Si
guarda attorno, mettendo a fuoco, uno alla volta, i visi davanti a
sé. Ma la
prima a raggiungerla è Tatiana.
“Come
ti senti? Spero per te che non deciderai di scappare, ancora!”
L’ex
ispettrice scombussolata, per metterla a tacere alza il pollice,
segnalando un
ok.
Solo
quando riconosce Nairobi, i suoi occhi, inizialmente socchiusi, si
spalancano.
“Ancora
tu?” – dice, effettivamente disturbata dalla
presenza della gitana – “Ma non
dovevamo vederci più?”
Poi,
proprio come una tipica folle, ride fragorosamente delle sue stesse
parole.
Agata,
scioccata dalla pazzia della donna, scuote il capo, contrariata da
quella
presenza, e, dopo aver gridato la sua rabbia, si allontana.
“Dove
vai?” – le chiede Bogotà, preoccupato.
La
gitana non risponde, fa cenno a Tokyo che non esita a porgerle il
braccio, e
condurla in un cucinino poco distante.
“Ha
qualche rotella fuori posto” – commenta Rio,
sussurrandolo a Denver che, nel
mentre, emette la solita risatina che attira l’attenzione di
tutti.
“Osp,
scusate!” – alza le mani, accortosi di aver riso in
un momento alquanto
delicato.
“Che
facce avete!? Si, lo so, la vostra acerrima nemica si trova qui con
voi… eh
già. Sappiate che non mi sta bene, mia sorella insiste ad
aiutarmi in una
maniera alquanto ridicola, quindi…”
“Alicia, per favore!” – interviene
Tatiana, cercando di rimetterla in riga,
come una mamma fa con una figlia che non rispetta le regole di
comportamento.
“Alicia…Alicia…Alicia...”
– imita la voce della consanguinea, per commentare con un
deciso – “Basta!”
“Sierra,
se credi che per noi sia facile accettarti qui, sapendoti capace di
ogni cosa,
ti sbagli di grosso. Non c’è stima reciproca,
perciò…direi solo di affrettare i
tempi, collaborare, per quanto possibile, e poi dirci definitivamente
addio!” –
a parlare è Palermo che, prendendo il controllo della
situazione, manifesta lo
stato d’animo di tutti i suoi amici.
“Collaborare?
Io con voi…MAI!” – esclama.
Però le basta qualche attimo di silenzio per optare
un’altra soluzione – “Anzi, sai che ti
dico?! Resto qui solamente per vedere
fino a che punto siete disposti a rischiare la libertà,
quanto siete coraggiosi
per mandare tutto al diavolo nella salvezza di chi, per riempire il
proprio
ego, non ha esitato a gettarvi in pasto ai leoni” –
scegliendo di godersi lo
spettacolo, si siede su un divanetto e, a braccia incrociate al petto,
fissa,
beffarda, i Dalì.
“Ti
giuro che sono tentato di buttarla fuori a calci nel
cu…” – ad alterarsi è
Denver, tornato serio dopo qualche minuto prima.
“Ehi!”
– lo zittisce Tatiana, ricordandogli che si tratta di sua
sorella, anche se,
fossero state sconosciute, forse avrebbe avuto la medesima reazione.
“Accontentiamoci
di questo, ragazzi” – li prega, dispiaciuta dal
modo di fare della parente.
“Sia
chiaro, una sola mossa falsa e io agirò di testa mia, senza
badare al fatto che
avete lo stesso sangue, chiaro?” – stavolta a
parlare con durezza è Bogotà, rancoroso
verso la nemica a causa del male che recò a Nairobi,.
“Calmati,
amico! Nulla accadrà, tutto sarà rispettato. Mi
incarico io di vigilare su di
lei” – interviene Palermo, dando una pacca sulla
spalla del saldatore.
“Non
deludermi più” – il tono speranzoso
è di chi si è sentito tradito da una
persona che chiamava Fratello, e a cui, oggi come oggi, ha timore a
concedere
piena fiducia.
“Te
lo prometto su qualcuno che amo disperatamente e che non
c’è più” – gli
occhi
di Martin sono sinceri come mai nella vita e questo basta a convincere
Bogotà
delle buone intenzioni dell’argentino. Così,
ringraziandolo, decide di
raggiungere la sua Nairobi, ancora scossa per aver scoperto della
presenza di
Alicia.
Eppure
la voce di quest’ultima torna a farsi ascoltare in tutta la
sua follia.
“E
tu saresti il compagno di Agata?” – puntualizza,
ridendo sotto i baffi.
“Falla
tacere” – sussurra Santiago a Tatiana, la quale, di
contro, fatica a farsi
rispettare dalla maggiore.
“Povero
illuso” – continua.
“Zitta”
– ripete più volte la ex moglie di Berlino.
“Illuso,
perché?” - domanda
Bogotà, stando al suo
gioco. Sa bene che sono solo provocazioni per recare male. Dopotutto
è così che
agisce la mente più diabolica che abbia mai conosciuto in
vita sua.
C’è
un dettaglio, però, che il saldatore ignora.
Un
dettaglio che neppure Nairobi conosceva fino a qualche giorno prima.
“Sai
che mio marito si divertiva con la tua cara fidanzata?”
“CHE?”
– esclamano molti dei Dalì, increduli.
“Basta,
stiamo toccando l’apice della follia. Mi spiegate
perché stiamo ancora ad
ascoltarla?” – sbotta Denver.
“Silenzio,
fatela finire. Vediamo fino dove si spinge” –
afferma Bogotà, prendendola alla
leggera.
“Libero
di non credermi, chiedilo direttamente alla tua dolce metà.
Axel e Anita sono
fratellastri! German prima di sposarmi, si divertiva a scopare con la
tua…come
è che la chiami…?!.... ah, ecco….
Nairobi!”
“Come
osi dire queste assurdità? Non ti è bastato
cercare di ucciderla?” – il tono
alterato di Santiago, inizia a far temere anche gli amici di una
eccessiva
reazione fisica verso la donna.
“Calmati,
per favore” – Denver e Rio intervengono,
trattenendolo per le braccia.
“Fossi
in te, se avessi un briciolo di intelligenza, farei due conti.
Perché, a tuo
avviso, ho scelto proprio lei come pedina da annientare durante la
rapina?”
“Non
può essere” – esclama, scioccata,
Tatiana che, finalmente, cambia fazione e attacca
la parente – “Come puoi vivere costantemente nel
meditare vendetta? Che persona
sei diventata? Non è rimasto un briciolo di
umanità in te?”
“Taci,
avevi le migliori possibilità e le hai buttate nel cesso,
diventando una ladra,
una nemica della legge, una che escogita piani per imbrogliare e rubare
la
gente…esattamente come Sergio Marquina”
“Tu
non sai nulla della mia vita” – commenta la seconda
delle Sierra, trattenendo
la rabbia e il pianto.
“Adesso
basta, torniamo alla missione” – Palermo cerca di
ristabilire la quiete.
Impossibile
farlo, dopo aver sganciato una bomba simile.
“Certo,
dai fatemi vedere il vostro genio in azione” - ridacchia
Alicia, riprendendo
posto sul divano, ignorando le ferite che ha aperto in tutti i presenti.
Bogotà,
fuori di sé, si svincola dalla stretta di Rio e Denver e
raggiunge Nairobi.
Quanto
a Tatiana, la ex moglie di Berlino resta in silenzio, con gli occhi
bassi,
mentre dei flash del passato le invadono la mente.
Nessuno…nessuno sapeva, a
parte Andrès De Fonollosa, quello che lei ha patito quando,
a soli 17 anni, nel
Conservatorio tanto illustre dove fu iscritta, visse qualcosa che la
trasformò.
“Tutto
bene?” – è Stoccolma, dolce e premurosa,
come sempre, a notare in lei tanto
dolore.
La
ladra annuisce, accennando un sorriso forzato. Poi posa gli occhi sulla
consanguinea e guardandola ferire volontariamente chi invece potrebbe
aiutarla
a salvarsi, prende la decisione più difficile –
“Ok, hai vinto!”
“Ho
vinto, cosa?” – quell’affermazione attira
subito l’attenzione di Alicia.
“Puoi
andartene, nessuno ti trattiene”
“Alleluia!”
– esclama, senza farselo ripetere due volte, e si alza dal
divano, pronta ad
uscire.
I
Dalì sono confusi, ma basta lo sguardo di Tatiana a fargli
capire che perfino
nel legame tra sorelle è stato superato il limite.
“Ho
cercato in mille modi di aiutarti. Tu non vuoi essere aiutata, e
allora…che
ognuna segua la propria strada”
“Finalmente
l’hai capito, brava sorellina!”
“Sorellina,
un cazzo. Non siamo più imparentate, nulla ci unisce. Io non
verrò più in tuo
soccorso, Anita crescerà con me, e tu finirai nel posto che
meriti”
“E
quale sarebbe, sentiamo!”
“L’inferno!
È lì che i mostri come te vanno”
La
freddezza con qui Tatiana esprime tali parole, fanno accapponare la
pelle perfino
ad Alicia Sierra.
Ma
l’ex ispettrice finge che quell’odio nei suoi
confronti le interessi poco.
In
realtà è stato l’ennesimo colpo al
cuore.
“Addio”
– dice allora, voltando le spalle, pronta ad aprire la porta
e sparire per
sempre.
Ma
è il bisbiglio di Palermo che la trattiene
dall’uscire.
“Devi
raccontarle cosa hai vissuto al conservatorio, Tati”
“NO!”
– replica la donna.
Ed
è allora che la maggiore, spiazzata, si volta verso la
parente e chiede – “Cosa
è accaduto al Conservatorio?”
“Non
sono affari tuoi”
“Dimmelo!”
“Vattene.
Sbaglio o volevi scappare quanto prima?! Mi lascerai da sola, come hai
fatto
nel momento in cui hai scelto di indossare il distintivo”
Cade
un silenzio tombale, rotto solo dall’intervento di Martin.
“Se
non glielo dici tu, sarò io a farlo”
“Possibile
che nessuno abbia le palle per dirmelo? Cosa cazzo è
accaduto?”
E
così, data la forte pressione psicologica, Tatiana rivela un
oscuro segreto,
quello che la condusse a cambiare strada e diventare socia del suo ex
marito.
“Ok,
a patto che tu, dopo quanto ascoltato, non ti lascerai condizionare
nella
scelta di andartene”
“Sono
già un piede fuori la porta, ho preso già la mia
decisione. Ora tocca a te,
dimmi cosa è accaduto!” – Alicia
comincia davvero a ipotizzare il peggio.
E
non ha torto a farlo.
“Avevo
17 anni e tanti sogni. Avevo perso te, avevo perso Anita, avevo anche
tante
aspettative sul mio futuro e mamma e papà mi erano con il
fiato sul collo,
quotidianamente. Scelsero per me uno dei migliori insegnanti di musica.
Uomo di
grande fama, di notevole talento… l’uomo che non
ha esitato a farmi violenza e
distruggere l’amore che nutrivo per quel
mondo…” – mentre racconta, Tatiana
sente una morsa allo stomaco, avvertendo sulla sua pelle delle
sensazioni che
tentò, per lungo tempo, di sopprimere. Le lacrime scivolano
sulle sue gote con
forza e le rammentano la sofferenza degli anni passati.
“Andrès
era lì quando quel mostro cercò, una seconda
volta, di abusare di me! Mi salvò,
mi aiutò a ritrovare me stessa nei mesi successivi. Ho
cambiato i miei
pensieri, i miei obiettivi, vivevo per recare male a quei ricconi di
successo
che non esitavano ad abusare del loro potere… poi ci
sposammo, e accadde quanto
accadde… a lui sono debitrice, ed è per lui, in
suo onore, che ho deciso di
intervenire in questa rapina per salvare il piano, nel caso di
problemi, e
senza ricavarne nulla in cambio! Sono qui perché a lui devo
la mia vita!”
Lo
shock è leggibile sui volti di tutti e la commozione
è inevitabile.
Anche
per una roccia come Alicia Sierra che, infatti, trattenendo emozioni
contrastanti
che le scavano dentro la pelle, accenna con un filo di voce -
“Perché non me
l’hai detto prima?”
Ovviamente,
si legge tra le righe il suo: SE ME L’AVESSI DETTO, LO AVREI
UCCISO CON LE MIE
STESSE MANI.
“Io
sono cambiata da allora, e adesso sai anche tu perché sono
diventata una ladra!
Per tale ragione, non lascerò il fratello di
Andrès nelle mani dei potenti. Lo
salverò, anche a costo della mia stessa vita”
La
rivelazione di Tatiana è un fulmine a ciel sereno per
chiunque abbia potuto ascoltare
una voce tremante raccontare di un passato indicibile.
Rimasta
senza parole, Alicia non sa cosa pensare. Quella tremenda scoperta ha
sfiorato
il suo cuore gelido, ricordandogli che non è
l’unica ad aver patito troppo.
“Ecco,
ora lo sai, puoi anche andartene!” – dopo aver
raccontato qualcosa che ha celato
per bene, e di cui erano al corrente solo Berlino e Palermo, la minore
delle
Sierra si asciuga il viso e rindossa la maschera da donna
indistruttibile.
“Tati,
io…” – l’ex ispettrice cerca
di trovare qualche parola di senso compiuto, chiamandola
addirittura con un nomignolo, eppure è cosciente che ogni
cosa detta può essere
vana.
“Sbaglio
o eri un passo fuori la porta?! Va’! Chi ti trattiene
qui?” – insiste la ladra.
In
quel preciso istante, un rumore esterno, pone tutti in allerta.
“Cazzo,
cos’era?” – esclama Rio.
“Mica
la polizia?” - ipotizza
Denver, afferrando
una pistola.
“Silenzio,
vado ad appurare, voi restate qui!” – uno dei
medici si immola per il gruppo,
essendo ancora estraneo alle forze dell’ordine.
Il
panico dei minuti seguenti vede totalmente estranee le due sorelle che,
invece,
continuano a guardarsi, silenziose.
Mentre
c’è confusione attorno a loro, le Sierra si
rivedono adolescenti, una di fronte
all’altra…. Ai tempi, bastava uno sguardo per fare
pace e delle paroline significative
che rimettevano tutto in ordine.
“Stringiamo
di nuovo il nostro nodo?” – espressione alquanto
buffa, ma carica di senso. Ed
è proprio Alicia a pronunciarla, porgendole una mano.
Sotto
lo sguardo esterrefatto dei Dalì, ancora in ansia per il
rumore esterno alla
casa, le due si confrontano.
Minuti,
secondi, che sembrano un’eternità.
Poi
Tatiana risponde – “Se hai ricordato questo nostro
rito, vuol dire che la vera
Alicia c’è ancora lì
dentro…” – accenna un sorriso,
commuovendosi. Poi, proprio
come facevano da ragazzine, le sue intrecciano la mano.
“Aiutami
a ritrovare me stessa, ti prego” – le sussurra
Alicia, lasciandosi andare ad un
abbraccio.
“E
tu non abbandonarmi più”
Un
momento di pace su cui nessuno avrebbe mai scommesso, viene interrotto
bruscamente dall’arrivo del medico allontanatosi poco prima.
“Ragazzi…”
“Che
succede? Chi era?” – domanda Palermo.
“Venite
a vedere voi stessi”
Il
gruppo segue, in massa, l’uomo, rassicurato di poter varcare
l’uscio non
essendoci pericolo.
“Non
ci credo” - esclama Stoccolma, a bocca aperta.
“Come
è possibile?!” – aggiunge incredulo
Helsinki.
Tatiana
e Alicia, mano nella mano, si uniscono ai Dalì e appurano
l’accaduto.
Spiazzate
da quanto hanno di fronte agli occhi, si guardano confuse.
“Quella
è…?” – cerca conferme la
seconda delle Sierra.
E
la ex ispettrice annuisce, mettendo ben a fuoco la persona in questione
– “Sì, un
punto in più per i Dalì! Hanno appena recuperato
Raquel Murillo”