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Autore: Aineys    19/02/2022    2 recensioni
"Quanto ti odio!"
"Sappi che la cosa è reciproca"
"Vedi?! Parlavo proprio di questo! Sei sempre cosi altezzoso e frigido, anzi no ma che dico, sembra che tu abbia una scopa infilata dritta su per il culo!"
Sasuke avvampò sorpreso.
Come si permetteva quello spudorato?!
"Usuratonkachi! Non permetto di certo ad uno sfacciato come te di venirmi a fare la predica!
E poi non è che se non vado dietro a qualsiasi essere vivente di sesso femminile, vuol automaticamente dire che io sia frigido.
Come se poi tu sapessi cosa significa..." lo rimbeccò alterato.
NaruSasu / accenni ShiIta
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Shisui/Itachi | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Sasuke osservava con una certa insistenza le pagine bianche del suo quaderno, insofferente.

Aveva una forte emicrania, e non sembrava avere nemmeno una buona cera da quanto era pallido.

Fanculo.

Non era nemmeno quello il vero problema, di certo non sarebbe morto per uno stupido mal di testa… piuttosto si sentiva leggermente osservato da un certo Uzumaki.

Naruto aveva ben pensato di tenerlo sott'occhio, e per questo non gli aveva staccato gli occhi di dosso nemmeno per un istante.

Aveva passato quindi la maggior parte delle ore in quello stato, e ne era uscito più irritato di quanto già non lo fosse stato quella mattina.

E poi si chiedeva il perché di quella stupida emicrania:– dannato usuratonkachi!

Quella era tutta colpa sua.

Lo stava facendo impazzire, proprio non riusciva a capire per quale motivo adesso avesse deciso di ostentare così tanta preoccupazione nei suoi confronti.

Il suono della campana lo fece sussultare appena.

Ma che diavolo–

Notò come molti dei suoi compagni fossero intenti a raccogliere ognuno il proprio materiale, e solo in quel momento riuscì a realizzare il termine delle lezioni.

“Oi teme, guarda che io ho fame! Se non ti muovi giuro che ti mollo qui, -ttebayo.”

Sasuke sussultò appena.

Era talmente intontito dal sonno, che la voce del dobe lo aveva addirittura colto di sorpresa…

Scosse appena la testa, ritrovando tutta la sua solita compostezza. Ultimamente si stava rammollendo… non era così che si comportava un vero Uchiha.

Su questo suo padre era sempre stato intransigente e nonostante fosse ancora arrabbiato e profondamente ferito, non poteva fare a meno di desiderare ardentemente un riconoscimento da parte di Fugaku.

Sentiva di essere nel torto marcio… e inconsciamente non faceva altro che ripetersi che forse se fosse stato semplicemente più come suo fratello Itachi… be’ probabilmente suo padre avrebbe potuto considerarlo di più, essere finalmente fiero di lui!

Strinse i pugni, frustrato.

Era proprio uno stupido. 

Raccolse il quaderno e l’astuccio in silenzio, e li adagiò dentro allo zaino, fulmineo. 

Naruto lo osservava in silenzio, l’espressione stranamente corrucciata, le labbra distese in una linea sottile, pensieroso…

Non lo aveva perso di vista nemmeno per un’istante, in tutta la giornata. 

Da quando aveva fatto il suo ingresso in classe, e lo aveva visto conciato con quelle bende… subito aveva capito che qualcosa non andava.

Inizialmente aveva cercato di ripetersi che probabilmente poteva essere semplicemente inciampato, aver battuto la testa… ed ecco spiegato il perché di quelle bende – ma… andiamo, quello era pur sempre Sasuke Uchiha!

Era difficile crederlo maldestro– era sempre tutto impostato, composto– quindi dopo un’attenta analisi aveva capito che doveva essere successo per forza qualcos’altro, dato che il moro era stato più taciturno e imbronciato del solito, senza contare il suo preoccupante pallore.

Insomma, non sapeva perché ma vederlo così lo aveva dannatamente fatto infuriare, soprattutto perché il teme poi aveva ben deciso di ignorarlo, e non rivolgergli la parola dopo che lui si era mostrato un poco preoccupato.

Non credere che ti lascerò vincere così facilmente, teme! 

Dopotutto era risaputo quanto fosse caparbia la sua testardaggine e su quello nessuno era mai riuscito a batterlo, figuriamoci se si sarebbe arreso al ‘signorino tu mi stufi’.

Naruto si riscosse al sentire un lieve borbottio provenire dal moro, quindi scosse appena la testa, tornando a prestare attenzione all’altro.

“Andiamo?” si decise a domandare il biondo, leggermente esitante, le mani causalmente infilate nelle tasche della felpa, come a voler simulare disinvoltura… 

Sasuke annuì con la testa, senza proferire alcuna parola, ancora troppo intontito dal mal di testa.
 

***

L’aria di quel pomeriggio era tersa, il cielo limpido, esente da qualsiasi impurità.

Naruto e Sasuke percorrevano un lungo vialetto, e l’unico suono udibile– oltre quello dei loro passi– era il tenue venticello che si alzava e andava a scompigliare gli alberi di ciliegio, lasciando i due ragazzi alla mercé di quel silenzio rigenerante…

O almeno questo secondo l’Uchiha.

Uzumaki era di tutt’altro avviso, decisamente.

Lui zitto proprio non ci sapeva stare… e poi il teme adesso lo stava davvero facendo preoccupare.

Va bene che fosse un tipo pacato, ma non esageriamo!

Si schiarì appena la gola, tentando di attirare l’attenzione dell’altro ragazzo, osservandolo in tralice, con la coda dell’occhio.

Lo vide girare appena la testa, e fissarlo interrogativo – ah no, aspetta… no, no, ora è seccato… oh, è decisamente furioso.

“Allora dobe, il gatto ti ha mangiato la lingua?” borbottò Sasuke, le sopracciglia inarcate, le labbra increspate in un ghigno vagamente derisorio.

Ah, ed io che mi facevo così tanti problemi! 

“Ah, sei il solito bastardo, ed io che… lascia perdere. 

Tra poco siamo arrivati, ora giriamo in quella strada a destra e la prima casa che vedi è la mia. ” 

Sasuke annuì, anche se leggermente perplesso dalla reazione inaspettata del dobe.

Dannato usuratonkachi.

Ecco, lo sapeva. 

Ora si sentiva pure in colpa!

Ah, ma col cavolo che si sarebbe scusato.

Sarebbe stato il colmo… e oltretutto così poco Uchiha.

E poi proprio non riusciva a capirlo, lui… 

Non erano una novità i loro battibecchi, quindi perché reagire così?

Incassò la testa sulle spalle, colpevole.

“Oi, usuratonkachi… non mi dirai che te la sei presa, vero?”

Naruto si bloccò in mezzo alla strada, e in quell’istante il cuore di Sasuke sembrò fermarsi, con lui.

Lentamente si girò, e lo sguardo che gli rifilò lo gelò sul posto.

“Figurati, dopotutto sono abituato al tuo carattere di merda, tranquillo.” 

Perché non ne combino mai una giusta?

 

***

Kushina non appena aveva sentito il campanello della porta suonare, tutta entusiasta si era recata alla porta per aprire e accogliere in casa il figlio, assieme al suo amico.

Si era premurata di preparare loro il pranzo, e di sistemare al meglio la camera di Naruto– prima era in delle condizioni oscene. 

Se non fosse stato che veniva Sasuke a casa loro, probabilmente non avrebbe mosso un dito per sistemarla, e avrebbe costretto suo figlio a passare anche una giornata intera chiuso in casa, se non le avesse dato ascolto. 

Quindi tutta solare aveva aperto la porta di casa, accogliendo i due ragazzi con un caloroso sorriso…

Tuttavia non si era aspettata di trovare suo figlio con quello strano cipiglio che in genere assumeva quando qualcosa non andava… perciò leggermente accigliata spostò lo sguardo sul moro, e con estremo dispiacere poté appurare che anche quello fosse abbastanza altero. 

Solo dopo notò la benda che fasciava la testa del ragazzo, lasciandola leggermente inquieta. 

Ricordava perfettamente quello che suo figlio aveva detto a cena, e adesso poteva capire perché Naruto se lo fosse preso tanto a cuore.

Sasuke sembrava seriamente sofferente, come bisognoso di affetto…

Voleva chiedergli se stesse bene e tutto, ma sapeva perfettamente che non era il caso.

Sasuke si sarebbe potuto sentire soffocato, e questo non avrebbe affatto migliorato la situazione.

Ah -ttebane, questi due… 

“Ciao ragazzi, venite, vi ho già preparato il pranzo così poi potete subito dedicarvi al progetto sulle bio-qualcosa!” 

Naruto sembrò illuminarsi, gli occhi avevano iniziato a splendere di luce propria, entusiasta.

“Ramen!” 

Kushina scosse la testa, sconsolata.

“Mi dispiace, ma per oggi farai a meno del ramen… spero non sia un problema per te, Sasuke-kun?” domandò la rossa, ignorando bellamente le proteste del figlio e indirizzando tutta la sua attenzione in direzione dell’Uchiha.

“Oh, no non si preoccupi, a me va bene qualsiasi cosa” borbottò Sasuke leggermente imbarazzato da tutta quella premura, muovendo qualche passo per entrare nel corridoio che dava sull’ingresso, a disagio. 

Da quando sua madre, Mikoto, era morta non era stato più abituato a premure del genere da parte di suo padre.

Ovviamente non gliene faceva una colpa, dopotutto non chiedeva nemmeno ad Itachi quale pietanza avrebbe preferito mangiare.

Semplicemente lui e suo fratello dovevano adeguarsi, e di questo naturalmente nessuno si era mai lamentato… per questo si era alquanto stranito a tutta quella premura. 

Kushina sorrise, sollevata.

“Ah, menomale! Ho pensato tutto il giorno a quale piatto poter cucinare, ma non sapendo esattamente quali fossero i tuoi gusti ho optato per degli onigiri, spero che possano andare bene.”

Sasuke annuì, per poi lanciare un’occhiata in direzione di Naruto.

Questi gli sorrise raggiante, per poi fargli cenno di seguirlo in cucina e con quel piccolo gesto sembrava come aver completamente dimenticato la piccola discussione di prima.

Uchiha lasciò andare un sospiro, scuotendo appena la testa.

Usuratonkachi… davvero io non ti capirò mai. 

 

***

“Ah, teme… ma come fai a capirci qualcosa con queste cose?

Sasuke lo fulminò con uno sguardo.

“Perché al contrario tuo, io studio.” 

Naruto si indignò apertamente, offeso.

“Guarda che anche io studio le bio-cose, solo che proprio non le capisco!”

Sasuke si sbatté una mano sulla fronte, imprecando tra sé. 

“Sono biomolecole, idiota. E si vede quanto le hai studiate!”

“Scusami tanto, ma ero stanco per mettermi a studiare -ttebayo…” borbottò avvilito, conscio che sì, aveva ragione, quelle stupide biomolecole lui non le aveva proprio nemmeno guardate.

Sasuke lo osservò di sottecchi, e forse capì che aveva un tantino esagerato… dopotutto quello era pur sempre un progetto da fare insieme e di certo non era affar suo se Naruto non amava studiare la materia di Orochimaru, e poi comunque avrebbe potuto ugualmente rimediare adesso, studiando insieme…

Sospirò stanco, e abbassò lo sguardo sui libri.

Posso farcela.

“Huh, e non fare quella faccia dobe, con me non funziona l’espressione da cane bastonato, sappilo. E poi… poi non è un problema, tanto dobbiamo farci una ricerca insieme, quindi le avrei ripassate comunque le biomolecole, e in più ci facciamo sopra un approfondimento.” 

Non so consolare le persone, usuratonkachi… fatti bastare lo sforzo, che non avrai di meglio. 

Naruto aggrottò le sopracciglia, perplesso.

Lo stava per caso rincuorando?

“Sai teme, credo che dovresti lavorarci sopra…”

Sasuke lo fissò interrogativo.

“Ma che blateri, usuratonkachi?”

Uzumaki si lasciò andare in una leggera risata, scuotendo appena la testa, sinceramente divertito.

“Fai pena a consolare la gente, devi decisamente lavorarci sopra.”

Sasuke lo incenerì con lo sguardo, punto sul vivo.

“Hai le traveggole.” 

Naruto sorrise, intenerito.

Grazie teme, a modo tuo sai essere gentile.

 

*** 

Avevano studiato tutto filato per ben due orette, e dato che Naruto aveva iniziato a borbottare una sequela di mugugni contrariati, Sasuke gli aveva concesso una piccola pausa– anche se entrambi sapevano che non si sarebbero più rimessi sotto con lo studio, almeno per quel giorno. 

Quindi aveva afferrato il cellulare dalla tasca dello zaino, e aveva controllato i messaggi, trovandone uno da suo fratello.

“Otouto, come stai?”  

Aveva detto ad Itachi che sarebbe rimasto a casa… eppure non lo aveva ascoltato – era andato ugualmente a scuola. 

Non sapeva nemmeno come rispondere a quel messaggio… e se poi avesse chiamato Fugaku? 

No, Itachi non lo avrebbe mai fatto, dopotutto si fidava di lui.

Sono un pessimo otouto…

“Nii-san, tutto bene… adesso sono a casa di Naruto, per un progetto di Orochimaru, ma non preoccuparti mi sono riposato a sufficienza e adesso sto molto meglio. Tu invece?” 

Non era proprio una bugia, rispetto a quella mattina stava decisamente meglio. 

Non aveva senso rimuginarci sopra per chissà quanto, e quindi inviò il messaggio – rimettendo il cellulare nella taschina dello zaino. 

Alzò appena la testa e incrociò lo sguardo ceruleo di Naruto –intento a fissarlo– e  si ritrovò a deglutire il magone che aveva in gola, sorpreso. 

Da quanto lo stava fissando? 

Abbassò gli occhi, non riuscendo a reggere quello sguardo così dannatamente penetrante… sembrava leggergli l’animo, e lui odiava essere analizzato, lo faceva sentire vulnerabile, debole. 

“Sas’ke.” 

“Mh, che vuoi?” 

Sentì un fruscio, e poco dopo si sentì afferrare delicatamente per un braccio.

Sobbalzò appena preso alla sprovvista, e fece scattare gli occhi in direzione di Naruto, osservandolo smarrito.

“Ma che fai dob–” 

“Che ti è successo alla testa, Sas’ke?” 

Uchiha sgranò gli occhi, stralunato… inebetito. 

“Ancora con questa storia… ti ho già detto che non ti riguarda.” 

Perché diamine gli interessava così tanto?! 

Uzumaki assottigliò gli occhi, rendendoli affilati, duri. 

“Invece mi riguarda, Sasuke… mi riguarda! Perché devi sempre fare così? Non ti rendi conto che a soffrire poi sei solo tu?! Smettila di fingere che nulla possa scalfirti, smettila… ti prego, parlami. Fatti aiutare, io… non riesco a vederti soffrire, perché… insomma non riesco a spiegarlo ma se tu stai male, in qualche modo… soffro anch’io, e quindi non posso stare fermo a guardare, capisci?” 

A Sasuke cadde la mascella. 

Se tu stai male… soffro anch’io, non posso stare fermo a guardare, capisci?’ 

No, non capiva. 

Come poteva? Insomma, gli unici affetti che aveva ricevuto in tutta la sua vita, erano attribuibili a suo fratello… e Shisui.

Non ricordava nemmeno più le carezze di sua madre, era passato troppo tempo, poteva solo immaginarle.

Voleva capire, lo voleva davvero, ma non ci riusciva.

Sentì gli occhi pizzicare, quindi li chiuse di scatto, inorridito.

‘Smettila di frignare Sasuke, nemmeno i bambini piangono più’

Non poteva piangere, era da deboli.

Ma quel lieve pizzicore non fece altro che aumentare, la gola gli bruciava– ardeva– tanta era la voglia di urlare, e sfogarsi.

Le lacrime caddero copiosamente sulle sue guance pallide, sotto lo sguardo stupito e preoccupato di Naruto. 

A quella vista sentì il cuore stringersi in una morsa ferrea, e fece l’unica cosa che sentì di poter fare…  anche l’unica che voleva fare.

Lo accarezzò amorevolmente sullo zigomo destro, asciugando le  lacrime dolcemente, e poi inaspettatamente lo baciò. 

Le sue labbra erano morbide, sottili e così candide. 

Naruto aveva paura di rovinarle, ferirle… quindi le trattava con cautela, come se fossero state la cosa più preziosa che avesse mai incontrato.

E lo erano, decisamente lo erano.

Sasuke le schiuse– le labbra – e subito venne travolto dalla passione focosa dell’altro, sentendosi inebriato da tutta quella dolcezza mista a cupidigia… un crescendo di forte attrazione, smania ed eccitazione pura. 

Dannato dobe, questa… è tutta colpa tua. 

 

N.A 

Ed eccomi tornata con questo nuovo capitolo, anche se estremamente in ritardo. Per questo volevo assolutamente scusarmi… ma sfortunatamente mi sono ritrovata sommersa dagli esami, e non ho potuto dedicarmi a questa ff, anche se avrei decisamente preferito ;) 
MA passando al capitolo O.O 
Finalmente i nostri decerebrati preferiti si sono dati una piccola svegliata U.U 
In più vi volevo assolutamente ringraziare per le recensioni e tutto il supporto datomi negli scorsi capitoli... per me significa tanto ;) 
E niente, ci vediamo nel prossimo capitolo!

 

   
 
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