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Autore: moredream84    12/01/2022    5 recensioni
…”Resta seduto allora… E guardami mentre mi spoglio”…
Questa era la prima -e unica- volta che Kaori Makimura si spogliava di fronte a un uomo. L’aveva fatto per orgoglio, l’aveva fatto perchè si era sentita piccola e sciocca… L’aveva fatto perchè il suo cuore e la sua anima erano stati feriti profondamente…Nei sentimenti… Perché l’unico uomo che amava era anche l’unico che non la ricambiava…Ne era certa! Lui non avrebbe mai provato desiderio di fare l’amore con lei, nemmeno trovandosela in piedi -come lo era in quel momento- completamente spogliata…

Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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                                                                                                                              -…Andrà tutto bene…
                                                                                                                                 
Andrà bene Ryo…-

 

Con quella frase nella testa Ryo Saeba continuava a guidare immerso nell’oscurità della notte. Il viso serio, velato di una finta serenità che la diceva lunga sulle emozioni che stava cercando di tenere sotto controllo -esattamente come aveva fatto tutte le altre volte- con scarsi risultati.

Ci stava riuscendo proprio male, lo doveva ammettere.

Troppe cose gli erano sfuggite di mano -i suoi sentimenti in primis- e questo aveva posto l’accento su tutta una serie di fatti che erano accaduti e che invece non sarebbero dovuti nemmeno esistere. Se si riferiva alla notte trascorsa con Kaori, beh, era proprio così.

Per una vita intera si era imposto la triste tortura dell’allontanamento -giusto quanto bastava per non restare coinvolti entrambi- e per una volta -quella sbagliata tra l’altro- le cose erano andate diversamente.

Ryo aveva lasciato spazio a quello che realmente avrebbe voluto fare e lo aveva fatto senza crearsi troppi problemi, sicuramente sconvolto dal fatto che no, con tutto quello che era successo -e la numerosa schiera di malavitosi al loro seguito- non se la sarebbe cavata così a buon mercato. Non sapeva come, ma se lo sentiva, questa volta ci avrebbe lasciato senz’altro le penne! 
E dunque, quello che aveva compiuto era stato solo un riflesso del fatto che era l’ultima occasione che aveva per assaporare almeno un po' di normalità, quel pizzico di felicità che si era 
per troppo tempo negato. Puro e sano egoismo? Certo. 

”Accidenti a lei”…Ma forse -e solo forse- era stata anche colpa di Kaori se era successo tutto quanto. Anche lei aveva contribuito a farlo crollare psicologicamente. Se solo ci ripensava lo stomaco gli si chiudeva fino a fargli mancare il respiro. I suoi occhi -velati di una malinconica brillantezza- lo avevano ammaliato a tal punto da fargli abbandonare completamente qualsiasi barlume di raziocinio o di principio morale nei suoi confronti, e si era lasciato inghiottire da quel sentimento che per troppo aveva tenuto soffocato. E non poteva negarlo, era stato così tremendamente bello che ancora adesso -che non era più insieme a lei- lo sentiva ancora sotto le sue dita.

Ogni sensazione, profumo ed emozione erano ancora vivi sulla sua pelle e nella sua memoria, come se li stesse rivivendo all'infinito. Tutto aveva avuto un sapore dannatamente buono, che il dolciastro, gli era rimasto ancora sulla punta della lingua...”Ok, basta così Ryo”…Scosse la testa cercando di riprendersi. Se continuava ad aggrapparsi a quei dolci momenti, era sicuro che di lì a poco avrebbe sterzato e avrebbe fatto inversione per tornare da lei. Ma questo non poteva -e non doveva- succedere.
Non era il momento di lasciarsi cullare da quel malsano sentimentalismo, o ciò lo avrebbe portato a far vivere Kaori come fuggiasca insieme a lui in quella casa sperduta nel bosco. Doveva concentrarsi e guardare in faccia la realtà.

Quella realtà che non lo aveva mai abbandonato e che era fatta di incertezze, pericolo e morte. E fu a quel punto che un mezzo sorriso rassegnato gli comparve sulle carnose labbra…”E’ stato bello finché é durato”…Sì, lui era sempre stato cosciente -dal primo momento in cui aveva messo piede nella capanna, all’ultimo con cui l’aveva lasciata- che il lieto fine non era fatto per tipi come lui. Lui non era il “principe azzurro” che vinceva sempre contro i cattivi, lui era il cattivo. Era una parte di quella feccia che prima poi doveva essere spazzata via dalla faccia della terra.

E come tale avrebbe chiuso la partita questa volta in modo diverso dal solito.

Era per quel motivo che aveva lasciato la dolce Kaori -addormentata in un sereno sonno- e in punta di piedi se ne era andato. Da buon vecchio vigliacco quale era, lo aveva fatto ancora, l’aveva tenuta all’oscuro dell’obbiettivo che gli girava per la testa, con il solo fine di tenerla al sicuro -anche se era certo che lei non lo avrebbe capito e si sarebbe arrabbiata-…

”Kaori”…Riusciva ancora a vederla nuda fra le lenzuola girarsi smaniate a cercare il calore delle sue mani.

Avvolta nell’incoscienza del sonno lei aveva continuato a ricercare smaniosa la sua presenza, come se nel profondo del suo subconscio lo sapesse, avesse capito che Ryo sarebbe sparito da qualche parte a sua insaputa…”Niente di più vero”

Lo sguardo di Ryo si posò verso lo specchietto retrovisore, adocchiando quelli che erano dei fari dietro di lui. Assottigliò la vista e continuò a fissare l’andamento dell’auto alle sue spalle. Vide il veicolo mettere le freccia e sorpassare con disinvoltura…”Non era nulla”…E tirò un sospiro di sollievo. La tensione che lo avvolgeva era totale. Adesso si sarebbe concentrato unicamente su un solo obbiettivo.

Riprese dunque a fissare l’asfalto che si srotolava lento di fronte ai suoi occhi.

Ryo Saba -che di piano “B” ne aveva sempre uno- si ritrovava a dirigersi verso il centro di Shinjuku con il solo scopo di essere avvicinato dai malavitosi che lo cercavano…E niente più.

Una missione suicida -se così poteva chiamarla- che aveva l’unico obbiettivo di eliminare la minaccia alla radice.
No, non si sarebbe lanciato a "tu per tu" contro dei mercenari addestrati, sapeva che non 
avrebbe potuto mai affrontare un esercito intero da solo -era da stupidi illudersi del contrario-, no, lui avrebbe puntato al leader. Se fosse riuscito a colpirlo e ad eliminarlo, gli altri si sarebbero dileguati.

Senza un capo a dare ordini non avrebbero più potuto essere una minaccia. Quello -forse- era il piano…

Lo faceva per se stesso -perché alla fine era colpa sua-, e per Kaori -che come al solito era stata messa nel mezzo anche se non c’entrava niente-.

Non sapeva se il loro obbiettivo di usare Kaori era cambiato o meno, sapeva solamente che ce l’avevano con loro. E fintanto che la situazione non prendeva una piega diversa, lei sarebbe stata in pericolo. Doveva sistemare le cose e lo doveva fare non tanto per il senso del dovere verso il proprio paese -di cui alla fine non gli importava niente-, quanto per quella donna al suo fianco che non aveva vissuto una vita normale.

Lo faceva solamente per lei…

Una cabina telefonica posta sul ciglio della strada attirò la sua attenzione, così scalò lentamente le marce rallentando progressivamente. Accostò la Mini vicino al marciapiede e -dopo aver spento il motore ed essere sceso- entrò all’interno della cabina. Guardò per qualche istante la cornetta verde del telefono, prima di tirarla su. Inserì due monetine e compose quel numero che sapeva a memoria…

…Tuuuuuu…

…Tuuuuuu…

…Tuuuuuu…


<< Pronto? >> La comunicazione dall'altra parte si aprì, facendo riecheggiare la voce femminile più dolciastra che avesse mai conosciuto in vita sua.

<< Scusa se ti chiamo a quest’ora >> Ryo soffiò quelle parole come quasi fosse sollevato di sentire la sua voce.

Lei dall’altra parte della cornetta fece un attimo di silenzio << Ryo?…>> La sentì domandare titubante -con l'espressione impastata dal sonno- <<… Se ti sei di nuovo ubriacato sappi che non ti vengo a prendere >> E la sentì sbadigliare platealmente, facendo fare a lui un piccolo sorriso.

<< Per tua “sfortuna” non sono ubriaco…>> Cantilenò piano -come se fosse davvero dispiaciuto del fatto che il motivo per cui la stava chiamando non era quello-.

<< E allora perché chiami? Non sai che la gente dorme a quest’ora? >> Udì il suo tono delicato spazientirsi un po’.
Era certo che dal suo punto di vista lei lo vedeva come uno sconsiderato burlone che aveva chiamato solo con la scusa di darle fastidio. E forse -in altri contesti- non sarebbe stata poi tanto lontana dalla verità. Ma non quella sera…

<< Ho bisogno tu mi faccia un favore…>> La voce di Ryo -che fino a quel momento era apparentemente distesa- si fece seria, e un pesante velo di silenzio li divise entrambi <<…Ascoltami bene Saeko, non ho tempo di fornirti i dettagli, ma al sorgere del sole vai al rifugio >> Ancora un attimo di silenzio prima di udire da parte della donna provenire un pesante respiro.

<< Ryo dove sei ora?…Mi stai spaventando…Che succede? >>

Ryo appoggiò una mano sul vetro della cabina e si schiarì la voce << Ricorda… Tra qualche ora…Il rifugio… Và lì >> E riagganciò senza aggiungere altri dettagli. Sapeva che Saeko lo avrebbe fatto, sapeva che sarebbe stata affidabile e avrebbe portato in salvo Kaori sperduta nel niente. Lui nel frattempo avrebbe guadagnato abbastanza tempo per attirare l’attenzione di quelli che li cercavano.

Li avrebbe trovati… Li avrebbe affrontati… E li avrebbe eliminati…

Uscì dunque dalla cabina telefonica. Infilò le mani nelle tasche del vecchio spolverino -a frugare qualcosa all’interno che in realtà non c’era-, e rivolse lo sguardo al cielo notturno nella speranza di intravedere qualche luccichio incastonato nella distesa blu scuro…”Che peccato”…Quel cielo così limpido -che fino a qualche ora prima aveva ammirato immerso nella fitta boscaglia- era scomparso, coperto dalle luci frivole e artificiali di Shinjuku. Non riuscì a intravedere neanche una mezza stella. Quella città era sul serio troppo illuminata per poter scorgere anche solo un breve scintillio naturale, e forse un po’ gli dispiaceva.

Così -sospirando- mise una sigaretta in bocca -vecchia amica delle sue avventure solitarie- e si incamminò a passo lento verso la via principale.

Le mani rigorosamente nelle tasche, le spalle ricurve in avanti a vecchio detective, e la sigaretta in bocca.

Ryo Saeba si preparava a scrutare tutto l'ambiente circostante, in cerca di qualche indizio che potesse stonare in mezzo alla confusione notturna della folla di bagordi che lo circondava. Conosceva così bene quelle strade, che avrebbe potuto percorrerle anche a occhi chiusi e notare comunque qualcosa.

Ma quella sera -immerso tra gli schiamazzi delle compiette, i deliri degli ubriaconi senza meta e le risa delle ragazze squillo con i loro amanti- anziché cercare una tra le tante insegne colorate dei locali, che avrebbe potuto ospitarlo per una notte di divertimento sfrenato, Ryo cercava il segnale che avrebbe potuto condurlo verso coloro che sicuramente lo stavano aspettando.
E finalmente notò qualcosa che fece allertare il suo attentissimo sesto senso di Sweeper…”Uno… Due… Forse tre”…Con uno sguardo furtivo osservò velocemente nelle direzioni in cui aveva contato…”No…Sono molti di più”… Di fronte a lui, alla sua destra -e sinistra- e alle sue spalle, si trovavano degli uomini nascosti in penombra -con in mano fucili da cecchino- su quelli che erano i tetti di alcuni edifici. Era chiaro…Lo tenevano sotto tiro.

Erano sparpagliati così bene e uniformemente, da non lasciargli spazio di azione e non potersi muovere da nessuna parte.

<< Non so se il tuo sia coraggio o stupidità, in ogni caso mi fa piacere che tu ci abbia risparmiato la fatica di cercarti…>> Di fronte ai suoi occhi comparve improvvisamente la figura di quella donna identica a Kaori, la stessa donna che anche lui desiderava incontrare.
Entrambi si guardarono reciprocamente senza aggiungere nient’altro, come si stessero sfidando silenziosamente, e notò gli occhi di lei ardere di viva impazienza <<…Finalmente…>> Esclamò con tono soddisfatto <<…Il detentore della formula è qui davanti a me >> E la vide sorridere.

Ryo socchiuse lo sguardo mentre tirava su una boccata di fumo << Non so di cosa tu stia parlando >> Disse placidamente. E soffiò via un po' di fumo verso di lei -che le fece inasprire il viso-.

<< Non mentire! Lo so che Kaibara l’ha data a te!…>> Esclamò infastidita <<…Adesso cammina! >> E fece un cenno con la testa suggerendogli di incamminarsi verso la direzione in cui lo aveva intimato di andare.

A Ryo non gli ci volle poi tanto tempo prima di capire che una pistola -ben nascosta nelle tasche del giacchetto della donna- puntasse verso la folla a fianco a loro prendendoli da ostaggi << Non ce n’è bisogno >> Asserì lui con estrema calma. Fece qualche passo in avanti, incamminandosi -senza opporre resistenza-, verso quel camion sospetto parcheggiato lì vicino. 
A Ryo sul serio non interessava che cosa volessero realmente da lui, poco importava… Uscire dal centro abitato era ciò che voleva. Solo lì avrebbe potuto realmente agire come avrebbe voluto.

La donna lo affiancò velocemente << Fuori le mani dalle tasche…>> Disse con aria minacciosa <<…Non fare furbate. Ho diversi uomini sparsi nei paraggi. Un mio cenno e molte persone si faranno male...>> Ma questo Ryo già lo sapeva.
Bastava semplicemente guardarli negli occhi per capire il modo con cui erano abituati ad agire. O seguivi la loro via o te ne andavi fuori dai piedi. Per loro le persone erano un ammasso di carne facilmente sacrificabile per raggiungere i loro scopi.
E avrebbero fatto qualsiasi cosa per ottenere la formula nascosta nella pistola..."Già"...Giusto appunto, come avevano fatto a sapere che 
Kaibara aveva dato proprio a lui la soluzione per decifrare la formula?..."Non c'è da preoccuparsene"...Anche se lo avevano scoperto, non sarebbero mai riusciti a raggiungere il tassello mancante. Ne era certo!
<<...Sali…>> Il portellone nel retro del camion venne aperto da due tirapiedi della donna, e lei lo spinse appena per intimarlo a salire.

Ryo non fece domande. Salì silenzioso sul veicolo e dopo aver dato un’ultima occhiata fuori -verso tutte quelle persone che li guardavano di sottecchi, intimorite dal palese fare da gangster- si sedette in un angolo del rimorchio.

Le porte si chiusero e lui appoggiò la testa contro la lamiera -mentre sentiva il veicolo accendersi-…”E’ giusto così. E’ così che deve andare…E’ così che deve finire”…Non gli interessava né la direzione, né tanto meno la destinazione. Lui sapeva solamente che sarebbe finito tutto proprio quella notte. Una bellissima notte, con un bellissimo cielo limpido e stellato, di quelli che non ne aveva visti da troppo tempo, di quelli che riuscivano a spazzare via ogni brutto pensiero.

E pensò ancora una volta a Kaori…”Dannazione”…Pensò a quella promessa che adesso non era più così sicuro di poter continuare a mantenere. Anzi, a dire la verità era più che certo che non sarebbe riuscito a mantenerla.
Il cuore gli batté nel petto in modo strano, quasi doloroso. 
Molti pensieri si affollarono nell'oscurità della sua mente e nelle sue orecchie riecheggiò solamente il proprio respiro.

Improvvisamente nell'aria avvertì uno strano odore -fuoriuscito da alcuni bocchettoni posti alle sue spalle-, e gli occhi di Ryo lentamente si fecero pesanti. Ben presto il sonno prese il sopravvento su di lui, e si lasciò andare all'improvvisa stanchezza causata da quel probabile sonnifero che di proposito avevano buttato.


...”Kaori mi dispiace… Grazie… Addio”





NOTE CONCLUSIVE: Salve a tutte care lettrici! Come state? Spero tutto bene (visto i tempi che stiamo vivendo). Vorrei scusarmi per il madornale ritardo con cui pubblico questo capitolo, ma sul serio ho avuto molte difficoltà e non ho avuto per niente la testa di mettermi e scrivere. A ogni modo ci tengo a questa fiction e anche se con un pizzico di ritardo cercherò di ultimarla fino alla fine.

Vorrei ringraziare tutte coloro che hanno sostenuto il capitolo precedente (siete state veramente tantissime e il mio cuoricino è stato stracolmo di felicità) e continuano a sostenere e seguire anche ora.

Un abbraccio a tutte e alla prossima!

                          

                  

  
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