10.
-Vieni.-
Xena la colse di sorpresa, aprendo la porta e rientrando in
casa.
-Sì.-
Sospirò, erano quarant'anni che non si vedevano. Lei sapeva
tutto dell'aedo, ma chissà cosa avrebbe pensato o provato
l'altra, vedendola.
Pregò
di non spaventarla.
Varcò
la soglia e alzò lo sguardo a cercare quello di Gabrielle,
fermandosi sull'uscio, dubbiosa.
-Einai!-
La chiamò la bionda sorridendole e alzando le braccia verso di
lei, mentre la donna in armatura la raggiungeva rapidamente,
inginocchiandosi e rispondendo all'invito di quell'abbraccio.
-Mi
sei mancata tantissimo Gabrielle.- La strinse a sé, cercando
di non ferirla con la corazza.
Non pensava che avrebbe provato
tutto quel dolore, rivedendola. Le tremavano le mani e tratteneva a
stento le lacrime, non si era resa conto di quanto le fosse
effettivamente mancata.
-Anche
tu.- Le rispose la bionda, accarezzandole i capelli umidi.
Avvertiva
la
sua tristezza e la sua paura, ma sentiva anche la sua felicità
e la consapevolezza che avrebbe smesso di soffrire.
-Non
succederà oggi.- Le sussurrò per rassicurarla,
baciandole la fronte, mentre l'aedo annuiva.
-Farà
male?- Chiese la bionda
-No.- Le sorrise tristemente -Non sentirai
nulla.-
-Devi
raccontarmi un sacco di cose...- Sorrise di rimando, cominciando a
piangere -Ma prima togliti l'armatura, sei fradicia di
pioggia.-
Xena le prestò una veste e Einai poté
posare la corta tunica bianca, che portava sotto l'armatura, accanto
al caminetto, prendendo poi posto di fronte a Gabrielle, sulla sedia
che la donna aveva fatto preparare per lei, mentre la compagna si
cambiava nella stanza accanto.
La
bionda la guardava, senza parlare.
-Sì,
funziona ancora.- Le rispose Einai -Hecate non ha potuto fare di
più.- Era a disagio con quegli abiti, non ne aveva mai
indossati di simili.
-Ti
ho pensata tanto in questi anni.-
Il
simulacro annuì, sorridendo -Anche io.- Ogni mattino, appena i
suoi pensieri si riversavano nella sua mente e finché non ne
perdeva il filo, ogni notte.
-Mi sarebbe piaciuto poterti
incontrare...Prima.-
-Anche a me.-
-Perché Hecate ha
preso questa decisione?-
-...Non...- Non sapeva come dirlo senza
provare imbarazzo -Non avevo altro per ripagare il mio debito con
lei.- Poi aggiunse -Mi ha permesso di vivere, e di vivere anche in
tua assenza, ma ha un umorismo molto perverso... Non potendo
eliminarti dalla mia mente, perché non sa cosa mi permetta di
essere così, ha deciso di eliminarti dalla mia vita.- Fece una
pausa -Essere qui, oggi, è una sua concessione. Se avessi
trasgredito le regole e ti avessi incontrata prima non avrei avuto
questa possibilità.-
-Stai dicendo che dopo la mia...- Si
schiarì la voce -C'è la possibilità che sia il
nostro legame a renderti...Te?-
-C'è la possibilità-
Ripeté -Hecate non ne è mai venuta a capo.-
-Ma è
crudele costringerti a venire qui sapendo questo!-
-No, no,
io...L'ho chiesto io.- Distolse lo sguardo -E non me ne pento...Non
voglio che tu soffra e non voglio tornare a recuperarti agli Inferi
perché Michele ha sbagliato qualcosa...Così è
più sicuro.-
-Ma cosa ti accadrà dopo?-
-Non lo
so.-
-A noi non è più successo, Ares ha usato
sempre lo stesso metodo per creare altri corpi per Xena e...-
-Anche
Hecate ha fatto molti esperimenti, utilizzando lo stesso rituale, ma
ha ottenuto solamente i risultati previsti. L'unica differenza è
che Ares ha usato un condensato dei tuoi ricordi di Xena per creare
me, pensando che fossi la sua anima- Si strinse nelle spalle,
sorpresa di essersi rivolta a sé stessa in quel modo.
Lesse
la domanda nella mente della donna e le rispose -Non morirei
comunque, credo. Penso che nella peggiore delle ipotesi perderei la
mia coscienza e tornerei ad essere un Golem come gli
altri.-
Gabrielle la guardò dubbiosa, preoccupata,
tutt'altro che sollevata da quella risposta. Non era molto differente
dal morire.
-Se rimandassimo? Forse ci sarebbe tempo per trovare
una soluzione.- Disse di getto l'aedo.
-Non è possibile.
Succederebbe comunque.- Si aspettava quella reazione -Ma sarebbe
impossibile evitarvi l'aldilà e i rischi di una eventuale
nuova disputa.-
Il bardo annuì, ma il simulacro poteva
sentire che stava ancora cercando un' alternativa, una soluzione per
non metterla in pericolo. -Gabrielle, non serve.- La ammonì
vagamente, tornando a guardarla negli occhi.
-Come puoi
arrenderti così facilmente?! Deve esserci un modo, almeno per
te.-
-Non c'è. Sono quarant'anni che cerchiamo una
soluzione e Hecate è la massima autorità in materia. La
Dea della Morte sa tutto su anime e spiriti, quattro giorni non...-
S' interruppe, sentendo la sorpresa in Gabrielle.
-Scusa, non
volevo dirtelo così...- Abbassò nuovamente lo sguardo
mordendosi il labbro inferiore, arrabbiata con sé stessa per
essere stata così brusca.
-Quattro
giorni...?-
-Sì.-
L'aedo restò in silenzio per
qualche secondo -Temevo meno.- Avrebbe avuto modo di sistemare le
proprie cose, giocare con i nipoti, passare molto tempo con Xena e
magari ricontrollare le ultime pergamene.
Il simulacro si sentì
vagamente sollevato, Gabrielle sembrava stesse prendendo la questione
meglio del previsto.
-Dimmi una sola parola Einai e faremo di
tutto per trovare un altro modo. Se non io, Xena.-
-Ti ringrazio
veramente molto, ma va bene così.-
-Quando comincerai a
notare il tuo valore?- La rimproverò l'aedo.
-Lo farò,
se avrò un seguito.-
-Possiamo veramente fidarci di
Hecate?- Non aveva una grande opinione degli Dei. Anche se voleva
bene ad Aphrodite non poteva negare che avesse una spiccata nota
egoistica.
-E' sempre stata premurosa nei miei confronti.- Tornò
a distogliere lo sguardo e a posarlo sul pavimento -Le devo molto.-
Credeva che la divinità la considerasse poco più di un
animale domestico, ma aveva sempre avuto un occhio di riguardo e
tanta pazienza con lei.
-Davvero?-
-Sì,
si è presa cura di me molte volte.- Lo sguardo dell'aedo cadde
sulla spalla del simulacro, segnata da sottili crepe più
chiare, prima che quest'ultima la coprisse rapidamente con la mano,
in imbarazzo -Mi dispiace che ti abbiano turbata, coi miei soliti
vestiti non si vedono, mi dispiace.- Ripeté, quasi
mortificata.
-Scusami,
non avrei dovuto...Hai mai cambiato corpo?- A Xena era servito tre
volte, con enorme disappunto suo e di Ares.
-No.
O meglio, anche se era il caso ha sempre preferito non rischiare
e...Aggiustarmi.- Abbassò lo sguardo prima di cercare un
argomento di conversazione per lei meno umiliante. Non le piaceva
utilizzare termini riservati agli oggetti, ma non sapeva come altro
rivolgersi a sé stessa. -Ho imparato a combattere.- Accennò
un timido sorriso -Ho viaggiato molto, sono stata anche nella terra
di Jappa per qualche anno.- La guardò, non era un ricordo
felice e cambiò immediatamente discorso -Sono stata anche in
India...Ho assaggiato il cibo.- Ricordò, perplessa.
-E
com'è stato?- Si risollevò l'aedo, vedendo
quell'espressione inaspettata sul volto dell'altra.
-Strano!-
Rise -No, davvero, buono...Ma è più la fatica del
beneficio!- Il problema era sbarazzarsi di quanto ingoiato, una
volta perso sapore.
-Immagino
di sì.- Ridacchiò con lei.
Xena era sempre stata
golosa e non aveva perso l'abitudine di mangiare nemmeno dopo.
Continuava a pensare che ne valesse la pena.
-Hecate
ogni tanto mi dà degli incarichi...Di là.- Sollevò
gli occhi e inclinò il capo -Ma niente di troppo
pericoloso.-
-Com'è...?-
-E'
molto diverso, ora.- Si distrasse a guardare il fuoco. -E' separato
in tre...Piani. Netti. Non è più così facile che
i dannati rubino le anime. In mezzo c'è il Purgatorio, uno
spazio dove chi si è macchiato di colpe non esageratamente
gravi passa un periodo di pentimento e purificazione, prima di poter
entrare in Paradiso. Ho incontrato Solan, parecchio tempo fa.-
Sorrise -Stava bene.-
-Xena
sarà felice di saperlo- Sorrise anche lei.
-Ti ha detto
cosa succederà...?-
-No.-
-Voi
non andrete nell'aldilà...Passerete direttamente alla prossima
vita.- Non sapeva esattamente come la pensasse la guerriera, ma non
l'aveva contraddetta quando gliene aveva parlato.
Gabrielle
annuì.
-Hecate
mi ha dato il permesso di portare con me l'acqua del Lete...- Evitò
di spiegarle il resto, l'aedo aveva già capito, conoscendo
molto bene le leggende.
-E
senza il tuo intervento...Come dovrebbe essere?-
Aveva
sperato fino all'ultimo di evitare quella domanda -Mi hanno detto che
il tuo cuore si fermerà.- Le salirono le lacrime agli occhi,
non voleva che succedesse.
Altre
volte si era ritrovata nella stessa situazione, in quegli anni,
adempiendo i compiti affidatele da Hecate, ma non erano mai persone
che conosceva, se non da qualche giorno appena -Se per voi va
bene, mi occuperei delle vostre esequie...E di portarvi ad
Anfipoli.-
-Credo che dovremmo parlarne anche con
Sophia...-
-Sì, certamente.- Si prese un secondo -Mi hanno
detto anche che Aphrodite vorrebbe vederti...-
-Io...è
da molto che non viaggio, Einai.- Le dispiaceva non poter salutare la
Dea, ma non sapeva come fare.
-Sarebbe
solo fino al tempio più vicino. Io e Xena potremmo portarti,
se sei d'accordo- Sarebbero state poche ore di viaggio, con i loro
ritmi.
Si erano
incamminate di buon mattino, prima del sorgere del sole, dirette al
tempio di Aphrodite.
Gabrielle si era riaddormentata tra le
braccia di Xena e Einai la guardava con un sorriso dolce impresso sul
viso.
-Sta sognando?- Chiese sottovoce la guerriera.
-Sì.-
Rispose il simulacro.
-Cosa?-
-Un fabbro che batte dei ferri da
cavallo. Probabilmente sente i tuoi passi.-
Xena alzò un
sopracciglio, sorridendo divertita.
-Cosa pensi di fare?- Le
chiese il Golem.
Si voltò verso di lei, tentennando per un
secondo non capendo a cosa si riferisse, prima di intuirlo -Vado con
lei.-
-Sicura?-
-Sì. Credo che non ci sarà mai un
momento migliore, considerando che non morirei diversamente...- Non
sarebbe morta di vecchiaia né di malattia e se avesse fatto
attenzione a preservare la Pietra di Cibele, celata nel suo torace,
avrebbe sempre potuto ottenere un nuovo corpo, almeno fino
all'esaurirsi delle proprie ceneri, ma si sentiva incredibilmente
stanca.
Tra le altre cose, di cui aveva già parlato con
Gabrielle, la facilità degli scontri la annoiava e l'uso
continuo della violenza era diventato irritante. Ogni volta sempre
gli stessi pretesti, gli stessi sbagli e la stessa ignoranza e la sua
pazienza si stava esaurendo. Forse era questo che comportava il
"vivere troppo".
-Non sarà doloroso.- Intervenne
Einai, cercando di interpretare il suo silenzio.
-L' hai già
fatto altre volte?- Il simulacro le sembrava estremamente sicuro di
quello che stava dicendo.
-Sì.-
-Quante?-
-Non lo so
più.- Aveva perso il conto.
-Erano casi come il
nostro?-
-Alcuni sì. Non siete le uniche
anime..."Problematiche"- Sogghignò.
-Cosa fai per
Hecate?- Voleva cercare di capirla. Dai racconti di Gabrielle le era
sempre sembrata innocente come una bambina, eppure, durante il loro
scontro nel bosco si era dovuta ricredere.
Cosa aveva vissuto in
quei quarant'anni?
-Mh... Evito che chi non deve vada nell'aldilà,
ogni tanto risolvo qualche problemino agli Inferi...Ma principalmente
recupero oggetti.-
-Oggetti?-
-Artefatti. Simili alla Pietra
di Cibele, ma con poteri magici propri. Tenerli sotto controllo evita
una marea di problemi.-
-A proposito...Che fine farà?-
-L'Ago,
intendi?-
Xena annuì.
-Se confermerai la tua scelta, e
solamente in quel caso, lo riporterò a Roma. Ares ha contratto
un debito con Cibele e la restituzione dell'oggetto è parte
del loro patto.-
Si zittirono vedendo entrambe Gabrielle muoversi,
cominciava a svegliarsi ed era il caso di fare una breve sosta, per
colazione.
Mentre Xena accendeva il fuoco e riscaldava del latte
per la compagna, la bionda parlava con Einai.
-Mi hai raccontato
poco della tua vita in questi anni...Ti va?-
-Non so cosa dire,
sei tu che ti occupi dei racconti.- Non era abituata a parlare tanto
di sé
-Mi sembri così diversa dall'ultima volta che
ti ho vista...- Non le ricordava praticamente più Xena. Ogni
tanto, il modo di muoversi, ma niente di particolare.
-In
effetti...Pur sapendo tutto quello che sapevi tu, non avevo la benché
minima esperienza. Di niente...-
-Mi dicevi che viaggi.-
-Sì.
Quando Hecate non ha richieste sono libera di andare dove voglio.- Le
sorrise, sentendo il suo sollievo nell'apprendere che non fosse
prigioniera.
-E che fai?-
-Sistemo i torti che vedo in giro,
un po' come facevate voi due. Niente di così...Grandioso,
però. Ogni tanto qualche villaggio mi assume per affrontare il
signore della guerra locale, o qualche banda di briganti.- Sminuì
-Per il resto, vedo posti nuovi e conosco culture differenti...-
Aveva imparato molto nella terra di Jappa, ma voleva evitare di
parlarne ancora, dopo aver visto la reazione della bionda il giorno
prima. -Spesso sento la gente ripetere i tuoi racconti.- Sorrise
orgogliosa.
-Davvero?- Non viaggiando da molto non sapeva che si
parlasse ancora di loro.
-Sì! La settimana scorsa ero in
Gallia e ho sentito raccontare la storia dell'oro del Reno!-
Continuarono a parlare per diverso tempo, anche dopo essere
ripartite. Einai si era offerta di portarla per un po', dando il
cambio a Xena. Per quanto resistenti, non erano immuni alla fatica.
La guerriera non riusciva a non provare un pizzico di gelosia,
nel vederle assieme. Per quanto si fidasse di Gabrielle, sentirle
bisbigliare e ridere tra loro era una cosa a cui non era abituata.
Senza contare la simbiosi che le univa.
Raggiunsero il
tempio in tarda mattinata.
Non era molto grande e decisamente non
uno dei principali e sfarzosi, ma la Dea avrebbe dovuto
accontentarsi. Non potevano rischiare di affaticare troppo
Gabrielle.
Appena varcata la soglia, le sacerdotesse indicarono
loro subito il Sancta Sanctorum, la stanza più interna e
importante del tempio.
Aphrodite le stava attendendo, avvolta
nella sua solita veste rosa e trasparente. Splendente come sempre.
Gabrielle fece appena in tempo a liberarsi dalla presa di
Einai e a mettersi in piedi che subito la Dea la travolse,
abbracciandola.
-Quanto tempo ragazze...- Salutò entrambe e
lanciò di sfuggita un'occhiata diffidente al simulacro, che
arretrò immediatamente di un paio di passi. Era un momento
privato.
-Mi dispiace così tanto Gabrielle, potessi ti
farei vivere per sempre.- La divinità iniziò a
piangere, perdere la sua migliore amica era un dolore terribile.
-Ti
ringrazio Aphrodite, è un pensiero dolcissimo.- Sorrise
l'aedo, anche lei commuovendosi.
-Dovrai trovare qualcun altro da
far impazzire, d'ora in poi.- Aggiunse Xena.
-Nah, so bene che ti
farai pregare, ma poi cederai come sempre.- Sorrise
l'immortale.
-Aphrodite...Vedi...Anche Xena...- Intervenne l'aedo,
titubante.
La Dea rimase in silenzio per qualche secondo -Stai
scherzando? Lei non può morire.-
-Ares una volta mi ha
spiegato che se un mortale ricevesse i poteri di una divinità...Non
sarebbe capace di gestirli. Io non sono nata per vivere in eterno,
Aphrodite.-
-Oh, voi e la vostra fissazione di fare la cosa
giusta!- Sbottò la Dea, voltandosi e dando loro le spalle
-Spero che almeno ci abbiate riflettuto a dovere.- Tornò a
guardarle, supplicando con lo sguardo Gabrielle, che si volse a
guardare a Xena.
-Decisione presa.- L' idea di potersi reincarnare
assieme alla sua compagna, come dettole da Einai, aveva sciolto ogni
riserva. Sarebbe stato solo come cambiare corpo. Nuovamente.
La
Dea sospirò -Allora il mio regalo d'addio sarà per
entrambe.- Mosse rapidamente le mani davanti ai loro visi -Con queste
parole vi voglio donare, la perfezione, fino al giorno finale.- Un
lieve bagliore dorato le avvolse e subito le due donne si sentirono
più tranquille e felici.
-Grazie mille Aphrodite.- L'aedo
l'abbracciò con trasporto e, volente o nolente, la Dea non
poté sottrarsi.
-Mi mancherai Gabrielle.- Sciolse
l'abbraccio e poi strinse a sé Xena -Anche tu mi mancherai.-
-Anche tu, Aphrodite.- La guerriera sorrise e poi si liberò
dalla presa della divinità -Chissà, magari ci
rincontreremo.-
-Magari.- Sorrise la Dea. -Ora sparite o mi si
scioglierà tutto il trucco! Via da qui! Andate a
divertirvi!-
Uscirono tutte e tre, rapidamente, dal
tempio.
Gabrielle non sentiva più dolore alle articolazioni
e camminare fino all'uscita non era stato un problema, con enorme
piacere da parte di Xena, contenta di vederla stare bene.
Il sole
splendeva limpido e l'aria pungente dell'autunno era stata sostituita
da una tiepida brezza primaverile di cui l'aedo si riempì i
polmoni, respirando il più profondamente possibile. Si sentiva
felice e leggera, come non le succedeva da molto.
-Torniamo a
casa, ho voglia di pescare!- La guerriera prese in braccio la
compagna, improvvisamente, e, dopo essersela messa sulle spalle,
partì di corsa, mentre Gabrielle gridava: -Galoppa Argo!-
Einai rimase ferma per qualche secondo allibita dal comportamento
così diverso delle due donne, prima di cominciare a
rincorrerle per non farsi distanziare troppo, divertita a sua volta.
****
Note dell'autrice:
Grazie
per aver letto fin qui e grazie mille per le recensioni! Continuate a
farmi sapere cosa ne pensate, anche con poche parole.
Colgo
l'occasione per ringraziare oscuro_errante per essere ancora la mia
fedele Beta Reader. Grazie mille!
A sabato prossimo.
P.S.
Nella mia bio trovate il mio contatto facebook. Se volete
chiacchierare o fare domande, non esitate!