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Autore: Ivy001    10/02/2022    2 recensioni
Se la quarta serie non fosse finita con la morte di Nairobi? Se Gandia fosse stato freddato alle spalle o anche solo attecchito con un colpo alla gamba, prima di compiere quell'atto atroce? Come sarebbe proceduto il colpo se Lisbona fosse stata liberata e ricondotta dal Professore, anziché entrare nella Banca dai suoi compagni?
Tanti SE ... e mi piace immaginare che le cose siano andate davvero come nella mia fantasia.
Quindi partirò proprio da lì, da quando il fanatico Capo della sicurezza della Banca di Spagna, è prossimo a far fuori Nairobi.
Genere: Azione, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sorretta da due serbi, Alicia Sierra, ancora intontita dopo essere stata sedata dai medici, fa la sua comparsa.

Si guarda attorno, mettendo a fuoco, uno alla volta, i visi davanti a sé. Ma la prima a raggiungerla è Tatiana.

“Come ti senti? Spero per te che non deciderai di scappare, ancora!”

L’ex ispettrice scombussolata, per metterla a tacere alza il pollice, segnalando un ok.

Solo quando riconosce Nairobi, i suoi occhi, inizialmente socchiusi, si spalancano.

“Ancora tu?” – dice, effettivamente disturbata dalla presenza della gitana – “Ma non dovevamo vederci più?”

Poi, proprio come una tipica folle, ride fragorosamente delle sue stesse parole.

Agata, scioccata dalla pazzia della donna, scuote il capo, contrariata da quella presenza, e, dopo aver gridato la sua rabbia, si allontana.

“Dove vai?” – le chiede Bogotà, preoccupato.

La gitana non risponde, fa cenno a Tokyo che non esita a porgerle il braccio, e condurla in un cucinino poco distante.

“Ha qualche rotella fuori posto” – commenta Rio, sussurrandolo a Denver che, nel mentre, emette la solita risatina che attira l’attenzione di tutti.

“Osp, scusate!” – alza le mani, accortosi di aver riso in un momento alquanto delicato.

“Che facce avete!? Si, lo so, la vostra acerrima nemica si trova qui con voi… eh già. Sappiate che non mi sta bene, mia sorella insiste ad aiutarmi in una maniera alquanto ridicola, quindi…”
“Alicia, per favore!” – interviene Tatiana, cercando di rimetterla in riga, come una mamma fa con una figlia che non rispetta le regole di comportamento.

“Alicia…Alicia…Alicia...” – imita la voce della consanguinea, per commentare con un deciso – “Basta!”

“Sierra, se credi che per noi sia facile accettarti qui, sapendoti capace di ogni cosa, ti sbagli di grosso. Non c’è stima reciproca, perciò…direi solo di affrettare i tempi, collaborare, per quanto possibile, e poi dirci definitivamente addio!” – a parlare è Palermo che, prendendo il controllo della situazione, manifesta lo stato d’animo di tutti i suoi amici.

“Collaborare? Io con voi…MAI!” – esclama. Però le basta qualche attimo di silenzio per optare un’altra soluzione – “Anzi, sai che ti dico?! Resto qui solamente per vedere fino a che punto siete disposti a rischiare la libertà, quanto siete coraggiosi per mandare tutto al diavolo nella salvezza di chi, per riempire il proprio ego, non ha esitato a gettarvi in pasto ai leoni” – scegliendo di godersi lo spettacolo, si siede su un divanetto e, a braccia incrociate al petto, fissa, beffarda, i Dalì.

“Ti giuro che sono tentato di buttarla fuori a calci nel cu…” – ad alterarsi è Denver, tornato serio dopo qualche minuto prima.

“Ehi!” – lo zittisce Tatiana, ricordandogli che si tratta di sua sorella, anche se, fossero state sconosciute, forse avrebbe avuto la medesima reazione.

“Accontentiamoci di questo, ragazzi” – li prega, dispiaciuta dal modo di fare della parente.

“Sia chiaro, una sola mossa falsa e io agirò di testa mia, senza badare al fatto che avete lo stesso sangue, chiaro?” – stavolta a parlare con durezza è Bogotà, rancoroso verso la nemica a causa del male che recò a Nairobi,.

“Calmati, amico! Nulla accadrà, tutto sarà rispettato. Mi incarico io di vigilare su di lei” – interviene Palermo, dando una pacca sulla spalla del saldatore.

“Non deludermi più” – il tono speranzoso è di chi si è sentito tradito da una persona che chiamava Fratello, e a cui, oggi come oggi, ha timore a concedere piena fiducia.

“Te lo prometto su qualcuno che amo disperatamente e che non c’è più” – gli occhi di Martin sono sinceri come mai nella vita e questo basta a convincere Bogotà delle buone intenzioni dell’argentino. Così, ringraziandolo, decide di raggiungere la sua Nairobi, ancora scossa per aver scoperto della presenza di Alicia.

Eppure la voce di quest’ultima torna a farsi ascoltare in tutta la sua follia.

“E tu saresti il compagno di Agata?” – puntualizza, ridendo sotto i baffi.

“Falla tacere” – sussurra Santiago a Tatiana, la quale, di contro, fatica a farsi rispettare dalla maggiore.

“Povero illuso” – continua.

“Zitta” – ripete più volte la ex moglie di Berlino.

“Illuso, perché?” -  domanda Bogotà, stando al suo gioco. Sa bene che sono solo provocazioni per recare male. Dopotutto è così che agisce la mente più diabolica che abbia mai conosciuto in vita sua.

C’è un dettaglio, però, che il saldatore ignora.

Un dettaglio che neppure Nairobi conosceva fino a qualche giorno prima.

“Sai che mio marito si divertiva con la tua cara fidanzata?”

“CHE?” – esclamano molti dei Dalì, increduli.

“Basta, stiamo toccando l’apice della follia. Mi spiegate perché stiamo ancora ad ascoltarla?” – sbotta Denver.

“Silenzio, fatela finire. Vediamo fino dove si spinge” – afferma Bogotà, prendendola alla leggera.

“Libero di non credermi, chiedilo direttamente alla tua dolce metà. Axel e Anita sono fratellastri! German prima di sposarmi, si divertiva a scopare con la tua…come è che la chiami…?!.... ah, ecco…. Nairobi!”

“Come osi dire queste assurdità? Non ti è bastato cercare di ucciderla?” – il tono alterato di Santiago, inizia a far temere anche gli amici di una eccessiva reazione fisica verso la donna.

“Calmati, per favore” – Denver e Rio intervengono, trattenendolo per le braccia.

“Fossi in te, se avessi un briciolo di intelligenza, farei due conti. Perché, a tuo avviso, ho scelto proprio lei come pedina da annientare durante la rapina?”

“Non può essere” – esclama, scioccata, Tatiana che, finalmente, cambia fazione e attacca la parente – “Come puoi vivere costantemente nel meditare vendetta? Che persona sei diventata? Non è rimasto un briciolo di umanità in te?”

“Taci, avevi le migliori possibilità e le hai buttate nel cesso, diventando una ladra, una nemica della legge, una che escogita piani per imbrogliare e rubare la gente…esattamente come Sergio Marquina”

“Tu non sai nulla della mia vita” – commenta la seconda delle Sierra, trattenendo la rabbia e il pianto.

“Adesso basta, torniamo alla missione” – Palermo cerca di ristabilire la quiete.

Impossibile farlo, dopo aver sganciato una bomba simile.

“Certo, dai fatemi vedere il vostro genio in azione” - ridacchia Alicia, riprendendo posto sul divano, ignorando le ferite che ha aperto in tutti i presenti.

Bogotà, fuori di sé, si svincola dalla stretta di Rio e Denver e raggiunge Nairobi.

Quanto a Tatiana, la ex moglie di Berlino resta in silenzio, con gli occhi bassi, mentre dei flash del passato le invadono la mente. Nessuno…nessuno sapeva, a parte Andrès De Fonollosa, quello che lei ha patito quando, a soli 17 anni, nel Conservatorio tanto illustre dove fu iscritta, visse qualcosa che la trasformò.

“Tutto bene?” – è Stoccolma, dolce e premurosa, come sempre, a notare in lei tanto dolore.

La ladra annuisce, accennando un sorriso forzato. Poi posa gli occhi sulla consanguinea e guardandola ferire volontariamente chi invece potrebbe aiutarla a salvarsi, prende la decisione più difficile – “Ok, hai vinto!”

“Ho vinto, cosa?” – quell’affermazione attira subito l’attenzione di Alicia.

“Puoi andartene, nessuno ti trattiene”

“Alleluia!” – esclama, senza farselo ripetere due volte, e si alza dal divano, pronta ad uscire.

I Dalì sono confusi, ma basta lo sguardo di Tatiana a fargli capire che perfino nel legame tra sorelle è stato superato il limite.

“Ho cercato in mille modi di aiutarti. Tu non vuoi essere aiutata, e allora…che ognuna segua la propria strada”

“Finalmente l’hai capito, brava sorellina!”

“Sorellina, un cazzo. Non siamo più imparentate, nulla ci unisce. Io non verrò più in tuo soccorso, Anita crescerà con me, e tu finirai nel posto che meriti”

“E quale sarebbe, sentiamo!”

“L’inferno! È lì che i mostri come te vanno”

La freddezza con qui Tatiana esprime tali parole, fanno accapponare la pelle perfino ad Alicia Sierra.

Ma l’ex ispettrice finge che quell’odio nei suoi confronti le interessi poco.

In realtà è stato l’ennesimo colpo al cuore.

“Addio” – dice allora, voltando le spalle, pronta ad aprire la porta e sparire per sempre.

Ma è il bisbiglio di Palermo che la trattiene dall’uscire.

“Devi raccontarle cosa hai vissuto al conservatorio, Tati”

“NO!” – replica la donna.

Ed è allora che la maggiore, spiazzata, si volta verso la parente e chiede – “Cosa è accaduto al Conservatorio?”

“Non sono affari tuoi”

“Dimmelo!”

“Vattene. Sbaglio o volevi scappare quanto prima?! Mi lascerai da sola, come hai fatto nel momento in cui hai scelto di indossare il distintivo”

Cade un silenzio tombale, rotto solo dall’intervento di Martin.

“Se non glielo dici tu, sarò io a farlo”

“Possibile che nessuno abbia le palle per dirmelo? Cosa cazzo è accaduto?”

E così, data la forte pressione psicologica, Tatiana rivela un oscuro segreto, quello che la condusse a cambiare strada e diventare socia del suo ex marito.

“Ok, a patto che tu, dopo quanto ascoltato, non ti lascerai condizionare nella scelta di andartene”

“Sono già un piede fuori la porta, ho preso già la mia decisione. Ora tocca a te, dimmi cosa è accaduto!” – Alicia comincia davvero a ipotizzare il peggio.

E non ha torto a farlo.

“Avevo 17 anni e tanti sogni. Avevo perso te, avevo perso Anita, avevo anche tante aspettative sul mio futuro e mamma e papà mi erano con il fiato sul collo, quotidianamente. Scelsero per me uno dei migliori insegnanti di musica. Uomo di grande fama, di notevole talento… l’uomo che non ha esitato a farmi violenza e distruggere l’amore che nutrivo per quel mondo…” – mentre racconta, Tatiana sente una morsa allo stomaco, avvertendo sulla sua pelle delle sensazioni che tentò, per lungo tempo, di sopprimere. Le lacrime scivolano sulle sue gote con forza e le rammentano la sofferenza degli anni passati.

“Andrès era lì quando quel mostro cercò, una seconda volta, di abusare di me! Mi salvò, mi aiutò a ritrovare me stessa nei mesi successivi. Ho cambiato i miei pensieri, i miei obiettivi, vivevo per recare male a quei ricconi di successo che non esitavano ad abusare del loro potere… poi ci sposammo, e accadde quanto accadde… a lui sono debitrice, ed è per lui, in suo onore, che ho deciso di intervenire in questa rapina per salvare il piano, nel caso di problemi, e senza ricavarne nulla in cambio! Sono qui perché a lui devo la mia vita!”

Lo shock è leggibile sui volti di tutti e la commozione è inevitabile.

Anche per una roccia come Alicia Sierra che, infatti, trattenendo emozioni contrastanti che le scavano dentro la pelle, accenna con un filo di voce - “Perché non me l’hai detto prima?”

Ovviamente, si legge tra le righe il suo: SE ME L’AVESSI DETTO, LO AVREI UCCISO CON LE MIE STESSE MANI.

“Io sono cambiata da allora, e adesso sai anche tu perché sono diventata una ladra! Per tale ragione, non lascerò il fratello di Andrès nelle mani dei potenti. Lo salverò, anche a costo della mia stessa vita”

La rivelazione di Tatiana è un fulmine a ciel sereno per chiunque abbia potuto ascoltare una voce tremante raccontare di un passato indicibile.

Rimasta senza parole, Alicia non sa cosa pensare. Quella tremenda scoperta ha sfiorato il suo cuore gelido, ricordandogli che non è l’unica ad aver patito troppo.

“Ecco, ora lo sai, puoi anche andartene!” – dopo aver raccontato qualcosa che ha celato per bene, e di cui erano al corrente solo Berlino e Palermo, la minore delle Sierra si asciuga il viso e rindossa la maschera da donna indistruttibile.

“Tati, io…” – l’ex ispettrice cerca di trovare qualche parola di senso compiuto, chiamandola addirittura con un nomignolo, eppure è cosciente che ogni cosa detta può essere vana.

“Sbaglio o eri un passo fuori la porta?! Va’! Chi ti trattiene qui?” – insiste la ladra.

In quel preciso istante, un rumore esterno, pone tutti in allerta.

“Cazzo, cos’era?” – esclama Rio.

“Mica la polizia?” -  ipotizza Denver, afferrando una pistola.

“Silenzio, vado ad appurare, voi restate qui!” – uno dei medici si immola per il gruppo, essendo ancora estraneo alle forze dell’ordine.

Il panico dei minuti seguenti vede totalmente estranee le due sorelle che, invece, continuano a guardarsi, silenziose.

Mentre c’è confusione attorno a loro, le Sierra si rivedono adolescenti, una di fronte all’altra…. Ai tempi, bastava uno sguardo per fare pace e delle paroline significative che rimettevano tutto in ordine.

“Stringiamo di nuovo il nostro nodo?” – espressione alquanto buffa, ma carica di senso. Ed è proprio Alicia a pronunciarla, porgendole una mano.

Sotto lo sguardo esterrefatto dei Dalì, ancora in ansia per il rumore esterno alla casa, le due si confrontano.

Minuti, secondi, che sembrano un’eternità.

Poi Tatiana risponde – “Se hai ricordato questo nostro rito, vuol dire che la vera Alicia c’è ancora lì dentro…” – accenna un sorriso, commuovendosi. Poi, proprio come facevano da ragazzine, le sue intrecciano la mano.

“Aiutami a ritrovare me stessa, ti prego” – le sussurra Alicia, lasciandosi andare ad un abbraccio.

“E tu non abbandonarmi più”

Un momento di pace su cui nessuno avrebbe mai scommesso, viene interrotto bruscamente dall’arrivo del medico allontanatosi poco prima.

“Ragazzi…”

“Che succede? Chi era?” – domanda Palermo.

“Venite a vedere voi stessi”

Il gruppo segue, in massa, l’uomo, rassicurato di poter varcare l’uscio non essendoci pericolo.

“Non ci credo” - esclama Stoccolma, a bocca aperta.

“Come è possibile?!” – aggiunge incredulo Helsinki.

Tatiana e Alicia, mano nella mano, si uniscono ai Dalì e appurano l’accaduto.

Spiazzate da quanto hanno di fronte agli occhi, si guardano confuse.

“Quella è…?” – cerca conferme la seconda delle Sierra.

E la ex ispettrice annuisce, mettendo ben a fuoco la persona in questione – “Sì, un punto in più per i Dalì! Hanno appena recuperato Raquel Murillo”

   
 
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