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Autore: LadyPalma    30/01/2022    7 recensioni
| Partecipa alla "To Be Writing Challenge 2022" indetta da Bellaluna sul forum "Ferisce più la penna".
Scritta sulle note di "La guerra di Piero" di Fabrizio De Andrè.
Ché se a morire a maggio ci vuole troppo coraggio, figuriamoci quanto ce ne vuole per morire a luglio - e lei non ne aveva mai avuto abbastanza, in ogni caso.
Ché morire coi capelli grigi non è più facile che coi capelli rossi - e lei a questo si era dimenticata di pensare.

Fabina/Amelia
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amelia Bones, Bartemius Crouch junior, Fabian Prewett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Dormi sepolto in un campo di grano
Non è la rosa, non è il tulipano
Che ti fan veglia dall′ombra dei fossi
Ma sono mille papaveri rossi.
[F. De André – La guerra di Piero]

 
 
La guerra di Fabian e Amelia


 
 
Mille papaveri rossi crescevano rigogliosi fino a coprire la scritta, ma tutti conoscevano il nome nascosto dai petali, graffiato dalle spine, un nome più rosso dei fiori. 
Fabian Prewett – e accanto Gideon, e nessun altro. 
 


E mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore,
ma la divisa di un altro colore.

 
Non pensava di cadere così, non pensava di cadere affatto. O, forse, come diceva Amelia, lui semplicemente non pensava. Agiva come un leone, con un leone identico a fianco, e insieme avrebbero potuto piegare trequattrocinqueventi mangiamorte – ma non un bambino. Non un ragazzino smilzo, fremente e tremante, con una luce folle nello sguardo che sembrava avere il potere di far vacillare il mondo. Perché era la stessa luce che aveva anche Fabian, ma era una luce sbagliata, votata alle tenebre, e la bacchetta gli vibrò tra le mani a quella scoperta: come si fa a essere così giovani e così malvagi? Così giovani, così malvagi e così convinti? Non stiamo forse combattendo altro che uno specchio, si ritrovò a pensare, e fermarsi a pensare per una sola volta gli costò la vita.
Il lampo rosso lo accecò prima che potesse rendersene conto, prima anche solo di venire a capo di quel mistero. 
Non udì Barty Crouch sghignazzare nel reclamare quell'omicidio; non vide Gideon distrarsi e trattenere il suo corpo, prima di finire ad accasciarglisi addosso. 
Mentre cadeva, una sola parola rimbombava nel vuoto di una mente ormai vuota. Scusa, Amelia – per non aver pensato abbastanza per una vita, per aver pensato troppo stavolta, per pensare a te adesso e non potertelo dire come avresti meritato. 

 
Ninetta mia, a crepare di maggio
ci vuole tanto, troppo, coraggio.
Ninetta bellam, dritto all′inferno
avrei preferito andarci d'inverno.

 
Aveva immaginato di cadere proprio così prima o poi, aveva immaginato gli ultimi pensieri, le ultime parole, l'ultimo incantesimo intrappolato tra le labbra. Del resto, come le diceva sempre Fabian, lei pensava troppo. Chiusa in un ufficio, a rincorrere una giustizia che forse non sarebbe mai esistita, non poteva fare a meno di pensare a quello che non c'era, trequattrocinqueventi scenari possibili – incluso Lord Voldemort. Lord Voldemort con gli occhi rossi, il ghigno sinistro e la destra alzata, così fintamente umano da far pensare che in fondo, sì, il male è troppo umano per poterlo sconfiggere. E, invece, mentre il lampo rosso diventava mille papaveri rossi su una tomba lontana, Amelia non pensò proprio a niente, e fu un bene.
Ché se a morire a maggio ci vuole troppo coraggio, figuriamoci quanto ce ne vuole per morire a luglio - e lei non ne aveva mai avuto abbastanza, in ogni caso. 
Ché morire coi capelli grigi non è più facile che coi capelli rossi - e lei a questo si era dimenticata di pensare. 
 
 
Il nome inciso sulla pietra si leggeva per intero, non ancora macchiato dal tempo, non ancora sepolto dal verde, non più macchiato dal rosso.
Amelia Bones – e accanto niente e nessuno, nemmeno un papavero.






 
NDA: Ultimamente sono assente dal sito (le storie che devo concludere e tutte quelle che voglio scrivere mi guardano malissimo), ma tra il master e il lavoro (!!), il tempo mi si è assottigliato notevolmente. Non volevo perdere, comunque, l'occasione di partecipare alla challenge di Bellaluna e scrivere questa flash che mi frulla nella testa da un po'. 
Il testo in corsivo è preso dalla canzone "La guerra di Piero" di Fabrizio De André che vi consiglio caldamente di ascoltare.
   
 
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