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Autore: Dani85    13/02/2022    0 recensioni
[Roswell New Mexico]
[Roswell New Mexico] Michael Guerin/Alex Manes | Malex
Tre one shot per tre San Valentino, scritte per Malex-Cupid 2022 su Tumblr
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[You're My Favorite HUman] Michael sbuffa - perché deve sempre complicarsi la vita da solo? -, afferra la penna, scarabocchia qualcosa sul biglietto rosso e poi lo piazza sotto la tazza di caffè di Alex. E aspetta.
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[You're Out of this World] Gli occhi di Michael brillano di desiderio, quello tenero dei sogni da realizzare e Alex non vede l'ora che diventino realtà.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cross posted su Ao3 e Tumblr. Buona lettura!
 

YOU'RE OUT OF THIS WORLD

La porta del Crashdown si apre e si chiude con il suo consueto scampanellio e Arturo guarda soddisfatto l'andirivieni dell'ora di punta, i tavoli che si liberano per venire subito occupati. Ci sono un paio di famiglie, molti ragazzi che a quest'ora dovrebbero essere a scuola, turisti di passaggio con l'aria un po' imbambolata e qualche vecchio cowboy che ormai ha preso l'abitudine di consumare la propria giornata lì, tra giornali e caffè. Alle sue spalle, Rosa esce dalla cucina aprendosi la strada con un colpo di sedere, la porta che torna al suo posto dondolando piano. Il vassoio che ha in mano sembra più grande di lei ma Arturo la vede aggirare clienti e cameriere come nulla fosse, tutto che rimane in perfetto equilibrio e che, in un ordine altrettanto perfetto, viene distribuito sul tavolo. Perfetto!

 

Rosa poggia l'ultimo frappè davanti a Kyle e si raddrizza, il vassoio ormai vuoto abbracciato contro il petto e un sorriso inquietante sulle labbra. Alex vorrebbe poterlo definire in qualche altro modo, ma non trova nulla che descriva meglio e più precisamente il modo in cui lei gli sta sorridendo. È inquietante, punto.

“Tutto a posto, ragazzi?” gli chiede, e il suo tono di voce si accorda al sorriso, inquietante anche quello.

“Noi sì, tu?”

Michael le ritorce contro la domanda talmente di botto che, per un attimo, Rosa e il suo sorriso sembrano vacillare. Interessante. Molto, molto interessante. Alex prende nota mentalmente della sua reazione anche perché, cosa ancora più strana, Kyle dal divanetto di fronte, sembra essere preso in contropiede come lei. Dura un attimo ma Alex se ne accorge, perché c'è sicuramente qualcosa di strano se una domanda così innocua ti fa reagire in quel modo. Come se stessi cercando di nascondere qualcosa e non ti stesse andando così bene come credevi.

"Tutto benissimo!" risponde Rosa. Peccato che annuisca con un po' troppa enfasi per essere credibile, con le antenne da alieno che le ballano su e giù sulla testa.

"Se lo dici tu…"

Michael non è convinto, Isobel liquida la questione con un alzata di spalle, e Kyle si tuffa sul panino come se ne andasse della sua vita. Curioso, molto curioso.

"Che sta succedendo?"

Alex si appoggia con i gomiti sul tavolino e risponde con una linguaccia all'occhiata di rimprovero di Isobel. La sente che borbotta qualcosa sulle buone maniere perdute e sul troppo tempo passato con Micheal, ma la ignora, troppo concentrato su Kyle e sul come sta mangiando il suo panino, a morsi sempre più piccoli.

"Allora?" lo incita, ma lui si indica la faccia perché, lo sanno tutti, no? Non si parla a bocca piena.

Isobel gli sorride radiosa, bella ed altera come sempre. "Qualcuno che si ricorda come ci si comporta!" Kyle quasi si strozza, ma quello ha a che fare con l'incredibile cotta che ha per lei e da cui non riesce a liberarsi. Micheal gli ride in faccia ma Isobel sembra sempre non accorgersi della cosa, di come Kyle la guarda e di come la tratta e di come si illumina ogni volta che le sta davanti. Sembra un po' patetico ma Alex lo trova triste, questo amore che si perde nel vuoto, e allora decide di lasciar perdere la cosa, di concedere a Kyle di soffocare l'ennesimo sospiro affranto in una manciata di patatine. Alex si sente magnanimo. Per ora, almeno.

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Alex si sentiva magnanimo, prima. Adesso, certamente non è più così. I suoi buoni propositi si sono esauriti sorprendentemente in fretta, perché poche cose gli danno fastidio come l'evasività di Kyle. Forse ha a che fare con il loro passato, con l'amicizia sbriciolata della loro adolescenza, quando tutto ciò che esisteva tra di loro si era dissolto in sguardi evitati prima e cattiverie dopo. Ad Alex quel Kyle lì non manca nemmeno un po' ed è sicuro che non c'entri niente con l'atteggiamento di oggi, ma cosa può farci se in testa gli è partito il paragone? È ingiusto, lo sa, ma è più forte di lui. C'è qualcosa di strano in Kyle. Ed in Rosa. E nella sfilza infinita di occhiate che si sono lanciati nello spazio di un pranzo.

Non c'è modo di girarci intorno, le cose stanno così. Alex avverte chiarissimo il tarlo del dubbio, il sospetto che non gliela raccontino giusta ed è come un prurito alla base del collo, fastidioso in modo irritante. È quasi una sensazione fisica, reale fino al punto che Alex finisce per grattarsi. Michael accompagna il suo gesto e strofina la punta delle dita lì dove il colletto della maglia si appoggia sulla pelle di Alex, una sorta di azione riflessa, come se avesse percepito il movimento con la coda dell'occhio e lo avesse seguito. Un semplice pretesto per toccarlo, niente di più, visto che la sua attenzione rimane fissa su Isobel, seduta di fronte a lui. Alex si gode l'inaspetatta carezza ma deve ammettere che nulla può contro il dubbio nella sua mente, che è sempre lì, a tanto così da diventare paranoia. Ed è assurdo e, soprattutto, è qualcosa che Alex vorrebbe davvero potersi risparmiare.

"Senti Kyle, davvero, che sta succedendo?"

"Niente!"

"No no, non dirmi niente perché uno, non ci credo e due, fai schifo a mentirmi e lo sai!"

Kyle vorrebbe dirgli che si sbaglia, che ormai hanno talmente tanti segreti che se non fosse capace di mentire sarebbero sicuramente già morti, tutti, più di una volta. Ma Alex ha detto Fai schifo a mentirmi e ha ragione, Kyle non è mai stato buono a raccontargli frottole quando erano piccoli. Ha sempre sospettato fosse per il modo in cui lo guardava, gli occhi seri e quel maledetto sopracciglio alzato. Avevano otto anni ma faceva già effetto, va bene? E Kyle lo negherà fino alla morte, ma è quello stesso sopracciglio inarcato a mandarlo definitivamente nel panico. Borbotta qualcosa, senza il minimo senso, e tenta la fuga.

"Non così in fretta, Dottor Valenti, rispondi alla domanda!"

Kyle non si muove di un millimetro, rimane esattamente dov'è, incollato al divanetto del Crashdown, tenuto giù a forza dalla pressione gentile ma inamovibile della telecinesi di Michael.

"Guerin!" sibila furioso e un tantino oltraggiato.

"Valenti!" ribatte Michael, "Alex ti ha fatto una domanda. Rispondi, invece di infastidirlo."

Kyle prova a divincolarsi ma non ottiene nulla e allora non gli resta che accettare la resa cercando di salvarsi la faccia. Il che significa dare la colpa a sua sorella.

"Si tratta della scommessa ed è colpa di Rosa".

Il silenzio che segue, misero e solo intorno a loro, ha comunque il potere di deconcentrare Micheal e Kyle scivola sul divanetto, finalmente e, a questo punto inutilmente, libero.

"Oh, ieri sera al Pony ho sentito Maria parlare di una scommessa, è la stessa?"

Isobel è il ritratto della curiosità e non in senso buono. Kyle è perduto, adesso proprio non c'è verso che riesca a liquidare la faccenda senza dire tutto. Ci prova comunque, giusto per potersi dire che almeno ha tentato.

"Ok, sì, è la stessa scommessa ma giuro che è innocua, niente di cui preoccuparsi, davvero!"

Alex gli crede, è questione di istinto. Però quel dubbio deve comunque toglierselo dalla mente.

"Perché tutti quegli sguardi con Rosa, allora? Come se c'entrassimo anche noi, solo che non lo sappiamo?"

Kyle allarga gli occhi e stringe le labbra.

"Te ne sei accorto, eh?"

"Tu che dici?"

Alex suona così sarcastico che Micheal - la mano ancora sul suo collo, le dita tra i suoi capelli -, ridacchia spernacchiando.

Kyle incrocia le braccia e ha la faccia tosta di sembrare offeso. "È colpa di Rosa, gliel'avevo detto che bisognava fare finta di niente!"

"Va bene, Doc, adesso però devi spiegare!"

Isobel ticchetta con le unghie sul tavolo, gli occhi azzurri piantati su Kyle e lui sputa il rospo, nessun altro pensiero in testa.

"La scommessa è su chi si fidanzerà per primo tra i Malex e gli Echo. Tutto qui, è una cosa innocua, ve l'ho già detto, no?"

"Scusa?"

Alex ha capito ma, allo stesso tempo, ha bisogno che Kyle sia decisamente più chiaro, anche solo per la questione dei nomi.

"Sì, chi per primi tra Alex e Michael - Malex - e Max e Liz - Echo -, si fidanzerà ufficialmente? Questa è la scommessa!"

Kyle lo rispiega lentamente perché per qualche ragione, sembra che gli altri non riescano ad afferrare il concetto. Eppure è così semplice.

"Avete scommesso su di noi." Alex riassume.

"Sì!"

"Perché?"

"Perché voi vi amate tantissimo ed è quasi San Valentino e gli innamorati spesso si scambiano proposte di matrimonio a San Valentino?"

Kyle parte bene ma finisce per suonare come se avesse fatto una domanda.

"Non ci siamo, Valenti! Cioè, sulla parte in cui noi ci amiamo tantissimo sì, quella è innegabile, ma il resto…"

Michael scuote la testa, turbato, la mano che lascia il collo di Alex solo per spostarsi lungo le sue spalle, una carezza ipnotica che fa avanti e indietro.

"Maria ha avuto una visione, vero?" si intromette Isobel e, quando Kyle annuisce, si lascia andare ad un gridolino esaltato.

"Iz!" la rimprovera Michael ma lei nemmeno se ne accorge.

"Oddio, sai cosa significa? Significa che uno dei miei fratelli sta per chiedere all'amore della sua vita di sposarlo! È così romantico! Chi c'era nella visione?"

Isobel è un fiume in piena, l'entusiasmo che straborda da ogni fibra del suo essere. Kyle sospira.

"La visione non è chiara, Maria ha solo visto le due coppie, una scatolina per anelli e un sacco di decorazioni a forma di cuore. La sua interpretazione è che una delle coppie, se non tutte e due, si fidanzerà a San Valentino. Il suo errore è stato raccontarlo a Rosa. La scommessa è stata una sua idea." Kyle si stringe nelle spalle. "Sta cercando di capire chi tra di voi è più vicino alla proposta. Io le ho detto di lasciar perdere perché, se l'aveste scoperto, rischiava di influenzare la cosa ma, come avete potuto vedere, non ha funzionato."

"Già, la discrezione proprio non fa per voi!"

Michael sembra deluso e il cuore di Alex precipita nello stomaco. Erano loro nella visione di Maria, non ne ha il minimo dubbio.

"Abbiamo rovinato tutto, vero?"

Kyle è dispiaciuto ma Michael semplicemente fa spallucce. "Cosa c'è da rovinare? Una proposta banale nel giorno più banale possibile? Nah, io scommetto su Max e Liz!"

Alex sente il cuore in gola, adesso, perché Michael sta pensando di chiedergli di sposarlo e non ne hanno mai parlato davvero. E sente le lacrime pungergli gli occhi perché Michael voleva chiedergli di sposarlo e adesso non lo farà più.

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Il Pony addobbato a festa è sempre una visione particolare. Alex ancora non ha capito se in senso positivo o negativo, sa solo che vedere una massa assortita di cowboy girare tra ghirlande e festoni, fa uno strano effetto. Un po' comico, a tratti surreale. Soprattutto se a penzolare dal soffitto sono stringhe di cuoricini, cangianti come luci stroboscopiche. Alex sospira, il gomito sul bancone del bar e la testa appoggiata alla mano. Ha tutta l'aria di uno che vorrebbe essere ovunque tranne che lì.

"Su, animo, è San Valentino, sei innamorato, sorridi!"

Maria ci mette tutto l'entusiasmo possibile, anche quello che lui non ha, ma non ottiene niente di più che uno sguardo di sbieco e un mugolio stizzito. Alex aveva altri programmi per questa serata e dall'occhiataccia con cui ha salutato lei e Rosa, non c'è dubbio che Maria abbia capito che c'è qualcosa che non va. È abbastanza sicuro che abbia anche capito che c'entrano loro ma ha avuto il buon senso di non dirgli niente. Non stuzzicare il can che dorme, giusto? Deve essere per forza quello che pensa Maria, perché gli sorride di nuovo a labbra strette, gli allunga una bottiglia di birra - su un sottobicchiere a forma di cupido - e lo lascia al suo cattivo umore.

Ed è un peccato che Alex sia di cattivo umore, davvero, non se lo merita. Non si merita il secondo San Valentino di fila rovinato così, tra crisi aliene ed amici impiccioni. È un peccato perché Michael aveva evidentemente delle idee per questa serata - come l'anno scorso - e sono andate a farsi benedire - come l'anno scorso. È ingiusto. Alex cerca e trova Rosa, a tirare freccette con Kyle, e fulmina entrambi con l'ennesima occhiataccia, se più frustrata o triste non lo sa nemmeno lui. Rosa allarga le mani, stupita, Kyle gli sillaba uno scusa! silenzioso. Non serve a nulla ovviamente, è solo uno spreco di energia.

Alex sente la bottiglia di birra quasi scivolargli dalle mani, come tirata via da qualcosa di invisibile. Stringe la presa ed inarca un sopracciglio verso Michael. Che dire, è sicuramente un modo efficace per attirare la sua attenzione e per risollevargli il morale. Micheal allarga le braccia e si mette in mostra, sul viso l'espressione più sfacciata del suo repertorio, poi si gira, impugna per bene la stecca del biliardo e infine si piega sul tavolo. E sculetta. Esageratamente. La stecca colpisce la palla, la palla finisce in buca, lui esulta e sculetta un altro po', in celebrazione. Gregory lo spinge ridendo via dal tavolo, ha visto davvero tutto per stasera.

"Com'è stato lo spettacolo?"

"Ridicolo!"

"Sexy, vorrai dire!"

"Mh-mh", Alex lo asseconda, allunga un dito a tracciare il profilo della sua cintura, avanti e indietro lungo il bordo un paio di volte, poi trasforma il gesto in una presa e si tira Michael contro. Sorridono entrambi ed Alex vorrebbe un bacio, ma ciò che ottiene è la bocca di Michael premuta contro il suo collo, una guancia contro la sua spalla, uno sbuffo di respiro tiepido contro la sua pelle. Bello uguale certo, ma non proprio la stessa cosa. In qualunque altra circostanza, ad Alex non sarebbe nemmeno passato per la testa di rimanerci male per la mancanza di un bacio in pubblico, anzi il sé di non così tanto tempo fa avrebbe accolto la cosa con un sospiro di sollievo. Il sé attuale però, quello che si sente a suo agio nella propria pelle e nel proprio amore, è dispiaciuto. E non sa nemmeno bene perché. Anzi no, non è vero. Lo sa benissimo il perché. È da quando sono arrivati al Pony che Michael sta evitando accuratamente qualsiasi effusione, qualunque cosa che possa sembrare ciò che non è. Tipo i baci, sia mai che qualcuno possa interpretarli per un ad una proposta di matrimonio. Alex è scocciato. Molto. Michael deve percepirlo, perché gli bacia una tempia e sa di consolazione.

"Possiamo andarcene a casa?"

Micheal gli sorride paziente. "Siamo praticamente appena arrivati. Cerca di divertirti!"

"Divertirmi?" Alex inarca entrambe le sopracciglia. Brutto segno. "Io non mi sto divertendo di certo, tu stai facendo finta."

"Alex…"

"No, Micheal, non ci stiamo divertendo, siamo qui solo perché vuoi vedere come va a finire con la scommessa."

Alex odia il tono petulante con cui ha parlato ma sa di avere ragione, lo capisce dal modo in cui Micheal ingoia a vuoto e da come abbassa la testa, gli occhi che sfuggono i suoi.

"Sei ancora arrabbiato per questa storia?"

"Non sono arrabbiato", e non è tanto per dire, davvero, Alex non è arrabbiato. È scocciato, ed è diverso. È deluso, e non sa se può confessarlo a Michael. Non sa fino a dove può essere sincero. Senza spaventarlo intende, senza correre il rischio di sprofondare entrambi in una crisi. Perché hanno fatto passi da gigante a livello di comunicazione ma i vecchi dubbi ogni tanto tornano a galla e, stavolta, è la sensazione di essere troppo, di essersi impuntato troppo su qualcosa che forse sarà, ma che sicuramente non sarà adesso.

"Stai pensando troppo."

Alex praticamente collassa contro Micheal, la fronte contro il suo petto e un respiro profondo che sa di pioggia e che lo calma, e che basta per far tornare tutto finalmente in prospettiva.

"È per questo che non ne abbiamo parlato? Tra di noi, voglio dire… perché penso troppo?"

"Beh, è quello che è successo, no? È bastato insinuare che volessi chiederti di sposarmi per mandarti in crisi."

"Non sono andato in crisi."

Questa volta è Michael ad inarcare un sopracciglio e Alex può capire benissimo perché lo pensa. La cosa non gli piace.

"Non sono andato in crisi" ripete, la frase scandita con calma e precisione, la testa alzata per guardarlo negli occhi. È necessario che Michael gli creda, che capisca cosa gli frulla davvero nel cervello, qual è il punto di tutta questa assurda situazione.

"Quando Kyle ci ha raccontato della visione e della scommessa ho pensato che se si trattava di noi - e si trattava di noi, vero?"

Micheal fa di sì con la testa, perché ormai che senso ha girarci intorno?

"Ecco, ho pensato che se si trattava di noi non ne avevamo mai parlato, non davvero. Quello è stato il mio primo pensiero ma sai cosa?"

Alex intreccia una mano a quella di Micheal e tira, come a sottolineare la domanda.

"Cosa?"

"Non mi ha spaventato, non mi ha fatto andare in crisi e non mi ha mandato nel panico. Subito dopo però, ho capito che, se anche volevi farlo, a quel punto non me lo avresti chiesto più. E ci sono rimasto male."

Nella cacofonia di suoni del bar, il silenzio di Michael è assordante.

"Ci sono rimasto male, Micheal, è lì che ho cominciato a farmi mille pensieri strani, a chiedermi perché ci fossi rimasto così male e perché, se davvero volevi chiedermelo, era bastata una stupida scommessa a farti cambiare idea".

Ecco, tutta la sua intricata verità. Così vulnerabile, così umana.

"Non voglio chiederti di sposarmi perché qualcuno lo ha visto in una visione o perché ci ha scommesso sopra, non voglio che sia qualcosa che accade perché così è deciso dal destino o da quello che è. Voglio che succeda perché lo decidiamo noi, e basta."

"E oggi non sarebbe così…"

"No, se lo facessi oggi avrei per sempre la sensazione di averlo fatto perché qualcun altro ci ha detto che sarebbe andata così."

"Anche se volevi farlo… anche se vorresti farlo."

"Oh Alex, voglio sposarti da quando avevamo 17 anni, dal momento stesso in cui mi sono innamorato di te, dal preciso istante in cui ho cominciato a sognare una casa, un paio di bambini e tutti noi a suonare in garage il sabato mattina." Gli occhi di Michael brillano di desiderio, quello tenero dei sogni da realizzare e Alex non vede l'ora che diventino realtà. Una piccola parte di lui, quella che resterà per sempre un ragazzino traumatizzato, si stupisce di tutta quella voglia, impaziente e viscerale, ma il resto di sé ci si culla rassicurato.

"Ti amo!" gli dice, il cuore a mille che batte frenetico nelle sue stesse orecchie.

"Io di più!" è la risposta di Micheal e Alex vuole baciarlo, lo vuole con tutto se stesso ed è una fatica ricordarsi che stasera, qui, con quella stupidissima scommessa di mezzo, lui non vuole. È una fatica fermarsi, tenersi lontano, accontentarsi di stringere la mano attorno al suo braccio e non tra i suoi capelli come vorrebbe. È una fatica distogliere lo sguardo dalle sue labbra. E Michael - finalmente - decide che non ne vale assolutamente la pena.

"Ho la sensazione che tu stia cercando di non baciarmi", scherza. Che faccia tosta, pensa Alex. Come se non fosse stato lui ad evitarlo per tutta la sera. "Hai il mio permesso per farlo, procedi pure!" Che grandissima faccia tosta. Alex lo ama da impazzire. E lo bacia, mani e labbra a stampargli addosso tutto il suo elettrizzato amore.

"Ti amo!" Michael glielo mormora in un bacio.

"Io di più!" gli fa eco Alex e ridono, le fronti premute l'uno contro l'altra, come se ci fossero solo loro, lì e in quel momento. Invece, tutto intorno a loro c'è un bar pieno di cowboy la sera di San Valentino, tappi di champagne che saltano con un pop dopo l'altro e voci che si sovrappongono, esaltate, urlanti, pieni di gridolini e congratulazioni.

Alex si sporge oltre Michael, quanto basta per vedere Max e Liz abbracciati, lei che saltella pazza di gioia e la mano tesa verso Rosa, l'anello al dito che brilla come le stringhe di cuoricini che penzolano dal soffitto.

"Beh, sembra che abbiamo vinto la scommessa."

Alex scuote la testa, suppone che dovrebbe rimproverargli la cosa ma Michael è così soddisfatto di sé che non ne sente affatto il bisogno. In fondo, si sono meritati di tirarci fuori qualcosa di buono da questo San Valentino scombinato. Ha tutta l'intenzione di dirglielo ma la frase gli rimane sulla punta della lingua quando si rigira a guardarlo e si trova davanti un biglietto d'auguri. Rosso come quello dell'anno scorso, pensa subito, felice. Un alieno verde e glitterato lo fissa dal centro del cartoncino, la scritta You're out of this world a riempire tutto il resto. Dentro, la solita scrittura tutta spigoli di Micheal gli promette cose dell'altro mondo.

Alex ride e Micheal decide che il posto migliore per quella risata, per i suoi angoli umidi di pianto e per i suoi respiri mozzati sia un bacio.

E un altro.

E un altro ancora.

  
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