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Autore: LorasWeasley    18/02/2022    3 recensioni
AU Ambientata nel mondo di PERCY JACKSON
Diverse storie tra long e OS dove i nostri prediletti sono dei semidei e devono far fronte a demoni, profezie e richieste di dèi.
-“La rivolta dei demoni” [long] [sakuatsu con accenni osasuna]
-“Come i nostri genitori” [OS] [iwaoi]
-“Il prediletto di Apollo” [long] [semishira con accenni ushiten]
-“Il torto ad Eros” [long] [kuroken con accenni bokuaka]
-“Moments” [raccolta di OS] [daisuga, tsukkiyama, yakulev, osasuna, tanakiyo, arankita, ushiten, bokuaka, matsuhana, kagehina]
Genere: Avventura, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma, Shiratorizawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Storie intorno al fuoco
Il prediletto di Apollo



Parte 1
Shirabu era sempre stato considerato strano. Nessuno l'aveva mai direttamente bullizzato né verbalmente né fisicamente, ma il modo in cui facevano dei semplici commenti o quando facevano azioni senza neanche pensare era quello che più contava.
"Mi dispiace ma non puoi stare qui, siamo in squadra solo con i figli di Apollo."
"Sono un figlio di Apollo."
"Ah... Davvero?"
Shirabu non aveva alcuna caratteristica tipica dei suoi fratelli: non era solare, non era divertente, non era estroverso e non era amichevole. Non sapeva usare l'arco e non sapeva suonare. L'unica cosa in cui eccelleva era la medicina.
Nessuno avrebbe mai potuto dire che fosse un figlio del dio del sole, neanche lui stesso lo pensava. Ma quando un giorno, nel bel mezzo di una battaglia, si trovò a strappare dalla morte Ushijima Wakatoshi grazie al suo potere, il simbolo di Apollo s’illuminò sopra la sua testa.
A Shirabu non importava quello che pensavano gli altri, non gli era neanche mai importato di che dio sarebbe stato figlio, non era comunque qualcosa che poteva cambiare, quindi perché disperarsi?
Quel giorno arrivò al campo Apollo che, da quando era stato punito da Zeus e aveva dovuto passare un periodo da mortale, aveva iniziato a capire come si sentisse un essere umano, cosa provasse e quali fossero i suoi limiti. Si era affezionato a diverse persone ed era quello che, tra tutti gli dei, faceva più visita ai suoi figli.
La loro attenzione fu attirata durante il pranzo. Erano tutti in mensa quando Chirone annunciò che Apollo si trovava lì per chiedere a uno dei suoi figli di andare a un'importante missione per lui.
Subito Hinata si alzò e urlò eccitato -Posso andare io, papà? Non ti deluderò!
Apollo sorrise -So che non lo farai, ma questa missione è solo per uno di voi, perché il suo potere è indispensabile.
Shirabu non stava prestando ascolto alla conversazione, c'erano tantissimi suoi fratelli che erano migliori di lui e più adatti a missioni direttamente richieste da Apollo in persona, era più che certo quindi che non lo avrebbero chiamato.
Dovette ricredersi quando sentì suo padre dire -Kenjiro, vorrei che andassi tu.
Shirabu sentì il suo cuore accelerare e le sue guance colorarsi quando si rese conto che tutti gli occhi erano puntati su di lui.
-Io?- si ritrovò a chiedere -sei sicuro?
-Sì.
Non diede nuovi dettagli, non sul momento comunque e che altro poteva fare, Shirabu, se non accettare la richiesta di un dio?
 
-Ehy, capelli storti, che vuole paparino?
Da quando Shirabu aveva salvato la vita di Ushijima, Tendo era diventato suo amico. Il figlio di Apollo non aveva idea di come fosse successo, sapeva solo che da un giorno all'altro il rosso aveva iniziato a stargli accanto. Ovviamente non gli dava fastidio per la credenza comune che Tendo portasse a tensioni e spesso litigi tra persone (essendo figlio di Eris dea della discordia) anche perché Shirabu sapeva di essere abbastanza scontroso di suo per fare tutto il lavoro da solo; quello che gli dava fastidio era che il figlio di Apollo non voleva amici, soprattutto non voleva come amico il fidanzato della sua cotta, ma questo il rosso non sembrava capirlo. A diversi anni da quel giorno, Kenjiro aveva accettato passivamente la cosa e semplicemente gli rispondeva o accettava la sua compagnia quando era l'altro a cercarlo.
-Non ne ho idea- rispose infatti alla sua domanda mentre continuava a camminare verso la Casa Grande -sto andando adesso per capirlo.
-Vengo con te!
Neanche ci provò a fermarlo e lo lasciò camminare al suo fianco.
Arrivati alla Casa Grande, Chirone fissò Tendo per un secondo, poi sembrò decidere che sarebbe stato troppo stressante chiedergli perché fosse lì anche lui e lasciò correre. Raggiunsero Apollo e questo si rivolse subito a suo figlio -Conosci Semi? Il cantante?
Shirabu rimase in silenzio mentre cercava nella sua mente un momento in cui aveva sentito quel nome, ma era abbastanza sicuro di non conoscerlo.
Aveva aperto bocca per dirlo quando Tendo esclamò -Semi-Semi! Ovvio! Come si fa a non conoscerlo!?
-Esatto!- Apollo si animó -L'ultimo singolo che ha scritto? Tutta mia ispirazione!
-Ma è stupendo! La mia preferita però resta...
Avrebbero continuato a parlare se non fosse stato per Chirone che si schiariva la gola.
-Comunque- Apollo si ricompose tornando a rivolgersi al figlio -io non posso intervenire direttamente ma so che stanno tentando di ucciderlo. Devi andare da lui e salvarlo.
Questa era decisamente una delle richieste che Kenjiro non si sarebbe mai aspettato. Doveva fare da babysitter a un ragazzino ricco e probabilmente viziato? Non c'erano persone che facevano già questo di lavoro?
-Non credo di essere quello adatto.
-Sì invece, lo stanno avvelenano a poco a poco già da diversi giorni, l'unico che può salvarlo a questo punto è solo il tuo potere.
Shirabu sospirò, poi disse l'unica cosa che tutti si aspettavano da lui -Bene, immagino partirò questo stesso pomeriggio.
-Io e Ushiwaka verremo con te- annunciò a quel punto Tendo, tutti gli altri si voltarono verso di lui come a ricordarsi in quel momento che il ragazzo si trovava ancora lì.
-Perché dovresti?- domandò il figlio di Apollo sinceramente confuso dalla situazione.
-Perché siamo amici- rispose l'altro con il tono di chi stesse dicendo una cosa ovvia -e in missione si va sempre in tre per proteggersi a vicenda, no?- quella domanda la porse direttamente a Chirone.
Questo si trovò spaesato solo per un secondo, poi si affrettò a dire -sì, certo.
Le guance di Shirabu s'imporporarono, non si aspettava di certo quell'affetto.
Distolse lo sguardo e bonfocchió -Fate come volete.
 
Mentre si organizzavano per il viaggio, scoprirono facilmente (grazie a Suna ancor prima di Apollo) che Semi si trovava proprio a New York da quella mattina e che sarebbe rimasto in città per una settimana, dato che da programma aveva tre concerti da fare.
Per loro, quindi, sarebbe stato facile da raggiungere considerando che era meno di un’ora di macchina o, nel loro caso, di taxi.
Shirabu, tuttavia. non aveva considerato con chi si trovava in macchina e quindi quanto sarebbe diventato stressante un viaggio che poteva essere più che normale.
Tutto iniziò quando, mentre aspettavano la vettura, Tendo annunciò che per prepararsi al meglio aveva ascoltato tutte le canzoni che Semi avesse mai pubblicato. Ushijima, terribilmente serio, iniziò a sentirsi in colpa per non averlo fatto a sua volta, non perdonandosi il fatto di essere partito così impreparato, e a nulla valsero i commenti di Shirabu che faceva notare che nessuno aveva bisogno di conoscere le sue canzoni. Tendo, di conseguenza, per tutto il tragitto non fece altro che mettere a tutto volume ogni singola canzone del tipo che stavano andando a salvare.
Scesi finalmente dalla macchina, il figlio di Apollo non era più sicuro di voler salvare una persona che aveva iniziato a odiare involontariamente.
Il cantante alloggiava in un hotel di lusso. Non troppo grande ma che, grazie a questo, aveva potuto affittare nella sua totalità per avere più privacy e per garantire una stanza a chiunque dello staff. C’era, ovviamente, un sacco di sicurezza all’ingresso ma Apollo aveva già risolto questo problema consegnando loro, prima di partire, dei badge perfettamente funzionanti.
Una volta dentro non fu difficile trovare il cantante, poiché questo era nell’atrio principale insieme a buona parte del suo staff e stava facendo lo stronzo con tutti.
-è mai possibile che io abbia un concerto fra meno di ventiquattrore e nessuno riesce a farmi un fottutissimo rimedio per il mal di gola!? Abbiamo chiamato tutti i medici di questa città!?
Shirabu si rese conto che, se lo stavano avvelenando come aveva detto Apollo, allora era normale che nessun medico mortale potesse curargli il “mal di gola”, una chiara conseguenza del suo avvelenamento.
-Ehy- annunciò la loro presenza Tendo, attirando l’attenzione di tutti –ecco il tuo miracolo! Il piccolo Kenjiro è pronto a curarti!
Shirabu avrebbe preferito che non avesse utilizzato l’appellativo “piccolo”, ma lasciò correre. Soprattutto quando tutta la sua concentrazione fu rivolta a Semi, il quale lo fissò infastidito e incredulo e, con un tono abbastanza derisorio, rispose –come scusa? Mi prendete per il culo? Chi vi ha fatto entrare? Chi diavolo siete?
Kenjiro non sopportò quel tono altezzoso e, ancora più infastidito dell’altro, si mise dritto e rispose a tono –Sono un medico e se vuoi cantare al tuo stupido concerto domani, forse è meglio che mi dai ascolto.
-È una minaccia?
-È un’osservazione.
-Come fai ad essere un medico quando sei più piccolo di me? Dio, che perdita di tempo!- si voltò verso gli altri –chi ha chiamato questo bambino?
E mentre tutti i menbri dello staff scuotevano la testa e si guardavano intorno per capire chi li avesse ingaggiati, Ushijima si fece avanti e semplicemente disse –ci ha mandati Lester.
Quello fece la magia.
Semi strabuzzò gli occhi incredulo, iniziò a fissarli uno per uno cercando di capire se fosse tutto uno scherzo, infine si voltò e si diresse verso l’ascensore mentre decretava –Bene, venite nella mia stanza.
Apollo aveva detto loro di dire che era stato “Lester” a mandarli. Shirabu sapeva che quello era il nome che era stato dato al padre quando aveva vissuto da mortale, ma non sapeva che tipo di rapporti avesse avuto con il cantante, né gli interessava. L’unica cosa che il figlio di Apollo voleva fare era salvare il prima possibile quella testa di cazzo troppo piena di sé e tornare alla sua normale (si fa per dire) e tranquilla vita.
La “stanza” di Semi era più un appartamento. Shirabu era sicuro che fosse più grande della sua cabina e in quella vivevano davvero tanti ragazzi. Il luogo era diviso in altre cinque stanze con: due camere da letto, un bagno e due zone soggiorno, uno dei quali con una piccola cucina. A cosa gli serviva tutto quello spazio restava un grande mistero.
Il compito di Kenjiro era quello di curarlo, cosa che, grazie al suo potere, avveniva attraverso il semplice tocco delle sue mani sul corpo del paziente. Questo, tuttavia, non poteva essere fatto di fronte a un essere umano e, così, il figlio di Apollo doveva trovare delle soluzioni differenti.
Aveva portato dal campo delle erbe mediche e non, con le quali sapeva già avrebbe dovuto creare una “medicina” per depistare l’uso del suo potere. L’idea era di mettere insieme ingredienti da un sapore non troppo brutto e finire il tutto nel minore tempo possibile, ma dopo che Shirabu aveva visto quanto il ragazzo fosse stronzo e per vendicarsi del modo in cui aveva trattato loro e tutto il suo staff, decise che sarebbe stato giusto costringerlo a bere la bevanda più amara di tutta la sua vita.
-Tendo vieni in cucina, mi serve una mano per fare la medicina.
I due ragazzi si misero all’opera e il rosso, nonostante fosse quasi sempre divertito nel partecipare agli scherzi contro le altre persone, si ritrovò comunque a fare una faccia schifata davanti l’odore dell’intruglio, chiedendo poi –Non stai esagerando? Forse sei tu quello che vuole avvelenarlo.
Shirabu fece un sorrisetto un po' troppo cattivo –Sopravvivrà.
Qualche minuto dopo. Semi per poco non soffocò con la bevanda. Non si era aspettato un sapore talmente brutto e del liquido gli era arrivato nei polmoni, facendolo irrimediabilemente tossire.
Kenjiro sorrise internamente, mentre fuori fece finta di essere mortificato intanto che allungava una mano per massaggiargli la schiena, tutta una scusa al fine di avere il contatto fisico per poterlo curare davvero.
-È terribile- gracchiò il ragazzo con la voce ancora più roca di prima –non si può mettere dello zucchero?
-Mi dispiace- disse per nulla dispiaciuto –ma lo zuccherro eliminerebbe tutti gli effetti curativi.
Tendo alzò un sopracciglio a quella nuova bugia, lanciandogli uno sguardo che era un misto di ammirato e atterrito. Shirabu rispose con uno sguardo impassibile.
Il cantante dovette quindi bersi tutto il bicchiere tra smorfie e lamenti, contemporaneamente Shirabu curava tutto il suo malessere attraverso le proprie mani. Il ragazzo era messo peggio di quello che si era aspettato, ma nulla che non potesse curare.
-Ti senti meglio?- gli domandò infine.
Semi corrugò la fronte –ha un effetto istantaneo?
-Sì.
Il cantante corrugò ancora di più la fronte, poi aprì la bocca per cantare qualche nota e, quando riuscì a farlo senza problemi, strabuzzò gli occhi e lo fissò quasi estasiato –chi diavolo sei tu?
-Sono solo molto bravo nel mio lavoro, non c’è di che- rispose mentre già iniziava a sistemare la sua borsa, pronto ad andarsene.
-Ve ne andate? Non volete restare per il concerto di domani? È pure tardi, rimanete a cena con me come ringraziamento.
Shirabu era già pronto a rifiutare, ma Tendo e Ushijima accettarono più che felicemente e a quel punto fu impossibile dire di no.
La cena fu particolare per il figlio di Apollo. Aveva immaginato di dover sopportare nuovamente l’arroganza del cantante, ma questo sembrò trasformarsi.
Per prima cosa, non appena incontrò il proprio staff, si scusò con loro per le urla del pomeriggio e per il modo in cui li aveva trattati, disse loro che era nervoso e stressato per il suo malessere e, anche se questa non era una scusa, sperava che lo potessero perdonare.
Shirabu rimase stupito e sorpreso della cosa, soprattutto quando notò sempre di più quanto Semi li trattasse come suoi pari, come s’interessasse alla vita di ogni singola persona che lavorasse al suo seguito e come non sembrasse sforzarsi minimamente nel farlo.
Kenjiro finì addirittura con il divertirsi, ridendo piano per qualche scenetta e godendosi il cibo spettacolare. Ma ovviamente la sua rabbia e il suo stress non potevano abbandonarlo per così tanto tempo, infatti tornarono abbastanza velocemente quando Semi disse loro che potevano usare tre camere dell’hotel e Tendo esclamò, un po' troppo felice, che ne avrebbero prese solo due, poiché lui e Ushijima avrebbero dormito insieme.
 
Il concerto fu una rivelazione. Shirabu non l’avrebbe mai ammesso a nessuno, ma lo trovò fenomenale. Rimase incantato, ascoltando e guardando dal suo posto d’onore sotto il palco, dal modo di muoversi di Semi, dal suo modo di sorridere e dal suo modo d’incantare tutti. Ma soprattutto, si accorse di quanto fosse fenomenale la sua voce. Cosa che non aveva per niente compreso dall’ascolto delle sue canzoni in macchina con Tendo che gli cantava sopra a tutto volume.
Passate le due ore, i tre semidei furono accompagnati dietro le quinte per gli ultimi saluti prima che si separassero per sempre.
Semi stava ancora sorridendo esaltato dalla propria performance quando li raggiunse, aveva un asciugamano intorno al collo per tamponare il sudore e una bottiglietta d’acqua mezza piena in mano.
-Sei stato molto bravo- disse Ushijima con il suo solito tono stoico e serio.
-Fenomenale!- urlò Tendo.
Semi sorrise e li ringraziò entrambi, poi il suo sguardo si spostò su Shirabu. Questo arrossì distogliendo il proprio, l’altro voleva un complimento anche da lui? Perché avrebbe dovuto fare una cosa tanto imbarazzante?
Il castano, quindi, gonfiò le guance e decise di balbettare in fretta qualcosa solo per togliersi da quella situazione. Non sapeva neanche lui cosa avesse intenzione di dirgli e non lo scoprì mai.
Semi iniziò a tossire, prima leggermente poi sempre più forte. Arrivò a non riuscire a respirare abbastanza aria nei suoi polmoni e cadde in ginocchio.
Subito diverse persone si affrettarono a soccorrerlo, una di queste era lo stesso Shirabu.
Una volta che il figlio di Apollo gli poggiò una mano sulla schiena, si accorse con orrore che tutto il malessere che gli aveva curato la sera prima era tornato.
Attivò immediatamente il proprio potere per curarlo, ma era ancora abbastanza lucido per rendersi conto di non poter usare la magia in quel modo. Con la mano libera decise di spingergli la bottiglietta d’acqua che aveva in mano contro il viso, comandando –Bevi!
Il suo potere aveva iniziato a fare effetto perché Semi era riuscito a prendere fiato e anche per questo poté rispondergli incredulo –Ma è solo acqua!
-Tu bevi lo stesso!- impose con un tono che non ammetteva alcuna replica.
Qualche secondo dopo, l’attacco era passato e il suo staff si mise in moto per riportarlo in hotel senza far trapelare alcuna notizia ai paparazzi.
Tendo raggiunse Shirabu e commentò –Immagino che non ce ne andremo da qui tanto facilmente.
Ushijima, invece, si accorse dell’espressione seria e preoccupata di Kenjiro e domandò –Perché i tuoi poteri non hanno funzionato?
-Lo hanno fatto ieri, ma oggi era come se il mio intervento non ci fosse mai stato.
-E questo significa…
-Che qualcuno sta usando la magia per avvelenarlo. Questa missione è appena diventata più grande e difficile di quello che doveva essere.





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Nuova settimana, nuova storia!
Pubblico così tardi perché, sarò sincera, avevo dimenticato che fosse venerdì ahaha
Come avrete capito questa è una Semishira con molti accenni Ushiten, sarà divisa in 4 parti.
Per quanto riguarda il capitolo, la questione di Apollo che ha passato un periodo umano e del suo nome "Lester" sono vicende che si trovano nei libri  di Rick Riordan "Le sfide di Apollo". Inoltre in PJ non sono mai stati citati figli di Eris (non che io ricordi almeno), ma secondo me Tendo era perfetto così, quindi eccolo qui, avrete modo di conoscere meglio il suo potere nei prossimi capitoli. Specifico anche che Semi è umano e non ha idea che esistono gli dei e tutto quel mondo lì, sì Apollo dice che è un suo prediletto perché è stato lui stesso a sceglierlo, ma Semi non sa che questo è un dio o che magari quando gli viene l'ispirazione per una nuova canzone è stato il dio stesso a mandargliela (o qualsiasi altro modo in cui potrebbe aiutarlo).
Alla prossima settimana con il continuo e, al solito, se avete dubbi potete chiedere tranquillamente!
Deh
 
  
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