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Autore: ParoleNelCuore02    27/01/2022    0 recensioni
Estate, sole e un pomeriggio di studio. Tè caldo, biscotti allo zenzero e aria condizionata. Film o libro? Realtà o delirio?
Louis, lo sappiamo, fa quel che può per stare al mondo e complicare la vita ad Harry, se poi gli si chiede pure di dar prova delle sue conoscenze di cultura generale è presto che finita.
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[Dal testo]
«Che succede?» chiese Louis[...].
«Le gemelle non riescono a memorizzare 'Orgoglio e Pregiudizio'.» spiegò il riccio.
«Che?!» chiese confuso il castano.
«'Orgoglio e Pregiudizio'.» ripeté Harry, paziente.
Louis scrollò le spalle.
«Mai sentito.» fece.
Tre paia di occhi lo fissarono sconvolti.
«Ma è Jane Austen!» esclamarono in coro le gemelle.
«E' tipo...uno dei pilastri della letteratura inglese!» gli fece notare Haz.
Louis si passò una mano tra i capelli.
«Mi dispiace...non mi dice nulla.» negò.
Harry rimase interdetto a fissare il maggiore a bocca spalancata per qualche istante...
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La tempesta
~ ~ ~ ~

Il giovane Tomlinson-Bennet trascorse qualche giorno presso l’amico Simon e s’intrattenne con lui diversi pomeriggi.
Uno di questi, rimasto solo in casa, prese carta e penna e ne approfittò per rispondere all’ultima missiva del fratello.
Gli uccelli cinguettavano nel giardino e dalla finestra aperta entrava una piacevole brezza.
Louis iniziò a tracciare le prima parole della lettera, quando qualcuno entrò all’improvviso nella stanza spalancando la porta.
«Signor Styles-Darcy.» disse il giovane, riconoscendo l’uomo di fronte a lui dall’aria visibilmente concitata.
Il gentiluomo fece un inchino e prese a torturare i guanti da passeggio tra le mani. Louis posò la penna e si alzò per ricambiare il saluto.
I due si fissarono in silenzio.
«Accomodatevi.» suggerì alla fine il giovane, indicandogli uno dei divani della stanza.
L’uomo fissò prima lui, poi il divano, infine tornò a guardare il giovane. Non disse una parola e continuò a torturare i guanti, se possibile ancora più insistentemente.
Louis tentennò, non capendo le intenzioni dell’uomo.
«Temo che i signori Winston-Collins siano andati a sbrigare alcuni affari in paese.» riferì.
Il signor Styles-Darcy si guardò intorno, indeciso sul da farsi.
«Questa dimora è accogliente.» riuscì a dire «Credo che mia zia abbia apportato molte migliorie dall’arrivo del signor Winston-Collins.».
«Suppongo di sì.». Louis era confuso. «E non poteva indirizzare la sua generosità a un soggetto più grato.» aggiunse lodando, una volta tanto, il cugino.
Il silenzio si protrasse.
«Faccio portare del tè?» suggerì ancora il giovane.
«No, grazie.» negò vivamente l’uomo.
Torturò ancora un istante i guanti da passeggio, poi prese fiato, come se si preparasse a dire qualcosa, ma il rumore della porta d’ingresso lo distrasse.
«Buona giornata, signorino Louis.» si affrettò a congedarsi «Ѐ stato un piacere.» aggiunse, sparendo poi lungo il corridoio e oltre la porta che il signor Cowell-Collins aveva appena aperto.
Louis lo seguì fino all’ingresso.
«Che cosa hai fatto mai al povero signor Styles-Darcy?» chiese Simon all’amico, confuso quanto lui.
Il giovane Tomlinson-Bennet si mise a fissare il calesse del gentiluomo che lasciava il giardino di casa Collins.
«Non ne ho idea.» mormorò.
 
****
 
Quella domenica pioveva e tra lo scrosciare dell’acqua e la predica del cugino, Louis non sapeva davvero decidere cosa conciliasse maggiormente il sonno.
«Ogni anima deve avere il suo consigliere al quale appellarsi per trovare consolazione nei momenti di smarrimento.» stava dicendo il pastore dall’alto del pulpito «Vi sono molti vantaggi a cui gli altri possono sopperire e che noi non possiamo procurarci da soli.» proseguì, con praticamente solo gli occhi del giovane marito fissi su di lui «Soprattutto, mi viene in mente, ciò che si può ottenere attraverso la carnalità-».
L’uomo s’interruppe bruscamente, conscio dell’assurdità appena pronunciata.
Molte persone, però, a quello risollevarono la testa e tornarono a prestare attenzione.
«Perdonatemi.» si affrettò a rimediare il pastore «Attraverso la spiritualità dei rapporti di amicizia e di cortesia. In tali occasioni,» proseguì tentando di racquistare contegno «l’uomo orgoglioso avanza dritto e non per venire incontro con il calore dell’affetto, ma piuttosto con il sospetto di chi...».
Louis smise di ascoltare.
In una zona appartata della chiesa, sedeva accanto al colonnello Fitzwilliam.
«Quanto vi fermerete nel Kent, colonello?» chiese all’uomo in un sussurro.
«Quanto vorrà Darcy. Sono a sua disposizione.» mormorò l’ufficiale.
Louis gli si accostò maggiormente. «Sembra che tutti siano a sua disposizione. Perché non si sposa e non si garantisce tale privilegio definitivamente?».
«Quella persona sarebbe fortunata.» ribatté composto il colonnello.
«Davvero?»
«Darcy è un compagno estremamente leale. Durante il nostro viaggio ho sentito che ha soccorso appena in tempo uno dei suoi più cari amici.»
Il giovane Tomlinson-Bennet si fece attento. «Cos’è capitato?» chiese.
«L’ha salvato da un matrimonio avventato.»
«Chi era l’amico?». Preso dalla foga, si dimenticò di sussurrare e un paio di signore si voltarono a fissarlo con rimprovero. Louis girò la testa verso il colonnello. Oltre il soldato, scorse il signor Styles-Darcy.
Non lo perse di vista mentre il colonnello Fitzwilliam rispondeva alla sua domanda.
«Il suo più caro amico: Liam Payne-Bingley.»
Il giovane trattenne il fiato per un istante, cercando di trattenere lo sguardo d’odio che desiderava rivolgere al ricco gentiluomo seduto dal lato opposto della navata.
«E il signor Styles-Darcy ha spiegato le ragioni di tale ingerenza?» si sforzò di chiedere.
«Pare che vi fossero forti obiezioni contro il ragazzo.» riferì il colonnello.
«Che tipo di obiezioni?» insistette Louis «Il fatto che non avesse la dote?».
«Credo che la famiglia di lui fosse del tutto inadeguata.»
«E così li ha separati...?». Gli occhi di Louis traboccavano di rancore.
«Suppongo di sì. Non ne so altro.».
Rancore e risentimento tali che le sue iridi cerulee faticavano a trattenerli.
 
****
 
Louis corse.
La chiesa alle spalle e il cielo spaccato da lampi e tuoni.
E la pioggia.
Così forte da inzuppargli i vestiti e bagnargli le ossa.
Attraversò i giardini di Rosings di corsa, ignorando l’acqua scrosciante finché non divenne insopportabile.
Oltre il fiume che attraversava il parco, trovò rifugio sotto un chiostro circondato da ampie colonne. Slacciò i bottoni più alti della camicia e sciolse il nodo del colletto che iniziava a premergli fastidiosamente sul collo. Cercò di riprendere fiato socchiudendo gli occhi e lasciandosi andare contro una colonna.
«Signorino Louis.». Quella voce. L’ultima che avrebbe voluto sentire in quel momento.
Preso alla sprovvista, Louis si raddrizzò e si allontanò di un paio di passi da quell’uomo.
Harold Styles-Darcy era lì, davanti a lui, con i vestiti inzuppati, i ricci gocciolanti intorno al viso e l’aria insolitamente vulnerabile.
«Ho lottato invano e non c’è rimedio.» proseguì il gentiluomo «Questi mesi trascorsi sono stati un tormento. Sono venuto a Rosings con lo scopo di vedervi. Dovevo vedervi!» precisò con urgenza «Ho lottato contro la mia volontà, le aspettative della mia famiglia, l’inferiorità delle vostre origini, il mio rango e patrimonio. Tutte cose che voglio dimenticare e chiedervi...» quegli occhi verdi sembravano svuotati, il pregiudizio svanito come un velo lavato via dalla pioggia «di mettere fine alla mia agonia.».
Il giovane Tomlinson-Bennet era quasi incantato da quegli occhi.
«Non capisco.» riuscì a dire.
«Vi amo.» Darcy sembrava confondersi con la pioggia, tanto erano limpidi i suoi sentimenti «Con grande ardore.» un passo appena accennato verso il giovane «Vi prego, concedetemi la vostra mano.».
Verde nel blu. Blu nel verde. Come al ballo, a Netherfield, mesi prima.
E Louis stava per cascarci, stava davvero per farlo, ma l’amore per suo fratello prevalse su tutto.
«Signore, io...» iniziò «io apprezzo i conflitti che avete fronteggiato, mi duole molto avervi causato pena. Credetemi, è stato fatto in modo incolpevole.».
L’uomo fu preso in contropiede. «Questa è la vostra risposta?».
«Sì, signore.» rispose laconico.
«Vi state...prendendo gioco di me?» tentò di capire «Mi state respingendo?».
«Di certo i sentimenti che hanno offuscato la vostra lucidità vi aiuteranno a dimenticarmi.».
«Potrei chiedervi perché vengo respinto con così poco riguardo alla cortesia?».
Orgoglio, avido e ingordo, tornò prepotente a velare quelle iridi scure come prati autunnali.
«In egual maniera potrei chiedervi perché con una così evidente intenzione di insultarmi avete dichiarato di amarmi contro la vostra volontà.» - «Credetemi io...» - ma Louis non lo fece parlare, al contrario, proseguì imperterrito «Se fossi stato scortese, questo mi scuserebbe, ma ho altre ragioni e lo sapete!».
«Di cosa parlate?» chiese confuso il gentiluomo.
«Pensate che potrei essere allettato ad accettare l’uomo che ha rovinato, forse per sempre, la felicità del mio amatissimo fratello?».
Pregiudizio, testardo e cieco, a coprire quegli occhi profondi come il mare in tempesta.
«Lo negate, signor Darcy?» insistette il giovane «Di aver separato due giovani che si amavamo, esponendo il vostro amico ad essere considerato dal mondo un capriccioso e mio fratello» urlò quasi, sovrastando la pioggia «alla derisione per le speranze disattese, precipitando entrambi nella più crudele infelicità?». «No.» rispose prontamente l’uomo «Non lo nego.» confermò.
Louis scosse la testa, come a voler inutilmente allontanare quelle parole.
«Perché l’avete fatto?» mormorò in un sussurro appena udibile sopra il temporale.
«Perché credo che lui sia indifferente a vostro fratello.». Pregiudizio.
«Indifferente?».
«Li ho osservati e ho capito che l’attaccamento di Liam era più profondo.»
«Ѐ timido!» esclamò Louis, sconcertato.
«Anche Bingley è modesto ed era persuaso che vostro fratello non nutrisse-» - «Voi gliel’avete suggerito!» lo interruppe il giovane.
«L’ho fatto per il bene di Bingley!».
«Mio fratello mostra a malapena il suo affetto per me!» sputò quasi, alla fine. 
Attimi di silenzio, ma il rancore del giovane Tomlinson-Bennet non accennava a svanire.
«Immagino che abbiate sospettato che Zayn fosse interessato alla ricchezza del vostro amico.». Orgoglio.
«Non farei tale disonore a vostro fratello, sebbene ci fosse un’idea...» s’interruppe.
«Quale?» lo incalzò il giovane.
«Era perfettamente chiaro che cercasse un matrimonio vantaggioso...» - «Zayn ha forse dato quell’impressione?!». Ora il rancore era collera.
«No!» rispose Darcy, ma invece di fermarsi, l’orgoglio prevalse «Comunque non mento, c’era la questione della vostra famiglia...».
«Il nostro desiderio di fare amicizia? Questo vi disturbava, signor Darcy?».
Fu un secondo: Harold distolse lo sguardo, ma il suo orgoglio si nutrì di quel tentennamento.
«No, c’era di più.» «Cosa, signore?» «La mancanza di contegno di vostra madre, delle vostre tre sorelle minori e talvolta di vostro padre.». Styles-Darcy lo disse tutto d’un fiato, senza pensarci, ma quegli occhi blu lo fissarono feriti e non riuscì a trattenere un sospiro.
«Perdonatemi.» si scusò «Questo giudizio non riguarda voi e Zayn.».
Louis ribollì di rabbia per un istante, poi scoprì la mossa successiva.
«E il povero signor Horan-Wickham?» chiese, accusatorio.
Il signor Styles-Darcy recuperò la sua indole e si avvicinò al giovane con passo sicuro.
«Il signor Horan-Wickham?» pronunciò con disprezzo.
«Quali scuse avete per il vostro comportamento nei suoi confronti?» gli tenne testa, Louis.
«Ѐ ardente il vostro interesse per lui.» «Mi ha raccontato le sue sventure.» «Oh, sì: le sue sventure sono state davvero gravi.» «Prima gli rovinate l’avvenire e poi usate un simile sarcasmo?!».
Darcy fece un altro passo, fino a sentire il fiato del giovane scontrarsi col suo.
«E così questa è la vostra opinione su di me? Grazie per averla espressa con dovizia.» scrutò il viso del giovane, poi ribatté «Potevate dimenticare le offese se non avessi ferito il vostro orgoglio confessando le mie riserve su una nostra relazione amorosa. Vi aspettavate che mi rallegrassi per l’inferiorità della vostra famiglia?».
Louis non ci vide più. «Sono queste le parole di un gentiluomo?» il pregiudizio avanzò senza remora alcuna «Fin dal primo momento la vostra arroganza, la presunzione e il disdegno per i sentimenti altrui mi hanno fatto capire che voi eravate l’ultimo uomo sulla Terra che avrei mai potuto sposare!».
Respiri pesanti e sentimenti affilati. Occhi velati da emozioni profonde e difficili da ignorare.
Il silenzio rotto solo dalla pioggia e dal martellare dei loro cuori.
Blu di pregiudizio e verde d’orgoglio. Così simili eppure così diversi.
Due spiriti in lotta, irrimediabilmente destinati a scontrarsi.
«Perdonatemi» riuscì a dire il signor Styles-Darcy «se vi ho rubato tutto questo tempo.».
Così com’era arrivato, l’uomo svanì, lasciando Louis svotato da tutto sotto un pioggia scrosciante.
 
****
 
La permanenza del giovane Tomlinson-Bennet a Rosings Park si concluse con una lettera, consegnata a tarda sera dal signor Styles-Darcy in persona.
“Sono venuto a darvi questa.” aveva detto “Non per rinnovare i sentimenti che vi hanno disgustato, ma se possibile per difendermi dalle offese che mi avete rivolto.”. Dopodiché era svanito nella notte, rapido come un temporale estivo.
Louis lesse la lettera alla luce di una candela, nel silenzio della stanza degli ospiti che Simon gli aveva offerto per la permanenza.
 
Mio padre amava il signor Horan-Wickham come un figlio, di conseguenza gli lasciò una generosa rendita.
Ma dopo la morte di mio padre, il signor Wickham disse di non voler più rimanere nella tenuta. Gli fu dato l’intero ammontare della rendita, come da sua richiesta. Sperperò tutto al gioco in poche settimane.
Scrisse domandando altro denaro, che io gli rifiutai. A quel punto egli interruppe la nostra amicizia.
Tornò a trovarci la scorsa estate e dichiarò il suo appassionato ardore per mia sorella, che cercò di persuadere a fuggire con lui. Mia sorella erediterà 30.000 sterline. Quando fu chiaro che egli non avrebbe ricevuto un penny di quel lascito, egli scomparve.
Non tenterò di riportare la profonda disperazione di Gemma. Aveva quidici anni.
Per quanto riguarda la questione di vostro fratello e del signor Payne-Bingley, sebbene le ragioni che mi hanno spinto possano parervi insufficienti, erano rivolte al servizio di un amico.
 
Devoto,
H. E. Styles-Darcy”



NOTE FINALI  
Incredibile, ma vero: HO PUBBLICATO PRIMA DI MEZZANOTTE! 
Vi aspetto giovedì prossimo

xoxo 
   
  
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