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Autore: ParoleNelCuore02    10/02/2022    0 recensioni
Estate, sole e un pomeriggio di studio. Tè caldo, biscotti allo zenzero e aria condizionata. Film o libro? Realtà o delirio?
Louis, lo sappiamo, fa quel che può per stare al mondo e complicare la vita ad Harry, se poi gli si chiede pure di dar prova delle sue conoscenze di cultura generale è presto che finita.
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[Dal testo]
«Che succede?» chiese Louis[...].
«Le gemelle non riescono a memorizzare 'Orgoglio e Pregiudizio'.» spiegò il riccio.
«Che?!» chiese confuso il castano.
«'Orgoglio e Pregiudizio'.» ripeté Harry, paziente.
Louis scrollò le spalle.
«Mai sentito.» fece.
Tre paia di occhi lo fissarono sconvolti.
«Ma è Jane Austen!» esclamarono in coro le gemelle.
«E' tipo...uno dei pilastri della letteratura inglese!» gli fece notare Haz.
Louis si passò una mano tra i capelli.
«Mi dispiace...non mi dice nulla.» negò.
Harry rimase interdetto a fissare il maggiore a bocca spalancata per qualche istante...
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rientro a Meryton
~ ~ ~ ~

Il rientro a Meryton fu tumultuoso. Louis non fece in tempo ad entrare in casa che la madre lo assalì, sfilandogli il mantello e parlandogli con aria concitata.
«Oh, Lou, che fortuna che tu sia arrivato.» gli riferì la madre con il solito fare drammatico «Ѐ tornato Zayn da Londra. Sono venuto ad accompagnarlo i tuoi zii.».
«Come sta Zayn?» chiese subito.
«Ѐ di là in salotto.». Dal tono sembrava che il figlio fosse in fin di vita.
Louis si limitò a raggiungere il fratello senza farsi troppe domande.
«L’ho quasi dimenticato, Lou.» gli confidò Zayn quando si furono accomodati su uno dei divani del salotto «Se mi passasse vicino per la strada non me ne accorgerei.». Un sorriso forzato. «Londra è così divertente...» proseguì.
«Oh, Zy.» sospirò il minore.
«Ѐ così!» confermò il più grande «Ci sono tante distrazioni.». Un altro sorriso forzato e il desiderio impellente di cambiare discorso. «Che notizie ci sono dal Kent?».
Per un secondo, Louis fu tentato di dirgli di Darcy e del signor Payne-Bingley, ma, per amore del fratello, non lo fece.
«Nessuna.» si affrettò a rispondere Louis. Troppo in fretta. «Almeno nessuna divertente.» aggiunse, distogliendo lo sguardo e sorridendo a sua volta.
Le confidenze tra i due furono bruscamente interrotte dall’ingresso di Lottie, quasi in lacrime.
«Lou, dillo alla mamma, dillo!» piagnucolò la sorellina avvicinandosi al fratello.
«Lottie, smettila!» la rimproverò la signora Tomlinson-Bennet, entrata nel salotto dopo la figlia.
La ragazza, però sembrava davvero sull’orlo delle lacrime e si gettò sul divano con fare melodrammatico. L’arrivo della sorella minore non aiutò di certo: Fizzie saltellava felice per la stanza, vaneggiando a proposito di “balli” e “ufficiali”.
«Che succede?» cercò di chiedere Louis in mezzo a quella confusione «Lottie, cos’hai?».
«Perché non hanno invitato anche me?» piagnucolò la sorellina.
«Perché io sono più simpatica.» si vantò Fizzie con fare civettuolo.
Alla fine il giovane Tomlinson-Bennet si appellò al fratello maggiore.
«Félicité è stata invitata dai Forster ad andare a Brighton.» gli spiegò il fratello.
«Che cosa?!» esclamò Louis sconcertato. Guardò la madre sconvolto, ma la donna non fece alcun accenno di voler smentire quanto detto.
Il giovane si alzò e percorse la casa quasi di corsa.
«Padre!» esclamò bussando alla porta dello studio dell’uomo. Quando lo fece entrare, Louis gli si sedette ai piedi.
«Vi prego, papà, non lasciatela andare.» lo implorò.
«Fizzie non sarà mai tranquilla finché non affronterà la vita di società da sola.» spiegò l’uomo «E non ci possiamo aspettare di avere un’occasione meno pericolosa di questa.».
«Se voi, caro padre, non vi prendete la pena di frenarla,» insistette Louis «sarà marchiata come la più sciocca civetta che avrà mai messo in ridicolo la sua famiglia. E Lottie la imiterà, come fa sempre!» aggiunse.
«Lou, non avremo pace se non ci andrà.».
«Pace?! Sul serio tenete solo a questo?».
Il signor Tomlinson-Bennet tentennò a quelle parole, ma poi resistette.
«Il colonello Forster è un uomo di senno.» disse, più per convincere se stesso che per altro «La terrà lontana da qualsiasi rischio. E poi è troppo povera per essere preda di qualcuno.» aggiunse mentre Louis lo guardava sempre più sconvolto.
«Padre! Ѐ pericoloso!».
«Sono certo che gli ufficiali troveranno fanciulle più attraenti a cui rivolgere le loro attenzioni. Speriamo dunque che stare a Brighton le dimostri...la sua inconsistenza.» poi sorrise pensando all’esuberanza della figlia «In nessun caso potrà peggiorare. Se dovesse accadere, saremmo obbligati a rinchiuderla per sempre.» e ciò mise fine alla discussione.
Il giovane Tomlinson-Bennet lasciò la stanza, per nulla d’accordo con la decisione del padre e già preannunciando il peggio.
 
****
 
Quella sera, gli zii sorpresero il giovane Louis con una proposta inaspettata. Si stavano rilassando davanti al focolare della cucina, mentre Betsy e Louis impastavano il pane per la settimana. Georgia scrutava le fiamme da un angolo della stanza.
«Lou caro, se verrai con noi sarai il benvenuto.» gli propose sua zia, posando il calice di vino sul tavolo e osservando la sua reazione.
Louis sorrise senza togliere gli occhi dall’impasto, come se la proposta fosse ridicola o, più che altro, come se fosse improbabile che lui avrebbe accettato.
«Peak District non è Brighton.» aggiunse però lo zio «Vi sono pochi ufficiali in giro, cosa che potrebbe influenzare la tua decisione.».
Louis sorrise ancora: quello era decisamente un colpo basso.
«Vieni con noi a cambiare aria: a Peak District!» lo implorò quasi, sua zia.
«Ah, le glorie della natura! Cosa sono gli uomini paragonati alle rocce e alle montagne?». Georgia sembrava trasognante.
Louis affondò le mani nell’impasto con forza. «Gli uomini o sono arroganti o sono stupidi.» disse «E se sono amabili si lasciano condizionare tanto da non essere consapevoli di sé.» aggiunse rivoltando la pasta e premendola sotto le dita.
«Oh, mio caro, fa attenzione:» lo riprese la zia «le tue parole hanno un gusto molto amaro.».
Louis non rispose, ma, quella settimana, il pane sarebbe stato sicuramente più morbido.
 
****
 
La luce di una candela ad allungare le ombre. L’oscurità della notte ad avvolger metà della stanza e il respiro placido del fratello accanto a lui.
Louis non dormiva. Non ancora. Una coppia di occhi verdi gli toglieva il sonno e gli riempiva i pensieri.
Non si era mai sentito così: confuso sui suoi sentimenti, ma anche tradito dal suo stesso cuore. Harold Styles-Darcy l’aveva insultato in ogni modo possibile, aveva colpito la sua famiglia e rovinato la felicità di suo fratello, ma ogni volta riusciva comunque a redimersi agli occhi del giovane Tomlinson-Bennet.
«Ho visto il signor Styles-Darcy quand’ero a Rosings.» mormorò.
«Perché non me l’hai detto?» gli chiese Zayn, senza voltarsi «Ha parlato del signor Payne-Bingley?».
A Louis si chiuse la gola. Socchiuse gli occhi e una lacrima solitaria gli sfuggì lungo la guancia.
«No.» mormorò alla fine, prima di sporgersi e spegnere la candela. «Non ne ha parlato.» aggiunse, nel buio.



NOTE FINALI  
E dopo una settimana a litigare con l'ASL, sono riuscita a battere la burocrazia e a tornare finalmente a pubblicare. Arriva subito un altro capitolo, così torno in pari!
xoxo 
   
  
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