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Autore: Teo5Astor    19/01/2022    7 recensioni
Quanto può essere labile il confine che separa sogno e realtà, sanità mentale e pazzia, amore e odio?
Quanto può far male il non riuscire a trovare il proprio posto nel mondo? Quanto può renderci fragili e allo stesso tempo forti il rincorrere un amore che sembra impossibile?
E quanto può essere forte il bisogno di evadere? La necessità di sentirsi davvero liberi, per una volta? Di fregarsene di tutto?
Quante domande ci poniamo? Quanti dubbi ci bloccano?
Lazuli Eighteen cercherà le sue risposte, ritrovandosi catapultata in un mondo incantato dove ogni cosa sembra essere possibile e dove tutto appare assurdo e allo stesso tempo perfetto.
Un viaggio nel Paese delle Meraviglie, in mezzo a personaggi straordinari, ma, soprattutto, un viaggio dentro sé stessa.
Alla ricerca di sé stessa.
Un viaggio nell'amore e nell'amicizia, nelle gioie e nei dolori che la vita ci mette davanti.
Una sfida ai sentimenti e alle paure.
Con un ragazzo un po' matto con un cappello calcato sulla testa pronto ad aiutarla, a indicarle la via e a regalarle quel sorriso di cui tutti, in fondo, avremmo bisogno nei momenti difficili.
Benvenuti a "Lazuli in Wonderland", rivisitazione libera di "Alice in Wonderland"
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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22 - La mossa di Lapis
 
 
Lazuli stava ancora guardando in direzione del bosco per capire se davvero ci fosse lì nascosto suo fratello, quando si rese conto che il corteo che aveva visto avvicinarsi in lontananza era arrivato nei pressi del roseto dove si trovava lei.
E sapeva benissimo chi avrebbe dovuto fronteggiare. Le veniva la nausea al solo pensiero.
"A quanto pare la portata principale è già qui. Quale onore".
Lazuli provò un brivido di rabbia nel sentire quella voce lasciva e arrogante che, purtroppo, conosceva molto bene.
Si voltò di scatto, e vide il plotone di carte da gioco aprirsi su una doppia fila e creare un corridoio all'interno quale avanzava una figura imponente e grottesca.
Nauseabonda nell'aspetto e nelle occhiate fameliche che non la smetteva di lanciarle, mentre la fissava con insistenza dai suoi sottili occhi azzurri e si passava la lingua su delle inquinanti labbra violacee.
Cell aveva cambiato forma rispetto a quando l'aveva incontrato il giorno prima, ma Lazuli non ebbe alcun dubbio nel riconoscerlo. Ricordava sempre un'enorme e mostruosa cicala, ma il volto era ora più simile a quello umano. Nonostante l'assenza di un vero e proprio naso, le orecchie erano visibili e la bocca decisamente più somigliante a quella di uomo rispetto a prima. Era diventato più massiccio e muscoloso, senza ali e con una coda più robusta e arancione. Sopra alla testa permanevano due sezioni sporgenti, ma erano più ampie e dritte verso l'alto. Il suo corpo alternava ancora parti screziate verde smeraldo e verde oliva, con la parte addominale color arancione come la coda dotata di un gigantesco pungiglione che non la smetteva di sibilare lentamente verso l'alto.
"Sei andato da un chirurgo plastico, Cell?" rispose acida Lazuli, incrociando le braccia sotto il seno e cercando di dimostrarsi per nulla intimorita.
"Vedo che il senso dell'umorismo non ti manca" ribatté lui, senza smettere di sorridere in maniera sinistra. "Povera sciocca, non capisci nemmeno come ho fatto a diventare l'Essere Semiperfetto? L'ho sempre detto che sei tanto bella quanto poco intelligente".
"Non ti permettere..." digrignò i denti Lazuli, stringendo i pugni.
Qualcosa non le tornava, e questo contribuiva ad irritarla anche più delle provocazioni di Cell.
"Sei sempre stata inadeguata. Sempre. Ma oggi, finalmente, farai qualcosa di buono. Darai un senso alla tua vita insulsa" scoppiò a ridere.
Lazuli sbuffò e fece un passo avanti, decisa a prenderlo a schiaffi. Una volta non l'avrebbe fatto, si sarebbe limitata a ingoiare il rospo, ma ormai aveva deciso di cambiare, e lei stessa si sentiva cambiata.
Si sentì stringere con forza un polso, e, stizzita, si voltò per vedere chi avesse osato tanto.
Bardack la stava trattenendo.
"Lascialo perdere, non è ancora il momento" disse sottovoce. "Non sei pronta. Non vanificare tutto".
"Devi diventare la nostra Regina di Cuori, prima" aggiunse Nappa.
"E poi potrai vendicare mio padre" concluse Broly.
"Nessuno ha chiesto il vostro parere, luridi schiavi!" sbottò Cell, fissando Bardack, il quale, tuttavia, non abbassò mai il suo sguardo carico di disprezzo.
"Hai bisogno di farti difendere dal paparino di quell'inetto che consideri così importante? Sappi che sarai in prima fila a goderti lo spettacolo di quando ucciderò quel demente di un Cappellaio!" rise ancora Cell.
"Già! Sarai parte dell'Essere Piuccheperfetto, avrai addirittura la sensazione di aver contribuito tu stessa alla morte di quell'inutile pazzo!"
Una voce gracchiante e stridula fece letteralmente accapponare la pelle a Lazuli. Conosceva bene anche quella voce, e la odiava profondamente.
Il vecchio Gero avanzava tra le due ali di carte da gioco ridendo sguaiatamente.
"E tu cos'hai da guardare?!" sbottò, dando uno spintone a un soldato. "Cosa fate ancora qui?! Andatevene e tornate al lavoro! Non vedete quante rose bianche sono spuntate oggi! Dipingetele di rosso, o vi faccio saltare via la testa!"
Subito le carte da gioco si dispersero, e nei vari roseti riprese l'assurdo lavoro di colorazione delle rose bianche con la vernice rossa.
"Non abbiamo bisogno di nessuno per dominare il mondo!" riprese Gero, continuando ad avvicinarsi senza smettere di fissare Lazuli con uno sguardo talmente viscido da darle il voltastomaco.
"Voi non dominerete niente" ribatté Lazuli, strappando un ghigno colmo di fierezza a Bardack.
Cell, con un movimento repentino, sollevò la mano e fece partire un agglomerato di energia che esplose ai piedi del padre di Radish, creando un solco fumante nell'erba.
"Non ti ho ucciso subito perché voglio lasciarti godere la fine dei tuoi figli, oltre al destino che riserverò a questa stupida ragazza che ti sta tanto a cuore" soffiò il mostro umanoide, con fare di scherno.
"E rimettetevi al lavoro! Tu e i tuoi uomini, altrimenti faccio tagliare la testa a tutti e due!" starnazzò Gero. "Andate nel roseto sul lato nord del giardino, prima ho visto così tante rose bianche che avrei voluto morire!"
"Tanto creperai presto, bastardo" disse sottovoce Bardack, sfidandolo con lo sguardo.
"Hai detto qualcosa, razza di nullità? Ci tieni così tanto a vedere in un sacco le teste di quei due rifiuti umani che ti porti dietro?"
"Ehi, come ti..." sbottò Lazuli, venendo zittita da un tocco sul braccio da parte di Bardack e da un'occhiata più che eloquente.
"Stavo dicendo che andiamo. Che torniamo al lavoro" sospirò, prima di volgere lo sguardo verso Cell. "Ma voglio la tua parola che non farai del male a Lazuli. Non è ancora il momento del Cell Game, non è qui per combattere. È venuta solo a vedere il giardino delì castello del Re e della Regina di Cuori perché era curiosa".
"Ah... e così pensi di avere la facoltà di potermi dettare delle condizioni?" ridacchiò Cell.
"Lei non ti ha attaccato. Hai promesso di aspettare fino al Cell Game, e la tua promessa l'hai già infranta una volta".
"Ho infranto la promessa perché quell'inutile ranger si è creduto più furbo di me. Pensava non mi fossi accorto di quello che mi stava rubando, ma non sapeva che gliel'ho fatto fare solo per illudervi ancora di più! Per darvi un'altra stupida speranza a cui aggrapparvi!" rise ancora il mostro.
"Tanto quel ragazzino sfrontato era destinato a fare quella fine! E tu e quell'altro fallito che tanto ti somiglia lo seguirete presto! Siete destinati a questo, non potete evitarlo!" scoppiò a ridere anche Gero, fissando Lazuli.
La ragazza stava cercando di mettere insieme i pezzi delle informazioni che aveva appreso. Un ranger, qualcosa rubato a Cell, una vittima. Lei e un'altra persona nel mirino di Cell, come se fossero destinati a lui.
A parte l'odio profondo che provava per Gero e il bisogno fisiologico di prenderlo a schiaffi per come le aveva mancato di rispetto per l'ennesima volta, Lazuli provò un profondo senso di inquietudine.
C17 era un ranger. C17 aveva sottratto una Sfera del Drago a Cell e l'aveva portata a Lapis.
"Tu! Cos'hai fatto a C17?! Hai fatto del male a mio fratello?!" ringhiò.
Si rese conto che era la prima volta che considerava suo fratello quella che il giorno precedente le era sembrata una semplice copia di Lapis. Non sapeva perché, ma in quel mondo assurdo aveva due fratelli identici tra loro. E se ne rendeva conto in quel momento, quando sentiva che ne aveva perso uno.
"Allora è vero che sei curiosa!" la schernì Cell.
"Più che curiosa! Curiosissima!" la prese in giro anche Gero. "Non eri mica qui per ficcare il tuo bel nasino nel giardino del castello? Ci tieni tanto a fare la detective? Guarda che il tuo destino non cambierà, stupida!"
Lazuli sbuffò e fece un altro passo in avanti, decisa ad affrontare il vecchio, ma fu ancora Bardack a impedirglielo. Le strattonò di nuovo il polso e la tirò a sé.
"Lei verrà con noi. Era curiosa di vederci lavorare anche nell'altro roseto" sibilò, trascinando con sé la ragazza dietro una siepe e camminando spedito, seguito da Nappa e Broly.
"Ehi, dove mi stai portando?!" protestò Lazuli, mentre sentiva alle sue spalle Cell e Gero che la deridevano.
Bardack si fermò dopo un centinaio di passi abbondanti, si voltò e la fissò con occhi severi.
Cell e Gero erano abbastanza lontani perché non li potessero sentire, in più erano anche coperti da altri roseti dove gruppi di soldati vestiti da carte da gioco continuavano a lavorare alacremente per dipingere le rose.
"Ci tieni così tanto a farti ammazzare?!" sbottò Bardack. "Lo capisci che ti stanno solo provocando?! Ti rendi conto di quello che vuole farti Cell?!"
"Ci terrei solo a capire che fine ha fatto mio fratello! C'entra qualcosa il fatto che Cell ha cambiato aspetto?!" ribatté Lazuli.
Bardack abbassò la testa, incapace di sostenere quegli occhi di ghiaccio così carichi di dolore e frustrazione.
"Dovete dirmelo!"
Nappa scuoteva il capo, Broly guardava verso il cielo nervosamente.
"Cell ha assorbito C17, l'ha inglobato... ha... ha usato la coda e poi..." sussurrò Bardack.
"E poi?! Cosa?!" sgranò gli occhi Lazuli, che sentì le forze venirle meno.
"E poi il suo corpo è mutato, è diventato molto più forte..." riprese il padre di Radish. "Tuo fratello ha provato a lottare, ma è stato tutto inutile. Oggi ci siamo occupati noi dei suoi animali, lui li ha accuditi fino all'ultimo...".
La voce gli morì in gola, sembrava che gli stesse per venire da piangere.
Lazuli cadde in ginocchio sull'erba e batté un pugno sul prato, cercando di ricacciare a sua volta indietro le lacrime.
Era tutto tremendamente assurdo. Assurdo e, soprattutto, ingiusto.
Bardack si accucciò davanti a lei e cercò di rassicurarla con uno sguardo paterno.
"Cell vuole fare lo stesso con te e Lapis per raggiungere la sua forma completa, quella che lo renderà imbattibile" le spiegò. "È per questo che non lo devi attaccare adesso, dovrai farlo quando sarai diventata la Regina di Cuori. Vattene da qui, trova la Finta Tartaruga e ottieni la tua vendetta".
La aiutò a rialzarsi, e quel contatto con la mano di Bardack diede a Lazuli la sensazione di aver ritrovato almeno in parte la sua forza d'animo.
Doveva sforzarsi di non pensare a quello che era successo e di restare concentrata sulla sua missione. Bardack aveva ragione e, in fondo, erano le stesse cose che le aveva detto Radish.
"Stai meglio?" le chiese.
Lazuli annuì con la testa, voltandosi con fierezza verso il bosco.
Non stava per niente bene, ma doveva diventare abbastanza forte per poter combattere. Per poter vincere.
Era difficile accettare che quella guerra insensata avesse mietuto un'altra vittima, ma doveva avere fiducia in Radish e credere che ci sarebbe stato davvero un modo per sistemare tutto grazie al potere delle Sfere del Drago.
"Quanto manca al Cell Game?" domandò, provando a tornare a mostrarsi fredda e distaccata.
"Cinque ore".
"Me le farò bastare" accennò un sorriso, guardando Bardack e i suoi compagni. "Devo andare, grazie per avermi aiutata" aggiunse, prima di cominciare a camminare verso il bosco e sparire dalla loro vista dietro l'ennesimo roseto del giardino reale.
 
"Sembri di fretta, o sbaglio? Sei così curiosa di continuare la tua visita nel giardino? O stai forse cercando qualcosa? O magari qualcuno?"
La voce di Cell raggiunse Lazuli proprio quando era arrivata al limitare del giardino e stava per inoltrarsi nel bosco, dove sentiva che avrebbe potuto trovare la Finta Tartaruga, sebbene non avesse una chiara idea di chi fosse e di dove cercarla esattamente.
"Ma va, è solo una stupida donna! Si sarà persa!" ridacchiò Gero, mentre il suo volto si increspava in un ghigno rugoso e sinistro che lo faceva apparire ancora più ripugnante agli occhi di Lazuli.
"Non dovrebbe interessarvi quello che sto facendo. Credo che ti basterà sapere che mi presenterò anch'io al tuo ridicolo torneo" ribatté Lazuli, ignorando Gero e rivolgendosi direttamente a Cell.
Il mostro accennò un sorriso sinistro. I suoi occhi azzurri brillarono.
"Tanto è questo che ti interessa, giusto? Quindi piantiamola con queste frecciate, non siamo all'asilo" aggiunse, distaccata, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Le parve di sentire un leggere fruscio alle sue spalle proveniente dal bosco, ma non ci fece troppo caso.
"Certo, mi interessa farti mia per diventare l'Essere Piuccheperfetto. È questa la tua unica ragione di vita, inutile ragazzina" sibilò il mostro umanoide, facendo provare un brivido di ribrezzo alla sua interlocutrice. "Temevo che stessi cercando di scappare al tuo destino, ma vedo che hai capito anche tu che è inevitabile!"
"Sì, è inevitabile, razza di stupida arrogante!" berciò Gero, profondamente irritato per essere stato ignorato da Lazuli.
Mosse un paio di passi verso di lei. Il labbro superiore gli tremava per la rabbia, mentre la indicava.
Lazuli sentì lo stomaco chiudersi in una morsa. Era disgustata da quel vecchio e dai suoi modi di fare.
"E sai cos'è il bello?! Che tu ti atteggi a gran donna, pensi di essere intelligente e anche furba, ti illudi che la tua vita insulsa abbia un senso!" rincarò la dose l'assistente di Cell. "Ma tutti ti guardano di traverso e ridono di te! Ti considerano strana, insensibile! Ti odiano! Ah, ah, ah!"
Lazuli si sentì ferita da quelle parole, ma non troppo. Forse le avrebbero fatto più male prima di intraprendere quel viaggio. Quel viaggio in un mondo ignoto e privo di logica, ma soprattutto dentro sé stessa. Non era ancora arrivata alla fine di quel viaggio, ma si sentiva più forte. Più consapevole.
"Non mi interessa essere amata da tutti" rispose.
Il suo viso appariva sereno, i suoi occhi di ghiaccio riflettevano la luce del sole e non davano nessun segno che quelle parole l'avessero scalfita.
"A me basta che sia una sola persona ad amarmi. Se questa persona mi riterrà necessaria, io potrò continuare a vivere felice".
Gero sembrò sorpreso da quelle parole. Rimase in silenzio per qualche istante, come se stesse cercando qualcosa di sensato con cui ribattere per provare di nuovo a farle del male.
"Anche se il resto del mondo dovesse odiarti? Perché io so benissimo che tutti ti odiano!" sghignazzò con fare provocatorio.
"Se il resto del mondo dovesse odiarmi, dici? Sarebbe ancora meglio" fece spallucce Lazuli, mente accennava un sorriso sghembo e incrociava le braccia sotto il seno. "Tu non puoi capirlo, non ne sei in grado. Provo quasi pena per te".
Gero divenne paonazzo per la rabbia, una vena sulla fronte cominciò visibilmente a pulsargli.
"Sei solo una saccente, ridicola e infima donna!" sbraitò, avvicinandosi ancora a lei, così tanto che Lazuli poteva sentire il suo alito fetido. "Nessuno ti ha mai amato e nessuno piangerà la tua morte! Sei una fallita! Sei solo una lurida e schifosa...".
Un fruscio, uno spostamento d'aria, un'ombra che all'improvviso oscurò il sole e la figura di Gero agli occhi di Lazuli per un istante.
La frase del dottore tagliata a metà, un innaturale silenzio rotto solo da un tonfo sull'erba, come se fosse appena caduto qualcosa sul prato.
Lazuli sgranò gli occhi e trattenne il fiato. Davanti a sé c'era il corpo di Gero, privo di testa. Dal collo rugoso spuntavano dei tubicini e dei circuiti elettrici che emettevano scintille e un fastidioso ronzio di fondo.
"Stavi parlando troppo, vecchio. Mi davi fastidio alle orecchie e anche alla vista".
Lapis, in piedi con le mani sui fianchi e un sorrisino soddisfatto stampato sulla sua solita facciata da schiaffi, fece sgranare ancora di più gli occhi a Lazuli. A un paio di metri dai suoi piedi si trovava la testa mozzata del dottore. Dal suo collo spuntavano circuiti elettrici che frizzavano e producevano altre scintille.
Era davvero lui quello che le era parso di vedere poco prima nel bosco. Quegli occhi di ghiaccio appartenevano a Lapis. Non aveva mai avuto dubbi a riguardo, ma sperava in cuor suo che l'immaginazione le avesse giocato un brutto scherzo.
E invece no. Era tutto vero.
Era proprio Lapis, infatti, quella figura che, rapida, silenziosa e letale come una pantera, aveva appena decapitato Gero con un calcio volante.
"Tu! Tu! Come hai osato! Maledetto!" strepitò il dottore, che continuava a parlare nonostante avesse la testa mozzata. "Me la pagherai! Me la pagherai cara!"
"Non credo proprio" ghignò Lapis, fissandolo con aria di sfida. "Hai finito di offendere mia sorella. Ti ho sempre odiato, non vedevo l'ora che arrivasse questo momento".
Sorrise sghembo prima a Lazuli e poi a Cell, dopodiché spiccò un salto e calpestò la testa di Gero, mandandola in frantumi.
 
 
 
 
 
 
Note: ben ritrovati, grazie infinite per essere ancora al mio fianco in questa lunga e tribolata avventura! Allora, ve l'aspettavate una simile entrata in scena da parte di Lapis?! Cosa pensate che possa accadere adesso? Dite che ha fatto bene?
Spero che abbiate gradito il capitolo e che la storia continui ad appassionarvi nonostante la pubblicazione più lenta, e spero anche vi siano piaciute certe cose che dice Lazuli in risposta alle brutte provocazioni che le tocca ascoltare.
Ho insistito molto sul termine "curiosa" e in generale sul concetto di curiosità per rifarmi alla celebre espressione "curiouser and curiouser" che viene associata ad Alice nel testo originale.
 
Un grazie speciale va come sempre a chi mi sostiene e a chi mi lascia un pensiero , un incoraggiamento, il proprio parere. Io continuo a mettercela tutta e provo a tenere duro in generale, anche se non è sempre semplice, come non è semplice per la nostra Là fare i conti con sé stessa e con le avventure che si ritrova a vivere. Ringrazio anche chi legge in silenzio, fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va.
 
Bene, tra due settimane posso dirvi che ci sarà molta azione, che servirà essere forti e che ci sarà un grandissimo ritorno in scena. Avete qualche idea a riguardo?
Vi è piaciuta la riproposizione della scena di DBZ in cui Lapis fa fuori Gero? Io personalmente la adoro, sarebbe bellissimo un giorno trovare qualcuno che faccia il cosplay del Dr Gero per fare foto a tema insieme a me in versione C17! ;-)
E con questo auspicio vi ringrazio ancora, vi saluto e vi do appuntamento tra due mercoledì!
 
Teo
 
 
 
   
 
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