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Autore: Ayumi Yoshida    08/01/2022    2 recensioni
Ed è così che si è ritrovato a parlare con la persona di cui ha più paura in assoluto dopo Kacchan, sua mamma.
Dopo quello che è accaduto la settimana prima, ovviamente.

(BakuDeku)
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Mitsuki Bakugou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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T shirt stirate

 

 

“Sei sicuro che sia una buona idea?”
Bakugo non riesce ancora a spiegarsi perché, nonostante tutto quello che sia accaduto in passato e nonostante tutto quello che ogni giorno vivono per strada, la voce di Deku, a volte, riesca ad essere ancora così piena di insicurezza.
Non può fare a meno di incazzarsi quando si volta lievemente a guardarlo e si accorge che Deku ha gli occhi ridotte a fessure proprio come i suoi, ma non per il fastidio: gliele legge in faccia, le mille parole che il suo cervello sta borbottando mentre cerca di elaborare un piano.
“Non mi dire che ti stai cagando addosso!” sibila al suo indirizzo più arrabbiato che sardonico, senza smettere di guardarsi intorno.
 Il pilastro nell'ingresso è un buon nascondiglio, ma non deve distrarsi. Potrebbero giungere da ogni dove.
“È solo che non credo sia una buona idea.” ripete Deku quasi in un sussurro “Non dopo quello che è successo l'ultima volta...”
“Ma cosa cazzo vuoi che succeda ancora? E poi la vecchia oggi non-”
Iiiiiih!”
L'urlo strozzato di Deku gli fa capire immediatamente che si è distratto proprio quando non doveva.
“Chi sarebbe 'la vecchia'?” ulula sua madre con il viso proprio davanti al suo, le sopracciglia corrugate e gli occhi infuocati “E perché vi state nascondendo qui dietro? Cosa avete, cinque anni?”
Ai primi strepiti volgari di Kacchan, sua madre gli assesta un pugno in testa che sembra fare molto male e gli ordina di correre a cambiarsi, perché sta imbrattando l'ingresso di fango con gli stivali. Poi si rivolge a lui con un sorriso fin troppo largo, ma gentile e lo invita ad accomodarsi in soggiorno mentre aspettano.
Ed è così che si è ritrovato a parlare con la persona di cui ha più paura in assoluto dopo Kacchan, sua mamma.
Dopo quello che è accaduto la settimana prima, ovviamente.
Mentre si sta sedendo sul divanetto di fronte a lei, Midoriya rivive quella scena in un secondo e sente il petto stringersi all'improvviso.
Oh, potrebbe morirne.
Anzi, forse è già morto e sta sognando. È quella l'unica spiegazione per aver acconsentito di entrare in casa Bakugo dopo quello che è successo la settimana precedente.
“Come va, Izuku-chan? È andato tutto bene oggi?” gli chiede la mamma di Kacchan con gentilezza “Vuoi bere qualcosa?”
“Sto-sto bene, grazie!” balbetta Midoriya in risposta, stringendosi forte le mani una nell'altra “O-oggi è stata una giornata tranquilla...”
“Rispetto a tutto questo.” gli ricorda la sua testa, in allarme “Rispetto a quello che è accaduto la settimana scorsa.”
Ogni giornata diventa una giornata tranquilla, anche quando sei stato attaccato da una banda di yakuza brilli armati di coltelli e pistole, quando la settimana precedente la mamma di Kacchan ha aperto la porta proprio mentre ti stavi spalmando su suo figlio durante dieci minuti di sesso tanto desiderati da entrambi.
Per quel motivo prega sempre Kacchan di andare a vivere da solo, ma lui non vuole sentire ragioni e replica sempre che stare a casa è troppo comodo, per il bucato e tutto il resto.
È vero, c'è sempre il suo appartamento, dove si è trasferito appena ha terminato il liceo, però sembra che Kacchan lo faccia a posta, a voler fare sesso nei posti più improbabili, come, ad esempio, nella sua camera ancora piena di vecchi giocattoli che hanno condiviso quando andavano all'asilo e che non smettono mai di fissarli o a due centimetri di distanza da sua madre, che in quel momento lo sta guardando senza riuscire a dissimulare la preoccupazione che le increspa le sopracciglia sottili.
Sì, vorrebbe davvero che Kacchan andasse via di casa. Magari che andasse a vivere da lui, così non dovrebbero più nascondersi anche in quei momenti. Già si nascondono normalmente, e sta diventando stressante cominciare a discernere quando può sfiorare  Kacchan e quando non può farlo, perché prendergli la mano, toccargli la guancia o posare il viso sulla sua spalla sta diventando una abitudine consolidata, e sa che presto si tradirà.
“Izuku-chan.” lo chiama la mamma di Kacchan. La sua voce è comprensiva, ma misurata. “Non devi sentirti a disagio per quello che è successo l'ultima volta.”
Midoriya si stringe nelle spalle mentre cerca di annuire, ma non riesce ad alzare lo sguardo, sentendosi un completo codardo per via dell'imbarazzo che l'ha fagocitato appena ha udito quelle parole.
“Insomma...” Anche la voce della mamma di Kacchan sta cominciando a vacillare, e la donna si prende una piccola pausa e sospira prima di continuare a parlare. “Certo non avrei mai immaginato di vedervi mentre...”
Midoriya si sente andare a fuoco dalla punta dei capelli a quella di piedi e serra gli occhi, certo di non essere più in grado di respirare.
Ma per fortuna la mamma di Kacchan non approfondisce oltre l'argomento.
“Dentro di me lo sapevo... Insomma, con Katsuki vi conoscete praticamente da quando siete nati... Sono contenta che ci sia tu con lui, Izuku-chan! Katsuki è così odioso, a volte, che temevo sarebbe rimasto solo per sempre..!”
Tremante, finalmente Midoriya alza lo sguardo: le sue orecchie hanno smesso di funzionare quando la donna ha detto: “Sono contenta”, quindi non sa se è il momento giusto, ma all'improvviso si è sentito ritornare la forza nelle braccia e il respiro nei polmoni e ha sentito che può provare anche ad essere un po' più coraggioso.
La mamma di Kacchan lo sta fissando ancora concitata dopo tutte quelle rivelazioni, ma con una serietà granitica negli occhi.
“So quanto è difficile con Katsuki...” ammette, visibilmente preoccupata, ma Midoriya scuote la testa con forza. È abituato ai modi poco ortodossi di Kacchan, anche se deve ammettere che i suoi scatti d'ira sono sempre più rari e con il tempo ha imparato che alcune volte è meglio lasciarlo sbollire da solo finché non ricomincia lui stesso a parlargli. Sarà finalmente la maturità, pensa di rassicurarla, ma decide di non dire nulla non appena si accorge che la mamma di Kacchan sta stringendo forte le labbra per costringersi a tacere.
Una battaglia imperversa tra la sua fronte corrugata e la sua bocca.
Lo guarda solo un attimo negli occhi, incerta, e poi finalmente gli confida: “Sono preoccupata, Izuku-chan. Dopo quello che è accaduto la scorsa settimana Katsuki continua ad evitarmi e-”
“Se vi becco ancora a parlar male di me quando non ci sono vi faccio esplodere!” la interrompe Kacchan, contrariato, dal ciglio della porta del soggiorno. Ha sostituito alla sua divisa da eroe una t-shirt perfettamente stirata e si sta dirigendo a passo di marcia verso di lui.
“Non stavamo dicendo nulla di male!” si difende subito Midoriya, ma non basta per non attirarsi una sguardo omicida da parte di Kacchan, che si posiziona in piedi proprio accanto a lui.
“Vi ho sentito!” ripete in tono sostenuto spostando lo sguardo tra lui e sua madre “Per questo motivo non volevo farmi beccare, sapevo che avresti cominciato a farci il terzo grado!”
“Stavo parlando con Izuku-chan, non con te!” replica sua mamma, risentita. Midoriya nota che il suo tono di voce si è alzato, ma ancora non può dire che stiano litigando. Non fino a che la donna non scatta in piedi con la faccia infuriata quanto quella di Kacchan e comincia ad urlare: Tu non mi rivolgi la parola da giorni!”
“E cosa vuoi che ti dica, dopo che ci hai beccati a scopare la scorsa settimana?!”
Anche Kacchan ha iniziato ad urlare, talmente tanto che la parola “scopare” continua a risuonargli dentro e tra le pareti lasciandolo senza fiato. Se continuano così, Midoriya è certo che anche i vicini li sentiranno e solo pensarlo ricostruisce la sua agitazione in un attimo.
Cazzo, Katsuki! Sei un cafone! È così che ti abbiamo insegnato a esprimerti io e tuo padre?!”
La mamma di Kacchan gli sferra un altro pugno in testa, infuriata, e il ragazzo la guarda come se volesse farla esplodere. Allora Midoriya si sporge automaticamente verso di lui, come ogni volta che Kacchan ha bisogno di aiuto, e gli afferra un braccio per bloccarglielo.
Kacchan lo guarda fuori di sé dalla rabbia, ma incapace di reagire contro di lui, lo capisce da come gli sta stritolando la mano.
“Non me ne fotte niente se scopi con un uomo o con una donna, così ti è chiaro il concetto? Voglio solo che tu sia felice, quindi non vergognarti di parlare con me!”
La mamma di Kacchan ormai sembra l'imitazione peggiore di suo figlio: ancora più incazzata e antipatica, gli occhi fuori dalle orbite e la bocca storta; sono così pericolosamente simili.
Midoriya si aspetta che in un secondo Kacchan le si avventi addosso e che comincino a lottare come due leonesse alla ricerca di cibo nella savana che ha visto in televisione la sera prima, ma il ragazzo abbassa inaspettatamente la testa e sibila, quasi inudito: “Chiaro.”
Il suo respiro è pesante e rumoroso, il suo sguardo ancora furibondo, ma ha smesso di stringergli la mano con il fine di tranciargli le dita. Ancora nella sua stretta, Midoriya le nuove lievemente e con fatica le incrocia alle sue, come per ricordargli che è sempre lì con lui. E Kacchan lo fissa, combattuto tra la necessità di lasciarsi esplodere e la voglia di parlare come una persona civile: sua mamma attende ancora una risposta.
Non ha mai davvero pensato a tutto quello che sarebbe potuto succedere se avesse detto alla sua famiglia dei sentimenti che prova per Deku, ma alcune volte ha immaginato che la sua diversità rispetto al mondo che scorre intorno sé avrebbe sicuramente fatto soffrire sua madre e sentirsi sbattere in faccia la sua accettazione incondizionata così all'improvviso è davvero troppo sconvolgente.
“Bene.” aggiunge in tono ancora infastidito “Ormai lo sai. Io e Deku scopia-
Stiamo insieme!” lo interrompe Deku in tono  nervoso, ma con un sorriso gigante sul volto “Sa com'è Kacchan, si vergogna a dire certe cose... Grazie per avermi accolto nella vostra famiglia!
Deku ha addirittura chinato il capo di fronte a sua madre, che si lascia scappare una risata mentre si allunga verso di lui per sfiorargli la spalla e invitarlo ad alzarsi.
“Ti conosco praticamente da quando sei nato, Izuku-chan, non c'è bisogno di tutte queste cerimonie!” esclama, gioviale “Sono io a doverti ringraziare perché ti prendi cura di Katsuki, so che serve una pazienza infinita! Restate a cena, vero?”
Nonostante il suo sguardo omicida, Deku acconsente di buon grado all'invito. Il suo sorriso non è ancora svanito e risplende ancor di più quando, spingendolo verso la cucina, Bakugo gli sibila all'orecchio, incazzato: “Giuro che è l'ultima volta. Da domani vengo a stare da te.”
Da domani addio t shirt stirate.
 



Note
Ciao a tutti e grazie per esservi fermati su questa fic! ^^
Innanzitutto, buon 2022 e speriamo che presto le cose possano andare meglio!
Parlando della fic, questo è il mio primo esperimento nel fandom, spero di non avervi fatto pentire di aver cliccato sulla storia! XD
All'inizio questa fanfiction doveva parlare soltanto di un dialogo tra Deku e la mamma di Kacchan dopo che li aveva visti mentre facevano l'amore in camera, però continuando a scrivere mi sono resa conto che sarebbe stato bello sviscerare anche i sentimenti di Bakugo e di sua mamma di fronte alla scoperta del fatto che a Bakugo piacciono gli uomini (e che ragazzi, come si fa a non amare Midoriya? *___*)
In questa fic la mamma di Bakugo lo appoggia completamente, perché per me è impensabile pensare ad una mamma che non appoggi qualunque decisione di suo figlio, se così è felice (vorrei davvero fosse sempre così!), quindi mi scuso se alla fine la storia non è stata così divertente come era stata pensata all'inizio.
Mi sono innamorata di questi personaggi a prima vista (a seconda vista per quanto riguarda Bakugo, ma si può sempre rimediare! XD) e spero davvero siano IC, perché non voglio distruggere la loro stupenda caratterizzazione.
Credo sia la seconda volta nella mia vita che provo a narrare al presente, perché volevo dare un taglio più “veloce” alla scena. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Da ultimo, alcune note sul titolo. È  stato scelto dopo essere stata fulminata dall’idea di un Bakugo il cui carattere fa a pugni con i suoi vestiti per via “dell’intervento” di sua mamma. Nonostante sia strano, mi piace moltissimo.
Spero che la fic sia piaciuta anche a voi! Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va! : )
 
Alla prossima,
 
Ayumi


   
 
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