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Autore: Mordekai    02/02/2022    0 recensioni
''Nessuno conosce la sua storia, nessuno sa da dove provenga o a quale borgo appartenga. Sappiamo solo che un giorno questo potente mago è comparso tra i cittadini, dispensando le sue conoscenze e segreti per espandere la grandezza della Stella a Cinque Punte. Questo fino al fatidico giorno in cui venne imprigionato nella Torre senza nome, incolpato di un crimine non commesso da parte di coloro che si fidava. Maledetti traditori bastardi. Perdona la mia rabbia, ma io ero l’unico testimone presente quando è avvenuto e nessuno mi ha voluto ascoltare. Ma io direi di iniziare concretamente, che ne pensi? Ottimo! Aberakazam!''
Genere: Azione, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terzo Borgo, Magius. Torre di Baspar. Stella a Cinque Punte. Terzo giorno d’autunno. Anno: 719.
 
La Stella a Cinque Punte dormiva; i suoi mercati erano chiusi, le abitazioni immerse nel buio, le fornaci dei fabbri spente con un filo di fumo grigio che danzava dai carboni. Nel borgo Magius, invece, alcuni Gran Maestri sorvegliavano la Torre di Baspar dove Thym era intento a ‘dialogare’ con il Guardiano. Da qualche minuto, infatti, sulla cima della Torre sia Baspar che Thym erano impegnati a scagliarsi l’un l’altro ogni tipo di magia conosciuta, che variava dal controllo temporale alla trasmigrazione da un piano materiale ad uno celestiale, fino a quella proibita e al prosciugamento dell’energie dell’incantatore. Fu proprio Baspar a perdere lo scontro, indebolendosi dopo una tempesta di fulmini contro Thymós che danneggiarono solo i suoi indumenti, infastidendolo.
 
‘’Odio dover ricucire i miei indumenti.’’- asserì Thym, guardandosi i vari punti strappati della sua tunica da mago. Baspar era ancora poggiato su un ginocchio, sguardo perso nel vuoto ed una mano sul petto che lo stringeva come se stesse avendo un mancamento. Il Guardiano del Terzo Borgo, pallido in volto, alzò lo sguardo nei confronti del giovane incantatore scorgendo, con il suo potere, il vasto ed infinito potere posseduto che si diramava in ogni direzione persino arrivandogli sotto la mano. Poteva vedere chiaramente ogni filamento di magia, ogni sua sfumatura dell’intero arcobaleno e altri colori mai visti prima. Eppure tra quei colori, qualcosa di gelido si celava dietro l’innocenza dell’incantatore.

‘’Come è possibile che le tue forze non si siano esaurite dopo un’ora di combattimento? Che razza di magia è la tua? Chi divinità ti ha concesso un tale potere da…’’

‘’Ma voi della Stella sapete solo fare domande? Ribadisco che provengo da un lontano futuro, i miei poteri sono diversi dai vostri e nessuna divinità mi ha donato capacità che possano eguagliare le sue. Anche se mi piacerebbe avere tale magia.’’- disse Thym, soffermandosi proprio sulle ultime parole e nessuno gli avrebbe dato torto; possedere un tale potere avrebbe costretto chiunque ad inchinarsi al suo proprietario.

‘’Ad ogni modo, lei è l’unico intento a parlare e se non erro è stato anche colui che ha percepito il mio arrivo tre giorni fa. Prego, prima lei.’’- aggiunse il mago, indicando l’entrata della torre per ritornare allo studio. Il Guardiano, impossibilitato a trovare altre soluzioni, si arrese all’idea di accogliere Thym nelle mura della sua torre. A passo lento, accompagnandosi con il suo scettro di legno, Baspar accompagnò l’incantatore all’entrata dell’ufficio venendo accolto anche da Wall, incaricata di sorvegliarlo ogni secondo e di metterlo fuori combattimento se costretta. Il Guardiano Baspar, dopo aver bevuto un lungo sorso di sidro di mele, andò a sedersi alla poltrona e con un movimento della mano gli mostrò la gemma della torre, dapprima non visibile a causa della tempesta derivante dalla loro magia. Il suo colore variopinto stava lasciando posto ad un grigio cinereo, cadaverico anche ed era un duro colpo per Baspar.

‘’Come vedi, questa gemma dalla quale ho preso il nome, funge da catalizzatore per i Gran Maestri. Da essa si possono sfruttare quantità enormi d’energia, ma bisogna essere pazienti in quanto tale magia richiede controllo. Bisogna essere pazienti e non avidi. Come puoi vedere, la gemma ha iniziato ad incrinarsi ed una parte è completamente esplosa.’’- cominciò a parlare il Guardiano, mostrandogli il punto esatto in cui mancava una parte grossa quanto un pugno. Aggiunse di aver usato più volte la sua magia per riavvolgere il tempo e ripristinare la gemma, fallendo in ogni occasione e di aver usato anche quella proibita.

‘’Quale tipo di magia proibita ha usato?’’- chiese Thym, portandosi le mani in grembo quasi annoiato mentre osservava ancora la gemma ripetere gli stessi movimenti.

‘’Magia della rinascita, magia della materia, trasmutazione materiale…Di tutto. Persino fondere il ferro e sfruttarlo come collante per la gemma, visto che ha particelle di metallo in essa.’’

‘’Ha dimenticato una sola magia, signor Baspar.’’- replicò Thym, facendo svanire la gemma e sorridendo, sapendo di far reagire in malo modo il Guardiano. La risposta non tardò ad arrivare non appena Baspar intuì a quale magia si riferisse.

‘’Assolutamente no! Quel tipo di magia è instabile, pericoloso e se non viene padroneggiato, risulta fatale. Ci hanno provato in molti e sono morti dopo poco perché il loro corpo non ha resistito allo sforzo. Solo una persona ci è riuscita, ma è stata esiliata.’’

‘’Teme la magia del sangue, dunque.’’- corrispose Thym, creando nella sua mano un piccolo turbine di sangue scuro, mutando costantemente forma: dapprima divenne un cubo, poi una sfera, una corona, un dardo e poi una riproduzione della gemma Baspar. Chiuse la mano, dissolvendo la magia che, però, lasciò rivoli di sangue denso in essa e che caddero sul pavimento. Il Guardiano che rimase affascinato ma allo stesso tempo terrorizzato, scosse il capo riprendendosi dallo stato catatonico:

‘’Io non credo ai miei occhi! Tu sei il secondo a padroneggiare una magia tanto potente quanto pericolosa. Il primo era un arci-mago chiamato Ogrum Solyn che decise di studiare questo tipo di magia. Ed è stato lui ad esser esiliato per questo, aveva perso il controllo e reso la Stella a Cinque Punte un luogo insicuro.’’
L’incantatore recuperò un fazzoletto per pulire le chiazze di sangue lasciate dall’uso breve di quel potere arcano temuto da Baspar.

‘’La magia del sangue non è propriamente pericolosa, ma esige molta concentrazione ed essenza vitale del suo incantatore. Se l’incantatore si distrae o le sue forze vengono meno sappiamo cosa accade. E dato che la sua gemma ha elementi ferrosi, userò questa magia per riparla. Solo che mi serviranno alcune cose.’’- e prese uno dei fogli presenti sulla scrivania del Guardiano, con un incantesimo scrisse gli oggetti, tra cui un pezzo di gesso rosso e poi lo riconsegnò a Baspar che lo lesse, annuendo ma domandò:

‘’Un coltello da cerimonia? Mi spieghi dove lo trovo un oggetto simile?’’

‘’Va bene anche uno dei coltelli che i governatori portano alla cintola. Lei mi fornisca gli oggetti della lista e al resto penserò io. Inoltre, gradirei che i Gran Maestri che circondano la Torre andassero via, non voglio che la loro essenza magica interferisca con il rituale. E anche qualcun altro…’’- rispose quasi infastidito il mago, non solo dalla presenza dei Gran Maestri ma anche dalla presenza di Wall; quest’ultima sorrise appena, portando una mano sul proprio scudo con fare di sfida nei confronti di Thym. Baspar alzò le spalle ed inviò un messaggio telepaticamente ai Gran Maestri Arcani di tornare alle loro mansioni e di allontanarsi dalla sua torre in quanto l’ospite avrebbe alterato il campo magico per ripristinare la Gemma e non desiderava ulteriori feriti.

‘’Mi perdoni, Signor Baspar, ma tutto questo è assurdo!’’- esclamò una Gran Maestra preoccupata dalla decisione del Guardiano. Una preoccupazione condivisa anche da altri che si fecero sentire poco dopo. Baspar batté le mani, facendo sobbalzare lievemente il mago che ne restò confuso ma poi notando l’estrema concentrazione da parte dell’uomo comprese.

‘’Nessuna obiezione Karnak! Sai benissimo che la Gemma della mia torre è estremamente potente e pericolosa quando il suo campo magico viene alterato, che sia per stabilizzarla o meno. Non voglio che qualcuno possa restarne gravemente ferito. E per amor del cielo avvertite anche la governatrice…’’- terminò il suo incantesimo telepatico, alzandosi e avviandosi a recuperare gli oggetti ordinando a Thym e Wall di restare nella torre. Il mago decise di seguirlo lo stesso per accertarsi che acquistasse o trovasse gli oggetti giusti per il rituale, assieme a Wall costretta a sorvegliarlo. L’incantatore fece per muovere il primo passo, ma una scarica d’elettricità invase il suo intero corpo facendolo cadere sulle ginocchia. L’oscurità della notte sembrò infittirsi ancor di più, inghiottendo le poche luci delle lanterne presenti nei vari borghi. Una secondo, nuova, potente scarica elettrica colpì il mago che, dolorante, esclamò:

‘’Qualcuno vuole accedere alla Torre! Dobbiamo fermarlo!’’- e Baspar, senza perdersi d’animo, evocò un portale che li condusse immediatamente nel Centro Stella. Lì osservarono con orrore grandi nubi purpuree addensarsi sulla cima, fulmini del medesimo colore abbattersi e frustare con violenza la sabbia tramutandola in vetro. All’ingresso della Torre vi era un uomo in divisa militare dalla cui schiena si estendevano sei catene dorate, avvinghiate ai mattoni della porta. Dalle sue mani comparivano e scomparivano cerchi magici d’evocazione che misero a dura prova la pazienza del soldato, notabile dalla fronte corrugata e le vene pulsanti sulle tempie; il sudore iniziava a scorrere lungo il suo collo e sulle ciglia, uno sforzo immenso. Una saetta purpurea si mosse come un serpente per colpire l’intruso, scontrandosi con un terzo cerchio magico posto sul corpo dell’uomo che gemette per lo sforzo, facendogli perdere parzialmente presa sul terreno. Thym si rialzò a malapena nel tentativo di correre verso il folle soldato, ma una terza scarica di magia gli fece perdere l’equilibrio, cadendo di peso nella sabbia. Contemporaneamente l’uomo cadde su un ginocchio ed una della catene venne spezzata dall’impetuosa energia della torre.

‘’Maledetta torre, pensi di contrastare i poteri di un Fondatore?’’- domandò lo strano uomo, ampliando il raggio dei cerchi d’evocazione e l’intensità dei suoi incantesimi, riversando tempeste di fuoco sul marmo assieme a spruzzi d’acido. Dai fumi dell’acido e del fuoco si materializzò una figura spettrale, dal sorriso perfido e dagli occhi iracondi:

‘’Lei no, ma io sì!’’- esclamò l’entità colpendolo allo sterno con un calcio per poi afferrare le sei catene d’oro e, senza spostarsi dalla sua posizione, lo scagliò per centinaia di metri lontano. L’uomo si dissolse in cenere, sorprendendo Thym, Baspar e Wall ma non l’entità malvagia che aveva già intuito il tranello. Con un singolo movimento rotante riuscì ad afferrare il collo del vero Fondatore, e quest’ultimo si divise dal suo corpo materiale divenendo per un breve attimo un corpo etero per poi venir strattonato con violenza nel suo stato fisico e venir investito da una magia di gran lunga superiore alla sua. L’incantatore malvagio stava per uccidere il Fondatore creando un minuscolo buco nero nella sua mano che aumentò le sue dimensioni fin quando la sabbia, i fulmini e ogni traccia magica cominciò ad essere inghiottita, tra cui anche le catene dorate. Thym, resistendo al dolore, posò la sua mano sulla spalla di Wall ed entrambi si materializzarono tra il Fondatore e Abraxás intralciando il suo operato. La condottiera alzò di peso il Fondatore con un braccio e con l’altro tenne alto lo scudo, parandosi da possibili dardi o esplosioni mentre Thym sferrò il primo colpo contro l’incantatore ed interrompendo anche la sua magia.

‘’Oh Thym, perché ti ostini a difenderli? Non comprendono il nostro vasto potere e potresti soggiogarli all’istante ma tu preferisci proteggerli!’’- ringhiò il malefico incantatore, muovendo le mani creando dei simboli che Thym riconobbe e, a sua volte, ne creò alcuni opposti sapendo cosa stava arrivando. Alle spalle di entrambi apparvero minuscoli portali dalla quale saettarono centinaia e centinaia di dardi vitrei si scontrarono tra loro, esplodendo in ulteriori frammenti che sventrarono alcune abitazioni già abbandonate. Abraxás, notando la distruzione circostante, richiamò a sé i vari detriti e li fece piombare duramente su Thym che dovette interrompere il suo incantesimo per evitare di esser travolto dai rottami. Prontamente creò una magia di protezione e tutti i sassi, pezzi di vetro e ferro rimbalzarono sullo scudo formatosi.
‘’Io li difendo dalla tua follia, Abrax! Loro sono innocenti!’’- replicò l’incantatore, afferrando uno dei detriti che tramutò in una sorta di bastone uncinato e colpì il fianco del mago, mandandolo al tappeto per un breve istante prima che costui alzasse un braccio verso il cielo rallentando il tempo circostante; dalle dita dell’incantatore si materializzarono strani filamenti, come se l’incantatore avesse conficcato le sue dita nel tessuto della realtà per poi lacerarla con un singolo movimento, facendo echeggiare la sua voce nella mente di Thym:

‘’Nessuno è innocente!’’- e tutto si distorse in una spirale confusa di colori, suoni, elementi, luoghi. Il tempo sembrò fermo e allo stesso tempo muoversi a velocità diverse, si strappava e ricuciva e Thym si ritrovò a volteggiare in una confusa e deformata realtà. Nella vuota esistenza di quel breve attimo, l’incantatore riuscì a ripristinare la realtà, ma di Abrax neanche l’ombra. Sapendo di eguagliarne il potere e di scovare anche il minimo tranello dietro una magia potente, creò uno strano simbolo d’interdizione e la distorsione svanì con un risucchio tra le sue dita mostrando la Torre Nera ancora viva, la sua perfida essenza accompagnata dalla profonda risata della sua nemesi. I segni di quella distorsione furono fin da subito visibili: la terra era divisa e rialzata in diversi punti attorno la torre, da sotto le fondamenta di essa alcuni fulmini erano sospesi nel tempo ed impedivano l’accesso all’ingresso e alcune pietre della struttura si erano staccate dall’arco fluttuando a mezz’aria. La cima della torre era circondata, invece, da dense nubi temporalesche che roteavano come se un tornado fosse pronto a nascere. Una mano si posò sul suo volto, facendolo sobbalzare:

‘’Ti senti bene mago?’’- domandò Wall, sporca di terra e con una guancia ferita. Thym si alzò a fatica, tenendosi il petto per l’enorme sforzo, aiutato dalla condottiera a tornare da Baspar e uno dei Fondatori dell’Ordine privo di conoscenza per lo scontro. Al Guardiano bastò un breve sguardo negli oggi del mago per dileguarsi subito alla ricerca degli oggetti della lista. Thym, ancora adirato per la follia compiuta dal Fondatore, ricoprì il suo palmo di minuscole saette azzurro che poi tramutò in una scarica elettrica facendola piombare sul Fondatore che tornò tra i vivi. Onde evitare altre follie da parte dell’uomo, Thym creò una barriera quadrata impedendogli di uscire:
‘’Per quale diavolo di ragione lei attacca inconsciamente una Torre Magica di gran lunga più potente di lei e, soprattutto, da solo?’’

‘’Non accetto prediche da un bastardo come te.’’- replicò con stizza il Fondatore, alzandosi e grugnendo per i dolori che le sue ossa e muscoli stavano patendo in quel momento.

‘’Intanto questo bastardo ti ha salvato le chiappe da morte certa.’’- e ben presto le catene dorate del Fondatore si mossero rapide ma incontrarono la resistenza della gabbia magica. Rabbiosamente l’uomo cercò di liberarsi ancora e Thym gli intimò di non fare ulteriori scelte azzardate e volle comunque sapere il suo nome, così da farlo presente agli altri membri dell’Ordine con la speranza di ottenere almeno un richiamo nei suoi confronti.

‘’Amaranti Tric, terzo Fondatore dell’Ordine. E adesso liberami, bastardo!’’- asserì Amaranti, sbattendo i pugni sulla superficie trasparente della barriera; la gabbia evocata da Thym reagì all’urto, restringendosi di qualche centimetro neutralizzando ulteriori movimenti del Fondatore. Il mago, frustrato dal comportamento altezzoso dell’individuo, mosse il braccio in una direzione indefinita e la prigione quadrata svanì con il Fondatore al suo interno lasciando dietro di sé l’eco di un urlo rabbioso.
‘’Ripeto: tu stai bene…Thym?’’- domandò di nuovo Wall, avvicinandosi cautamente al mago, poggiandogli una mano sulla spalla. Le dita di Thym ebbero un fremito dovuto a quell’improvviso tocco, costringendolo a scostarsi educatamente:

‘’Wall, starò bene quando tutto questo avrà fine, ma per cortesia non toccarmi quando sono distratto o preso da lotte con i miei demoni interiori. Stavo per carbonizzarti.’’- rispose Thym alzando la mano mostrando una sfera di fuoco che roteava lenta nel palmo. Wall sfidò la sorte e afferrò la sfera di fiamme, spegnendola come se fosse una semplice torcia; quel gesto così audace e sicuro lasciò a bocca aperta il mago, che provò sia interesse che fastidio nei confronti della condottiera. Poi, per pura sorte, Thym notò la mano guantata di Wall umida di qualche liquido:

‘’Oh, astuta! Ma la tua mano andrà a fuoco di nuovo in quanto magia e l’acqua non…’’- si rese conto solo allora che quella non era semplice acqua d’otre; il luccichio innaturale di ogni goccia, del suono che emettevano al contatto con la sabbia e dei minuscoli, quasi invisibili, obelischi ghiacciati farsi strada tra i granelli d’oro, bastarono a far intendere che si trattasse di magia anche quella. Wall ridacchiò appena, recuperando da una fessura del sua armatura un contenitore di vetro:

‘’Ho preso in prestito una pozione da Baspar, non se ne renderà conto. Sei tu l’esperto, vedi che cos’era, io l’ho presa solo perché mi piaceva il colore.’’- e gli gettò tra le mani il vetro con gli aloni azzurri lasciati dal liquido. Con l’indice recuperò una piccola goccia rimasta sul becco e assaggiandola la riconobbe:

‘’Acqua della Purezza? Oh, questa è una pozione magnifica che ti consente di non ustionarti in grandi incendi…E tu l’hai sprecata per una semplice palla di fuoco? Che inconsiderazione per oggetti così importanti.’’- rispose Thym, imbronciato per l’uso improprio. Wall gli mise una mano sulla spalla e sorrise maliziosamente:

‘’Qui l’unico oggetto importante che possa concedermi una paga maggiore sei tu, maghetto. Cerca di restare vivo fino alla fine, intesi?’’- domandò Wall per poi dargli un bacio sulla guancia, ma il sorriso di malizia e perfidia non svanirono dal volto della condottiera che si avviò verso la Torre del Guardiano. Thym si sentì confuso da quello strano atteggiamento della condottiera, ma la sua attenzione si spostò nuovamente sulla Torre e sull’energia proveniente dagli arcani dei due eserciti prossimi all’arrivo alla Stella. Eppure qualcosa lo fece sorridere di gusto osservando l’oscura torre, qualcosa che solo lui sapeva.

   
 
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