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Autore: Night_Shadow_1303    11/02/2022    1 recensioni
Joanna Julia, ragazza di ventitré anni, laureata in ingengeria meccanica ed elettronica con il massimo dei voti, dal carattere deciso e testardo, ma anche spiritoso e gentile, all'età di tre anni è stata adottata dalla famiglia Rumlow ed è cresciuta convinta che l'obiettivo dell'HYDRA sia quello di garantire la vera libertà al mondo. Ma un giorno, quando il padre le chiede di lavorare su un progetto di massima importanza, Joanna fa la conoscenza di un certo Soldato d'Inverno. Piano piano, conoscendolo meglio e scoprendo cose inaspettate, la ragazza si trova a dubitare di ciò che ha sempre creduto...
Dal cap.4:
"Quindi, come ti chiami?" chiese la ragazza,
"Sono il Soldato d'Inverno" rispose lui, con gli occhi color del ghiaccio fissi.
"Ok, grazie, quello lo sapevo. Intendevo il nome vero. Non mi piace chiamare le persone in modo troppo formale"
"Non lo so."
"Ho capito, ho capito. Mi sa che mi toccherà sbirciare nel tuo fascicolo. Chissà poi perché nessuno vuole dirmelo... insomma, sono un ingegnere, non un generale, e non ho alcuna intenzione di chiamarti soldato, qualunque cosa dica mio padre. A proposito... non è un problema se ti do del tu, vero?"
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, James ’Bucky’ Barnes, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vent'anni dopo
Sabato, 16 novembre 1996 
New York City, New York

Joanna era in un parco, con la sua migliore amica Becky, e stavano chiacchierando allegramente, finché a non le era caduta la borsa. 
Strano, si disse Joanna. Lei non portava quasi mai la borsa. Perché se l'era portata?
Si chinò quindi per raccoglierla, ma questa fu sospinta via da una folata di vento, che la portò più lontano.
La ragazza la seguì, ma il vento era sempre più impetuoso e iniziava a trasportare via tutte le cose, finché Joanna non rischiò di perdere l'equilibrio. Si aggrappò allora ad una panchina, ma il turbine sembrava essere quasi attirato da lei.
Tutti gli oggetti le stavano venendo contro, e il primo ad arrivarle addosso fu proprio la sua borsa, che aveva una consistenza... umida e molle?

"Bau! Bau!"
Joanna aprì gli occhi, per vedere che un cane le stava praticamente lavando la faccia con la lingua.
"Ehi!" esclamò, guardandosi intorno e non vedendo più traccia del parco "ma... aspetta, cosa succede? Dove sono?"
Le ci vollero un bel po' di secondi per capire che l'edificio nel quale si trovava era niente meno che il suo appartamento, che quella era camera sua e che l'animale che la stava sberleccando a più non posso era la sua cagnolina Kayla.
Beh, cagnolina... si fa per dire. Effettivamente, forse "cagnolina", non era proprio il termine più adatto per designare un animale mezzo cane e mezzo lupo, alto quasi un metro, pensò la ragazza, facendosi scappare una risatina divertita.

"Ho capito, ho capito, mi alzo... a proposito, vediamo un po', che ore sono?" si chiese, ancora mezza addormentata, mentre buttava all'aria le coperte per alzarsi dal letto. 
Già le nove e mezzo?!, pensò Joanna dirigendosi poi verso la cucina.
Era una persona piuttosto mattiniera, e le piaceva andare a correre la mattina. A vent'anni si era anche iscritta alla maratona di New York, ma poi... poi c'era stato l'incidente ed era stata costretta a rinunciare. E comunque, anche se non avesse avuto una gamba ingessata, non era sicura che ne avrebbe avuto voglia... ma basta, meglio non pensarci. 

Dopo aver fatto rapidamente colazione, la ragazza prese il suo Nokia 9000 e chiamò il numero di casa dei suoi genitori.
"Pronto?" rispose una voce mezza addormentata dall'altra parte del telefono.
"Buongiorno fratellino! Non dirmi che ti sei svegliato tardi anche tu!"
"Mi hai svegliato tu, a dire il vero." rispose questo in modo un po' troppo freddo e scontroso per i gusti di Joanna. Ma dopotutto suo fratello era fatto così, e lei gli voleva bene ugualmente.
"Suvvia, non prendertela così! Comunque ti è andata bene che mi sono svegliata tardi, pensa se mi fossi svegliata alle sette e mezzo come al solito..."
L'unica risposta che ricevette fu un mugolio tra l'assonnato e l'irritato. Capendo che la conversazione con il fratello non sarebbe stata particolarmente allegra e interessante, per dirla con un eufemismo, la ragazza chiese: "E mamma e papà? Si saranno già svegliati, immagino."
"Sì. Mamma ha finito ora di lavarsi, mentre papà non c'è. Ti passo la mamma." fu la risposta.

"Ciao tesoro! Come stai?" chiese poco dopo la voce dolce e nello stesso tempo squillante della madre. 
"Io tutto bene, anche se direi che essendomi appena svegliata è un po' presto per dirlo, no?"
"Effettivamente hai ragione. Allora, riformuliamo la domanda: hai dormito bene?"
"Direi di sì, anche se ho fatto un sogno un po' strano e, non avendo sentito la sveglia, mi sono svegliata con due ore di ritardo e Kayla che mi lavava la faccia con la sua lingua, ma che vuoi che sia?" rispose Joanna ridacchiando.
La risposta della madre fu una risatina divertita.
"Sai se papà è già andato al lavoro?" chiese poi la ragazza.
"Mi sento molto offesa. Non ti sono abbastanza simpatica, bambina mia?" replicò la donna in modo sarcastico.
"Certo che lo sei! Ma sai, mi è venuta la curiosità, perché in genere è lui a rispondere la mattina, essendo il meno poltrone della famiglia." rispose la ragazza in modo altrettanto sarcastico.
"E poi" proseguì "visto che di sabato va solo a volte e in genere mai prima delle dieci, pensavo ci fosse ancora, anche per chiedergli se per caso ha qualcosa da farmi fare. Cioè, anche se quasi sicuramente mi avrebbe risposto nuovamente di no, come al solito." concluse sbuffando.
"Oggi l'hanno chiamato prestissimo, verso le sette, per un affare che non mi ha voluto dire, 'come al solito', per citare qualcuno che conosco." rispose la donna, con un sarcasmo che però faceva trapelare anche una punta di irritazione per il comportamento del marito.
"Vabbè, fa lo stesso. Adesso mi preparo e vado a correre. Non sia mai che Becky speri di avermi finalmente convinto a evitarle la corsa mattutina anche di sabato!" esclamò Joanna.
"Ciao piccola, buona giornata"
"Ciao mamma. Ah e potresti smetterla di chiamarmi piccola, per piacere? Ho ventitré-" ma non riuscì a finire la frase perché la chiamata fu interrotta.

La ragazza si girò verso la sua cagnoli- anzi, cagnolona, e, mentre prendeva i vestiti e le scarpe da corsa, disse, o meglio pensò ad alta voce: "Capisco che per papà sia importante e tutto e so benissimo che lui, essendo figlio di uno stretto collaboratore di Zola, ci tiene particolarmente, ma a me francamente dà un po' fastidio l'atteggiamento 'metto l'associazione di cui faccio parte davanti a tutto e manco saluto o mando un SMS a mia figlia'. E poi, se è davvero così importante, perché non vuole mai darmi uno straccio di compito? Insomma, come stavo provando a dire alla mamma, non sono più una bambina e non ne posso più di essere trattata come se lo fossi!"
Kayla la guardò con il muso inclinato lateralmente e gli occhi con un'espressione che Joanna non sapeva se interpretare come "lo capisco, hai ragione" oppure piuttosto come "non ho idea di cosa tu stia dicendo ma se mi porti al parco va bene uguale", che fece un po' ridere la ragazza

Una volta finito di prepararsi, poi, Joanna si diresse verso la casa della sua migliore amica, che si trovava sopra il ristorante italiano gestito dai suoi genitori. Il padre di Becky era italiano e che, per dirla come le due ragazze, faceva 'le pizze più buone di New York, ma non della città, dello stato!'
Diede uno squillo alla sua amica e, dopo pochi minuti, questa uscì dalla porta sul retro.
Era una ragazza coetanea di Joanna, con un fisico slanciato, bellissimi capelli lucenti color dell'ebano, labbra naturalmente rosse e occhi verdi. Naturalmente, la sera nei club notturni che talvolta frequentava faceva cadere tutti i ragazzi ai suoi piedi. Nonostante fossero piuttosto diverse sotto vari punti di vista, Joanna Julia Rumlow e Rebecca Blaire Viani, questi i nomi completi, o Jo e Becky, come si chiamavano a vicenda, erano migliori amiche fin dai tempi delle elementari.
"Ciao Becky, ce ne hai messo di tempo!" fu il saluto di Joanna.
"Ciao Jo, sai non ero mica pronta, pensavo che non mi sarebbe toccato correre pure oggi. Insomma, so che ne abbiamo già parlato, ma per quanto la corsa faccia bene, penso che di sabato potremmo anche evitare e-"
"Auguri!" la interruppe Joanna.
"Di cosa, scusa? Il mio compleanno è tra due settimane..." rispose Becky confusa.
"Ma di trentesima volta che mi fai questo discorso! E prima che tu lo chieda, sì, le ho contate, e no, questo non ti risparmia la corsa di oggi."
"Uffa... però dai, almeno posso farti una richiesta? Come regalo di trentesimo discorso 'non ha senso correre anche il sabato mattina'?"
"Va bene, dai, basta che non sia chiedermi di risparmiarti una qualche corsa" scherzò Joanna.
"Il prossimo sabato devi portare a correre anche il tuo ragazzo."
"Ma non ce l'ho neanche..."
"Esattamente Jo, te lo devi trovare! Non puoi continuare a startene da sola, ed è da tre anni che non esci con un ragazzo nemmeno per sbaglio. Dico davvero, sai. Nemmeno Clive vorrebbe che tu ti isolassi così. Non ti dico di ricominciare a frequentare i club notturni, quello lo posso capire, ma..." le spiegò l'amica, con una faccia che lasciava trapelare un velo di preoccupazione.
"Ma si può sapere come dovrei fare in  una settimana?!" esclamò Joanna "Guarda che non sono un trattore come te!"
"Un cosa scusa?"
"Un trattore, visto che rimorchi più o meno qualunque essere umano di sesso maschile circa della tua età." rispose ridacchiando Joanna.
"Ma va'... e io che provavo a parlare seriamente...mi sarei dovuta ricordare che la mia migliore amica è una gran cretina... comunque o ti presenti con un ragazzo sabato prossimo, oppure io non vengo a correre, chiaro?"

Joanna voleva ribattere, ma in quel momento il suo telefono squillò.
"Numero sconosciuto" lesse ad alta voce Joanna "Sarà una pubblicità... bene, vediamo un po' se i pubblicitari sanno lo spagnolo" disse poi, un po' all'amica e un po' a se stessa.
"Hola, quién està hablando?" disse poi rivolta al telefono, con un sorrisetto dispettoso
"Chi sei e perché diavolo hai il telefono di mia figlia?!" tuonò una voce dall'altro capo del telefono.
"Oh ciao papà, non preoccuparti, sono io... solo che ho visto un numero sconosciuto e pensavo fosse una pubblicità, quindi ho pensato di rispondere in spagnolo per far finta di non capire. Comunque se qualcuno ti parla in spagnolo, forse sarebbe meglio rispondere nella stessa lingua, altrimenti rischiano di esserci delle incomprensioni... In ogni caso, perché mi hai chiamato?" rispose Joanna, riconoscendo la voce, ma soprattutto il modo di fare del padre.
"E' per una questione... diciamo... di lavoro. C'è un progetto che è rimasto senza un ingegnere e che richiede una certa dose di esperienza... avevano chiamato me ma non sono esperto di alta tecnologia e mi chiedevo... ma solo per due consigli... perché si tratta di una cosa molto segreta, nonché molto pericolosa..." 
"Papà, non sono più una bambina, te l'ho già detto! Comunque va bene, se mi dici dove sei vengo subito." rispose la ragazza alzando gli occhi al cielo.
"Il luogo di lavoro, quello che sai." rispose lui "Ne parliamo meglio lì. A dopo" concluse, e terminò la chiamata.

"Allora?" chiese Becky, che aveva ascoltato le risposte dell'amica.
"Allora sei fortunata, niente corsa oggi. Finalmente mio padre mi ha detto che ho un incarico un po' più interessante e un po' più coerente con le mie competenze specifiche del solito lavoro d'ufficio che mi tocca in genere. Mi spiace, ma temo che non avrò tempo per-"
"Meno scuse, cara, nelle agenzie segrete c'è sempre pieno di bei ragazzi, quindi visto che non frequenti club notturni sarà solo più facile trovarti un accompagnatore per il prossimo sabato! Io torno a casa, ciao!" le rispose Becky, prima ancora che lei potesse finire.
Joanna sbuffò. Se c'era qualcosa di cui non aveva voglia, quello era sicuramente cercarsi un ragazzo. Non è che non volesse, era più che non si sentiva ancora pronta, dopo Clive.
In ogni caso, ci avrebbe pensato dopo. Adesso doveva andare alla base per il suo primo incarico d'importanza.

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Ciao a tutti! 

Ecco a voi il secondo capitolo, in cui facciamo conoscenza della nostra protagonista diventata finalmente grande e della sua migliore amica! 

Inoltre, si sono annunciati alcuni piccoli segreti... cos'è che non ci racconti, Jo? 🤔

E quale sarà il progetto tanto importante e segreto? Che poi non ha senso fare tanto la misteriosa, scommetto che l'avete già capito😉

Ciaoooooo 🤗🤗🤗

   
 
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