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Autore: Marty004    16/01/2022    0 recensioni
E se ci fosse un altro sopravvissuto tra gli Uchiha? Magari una ragazza della stessa età di Sasuke e che pare assomigliare molto a Orochimaru? Dopo il tradimento del ninja leggendario, l'organizzazione Alba sembra proprio aver trovato un ninja, di ignota identità, in grado di prendere il posto vacante. Orochimaru, che nel corso degli anni non ha mai perso di vista i movimenti dell'organizzazione, decide di affidare a Sasuke (che ha lasciato la Foglia ormai da 3 anni) il compito di ottenere informazioni sul decimo membro di Alba.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Altri, Nuovo Personaggio, Orochimaru, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Nella memoria di Sasuke erano rimaste solo delle scene frammentarie degli attimi prima di entrare nel coma. Ricordava di essersi ritrovato, in qualche modo, in uno dei corridoi del covo di Orochimaru, con Yuki ad assisterlo, e di essere stato separato da lei per essere portato in un letto. Ricordò le voci tese di Orochimaru e Kabuto.
<< Chi sarebbe quella ragazza? Sembra che la conosciate, maestro >>
<< E’ mia figlia >>
Kabuto doveva essere rimasto stupefatto: << Non mi avevate detto che avevate una figlia >>
<< Se solo provi a farle del male… >> Sasuke, in un momento di lucidità, con una fatica immensa era riuscito a tirare fuori quella velata minaccia, guardando dritto negli occhi Orochimaru che lo osservava impassibile.
Ricordò il calore del sangue che sgorgava dalla milza, una volta tolto il ricevitore, e, di nuovo, la voce di Orochimaru: << Resta sveglio. Se ti addormenti non potrai più rivedere Yuki >>
E poi il dolore. Il dolore lancinante alla testa a cui non era riuscito a resistere, nonostante avesse fatto l’impossibile per rimanere cosciente. In balìa di quel dolore, Sasuke aveva chiuso gli occhi e si era ritrovato nel buio.
Ma poi, d’un tratto, una donna gli apparve a pochi centimetri dal viso.
<< Yuki! >> d’istinto, Sasuke pronunciò il nome della persona che credeva di avere di fronte a sé, ma si ricredette subito; le somigliava molto, ma, guardandola meglio, si rese conto che non si trattava dell’amata.
La donna gli afferrò dolcemente le mani: << Caspita! Ti somiglia moltissimo, Mikoto! E’ proprio un bel ragazzo >>
Udito quel nome molto familiare, Sasuke voltò immediatamente lo sguardo alle spalle della donna, verso la figura che la sua vista non era ancora riuscita a focalizzare. E la riconobbe subito: era proprio sua madre.
<< Madre! >>
La donna sconosciuta, a quel punto, si fece silenziosamente da parte e Mikoto avanzò con un triste sorriso verso il figlio, studiandone l’altezza che ormai aveva superato la propria: << Sei cresciuto, tesoro >> e lo avvolse in un caldo abbraccio.
Sasuke non credeva ai suoi occhi e sentì il cuore esplodergli dalla gioia; quanto aveva desiderato poterla rivedere anche solo per una volta e poterla riabbracciare così. Cercò di assaporare il più possibile quell’attimo; si rese conto che aveva dimenticato la voce e il dolce profumo di sua madre. Ma quella gioia si rabbuiò poco dopo; se sua madre era là, di fronte a sé, poteva solo significare che era morto anche lui.
<< Mi dispiace mamma. Non sono riuscito a vendicarti >>
Mikoto, con aria seria, sciolse quell’abbraccio e prese il volto di Sasuke tra le mani: << Questo non ha importanza, Sasuke. Vendicarci non ci farà tornare indietro >>
<< Io non posso perdonarlo.. >>
Mikoto tacque per un attimo di fronte allo sguardo ostinato del figlio.
<< So che per te è stata dura.. Ma devi tenerti strette le persone che ti vogliono bene. Promettimi che non ti isolerai mai più >>
<< Che importa adesso? Sono morto, no? >>
In quel momento, alle spalle di Sasuke si aprì un vortice che cominciò a risucchiare tutto ciò che aveva di fronte a sé. Ma a differenza del ragazzo che faticò per rimanere nella posizione e nel punto in cui si trovava, le due donne sembravano immuni alla potente forza del vento che spingeva verso quel vortice.
Mikoto mostrò un dolce sorriso: << Non è ancora arrivata la tua ora. Hai ancora molte cose da fare in vita. Ricordati sempre che io e papà siamo fieri di voi >>
Di voi?! A Sasuke sembrò di non aver capito bene quella parte e fece per chiedere spiegazioni, ma venne interrotto bruscamente dalla donna che somigliava a Yuki: << Prenditi cura di lei, ti prego >>
Il ragazzo, sorpreso da quella frase rivolse uno sguardo pensieroso alla misteriosa donna. A parte per il taglio degli occhi, pensò che sarebbe potuta tranquillamente essere Yuki tra qualche anno. Prenditi cura di lei. Che fosse Misaki, quella donna?
Negli ultimi secondi che gli rimanevano in quel posto, Sasuke le chiese chi fosse, ma non udì mai la risposta. Riuscì solo a vedere le sottili labbra inarcarsi in un sorriso.
E poi il mondo divenne sfocato, mentre provava ad aprire gli occhi. Quando riuscì a mettere a fuoco la vista, vide che Yuki era lì, con la testa e le braccia appoggiate alla sponda del letto, profondamente addormentata. Senza riuscire a muovere nient’altro, Sasuke allungò lentamente e con fatica la mano tremante verso la testa della ragazza e, quando la raggiunse, la accarezzò delicatamente.
Yuki aprì lentamente gli occhi e, in un primo momento, sentendo quel contatto, volse gli occhi sul braccio che la circondava, con aria pensierosa. E poi parve capire. Sollevò lo sguardo e trovò il sorriso dell’amato.
<< Sasuke.. >> le lacrime cominciarono a percorrerle il viso e la ragazza si gettò ad abbracciare il giovane Uchiha.
<< Kabuto! Kabuto, vieni presto! Sasuke si è svegliato! >> Yuki urlò gioiosa, sperando che qualcuno la sentisse e accorresse subito.
E in effetti, Kabuto era a pochi passi da quella stanza, ancora con il kunai in mano. Gli era parso di aver sentito il verso di un corvo nelle immediate vicinanze, quasi come se fosse stato dentro l’edificio, ed era rimasto inorecchito. Ma in ogni caso, udita la voce che lo chiamava, Kabuto si morse il labbro e pensò al da farsi: forse non era prudente eliminare Yuki proprio davanti agli occhi di Sasuke. Se il ragazzo fosse rimasto incosciente per anni, al momento del risveglio, lui e Orochimaru avrebbero potuto fargli credere che era stata Alba ad uccidere l’amata, ma in quel modo avrebbero rischiato di addossarsi la stessa ira che provava per Itachi. Così, Kabuto decise, per il momento, di riporre il kunai ed entrare sorridente nella stanza.
<< Finalmente ti sei svegliato Sasuke! Ci hai fatto preoccupare >>
L’Uchiha non rispose, ma provò con fatica a sollevare il busto, senza riuscirci.
<< Mi dispiace, ma temo che per un po’ non riuscirai a muoverti. Sei stato immobile per un paio di mesi >> disse Kabuto
Sasuke sgranò gli occhi: << 2 mesi?! >>. Istintivamente guardò il pancione di Yuki e poté constatare quanto fosse cresciuto.
<< Già. E sei in ritardo solo di qualche ora. Orochimaru si è reincarnato questa mattina >>
Il ragazzo guardò Kabuto con sguardo serio, ma non disse nulla. Anche Yuki si fece seria; se solo Orochimaru avesse aspettato qualche ora in più, a quest’ora Sasuke sarebbe stato in serio pericolo. Per una volta, la fortuna li aveva assistiti.
<< Vado ad avvertirlo >> Kabuto si congedò e uscì dalla stanza.
Non appena la porta si chiuse, Yuki si gettò di nuovo su Sasuke e lo travolse in un appassionato bacio.
<< Ho avuto paura di non rivederti mai più >> la voce di Yuki era spezzata, nel tentativo di trattenere le lacrime.
Sasuke la fissò negli occhi ambrati e cercò di respirare più lentamente per contenere tutte le emozioni che gli stavano per esplodere nel petto, alla vicinanza dell’amata: << Anch’io >>
<< Mi dispiace, è tutta colpa mia.. >>
<< No, non è così. Sono io che avrei dovuto stare più attento >>
<< Che cosa è successo? Come ha fatto Pain a ridurti così? >>
A quella domanda, Sasuke rimase un attimo in silenzio e cercò di ricordare: << Non so come abbia fatto, ma mi ha teso una trappola fingendosi un bambino. Anche se non mi sembrava una semplice trasformazione. E poi mi hanno attaccato in 5 o 6 di fattezze diverse tra loro, ma tutti con capelli arancioni e piercing >>
Yuki rimase a bocca aperta: << Ha ucciso un bambino?! >>
Sasuke parve non capire: << Che vuoi dire? >>
<< Pain possiede il Rinnegan. Può controllare corpi di persone morte da una lunga distanza e vedere con i loro occhi. Se dici che quel bambino era controllato da lui, molto probabilmente l’ha ucciso per servirsene >>
<< Capisco >>
Calò il silenzio per qualche secondo al pensiero dell’atrocità che il leader di Alba era riuscito a commettere, poi Sasuke riprese la parola: << Ma tu come stai? Sei rimasta qui per tutto il tempo? Orochimaru ti ha fatto qualcosa? >>
<< No, tranquillo. Abbiamo soltanto parlato e si è convinto a farmi rimanere qua finché non ti fossi ripreso. Probabilmente, se mettessi piede fuori da questo covo, Alba non ci metterebbe molto a eliminarmi. Ormai è chiaro che li ho traditi >>
Sasuke le accarezzò il viso con aria preoccupata: << Non permetterò che ti facciano del male >>
Yuki sorrise e con dolcezza scostò dalla fronte del ragazzo i capelli neri: << Per adesso pensa solo a guarire >>
Il ragazzo abbassò lo sguardo sul pancione e sorridendo vi pose una mano: << Ormai manca poco eh? >>
<< Vuoi sapere se è maschio o femmina? >>
<< E tu come fai a saperlo? >>
<< Kabuto mi ha visitata >>
Sasuke ci pensò su. Non gli dispiaceva l’idea di tenersi la sorpresa per il giorno in cui quella creatura sarebbe venuta al mondo. Non aveva preferenze; maschio o femmina che fosse, tutto ciò che desiderava era che stesse bene e che potesse crescere felice. Un possibilità, quest’ultima, che a lui era stata negata, ma giurò a se stesso che avrebbe fatto qualsiasi cosa per far sì che i suoi figli non assaporassero il dolore che aveva conosciuto lui.
<< Dovremmo scegliere un nome >> gli occhi di Yuki brillavano di gioia e impazienza. Era chiaro che moriva dalla voglia di rivelargli il sesso del bambino e vedere la reazione del ragazzo.
Sasuke si intenerì e sorridendo annuì, facendole capire che poteva rivelarlo.
<< E’ un maschio >> il sorriso che la ragazza mostrò in quel momento fu uno dei più belli che l’Uchiha avesse mai visto e non poté fare a meno di imitarla. Osservando quel volto, ripensò alla donna che aveva visto mentre era in coma, ma pensò che parlarne avrebbe potuto risvegliare dei dolorosi ricordi e non voleva oscurare la gioia di Yuki, proprio in quel momento. E poi forse, non era stato nient’altro che uno strano sogno.
Incapace di parlare dall’emozione, Sasuke trasse a sé la ragazza e la baciò di nuovo: << Ti amo, Yuki. Dalla persona infelice quale ero, mi stai rendendo l’uomo più felice di questo pianeta >>
<< Lo stesso vale per me, amore mio >>
Passarono le ore successive a scegliere il nome del loro bambino e, alla fine, decisero che lo avrebbero chiamato Shinsei, “nuova vita”. Un nome adatto alla creatura che aveva cambiato per sempre i loro destini.
 
Verso sera, Orochimaru si diresse finalmente nella stanza di Sasuke ed entrò bruscamente, senza cerimonie.
<< Yuki, ti spiacerebbe lasciarci soli? >> a parte per gli occhi di serpente, le sue sembianze erano quelle dell’uomo di cui evidentemente si era impossessato.
Per qualche motivo, il tono di voce sembrava nascondere una velata minaccia e Yuki non poté fare altro che abbassare la testa e uscire dalla stanza in silenzio. Sapendo che il padre se ne sarebbe accorto, non provò nemmeno a origliare e andò dritta nella propria stanza.
Sasuke, invece, sembrò più risoluto; pur non riuscendo a muoversi, costretto com’era nel suo letto, non ebbe paura di guardarlo dritto negli occhi e ricambiargli quel minaccioso atteggiamento.
<< Da te non mi sarei davvero aspettato una cosa del genere >>
<< Sono stato colto di sorpresa, ma non succederà più >>
<< Non stavo parlando di Pain! >>
Sasuke sapeva benissimo che tipo di ramanzina stava per ricevere, ma pensò che fosse più saggio non far capire chiaramente a Orochimaru che non era più l’allievo freddo e spietato che tanto ammirava; Yuki era ormai diventata la sua più grande debolezza e se quell’essere l’avesse scoperto, non avrebbe più potuto averlo in pugno.
<< Ti riferisci a Yuki? >> il ragazzo mantenne un tono calmo, seppur con sguardo serio.
<< Per tutto questo tempo sapevi che era stata lei a prendere il mio posto nell’organizzazione Alba e hai fatto di tutto per tenermelo nascosto. Si può sapere che diamine ti è preso? >>
<< Pensavo che ti fosse chiaro il fatto che non mi interessano i tuoi problemi >>
Orochimaru sbuffò: << E cosa hai intenzione di fare con il moccioso che sta per nascere? >>
Sasuke rimase per qualche secondo in silenzio, pensando a quale potesse essere la risposta più indifferente possibile a tale domanda e poi assunse la solita aria di sufficienza: << Che cosa dovrei avere intenzione di fare? Quel “moccioso” nascerà, crescerà e vivrà, a prescindere da quello che voglio o non voglio >>
<< Quindi abbandonerai Yuki e il bambino? >>
<< Non ho detto questo >>
<< Non dirmi che vuoi davvero metterti a fare il padre! Che fine ha fatto il tuo sogno di vendetta?>>
<< Itachi rimane il mio obbiettivo >>
<< E pensi che riuscirai a eliminarlo da solo? >>
Sasuke sollevò un sopracciglio: << Che vuoi dire? >>
Il tono di Orochimaru si fece sarcastico: << Mi pare di capire che vuoi goderti la tua nuova famiglia. Immagino che tornerai alla Foglia o ti nasconderai chissà dove, considerando che anche Yuki avrà Alba alle costole >>
<< Non se le offrirai la tua protezione >>
Lo sguardo di Orochimaru si incupì, chiedendosi se aveva capito bene.
Prima che il suo maestro potesse dire altro, Sasuke, con aria schietta e trionfante diede finalmente voce alle sue intenzioni: << Se Yuki e il bambino rimangono qua al sicuro, io non ho alcun motivo di andare altrove. E per quanto mi riguarda, il nostro patto è ancora valido. Se servirà a uccidere mio fratello, non esiterò a darti il mio corpo quando sarà il momento. Tra l’altro, il bambino che Yuki porta in grembo è per metà Uchiha. Direi che questo accordo è più che vantaggioso anche per te, non credi? >>  
Orochimaru, in quel momento, non seppe proprio cosa rispondere. Era chiaro che il ragazzo si stava prendendo gioco di lui, ma era anche vero che bramava il corpo di un Uchiha più di qualsiasi altra cosa. Sasuke l’aveva capito perfettamente e stava chiaramente sfruttando la brama del suo maestro a proprio vantaggio. Rendendosi conto di questo, il ninja leggendario, con uno sbuffo di disapprovazione, si voltò di scatto verso la porta e uscì velocemente senza dire nulla.
Era evidente che fosse furioso, ma a Sasuke sembrò, tutto sommato, di aver ottenuto quello che voleva; se Orochimaru voleva averlo tra le sue grinfie così facilmente, avrebbe dovuto necessariamente assecondare i suoi capricci. Si rendeva conto che Yuki non sarebbe mai stata d’accordo con quella soluzione, ma purtroppo non vedeva altra scelta; se solo avessero provato a fuggire da quel covo, sia Orochimaru che l’organizzazione Alba avrebbero dato loro la caccia. Probabilmente non sarebbero riusciti nemmeno a oltrepassare i confini con il Paese del Fuoco. Pensando al modo migliore per convincere Yuki ad accettare quell’idea, mosse la testa poggiata sul cuscino e pose pensieroso gli occhi corvini sulla fiamma danzante della candela.
 
<< Dobbiamo ucciderla Kabuto! Lei e quel dannato moccioso che porta in grembo devono sparire! >> Orochimaru era entrato furioso nel laboratorio del suo fidato braccio destro, subito dopo aver fatto visita a Sasuke.
Kabuto dovette ammettere che non vedeva il proprio maestro così accecato dalla rabbia da quando il Terzo hokage lo aveva privato delle braccia. Ma nonostante questo, mantenne un tono calmo: << E’ successo qualcosa? Credevo foste sollevato dal fatto che Sasuke si stia riprendendo>>
<< Al diavolo! Pensa di prendersi gioco di me! Ma preferirei morire piuttosto che farmi mettere i piedi in testa da un pivello >>
<< Dalla vostra reazione ne deduco che Sasuke non ha intenzione di abbandonare Yuki e il bambino come speravate >>
<< Già. E quel che è peggio, ha avuto persino il coraggio di costringermi a tenerla con noi >>
Kabuto sollevò un sopracciglio, fingendo indignazione, e aspettò una spiegazione più dettagliata.
<< In pratica, Sasuke mi garantirà il suo corpo solo se accetto di proteggere Yuki e il bambino. Non ha ancora capito con chi ha a che fare. Eliminerò quell’inutile ragazzina una volta per tutte e lo costringerò a rinsavire >>
<< A proposito di questo, temo che ucciderla non sarà così semplice >>
Orochimaru gli rivolse uno sguardo interrogativo.
<< Ho notato che da quando Yuki si trova qua c’è un corvo che gira attorno al covo >>
Il ninja leggendario rimase in silenzio per un attimo, cercando di interpretare le parole di Kabuto, e poi comprese: << Itachi! A quel ragazzo non sfugge nulla >>
<< Se si mette in mezzo lui potrebbe essere un problema >>
<< Non posso darti torto. Ma potremmo fare in modo che non si accorga che stiamo facendo del male alla sua protetta >>
<< Che cosa avete in mente? >>
<< Yuki è immune a molti veleni, ma io confido molto nelle tue capacità Kabuto. Se riesci a trovare un veleno che può esserle letale, una volta che lo avrà ingerito, neanche Itachi potrà salvarla >>
<< Farò del mio meglio >>
 
<< Stai dando per scontato che io faccia davvero quello che hai brillantemente pianificato senza neanche parlarne con me! Ti ho già ripetuto più e più volte che non ho la minima intenzione di crescere nostro figlio qua dentro! Ti ha dato di volta il cervello, Sasuke?! >>
<< E io ti ho già spiegato che non c’è altro modo! Ovunque andassimo ci troverebbero! >>
Era passata una settimana da quando Sasuke si era risvegliato dal coma e per una settimana, i due ragazzi passarono le ore a discutere animatamente su cosa avrebbero dovuto fare d’ora in avanti. L’Uchiha, che ancora non era in grado di alzarsi dal letto, aveva raccontato a Yuki della conversazione che aveva avuto con Orochimaru e le spiegò le ragioni per cui riteneva che, almeno per un po’ di tempo, sarebbe stato meglio che lei e il bambino restassero nascosti nel covo. Ma come aveva previsto, la ragazza sembrava non voler neanche prendere in considerazione l’idea di dover stare di nuovo alle dipendenze del padre. Perciò, questa divergenza di opinioni aveva scatenato una serie di litigi tra loro.
<< Esattamente non hai fiducia nelle tue capacità o nelle mie? >> la ragazza era in piedi accanto al letto dell’amato, visibilmente agitata.
<< Sono solo realista Yuki, riconosco i nostri limiti. Orochimaru si è appena reincarnato ed è al massimo della sua forza. L’organizzazione Alba ha ancora diversi membri estremamente temibili. Senza contare che al momento non puoi davvero combattere e anche dopo il parto sarai fisicamente più debole. Come pensi di riuscire a difenderti da tutti questi nemici?! >>
<< Ti ricordo anche che alla Foglia hai degli amici che negli ultimi anni non hanno fatto altro che cercarti! Chiedi aiuto a loro! >>
<< E credi che sia così semplice? Solo qualche mese fa li ho rimandati indietro da dove erano venuti dicendo che mi sarei fatto uccidere pur di rimettere piede al villaggio. Se anche riuscissi a mandare un messaggio alla Foglia, penserebbero che sia una trappola. E poi non mi sembra giusto esporli a un tale rischio >>
<< Tu fa’ pure come credi, ma una volta che sarà nato il bambino io non rimango qua dentro un minuto di più. Chissà cosa potrebbe fargli quell’essere. Anzi, sarebbe meglio che me ne andassi subito >>
Sasuke le afferrò la mano con fermezza e la guardò dritto negli occhi: << Non dire sciocchezze! Ti sto chiedendo di sopportare soltanto per 1 o 2 anni. Non ho affatto intenzione di cedergli il mio corpo, ma ho bisogno di lui per diventare più forte. E una volta che lo sarò diventato potrò togliere di mezzo lui, Itachi e tutto il resto di Alba e solo allora potremo fare ciò che vogliamo. Dammi retta. Dare tempo al tempo al momento è la scelta più saggia >>
Yuki, sconfortata e in preda alla rabbia, rimase per un attimo immobile a fissare il ragazzo: << Itachi di qui, Itachi di là.. Sai perché ti è venuta in mente questa bella idea, vero Sasuke? Tu stai mettendo il tuo stupido orgoglio e la tua dannata sete di vendetta davanti a tuo figlio! E’ da tutta la vita che sto dando tempo al tempo, ma le cose non cambiano mai >> e con queste parole, liberò bruscamente il braccio dalla presa del ragazzo e uscì velocemente dalla stanza sbattendo la porta, nonostante il tentativo di Sasuke di fermarla richiamando la sua attenzione.
Le ultime parole toccarono l’Uchiha nel profondo; era veramente stata in grado di dire una cosa del genere? Eppure, da quando si era risvegliato dal coma pensava giorno e notte al bene di quel bambino. Era anche vero, però, che non aveva intenzione di rinunciare alla vendetta; per molti anni si era dedicato completamente ad essa, lasciandosi alle spalle il villaggio e gli amici. Non poteva cancellarla dai propri piani come se niente fosse. Si chiese se Yuki non avesse ragione, in fondo, se il motivo per cui voleva rimanere in quel covo ancora per un po’ non fosse esclusivamente legato a Itachi. Ma per quanto si sforzasse di trovare un’altra soluzione per la ragazza e il bambino, non vedeva davvero altre alternative a quella già proposta.
Nel frattempo, anche la ragazza, rientrata nella propria stanza, era in preda a rimorsi di coscienza. Forse aveva esagerato a dire quelle cose. In cuor suo, sapeva che Sasuke aveva ragione: scendere a patti con Orochimaru poteva, effettivamente, garantire loro la protezione di cui avevano bisogno. Ma Yuki non riusciva proprio a fidarsi di quell’uomo; aveva l’impressione che da un momento all’altro avrebbe fatto loro qualcosa di terribile. Possibile che non c’era altro modo che affidarsi all’aiuto di quell’essere?
Notò che Kabuto le aveva lasciato il vassoio con il pranzo sulla scrivania. La rabbia e l’angoscia per il futuro del bambino le avevano fatto passare l’appetito, ma vedendo la tazza di tè verde ancora fumante, pensò che bere qualcosa di caldo l’avrebbe aiutata a schiarirsi le idee. Afferrò, così, la tazza di ceramica e sorseggiando si avvicinò alla finestrella. Il corvo di Itachi era sempre là, appollaiato sul solito ramo, che osservava attentamente i dintorni. A Yuki sfuggì un sorriso; a quanto pareva il fratello adottivo, seppur lontano, non le staccava gli occhi di dosso. Se solo avesse potuto parlare con lui per qualche minuto! Itachi avrebbe sicuramente saputo cosa sarebbe stato meglio fare. E magari stava già pensando a qualcosa. Magari stava escogitando un piano per portarla via da quel covo al più presto.
Riponendo la speranza nel fratello, Yuki, inconsciamente, strinse ancora di più la tazza nella mano sinistra. E poi, improvvisamente, le forze le vennero a mancare e l’oggetto in ceramica le scivolò dalle dita frantumandosi rumorosamente a terra. Scossa da improvvisi tremiti si lasciò cadere di colpo sul pavimento. Il freddo la paralizzò, mentre il sangue pompava sempre più forte nelle vene e cominciò a fuoriuscirle da naso e bocca. Gli organi le bruciavano come se fossero stati improvvisamente incendiati. Non serviva un medico per capirlo: si trattava indubbiamente di veleno.
L’attimo successivo si sentì chiaramente il suono di un’esplosione.
<< Yuki! >> Sasuke capì subito che quel frastuono proveniva dalla camera della ragazza e nonostante la stesse chiamando ripetutamente, non udiva risposta. Doveva essere successo qualcosa. In preda al panico, si gettò immediatamente giù dal letto, pur non riuscendo ancora a camminare, e si trascinò sul pavimento con le braccia, continuando a urlare il nome dell’amata. Quando finalmente riuscì ad aprire la porta della propria stanza, aggrappandosi alla maniglia, si ritrovò davanti Itachi con Yuki tra le braccia, che non sembrava cosciente. La stanza della ragazza e il corridoio si erano riempiti di fumo grigio, a causa dell’esplosione che aveva aperto un varco verso l’esterno del covo.
Lo sguardo preoccupato del fratello rese chiaro a Sasuke che Orochimaru doveva averle fatto qualcosa. Ma come diavolo aveva fatto Itachi ad apparire così, dal nulla? I due fratelli rimasero per qualche istante immobili a fissarsi; il maggiore guardò il minore, a terra, che a malapena riusciva a muoversi, come se fosse indeciso sul da farsi.
In lontananza, cominciarono a sentirsi dei passi giungere velocemente nella loro direzione.
<< Che stai aspettando, Itachi?! Portala via da qui! >>
Itachi rivolse un ultimo sguardo titubante al fratello; in realtà, voleva provare a trarre in salvo anche lui, ma la risoluzione di Sasuke lo convinse a obbedire al suo ordine. In quel momento l’assoluta priorità era la vita di Yuki; in seguito, avrebbe pensato anche al fratello. Pensando questo, Itachi si voltò velocemente e si precipitò fuori dal covo.
Qualche secondo dopo Orochimaru e Kabuto giunsero sul posto, correndo.
<< E’ fuggita. Come immaginavo, dev’essere stato Itachi. Devo inseguirli? >> chiese con calma Kabuto osservando il muro crollato nella stanza vuota di Yuki.
<< No, non preoccuparti. Non ci sono medici tanto in gamba nei dintorni. Morirà prima di domani>>
<< Che diamine le hai fatto, bastardo?! >> Sasuke, ancora steso a terra, mise in quelle parole tutta la cattiveria possibile.
Orochimaru si voltò leggermente e osservò l’allievo dall’alto in basso, con sguardo beffardo: << Davvero credevi di poter scendere a patti così ridicoli con me? Davvero pensavi che mi sarei lasciato prendere in giro da te? >>
<< Perché non te la prendi con me allora?! Perché lei? E’ tua figlia! >> la rabbia e la disperazione erano tali che gli si annebbiò la vista. Tali, che per la prima volta dopo anni avrebbe potuto persino scoppiare a piangere. L’inspiegabile amore che già provava per la creatura che Yuki portava in grembo, lo aveva convinto del fatto che neanche Orochimaru poteva essere davvero così spietato da avvelenare la propria figlia. Ma evidentemente si era sbagliato.
<< Perché quello che mi interessa sei tu, Sasuke. Non quell’inutile ragazzina. Per quanto mi riguarda, io non ho mai avuto figli >>
Di fronte a parole del genere, l’Uchiha rimase a bocca aperta senza saper come controbattere. Possibile che proprio non avesse un cuore?
<< Credimi, un giorno mi ringrazierai. Fare il padre è una scocciatura anche a 30 anni, figuriamoci a 16 anni. Non dimenticarti qual è lo scopo della tua vita. Rimettilo a letto Kabuto >> e dicendo così, Orochimaru si allontanò con aria trionfante.
Per la prima volta, nell’animo di Sasuke si affacciò una gran voglia di mandare al diavolo la sua vendetta; per colpa di essa, stava rischiando di perdere per sempre ciò che finalmente l’aveva reso felice.
   
 
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