Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: Fiore del deserto    30/01/2022    2 recensioni
Periodo contemporaneo, Alice è la trisnipote di Alice Kingsleigh e, paradossalmente, né è la fotocopia fatta e finita. A differenza della trisnonna, però, “l’attuale” Alice ha un carattere poco combattivo, ma conserva una sensibile creatività che le permette di farsi strada nel mondo dell’arte: i suoi splendidi quadri, infatti, che hanno sempre come tema principale “Il Paese delle Meraviglie”, tematica tramandata di generazione in generazione grazie alla trisnonna, le hanno permesso di partecipare ad una mostra artistica molto rinomata. Tutto prenderà una prospettiva diversa, quando la stessa Alice si ritroverà catapultata nel Sottomondo, spinta dalla curiosità di inseguire un particolare coniglio bianco che va di fretta.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Contrariamente alle parole di Alex, nella Galleria dell’Impossibile non sono presenti solo persone che credono in Alice, nel suo talento e che facciano il tifo per lei. Benché si possieda un carattere buono e gentile, ci sarà sempre qualcuno che gli vorrà male, anche senza un valido motivo.
A questo proposito, una coppia di coetanei di Alice si stanno incamminando presso il corridoio della galleria, dirigendosi con maggiore interesse verso lo spazio dedicato ai lavori di quest’ultima.
Si chiamano Dennis e Annie, rispettivamente un acquarellista e un’iperrealista e sono sempre stati molto invidiosi di Alice, in quanto nessuno ha mai apprezzato i loro lavori. Benché qualcuno li rassicurasse, invitandoli alla pazienza e alla determinazione, nessuno dei due erano più disposti a pazientare. Era inaccettabile, pensavano, che nessuno capisse i loro dipinti, che mai nessuno avesse mai dato loro una possibilità. Quel giorno, infatti, la loro invidia è salita alle stelle.
Alice li conosce molto bene, poiché sono membri del suo corso. Abbiamo presentato già la ragazza come una persona timida, gentile e riservata, ma questo non indica che sia chiusa o poco intelligente. Lei, infatti, non si era mai sognata di offrire loro le sue più intime confidenze, al massimo si era dimostrata garbata ed educata, ma l’idea di simpatizzare con quei due tipi strambi, non le passava nemmeno per l’anticamera del cervello.
Dennis era un ragazzo molto robusto, con i capelli sempre in perenne disordine in modo da poter richiamare lo stile dei fumetti giapponesi – benché molte persone, Alice inclusa, credevano per lo più che fosse tutta colpa della sua scarsa amicizia con l’igiene che portasse la sua chioma ad assumere un aspetto unto e appiccicoso. Dennis amava tingerli con qualsiasi tipo di tonalità, poiché fosse appariscente: dal semplice castano naturale e limitandosi a dare un tocco di grinta al ciuffo con una colorazione rosso fragola, fino a tingerli tutti quanti con un acceso rosso ciliegia, per poi passare ad un giallo che ricordasse un ananas e, infine, ad un nero intenso e senza nessuna sfumatura.
Gli occhi sono piccoli e appuntiti, dal colore marrone chiaro, adornati dalle sopracciglia rade, talmente infossati al punto da dare l’impressione che la fronte sia grassoccia come quella dei mostri delle favole. Nondimeno, il naso adunco e dalla punta allungata peggiorava l’infossatura degli occhi. Ci sono ben due caratteristiche che Alice non ha mai ignorato di lui, da quando l’ha conosciuto: Dennis indossava sempre gli stessi vestiti – proprio come i personaggi dei fumetti – e puzzava. Puzzava tremendamente, come se avesse dichiarato guerra al sapone... o come se non avesse mai saputo che fosse stato inventato dal 2800 a.C.
La sua compagna, Annie, non è assolutamente da meno. Probabilmente, oltre all’avidità, al narcisismo e all’invidia verso Alice, ad accomunarla con la sua dolce metà è l’inspiegabile sciatteria.
I capelli ricci e castani avevano dato spazio alla tintura arancione, regalandone un effetto parrucca da clown. Il volto allungato e rotondo per la paffutezza è tutt’altro che amichevole, segnato dagli occhiacci scuri a malapena nascosti dalle lenti rotonde degli occhiali, che sembrassero voler fulminare chiunque istantaneamente. Il naso corto e piccolo, oltre a garantirle un senso di puzza sotto il naso (che non fosse la propria), la facevano somigliare a Miss Piggy, il personaggio immaginario dei Muppet, con addosso una parrucca arancione. La sua pelle è nivea e la corporatura tozza, insieme all’andatura, la fa sembrare una maialina che prova a camminare sui tacchi a spillo.
“Perché mai si trovano alla mostra di Alice, se ne provano tanto odio?” si domanderà il lettore. La risposta arriverà a breve.
E se il motivo dell’ansietà di Alice sia anche derivato dalla presenza di Dennis ed Annie? Questo non è dato saperlo, poiché nemmeno lei sa darsi una risposta. Si sta dando un’ultima sistemata ai capelli, quando un suono regolare di colpi alla porta interrompono il silenzio.
Alice si appresta ad aprire e lo fa in tutta fretta.
«Alex, non è il momento...» la ragazza si interrompe quando si accorge che a bussare non è stato Alex, ma un altro ragazzo di sua conoscenza.
Carlos Lopez si era fatto conoscere da tempo per la sua dote di saper maneggiare artisticamente la macchina fotografica ed era stato assunto dallo stesso Alex come fotografo ufficiale della mostra, anche se tra i due non scorreva buon sangue da quando entrambi avevano conosciuto Alice.
A differenza del rinomato pittore, Carlos possiede i lineamenti che richiamano i nativi americani, ondulati capelli castani e lunghi fino alla fine del collo, gli occhi sfumano dal terriccio al verdastro e spiccano per via del contrasto della sua fisionomia. La mascella squadrata è delineata da un tocco di raffinatezza retrò e contemporanea per via della barba in leggero stile Van Dyke. È magro ma non esile, supera in altezza Alice di un bel po’. La differenza sostanziale che la ragazza aveva notato istantaneamente tra Alex e Carlos, ruotava intorno al carattere allegro, amichevole e molto festaiolo del secondo.
Il cattivo rapporto che si cela tra i due è nato, come già detto, da quando Alice era entrata nelle loro vite. Il lettore può già intendere che il comune denominatore può assumere il nome di “gelosia”. Non è mai stato chiaro per Alice se i due non si sopportassero già da tempo, ma c’era un episodio che ricordava benissimo. Una sera, mentre parlavano del più e del meno, Alex le aveva dato un avvertimento a bruciapelo.
«Stai lontana da Carlos, è uno sciupafemmine.»
La mattina seguente, “paradossalmente”, anche Carlos aveva in serbo per lei un avvertimento.
«Non ti fidare di Alex, è un donnaiolo.»
In un primo momento, Alice l’aveva presa a ridere e, scherzosamente, si domandava se i due si fossero messi d’accordo o meno. Quando Alice gli aveva domandato, con un sorrisetto divertito, se fosse geloso di lei, la ragazza lo aveva visto assumere un’espressione così seriosa che quasi le aveva tolto le parole.
«Non sto scherzando.» aveva dichiarato Carlos, guardandola con la faccia più seria che sapesse fare, alla quale Alice non era per niente abituata a vedere – o ad immaginare.
Sta di fatto che almeno per il giorno della mostra, Alex doveva mettere da parte l’orgoglio e scegliere Carlos come fotografo adatto per la circostanza.
Tornando al tempo presente, Alice sta balbettando per la figuraccia appena fatta, ma Carlos la interrompe quando si accorge che ci sia qualcosa che non vada.
«Va tutto bene?» le chiede con timbro vocale graffiante.
Alice annuisce, ma Carlos non sembra intenzionato a cascarci.
«Ogni volta che annuisci, senza dire “sì”, stai mentendo.» la canzona, alzando un sopracciglio sopra le lenti degli occhiali da sole che gli coprono le iridi «Alice, dov’è il tuo sorriso? Non avrai intenzione di farti vedere con un faccino che non ti appartiene?» comincia ad assumere un tono più divertente, mirando a farla rasserenare «Come faccio ad immortalarti con quel muso lungo? Vuoi farmi bruciare la carriera prima del tempo?»
«Carlos, io non so se ce la posso fare...» rivela lei, sentendosi molto di più a suo agio con lui che con Alex, poiché ne conosce il lato caloroso e sentendo di poter trovare un dialogo con lui.
«Su, su, Alice.» le sorride «Non dare motivo alla tristezza e all’ansia di fare di te ciò che non sei. Ignorale e falle morire di fame.»
Alice sorride appena, mentre Carlos nasconde l’insoddisfazione di non essere riuscito nel saperle tirare su il morale.
Una ragazza si presenta alle spalle di Carlos e anche lei è giunta per Alice.
Si chiama Sibilla, ma ha sempre preferito farsi chiamare Sissy, compagna di corso di Alice, nonché sua grande amica e ha appena finito di aiutare Alex con l’allestimento di alcuni quadri. I suoi lineamenti sono graziosi, quasi fanciulleschi, il visetto è contornato da lisci capelli lunghi fino al collo, castano chiarissimo e sempre perfettamente dritti. Gli occhi da cerbiatta hanno sempre suscitato una grande fiducia ma, nonostante il carattere docile – a differenza di Alice – non si è mai fatta problemi a tirare fuori la grinta e il carattere tenace.
«Abbiamo già appeso le prime tele.» dice e poi si rivolge a Carlos «Puoi anche cominciare con le fotografie preliminari con accanto la nostra artista.» quasi cambia idea quando si rende conto dell’aspetto di Alice, evidenziato dalle occhiaie livide per il malessere.
«Ti senti bene?» si impensierisce Sissy, preoccupata per l’amica «Ti aiuto a sistemarti.»
«Sto bene.» mente Alice, ma non per cattiveria, quanto per decidere di provare ad andare avanti e senza più perdere tempo.
 
Le tele riportate e appositamente scelte per l’evento, hanno immortalato i luoghi di fitti e fantasiosi boschi con e in ognuno di essi vi è un “abitante prestabilito”: un bruco azzurro intento ad aspirare dal narghilè, il cui fumo ricrea un’illusione di giochi di colori, un bizzarro gatto dal ghigno innaturale e ben appollaiato su di un ramo, il cui corpo sembra evaporare e confondersi con l’albero sul quale è adagiato. Più avanti, vi è un giardino di una reggia popolato da carte da gioco comandati da una regina di cuori dalla testa sproporzionatamente grande, oltre al fante di cuori che sembra dare un prossimo ordine ad un esecutore. Ancora, in una foresta tinta di colori più vivaci, un coniglio ben vestito con un panciotto blu mare continua a controllare il suo cipollotto, come se fosse in un ritardo esagerato, mentre un’altra tela ritrae una bizzarra ora del tè, capitanata da uno strano cappellaio che fa festa con una lepre dall’aria stranita e un ghiro.
Vi sono alcuni quadri che non sono ancora presenti, poiché momentaneamente conservati in un’altra stanza e ai quali verrà riservato un trattamento speciale per via della loro importanza. Tra questi, vi è un olio su tela di dimensioni che raggiungono i due metri di lunghezza e un metro e mezzo di altezza. Sarà questo il dipinto che, più di tutti, risulterà essere il vero e proprio capostipite di tutti i lavori di Alice: uno scenario bellico ispirato alle rovine di un’area distrutta dal tempo o da una battaglia, una torre si erge sulle sue stesse macerie attraverso il suolo adibito ad un’improbabile, quanto gigantesca, scacchiera. Sulla cima della torre, una figura femminile ritratta di spalle sta affrontando una mostruosa creatura simile ad un drago che attacca con le zanne e gli artigli.
 
 
Dopo aver ascoltato le ultime raccomandazioni di Sissy riguardo ai tempi da rispettare per le foto e per il programma relativo alla mostra, Alice segue Carlos per gli scatti da eseguire. Mentre si incammina, incrocia lo sguardo di Dennis ed Annie e gli occhi della ragazza assumono un’aria di sorpresa mista a sgomento.
«E che diamine!» sbuffa Carlos, essendosi anche lui reso conto della presenza dei due «Che ci fanno qui, quei due? Sono venuti fin qui per portare scalogna?»
«Questo è un luogo pubblico.» risponde Alice, facendo spallucce «Non possiamo scacciarli. L’importante è che si comportino bene.»
«Ho i miei dubbi.» sbuffa nuovamente Carlos e, per non pensarci, si arma della sua macchina fotografica e indica ad Alice il punto esatto in cui mettersi in posa.
Insieme al quadro con il bruco e poi con il gatto, Carlos scatta.
Tela con le carte da gioco nella rocca della regina, Carlos scatta.
«Ancora un momento...» continua Carlos con i suoi scatti, quando Alice si trova dinanzi al quadro che dovrebbe immortalare il coniglio. E non è un caso se è stata utilizzata la parola “dovrebbe”.
Proprio in quell’istante, gli occhi di Alice si spostano oltre la figura di Carlos e intravedono qualcosa che cattura la sua attenzione. Di fronte alla porta d’ingresso, infatti, quello che sembra essere un coniglietto bianco con gli occhi rossi, fa capolino all’entrata e le fa un cenno di saluto.
Alice strabuzza gli occhi e Carlos se ne rende conto.
«Che ti prende?» le domanda.
«Un coniglio...» esclama Alice, anche se confusa «Davanti alla porta.»
Carlos si gira, ma non vede nessuno, né tantomeno un coniglio.
«Non c’è niente.» sorride Carlos, mentre continua a scattarle altre foto.
«Ma io l’ho visto...» si giustifica Alice e in quello stesso momento appare nuovamente, nello stesso modo in cui le era apparso la prima volta «Eccolo!» dichiara lei, allungando la mano in direzione dell’uscio dell’entrata e augurandosi che Carlos lo veda in tempo. Purtroppo, non va così e il ragazzo rimane perplesso.
Poco prima che entrambi possano dire qualcosa, Alex fa la sua comparsa e si avvicina a Carlos. Con la scusa di dargli una pacca amichevole sulla spalla, Alex fa sì che Carlos sbagli a pigiare il tasto per lo scatto e il flash inaspettato acceca di pochissimo Alice per qualche secondo.
«Eccoti qua.» dichiara Alex fintamente lieto di vedere Carlos «Si può sapere dov’eri finito? Ti sto cercando da un bel po’ di minuti.»
«Sto facendo il mio lavoro, se non ti dispiace.» lo sfida Carlos, sogghignante.
«Lo vedo.» si avvicina ad Alice, appoggiando un indice sul volto di lei e continuando a guardare Carlos «E se stai facendo il tuo lavoro, dovresti saperlo che la nostra Alice ha il viso troppo livido e smunto, decisamente poco adatto per essere racchiuso in una foto, non è vero?» lo fissa gelidamente, come un serpente pronto ad attaccare in qualsiasi direzione «Non lo sai che Alice è la protagonista di questa mostra e che deve essere perfetta? Potevi lasciarle il tempo di sistemarsi a dovere...»
«Alice è sempre perfetta.» taglia corto Carlos.
Ignorando che Carlos le abbia appena fatto un gradevole complimento, la mente di Alice è troppo occupata a pensare a quel coniglio che le era apparso misteriosamente per ben due volte. E in quel momento, nemmeno a farlo apposta, quell’animaletto le appare ancora e, questa volta, tira fuori da ciò che sembra essere il taschino della sua giacca blu, un orologio a cipolla.
Il cuore di lei sembra mancare un battito e il respiro si ferma per qualche secondo. Si rende conto che quella creatura sia identica in tutto e per tutto allo stesso coniglio che ha rappresentato in uno dei suoi dipinti.
Si volta verso il quadro in cui aveva dipinto quel coniglio con le stesse fattezze e si accorge che la bestiola al suo interno... sia sparita!
Approfittando del battibecco tra Carlos ed Alex, con la scusa di voler prendere un po’ d’aria fresca prima di proseguire, Alice parte all’inseguimento del coniglio bianco, augurandosi di non aver perduto la testa a causa della tensione fisica e mentale accumulati.
Varca la porta dell’ingresso e cerca con lo sguardo l’animaletto, intravedendone la coda a palletta come una piccola ovatta. “Aspetta!” vorrebbe dirgli, anche se la sua parte razionale la invita a ragionare sul fatto che quella bestiola non potrebbe mai capirla.
Il coniglio continua a correre, ma non va molto lontano. Guardandosi alle spalle, assicurandosi che la ragazza lo stia seguendo, imbocca una stradina che lo porta sul retro dell’edificio e passa per la porta di servizio precedentemente aperta da lui stesso.
Alice corre e quasi lo raggiunge, ma appena entra nella stanza non vi trova altro che i suoi quadri ancora da allestire citati in precedenza, tra questi il più grande e rilevante di tutti.
La ragazza si guarda intorno, ma del coniglio non vi è alcuna traccia.
Delusa, fa per andarsene, ma si blocca quando i suoi occhi si posano su di una sua tela che le appare molto strana. In quello che dovrebbe essere un dipinto in acrilico che riprende un bosco pieno di funghi giganteschi, illuminato da una serie di lucciole così lucenti da sembrare piccole stelle, vi è proprio il coniglio bianco... che sta correndo lungo un sentiero e le ha appena fatto cenno di seguirlo.
Alice indietreggia e scuote la testa.
Devo essere diventata matta.” pensa immediatamente e non credendo ai propri occhi “È impossibile.”
E quello stesso termine, le fa ricordare una frase che la sua trisavola era solita dire e tramandare nella sua famiglia, come una formula da ricordare.
L'unica maniera di ottenere l'impossibile, è pensare che sia possibile.
Dopo aver avuto il tempo di ricordare questa frase, il coniglio dentro la tela si volta in direzione della ragazza e le fa di nuovo segno con la zampa anteriore di seguirlo, invitandola ad entrare nel quadro.
Senza aspettare più, anche se un po’ esitante, Alice allunga una mano verso la tela e si sorprende quando le sembra di averla immersa in una superficie acquosa. Ritrae la mano, ma essa appare del tutto normale e pulita, senza nemmeno una traccia di colore acrilico. Il suono di alcuni passi e mormorii che si fanno sempre più vicini sembrano aver convinto la ragazza a ricompiere il gesto e lo fa con più convinzione. Immerge tutto il braccio e poi si tuffa completamente all’interno della stessa tela da lei creata, fino a che non scompare al suo interno.
Ritornando al fatto del perché Dennis ed Annie siano presenti alla mostra, nonostante il loro risentimento verso Alice, la pazienza del lettore sarà premiata proprio adesso.
Come si può intuire, i passi e i mormorii appartengono proprio a loro due.
«Sicuro che non ci abbia visto nessuno?» domanda Annie, seguendo Dennis all’interno della stanza.
«Ma figurati.» esclama Dennis come se dovesse dare la risposta più ovvia del mondo, asserendo che “quel pinco pallino e quell’altro idiota” – ovvero, Alex e Carlos - siano troppo occupati a parlottare tra loro «Nessuno sa che siamo qui.»
«E Alice?» domanda ancora Annie.
«Sarà in giro. Che cosa ne so e cosa importa?» sbofonchia Dennis «Vogliamo farla questa cosa, sì o no?»
«Certo che dobbiamo farla!» enfatizza Annie, dimenticandosi di non alzare la voce.
Frettolosamente, Dennis caccia fuori dalla propria borsa a tracolla – la stessa che porta sempre con sé per portarsi dietro i suoi schizzi, colori, acquarelli e tutto ciò che può essergli utile per disegnare o dipingere – dei flaconi in vetro contenente dei colori a china. Per “l’occasione”, i due si sono attrezzati e hanno portato un set sufficiente di quei colori per poter compiere il loro sporco lavoro.
Dennis apre il primo flaconcino di inchiostro nero e comincia a cospargerlo sulla prima tela di Alice che si trova davanti, seguito da Annie che non riesce a trattenere le risatine mentre rovina un quadro della “rivale” con altrettanta china nera.
«Sbrighiamoci!» incita Dennis, mentre si appresta ad invadere di nero tutti i lavori di Alice, frutto dei suoi sacrifici, della sua passione, della sua ispirazione. Non si salva nessun quadro, neanche il più grande di tutti.
L’ultima vergognosa passata di inchiostro nero non risparmia nemmeno la stessa tela dove Alice si era immersa per inseguire il coniglio bianco.
 
Come aveva detto Dennis, Alex e Carlos non avevano ancora finito di battibeccare e di fare a gara su chi tra loro dovesse avere l’ultima parola.
Per ferirlo, Alex aveva cominciato a toccare un nervo scoperto dell’avversario.
«Sappi che se ho scelto di farti lavorare qui, è solo perché me l’ha chiesto Alice.» afferma «Credi davvero che, tra tanti professionisti, sarei stato così stupido da tenerti in considerazione?»
«Evidentemente,» risponde sibilante Carlos «Alice è in grado di riconoscere il valore altrui, indipendentemente dal rapporto che ci sia tra lei e i diretti interessati.»
Alex sta per fargli frenare la lingua, quando Sissy accorre verso di loro con un’aria visibilmente scossa e preoccupata.
«Vi ho trovati...» ansima lei, riprendendo fiato «È successo un disastro...» la sua voce impregna la sua apprensione, contagiando la stessa preoccupazione ai due ragazzi come un’influenza «Alice... I suoi quadri... La mostra dovrà essere annullata.»
  
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