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Autore: xla    17/01/2022    1 recensioni
[Vegeta/Goku - Vegeta/Bulma - Goku/ChiChi]
Il cuore del Principe era puro, Goku non aveva dubbi. E avrebbe fatto qualsiasi cosa per il bene di Vegeta.
-Oh Vegeta… sei mio amico e sei ferito, perché dovrei lasciarti soffrire? -
-Perché non fai altro, Kakarot! –
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Goku/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note.
Un combattimento tra questi due era prevedibile, penso che difficilmente sarebbero rimasti fermi. Sono entrati in scena personaggi che conosciamo, ma hanno camminato in modo leggermente diverso. E… coda? Coda. Sì. 
 
Goodvibes <3
 
 
 
 
 
 
 
 
What a Prince deserves
 
Capitolo 4
 
Come with me – part. II
 
 
Vegeta aveva quasi riso di lui, quando si accorse che aveva scelto il posto in cui si erano incontrati per la prima volta. Senza perdere tempo, mentre Goku sorrideva, contento di avere del tempo da passare solo con Vegeta, questo passò subito all’attacco, e ci mise così tanta energia in quel pugno dritto in faccia che gli lasciò pensare che lo aveva in serbo da anni… e che fosse solo l’inizio. 
Finché stanchi e sanguinanti erano stesi sul suolo roccioso con i vestiti a brandelli. Goku si stava godendo la sensazione del proprio corpo rovinato, sarebbe guarito presto, quindi voleva prenderne ogni secondo.
Sbuffò in un sorriso: - Mi hai incrinato qualche costola… -
Vegeta ridacchiò: - Quello è il minimo, Kakarot. – rispose, mentre veniva preso da dei colpi di tosse e si sporcava le mani di sangue sputato dalla bocca. Ringhiò e Goku non riusciva a smettere di sorridere. Prese un bel respiro ma si bloccò:
-No, forse me le hai rotte… - provò a prendere ossigeno ma non gli riuscì bene: - Sì, decisamente: rotte. –
-Era ora. – mormorò il Principe mentre cercava di mettersi seduto. 
 Goku sentiva a stento la gamba destra. Forse aveva tre dita rotte. – Non ti sei risparmiato. –
-Non c’è di che! – rispose con tono di finta sufficienza. Goku sapeva che anche l’altro era ridotto molto male, più di lui: Vegeta aveva una spalla con un osso uscito dal suo posto, un polso rotto, un colpo troppo forte allo stomaco e un piede rigirato e un taglio profondo al collo che continuava a sanguinare. 
Vegeta stava rimettendo al suo posto il piede e Goku cercava di riprendersi abbastanza da finire di curarsi per aiutare l’amico. In pochi secondi aveva finito con le dita e portò una mano sul petto, grugnendo appena mentre le costole si spostavano. Si sollevò a sedere con un sospiro simile a una piccola ridarella. La coda che carezzava il terreno sporco. Era intatta senza neanche un pelo fuori posto.
-Non mi hai mai preso la coda. – disse. – Poteva essere un vantaggio per te. –
-Vorresti dirmi che non hai imparato a resistere? –
-Sì. – arrossì appena Goku: - Ma ha ancora effetto, sembra… molto più reattiva di quanto ricordassi. Non sarei svenuto, ma ti avrebbe dato qualche secondo in più. –
Vegeta fece una smorfia: - Tzè, sono il Principe dei saiyan, non uso sporchi mezzi. Quando ti ucciderò sarà un gioco pulito. – il piede tornò dritto e anche se abbastanza indolenzito, non lo lasciò vedere.
-Solo tu puoi usare parole come uccidere e gioco nella stessa frase. – ridacchiò.
-E solo tu puoi prendere una promessa del genere come se fosse uno scherzo. –
-Mi era mancato. – affermò, toccandosi la gamba destra, confermando che sì, non aveva molta sensibilità: cosa aveva fatto Vegeta ai suoi nervi? Qualunque cosa, era stupenda! – Devi esserti allenato molto, sei fortissimo! – si complimentò. 
-Non abbastanza… -
-Mh? –
-Mi prendi in giro ancora, Kakarot? Pensi che non abbia capito? –
-Di cosa parli? –
-Lo stai facendo di nuovo… -
-Vegeta, spiegati meglio… -
-Mi nascondi ancora la tua vera potenza… - sussurrò Vegeta, senza guardarlo in volto, con le mani che tremavano di rabbia che sarebbe potuta esplodere da un momento all’altro.
-Non è per quello che tu- -
-Dei Kakarot! Quanto ti odio- - torcendo il busto, si preparò per scagliare un’esplosione di energia, ma essendo quasi totalmente sfinito, decise che non bastava per quello come si sentiva, e nella disperazione prese un masso alla sua sinistra e glielo lanciò addosso. – Tu non ne hai la minima idea! –
-Invece lo so. – rispose, massaggiandosi la testa, poi la mano andò al petto: - … lo so da anni in realtà. – continuò con voce calma, la propria coda che si andava ad arrotolare attorno alla vita in un tentativo di protezione: - Anche se sentirlo dentro, oltre ai pugni che mi dai è stato… non capirò mai forse il motivo della tua ira, ma è stato come se odiassi me stesso. Non mi ero mai odiato Vegeta, non sapevo come ci si potesse sentire… -
-Tzè, vuoi fare il ragazzino? Davvero non hai altre difese se non il vittimismo? –
Goku scosse la testa: - Non intendo come Goku, intendo come Vegeth. Ho percepito il tuo disprezzo come se fosse io a provarlo e… è stato come odiare se stessi. Se è anche solo la metà di ciò che senti e provi verso di me… allora sì; ne ho la minima idea. – massaggiò la gamba che stava iniziando a riprendere sensibilità con lentezza. Si voltò verso Vegeta che aveva girato la testa per non guardarlo, mostrando meglio senza saperlo la ferita al collo: un brutto squarcio che partiva dal collo e andava verso la clavicola. Sapeva che per Vegeta non era un problema, che si stava gustando il piacere del dolore e l’odore del sangue. E il profumo di Vegeta, della sua pelle, del sudore e del sangue erano così buoni… ma mentre poteva gioire come saiyan, l’altra parte di sé cresciuta sulla Terra, non poteva stare a guardare mentre Vegeta sanguinava.
Con tranquillità si mosse usando entrambe le gambe per stimolare i nervi della destra. – Vieni qui. –
-Mh? – 
Goku mise una mano sulla sua e salì al polso rotto.
-Co-cosa diavolo fai, Kakarot? – grugnì Vegeta mentre le guance diventavano di un lieve rosa.
-Ti curo il polso. –
Vegeta con un forte strattone si levò dalla sua presa: - Risparmiami! –
Il saiyan più giovane sospirò e si concentrò sul collo: - Allora inizio con quest’altro. –
-Eh? Quale? – quando vi posò sopra la mano, Vegeta scattò indietro come se lo avesse colpito con una scossa elettrica: - Ti ha dato di volta il cervello? – 
Goku sbatté le palpebre, non capendo e ok, c’erano tante cose che non capiva ma questa davvero era strana come reazione.
-Lascia che ti aiuti, è una brutta ferita. –
-Piantala! –
-Non fare il bambino, Vegeta! –
-Cosa farei io? –
Nel momento di distrazione, Goku posò la mano sul punto, iniziando subito a trasmettere energia di guarigione. Il Principe ringhiò, ma non si mosse. Per Goku ci volle qualche istante mentre ricordava un vecchio episodio.
-Sai, quando Gohan era piccolo ed eravamo nel bosco, si fece male, allora preparai una pomata con una foglia speciale, come mi aveva insegnato il nonno. Una pomata medica, brucia, ma aiuta davvero. Dopo ho messo un foglia più piccola come cerotto e in poco tempo Gohan fu come nuovo. –
Vegeta emise un rumore poco rassicurante dalla gola e Goku ridacchiò.
-Non so dove trovare quella foglia, mi dispiace. –
-Non trattarmi come un cucciolo, sono adulto. – eppure spostò la testa per dargli più spazio.
-Via via, Vegeta… sei mio amico e sei ferito, perché dovrei lasciarti soffrire? –
-Perché non fai altro, Kakarot… - 
Il cuore di Goku si spezzò un po’ per volta sotto lo sguardo velenoso del rivale: - Ve-Vegeta… - 
-Smettila di frignare. – lo rimproverò, - E mostrami questo nuovo potere. –
-Mi serve ancora qualche minuto. –
-Sei ridotto così male? – domandò con un sorriso soddisfatto alla quale non seppe resistere e rispose con un sorriso felice.
-Un po’… ma soprattutto perché ancora non riesco completamente a gestire questa trasformazione. Non è stata così semplice da raggiungere. –
-Ti ha riportato in vita? –
-Mh? No, no… ho fatto alcuni periodi da morto e altri da vivo, in questi anni. – cercò di ricordare e contare per dare un numero preciso.
Il Principe tamburellò con impazienza la dita sulla coscia: - Quanto ti manca con quella bizzarra tecnica della guarigione? –
-Un minuto. –
La risposta non piaceva all’altro, ma Goku non avrebbe lasciato il lavoro a metà o poco prima. Vegeta decise di lasciarlo passare in silenzio, Goku era quasi tentato di rallentare il flusso per aumentare quel minuto, ma non poteva, così in poco tempo la ferita fu guarita.
-Ecco qua, come nuovo! – ridacchiò.
Il saiyan più anziano ci passò una mano, sfregando un punto e poi la rimise sul terreno: - Allora, che razza di allenamento è stato dove morivi in continuazione e potevi tornare in vita? -
Allora Goku aveva raccontato tutto, della chiamata all’aldilà, di Lord Beerus e di Whis e della ricerca del super saiyan god, un guerriero così forte da poter sconfiggere un dio o almeno da svegliare il suo interesse. Dopo vari viaggi si erano accorti che lo avevano avuto sempre sotto il naso, esattamente la prima tappa che avevano fatto il dio e il suo angelo custode: Goku! E allora era iniziato l’allenamento, quello solito che conosceva il saiyan- che aveva già sperimentato la potenza di Lord Beerus, ma non bastava… e allora il dio iniziò a spazientirsi- e significava che qualche pianeta sarebbe esploso, e Whis aveva avuto l’idea di provare con un altro tipo di percorso, offrendosi come suo maestro: così Goku aveva iniziato il vero addestramento, tutto nuovo da ogni cosa che conosceva.
-In cosa consisteva? – chiese Vegeta, curioso e riuscendo appena a tenerlo per sé.
-Un allenamento del corpo e della mente, alcune volte con la mente ho dovuto allenare il corpo e viceversa. –
-Tzè, per noi saiyan è inutile, siamo una razza di guerrieri fatta di rabbia e sangue. Sembra tempo sprecato. –
-Beh… devo ammettere che inizialmente mi spazientivo, insomma, sono abituato a meditare ma a quei livelli che intendeva il Maestro Whis no. Ma una volta capito il meccanismo non è così difficile. –
-E ha funzionato? –
-Per quello che doveva, sì. – annuì, facendo memoria locale, la coda che si spostava tranquilla nell’aria.
-E la coda? – non riuscì a frenarsi Vegeta.
Goku sorrise alla sua vecchia amica d’infanzia: - Questa è la parte più confusa… durante questi anni, il Maestro Whis aveva detto che potevo raggiungere il livello di super saiyan god in meno tempo da morto ma che poi avrei avuto difficoltà a usarlo da vivo. Non capivo: non potevo tornare in vita… - ridacchiò: - Ma a quanto pare gli angeli possono far tornare in vita chiunque. E in una di quelle volte ha iniziato a crescermi di nuovo la coda. -
Il Principe deviò lo sguardo dall’appendice pelosa: - Quindi sei tornato in vita e hai raggiunto quella potenza? –
Goku unì le piante dei piedi, prendendo le caviglie: - Sì, ma la prima volta non sono riuscito a raggiungerlo, facevo fatica a fare i semplici esercizi che avevo fatto da morto. –
-La prima volta? – domandò Vegeta, come se si fosse lasciato sfuggire qualcosa. – Non intendevi sul serio quando hai detto che sei morto e resuscitato più volte… - lo disse come una minaccia.
Goku si grattò la nuca: - Non è così male, una volta che ti abitui… -
-Solo tu potresti prendere con così calma la realtà di morire ripetutamente. – sospirò il Principe. 
-Volevo raggiungere quella trasformazione. -
-Per questo non posso sentire il tuo ki… - si puntò il mento come se stesse valutando: - che altro sa fare un super saiyan god? – 
-Non potresti sentire neanche il ki di Lord Beerus. –
Dopo un secondo di silenzio, Vegeta esplose: - Non vorrai farmi credere che adesso sei un dio, Kakarot! –
Goku ci tenne così tanto a precisare che usò entrambe le mani per negare con tanto di testa: - Nono! Il ki lo è mh… per quella trasformazione è come se lo diventassi. –
-Ma continuo a non sentirti. –
-È parte dell’addestramento: riuscire a gestire il ki. Il Maestro Whis dice che penso troppo mentre combatto e che faccio troppi movimenti inutili, devo imparare a lasciar agire il corpo, e a gestire l’energia. – spiegò, soddisfatto di aver scoperto qualcosa di così utile grazie all’angelo.
Vegeta sembrava raccogliere tutte le informazioni che gli stava dando, mentre si controllava il polso e Goku era tentato di proporre per una seconda volta di guarirlo, quando il rivale parlò;
-Sbrigati a recuperare, voglio vederlo. – 
-Va bene, sono pronto. – si alzò in piedi e prese un bel respiro, andando a qualche passo di distanza da dove erano, mettendosi in posizione e concentrandosi richiamando a sé le forze e senza produrre un’esplosione ma più la nascita di una fiamma: la immaginò, la focalizzò e la rese reale. Le fiamme lo avevano avvolto, bruciandolo nel migliore dei modi. L’energia premeva per uscire nella classica esplosione come bramava il suo sangue saiyan, ma il ki divina ebbe la meglio, permettendogli di ultimare la trasformazione.
Davanti all’amico c’era una versione che neanche il Principe aveva mai sognato: Goku aveva i vestiti a brandelli per lo scontro precedente, i cui pezzi si libravano per l’energia emanata dallo spirito attraverso l’involucro del corpo, sapeva come appariva, sapeva che gli occhi erano rossi e che i capelli pur conservando la forma caratteristica, adesso erano anch’essi rossi. E sembrava emanare una luce accesa di rosso e oro.
-Questo è il super saiyan god… - sussurrò Vegeta, a metà tra l’orgoglio e la meraviglia.
Goku sorrise: - Sì, Vegeta… e quando lo avrai raggiunto tornerò e combatteremo ancora. –
Il Principe sembrò svegliarsi da uno stato di torpore: - Cosa? –
-Io devo andare, non posso restare qui. Vorrei andare a salutare Crilin e la sua famiglia, vedere un’ultima voglia Chichi e Pan e- -
Vegeta lo prese per il top e lo avvicinò al proprio viso: - Dove pensi di andare di nuovo? –
-Vegeta… - cercò di spiegare: - Era un permesso speciale, devo tornare ad allenarmi sul pianeta di Lord Beerus, non appartengo a questo posto… - lo disse con grande tristezza, ma non aveva alternative. C’era stata la pace quando era creduto morto, non avrebbe messo a rischio di nuovo la Terra. Questa volta non sarebbe rimasto per 24 ore. – Il Maestro Whis tra poco verrà a prendermi. –
Vegeta gli ringhiò in faccia e Goku ebbe per un momento il folle pensiero che gli avrebbe staccato il naso a morsi talmente vi percepiva l’ira, invece lo allontanò con uno spintone forte.
-Lo sapevo che avrei dovuto ucciderti. Voglio vedere dove te ne fai in giro se sei morto, razza di idiota. –
-Vegeta… -
-E piantala di ripetere come un disco rotto il mio nome! – urlò, dandogli le spalle e allontanandosi.
-Neanche io… - osò dire Goku, - neanche io desiderio andare via… - si morse la labbra.
-Allora resta! – la voce di Vegeta era ancora una volta il tono di un sovrano che ordinava a un suo soldato il proprio desiderio e volere. Goku tremò e la coda si mosse veloce come incuriosita. 
-Ho promesso a Lord Beerus che avremmo combattuto e al Maestro Whis che avrei ultimato gli allenamenti. – sussurrò non volendo dire altro oltre a quello.
-Tzè. – sputò Vegeta, incrociando le braccia: - Quando capirai che sono le promesse che ti mettono in situazioni che ti vincolano? – 
Goku si portò la mano dietro la nuca ridacchiando: - Lo so, ma una promessa è una promessa. – 
-E a quando la nostra promessa di combattimento, mh, Kakarot? Mi lasci indietro ancora una volta! – biascicò Vegeta lasciando il terreno.
-Mh… - osservò l’altro desiderando essergli più vicino, mosse qualche passo senza rendersene conto, volendo solo colmare la distanza e riscaldare quel ki freddo che aveva percepito prima: - Vieni con me. –
-Cosa? – la proposta sembrò spiazzare il Principe, il quale odiava essere preso in contropiede. 
-Vieni con me sul pianeta di Lord Beerus. – continuò, più determinato. Restando in forma god nel disperato tentativo di attirarlo a sé, mostrandogli ciò che poteva avere… tutto ciò che poteva avere, se andava con lui. 
-Come posso… lasciare Bulma e Trunks? – Vegeta lo guardò fulminandolo con lo sguardo: - E la Terra? Rimarrebbe scoperta, non ci hai pensato? – 
Ma in tutto quel ragionamento logico e razionale, poteva vedere una scintilla in quel fulmine di occhi di pece che non era rabbia, ma desiderio e sete di potere. Vegeta aveva appena scoperto un nuovo stadio del super saiyan e un modo per arrivarci, e i risultati era dinnanzi a lui… il suo sangue saiyan stava combattendo un’aspra lotta contro quella parte gelosamente custodita nel cuore dove esistevano solo Bulma e Trunks. 
Non disse niente, Vegeta già conosceva le sue risposte, stava solo attendendo di sapere chi ne sarebbe uscito vincitore tra il Principe di tutti i saiyan e la famiglia per cui si era sacrificato anni prima. Con una speranza nel cuore con cui avrebbe fatto i conti un giorno, perché sapeva la risposta, era Vegeta che doveva accettarla. 
-Spero che avremo stanze divise, non voglio passare chissà quanto tempo nella stessa stanza con te. – borbottò alla fine.
Goku sorrise raggiante, con i capelli che tornavano neri. 
-Torniamo dagli altri, sbrigati. –
-Impaziente di partire? Il Maestro Whis arriverà tra tre ore. – ridacchiò mentre si preparava con le dita sulla fronte e cercava i ki della sua famiglia.
-No, - sorrise sornione Vegeta; - Non vedo l’ora di vedere la reazione delle nostre mogli quando sapranno che te ne vai e che vengo con te. –
-Non ci avevo pensato… - e un po’ aveva paura.
-Sarà un bello spettacolo. – disse Vegeta, mettendogli una mano sulla spalla nuda.
Goku nonostante tutto sorrise al tocco caldo e sporco dell’amico, prendendo l’aura di Pan usò il teletrasporto. 
 
 
 
Arrivati in casa, trovarono Piccolo in giardino che dondolava una piccola cesta. Aprì un occhio e li guardò:
-Non fate rumore, Pan si è appena addormentata. – sussurrò.
Vegeta mugugnò e Goku allungò il busto nel tentativo di vedere la nipote, Vegeta aveva ancora la mani sulla sua spalla e gli diede una stretta, indicandogli poi con un dito l’ingresso, ricordandogli che dovevano parlare con le mogli. Con un piccolo sospiro lo seguì, dando un’ultima occhiata a Pan. Sapeva che era in buone mani.
Entrati furono accolti da un profumo di cibo delizioso e lo stomaco del saiyan della Terra brontolò in modo rumoroso, lui si portò una mano alla nuca ridacchiando come suo solito mentre Vegeta schioccava la lingua e brontolava di come fosse un villano. 
Entrarono e vennero accolti da Crilin con Maron e 18 che erano venuti per vedere Pan, nell’aria c’era ancora un buon profumo e Bulma li guardò ridacchiando e scuotendo la testa mentre Chichi appariva più insoddisfatta del comportamento del marito.
-Bulma, - si fece subito avanti Vegeta. – Andrò via da qui per un po’ per allenarmi. – il tono era di chi aveva già deciso e stava solo avvisando, ma qualcosa nel suo sguardo era caldo.
La scienziata gli si avvicinò, battendo un pugno su un braccio del marito: - Vedi di fare del tuo meglio, ok? –
Vegeta arrossì appena e rispose con un piccolo “tzs”.
Goku sorrise ai suoi amici mentre Chichi si era messa al suo fianco, con gli occhi chiusi: - Deduco che stai partendo, vero? – 
-Ah, Chichi… tornerò. Non so quando, ma- -
Ma Chichi sorrise: - Dove pensi di andare senza aver prima mangiato? –
Il saiyan più giovane l’abbracciò ridendo, dandole un bacio sulla guancia: - Mi sono mancati tanto i tuoi manicaretti! –
-Buona cosa che ho preparato in più per il tuo viaggio allora. –
-Ahhh, Chichi, grazie, sei fantastica! – gli occhi illuminati di gratitudine e lo stomaco che riprendeva a brontolare.
-Sì, dategli qualcosa da mangiare, prima che la sua pancia arrivi a svegliare anche Pan che è fuori. – rise Crilin.
Nell’indicare il posto a sedere Bulma carezzò un braccio al marito, Goku lo notò e si domandò qualcosa di stupido: quante volte era già accaduto senza che lui ci facesse caso? Il Principe era un tipo fisico sicuramente, più per i fatti che le parole, ma non aveva mai visto tocchi intimi tra di loro in pubblico. E Vegeta era così a suo agio, con quei tocchi… il suo ki non fluttuava in modo pericoloso come se sentisse una minaccia o un disagio. Anzi… quel ki freddo si scaldava appena.
Durante il pasto, frenetico per la loro fame vorace, trovò Bulma toccarlo un’altra volta. E ancora il ki di Vegeta si ammorbidiva.
Non era un caso, era sempre stato così da quando i due si erano avvicinati… era lui, che non lo aveva visto, sentito… e non era forse per questo che aveva deciso di applicare il Patto nell’aldilà, affinché Vegeta avesse la vita che meritava? Non si era mani sentito così…
Ci concentrò sul cibo: sul pianeta di Lord Beerus c’era tanto da mangiare, ma niente era buono come la cucina di Chichi, pensò che sicuramente anche il Dio e il Maestro Whis avrebbero gradito qualche piatto di quelli che avrebbero portato.
Goten e Trunks stavano giocando con Buu, beh, per i due bambini era giocare anche se stavano combattendo: le madri avevano detto di allontanarsi un po’ di casa per non disturbare. Gohan alla fine aveva ceduto e non continuava a insistere per il riposo di Videl, che era serena e in salute e stava parlando con 18.
Crilin si avvicinò a Goku, ridacchiando nel vedere come Maron fosse così divertita dalla coda di Goku e l’amico la lasciasse giocare. Poi Goku la prende in braccio facendole il gioco del “vola vola” ma senza lasciarla andare, Crilin ne era grato, non voleva che sua figlia volasse chissà dove, probabilmente verso la fine dell’atmosfera terrestre. Almeno non così presto. 
Crilin sospirò anche lui, suonando tanto come Chichi: – Sei sempre il solito, ma quanto hai intenzione di diventare forte? –
Goku ridacchiò: - Sempre di più – mostrò la lingua a Maron che lo imitò, scoppiando a ridere. – Il Genio? –
-Lui arriverà domani, e anche gli altri, hanno deciso di lasciare la serata libera ai neo genitori per riposarsi un po’. Anche se devo ammettere che non mi aspettavo di trovare Videl così in pimpante dopo aver partorito. –
-Videl è una donna forte, se dice che è in salute allora lo è. – rispose con una scrollata di spalle l’androide. Poi si rivolse a Goku: - La prossima volta sei invitato a casa nostra. –
Anche se sembrava più una minaccia che un invito ma ne era entusiasta: - Mi piacerebbe molto. –
-Allora è andata. Crilin è un bravo cuoco, ci farà un’ottima cena! –
-Ti sei dato alla cucina, Crilin? –
-Modestie a parte sono abbastanza bravo. – disse l’amico arrossendo per il complimento della moglie.
-Non vedo l’ora di assaggiare le tue prelibatezze allora! –
Maron attirò la sua attenzione: - Giochi con me? –
-Ah, io… - non voleva deludere una bambina o dirle una bugia, in cui aiuto arrivò la madre.
-Tesoro, adesso non può, quando verrà a casa nostra sarà tutto tuo. –
Maron sembrò ponderare la proposta e decise che le andava bene, allungò una manina: - Prometti? –
Goku annuì e allungò la coda mettendola nella sua mano: - Promesso, Maron. – per poi rimetterla giù e la bambina tutta contenta si era messa a correre attorno al padre. 
Il moro era così felice per il suo migliore amico, sembrava così felice. Gli aveva anche parlato del suo lavoro alla centrale di polizia: non capiva come fosse possibile che non si allenasse più come prima, era cresciuti insieme dal Genio, Crilin ne aveva passate così tante… anche lui meritava di avere la vita che desiderava. 
Goten, Trunks e Buu tornarono prima del previsto, ridendo forte, e Chichi era già pronta a chiedere di non alzare la voce, quando videro che in braccio a Goten c’era una piccola Pan sveglia e ridente. 
-Fate attenzione, bambini. –
-Ci penso io Chichi, - disse Buu con il suo sorriso, - la piccola Pan non si farà male. –
In quel momento Pan si mosse troppo e nella confusione del gioco, le mani di Goten persero la presa sulla nipote che volò e continuò a ridere, subito Buu fece comparire attorno a lei una bolla rosa semi trasparente gommosa, in questo modo Pan poteva rimbalzare in giro senza alcun problema. 
Goku ridacchiò vedendo come si divertisse Pan: sapeva che era al sicuro!
Piccolo entrò con un passo deciso, non felice di vedere la scena e lanciò un’occhiataccia ai bambini che si bloccarono, guardando il pavimento.
-Suvvia Piccolo, non è successo niente. – intervenne Goku. – Pan sta bene. –
-Li avevo avvertiti: potevano giocare con la bambina solo se avessero prestato attenzione! – 
Videl fece capolino e Pan fluttuò verso di lei agitando gli arti, la madre sorrise: - Ti stai divertendo, vero tesoro? – 
-Visto? – domandò Goku a Piccolo, indicando quanto fosse serena Videl.
Piccolo strinse la mascella: - È appena nata! – 
-Come sei premuroso, Piccolo! È per questo che sei fantastico. – si complimentò Goku, e come unico effetto Piccolo incrociò le braccia e si allontanò. Pan stava ancora volando avvolta dalla sfera creata da Buu, e stava andando verso di lui tendendo le braccia senza un vero senso: lui allungò le proprie.
-Vuoi venire dal nonnino? – mentre Pan ridacchiava, si premurò che fosse praticamente in braccio prima si far esplodere la bolla semi trasparente, facendola finire in un abbraccio. 
Aveva sentito il campanello, ma non vi prestò attenzione: era tutto per Pan e basta. Per lei e un ki freddo che sembrava così lontano. 
-Goku? –
-Mh? –
-È per te, credo… -
Goku guardò verso l’ingresso della sala, trovando Whis con il suo bastone e il suo sorriso tranquillo. Nessuna traccia di Lord Beerus. 
-È già ora? – chiese, con una punta di tristezza. Non era più il suo posto, ma non voleva lasciare Pan, o gli occhi grandi di Goten.
Whis annuì, - Temo di sì. Avrei voluto fare tardi, ma non era consigliabile. – Whis guardò tutti: - Buon pomeriggio, voi siete la famiglia di Son Goku, vero? È un piacere incontrarvi. – fece un piccolo cenno con il capo. E Goku lo vide poi indugiare con lo sguardo su Vegeta per poi tornare a lui e con occhi rinvigoriti si avvicinò: - Questa è la bambina di cui parlava il Pesce Oracolo? –
-Sì, Maestro Whis, si chiama Pan! –
Whis controllò la neonata che miagolava felice: - È una creatura molto vitale. – si girò verso Gohan e Videl: - Congratulazioni! –
-La ringrazio. – rispose subito Videl mentre Gohan guardava a bocca aperta l’angelo: Goku sapeva che stava cercando di percepirne il ki, senza riuscirci. 
-Posso permettermi di fare un dono alla piccola? – domandò Whis. 
-Oh, sarebbe ben accolto, se è suo desiderio. – rispose con educazione Videl.
Whis annuì e mosse piano il bastone senza produrre rumore: tre stelline si crearono sopra Pan, girando piano in cerchio come una giostrina, lasciando cadere delle scie luminose che la facevano sorridere. 
Erano tutti concentrati sulla piccola Pan che nessuno prestò attenzione a Goten: si era avvicinato a Whis e tirando la sua lunga veste parlò piano.
-È qui per portare via il mio papà? –
Whis non ebbe problemi a riconoscerlo: - Tu devi essere Goten, vero? – il bambino annuì. – Questo è il desiderio di tuo padre. –
-Ma io- -
Chichi gli mise le mani sulle spalle: - Tuo padre tornerà, lo fa sempre. – gli sorrise rassicurante e Goten osservò la propria madre rilassata e questo contribuì a fargli scendere quella lieve tristezza che aveva avvertito, tornando a sorridere.
-Tornerai, papà? –
-Un giorno. – Si affrettò a dire Goku, potendo sentire nella testa una spallata: Vegeta era appoggiato alla parete ed era molto concentrato sulla scena attuale ma lui aveva capito, Vegeta lo stava avvisando che stava facendo ancora promesse che gli avrebbero creato problemi in seguito. Goku era solo stupito che l’altro saiyan avesse usato così spesso il loro legame quel giorno. Significava che riconosceva la sua esistenza? Che gli era… mancato? 
-Maestro Whis… -
-Andiamo Goku, è ora di andare. – poi si rivolse a tutti: - Arrivederci signori. – e rivolse un sorriso più dolce alla neonata che era ancora tra le braccia del suo allievo: - Arrivederci, piccola creatura. – e senza aggiungere altro, andò verso la porta di casa, uscendo.
Gohan si avvicinò al padre per prendere la figlia che si aggrappò subito a lui con facilità: - Devi andare, papà. – disse con fermezza.
-Gohan. – posò una mano sulla spalla del suo primogenito, sorridendo nel sentirlo così rilassato e fiducioso. Il ragazzo sorrise e fece cenno di sì con la testa. 
-A presto! – 
Chichi lo chiamò, dandogli tra le mani due grossi borsoni pieni di leccornie. Dietro di lei, Vegeta era già pronto con altri due borsoni simili. 
-Non mangiarti tutto nel viaggio, conservane un po’ per quando arriverete! – lo avvisò Chichi mentre lui ridacchiava.
Trunks guardava il padre ed era felice, parlando di come sarebbe diventato più forte anche lui mentre Vegeta sarebbe stato assente. 
Goku si avvicinò al suo secondo genito, abbassandosi e lasciandosi abbracciare, lasciando uscire ancora una volta, dopo cinque anni, delle leggere fusa che erano state utili per calmare Goten, assieme il bimbo cercò istintivamente la sua coda, stringendola e Goku lo lasciò fare.
Goku salutò la tutti, ma non prima di aver visto Bulma che si allungava verso l’altro saiyan e posava le labbra su quelle sempre imbronciate. Quanto si era perso negli anni? Era tentato di allungare una mano attraverso il loro legame, ma poi sentì Vegeta dietro di lui.
Arrivati fuori in giardino, Goku sentì che Piccolo aveva fatto il giro e che si trovava a meditare sotto un albero. Goku gli sorrise e pensò intensamente al namecciano, dandogli un buffetto con la telepatia a cui Piccolo rispose sbuffando. 
Vegeta lo spintonò: - Muoviti, Kakarot, non abbiamo tutto il giorno. –
-Saresti così gentile da fare le presentazioni, Goku? – lo prese in giro Whis, infatti Goku non capiva: l’angelo doveva aver capito che quello era Vegeta, aveva parlato così tanto di lui negli anni… ma dopotutto non aveva tutti i torti, era come se avesse dimenticato le buone maniere.
-Ah sì, mi scusi… Maestro Whis, questo è Vegeta, è mio amico e anche lui è un saiyan. È molto forte. Può venire anche lui ad allenarsi? –
-Mh. – Whis portò un dito al mento, osservando attentamente Vegeta accanto a lui. – Un saiyan? –
Vegeta stava per rispondere ma Goku non aveva finito: - Non solo, lui è il Principe dei saiyan! –
-Oh, - fece stupito l’angelo. – un reale, davvero? È un piacere. Ed è interessato all’addestramento? –
-Sì. – finalmente parlò Vegeta. – Non posso tollerare che Kakarot si sia allenato in segreto per questo tempo, so che posso raggiungerlo e superarlo e so che avere lei come maestro mi sarà di grande aiuto. Posso diventare suo allievo? –
Whis lo guardò attentamente, come se attendesse una qualche conferma. Alla fine parlò: - No. –
Vegeta rimase spiazzato da una risposta così secca, Goku si fece avanti:
-Maestro Whis, per favore, lasci che Vegeta venga con noi. Lui è un vero guerriero, resterà sbalordito. –
-Davvero? – dondolò la testa di lato, curioso.
-Sì, ha una grande determinazione e talento. Supererà ogni sua aspettativa, sul serio. –
Al fiume di elogio di Goku, Vegeta era stupito: - Ka-Kakarot… - 
Ma lui non lo sentiva, troppo preoccupato di tornare indietro senza il Principe: aveva passato anni senza di lui, sì, ma adesso non poteva più farlo… sentiva la necessità di percepire la sua presenza, adesso che Vegeta sembrava a suo agio con il legame, e lui per primo non poteva farne a meno… non dopo averlo sentito dentro di lui, ne voleva ancora, era una sensazione così confortante. E Vegeta sarebbe vivo, nessun inferno o minaccia, anzi… si sarebbero allenati insieme. Se Vegeta voleva, ovviamente… e forse il combattimento era l’unica cosa che poteva condividere con lui. 
-È anche… - sorrise, affannato, - anche così intelligente. Maestro Whis, lui è una sfida continua per se stesso, per chiunque… per me. Per favore, si prenda un momento e ci ripensi: Vegeta non può deludere, mai. –
Goku provò a percepire il ki dell’altro saiyan, trovando il nulla, neanche quel freddo. Non sapeva se era un buon segno, ma forse aveva esposto troppo l’amico. Stava per parlare di nuovo, quando Whis si rivolse direttamente a Vegeta.
-Dimmi, Principe, sei davvero intenzionato a iniziare l’allenamento? Ti avviso che sarà diverso da quelli che hai eseguito fino ad ora. –
-Sono serio, Maestro Whis. – parlò Vegeta con decisione e il viso determinato, - Sono intenzionato. –
-Saresti disposto a diventare il prossimo Dio della Distruzione? –
Goku allargò gli occhi e Vegeta aprì la bocca, non capendo:
-Mi scusi… il prossimo? –
-Sì, arriva un momento in cui che anche per il Dio della Distruzione vi sia un passaggio di testimone. – annuì l’angelo. – E io ho il compito oltre che vegliare sull’attuale, di cercare il prossimo e addestrarlo. –
Goku non riusciva a parlare, a muoversi, voleva allungare la propria parte del legame per parlare con Vegeta, ma non lo fece. 
-Diventerò il prossimo Dio della Distruzione. – rispose il saiyan più anziano in un tempo che non riuscì a calcolare.
-Molto bene. – fece soddisfatto Whis, - Se abbiamo chiarito tutto, possiamo partire. –
-Come raggiungiamo il pianeta di Lord Beerus? – chiese Vegeta, Whis sorrise:
-Basterà toccare la mia spalla o schiena, vi avviso però: non vi staccate mai, è un viaggio non molto lungo, ma viaggeremo per lo spazio e non sarebbe piacevole venir catapultati fuori e vagare nella materia oscura. – 
Lo scenario che si prospettava non era piacevole, ma per i due saiyan non era niente di strano. 
-Poggiate pure la mano sulla mia schiena, uno di voi due. – invitò l’angelo.
Goku, per abitudine, posò una mano e guardò Vegeta con un sorriso: - Coraggio, Vegeta! –
-Aspetta, vuol dire che resterò a contatto diretto con te per tutto il tempo? – ringhiò il Principe. 
-Oh… vuoi andare tu per primo? – 
-Bell’affare, - digrignò i denti, - vorrà solo dire che sarai tu a mettere la mano sulla mia schiena, idiota. –
-Dove sta il problema? Per il teletrasporto non è così diverso. – 
-Quella dannata tecnica dura pochi secondi, questo è un viaggio più lungo. –
-Signori, pronti a partire? – li sollecitò Whis.
-Possiamo sempre metterci ai lati e- - propose Goku, ma Vegeta lo scansò:
-Ah, spostati, se qualcuno sta andando per primo, sarò io. – poggiò la mano sulla schiena dell’angelo:  - Dai, Kakarot, muoviti! – lo sgridò.
Il saiyan della Terra annuì confuso e fece come richiesto. Whis partì subito dopo.
Goku era abituato e lo trovava sempre un grande spettacolo, ma Vegeta sembrava non prestare attenzione a ciò che lo circondava.
-Ehy. Vegeta… - 
-Mh? –
-Non guardi dove siamo? È lo spazio! –
-Questo lo avevo notato, ma complimenti per aver fatto caso che non siamo più sul pianeta Terra. – lo beffeggiò come sempre.
-Qui non possiamo arrivarci da soli, non possiamo volare tra le stelle… - sussurrò Goku, non conosceva tutte le costellazioni di quei pianeti che osservava da lontano o dei loro astri, ma sarebbe stato così bello volare gareggiando con la scia di una stella o un asteroide. 
-Hai qualcosa di interessante da chiedere o altre idiozie? – tagliò corto Vegeta.
-In effetti, una cosa c’è… -
Il Principe ghignò: - Il Maestro Whis ha chiesto anche a te, non è vero? Di diventare il prossimo Dio della Distruzione. -
-Sì, ma ho rifiutato. –
-Puoi ottenere un grande potere come Dio della Distruzione, perché un saiyan dovrebbe rifiutare? – domandò contrariato e senza fare niente per nasconderlo.
-Perché non voglio diventare solo più forte, ma combattere per questo… - lo guardò Goku, come se fosse strano che non fosse ovvio, - Non per fare del male, non per uccidere. –
Vegeta sfoderò un sorrisetto storto: - Tipico tuo, Kakarot. – 
Goku sapeva che non era un complimento, ma sentiva come se lo fosse: - Immagino di sì. –
-Goku. – chiamò Whis da davanti.
-Sì, Maestro Whis? –
-Posso suggerire di passare il tempo restante spiegando al nuovo allievo in cosa consiste l’addestramento? Così sarà meglio preparato per ciò che lo attente. –
-Oh, sì, giusto, Maestro! – sorrise Goku, felice di parlare di quell’allenamento tanto estenuante quanto stupendo che aveva fatto e che adesso avrebbe continuato a fare insieme a Vegeta; tutto sarebbe stato migliore da adesso in poi! 
-Kakarot mi ha già detto in cosa consiste. – informò il Principe.
-Noto che lo chiami Kakarot, non Goku. – chiese curioso l’angelo.
-Kakarot è il suo nome saiyan. – rispose semplicemente il saiyan più anziano.
-Son Goku è invece il nome che mi ha dato mio nonno. – intervenne l’interessato, con la coda che non smetteva di muoversi dall’eccitazione per tutto ciò che lo aspettava: - Quando sono arrivato sulla Terra e mi ha trovato. –
-Da quello che so i saiyan sono una razza guerriera. – continuò Whis, - molto fieri e orgogliosi, talvolta spietati. –
-I saiyan lo sono. – affermò Vegeta con voce sicura, come se fosse pronto a difendere il proprio popolo.
-E allora Goku? –
Vegeta sospirò: - Ha preso una botta in testa da piccolo. –
-Oh, questo spiega molte cose. –
Goku ridacchiò: - Eh sì, è stata una gran bella botta, ho ancora la cicatrice! –
Il resto del viaggio continuò in un insieme di bisticci tra i due amici e domande impertinenti da parte dell’angelo che appariva molto divertito dalla situazione. 
Verso la fine, Vegeta sembrava un po’ spazientito- Goku poteva dire che era ansioso di cominciare l’allenamento speciale, lo capiva, ma voleva fare qualcosa per alleviare quell’irritazione che sentiva provenire dall’amico. Così sfiorò con la coda il suo avambraccio. In risposta Vegeta si irrigidì e gli lanciò un’occhiataccia che, se uno sguardo potesse lanciare fuoco, Goku sarebbe stato incenerito. 
Ma lui sorrise, cercando di trasmettere entusiasmo.
-Piantala. – ringhiò Vegeta, dando uno schiaffetto alla coda, senza guardarlo in viso.
Goku non si aspettava quella reazione, ma non lasciò vacillare il sorriso, notando ancora come Vegeta al di là di tutto, prestava attenzione alla coda. Quel colpo era appena un buffetto. 
 
 
 
 
 
 
 
Prossimo aggiornamento: 24/01/2022
(avevo scritto 2012…. È una lotta continua qui lol)
   
 
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