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Autore: Blue_Lily    13/01/2022    0 recensioni
Un'anima in agonia, il canto disperato di chi non riesce ad andare oltre a una storia finita male. Un animo innocente tenterà invece di aggiustare in ogni modo quel cuore in frantumi attraverso il canto, ma non con poca fatica. La dissonanza e l'armonia più pura saranno destinati a incontrarsi: riusciranno a legare e trovare un equilibrio? Quell'incontro potrà finalmente portare la pace nel cuore di uno... O sarà la rovina dell'altra?
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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CAPITOLO 2

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GUARDIANE STELLARI E BELVE LUNARI

 

Passarono un paio di mesi dall'incidente al locale, durante i quali il naso del povero Viego ebbe occasione di guarire senza particolari problemi. Sempre che le continue frecciatine e i commenti passivi aggressivi dello zio contassero come effettivi problemi. Nulla infatti impedì a Vladimir di torturare il proprio nipote con continue provocazioni, quali esse mirassero al suo cuore spezzato parlando di Isolde, oppure del suo orgoglio tirando in ballo la questione del setto nasale ridotto in poltiglia. Queste settimane d'agonia fortunatamente finirono e Viego tornò a uscire finalmente di casa più splendente che mai, sbocciando come un fiore primaverile dopo un lungo sonno letargico. Venne baciato dai tiepidi raggi solari di una primavera ormai al suo inizio, inspirò a pieni polmoni quel fresco profumo che tanto gli era mancato sentire e dopo qualche attimo di esitazione mosse il primo passo oltre a quella sottospecie di galera che suo zio chiamava “casa”. Viveva con lui da che ne aveva memoria, ma di base non si sono mai sopportati a vicenda. Il motivo per cui quei due vivessero ancora assieme era ancora sconosciuto, anche da loro stessi; forse non avendo un posto dove andare, il ragazzo ha dovuto volente o nolente imparare a convivere con quell'uomo fastidiosamente altezzoso e sarcastico che era suo zio, che dal canto suo è stato quasi costretto a dare vitto e alloggio a quel disgraziato di suo nipote alla tragica morte dei suoi genitori. Non se ne lamentò troppo, forse anche per fare un favore al suo defunto fratello, ma lui stesso affermò più volte di essere una pessima figura paterna da cui prendere esempio, tanto che di figli non ne aveva né tanto meno ne voleva.
 

«Se torni a casa ubriaco e col naso rotto di nuovo, sappi che dormirai sulle panchine come i barboni stanotte.»
 

Si raccomandò Vladimir, anche se a modo suo. Chissà che non l'avrebbe fatto davvero.

Viego camminò a lungo per le strade della città dove è cresciuto durante quel periodo. Superata la via cosiddetta “dei ricchi” dove alloggiava si andava più verso il centro, dove tendevano a riunirsi ragazzi di ogni età e genere. Muri adornati da innumerevoli graffiti accoglievano tutti coloro che volevano addentrarsi in quella zona più “giovane”; il ragazzo riconobbe un triangolo nero e verde rovesciato al centro di uno di questi, uno dei pochi ricordi felici della propria adolescenza. Un ricordo dolceamaro, in quanto quel periodo conobbe la sua ormai ex, Isolde. Cercò di allontanare quel pensiero scuotendo la testa, nel vano tentativo di concentrarsi su altro: dopo quattro mesi ormai avrebbe dovuto dimenticarla... Ma allora, si chiese, perché faceva ancora così male?

Voltò lo sguardo verso un negozio di fumetti poco distante, luogo che tempo addietro usava frequentare col suo vecchio gruppo di amici. Pensò che forse sarebbe stato il caso aggiungere qualche fumetto alla sua collezione, dopotutto se non aveva pensato troppo a quella ragazza in quell'ultimo periodo era dovuto solo ed esclusivamente al fatto che, in preda alla noia, si era divorato tutta la saga di fumetti “Lunar Beast – L'attacco della Bestia Lunare” presente in casa sua. Sfortunatamente gli mancava l'ultimo volume, uscito da poco. Gli sembrò una buona idea acquistarlo, almeno per un po' si sarebbe distratto.

Uscito da quell'infinito labirinto di scaffali il ragazzo teneva fra le mani, quasi fosse un tesoro inestimabile, l'ultimo volume uscito di quella serie con un sorriso sornione sul volto. Tutto ciò che voleva fare in quel momento era sfogliare le pagine di quella reliquia introvabile e concludere quella che era di fatto una delle sue serie preferite. Si chiese come sarebbe stato il finale, e se ci sarebbe stato effettivamente un seguito dopo quello.

Immerso nei suoi pensieri non si rese conto della ragazza dalla lunga chioma rosata che inevitabilmente si schiantò contro di lui. Inevitabilmente, in quanto nessuno dei due badava a dove stava camminando, o correndo in caso della fanciulla. Entrambi caddero rovinosamente a terra e con loro ciò che stavano trasportando: per Viego era il suo nuovo acquisto, Seraphine tutto il contenuto del suo zaino lasciato erroneamente aperto.
 

«Scusascusascusa! Mi dispiace!»
 

Si scusò frettolosamente la fanciulla intanto che il ragazzo si massaggiava la testa in preda a un nervoso crescente. Seraphine l'aveva riconosciuto ed è rimasta a osservarlo quasi incredula un paio di secondi. Era tentata di rimanere e intrattenere una conversazione, magari chiedergli come stesse il suo naso dopo la batosta ricevuta, ma aveva ben altro a cui badare in quel momento, tanto che una volta raccattate tutte le sue cose corse via anche con una certa fretta. Viego non riuscì a dire nulla che lei già era sparita. Prese distrattamente in mano il suo fumetto e cominciò a camminare verso casa: non voleva rischiare di rompersi di nuovo qualcosa, non dopo la velata minaccia di Vladimir. Prima di svoltare l'angolo, tuttavia, notò con la coda dell'occhio una figura sparire fra le ombre dopo averlo guardato molto più che semplicemente male. Non se ne curò e scrollò le spalle: in altre occasioni si sarebbe girato e gliele avrebbe suonate, ma in quel momento pure lui aveva altro a cui pensare.

Si lanciò di peso sul morbido piumino e fissò per un po' il soffitto. Ancora c'era luce, era rimasto davvero poco fuori casa a quel giro. Con un sorriso entusiasta si mise a gambe incrociate sul letto e aprì rapidamente il fumetto. Questo presentò in prima pagina la scena di cinque ragazze vestite con strani abitini brillanti, animaletti coccolosi al loro seguito e un enorme mostro viola da sconfiggere all'urlo di “CORAGGIO, GUARDIANE STELLARI!”. Viego assottigliò confusamente gli occhi facendo una strana smorfia, misto tra stranezza e un certo disgusto. Si chiese:
 

«Che è sta roba?»
 

Chiuse il libricino e lesse il titolo: “Star Guardians – Burning Bright”.

Si chiuse in sé stesso per una buona manciata di minuti, a osservare un soffitto vuoto ormai come la sua anima: come ha potuto prendere quel fumetto da “femminucce” al posto della sua lettura decisamente più mascolina? Riprese fra le mani l'albo incriminato guardandolo con astio, fino a ché non notò spuntare dall'angolo un foglietto. Sopra ad esso vi era scritto con un inchiostro rosa glitterato, in stampatello:

In caso di smarrimento, vi prego contattate questo numero!

-Seraphine”
 

«Aspetta un attimo...»
 

Mormorò prendendo in mano anche la letterina di qualche mese prima, stipata in un angolino buio del cassetto. Quasi se ne stava dimenticando ma quell'inchiostro fastidiosamente luccicante, quel nome... E si ricordò della ragazza che l'aveva urtato quello stesso pomeriggio. Collegando tutte le informazioni arrivò presto alla conclusione che magari il suo amato ultimo volume di “Lunar Beast” era in mano sua.

Prese il telefono alla mano, e senza alcun tipo di esitazione le scrisse.

   
 
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