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Autore: Smeralda Elesar    17/02/2022    4 recensioni
Grazie al Guerriero Dragone, Lord Shen non è stato ucciso dalla sua stessa arma che crollava su di lui.
Non che il pavone sia minimamente contento della cosa, primo perché odia avere un debito con il panda, e secondo perché l'unica alternativa alla morte è la prigione, e per il suo orgoglio essere incarcerato è intollerabile.
Nonostante questo, Po vuole aiutare Shen a fare i conti con le ferite del passato.
Il problema è... come si fa ad aiutare chi non vuole essere aiutato?
Cosa può sorgere dal buio di una prigione per una creatura avvelenata dall'odio, dalla rabbia e dal desiderio di vendetta?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Shen, Po
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Boom, baby! Prima le cose serie! Ringrazio shinigami di fiori e Rose29 per aver aggiunto la storia tra i preferiti e per aver recensito nei capitoli precedenti, ed Aladidragocchiodiluce e X_98 per esserci.

Ciò che sorge

***

Dall'attesa

***

Let there be night
God bless the father, the son
Let there be night
And day be gone

Let there be night
The mass of dark has begun
Let there be night
And damn the sun

(Let there be night - Powerwolf)



Po e la Divinatrice erano quasi arrivati alla prigione.

Maestro Shifu li seguiva a breve distanza, appoggiandosi al suo bastone per tenere il passo. Non sapeva proprio che pensare della piega che stavano prendendo gli avvenimenti, e preferiva essere presente.

Sulla porta scorsero una figura familiare che stava parlando con una guardia prima di far chiudere ed andare via.

-Maestro Bue! Che ci fate anche voi qui?- chiese subito Po.

-Guerriero Dragone... Nobile Divinatrice... Maestro Shifu... sono qui perché, che ci crediate o no, Shen mi ha... diciamo “convocato al suo cospetto”-

-Oh, no! È ancora vivo, vero? Ahi!-

Non ne aveva potuto fare a meno! Un colpo di bastone al ginocchio era il minimo che il panda si meritasse per la sua maleducazione!

Prima che maestro Bue potesse ribattere la Divinatrice richiamò la sua attenzione.

-Maestro Bue, credo sia importante. Andiamo in un luogo più appartato e per favore raccontateci cosa è successo-

***

Le cose non stavano andando esattamente secondo i piani: se era a causa del bue che lui aveva deciso di non mangiare più, perché tutti e due, capra e panda, non erano a martellare il bue con i loro argomenti? Perché stavano importunando lui? E perché si erano tirati dietro il tappetto?

-Shen! Oh, andiamo... per favore ripensaci! Così finirai solo per farti del male!-

-Come ti ho già detto altre volte, non è nulla che ti riguardi, panda. Ho preso la mia decisione-

-Ma potresti morire!-

Shen serrò il becco ma non rispose.

Non si aspettava che il panda capisse, ma insultarlo come faceva di solito non sarebbe stata una mossa intelligente.

-Shen- intervenne la divinatrice -Da dove viene questa idea? Perché adesso?-

-Usa le tue ciotole per scoprirlo da sola- la sfidò lui.

-Vuoi davvero che lo faccia? Potrei vedere cose che tu nascondi persino a te stesso-

Quello non se l'era aspettato.

Come sempre la capra aveva toccato nervi che avrebbero dovuto restare ben coperti, e forse lui non sarebbe stato così impulsivo se non avesse saltato già un pasto.

-Adesso basta! Fuori!-

Un breve capogiro lo fece vacillare, ma non sapeva se per la rabbia o per la debolezza.

Quando riaprì gli occhi sia la capra che il panda lo guardavano preoccupati, tesi verso di lui e dimentichi che non potevano raggiungerlo a causa delle sbarre.

L'altro panda invece lo osservava valutando ogni sua mossa. Fastidioso, irritante inconveniente.

-Se ci tenente tanto a me, andate a convincere il bue- aggiunse stancamente -E adesso fuori-

I due si scambiarono un'occhiata desolata.

-Stai attento, Shen. Non fare altre sciocchezze- disse la capra prima di allontanarsi dalle sbarre.

Il panda invece avrebbe voluto insistere, se l'altro panda non lo avesse pungolato con il bastone per farlo andare via.

Lo trovò vagamente divertente, e preferì in ogni caso non guardare i suoi occhi verdi.

***

Croc non riusciva a credere a quello che il suo amico gli stava raccontando.

Quando era tornato a casa ed aveva saputo che era andato alla prigione si era già preparato a dover organizzare un altro funerale, ed invece il pavone era ancora vivo. Per il momento.

-Bue! A parte che ti avevo già chiesto di non andare dal pavone da solo... ma non puoi fare sul serio! Hai davvero intenzione di lasciarlo morire di fame per dispetto?-

Bue sbuffò ed incrociò le braccia sul petto. Non si era ancora nemmeno tolto l'ascia dall'imbracatura sulla schiena.

-Quale dispetto? La scelta è sua, perché tutti quanti non fate altro che difendere il suo capriccio?-

-Ma vuole vedere le tombe dei suoi genitori! Non so, forse...-

-Forse cosa? Si è pentito? Non dirmi che anche tu sei così stupido, Croc!-

L'alligatore si zittì davanti a quel muro di rabbia.

Bue non era mai stato granché espansivo, ma da quando era morto Maestro Rhino e da quando il pavone bianco era entrato nelle loro vite, il suo amico sembrava aver perso qualsiasi forma di compassione.

-Maestro Rhino lo avrebbe lasciato andare- disse a voce bassa.

Dovette scansarsi in fretta perché l'ascia di Bue si abbattè sulla sedia accanto a lui riducendola in schegge.

-Maestro Rhino non è qui, e sappiamo tutti e due bene perché!-

***

Non sapere quanti giorni passavano quando si iniziava un digiuno era un pessimo stereotipo.

Shen lo speva benissimo come passava il tempo, perché i suoi pasti venivano consegnati regolarmente, anche se lui non li toccava, ed il panda si faceva vedere almeno una volta al giorno.

La debolezza aveva cominciato a farlo stare male già dal mattino dopo.

Anche quello che il corpo si abitua al digiuno era un'altro pessimo stereotipo.

Lui aveva spesso la mente confusa, o non rusciva a respirare, per non parlare di muoversi.

Ma non avrebbe ceduto.

Il panda cercava di convincerlo con argomentazioni che a Shen sembravano distanti, futili, ingenue ai limiti dell'idiozia, ma forse a causa della debolezza non riusciva ad arrabbiarsi con lui.

Gli sembrava strano che il panda fosse così preoccupato per lui.

Una volta gli aveva addirittura detto che non era giusto quello che stava facendo perché loro avevano quell'accordo secondo cui Shen non avrebbe provato a farsi del male fino a quando il panda avesse accettato di combattere contro di lui ogni giorno.

-Battermi con te non è più la mia priorità in questo momento- tentò di spiegargli.

-Be', non stai mantenendo la tua parola!- lo accusò il panda. Forse avrebbe voluto essere intimidatorio, con il broncio e le braccia incrociate in quel modo, ma a Shen sembrava solo un cucciolo che faceva i capricci, per questo si limitò a fare una smorfia ed a voltarsi dall'altra parte.

-Mi hai sentito? Non stai mantenendo la tua parola, Shen! Da un principe mi aspettavo qualcosa di meglio!-

Solo allora Shen si girò con uno scatto, pagato immediatamente con un capogiro.

A tentoni afferrò una delle schegge di legno e la scagliò alla cieca verso le sbarre.

-Non osare mai più dire una cosa del genere! E adesso vattene!-

Non riusciva a tenere gli occhi aperti, ma sentì benissimo il sospiro sconsolato del panda.

-Preferivo quando cercavi di ammazzarmi, sai? Non mi piace vederti così abbattuto-

Shen però non ebbe la forza di rispondergli.

***

Era notte.

No, era appena prima dell'alba.

Shen era in piedi all'aperto, su un prato al limitare della città. Il terreno era freddo e qua e là si vedevano piccoli mucchietti di neve. Perché c'era la neve? Non era la stagione... o sì?

Tutto attorno a lui c'era una nebbia densa e caliginosa che strisciava sul terreno e gli impediva di vedere chiaramente, ma lui sapeva esattamente dove fosse. Era strano. Molto strano.

Quando era uscito di prigione? Possibile che da sonnambulo fosse stato più efficiente nell'evadere che da sveglio?

Eppure non era felice di essere all'aperto. Aveva una brutta sensazione. E perché c'è la neve?

Non c'era nessuno attorno a lui, o almeno nessuno che lui riuscisse a vedere, ma dalla nebbia provenivano voci flebili ed indistinte.

Shen cominciò a sentire le dita fredde della paura che lo afferravano dentro.

All'improvviso sapeva che non voleva essere lì, semplicemente non voleva!

A causa delle sue azioni, Yèguāng Shén Xìng , è da questo momento privato del suo nome di famiglia”

No!”

Con orrore comprese che non era affatto uscito di prigione! Era dentro la sua memoria, al momento in cui era stato scortato fuori città affinché gli fosse letta la sua sentenza!

... Privato del suo titolo, del diritto di ereditare i beni del clan”

E la cosa peggiore era che era stato suo padre a leggere la sentenza!

Shen sentì la paura e l'orrore serrargli lo stomaco. Perché? Perché?! Come poteva cacciarlo?

Ed è bandito ora e per sempre dalla Città di Gong Men, pena la morte”

Quel giorno Shen aveva mostrato solo la rabbia ed il disprezzo, ma nella sua mente sapeva benissimo che c'era stata una disperazione così nera da soffocarlo!

Suo padre gli aveva sempre voluto bene! Aveva sempre detto di volergli bene... e allora perché non aveva nemmeno provato a difenderlo?!

Padre! Perché mi hai abbandonato?”

Toccato dalla morte. Shen sentì il freddo della neve afferrarlo dentro, e la sensazione di nausea afferrarlo e trascinarlo giù.

Certo! Si erano liberati di lui perché aveva appena dato la prova di appartenere alla morte! Chi altro avrebbe scatenato una devastazione così totale se non uno spirito maligno?

Ho dovuto farlo!” si sentì gridare “Prima che loro attaccassero me!”

Voleva andare via! Non voleva più vedere le ombre nella nebbia, non voleva più sentire le voci!

Ma come poteva scappare se erano ormai dentro di lui?!

-Shen... Shen!-

C'era solo una voce più reale delle altre, che...

Si svegliò di soprassalto, nella branda scheggiata, e con un brutto sapore in bocca.

Non fece in tempo a girarsi per vedere chi ci fosse fuori dalle sbarre che si accorse di aver già riconosciuto la voce.

-Perché sei qui? Il bue ti ha chiesto di prevedere quanto ci metterò a morire?-

La Divinatrice non si scompose.

Aveva la stessa odiosa attitudine del panda a guardarlo con più comprensione quanto più lui si mostrava sgradevole.

-Credo di essere più utile qui-

-Per cosa?-

-Per le domande che vuoi porre tu-

-Io non voglio sapere niente-

-Ma ti sei intestardito ad andare al cimitero. Non vuoi sapere qualcosa sui tuoi genitori?-

Shen non potè trattenere una smorfia.

-So già tutto quello di cui ho bisogno, grazie. Tu stessa hai provveduto a chiarirmi qualche dubbio quando mi hai rivelato le circostanze sfortunate della mia nascita. Non che ce ne fosse bisogno. Hai solo confermato quello che pensavo già-

-Credi di sapere tutto, Shen? Allora raccontami la tua storia-

La vecchia capra era terribilmente seria, Shen non poteva nemmeno chiedele se stesse scherzando.

Lei aspettava, appoggiata al suo bastone, e lui non aveva bisogno altro che di una scusa per buttare fuori tutto l'odio che gli era risalito dentro dopo il suo sogno.

-Io avevo cambiato il mio destino, ma loro sono stati troppo vigliacchi per accettare la mia scelta. Hanno preferito restare attaccati a tradizioni obsolete invece di appoggiarmi nella strada che stavo spianando per noi e la nostra città-

La divinatrice lo scrutava in silenzio, attenta come se non conoscesse già benissimo quella storia e non ne fosse stata complice.

-Mi hanno processato in fretta, e mi hanno cacciato dalla città senza nemmeno darmi la possibilità di parlare di fronte al Consiglio e di difendermi. Mi hanno chiuso nella mia stanza come un ragazzino, e mi hanno fatto uscire solo per mostrarmi il documento con cui mi bandivano. Mi hanno fatto buttare fuori dai confini della città prima dell'alba come avrebbero fatto con uno straccio di cui si vergognavano-

La rabbia gli faceva pulsare le tempie e data la sua mancanza di forze il suo sfogo lo aveva lasciato esausto.

Suo malgrado dovette appoggiarsi al muro perché non ce la faceva a stare dritto.

Le penne delle ali avrebbero potuto scavare nel blocco di roccia per quanto lui stava pressando forte.

-Ma tu eri presente- le disse risentito non appena ebbe ripreso fiato -Perché vuoi che ti racconti cose che conosci già?-

-La storia è la stessa, ma gli occhi che l'hanno vissuta sono tutti diversi. Volevo sapere cosa avevano visto i tuoi-

-E adesso sei soddisfatta?-

-Vederti stare male non mi da alcuna soddisfazione, però adesso so cosa ti tormentava prima del mio arrivo-

Lui scosse la testa e fece un gesto con l'ala come a scacciare qualcosa.

-Solo uno stupido incubo-

-Incubo? O memoria?-

Lui non rispose. Quel tipo di domande, fatte da quella capra, aveva imparato a temerle.

-Non ti hanno abbandonato, Shen. Adesso lascia che ti racconti quello che ho visto io di questa storia-

-Tanto lo faresti comunque anche senza il mio permesso. Ebbene, sentiamo, quanto potrà mai essere diversa?-

Se ne pentì immediatamente, perché ormai l'esperienza gli aveva insegnato che ogni volta che lui dava per scontato qualcosa a proposito della capra, puntualmente veniva smentito, e nei modi più umilianti.

Lei chiuse gli occhi prima di iniziare a parlare.

-I miei occhi hanno visto un amore immenso ed il conflitto dei tuoi genitori tra la giusta punizione ed il fatto che avrebbero dovuto punire te. Non fingere di non saperlo: l'alternativa all'esilio sarebbe stata la pena di morte, e l'avrebbero chiesta così tanti dopo quello che avevi fatto che nemmeno il sovrano avrebbe potuto rifiutare. Se non ti avessero esiliato in fretta senza un processo completo saresti stato giustiziato-

-Sarebbe stato più dignitoso!- esclamò Shen -Inoltre per quale crimine mi hanno punito? Per aver stroncato sul nascere una possibile rivolta che sarebbe costata perdite a tutti? Mi hanno punito per essermi difeso?-

Lei lo guardava sconcertata. Ancora dopo tanti anni e nonostante Shen glielo avesse spiegato, non riusciva a capire l'ovvio!

-Shen, da cosa ti eri difeso? Nessuno ti aveva fatto alcun male, e tu avevi sterminato senza ragione un intero villaggio di innocenti!-

-Innocenti?! E tu come lo sai? Se non li avessi fermati allora, se qualcuno di quel villaggio si fosse sollevato contro di me e mi avesse minacciato, non avrei dovuto difendermi? Tu hai predetto che uno di loro mi avrebbe fermato, sei colpevole quanto me di quello che è successo!-

Quel nuovo sforzo lo faceva tremare, ma stavolta lui si rifiutò di appoggiarsi.

Credeva di averla colpita in quel modo, di aver rivelato l'ipocrisia di chi aveva addossato a lui tutta la colpa mentre era la vera artefice del disastro, ed invece si trovò di fronte uno sguardo determinato.

-No, Shen. Smettila di scaricare le tue responsabilità sugli altri. Tu avresti potuto parlare con me e chiedermi chiarimenti, avresti potuto chiedermi di scrutare il futuro con più precisione. Ed invece hai capito quello che le tue paure ti hanno fatto capire ed hai agito d'impulso. Non è così che si comporta un sovrano-

Quello era troppo. Era semplicemente troppo!

C'era qualcosa che lo stringeva sotto le costole, dietro lo sterno, qualcosa di pesante e viscido che lo soffocava.

-Lasciami in pace...- ansimò -lasciatemi in pace tutti quanti!-

Solo quando la Divinatrice si fu allontanata a bastanza Shen si lasciò scivolare contro il muro e lasciò andare un lungo lamento di dolore.

***

Okay, forse quella era un'altra cattiva idea!

No, anzi... era certamente un'altra cattiva idea!

Ma Po sentiva di doverci provare!

Accanto a lui Maestro Bue Infuriato camminava guardando fisso davanti a sé, torvo e minaccioso come una nuvola di tempesta.

Erano quasi arrivati davanti alla prigione quando videro la Divinatrice che percorreva la strada al contrario.

-Maestro. Guerriero Dragone. State andando da Shen, non è vero?-

-Il Guerriero Dragone mi ha chiesto di andare a vederlo. Fosse dipeso da me non avrei motivo di essere qui-

La Divinatrice guardò Po, poi Maestro Bue.

A Po sembrò che fosse molto preoccupata.

-Non lo spezzate, vi prego. È molto fragile-

***

La vecchia capra se ne era andata da poco quando Shen sentì altri passi in avvicinamento e delle voci che ormai conosceva bene.

Roteò gli occhi esasperato.

Se avesse immaginato che la sua dipartita sarebbe stata una faccenda tanto costellata di fastidi avrebbe scelto un metodo più veloce che l'inedia!

Rimase appollaiato sulla branda, con le ali raccolte nelle maniche e tentando di tenere su il collo.

Appena pochi secondi e lui si trovò davanti, dall'altro lato delle sbarre, il panda che si agitava in preda al panico ed il bue torvo, con le braccia muscolose serrate sul petto.

-Ecco, che vi avevo detto, maestro? Così finirà davvero per morire!- Se il panda non fosse stato così rumoroso e melodrammatico sarebbe stato divertente.

In fondo quello era esattamente il genere di scenata che Shen sperava che il panda e la capra avrebbero fatto ogni giorno al bue, ma sperava anche che lo facessero in qualche posto dove lui non dovesse sopportare i loro strilli.

-Ne dubito. Ci vuole molto più tempo per morire davvero per la fame- commentò il bue.

-Ma noi non vogliamo che arrivi davvero a questo, vero? Maestro, per favore! Fatelo andare al cimitero! Non vedete che sta male?-

Shen tentò di darsi il contegno migliore che poteva, perché l'ultima cosa che voleva era che davvero il bue lo compatisse.

Per fortuna il bue sembrava incline a tutto meno che alla compassione nei suoi confronti.

-Queste sono solo le conseguenze delle sue azioni e delle sue scelte sbagliate. Sarebbe facile se la debolezza o la malattia equivalessero all'assoluzione! Inoltre come potrei giustificare davanti ai cittadini di averlo fatto uscire di nuovo? Sarebbe un insulto a tutti quelli che ha danneggiato da quando è tornato in città, ed io non esporrò una popolazione già provata ad una rivolta per colpa di un suo capriccio-

-Ma... è per i suoi genitori! Non ha visitato le loro tombe nemmeno una volta da venti anni!-

-Un'altra conseguenza delle sue azioni scellerate-

-E va bene, maestro, allora non mi lasciate altra scelta-

Fino a quel momento Shen aveva seguito lo scambio tra i due in silenzio, e quando vide che il panda sollevava i gomiti pensò che volesse combattere; invece si piegò in ginocchio e rimase prostrato con la fronte appoggiata a terra.

-Per il Cielo, per la Terra. Per il vostro animo nobile, Maestro Bue, io vi supplico di permettere che Lord Shen faccia visita alle tombe dei suoi genitori-

Quello sì che era sorprendente!

Chissà dove aveva imparato il panda come si faceva una supplica ufficiale? Per quel che Shen aveva potuto vedere, la sua educazione era quasi inesistente, come d'altra parte ci si poteva aspettare da un contadino o da un paesano.

Ma anche se le maniere erano state impeccabili, la supplica non ottene l'effetto sperato, anzi il bue, invece che impietosito, sembrava più infuriato che mai.

-Prima di umiliarti in questo modo per lui, ricorda che per colpa sua i tuoi genitori nemmeno ce l'hanno una tomba!-

E gli voltò le spalle lasciandolo lì.

Il panda rimase per qualche secondo scioccato.

Anche se aveva il muso a terra, Shen aveva potuto cogliere una smorfia di dolore.

Quando si rialzò e si voltò verso Shen lui credette che avrebbe visto finalmente odio, adesso che il bue lo aveva messo di fronte alla brutale verità, ed invece il panda allargò le braccia desolato, come se fosse lui a scusarsi.

-Mi dispiace. Credevo di riuscire a convincerlo-

Come è possibile? È ancora dispiaciuto per me?”

-Mi odia. Non acconsentirà per nulla al mondo-

Non riuscì a ringraziarlo per averci provato.

***

Ancora una volta le torce erano state dimezzate, segno che fuori il sole era tramontato.

Shen sospirò. Non si degnò nemmeno di aprire completamente gli occhi, per quanta poca differenza avrebbe fatto, e non tirò la testa fuori da sotto l'ala.

Primo, non ne aveva motivo, secondo, non ne aveva la forza.

La cella in cui si trovava attualmente era all'interno del labirinto, e lui non poteva nemmeno avere un quadrato di cielo per rendersi conto dello scorrere del tempo.

In quel modo era davvero già sepolto.

Non aveva più l'anello della catena a trattenerlo, ma non sapeva se considerarla una cosa positiva o meno.

Inoltre si era accorto troppo tardi di una cosa importantissima: il suo dao non era più nella sua cella.

Shen non sapeva di chi sospettare di più, se delle guardie, del bue o della divinatrice; il panda non lo aveva nemmeno considerato, perché sapeva bene quanto poco lo temesse, armato o no.

Quel che era certo era che qualcuno aveva approfittato di un suo momento di incoscienza per sottrargli la sua arma.

Codardi e vigliacchi!

Lo temevano armato persino quando era troppo debole per reggersi in piedi!

Doveva essersi appena assopito quando sentì flebile un cigolio metallico, ma di sicuro non avrebbe potuto essere la sua cella che veniva aperta.

Non a quell'ora.

Non dopo che per tutto il pomeriggio era stato tormentato da visite sgradite!

Poteva anche essere la sua mente provata dalla mancanza di cibo che sentiva cose che non c'erano... eppure c'era qualcosa di strano!

La sensazione di qualcosa di stonato, di una presenza nella penombra, di un altro respiro oltre al suo dentro la cella...

I lupi!” ricordò all'improvviso!

Shen aprì gli occhi di scatto e tirò fuori la testa da sotto l'ala.

Si trovò faccia a faccia con qualcosa di nero e peloso.

-AAHHHH!!!-

-AAHHHH!!!- gli rispose un grido identico al suo.

-Ma che diamine...? Panda!!! Che stai facendo?!-

-Ops! Scusa, non volevo svegliarti. Cioè, no, in realtà volevo svegliarti, però tu non dormivi... o sì?-

-Panda!-

-Ah, giusto... allora, sono qui per chiederti un favore-

-Un favore? A me? In caso tu non l'abba notato, non sono nelle condizioni ottimali per esercitare il mio potere, ed anche se potessi tu saresti l'ultima persona al mondo a cui...-

-Sì, sì, ok, come vuoi tu. Il fatto è che tu devi farmi il favore di mangiare normalmente per almeno due giorni-

Shen era talmente sorpreso dalla richiesta che si dimenticò di offendersi perché il panda gli aveva troncato la parola.

-Panda... primo, non ho la minima intenzione di assecondarti. Secondo, non avresti potuto aspettare fino a domani mattina? C'era bisogno di farmi venire un'infarto a quest'ora di notte?-

-Senti, sono dovuto venire ora perché non volevo essere seguito da nessuno. Nessuno sa che sono qui, capisci?-

-No, non capisco. E smettila di gesticolare!-

-Ops! Scusa... Tu fidati di me e basta, ok? Mangia per almeno due giorni-

Shen lo scrutò con gli occhi ridotti a fessure colme di sospetto. Il fatto che lui fosse appollaiato sulla branda annullava quasi completamente la differenza di altezza tra loro.

-Perché dovrei farlo? Credevo di essere stato chiaro: mangerò quando il bue si deciderà a lasciarmi andare al cimitero-

-E come pensi di andare? Strisciando? Sei senza forze, Shen! Outch!-

Senza forze o no, Shen gli aveva rifilato una sberla di avvertimento sul muso.

-Ok, ok, mi sbagliavo- borbottò il panda massaggiandosi il naso -Non sei poi così tanto senza forze... ma come pensi di attraversare la città dopo tre giorni di digiuno?-

-Se il bue non si decide a concedermi un lasciapassare non dovrò attraversare assolutamente nulla, dunque perché dovrei preoccuparmene?-

-Perché... mpf!- all'improvviso il panda si coprì la bocca con entrambe le zampe -Oh, no, non posso dirlo!-

Shen non ne poteva proprio più!

Oltre al fatto che il panda era... il panda! lo aveva svegliato nel cuore della notte, lo aveva fatto spaventare a morte, blaterava cose senza senso e pretendeva pure che lui si fidasse così, alla cieca.

-Adesso ascoltami bene, panda: hai dieci secondi per darmi una spiegazione convincente, altrimenti fuori da qui-

Il panda scosse la testa.

-Non posso proprio dirlo, Shen. Tu... tu fammi solo questo favore. Due giorni soli, ok?-

Erano già più vicini di quanto Shen avrebbe normalmente tollerato perché il panda aveva parlato a voce bassissima, ed era abbastanza perché lo stesso panda, senza nessun avvertimento, gli posasse le zampe sulle spalle.

-Solo due giorni-

In quel modo vicini per Shen era impossibile non incrociare il suo sguardo, e lui lo sapeva, lo sapeva che guardare negli occhi il panda era pericoloso!

-Per favore- insistette quello ancora una volta.

Shen chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.

Non tollerava di vedere tutta quella preoccupazione per lui, come se per il panda lui fosse un amico!

-Solo due giorni- concesse alla fine.

-Evvai! Bene così!-

Il panda lo mollò all'improvviso e Shen rischiò di piombare a terra perché non si era reso conto di quanto si fosse fatto sostenere da lui.

Riprese l'equilibrio all'ultimo secondo con un veloce battito delle ali, in tempo per vedere il panda che usciva dalla cella e la guardia che chiudeva di nuovo.

Esasperato si prese la testa tra le ali. Tutta quella agitazone notturna non gli aveva certo fatto bene nello stato di debolezza in cui si trovava.

Come aveva potuto permettere a quel panda idiota di coinvolgerlo in chissà cosa...

Come? Come...? Come?!

***

-Evvai, evvai, evvai! Ha funzionato!-

Esultava Po a mezza voce mentre usciva dalla prigione.

Mastro Roccia non gli chiedeva nulla, ed era decisamente meglio così.

Lo accompagnò fino all'uscita e quando Po fu fuori sentì che il paletto all'interno veniva tirato.

Adesso sarebbe tornato a casa, sarebbe passato dalla cucina a fare scorta di biscotti alle mandorle dal barattolo di Scimmia, e se ne sarebbe tornato in camera sua a riprendersi dallo stress che quella sortita notturna aveva comportato.

-Eh-ehm-

Qualcuno che si schiariva la voce lo fece voltare verso l'alto, dove una figura si stagliava scura contro il cielo notturno.

A quanto pareva i biscotti avrebbero dovuto aspettare.

Po si mise in posizione da combattimento, ma la sagoma che atterrò davanti a lui, nella luce di una lanterna non era altro che...

-Tigre?!-

-Che cosa sei venuto a fare qui in segreto?-

-Ah... io...-

-La verità, Po-

Il panda si afflosciò come una lanterna di cartapesta sotto la pioggia.

Non c'era modo di mentire a Tigre, non quando lo guardava in quel modo. O in nessun altro modo.

-Io... te lo spiego a casa, ok?-

Rifecero tutta la strada in silenzio, nelle strade appena illuminate, e quando rientrarono alla casa che li ospitava Po pensò di tentare almeno un ultimo trucco.

-Yaaawn! Che sonno! Bene, buonanotte, Tigre...-

Lei lo afferrò per un braccio e lo appiccicò al muro di faccia tenendogli il gomito dietro la schiena.

-Ahi! Ok, ok! Ti dirò tutto-

Stavolta Tigre non lo lasciò andare e lo trascinò per il gomito fino al cortile interno.

-Allora, che stai combinando? Ho l'impressione che questa sia un'altra delle tue cattive idee- gli chiese brusca.

Po non voleva che Tigre fosse così arrabbiata con lui! Non riusciva a sopportarlo!

Le spiegò tutto a meza voce, sperando che nessun altro si svegliasse e lo sentisse.

E man mano che lui si spiegava gli occhi di Tigre si spalancavano sempre di più.

-Tu vuoi fare cosa?-

-Ehi! Non è un'idea brutta come le altre, no?-

-No, Po, questa è molto peggio! Non ti permetterò di farlo!-

-Tigre! Per favore! Sta morendo perché non gli permettono di andare dai suoi genitori!-

Immediatamente Po si rese conto di aver detto la cosa sbagliata.

Sapeva che Tigre era stata in orfanotrofio, e non aveva intenzione di ferirla.

La vide abbassare gli occhi.

-Ops! Scusami...-

-Po, ti metteresti contro il Consiglio dei Maestri, per non parlare di quanto sia pericoloso e di quanto metteresti in difficoltà Maestro Shifu. È fuori discussione. Non te lo permetterò-

-Ma Tigre...-

-No!-

Po si ritrasse spaventato.

Tigre non gli era così ostile dai tempi in cui lui, appena arrivato al Palazzo di Giada, faceva più schifo di chiunque nella storia dello schifo, ed essere tornato a quei tempi feriva il panda molto a fondo.

-Vai a dormire, Po. Domani mattina mi auguro che tu abbia cambiato idea-

Si allontanò e tornò dentro la casa, ma Po rimase lì, in giardino.

-Oh, insomma...- provò a dire a voce appena udibile -Non era un'idea poi così cattiva!-

Peccato che dentro di sé lui lo sapeva che era un'idea più che pessima, e che Tigre aveva ragione sotto tutti i punti di vista... ma per quanto l'idea fosse pessima, era comunque migliore di lasciare morire Shen!

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Cantuccio dell'Autore

Bentornati!

Penso che abbiate capito tutti quale brutta idea ha in mente Po, giusto? In caso contrario starò zittina.

Spero vi siate goduti questa maratona che vi ho fatto fare di aggiornamenti ravvicinati, perché questo è l'ultimo capitolo sopravvissuto per intero.

Da ora in poi dovrò lavorare sulla sinossi e ricostruire quasi tutto da tredici a diciotto.

Questo capitolo per i miei standard è addirittura corto.

Siamo appena all'undicesima pagina, quando la media è di quindici quasi piene. Ma recupereremo, non temete.

Mi diverte scrivere di Po e Shen. Mi fanno un sacco ridere anche solo per come immagino si guarderebbero a vicenda.

Una delle mie scene preferte del film è quando Po rispunta sul tetto e Shen non sente cosa gli dice. Quella parte mi fa sempre spaccare dalle risate!

Vi lascio le note.

-La canzone all'inizio è questa: “Let there be night” dei Powerwolf https://www.youtube.com/watch?v=yMV-COFeDCY . Mi piace molto questa versione live. Mi sembra che abbia qualcosa di commovente.

-”Padre! Perché mi hai abbandonato?” E niente, una semicitazione biblica. Così, de botto e senza senso. Si trova in due dei vangeli canonici: Marco 15,34 e Matteo 27,46

-Tigre non vuole che Po crei problemi a Shifu. Dopo che lui ha fatto capire che vuole essere un padre migliore. Avete notato?

Grazie per aver letto anche questo capitolo

A presto (spero)

Smeralda E. Elessar

   
 
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Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Kung Fu Panda / Vai alla pagina dell'autore: Smeralda Elesar