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Autore: Ace of Spades    10/01/2022    2 recensioni
«Una cosa Mihawk la sapeva con assoluta certezza: in quell'appartamento non era l'unica persona pericolosa.
E se lo aveva capito lui, probabilmente ne erano a conoscenza tutti.
Quindi la domanda era: per quale motivo avevano accettato di condividere uno spazio in cui vivere?
Il rasoio di Occam: a parità di fattori la soluzione più semplice è quella giusta.
Perché si annoiavano.»
.
.
.
Tre giovani studenti universitari decidono di dividere le spese abitando insieme. Piuttosto normale, certo, se non fosse che le tre persone in questione vogliono uccidersi a vicenda per far passare il tempo.
Non possono farlo? Ah no? Andate a dirlo a Crocodile, Doflamingo e Mihawk.
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Crocodile, Donquijote Doflamingo, Drakul Mihawk | Coppie: Shichibukai/Flotta dei 7
Note: AU, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
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XII

So sit back, relax, begin






A volte non è razionale nemmeno un pensiero razionale.
A volte ignoriamo palesemente ciò che ci sta davanti agli occhi per poter vivere ancora in quella bolla di finzione che ci siamo costruiti.
 
Crocodile si rese conto che non poteva più mentire a se stesso; non sapeva come, non sapeva perché, ma nella sua testa i suoi coinquilini da un po' di tempo erano diventati ciò che più si avvicinava ad un legame di amicizia.
Un po' come nella filatelia, in cui si collezionano francobolli. Tristemente noto come 'l’hobby degli sfigati', c'è una cosa che non va dimenticata.
I pezzi che valgono di più sono quelli difettosi. Esattamente come le persone.
 
Dal suo punto di vista era la stessa cosa.
Si attira ciò che si desidera.
Poteva anche fingere che non fosse così, ma lui conosceva benissimo cosa voleva davvero.
Ciò che non aveva mai avuto.
Famiglia. Amici.
 
E questo desiderio lo faceva vergognare.
Aveva passato la sua vita da solo, stava bene con la solitudine.
 
Eppure.
 
Dai ad un uomo un assaggio di quello che potrebbe avere e lo rincorrerà per sempre.
 Doveva sbarazzarsi di quei due. E doveva farlo subito, era passato quasi un anno.
 
Si alzò e si diresse in cucina.
Mihawk era seduto in un angolo del corridoio con gli occhi sgranati.
 
"Mihawk? Mihawk, mi senti?"
Il moro lo guardava non sbattendo le palpebre.
"Doflamingo!"
 
L'altro ragazzo, sentendo il suo nome, aprí la porta di camera sua e fece capolino.
"Cosa c'è?"
Crocodile gli indicò Mihawk con un cenno della testa.
 
"Cos'ha secondo te?"
Il biondo si accovacciò.
"Ci sono dei draghi sulla mensola"
 
"Hai fumato qualcosa? Almeno me ne hai lasciato un po'? Ahia, Croco-chan,  scherzavo!"
Mihawk lo fissò serio.
"Sssssh! Non fare rumore altrimenti ci sentono"
"Chi?" chiese Crocodile.
"Le marmotte. Sono del Gran Sasso e sono qui per la loro luna di miele"
 
Doflamingo nascose un sorriso nella mano girando il volto e vide una tazza poco distante.
Crocodile notò il biondo sbiancare.
"Doflamingo. Cos'hai fatto"
"Ecco… io… Falchetto, hai usato lo zucchero nel tè?"
Mihawk lo guardò come se gli avesse chiesto se due piú due facesse quattro.
"Ovvio. Ma era finito. Ho aperto un barattolo che era dietro quello solito. Il tè aveva un sapore strano. Oh no, gli stambecchi stanno rappando Eminem di nuovo"
 
"Potrei averlo drogato"
"POTRESTI AVERLO COSA"
"Mica gli ho detto di prendere quel barattolo! Ci avevo messo dentro… roba."
Crocodile lo sollevò per il colletto.
"Che roba? Devo portarlo all'ospedale? Nella cucina hai messo della droga?? Di fianco allo zucchero?? Sei deficiente?"
Il biondo alzò le mani cominciando a gesticolare.
"Non è molto forte, è una nuova miscela che devo ancora mettere sul mercato non morirà e poi l'avevo messa lí ieri oggi dovevo spostarla mettimi giú!"
Il moro lo lasciò andare dopo la marea di parole.
Sbattè le palpebre.
 
"Sul mercato? È questo quello che fai? Spacci?"
Doflamingo rivolse un'occhiata a Mihawk che stava ancora guardando il muro con una faccia disgustata.
"Beh, non solo, diciamo che faccio spacciare altri e io mi tengo i guadagni in una sorta di scambio equo. Io assumo persone e le dirigo, o faccio passare cose che non dovrebbero passare i confini, più o meno."
 
Il moro lo fissava con la bocca mezza aperta.
"Joker."
Doflamingo alzò lo sguardo e ampliò il sorriso.
Dentro il sangue gli si era gelato.
Non erano questi i piani.
Non doveva scoprire la sua identità.
 
"Ah, che bravo."
 
Crocodile rimase fermo qualche secondo, poi scoppiò a ridere.
"Ovviamente con la mia solita fortuna dovevi essere tu. E dovevamo essere pure coinquilini"
 
Il moro finí di ridere e poi si rivolse all'altro.
"Dammi una mano ad aiutare Mihawk, mettiamolo a letto, mischiare droghe e sonniferi non credo sia una grande idea quindi immagino che dovrà stendersi e basta per ora"
 
Dopo che ebbero sistemato lo spadaccino nel suo letto e che quest'ultimo, dopo un monologo sui diversi tipi di crema e sullo schifo che è l'ananas, finalmente si addormentò, Doflamingo si permise di rivolgere uno sguardo a Crocodile.
 
"Quindi?"
 
Entrambi sapevano che, avendo smascherato l'identità di Joker, anche il moro aveva svelato di sapere più di quello che faceva intendere.
 
"Quindi niente."
 
 
°
 
La testa pulsava.
La testa pulsava e aveva il collo indolenzito.
Eppure lo preoccupava di più il fatto che quei due fossero ai lati opposti della sua stanza e non si stessero nemmeno guardando in faccia.
 
"Quindi, per farla breve, mi sono drogato da solo"
 
Crocodile fece spallucce.
"Qualcuno non sa tenere le proprie cose in ordine"
 
Lo spadaccino lo fissò.
"E mentre ero incosciente avete consumato il vostro rito di accoppiamento"
 
Doflamingo si girò a guardarlo divertito.
"Sei ancora fatto?"
"No, ma che altra ragione potrebbe esserci per il vostro comportamento?"
 
Crocodile strinse i pugni.
"Hai dato di matto tutta sera e hai assunto sostanze psicotrope senza saperlo e non sei nemmeno arrabbiato? E la prima domanda che fai è se noi abbiamo-"
 
Mihawk lo interruppe alzando una mano.
"Ti prego, non fingiamo di essere dei santi. Direi che possiamo anche far cadere le maschere, questo teatrino è stato divertente finché è durato. So benissimo che voi due siete implicati in affari non del tutto legali, ma la sola cosa che ero riuscito a capire era il tuo coinvolgimento, non il suo" concluse facendo un cenno al biondo, che sembrava aver ritrovato il suo cipiglio strafottente.
 
"Il mio?" chiese il coccodrillo, come al solito più incuriosito che preoccupato.
"Ah, non mentirò dicendo che è stato facile, e ammetto di aver proceduto per tentativi basandomi solo su quello che vedevo. Ma credo di essere abbastanza certo di avere davanti Mister Zero"
 
Doflamingo drizzò le spalle e si voltò completamente verso Crocodile.
 
Mister Zero? Non ci credo.
 
Era un nome noto solo nella malavita, anche se molti lo avevano sentito nominare, nessuno era mai riuscito ad implicarlo in qualcosa.
Era il consulente a cui ti rivolgevi se avevi dei progetti illegali o loschi; come per la polizia, che consultava esperti in casi difficili, anche i criminali avevano il loro asso nella manica.
 
Il Napoleone del crimine.
 
Il silenzio divenne quasi assordante.
 
Doflamingo sghignazzò qualche secondo e poi si calmò.
"Direi che allora posso dire anche chi sei tu Falchetto. Volevo tenermi questa scoperta nel caso avessi dovuto ricattarti, ma già che ci siamo…"
 
Mihawk lo fissò negli occhi per la prima volta senza alcun filtro.
Quegli occhi mettevano davvero paura.
 
"Baba Yaga."
 
A Crocodile si mozzò il respiro.
 
"Non è esattamente “l’uomo nero”, ma è quello che mandi a uccidere l'uomo nero." continuò il biondo sorridendo.
"Concentrazione pura, impegno totale, volontà ferrea. Si racconta che una volta abbia ucciso tre uomini con una matita. Una matita."
 
Baba Yaga era semplicemente il soprannome dato all'assassino più sfuggevole e capace del mondo.
All’interno del folkore russo Baba Yaga è una creatura unica, una strega che vive all’interno di un bosco, all’interno di una casa sorretta da zampe di gallina, dal quale attira inermi bambini per divorarli, ricordando un po’ la leggenda di Hansel e Gretel. Agisce nell’ombra, è rapida e invisibile e, soprattutto, è un personaggio univoco all’interno della mitologia russa.
Quella rappresentazione era molto calzante su un assassino spietato, invisibile, letale e totalmente unico nel suo genere come lo era la persona che ora era seduta davanti a loro.
 
Si diceva che l'ultima cosa che vedevano le sue vittime prima di smettere di respirare fossero le sue iridi fredde.
 
'Verrà la morte e avrà i suoi occhi' " recitò in russo Crocodile, per poi sorridere mestamente.
"Considerando che ho capito che Doflamingo fosse Joker ieri sera, direi che abbiamo appena finito la partita"
 
Joker. Il nome in codice di un uomo sadico, burlone, psicopatico, perfido e ambizioso, dal carisma incredibile ed estremamente brillante.
La sua follia e la sua imprevedibilità lo rendevano uno dei più terribili criminali in circolazione.
 
Mihawk sorrise.
Questo sí che era un bel colpo di scena.
 
Sei veramente spaventato da qualcuno, di solito, perché non sai nulla di loro.
Pensi: ‘Non ho idea di cosa possa fare’.
La cosa veramente spaventosa di Joker è che può essere proprio di fronte a te, nascosto in bella vista, dietro la faccia sorridente di un ragazzino adolescente.
 
Tre persone pericolose che quasi nessuno ha mai incontrato, in un appartamento, coinquilini.
 
Amici, sussurrò la sua mente traditrice.
 
"E ora che si fa?" domandò Doflamingo, che non era mai stata una persona paziente.
 
Crocodile li fissò entrambi.
"Intanto sarebbe carino se Mipo togliesse la mano dal pugnale"
Il ragazzo sorrise e alzò le mani.
"Seconda cosa, se potessi togliere le mani dalle tasche e lasciare andare quel telecomando collegato alla bomba nel sistema di areazione te ne sarei grato" concluse il moro rivolgendosi all'altro ragazzo.
 
Mister Zero davvero.
 
I due interpellati si sentirono improvvisamente a disagio. Essere forti ed avere potere era una bella sensazione; avere davanti qualcuno che può anticipare la tua mossa prima ancora che tu riesca a farla o addirittura a pensarla era un altro paio di maniche.
 
"L'hai disattivata, vero?"
 
Crocodile gli rivolse lo stesso sguardo che una madre rivolgerebbe al figlio dopo una domanda stupida.
Invece di rispondere inspirò, rilassò le spalle e li fissò nuovamente inclinando la testa da un lato.
"Qualcuno vuole un tè?"
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Angolo dell'Autrice:
I riferimenti sono abbastanza palesi ma li scrivo lo stesso:
Per Mr. Zero ho usato Moriarty;
Per Joker ho usato il Joker dei fumetti della DC;
Per Mihawk ho usato Baba Yaga e John Wick. Trovo tutto molto divertente, lo ammetto. Finalmente la trama di tutta la storia ha preso il via eheh
100 punti alla casata di chi mi sa dire dove ho preso la citazione finale di Crocodile (senza sbirciare).
A presto, 
A. Of S.

 
  
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