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Autore: mareggiata    05/02/2022    11 recensioni
Un missing moment su un momento intimo nella vita di Oscar.
Sicuramente un passaggio difficile che lei deve aver elaborato in qualche modo. Non sappiamo nulla ma possiamo facilmente immaginare...
Il tutto visto con gli occhi di André.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Primavera 1769
 

Come ogni mattina, anche in questa tarda primavera, André aspettava, vicino alla fontana zampillante, il sopraggiungere della carrozza con il precettore che, di lì a poco, avrebbe impartito le lezioni di latino e greco a lui ed a Oscar.

Era sua abitudine attendere Monsieur Gauthier nello spazio antistante la grande scalinata d'accesso al castello per aiutarlo a scendere dalla carrozza, considerate le difficoltà dovute alle gambe mal ferme dell'anziano uomo di lettere.

Il precettore apprezzava moltissimo questo giovane fanciullo, non solo per questo suo tratto sensibile e attento del carattere (“cosa non comune nei giovani d'oggi”, si ritrovava spesso a pensare), ma anche per la cura con cui André si presentava, sempre in ordine e pulito, mai un capello fuori posto, né una macchia sull'abito.

L'anziano Gauthier era giustamente alla vecchia maniera e certi dettagli, per lui, non erano per nulla da poco.

Quando il Generale Jarjayes, nell'assumerlo quale precettore del suo erede, lo aveva informato che avrebbe avuto come allievo anche un fanciullo di origini plebee, aveva storto visibilmente il naso.

Il grande Monsieur Gauthier aveva impartito le sue lezioni ai pargoli delle più importanti casate nobiliari: bambini per lo più viziati e svogliati, ma mai rozzi, disordinati o, peggio ancora, villani, come sarebbe certo stato un ragazzotto di umili origini.

Aveva dovuto riconoscere, invece, che le assicurazioni del Generale sulla persona di André Grandier erano in effetti corrispondenti al vero e che il ragazzo era veramente molto ben educato, gentile, attento ed anche notevolmente perspicace.

Aveva dovuto superare, con non poche riserve, le perplessità in merito all'accettare un incarico così bizzarro quale quello di diventare l'insegnante di una bambina allevata come un maschio e di un bambino scelto nel novero del piccolo esercito della servitù di palazzo quale compagno di giochi e di studi niente meno dell'erede della grande casata dei De Jarjayes!

Invece entrambi lo avevano stupito oltre ogni immaginazione.

 

Quella mattina, appena posati i piedi mal fermi sul pavé di pietra grigia, ancorato a una spalla di André, Monsieur Gauthier si era sorpreso alquanto e aveva anche provato un poco di invidia quando Marie, la vecchia governante, era giunta di corsa sollevando leggermente le gonne per scendere lo scalone. Quella piccola donnina energica e infaticabile sembrava caricata a molla, come certi carillon, con la differenza che la molla di lei sembrava non doversi fermare mai.

-Monsieur... perdonate- disse Marie arrivando davanti a lui, tradendo un po' di agitazione nel modo in cui si sfregava le mani mentre cercava le parole -questa mattina Madamigella Oscar si è svegliata... indisposta. Non è stata bene questa notte. Vi prego di rimandare la lezione ai giorni prossimi. Vi manderò un messo per informarvi-

-Mi spiace moltissimo per Madamigella, spero non sia nulla di grave- aveva risposto sorpreso -portatele i miei saluti e i migliori auguri di pronta guarigione-

Così un André perplesso si era ritrovato a compiere gli stessi gesti di poco prima, ma alla rovescia, per aiutare il precettore a risalire sulla carrozza.

Aveva temuto che la nonna nel frattempo si fosse allontanata senza perdere tempo, e infatti quando aveva chiuso lo sportello della carrozza e si era girato per parlarle, non l'aveva più trovata.

Si era spazientito perchè contrariato con la nonna. Perchè mai un comportamento così sfuggente? Non sapeva spiegarsi l'accaduto. Oscar difficilmente veniva meno ai suoi doveri, anche verso lo studio. Il suo carattere così severo verso sé stessa, già alla sua giovane età, faceva sì che lei non si sottraesse mai a tutti i suoi impegni. E quelle rare volte in cui, vista la sua proverbiale salute di ferro, si era ritrovata costretta a letto con la febbre, Oscar non aveva mai goduto quei momenti come ore di libertà ma anzi aveva sempre fatto in modo di rimettersi in piedi il prima possibile, anche se non del tutto guarita.

Considerando queste cose, non poté fare a meno di essere pervaso da un senso di inquietudine. Sicuramente doveva trattarsi di qualcosa di più di “un'indisposizione”....

Preoccupato cercò la nonna dove sapeva di poterla trovare con più facilità, ma non c'era traccia di lei. A chiunque chiedesse, nessuno sapeva dirgli dove lei fosse.

Doveva quindi essere nelle stanze di Oscar, non potendo esserci altra alternativa.

Salì quindi le scale che portavano al primo piano e raggiunse la splendida porta il legno laccato. Quando, col pugno alzato, stava per bussare, il battente si era aperto di colpo. Josephine, la giovane lavandaia, stava uscendo tenendo in braccio un groviglio appallottolato tra cui certamente delle lenzuola.

-Oh André!- aveva esclamato Josephine -Mi hai fatto spaventare....-

Lo aveva detto col suo solito modo antipatico, con la sua voce un poco stizzita, a mo' di rimprovero. A dispetto del fatto che fosse molto carina esteticamente, Josephine non riusciva a fare a meno di essere sempre acida con tutti. André aveva spesso pensato che questo suo comportamento, alla fine, inevitabilmente faceva passare in secondo piano la sua bellezza. “Che peccato...” aveva considerato sovente.

-Scusami...- aveva risposto lui facendosi da parte per lasciarla passare.

Appena Josephine era uscita nel corridoio, senza degnarlo di uno sguardo, lui aveva mosso un passo per entrare, ma, in quel preciso istante, si era materializzata la nonna che lo aveva immediatamente bloccato

-André! Non hai nulla da fare?-

-Veramente no... Lo sai anche tu che questa mattina non abbiamo la consueta lezione...- aveva risposto l'ovvio. In fondo André, impegnato nello studio, negli allenamenti con il maestro d'armi, nelle lezioni di ballo e, dulcis in fundo, nei giochi liberi con Oscar, quando finalmente il pomeriggio si faceva inoltrato, era l'unico ragazzo del palazzo, membro della servitù, che in verità non aveva nessun compito da servo.

In realtà la sua innata curiosità, lo portava spesso, quando ne aveva il tempo, ad affiancare qualcuno impegnato nelle sue attività per vedere “come si fa” e imparare qualcosa di nuovo.

Aiutava persino le cameriere quando le vedeva in difficoltà o i garzoni che provenivano da ogni dove quando scaricavano i loro carretti.

Insomma era ben voluto da tutti per la sua modestia e la sua sollecitudine, nonostante non fossero stati pochi quelli che avevano nutrito della comprensibile invidia per lui, specialmente all'inizio quando non lo conoscevano ancora, appena giunti per prendere servizio a palazzo.

-Allora cercati qualcosa da fare!- gli aveva intimato la nonna prima di sbattergli la porta in faccia

-Ma io volevo solo sapere come sta Oscar...- aveva risposto sapendo che la nonna lo avrebbe comunque sentito anche attraverso il battente

-Non devi preoccuparti...- gli aveva infatti risposto lei, alzando un poco la voce.

 

Così si era arreso, anche se continuava a non essere tranquillo, e si era andato a cambiare per indossare abiti più comodi per raggiungere Pierre, il maniscalco, nel suo piccolo regno presso le scuderie.

Amava così tanto i cavalli che ogni occasione era buona per prendersi cura di loro, anche se certo non mancavano gli stallieri in un palazzo nobiliare...

Il tempo era quindi passato in fretta. Lui e Pierre avevano ferrato gli zoccoli di uno dei purosangue più amati dal Generale, senza quasi scambiarsi una parola. Il vecchio Pierre era un uomo schivo e taciturno e, per questo, André sapeva che, per essere accettati da lui, bisognava lavorare e aprire bocca solo per lo stretto necessario.

Terminato il lavoro, si era sciacquato soddisfatto le mani nella piccola fontana appena fuori, nel retro dalla scuderia dove, al di là di alte siepi che ne nascondevano la vista, vi erano i fili per stendere i panni.

Delle voci avevano attirato la sua attenzione, per cui era passato attraverso un piccolo varco tra gli alberi e si era ritrovato seminascosto, alle spalle di Josephine e Giselle che stavano stavano evidentemente stendendo i panni, tra cui certamente anche quelli di Oscar che lui aveva visto tra le braccia della prima quella mattina.

-Guarda... Non sei riuscita a far andare via l'alone di sangue! Si vede ancora!- Josephine stava rimproverando la povera Giselle -Lo sai che quella pignola di Marie vuole sempre tutto perfetto! Non accetterà mai che le lenzuola di Madamigella Oscar non siano più che linde-

Sangue?? Un brivido percorse la nuca di André. Ma come possibile, si stava chiedendo, passando in rassegna tutte le possibilità.

Cercando di tranquillizzarsi, aveva concluso che l'unica spiegazione era che Oscar si fosse ferita magari a colazione, rompendo accidentalmente la tazzina.

Eppure...

Eppure non avrebbe mai usato un lenzuolo per tamponare la ferità. Ma soprattutto non avrebbe mai annullato la lezione con Monsieur Gauthier per una piccola sciocchezza....

Stava meditando sulle varie possibilità, quando colse una frase tra tutte quelle che si stavano scambiando le due giovani

-Alla fine, quel folle del Generale dovrà arrendersi... Tu dici che adesso capirà di avere una femmina e non un maschio?- aveva riso Giselle

-Quello? Quello è più testardo di un caprone!- aveva risposto Josephine con il suo solito tono acido -Neanche se gli avessimo messo il lenzuolo imbrattato di sangue sotto al suo nobile naso, avrebbe riconosciuto che al suo erede sono arrivate le regole-

-Sì forse hai ragione. Però che ridere... Hai visto la faccia atterrita di Madamigella Oscar?-

-Altro che sconfiggere un nemico a duello! Quella si fa abbattere da un po' di sangue...-

-Certo, se ci pensi, per lei deve essere stata una amara sorpresa questa mattina...-

-E non ti dico che pallore, pensavo che svenisse, quando Marie le ha confermato che, molto probabilmente, quel mal di pancia che adesso la sta piegando, arriverà ogni mese insieme al sangue!-

-Oh già! Che scoperta!-

-Per lei sì! Sai cosa ha detto?- chiese Josephine, continuando senza attendere risposta -Ha detto “Come farò tutti i mesi se davvero avrò un male così?”-

André non credeva alle sue orecchie.

Certo sapeva, perchè i ragazzi più grandi glielo avevano spiegato, che le donne hanno questo strano fenomeno che indica che da quel momento sono davvero delle donne e possono quindi sposarsi ed avere figli.

Aveva distrattamente pensato talvolta che quindi anche ad Oscar sarebbe successo un giorno, ma non si era mai soffermato a pensare a tutte le conseguenze. E ce n'erano molte.... Gli era sembrato che ci fosse ancora tanto tempo...

Era ritornato sui suoi passi senza farsi notare e si era seduto, quasi in trance, su una panca sgangherata addossata al muro sul retro della stalla.

Da oggi Oscar era una donna....

Certo lo sapeva che era una femmina. Ma adesso era davvero una donna. Perdeva sangue come tutte le donne.

André doveva ammettere che questo pensiero lo turbava. Gli aveva sempre fatto senso questa cosa. Insomma. Che strana la natura...

Ma se aveva provato un poco di ribrezzo nel pensarlo sulle altre donne, adesso immaginare Oscar che perdeva sangue lo straniva completamente.

E non solo questo! Ma anche l'idea che lei lo avrebbe perso ogni mese, insieme a quei dolori di pancia e, magari, di testa di cui si lamentano spesso le ragazze e la cui origine gli era stato chiarita da qualche battuta sarcastica di alcuni uomini.

Speriamo non sia così per Oscar” si era ritrovato a pensare, quasi a pregare, tanto era l'intensità di questa sua speranza.

Poi di colpo fu folgorato da un pensiero che lo turbò moltissimo, molto più di tutto il resto.

Ma se Oscar adesso era davvero una donna, come la sua vera natura reclamava, allora voleva dire.... che un giorno avrebbe potuto essere madre...

Ricacciò indietro questo pensiero, scuotendo la testa. No. Questo era davvero impossibile! La sua Oscar madre proprio no! Solo il pensiero di lei con il pancione era tanto ridicola da far capire che non era pensabile...

Eppure....

E il Generale avrebbe ignorato tutto?

Le cose sarebbero cambiate?

Certamente sì. Era folle pensare che un fatto del genere non avrebbe cambiato qualcosa nella loro vita... indipendentemente dalle scelte dei Generale

Ma cosa esattamente? E quanto?

 

Si ritrovò a pensare che il passaggio da ragazzo a uomo è molto più indolore di quello da fanciulla a donna. Tutto ciò che comportava questo passaggio era molto più sfumato in un uomo.

Per quanto lo riguardava, si era accorto che, oltre ai cambiamenti fisici esteriori, adesso aveva dei pensieri che una volta non lo tangevano minimamente.

Non era raro infatti che spesso si ritrovasse imbambolato ad osservare di nascosto la scollatura generosa di una cameriera o a spiarne un'altra china a raccogliere qualcosa. E da lì.... che fantasie!!

Meglio non rivelarle a nessuno perchè certo sarebbe stato molto mal giudicato!!

Ogni tanto temeva la forza di quelle fantasie e il bisogno che sentiva di liberare il suo corpo da quella tensione spasmodica che provava.

Queste erano tutte novità insorte gradualmente nel corso degli ultimi tempi, ma certo non si può dire che fossero così “impegnative” come perdere sangue tutti i mesi....

Si ritrovò a considerare che sarebbe stato bello fermare il tempo a quando erano ancora bambini, ignari di tutto, il cui unico scopo nella giornata era quello di trovare un gioco divertente.

 

Si alzò dalla panca con un lieve senso di vertigine e si incamminò verso il palazzo preoccupato per l'imbarazzo che certamente avrebbe provato incontrando Oscar, chiedendosi se sarebbe riuscito a dissimularlo. E lei come si sarebbe comportata?

Inutile chiedere consiglio alla nonna. La conosceva troppo bene per non sapere che non era ancora il momento buono per intavolare questo discorso con lei. L'aveva vista turbata.

Si immaginava che la nonna avesse vissuto questo evento, in altre occasioni e con altre giovani, probabilmente come un fatto naturale degno di non troppa enfasi.

Con Oscar invece il suo coinvolgimento doveva essere stato molto più importante e il fatto doveva averla abbastanza scossa, visto come si era comportata quella mattina. Evidentemente anche la nonna doveva aver compreso, forse più di chiunque altro, il forte turbamento di Oscar e le implicazioni di questa novità.

E lui sapeva che quando la nonna era in quello stato d'animo, non c'era verso di farla stare un attimo ferma per riuscirle a parlare. Era un terremoto dentro e fuori.

Se ne andò quindi nella sua camera e si chiuse dentro a meditare e ad arrovellarsi il cervello intorno a mille domande.

 

Solo a metà pomeriggio uscì per andare a prendere una boccata d'aria. Stare chiuso lì solo lo rendeva ancora più inquieto.

Afferrò i suoi stivali e l'occorrente per lucidarli e andò a sedersi nel cortile sul retro.

Questa attività era una sorta di scacciapensieri che lo aiutava a sfogare il nervosismo. Il risultato finale, quando vedeva il cuoio rilucere come nuovo, lo appagava moltissimo.

 

Mentre era chino intento a strofinare con foga ogni piega alzò distrattamente lo sguardo richiamato dallo scricchiolio della ghiaia sotto alle suole di qualcuno che si stava avvicinando.

Con il braccio sinistro infilato nello stivale e il panno nella mano destra sollevata, rimase per un attimo imbambolato nel vedere Oscar venirgli incontro con una spada in ciascuna mano.

Era lei.

Sempre la stessa.

Almeno apparentemente tranquilla pur nella sua espressione sempre seria

-Oggi non ci siamo ancora allenati, André...- gli disse in modo naturale

Lui si alzò di scatto, sentendosi come colpevole, lasciando cadere a terra, senza cura, lo stivale e il panno.

Avrebbe voluto chiederle come stesse, ma non voleva metterla in imbarazzo o almeno così pensava.

Se Oscar aveva deciso di allenarsi, bene o male, voleva dire che aveva deciso così e non c'era nient'altro da dire.

-Come vuoi tu, Oscar- le rispose serio -lasciami solo il tempo di lavarmi le mani e levarmi questo grasso e ti raggiungo subito...-

E mentre andava a cercare il catino per sciacquarsi, il suo cuore traboccò di gioia.

Quante volte ancora Oscar avrebbe dovuto dimostrargli che lei era sempre e semplicemente Oscar? E non un uomo o una donna. Semplicemente Oscar...

Forse le sue preoccupazioni non avevano ragione di esistere.

Lei avrebbe affrontato questa novità con il suo coraggio rimanendo se stessa.

Quanto era stato stupido, pensò.

Quando ritornò da lei, prese la spada che lei gli porgeva e le disse con un sorriso irriverente:

-Stai in guardia, Oscar, che sta sera ho intenzione di batterti-

La risata di lei e la sua risposta -Fatti sotto, André!- gli fecero evaporare ogni pensiero come la rugiada sotto i raggi del primo mattino di uno splendido sole scintillante.

Scintillante come erano lei, il suo sorriso e i suoi capelli dorati.

E in quel momento fu colto da turbamento nuovo davanti a quella donna, quella splendida, unica donna.

L'inizio di un turbamento che andò crescendo nel tempo... e tutto il resto è storia.....

 

 

 

Ciao a tutti.

Come vedete, invece di aggiornare la mia ff che giace agonizzante, triste e abbandonata, ho scritto di impulso questa ff. L'ho buttata giù in un impeto e adesso la pubblico.

Sono stata ispirata dalla ff di Dorabella “Pourquoi est-ce qu'on se déguise?” che, a sua volta, mi ha detto essere stata ispirata dalla mia OS “Pubertà”

Devo quindi a Dorabella un grazie per avermi dato questo nuovo spunto, in una sorta di gioco a ping-pong. Chissà se anche questa OS sarà di ispirazione per lei... ;) Nel caso ne sarei felice.

Un abbraccio forte.

Lucia

 

 

  
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