorse.

- Cosa vedi?

- Vedo che ha tra le braccia Kamui e vedo anche del sangue!

I due giovani guardarono il dottore
Il dottor Lewis guardò entrambe di rimando.

Allibito.

Di cosa state parlando? Che sangue? Cosa vedi?

- Vede dottore, Baku ha delle premonizioni e vede le cose prima che succedano. Suo fratello era molto più bravo e preciso ma è bravo anche lui.

- Si mio fratello è il messia Tahir era dotato molto più di me e anche lui era nella squadra getter. Ma anche le mie percezioni mi portano agli stessi risultati, anche se talvolta non sono ben definite.

- Cosa hai visto su di me di preciso? Potrebbe essermi di aiuto.

- In genere più una cosa è vicina nel tempo più la vedo precisa. Ho visto che ha tra le braccia Kamui vestito con il camice dell’ospedale e che c’è del sangue sia su di lei che su di lui, gli sta parlando per calmarlo. E credo sia una cosa che capiterà a breve.

- Mi stai dicendo che in questo momento ha bisogno di aiuto? Lo trovo improbabile visto che sta con l’ispettore Tachibana…sta con l’ispettore Tachibana vero?

Si alzò subito dal tavolo e lasciò i ragazzi al volo.
Corse rapido verso la camera dove stava Kamui e senti dietro di se i passi di corsa dei due giovani con cui era.
La porta della stanza era socchiusa entrò dentro e …l’ispettrice Tachibana non c’era più.

Nel letto vide Kamui Show che cercava di scavalcare le sbarre con il sangue che gli correva lungo il braccio dove si era strappato l’agocannula.
Gli allarmi dell’elettrocardiogramma suonavano.
Corse veloce per prenderlo.

-Lasciami andare, voglio andare via. Voglio andare nella mia camera!

- Intanto lascia che ti aiuti. Scavalcando puoi farti male.

Cercava di trattenere il giovane e si rendeva conto di quanto fosse forte nonostante la situazione.
E si accorse che piangeva.
Lo avvolse tra le braccia.

- Aspetta aspetta…come mai stai piangendo.

- Lasciamiiii!

- Finchè non di dirai cosa ti fa piangere non ti lascio.

Lo sentì rilasciare i muscoli. Riportare la gamba, che stava già quasi fuori la sbarra, dentro il letto…
Senti entrare le infermiere e le sentì dire qualcosa.

- Fuori. Uscite per favore. Spegnete l’allarme dell’ecg e uscite. Ci penso io.

Dentro rimasero solo lui con Kamui tra le braccia, Takuma e Baku in un angolo della camera in silenzio.

Baku vide la sua premonizione diventare realtà.
Il dottor Lewis aveva tra le braccia Kamui e il sangue che continuava ad uscire dal braccio sporcava copiosamente entrambe.

Lentamente il medico accompagnò il movimento di Kamui verso lo schienale del letto.
Sempre mantenendo il contatto fisico.
La sua testa era appoggiata al lato della testa del giovane.
Sentiva che il respiro rallentava e lo sentiva singhiozzare.
Si accorse che mentre lui gli abbracciava il corpo il giovane si era aggrappato alle sue braccia.

- Va bene. Adesso va meglio. Adesso ti lascio. Così potrò parlarti guardandoti. Va bene.

- No. Cioè… si va bene. Ma preferisco …non voglio essere visto…

- Va bene. Ti parlerò senza guardarti …troppo. Va meglio?

Lo lasciò piano piano. E si allontano dal suo corpo.

Si rese conto in quel momento di avere le mani tutte sporche di sangue e anche l’abito.
Vide che continuava ad uscire sangue dove aveva l’agocannula che forse aveva strappato con troppa energia.
Si guardò in giro e non trovò nulla… fece pressione con la mano poco sopra la ferita per rallentare il sangue che usciva.
Si voltò versò Baku
- Per favore. Chiedi ad una infermiera del disinfettante cerotto e garze. …e anche un camice pulito. Che questo è sporco.

Guardò Kamui che si rese conto in quel momento del pasticcio sanguinolento che aveva fatto
- Mi dispiace. Non volevo causare questo.

- È passato. Adesso cerchiamo di sistemare un po’. Ehi. Ma mi stai guardando? Se tu mi guardi io posso guardarti?

Show fece un sorriso piccolo piccolo.
Ma bastò al dottor Lewis per sentirsi autorizzato a guardarlo in viso.
Aveva ancora gli occhi gonfi di lacrime e il viso congestionato.
Il sangue pasticciato un po’ dappertutto.
Il camice da cambiare.
Lo sguardo basso.

- Cosa è successo?
- Niente.
- Niente?
- …Pensieri.
- Dei pensieri ti hanno fatto piangere? Vuoi parlarne?
- Preferisco di no. Grazie.
- Va bene così. Se ti sentirai di parlarne io sarò qui.

In quel momento entrò Baku seguito da una infermiera.

- Ha voluto venire a tutti i costi.
- Va bene così. Grazie. Infermiera. Cortesemente lasci il materiale qui sul comodino accanto ci penso io.

- Mi scusi ma è mio compito occuparm…

- GRAZIE! Me ne occuperò io. Ho una laurea anche in medicina e chirurgia e penso di sapere come si medica una ferita da agocannula strappata.

Così dicendo accompagnò con una sguardo eloquente l’infermiera che uscì.

- Per favore Baku. Aiutami. Scartami le garze e dammele. Prendi del nastro adesivo e staccamene 3 grossi pezzi. E tienili finchè non te li chiedo.

Baku fece come gli fu detto.
Le garze furono prese e messe sulla piccola ferita dove c’era l’agocannula. Fermate con tre strisce di seta adesiva.

- Adesso con le garze premute il sangue si dovrebbe fermare. Baku versami del disinfettante sulle altre garze. E dalle a Kamui che si comincia a togliere il sangue che ha addosso. Intanto io vado in bagno e mi lavo al lavandino.

Baku fece come gli era stato detto.

- Tieni Kamui. ti dovrebbero bastare.
- Grazie.

Kamui prese le garze e cominciò a pulirsi le mani imbrattate. Poi con altre si puli le braccia e le parti del corpo che vedeva sporche.

- Anche sul sul viso hai del sangue…

- Dove?

E Baku gli indicò la mascella sinistra e il collo.
Intanto il dottor Lewis era tornato dal bagno. Andando verso il letto si fermò a guardare Takuma?

- E tu? Vuoi aiutare?
- Eh? Cosa ?!
- Dai vieni. Prendi il camice che l’infermiera ha messo ai piedi di kamui sul copriletto.
- E cosa dovrei farci???
- Lo tieni aperto sul tuo amico mentre si toglie quello sporco. Così evita di mostrarsi al mondo come quando è nato.
- Cioè?
- Cioè …nudo. Non vorrai che rimanga con il camice sporco?
- Con il camice sporco no. Ma con il culo in vista c’è già stato con noi. Anche prima!

Takuma rise sornione guardando Kamui e avvicinandosi al letto cercò dove era stato posato il camice.
Lewis era curioso di vedere come interagivano i tre giovani.
Notava come Kamui, sebbene fosse esteriormente diverso dagli altri due, ne condivideva parte della sorte.
E tutti e tre gli sembravano abbastanza solidali tra loro. Nonostante ciò il giovane continuava a mantenere le distanze da tutti.
Aveva creato una barriera tra lui e il mondo.
E Jonathan era interessato a vedere dietro quella barriera chi ci stava veramente.
  
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