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Autore: Khailea    28/01/2022    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
Lacie rimase immobile con un’allegra luce che le brillava negli occhi, mentre gli altri la fissarono in attesa dicesse qualcos’altro.
Alla fine fu Hope a rompere il silenzio. -Ehm… Lacie, abbiamo un po’ di compiti…-
-E allora nya?- chiese l’altra come se nulla fosse.
-Io avevo già dei piani oggi.- disse Vladimir alzando la mano. -Più precisamente io e lo schermo del pc.-
-Stai scherzando nya? Preferisci uno schermo ai tuoi amici nya?-
-No no. Solo al sole, all’esterno, al sudare mentre si corre da un posto all’altro.- si giustificò il ragazzo, ma lo sguardo di Lacie non gli lasciò scampo.
-Oggi andremo al lunapark nya! Che vi piaccia o meno nya!-
-Lacie, non puoi obbligarli a…-
-Si che posso nya!- urlò la ragazza interrompendo il fratello. -Andiamooooo nya! Andiamo andiamo andiamoooo nya!-
-A me non dispiacerebbe andare al lunapark.- disse Rahu tappandosi le orecchie, sperimentando per la prima volta il micidiale urlo di Lacie.
-Anche a me piacerebbe!- concordò allegra Sammy.
Sharazade si avvicinò a Ryujin, tirandogli un lembo della camicia per attirare la sua attenzione.
-… potrei… venire anche io?-
L’aveva detto con un tono così tenero che avrebbe potuto far sciogliere chiunque, e il suo sguardo imbarazzato a malapena incrociò quello del ragazzo.
-M-ma certo, ne saremmo felici.-
-Sul serio?- ribatté Rahu, di un opinione completamente diversa, ma il fratello la ignorò, annuendo nuovamente a Sharazade che sorrise felice.
Lo fu talmente tanto che non riuscì a trattenersi, e si gettò al collo del ragazzo abbracciandolo, ritraendosi immediatamente rossa in viso.
-S-scusami…-
-N-no tranquilla!-
Era come vedere due pomodori che parlavano tra di loro.
-Quindi è deciso nya. Ci andiamo.- disse infine Lacie soddisfatta.
-E come ci arriviamo in… ventiquattro persone?- chiese Ailea contando il gruppo.
-In autobus nya.- sorrise la ragazza incamminandosi.
-Potevamo usare una delle nostre macchine. Tra le trenta mie e quelle dei Moore.- ribatté Vladimir seguendola assieme agli altri.
-Ci vuole troppo tempo nya.-
-Impiegheremmo letteralmente meno tempo rispetto ad aspettare l’autobus.-
-Amico, è inutile.- disse Astral mettendo una mano sulla spalla di Vladimri.
Ormai Lacie aveva deciso, e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea.
L’autobus purtroppo non era certo vuoto, e il gruppo dovette schiacciarsi per riuscire a entrare.
Yume fu tra i pochi a trovare un posto a sedere, anche se era difficile definirlo così visto si era seduta sulle gambe di un ragazzo, ma non sembrava a lui dispiacesse.
Ailea aveva preso il suo esempio, usando invece che uno sconosciuto però Khal, che aveva rapidamente trovato un posto a sedere dopo avere minacciato con uno dei coltelli di Ailea uno dei tanti ragazzini presenti, assicurandosi che nessuno lo vedesse.
Alexander non era stato da meno, anzi gli era bastato uno sguardo per fare capire a un altro che doveva alzarsi, e così aveva potuto offrire un posto ad Hope, evitando ovviamente di farle sapere come l’aveva ottenuto.
-Anche io voglio sedermi…- sbuffò Cirno alla ricerca di un posto.
-Conquista anche te qualche cuore.- rispose Annabelle scherzando, Cirno però sembrò prendere sul serio l’ide.
-A chi potrei spezzare il cuore oggi…- sussurrò scandagliando l’intero autobus, con tutti i presenti che guardarono da un’altra parte sentendola.
-Trova un posto anche per me grazie.- disse Nadeshiko già stufa di stare in piedi.
-Aspetta e spera.-
Zell non era riuscito nemmeno a trovare un posto accanto alle pareti, ed era finito proprio al centro dell’autobus. Ogni volta che frenavano o acceleravano, e perfino quando curvavano, doveva fare affidamento solo sulle gambe per non cadere.
-Vedi il lato positivo. Ti verranno dei polpacci da urlo.- tentò di dirgli Johanna, riuscendo a fare ben poco, anche se il ragazzo le sorrise.
Johanna aveva avuto un po’ più di fortuna, trovando un gentile ragazzo che aveva ceduto il posto a Sammy, e lei le era accanto reggendosi con le mani al sedile.
-Nya non preoccuparti Zell! Ci sono io qui con te nya! Possiamo giocare al surf!-
Lacie si fece largo tra la gente, sistemandosi proprio davanti al ragazzo tenendo le braccia spalancate.
-Non ho tanta voglia di giocare adesso.-
-E allora perché stai giocando nya?-
-Perché non ho niente a cui aggrapparmi.-
-Allora gioca con me nya, così passi il tempo.-
Qualche metro più in là Seraph ed Astral stavano assistendo alla scena, con la ragazza che teneva la testa appoggiata alla spalla di lui.
-Non hai intenzione di fermarla?-
-No, è un problema di Zell adesso.- rispose Astral sereno.
-E non ti preoccupa qualcuno possa darle fastidio? Sta occupando molto spazio con i suoi giochi.-
-Devono solo provarci.-
Poteva anche stare lasciando la sorella giocare per conto proprio, ma Astral stava sempre ben attento che nessuno le si avvicinasse troppo.
-Ehi Astral, che ne dici di prestare anche a me una spalla? Comincio ad essere stanco.- disse Vladimir mettendo via il cellulare. Avrebbe volentieri continuato a giocare, ma cominciava a sentire la nausea.
-Non so quanto Seraph sia d’accordo.-
Effettivamente nonostante fosse solo una battuta innocente per un attimo lo sguardo della ragazza si era indurito, rilassandosi immediatamente.
-Non essere sciocco.-
-Ah sì? Allora cos’era quello sguardo?- ridacchiò Astral sfiorandole la guancia con l’indice.
-Non avevo nessuno sguardo.-
-No? A me sembrava…-
-Conosco la mia faccia Astral.- rispose lei secca, con un velo di imbarazzo nella voce.
-Ti andrebbe di presentarmela?-
La battuta fu talmente tremenda che Vladimir si allontanò fingendo di non averli sentiti, comportandosi come se dovesse scendere dall’autobus.
C’era qualcuno che effettivamente ci stava provando, ma falliva sempre.
Lighneers non aveva mai voluto seguirli, e non aveva voglia di andare al lunapark, ma Ayame non gli aveva lasciato via di scapo.
-Lighuuuccioooo! Ci sono così tante giostre su cui andare, tante cose romantiche da fare… non sei felice?-
-Mi sento morire…-
-Anch’io! Dalla gioia!-
-No, non siamo sullo stesso piano…-
Se ancora non l’aveva strattonata per costringerla ad allontanarsi era solo perché era ferita, e non voleva aggravare la situazione.
-Ugh, quanto manca ancora?- Grace era in fondo all’autobus assieme a Milton, Jack e Daimonas, e cominciava ad essere stufa di tutta la gente che spintonava per passare.
-Credo manchino ancora un po’ di fermate.- rispose Milton gentilmente.
-Ma dovevamo proprio andare?-
-Lacie voleva così. E in fondo sai che sarà divertente.-
-Già, ma vorrei passare subito alla parte divertente. Poi dovremo anche rifare tutto sto giro in autobus… sono ancora in tempo a scendere?-
-Non più.- rispose Milton con un timido sorriso, che vacillò vedendo la situazione alle loro spalle era piuttosto tesa.
Jack e Daimonas, nonostante fossero a un palmo dal naso, ancora non parlavano. Il primo teneva una mano all’asta vicina per non cadere, mentre l’altro era appoggiato al muro in equilibrio.
Sapeva avevano ancora bisogno di un po’ di tempo, ma avrebbe tanto voluto fare qualcosa per aiutarli, e forse poteva.
-Ops, scusate! C’è un po’ di gente!-
Trascinandosi dietro Grace ridusse ancora di più lo spazio rimasto per i due ragazzi, finendo per spingere Jack contro Daimonas.
I due furono costretti a guardarsi, e si fissarono per qualche secondo a disagio, ma entrambi volevano risolvere le cose e tornare come sempre.
Fu Daimonas a fare il primo passo, allungando la mano verso la maglia di Jack, aggrappandosi all’estremità. Alzando gli occhi abbozzò un sorriso e Jack fece lo stesso, appoggiando la fronte su quella dell’altro.
Certe volte non servivano dei grandi discorsoni per fare pace.
In una posizione simile era anche Ryujin, solo che lui doveva assicurare lo spazio non mancasse alla sua sorellina e a Sharazade, che si erano sistemate entrambe davanti a lui appoggiate alla parete.
-Grazie ancora per avermi invitata.- sorrise Sharazade guardandolo.
-Ti sei auto-invitata.- la corresse Rahu.
Ryujin preferì limitarsi a un sorriso di cordialità, tenendo lo sguardo fisso oltre il finestrino.
Si prospettava un viaggio molto lungo, e preferiva risparmiare le energie.
All’ennesima fermata salì ancora più gente, e tra cucci e spintoni Ryujin dovette faticare per riuscire a mantenere il posto di Rahu e Sharazade, facendo il possibile per sopportare la folla.
-Stai bene? Sei così eroico… grazie.- disse Sharazade sfiorandogli la camicia.
In realtà non si sentiva eroico, stava solo cercando di rispettare i loro spazi.
-Chiunque avrebbe fatto lo stesso.-
-Non credo…-
Era impossibile per Ryujin scappare dal suo sguardo, e l’autobus sembrò quasi rimpicciolirsi, almeno fino a quando la sorella non le venne in soccorso con una gomitata allo stomaco.
-Ci sono anch’io.-
-Scusa Ra-ra…-
Finalmente dopo un numero interminabile di fermate arrivarono a quella giusta, e il gruppo si trovò di fronte all’ingresso del gigantesco lunapark di Rookbow.
La struttura era circondata da un’alta ringhiera di metallo impossibile da scavalcare, con delle telecamere poste in punti strategici per vedere tutto, ma non poteva certo nascondere le grandi giostre dall’altra parte.
Il biglietto non costava molto, grazie ad un’iniziativa della città per attirare più persone, e visto era anche un giorno scolastico le file non erano così infinite come nel fine settimana.
Certo, c’era il difetto di avere meno ore a disposizione, ma tutto sommato potevano bastare.
-Nyaaaaa voglio andare su tutte le giostreee!- gridò Lacie con gli occhi che le brillavano
-Meglio che ne scegli un paio invece. E in fretta.- ribatté il fratello temendo gli avrebbe fatto sudare sette camicie.
-Vogliamo andare tutti sulle stesse giostre?- propose Johanna liberando spazio nella memoria del cellulare per fare tante nuove fotografie.
-Sarebbe meglio dividerci. Ognuno pensi a quello che vuole fare e in caso si formeranno dei gruppetti da sé.- disse invece Annabelle, e la sua logica venne approvata da tutti.
Erano comunque un gruppo bello grande, e non tutti volevano partecipare ad alcune giostre.
-Io credo andrò nella casa degli specchi. Sembra divertente.- disse Vladimir staccandosi per primo dal gruppo, ma qualcuno lo afferrò per la camicia tirandolo indietro.
-Non ci pensare neanche bello! Noi andiamo lì!-
Cirno gli stava indicando un’attrazione composta da una lunghissima asta che in altezza superava tutte le altre, al quale era collegata una piccola cabina da una decina di posti.
Nel momento in cui la giostra partiva la parte inferiore dell’asta cominciava a muoversi formando un cerchio, trascinando con sé la cabina e aumentando sempre più la velocità, fino a quando distinguere la forma diventava impossibile e non si sentivano altro che urla.
-… al diavolo. Se devo morire, morirò gloriosamente!-
Afferrando la bevanda di una coppia che passava Vladimir la trangugiò in un colpo, come fosse un alcolico o un afrodisiaco, e urlando a squarciagola corse verso la giostra prima che il boost di grinta si esaurisse.
-Sì! Così si fa! Andiamo!- esultò Cirno facendo per raggiungerlo, afferrando per le braccia altri due malcapitati: Annabelle e Grace.
-Ehi ehi ehi ehi! Chi ti ha detto venivo?!- protestò Grace cercando di fermarla, ma fu tutto inutile.
-A-anche io eviterei!- tentò di dire Annabelle.
Entrambe vennero ignorate. -Forza che Vladimir ci sta tenendo il posto!-
Effettivamente era vero, Vladimir si era messo in fila cominciando a bere i drink di tutte le persone che gli stavano attorno, e molti confusi dal suo comportamento si erano allontanati sfoltendo la fila.
Per il tempo che le tre lo raggiunsero era già il loro turno.
-Forza forza forza! Non vedo l’ora di salire!-
Cirno era sicuramente la più esaltata nonostante fosse Vladimir quello che non riusciva a stare fermo, mentre le altre due ragazze fecero di tutto per scappare, almeno fino a quando non si ritrovarono all’interno della cabina e dovettero mettersi a sedere.
-Magari sarà una bella esperienza…- balbettò Annabelle cercando di essere positiva.
Grace non riuscì a fare altrettanto.
-Se non mi viene un infarto prima.-
Accanto Vladimir non la finiva un attimo di parlare, e certo non aiutava chi era in tensione come loro.
-Andiamoooooo sono prontooooooo! Sono pronto!-
-Sarai morto se continui a urlareEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!-
La cabina partì con uno strattone che colse alla sprovvista la ragazza, poi si sollevò di lato e tutti i presenti, schiacciati in delle sedie di sicurezza, si aggrapparono alle aste che li bloccavano come se ne andasse della loro vita.
Erano quasi arrivati in cima, e tutti loro erano sottosopra, quando Cirno sbiancò.
-Ok. Per oggi basta.-
Annabelle, Vladimir e Grace la guardarono, e per un istante la paura svanì completamente dai loro corpi, almeno fino a quando la cabina non partì nella prima spaventosa discesa, completando un cerchio e ripartendo per quello successivo.
L’urlo di Grace fu il più forte tra tutti.
-IO TI AMMAZZOOOOOO!-
Dalla base della giostra Astral ringraziò il cielo che Lacie non l’avesse trascinato proprio su quella per cominciare, ma avrebbe dovuto sapere la sua fortuna non era inesauribile.
-Forza nya Astry, andiamo sulle montagne russe!-
-Montagne russe? Va bene, sono divertenti.-
Si rimangiò le parole quando vide come effettivamente erano le montagne russe in quel lunapark: un intrico di spirali e giravolte, che proseguivano ad altezza vertiginose senza sosta, e una discesa talmente ripida che avrebbe facilmente steso chiunque.
-Non vuoi andare sulle giostre delle paperelle?- propose immediatamente indicandone una più vicina e carina, ma Lacie la ignorò precipitandosi a prendere posto in fila.
-Andiamo, vengo con te.-
Seraph accanto a lui lo prese per mano costringendolo ad incamminarsi, dando un’occhiata di sfuggita alla giostra per prepararsi alla corsa.
Fatti neanche un paio di metri sentì il peso di Ailea precipitarle sulla schiena.
-Ehi ehi ehi, credi di andare lassù senza di me?-
-Uh? Non dirmi che vuoi andarci.- disse Astral guardandola.
-Perché? Tu no?-
-Non sono un fan delle cose che mi danno l’impressione di potermi togliere l’anima di getto.- ammise Astral scuotendo il capo.
-E tu Seraph?-
-Non ci sono mai salita, ma in fondo che sarà mai?-
-Allora andiamo e scopriamolo.-
Anche Khal si era unito a loro. Per nessun motivo avrebbe lasciato la sua ragazza andare in giro con qualcun altro che non fosse lui, soprattutto Seraph.
Passavano già troppo tempo assieme per i suoi gusti.
Rapidamente i quattro raggiunsero Lacie in fila, e bastarono dieci minuti per arrivare al proprio turno.
Lacie volle mettersi in testa a tutti, con accanto Astral e alle loro spalle Seraph e un altro tipo.
Ailea e Khal erano nella seconda carrozza.
-Nyaaaaa siiii! Non vedo l’ora di partireeee!-
-Non sarà così male… è un solo giro giusto?-
Astral serrò le mani alla sbarra quando partirono.
La corsa iniziava subito con una salita vertiginosa, e per quanto Astral avrebbe desiderato farsi coraggioso di fronte alla sorella e la sua ragazza riuscì a malapena a muoversi, mentre la prima esultava senza sosta.
Anche Ailea sembrava essere particolarmente eccitata.
-Ahaha, che emozione!-
-È la tua prima volta?- chiese Khal trovandola adorabile.
-No, ma il brivido della caduta è fantastico!-
Erano ormai arrivati in cima, e nel giro di un attimo rimpiansero tutti la lentezza dell’inizio. Le carrozze sfrecciarono a tutta velocità tra le giravolte e gli anelli della morte, e le urla dei ragazzi arrivarono fino al cielo.
Quando il primo giro fu terminato Astral, Ailea e Seraph erano praticamente sciolti sui sedili.
-Rifacciamolo nya! Rifacciamolo nya!-
Di fronte alla sua esuberanza Astral tentò di scivolare via per evitare di doverlo rifare.
-P-pietà…-
-Mai nya! Secondo giro nyaaaaaa!-
Da lontano Ayame si guardava attorno esaltata, stringendo il braccio di Lighneers a sé.
-Lighuccio, da quale giostra vuoi cominciare?-
-Da quella che mi fa uscire…-
-Mmmh che ne pensi del tunnel dell’amore?- propose Ayame ignorandolo come al solito, ma mentre indicava la giostra aveva allenato la presa sul ragazzo, che ne approfittò per scivolare via e correre lontano.
-Oh! Hai visto qualcosa che ti interessa amoruccio?-
Ignorandola Lighneers si mosse lungo la strada cercando la maniera migliore per sfuggirle.
Ogni attrazione gli consentiva di scappare solo per il breve tempo della durata, poi lo avrebbe riportato a terra, direttamente tra le sue braccia.
Scavalcare la recinzione non era un’opzione, l’avevano costruita in modo da evitare fosse semplice e a prescindere non aveva intenzione di sforzarsi così tanto. Poteva correre all’infinito fino al termine della giornata, in fondo Ayame era ferita, ma conoscendola non si sarebbe mai data per vinta.
Alla fine l’idea giusta arrivò quando passò proprio davanti all’entrata della casa degli orrori, un edificio a un piano con il disegno di un diavolo attorno alla porta.
Lì dentro sarebbe stato tutto buio, e sicuramente c’erano delle uscite secondarie. Era perfetto.
-Lighuccio! Vuoi cominciare dalla casa degli orrori? Che bell’idea! Nel buio si possono fare tante belle cose…-
La sua voce era fin troppo vicina, e Lighneers non aveva certo intenzione di aspettare in fila. Spingendo i presenti si fece largo fino all’ingresso, ignorando i tentativi del tizio accanto alla porta di creare un’atmosfera tramite una qualche storiella e addentrandosi nel lungo corridoio davanti a sé.
A ogni passo si assicurava di controllare se ai lati ci fossero delle porte o dei passaggi nascosti, ma l’unica cosa che sentì fu una fessura all’altezza della vita, e una mano che afferrò la sua cominciando a strattonarlo.
-Lighneers! Sei qui?-
La voce di Ayame era vicina, doveva essere appena entrata. Sentendo un brivido lungo la schiena Lighneers afferrò la mano che lo tratteneva spezzandole il polso per liberarsi, correndo via lasciandosi dietro agghiaccianti urla di dolore.
Arrivò a una tenda nera che copriva un piccolo stanzino dai muri dipinti di grigio, con degli uncini attaccati al soffitto con appesi alcuni sacchi.
Appena entrò un uomo vestito con un grembiule da macellaio, una maschera sul viso e una motosega gli si avvicinò urlando, ma lui gli tirò un pugno sul naso cominciando a strappare i sacchi sperando di potersi nascondere all’interno.
Sfortunatamente erano tutti di gommapiuma.
-Lighuuuucciooooo!-
-Ghk!-
Più veloce di un fulmine il ragazzo superò un’altra porta, finendo in un corridoio pieno di catene. Anche qui c’era un altro tizio mascherato da carcerato, e nuovamente Lighneers lo ignorò scaraventandolo contro la parete per farsi strada.
-Dove cazzo è l’uscita…-
Il pensiero di avere la ragazza alle costole era molto più spaventoso di qualsiasi altra cosa.
Un getto d’aria lo colpì in pieno viso una volta arrivato al termine del corridoio, accogliendolo in una stanza più grande, arredata stavolta come uno studio medico, con un tizio nascosto sotto a un lenzuolo dal letto che si fingeva un manichino.
Lighneers non gli diede nemmeno il tempo di alzarsi, lo afferrò per il colletto della camicia e lo buttò dentro l’armadietto, lanciandosi sul letto e mettendosi al posto suo sotto le coperte.
Con un po’ di fortuna Ayame lo avrebbe scambiato per uno degli attori scenici, o per un bambolotto.
-Bambolotto mio, dove sei?-
Ecco, nel giro di un secondo avrebbe voluto strozzarsi per l’idea stupida che aveva avuto. Sentiva i suoi passi avvicinarsi e il soffio d’aria che la colpiva. Trattenne il fiato quando la sentì camminarle accanto, era sicuro l’avrebbe scoperto.
Il suo odore, il battito del cuore, qualsiasi stupidaggine da pazzoide qual era l’avrebbe fatto scoprire, e invece Ayame proseguì indisturbata, superandolo senza neanche accorgersene.
Lighneers rimase un minuto buono immobile, senza nemmeno respirare, poi lanciando in aria il lenzuolo corse verso il corridoio dal quale era entrato, ripercorrendolo al contrario facendo prendere un colpo a tutte le persone che erano appena entrate.
Uscito dalla casa degli orrori venne travolto dalla luce del sole, e spalancando le braccia vittorioso si beò del suo calore, per ben dieci secondi, prima che Ayame gli serrasse il braccio nella sua infallibile stretta.
-Non è stato divertente amoruccio?-
Ed ecco che le tenebre tornarono.
-Qualcuno mi spari…-
Nel frattempo non tutti avevano già deciso su che giostra andare, Johanna in particolare avrebbe voluto salire su tutte, ma preferiva cominciare con qualcosa di più pacato.
-Sammy, ti andrebbe di provare la ruota panoramica?-
-Siiii! È altissima!-
Non tanto quanto quella di Londra, ma era proprio per la somiglianza che ci voleva salire.
Mentre si allontanavano Jack si avvicinò a Daimonas, sfiorandogli la mano. -… ti andrebbe di andarci?-
L’altro lo guardò abbozzando un sorriso, annuendo. -Sì.-
Era una strana sensazione, come se stesse camminando sul ghiaccio. Sembrava andare tutto bene tra loro e aveva paura che alla minima parola si sarebbe tutto spezzato. Forse anche Jack provava lo stesso, perché era più silenzioso del solito.
Quando andarono a mettersi in fila Johanna notò subito le loro espressioni, e nonostante normalmente li avrebbe lasciati soli pensò che stavolta avere qualcun altro attorno avrebbe potuto sciogliere la tensione.
-Vi va di salire tutti assieme?-
Nessuno dei due rispose inizialmente, temendo che l’altro avrebbe potuto offendersi, ma fortunatamente non servì farlo, perché Sammy li prese per mano saltellando sul posto.
-Siii! Tutti e quattro!-
Inteneriti alla fine annuirono entrambi, e una volta entrati nella loro cabina si accomodarono tutti preparandosi a salire.
-Quanto andremo in alto? Toccheremo il cielo?- chiese Sammy appoggiando il viso contro la parete di vetro.
-Ne sono certa, e una volta lassù riuscirai a vedere tutti i tuoi amici.- annuì Johanna scattando alcune foto.
Daimonas e Jack erano seduti sulla stessa panchina, tenendo gli sguardi rivolti verso punti distanti. Le loro spalle si toccavano, ma non era abbastanza, Jack avrebbe voluto abbracciarlo e Daimonas appoggiarsi a lui con la testa.
L’imbarazzo e il timore di sbagliare ancora li bloccavano.
-“… siete due pesci lessi. Avanti, so che ci tieni, prendilo almeno per mano.”-
Era quasi buffo sentire Mostro incoraggiarlo, ma aveva ragione. Ci teneva veramente.
Sentì le guance scaldarsi quando avvicinò il mignolo alla mano di Jack, stringendola poi alla sua.
Per un attimo l’altro sembrò sussultare, poi strinse la presa e appoggiò la testa contro la sua.
Entrambi finalmente, seppur non guardandosi, sorridevano.
Si ricordarono di non essere soli solo quando sentirono la voce di Johanna.
-Scusate, siete così carini che non ho resistito.-
Voltando lo schermo del cellulare mostrò loro una fotografia appena fatta.
-È proprio bella, me la mandi?- chiese Jack sorridendo.
-Anche a me per favore.-
-Subito!-
Lassù ci si poteva sentire avvolti dalla tranquillità nonostante le urla provenienti dalle giostre vicine, ma per quei pochi rimasti del gruppo che ancora non avevano nulla da fare serviva una sorta di via di mezzo, qualcosa di divertente ma che non rischiasse di provocare un infarto.
Fu Hope a trovare l’idea perfetta. -Che ne dite di andare sugli autoscontri?-
-Certo.- annuì Alexander incamminandosi. Avrebbe detto di sì a qualsiasi proposta venisse da lei.
Purtroppo la speranza di andare da soli svanì alle urla di Nadeshiko, che prese a braccetto Yume.
-Oooh che bell’idea! Andiamo sarà divertente!-
-Proprio il gioco che fa per me.- annuì Zell, seguito da Milton.
-È passato tanto tempo dall’ultima volta che ci sono salita.-
Fortunatamente non c’era troppa fila e poterono tutti salire subito, ci sarebbe stato abbastanza spazio su una macchinina per due persone ma solo Alexander ed Hope si misero in coppia, mentre tutti gli altri rimasero soli.
Appena poterono partire Nadeshiko sfrecciò lungo la pista, buttandosi addosso a tutte le persone che incontrava.
-Yuuuhuuuuu! Quanto mi diverto!-
Yume approfittò di un momento di distrazione per finirle addosso, ridendo mentre i capelli le si spettinavano. -Ahahah! Vediamo se mi prendi Nade!-
Facendo retromarcia scappò via dall’amica, che prese subito a inseguirla. L’avrebbe presa se Milton non l’avesse colpita all’ultimo minuto, facendola sbandare.
-Ehi! Non vale!-
Mentre era ancora ferma anche Zell la raggiunse, colpendola al fianco. -Secondo me sì.-
-Miiiii! Ve la prendete tutti con me ora?!-
-Ahaha, forza Nadeshiko!-
Milton si allontanò dandole modo di muoversi, andando a sbattere contro la macchinina di Alexander e Hope.
-Ahaha!-
Alexander quasi non badava ai colpi e agli urti, tutto ciò che sentiva era la sua risata.
Avrebbe dato ogni cosa per sentirla il resto dei suoi giorni.
-Ehi piccioncini! Non distraetevi!-
Zell, Milton e Yume puntarono tutti ai due, sballottandoli venendo presto raggiunti da Nadeshiko.
-Vendettaaaaa!-
L’unica persona che aveva evitato di unirsi al gruppo era stato Ryujin, ben sapendo che sua sorella avrebbe voluto visitare ogni attrazione assieme.
Ancora Rahu si guardava attorno eccitata, scegliendo da che parte cominciare, quando il ragazzo notò che anche Sharazade era rimasta lì.
Notò che lo stava guardando di sfuggita.
-Non sai da che parte cominciare?- chiese interrompendo il silenzio.
-No… in realtà speravo di cominciare con te. La ruota panoramica sembra così bella.-
La proposta, e soprattutto il modo in cui era stata posta, spiazzò il ragazzo, che però non ebbe modo di rispondere visto Rahu si lanciò contro di lui.
-Ru-ru starà con me tutto il giorno! Puoi anche andare nella casa degli specchi da sola, sono sicura ti divertirai.-
Sharazade non rispose, ma nonostante il viso angelico si potevano intravedere dei lampi negli sguardi che si lanciavano tra loro.
-Ryujin è troppo cavalleresco per lasciare una povera ragazza tutta sola in un posto che non conosce.-
Beh… aveva ragione, si sarebbe sentito in colpa a farlo.
-Io non vedo nessuna povera ragazza.- rispose Rahu a tono.
-Ra-ra… possiamo divertirci tutti assieme.-
-Certo, tu con me e lei con qualcun altro. Tutti assieme separatamente.-
Era una vera testarda quando ci si metteva, eppure non riusciva a darle un no secco.
Le voleva bene e desiderava si divertisse.
Guardandosi attorno cercò di trovare una soluzione alla svelta, notando in lontananza una piccola giostra composta da una serie di tazze che giravano su un meccanismo, e che a loro volta potevano piroettare su sé stesse.
-Che ne pensate di andare lì?-
Sharazade e Rahu si voltarono, e subito la sorella annuì felice.
-Perfetta! Andiamo Ru-ru!... SOLO Ru-ru.- disse voltandosi verso Sharazade, che ignorandola li seguì comunque.
Alla fine i tre presero posto in una piccola tazzina turchese, e Ryujin si ritrovò in mezzo alle due.
-Sei ancora in tempo per scendere…- sibilò la sorella irritata, afferrando il cerchio di metallo al centro della tazza e tirandolo verso di sé. La tazzina seguì il movimento.
-Sto bene dove mi trovo. Accanto a Ryujin.-
Sharazade fece lo stesso, girando la manovella verso di sé, e la tazza fece lo stesso.
Ryujin era sempre più in difficoltà.
-Ehm… cerchiamo di divertirci…-
Le due non lo ascoltarono nemmeno, continuando a girare la tazza senza sosta tirando con tutte le proprie forze.
Presto i tentativi di Ryujin di calmarle si ridussero a dei mugolii strozzati, il movimento della giostra lo rintronò a tal punto che gli fu difficile distinguere le forme davanti a sé e i colori si mischiarono provocandogli dei giramenti di testa.
Non voleva dare di stomaco davanti a sua sorella e Sharazade, ma lo stavano veramente mettendo alla prova continuando così. L’unico modo che riuscì a trovare per attirare la loro attenzione fu di lanciarsi letteralmente sulla manopola e sperare che capissero stavano esagerando.
Fortunatamente almeno da parte di Sharazade sembrò esserci qualche reazione.
-Oh Ryujin, va tutto bene?- chiese accarezzandogli la schiena, ma Rahu la scacciò.
-Ti sembra stia bene? Scendiamo da qui Ru-Ru, tanto mi stavo annoiando.-
Con l’aiuto della sorella Ryujin riuscì a strisciare fuori dalla carrozza senza cadere a terra come un salame, sedendosi su una panchina vicina cercando di riprendere un colorito normale.
Rahu gli accarezzò la fronte con fare dispiaciuto.
-Vado a prendere dell’acqua.-
Sharazade non disse nulla, lasciandola allontanare verso un chioso dall’altra parte della strada.
C’era un po’ di fila, quindi forse avrebbe impiegato qualche minuto, ma in ogni caso era evidente continuasse a tenerla d’occhio.
Sospirando la ragazza alzò lo sguardo al cielo.
-Ryujin…-
Non riuscì a risponderle, ma aprì almeno gli occhi per mostrarle stava prestando attenzione.
-Onestamente, tua sorella non mi piace, e non ha senso nasconderlo… però ci tiene a te, e se stai male è in minima parte anche colpa mia, quindi credo di doverti delle scuse.-
Non c’era bisogno di scusarsi, era chiaro però che non poteva lasciarla in quel modo. Facendo appello a tutte le forze cercò di risponderle, sforzandosi di tenere il pranzo nello stomaco.
-Che non scorresse buon sangue tra voi si capiva…- ammise lui imbarazzato. -Non so perché facciate così, però lo vedo che sei una persona buona. Nonostante tutto, sono molto contento che tu sia venuta con noi.-
L’espressione di Sharazade cambiò per un’istante, nei suoi occhi si leggeva sorpresa e dolcezza, ma tutto sparì quando Rahu mise tra i due una grossa bottiglia d’acqua.
-Forza Ru-Ru, bevi tutto, poi riprendiamo.-
-Riprendiamo?-
Una sola giostra gli era bastata.
-Certo! Il pomeriggio non è ancora finito.- rispose lei raggiante, sedendosi in mezzo alla panchina allontanando Sharazade.
-Se hai bisogno però, potremmo restare qui io e te mentre tua sorella va a giocare.-
-Non ci provare nemmeno.- ringhiò la sorella voltandosi di scatto, già pronta a spingere il fratello giù dalla panchina per allontanarlo da lei.
Rahu aveva ragione, il pomeriggio era appena iniziato.
   
 
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