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Autore: All_I_Need    13/02/2022    2 recensioni
Vi ricordate di quel mercoledì che John ha dimenticato perché Sherlock gli ha messo qualcosa nel té? John non lo ricorda. Però torna a sconvolgere la sua vita.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mary Morstan, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: AU, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Traduttrice: T'Jill


Baker Street, dolce casa

Capitolo 21


Rimasero rintanati nell'appartamento tutto il giorno, riluttanti a essere più lontani l'uno dall'altro della stanza accanto e detestando l’idea di ammettere qualsiasi compagnia nella piccola bolla che si erano creati.

Quando entrarono per la prima volta in cucina, trovarono il piatto di panini che la signora Hudson aveva lasciato, insieme a un biglietto che diceva "Bentornato a casa, John. Tienitelo stretto".

"Quella donna," sospirò John. "Suppongo che non avremmo dovuto essere così ingenui da pensare che le avremmo tenuto nascosto qualsiasi cosa anche solo per un solo giorno."

"Volevi farlo?" chiese Sherlock.

John rise. "No. Ma suppongo che sarebbe stato molto carino essere quello che dice a lei che siamo innamorati, piuttosto che il contrario."

Sherlock lo guardò, un'espressione curiosamente morbida sul viso.

"Che cosa?" chiese John.

Sherlock sorrise e si avvicinò. "Hai detto che siamo innamorati."

"Lo siamo", disse John, perplesso. "Non hai prestato attenzione?"

"Mi piace solo sentirtelo dire," ammise Sherlock, in qualche modo ancora più vicino ora, anche se John onestamente non ricordava di averlo visto muoversi. "Mi piace sentirtelo finalmente ammettere."

"Mi piace poterlo finalmente ammettere," disse piano John, mettendo le mani sulla vita di Sherlock e tirandolo a sé. "L'ho combattuto per così tanto tempo. Ero così convinto che non sarebbe mai potuto accadere, ho pensato che sarebbe stato meglio negare di averlo mai provato".

"Be’, ho sempre detto che eri un idiota," mormorò Sherlock e il suo tono diceva che non diceva per niente sul serio.

John sorrise. "Giustissimo."

Tirò giù Sherlock e lo baciò, ed entrambi gemettero di sollievo nel momento in cui le loro bocche si incontrarono.

Il respiro caldo di Sherlock sul suo viso, nei suoi polmoni, i morbidi capelli arricciati intorno alle sue dita mentre John cercava di inclinare la testa di Sherlock per un migliore accesso... dio, era inebriante.

Quando finalmente si separarono, erano sul divano. O meglio, lo era John. Sherlock era inginocchiato sopra di lui, seduto sul suo grembo, le mani intrecciate intorno alle sue spalle.

Entrambi respiravano pesantemente, le bocche a pochi centimetri l'una dall'altra, e John poteva sentire Sherlock tremare debolmente nei punti in cui gli teneva le mani appoggiate sul fianco e sulla schiena.

"Cazzo," sussurrò. "Sei brillante."

Sherlock sorrise e chinò la testa. "Solo perché tu mi fai brillare, John."

Una dichiarazione come quella meritava un altro bacio, ovviamente, e ci vollero diversi minuti prima che riuscissero a separarsi ancora una volta, con riluttanza.

"Questo... non è conduttivo per andare piano," ansimò Sherlock contro la gola di John mentre lui se lo stringeva più vicino.

"No," concordò John. "Ma possiamo semplicemente attenerci a questo per tutto il tempo che vogliamo. Sarei più che felice di baciarti a morte per ore e ore."

"Be’," disse adagio Sherlock. "Abbiamo tutto il giorno e assolutamente nessun piano."

Alla fine si alzarono e mangiarono i panini che la signora Hudson aveva lasciato per loro, soprattutto perché lo stomaco di John aveva iniziato a ringhiare in modo piuttosto insistente finché Sherlock non era staccato da lui per prenderlo in giro. Dopodiché, fecero scorrere distrattamente i canali televisivi prima di lasciare qualche documentario sulla natura a ronzare in sottofondo mentre oziavano sul divano, raggomitolati vicini, la testa di Sherlock appoggiata sul petto di John e le mani di John tra i suoi capelli, che accarezzavano pigramente. L’altra sua mano era intrecciata con quella di Sherlock, giocherellando con l'anello al dito.

“Non posso credere che tu abbia preso e ti sia procurato un anello,” mormorò. "E lo hai fatto incidere, anche."

"È il giorno in cui ci siamo incontrati," disse dolcemente Sherlock. "Il giorno in cui tutta la mia vita è cambiata, anche se all'epoca non lo sapevo."

John sorrise. "Non solo la tua. Quando l'hai preso?"

"Eh? Oh, l'anello. Il giorno del nostro matrimonio, in realtà. C’era un gioielliere che mi doveva un favore."

"Certo che c’era," disse John con affetto. "E non ne hai preso uno per me?"

"Non sei il tipo da gioielli", fece notare Sherlock. "Un anello potrebbe impigliarsi in ogni sorta di cose. Sei un dottore. Pensavo che un anello ti sarebbe stato d'intralcio."

"Non se sei tu a mettermelo al dito", disse John. "Anche se suppongo che sia stato un bene. Immagina se mi fossi svegliato senza alcun ricordo del nostro matrimonio ma con un anello al dito. Penso che allora avrei avuto un bel po' di domande."

"Vero," concesse Sherlock. "Quindi alla fine è andato tutto per il meglio.”

“Non ti ho mai visto indossarlo,” mormorò John. "Non fino a dopo che abbiamo discusso dei documenti per il divorzio quella prima volta."

Sherlock scrollò le spalle e trasalì appena al promemoria. "Sapevo che avresti fatto domande se l'avessi visto prima di allora. A volte, quando ero solo nell'appartamento o nella mia stanza, lo indossavo solo per ricordare a me stesso la sensazione che dava. Ma non è mai stato paragonabile ad avere te che me lo infilavi. L'ho dato in custodia a Mycroft quando... me ne sono andato. È stata l'unica cosa che gli ho chiesto indietro immediatamente dopo il mio ritorno, perfino prima che accettassi di lasciare che qualcuno si occupasse delle mie ferite."

“E tu affermi che il sentimento non fa per te”, mormorò John. "In fondo sei un gran vecchio romanticone."

"Mi sento offeso per il 'vecchio'," disse Sherlock, con un sorriso nella voce.

John ridacchiò e gli accarezzò ancora i capelli, godendosi il dolce suono di felicità che ciò sembrava trarre da Sherlock.

"Ne voglio uno," disse infine.

"Che cosa?"

"Una fede nuziale. Ne voglio una. Titanio, proprio come la tua, con la stessa data e tutto il resto. E voglio che tu me la metta al dito quando rinnoviamo i nostri voti. Siamo già sposati. Possiamo dire ai nostri amici che siamo non siamo mai riusciti ad avere una cerimonia come si deve e vogliamo rinnovare semplicemente i nostri voti e poi fare una festa privata in seguito. Tutto quello che vuoi. Ma voglio un anello."

Sherlock alzò la testa. "Sei sicuro?"

"Assolutamente."

Sherlock annuì. "Va bene. Fissiamo una data e diciamolo a Lestrade e così via. I miei genitori saranno felicissimi."

John sorrise. "Mandiamo loro un invito vero e proprio, eh? Tua madre lo adorerà, ne sono certo."

Il pensiero fece illuminare Sherlock. "Sì! Sarà assolutamente insopportabile, spero che tu lo sappia. E perderà la testa quando si renderà conto che è solo un rinnovo dei voti e che in effetti siamo sposati da un bel po' di tempo. Faremo meglio a tenerci pronta una spiegazione per l'inevitabile raffica di domande."

"Dille semplicemente la verità", disse John. "Non inizierò la mia relazione con la mia nuova suocera raccontandole delle bugie.”

Si fermò quando si rese conto di ciò che aveva appena detto.

"Oh mio dio! Ora ho dei suoceri!"

Sherlock rise. "Sì, John."

John fece un sorrisetto. "Adesso tu hai una cognata. Harry andrà fuori di testa quando lo saprà."

Questo gli valse una smorfia. "Deve?"

"È mia sorella. La inviteremo alla cerimonia e potrà vantarsi di averlo sempre saputo e così sia."

"Se lo dici tu." Sherlock non sembrava convinto, ma lasciò perdere e cambiò argomento. "Ok, quando vuoi che avvenga questa cerimonia, allora?"

"Presto," disse immediatamente John. "Abbiamo aspettato abbastanza a lungo, non credi? Possiamo abusare di Mycroft per affittare un bel posto con breve preavviso e organizzare lì la festa. Qualcosa all’aperto, se possiamo, o una bella sala da qualche parte. Onestamente non m’importa purché ci sia tu e possa contenere le persone che vogliamo avere lì con noi.”

Sherlock annuì. "Va bene. Posso fare una mia proposta, allora?"

"Naturalmente."

Sherlock esitò, improvvisamente timido. "Io... voglio una vera notte di nozze."

John era abbastanza sicuro che il suo cervello si fosse spento per un momento lì. "Una... cosa?"

"Una notte di nozze," disse Sherlock, a voce bassa. "Avevamo detto che saremmo andati piano. Ecco a te, allora. Organizziamo una data per la cerimonia e sarà quella. Ci tratterremo fino ad allora."

"È un tentativo di farci rallentare?" chiese John.

Sherlock fece un sorrisetto. "Non proprio. In realtà ha lo scopo di farci fissare questa data il prima possibile."

Ciò strappò a John una risata. "Dio, ti amo. Vieni qui."

E tirò Sherlock un po' più su così da poterlo baciare di nuovo.


*****

Un mese dopo


 Il giorno del rinnovo dei loro voti sorse luminoso e mattiniero, anche se nessuno dei due se ne accorse. Erano già svegli da un'ora, oziando nel letto e pomiciando in quel morbido, caldo bozzolo di pace che si erano creati. L'intera giornata sarebbe stata assolutamente folle, quindi erano felici di godersi quest’oasi di calma finché durava.

"È consuetudine che gli sposi non si vedano prima del matrimonio," aveva borbottato John in tono di protesta priva di convinzione la sera prima.

Sherlock gli aveva rivolto uno sguardo incredulo. "John, siamo sposati da anni. Mi rifiuto di passare una sola notte lontano da te senza una ragione adeguata e le usanze della società non sono una buona ragione. La società spesso sbaglia le cose."

John aveva ceduto all’istante, soprattutto perché era stata comunque solo una protesta simbolica e nemmeno lui aveva intenzione di passare la notte lontano da Sherlock.

Si erano abituati a dormire nello stesso letto, anche se era tutto ciò che facevano, a parte il baciarsi e le occasionali sessioni di pomiciate che rendevano l'aria calda e pesante intorno a loro.

Onestamente non sapeva come fossero riusciti a superare il mese senza saltarsi addosso a vicenda: tra tutti e due avevano sicuramente avuto un'ampia provocazione e una quantità più che sufficiente di desiderio accumulato.

Tuttavia, si erano trattenuti e John pensava che fosse principalmente perché a entrambi piacevano lo stuzzicarsi e l’anticipazione. Ora, con Sherlock caldo e ancora rilassato dal sonno tra le braccia, non poteva fare a meno di pensare che quella notte non sarebbe mai potuta arrivare abbastanza presto. Perfino la sua pelle sembrava dolere per il bisogno di toccare ed essere toccata.

Sherlock fece un pigro mormorio e intrappolò una delle gambe di John tra le proprie, dondolandogli lentamente i fianchi contro la coscia.

John gemette piano. "Dio, Sherlock."

"Diciotto ore rimaste, circa," mormorò Sherlock contro la sua bocca. "Forse venti, se i festeggiamenti durano inaspettatamente a lungo."

John sogghignò. "Sedici, e se pensi che non ti allontanerò di soppiatto dal nostro ricevimento di nozze, ti sbagli di grosso."

Girò la testa quel tanto che bastava per poter raggiungere la gola di Sherlock e premere un bacio persistente sulla morbida pelle lì, premendo un po' più forte la gamba contro il bacino di Sherlock. "A meno che tu non abbia cambiato idea sull'attesa?"

Sherlock gemette e scosse la testa. "No. Lo faremo per bene. Non voglio che tu mi corrompa prima che tutti i nostri amici e le nostre famiglie abbiano sentito che t’impegni con me per sempre."

"Tecnicamente l'ho già fatto," mormorò John contro il suo battito troppo rapido. "Ma capisco cosa intendi. E voglio che sia chiaro che non ti disonorerò finché non ti sarai impegnato con me allo stesso modo. Non vorrei che ci fosse uno squilibrio tra noi."

"Ti prometterò me stesso e tutto ciò che sono, John, e non accetterò niente di meno in cambio," mormorò Sherlock nel suo orecchio. "Non ci saranno squilibri. Abbiamo finito con quelli.”

Dondolò di nuovo i fianchi e John gemette. "Tranne ovviamente per qualsiasi nostra passeggiata sbilanciata da parte tua,” aggiunse Sherlock, con un sorrisetto. "Farai meglio ad alzarti e farti una doccia adesso, a meno che tu non voglia metterti in imbarazzo. Ti do altri cinque minuti prima che la signora Hudson salga le scale per svegliarci e insistere sul fatto che dobbiamo iniziare a prepararci."

“Donna impicciona,” borbottò John. "Va bene. E ti prometto di fare in fretta perché sono abbastanza certo che anche tu avrai bisogno di quella doccia."

"Hmm, solo per ripulire," rispose Sherlock, uno scintillio provocatorio negli occhi.

Rotolò sulla schiena e John poté sentire una delle mani di Sherlock scivolare tra i loro corpi, intenta a finire ciò che avevano iniziato.

Gemette di nuovo e si tirò a sedere. "Dio, sei un provocatore. Non vedo l'ora di ripagarti per questo stasera."

Sherlock lo fissò con gli occhi socchiusi. "Fidati di me, John, sono tutto ansiosa anticipazione."

"Cazzo." John si alzò dal letto e fuggì quasi in bagno prima di finire per far deragliare all'ultimo minuto il loro piano di attesa.

Nessuno dei due lo faceva al fine di aderire alle consuetudini. Avevano semplicemente convenuto di aspettare perché Sherlock aveva chiesto una notte di nozze vera e propria e John gli avrebbe dato tutto ciò che desiderava, se fosse stato possibile. Questo era possibile, anche se era stato irritante per entrambi continuare a stuzzicarsi a vicenda senza mai spingersi troppo oltre.

Due settimane prima, si erano ascoltati mentre si masturbavano nel buio e lui era quasi spirato dalla pura lussuria solo per aver sentito i suoni che Sherlock aveva emesso.

"Cerca di controllarti, Watson," mormorò tra sé mentre entrava nella doccia. "Devi solo superare oggi e dopo puoi averlo.”

Il pensiero, unito al ricordo del corpo di Sherlock premuto contro il proprio, era quasi sufficiente da solo e ci vollero solo un paio di colpi per farlo crollare.

Fece la doccia il più accuratamente possibile, si rase con altrettanta cura davanti allo specchio del bagno e si ispezionò con attenzione.

Si sarebbe sposato oggi. ‘Fanculo a tutta questa cosa del ‘rinnovo dei voti’ che stavano spargendo in giro. Sia lui che Sherlock sapevano che oggi era qualcosa di più di quello. Questa volta, avrebbe ricordato ogni singolo momento. Non vedeva l'ora di stare davanti a Sherlock e dire i suoi voti, non vedeva l'ora di baciarlo davanti ai loro amici e alle loro famiglie - correzione: la loro famiglia, singolare - e sapere che Sherlock era veramente suo.

C'era voluto così tanto tempo per arrivare a questo punto e ora che finalmente l'avevano raggiunto, non era davvero in grado di spiegare perché ci avessero messo così tanto tempo. Forse non aveva molta importanza, alla fine, perché adesso erano qui e questo era tutto ciò che contava.

*****

Sebbene John si fosse ripromesso di ricordare ogni momento, l'intera giornata quella sera sembrò consistere in una serie d’istantanee nella sua mente.

La visione di Sherlock nello smoking più sbalorditivo del mondo, con un piccolo mazzo di nontiscordardime infilato nell'asola del bavero e uno scintillio negli occhi che suggeriva che sapesse esattamente cosa pensava John di quella particolare scelta di fiori.

Il sorriso sul viso di sua sorella, più ampio di qualsiasi altro avesse visto da lei in almeno dieci anni mentre sedeva in prima fila.

Le lacrime negli occhi della signora Hudson e della madre di Sherlock e il modo in cui le avevano asciugate, per niente di nascosto, con i fazzoletti.

L'espressione insolitamente compiaciuta di Mycroft e qualcosa che avrebbe potuto quasi, quasi essere un sorriso, anche se ovviamente era stato immediatamente cancellato quando aveva sorpreso John a guardarlo.

Il sorriso altrettanto compiaciuto di Lestrade, anche se John non capiva come quell'uomo fosse riuscito a sorridere mentre era seduto accanto a Mycroft.

Ma più che altro c’era solo Sherlock.

La luce nei suoi occhi e il modo in cui il suo labbro inferiore aveva tremato quando John aveva pronunciato i suoi voti. Il sospetto scintillio di lacrime e il lieve tremito nella sua voce quando aveva pronunciato i propri.

Il modo in cui le sue dita si erano curvate attorno a quelle di John e le avevano tenute strette e il modo in cui le sue mani non avevano tremato affatto quando avevano messo sul dito di John l'anello di titanio inciso, una corrispondenza perfetta con il suo.

Il calore delle sue labbra quando John l’aveva baciato proprio lì davanti a tutti i loro amici e familiari finché non erano stati entrambi senza fiato e leggermente instabili sui piedi.

Lo sguardo di beatitudine sul suo viso quando John l’aveva imboccato con un pezzo della torta Foresta Nera che la signora Hudson aveva preparato per loro.

E, soprattutto, il puro amore nei suoi occhi mentre ballavano, le braccia avvolte l'uno intorno all'altro, i volti così vicini che i loro nasi quasi si toccavano.

“Dio, ti amo”, gli mormorò John. "Hai idea di quanto ti amo?"

"Spero almeno quanto ti amo io," sussurrò Sherlock in risposta. "Ma puoi farmelo vedere più tardi. Sarò felicissimo che tu lo dimostri a lungo."

John ridacchiò e costrinse la sua mente su un argomento diverso prima di poterli mettere in imbarazzo entrambi sulla pista da ballo.

"Nontiscordardime?" chiese piano, giocherellando con i fiori sul bavero di Sherlock.

"Sembravano appropriati," disse Sherlock, scrollando le spalle. "Mi sono assolutamente assicurato che oggi non ci fossero sostanze chimiche da nessuna parte vicino ai nostri drink e ho fatto in modo che Mycroft ne registrasse ogni singolo secondo per i posteri, da più angolazioni, in alta definizione. La sua inclinazione per la sorveglianza torna utile nei momenti più strani."

John scoppiò in una risata, lasciando cadere la testa sulla spalla di Sherlock. "Sei un pazzo bastardo e io ti amo."

"Ora non dimenticartelo," disse Sherlock e gli fece l'occhiolino.

 

 

~ Fine ~




NdT: E così siamo arrivate a mettere la parola fine a un'altra storia favolosa 💗 Ok, dal mio punto di vista di amante dello smut avrei tanto voluto che questa fic comprendesse anche la prima notte (e forse è solo per questo motivo che inizialmente non l’avevo rivendicata per me 😅), ma rimane il fatto che All_I_Need è sempre un’autrice straordinaria, che questa è una storia adorabile e con un "E vissero per sempre felici e contenti" classico e delizioso.

Un bacio grosso e un grazie a Liriel4444, che s’è fatta la maggior parte della fatica, e a tutte quelle che ci hanno seguito in quest’avventura, vi lovviamo un sacco! 🥰

   
 
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