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Autore: Nihal07    21/01/2022    1 recensioni
[KakaSaku, Anti SasuSaku] E se raggiunto il tuo obiettivo, questo rivelasse un futuro incerto? Se le tue aspettative si rivelassero il risultato di una corsa senza mai aver guardato per davvero l'orizzonte? Ora Sakura deve scegliere: percorrere la strada precedentemente segnata dal passato o scoprire un sentiero tutto nuovo? La guerra le permetterà di ricominciare.
Genere: Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Stupirsi
 
La delicatezza e la pacatezza con cui Kakashi era entrato in casa sua, la lasciò piacevolmente colpita. A tratti, poteva scorgere un leggero imbarazzo per quell'intrusione programmata ma mai distacco e freddezza. Sakura aveva deciso di non cucinare, aveva ordinato qualcosa d'asporto per lavare meno piatti e mettersi subito al lavoro. Voleva davvero aiutare Kakashi, era da molto tempo che non lo vedeva così provato. Diventare Hokage era un bel cambiamento, perfino per l'Hatake che raramente mostrava all'esterno ciò che provava.
"Illuminami." Quando ebbero finito di mangiare, Kakashi si sedette sul divano in attesa che Sakura lo raggiungesse. Davanti, cinque pile di moduli appoggiate su un tavolino.
Sakura lo raggiunse con una tazza di the in mano, gliela porse e spostò il tavolino appoggiando le pile di fogli a terra: "Così avremo più spazio." Poi si sedette di fianco all'uomo: "Non è così difficile. La metà di questi moduli riguardano norme che hai già approvato. Sfortunatamente le persone sono fissate con il mettere per iscritto qualsiasi cosa. Leggi il titolo, firma, e basterà. I verbali delle missioni portano via molto tempo ma puoi leggerli velocemente. Se ci fossero stati problemi rilevanti, stai pur sicuro che i ninja ti avrebbero avvisato. Le richieste dei cittadini sono da leggere con attenzione, invece. Non vogliamo approvare l'impossibile."
Kakashi la ascoltò con attenzione, sembrava davvero sapesse ciò di cui stava parlando. L'Haruno gli sorrise: "Dove basta una banale sigla, posso aiutarti. Tu avrai l'onere dell'autografo completo."
"Sono già stanco."
La ragazza rise: "Sono le otto di sera. Vedrai che per le undici avremo finito." Si raccolse i capelli con un elastico, scoprendo il collo. L'uomo ne seguì la linea, quasi distratto da quel piacevole dettaglio. "Tutto chiaro?". Kakashi annuì con non chalance.


Sakura non sbagliò di molto, giusto dieci minuti in più del previsto. Kakashi si lasciò sprofondare sul divano: "Non sento più la mano."
L'Haruno si sedette di fianco a lui, soddisfatta. "Ora puoi attendere un altro paio di giorni prima che la tua scrivania si riempia di nuovo." Gli sorrise ma vide che la sua gioia per il raggiunto traguardo non veniva in alcun modo condivisa. Appoggiò una mano sulla gamba dell'uomo senza chiedersi se potesse essere di troppo. "A che cosa stai pensando?"
L'Hatake non alzò lo sguardo: "Credo di non essere tagliato per questo ruolo. Mi assorbe completamente, riesco a malapena a rimanere dentro le scadenze. Il decidere per così tante persone, tutta questa immagine da tenere in piedi... Non sento di star facendo le cose nel modo giusto."
"Hey" La voce della ragazza si fece dolce e comprensiva. "Stai affrontando le prime difficoltà che il tuo ruolo comporta, devi solo trovare il tuo equilibrio." Gli appoggiò istintivamente una mano sul petto: "Non stai facendo le cose male. Se sei così stanco è perchè stai concentrando tutte le tue forze nel fare le cose con attenzione. Ti assicuro che le persone lo notano. Il Kakashi che conosco ha sempre portato a termine qualunque compito, sono sicura che trovarai la tua strada." Quando ebbe finito di parlare, assaporò quel limitato contatto. Le ritornò in mente la guerra, quello stesso gesto compiuto con l'intento di prendersi cura di lui. Chissà se le cicatrici dello scontro con Obito erano sparite.
Si staccò nascondendo il suo imbarazzo. "Tsunade teneva una bottiglietta di sakè nel terzo cassetto della scrivania. Ne beveva un sorso prima delle riunioni fastidiose. Qualsiasi fosse il giorno, alle sei del pomeriggio lasciava lo studio per tornare a casa. Raramente faceva degli straordinari e fidati, più di una volta ha urlato indispettita contro qualche suo sottoposto. Però era schietta, sincera, trasparente. Tutti la amavano per quello che era." Poi Sakura rise, ricordando l'avversione che la donna provava per l'abito da Hokage. "Odiava la veste bianca e rossa. Ogni volta che poteva, quando nessuno la vedeva, si toglieva il cappello con aria frustrata, non preoccupandosi nemmeno di sistemarsi i capelli." La rosa la imitò slegandosi i capelli e lasciando che alcuni le si parassero davanti agli occhi.
Kakashi le sorrise: "Non credo le piacerebbe sapere come stai usando la sua immagine per sollevare la mia."
"Farai forse la spia?" Chiese la ragazza alzando un sopracciglio.
"Dopo stasera, hai la mia lealtà." Avvicinò la mano al viso della ragazza, spostandole un ciuffo di capelli dagli occhi. Lo fece con leggerezza, senza pensarci. Per i primi secondi sembrò dovuto, naturale. Come quando le aveva accarezzato la guancia sul campo di battaglia. Così inerme e ora, così forte. Erano ricordi ormai relativamente lontani ma lo stupore nel rievocarli gli riempì il cuore di estrema dolcezza. Si ritrasse imbarazzato: "Perdonami.. Non volevo invadere il tuo spazio."
Sakura espirò lentamente. Non si era accorta di star trattenendo il fiato. "Non preoccuparti, non hai fatto nulla di male". Troppo tardi, aveva già frainteso e la cosa, stranamente, la metteva di buon umore.
Kakashi si passò una mano dietro alla testa, annuendo: "Credo sia meglio andare." Iniziò a raccogliere e mettere via le sue scartoffie sotto lo sguardo attento di Sakura, ancora spiazzata per il gesto e l'imbarazzo che ne era conseguito.
Accompagnò Kakashi alla porta ed ebbe come la sensazione che qualcosa di non detto fosse rimasto nell'aria. L'uomo si girò verso di lei prima di uscire: "Grazie per l'aiuto... E... Il supporto."
La ragazza sorrise: "Sai che ci sono." E gli appoggiò una mano sul braccio. Fu un tocco rapido, veloce, delicato. Quando l'Hatake uscì, Sakura chiuse la porta e ci appoggiò contro la fronte. Cosa aveva appena fatto?
 
  
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