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Autore: Aineys    26/01/2022    2 recensioni
"Quanto ti odio!"
"Sappi che la cosa è reciproca"
"Vedi?! Parlavo proprio di questo! Sei sempre cosi altezzoso e frigido, anzi no ma che dico, sembra che tu abbia una scopa infilata dritta su per il culo!"
Sasuke avvampò sorpreso.
Come si permetteva quello spudorato?!
"Usuratonkachi! Non permetto di certo ad uno sfacciato come te di venirmi a fare la predica!
E poi non è che se non vado dietro a qualsiasi essere vivente di sesso femminile, vuol automaticamente dire che io sia frigido.
Come se poi tu sapessi cosa significa..." lo rimbeccò alterato.
NaruSasu / accenni ShiIta
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Shisui/Itachi | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Quella mattina Sasuke sentiva gli occhi di tutti puntati contro, e la cosa lo stava irritando a morte. 

Forse non era stata una grande idea quella di uscire da casa conciato così… 

Si era guadagnato tantissime occhiate da alcune vecchiette dell'autobus, senza contare i continui borbottii che aveva sentito al suo passaggio da alcuni ragazzi mentre percorreva il cortile della scuola.

Odiava essere sulla bocca di tutti, odiava stare al centro dell'attenzione, proprio lo mal tollerava! 

Era una cosa indecente sparlare di qualcuno in quel modo, come se poi uno fosse talmente idiota da non accorgersene…

Lanciò un'occhiata assassina ad un gruppetto del primo anno.

Questi sussultarono vistosamente – abbassando subito lo sguardo – e iniziarono subito a parlare fitto di alcuni professori.

Alzò il mento stizzito.

 Idioti.

Sasuke aveva a che fare con idioti un giorno sì e l'altro pure…

Ormai doveva averci fatto l'abitudine – doveva essersi abituato a tali atteggiamenti – eppure proprio non riusciva a mandare giù persone così irritanti.

Lo guardavano dall’alto in basso, e quella per lui era una cosa che proprio non riusciva a mandare giù.

Da dei primini, poi..! 

Serrò la mascella, inviperito.

Doveva assolutamente trovare riparo da tutte quelle occhiatacce indiscrete, un posto tranquillo dove avrebbe potuto aspettare il suono della campana.

Avrebbe ammazzato l’attesa ripassando un po’ gli argomenti di storia, nel caso a Kakashi-sensei fosse venuta voglia di interrogarlo proprio oggi.

Per Sasuke non sarebbe di certo stato un problema, dopotutto con lo studio se la cavava egregiamente… certo non ai livelli di nii-san, ma comunque era abbastanza discreto. 

“Sasuke-kun?” 

Sussultò preso alla sprovvista, e flemmaticamente si voltò in direzione di quella voce che lo aveva chiamato.

La figura di Karin Uzumaki lo fissava incerta, gli occhi erano leggermente sgranati, la bocca socchiusa… il suo volto era il ritratto esatto della preoccupazione, e Sasuke capì che quell’espressione rispetto alle occhiate che gli erano state lanciate precedentemente, fosse davvero allarmata. 

“Karin” borbottò in risposta l’Uchiha, a mo’ di saluto…

Quella stirò le labbra in un sorriso e con passo furtivo gli si avvicinò, dando un’occhiata circospetta nei dintorni.

Sasuke inarcò le sopracciglia, perplesso…

E adesso che diavolo le era preso? 

“Quei due maledetti!– borbottò a denti stretti – Guarda cosa ti hanno fatto… stai bene, Sasuke-kun? Vuoi che ti accompagni in infermeria? Forse… forse dovresti tornare a casa.” 

Sasuke scosse la testa, testardo.

Il corvino sapeva essere davvero caparbio, e di certo la rossa lo sapeva, ma soprattutto il vero problema era il suo dannato orgoglio.

Karin non sapeva delle occhiate che tutti gli avevano rifilato, pertanto tornare a casa– con la coda tra le gambe – sarebbe apparsa a tutti come una sconfitta, e di certo Sasuke non si sarebbe mai potuto permettere una tale umiliazione, no signore, il suo orgoglio ne sarebbe uscito ferito.   

“Sto’ benissimo, una meraviglia” borbottò allora lui stizzito, lanciandole una gelida occhiataccia.

“Ma Sasuke-kun, ne sei sicuro…? Non credo che sia il caso, insomma sei molto pallido, dai, lascia che ti accompagni in infe... “

Uchiha la interruppe seccato, linciando con gli occhi ogni movimento della ragazza.

Quella infatti gli si era appena avvicinata – per condurlo in infermeria – e sentire il consiglio di Tsunade-sama, in modo tale da accertarsi che l’altro stesse effettivamente bene.

“Non ti impicciare in cose che non ti riguardano.” Masticò inviperito Sasuke, guardandola storto, una punta di biasimo a incrinare il suo tono di voce solitamente gelido. 

Karin lo fissò di sottecchi, perplessa.

Era risaputo che Sasuke avesse un caratteraccio… in classe nessuno si stupiva più delle risposte velenose che a volte rifilava, oppure del suo totale distacco quando qualcuno provava anche solo a rivolgergli la parola. 

Tuttavia Karin, a differenza di molti altri, non lo condannava per questo suo atteggiamento, perché era abbastanza sveglia da capire che ci fosse qualcosa dietro quel suo essere così scontroso. 

Sospirò sconsolata.

Era inutile prenderla sul personale, Sasuke era fatto così, e lei non poteva di certo cambiarlo.

“Fa come vuoi, volevo solo aiutarti” mugugnò leggermente imbronciata.

Sasuke alzò gli occhi al cielo, scocciato.

“Hn, non ne ho bisogno, come ti ho già detto sto bene.”

E con quello l’Uchiha decretò la parola fine alla conversazione.

 

***

“Sakura-chan, come sarebbe a dire che oggi abbiamo storia alla prima ora? Ero convinto ci fosse letteratura…” 

La fragola-rosa sbuffò infastidita, alzando gli occhi al cielo.

“Naruto, quante altre volte ancora ti dovrò ripetere di aprire il dannato registro elettronico?!”

Ino ridacchiò divertita, scuotendo appena la testa. 

Quei due erano proprio uno spasso quando ‘litigavano’.

“Ma Sakura-chan sai che me ne dimentico… poi è troppo complicato, ti giuro non ci capisco nulla!” Si lamentò ancora il biondo, imbronciando le labbra in quella sua tipica espressione infantile che tante volte aveva intenerito la Haruno.

Ma non questa volta.

Sakura lo fissava impassibile, le sopracciglia erano contratte, segno che era davvero infastidita.

Insomma, era successo anche ieri!

Possibile che quel baka fosse così demente? 

“Se Kakashi-sensei ti interroga, ben ti sta! Così magari la prossima volta il registro lo guardi. Insomma anche ieri hai fatto uguale.”

Naruto la fissò allibito.

“A-aspetta, interroga?!” domandò allarmato, gli occhi sgranati al limite del possibile…

Ino scosse la testa, sconsolata.

“Sakura non essere così violenta. E comunque dovrebbe spiegare… sul registro non aveva detto niente su una possibile interrogazione.”

Uzumaki sospirò sollevato.

Per fortuna!

“Grazie Ino, mi hai evitato l’infarto mattutino…”

Yamanaka alzò gli occhi al cielo, divertita.

“Be’ certo, ma sappi che Sakura non ha tutti i torti… dovresti iniziare a prendere un po’ più sul serio le lezioni. Quest’anno abbiamo la maturità, dopotutto.”

Naruto storse la bocca, oltraggiato.

“Ma io mi impegno, -ttebayo… solo che a volte mi scordo i libri.”

Sakura lo fissò con sufficienza.

“Fossero solo quelli, baka… Ah, shannaro, cosa devo fare con te!”

Ino le appoggiò una mano sulla spalla, evitandole un’omicidio… Naruto infatti aveva deglutito a vuoto – Sakura-chan faceva davvero paura quando si arrabbiava – leggermente terrorizzato dalla furia che l’amica sembrava emanare nella sua direzione.

Sentì il cellulare nella tasca vibrare.

Alzò un sopracciglio, perplesso.

Abbassò lo sguardo, curioso… dopo di che afferrò lo smartphone dalla tasca posteriore dei pantaloni, e con una certa urgenza digitò il pin di sblocco, correndo subito alla finestrella delle notifiche whatsapp.

“Va bene, dobe”

Non fece nemmeno in tempo a rispondere, che gli arrivò la notifica di un nuovo messaggio:

“Ma quando volevi fare?”

Si spiaccicò una mano sul viso, sconsolato… 

Aveva scordato di specificare il giorno – oppure il teme non sapeva leggere – ma di certo non si aspettava che gli ci volesse così tanto per rispondere ad un dannato messaggio.

“Be’ alla buon ora teme… comunque oggi pomeriggio?”

La risposta non tardò ad arrivare:

“Sta zitto, usuratonkachi, e comunque va bene… ci vediamo in classe, sempre che non tardi come tuo solito.” 

Naruto assottigliò gli occhi, leggermente oltraggiato.

Come diavolo si permetteva quell’essere spregevole?

Ah, dannato teme! 

“Bada come parli, razza di un teme! E poi, per tua informazione stamani sono super puntuale.” Digitò tutto impettito Naruto, leggermente paonazzo in volto.

“Ehm… che cosa ti ha fatto quel povero telefono? Così finisce che lo uccidi, Naruto!”

La voce di Sakura lo riportò alla realtà, facendolo trasalire appena.

Alzò la testa imbronciato, le braccia incrociate.

“Non c’è l’ho con il cellulare… ma con quello stupido teme!” specificò piccato, gli occhi azzurri infervorati.

Sakura assunse un’espressione confusa.

“Cosa? Ma che c’entra adesso Sasuke?” domandò allora sinceramente perplessa, non vedendo alcun nesso tra le due cose.

“No, niente Sakura-chan… lascia perdere” bofonchiò allora avvilito, conscio che tanto non avrebbe capito.

Quella scrollò le spalle, leggermente corrucciata.

Naruto… baka, certo che sei strano!

“E’ suonata, direi che dobbiamo entrare.”

 

***

Sasuke ringraziò tutti i Kami esistenti sulla faccia della terra quando il suono della campanella irruppe in tutto il cortile della scuola.

Infatti dopo che era finalmente riuscito a zittire i fastidiosi sproloqui di Karin, ecco che aveva fatto la sua comparsa Suigetsu!

Quei due insieme erano davvero irritanti.

Non facevano altro che punzecchiarsi– ripetutamente– e i suoi poveri nervi adesso chiedevano pietà.

Che poi,punzecchiarsi’ non era il termine più appropriato alla situazione, dal momento che il loro era più un flirt continuo. 

Proprio per questo aveva afferrato il cellulare stizzito, con l’intenzione di fingere una chiamata qualsiasi e sfuggire a quei due, quando aveva intravisto un messaggio dall’usuratonkachi. 

Quindi per noia aveva saggiamente deciso di rispondergli, e con l’occasione aveva acconsentito di vederlo per continuare ancora il progetto sulle biomolecole.

Perciò quando la campana era suonata, aveva riposto nell’immediato il telefono nello zaino e si era fiondato in classe alla velocità della luce. 

Come sempre era stato il primo ad entrare in classe, e pertanto si accomodò al banco vicino alla finestra, quello in ultima fila.

Si lasciò cadere sfinito sulla sedia, sospirando pesantemente.

Aveva un leggero mal di testa, probabilmente quella era tutta colpa di Suigetsu e Karin che lo avevano rincretinito con tutte quelle chiacchiere…

Agguantò il libro di storia dallo zaino, poggiandolo sul tavolo con poca grazia.

Lo sfogliò a caso, fingendo così di essere impegnato a ripassare la lezione del giorno, ed evitare quindi gli sguardi indagatori di tutti.

Persino Suigetsu gli aveva fatto qualche domanda a riguardo… e come Karin aveva creduto fossero le conseguenze di quanto successo con la rissa del giorno prima.

Sperava comunque che non avrebbero fatto troppe domande, ma sinceramente ne dubitava… dopotutto lui non era un tipo molto loquace, con qualche frecciatina sarebbe riuscito ad allontanare tutte le possibili domande spinose.

Sentì indistintamente il rumore di alcuni passi, e con la coda dell’occhio notò un gruppetto varcare la soglia della classe…

Erano Hyuga Neji, Rock Lee e Tenten, i quali erano alquanto impegnati a parlare fitto fitto tra di loro.

O meglio… Rock Lee parlava tutto concitato, gli altri due, be’ diciamo che lo ascoltavano... più o meno.

“E quindi Gai-sensei mi ha consigliato di provare dei nuovi pesi per ottimizzare la resistenza atletica! E presto Neji riuscirò a batterti, vedrai!” 

“Lee basta con questa storia…” si lagnò Tenten, spiaccicando una manata sulla faccia del povero Rock Lee.

Neji sospirò sconsolato.

Sasuke invece stava quasi rimpiangendo Karin e Suigetsu. 

Rock Lee era decisamente molto più rumoroso.

“Oh, ciao Sasuke-kun!”

Ecco, appunto.

Aveva quasi sperato che continuassero a parlottare tra di loro, ignorandolo ma era chiedere troppo, evidentemente.

Borbottò un ‘ciao’ strascicato senza neppure alzare gli occhi dal libro, fingendosi disinvolto.

Fortunatamente non riuscirono a chiedergli altro, poiché presto furono raggiunti anche dagli altri... catturando così l'attenzione di Lee e compagni.

Sasuke sospirò sollevato, forse era riuscito a scamparla…

“Oi Sakura-chan, oggi la tua giovinezza risplende più del solito e...”

“Piantala Lee.”

“Ino!”

“Che c’è? Ti stava importunando!” si lamentò Yamanaka, leggermente stizzita.

“Ma...” 

“E’ inopportuno… non può dirti certe cose!” borbottò tutta impettita voltando le spalle alla ragazza, in direzione del suo solito banco.

Sakura imprecò a denti stretti, maledicendosi.

“Scusami Naruto, ma oggi temo di dovermi sedere con quella bisbetica di Ino, sai quanto è permalosa altrimenti…”

Sasuke osservò Uzumaki grattarsi la nuca imbarazzato, leggermente a disagio, ma nonostante ciò le fece cenno di andare.

A volte il moro proprio non lo capiva.

Era abbastanza evidente che ci fosse rimasto male, dopotutto si sedevano sempre vicini… e adesso il dobe non aveva nemmeno più un compagno di banco.

Quindi perché mostrarsi così accondiscendente?

Sasuke, non lo avrebbe mai fatto… certo non sarebbe arrivato nemmeno ad imporsi sull’altro – aveva pur sempre una dignità, lui – ma subdolo com’era, avrebbe sicuramente trovato un pretesto per far sentire in colpa la persona in questione. 

Finirai male se non ti svegli, usuratonkachi…

Sgranò gli occhi, terrorizzato.

Che diavolo andava a pensare, adesso?! 

Scosse la testa, cercando di scacciare quel pensiero, sconvolto.

Quella botta doveva avergli danneggiato il cervello, altrimenti non si spiegava per quale assurdo motivo si stesse preoccupando per quello stupido, idiota e mentecatto di un dobe. 

Sto sragionando…

Un tonfo alla porta lo fece sobbalzare appena.

Alzò la testa di scatto, notando la figura di Hatake Kakashi accomodarsi alla cattedra, in rigoroso silenzio, senza proferire alcun rimprovero per il leggero brusio che animava tutta la classe. 

Come sempre aveva ritardato di ben dieci minuti, mai una volta che fosse puntuale quell’uomo… tuttavia Sasuke doveva riconoscere che stesse facendo enormi progressi rispetto ai primi anni.

Kakashi si schiarì appena la gola, in modo tale da richiamare l’attenzione dei suoi alunni,– molti di loro ancora non lo avevano notato – e invitarli silenziosamente a prendere posto ognuno al proprio banco. 

Solo Naruto rimase in piedi come uno stoccafisso, imbarazzato.

Kiba si era seduto al suo posto, insieme a Hinata, e pertanto non sapeva dove andare dal momento che Sakura si era seduta insieme a Ino, e non riusciva a vedere nessun posto libero…

Kakashi aggrottò le sopracciglia, pensieroso.

Naruto osservò il suo volto corrucciato illuminarsi appena, e capì che il sensei avesse trovato una soluzione.

Infatti dopo poco si schiarì la voce, e parlò:

“Guarda laggiù, dietro Chouji c’è un posto libero, va’ a sederti lì.”

Naruto da quella angolazione non lo aveva minimamente notato, quindi guardò curioso Kakashi-sensei.

Quello sbuffò divertito, e glielo indicò:

“Vicino a Sasuke, il banco accanto alla finestra, in ultima fila” specificò allora, alzando gli occhi al cielo.

Naruto annuì allora, cercando l’Uchiha con una certa urgenza.

Effettivamente non lo aveva visto quando era entrato, poiché era stato subito assalito da Rock Lee per via di Sakura, quindi si diresse in fondo alla classe, al lato della finestra in cerca di quella inusuale chioma corvina…

Solo dopo che ebbe sorpassato Chouji lo intravide.

Sentì il cuore stringersi in una stretta, e mille pensieri gli balenarono alla mente, tutti sovrapposti mentre l’altro ostinato non lo degnò minimamente di uno sguardo, la testa china sul libro.

Sasuke poteva sentire lo sguardo di Naruto perforarlo fin dentro le ossa, insistentemente.

Con la coda dell’occhio lo vide prendere posto al suo fianco, e si ritrovò a maledire Sakura e Ino in ogni lingua esistente.

Tsk, maledette…!

Si sentì afferrare per un braccio, e tirare. 

Fu costretto ad alzare la testa – due tizzoni ardenti fissarlo duramente – il naso arricciato, e le labbra contratte. 

“Oi teme, non si saluta?” sputò velenoso, incatenando i loro sguardi, consapevole.

E Sasuke sapeva che quello era solo un pretesto per agganciare bottone e tempestarlo di domande.

Hn, nii-san perché devi sempre avere ragione?! 

Avrebbe fatto meglio a stare a casa.

“Oi dobe, lasciami, mi fai male” cercò di divincolarsi, stizzito.

Naruto di contro strinse maggiormente la presa.

“Che diavolo hai combinato?” sussurrò duramente, la mascella serrata.

Sasuke strattonò il braccio, riuscendo finalmente a divincolarsi da quella morsa soffocante.

“Sta’ zitto, Kakashi ci sta guardando. E poi non sono affari tuoi” lo liquidò lui, iniziando a scrivere… prendere appunti dal momento che il sensei aveva iniziato a spiegare.

Naruto assottigliò gli occhi, determinato.

“Bene teme, ma sappi che non finisce qui. Hai tutto il giorno per spiegarmi cos’è quella benda, e fidati non ti lascerò in pace fino a che non me lo avrai detto -ttebayo!” 

Sasuke sgranò gli occhi, impercettibilmente.

Non capiva perché fosse così dannatamente ostinato… non era suo amico, quindi perché preoccuparsi per una cosa così idiota?

Alzò il mento stizzito, ben deciso ad ignorarlo.

Ottimo, provaci pure dobe.

Anche Sasuke sapeva essere davvero testardo, e quello era certo che non sarebbe riuscito a cavarne fuori nulla. 

Uzumaki avrebbe trovato pane per i suoi denti.

Dopotutto mai sottovalutare l’orgoglio di un Uchiha. 

 
   
 
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