III
UN PICCOLO AIUTO DISINTERESSATO
L’uomo guarda fisso un punto in cui non c’è più nessuno. Sì concede un sorriso mentre il vento portatore di pioggia si alza dal mare a scompigliargli i capelli.
“Papà…” La voce del bambino che si stringe al suo collo è sottile e esitante.
“Dimmi, Donac...”
Devono rientrare prima che si scateni la tempesta. È quasi ora di cena. È una di quelle sere in cui sarà bello sedersi accanto al fuoco e raccontarsi storie.
“Chi era quel ragazzo?”
L’uomo posa gli occhi sul bambino. Non credeva che anche lui fosse riuscito a vederlo.
“È un amico che vive in un altro mondo, Donac. Un mondo meno bello del nostro, purtroppo. E forse, gli abbiamo appena dato una mano. Deve fare una cosa davvero importante...”
Il bambino annuisce come se non avesse bisogno di altro. “Ti assomigliava. Tanto. Era proprio uguale a te.”
“Tu dici?” l’uomo gli sorride, poi gli arruffa i capelli. “Andiamo, adesso. Alla mamma dispiace se facciamo tardi.”