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Capitolo
“Signorina,
la sua testimonianza sarà sicuramente preziosa, contiamo su
di lei” – il primo
a pronunciarsi, una volta sedutasi la successiva testimone,
è Daniel Ramos.
Osserva,
estasiato, una meravigliosa creatura dai capelli ricci e biondi,
così delicata ed
elegante per essere una spogliarellista.
“Non
dubitate di me, signori. Sono una che non esita a raccontare e vi
dirò tutto
ciò che serve. È nella mia natura farlo, sempre e
comunque. Le mie compagne
sono restie nel seguire le regole. Sanno solo cacciarsi nei guai, e
sono io
quella che tenta di impedirlo, a volte comportandomi di
conseguenza” – spiega,
lasciando intuire il suo modus operandi, ovvero quello del fare la spia.
Infatti,
quella rivelazione colpisce Santiago che mai avrebbe scommesso sulla
doppia
faccia della mansueta Stoccolma.
Ed
è sempre lei, a sua discolpa, a precisare –
“Non fraintendetemi, non faccio ciò
che faccio per tradire le mie compagne. Lo faccio, unicamente, per
placare le
loro ribellioni. Qui abbiamo un codice e va rispettato. Se loro cercano
di
alzare la cresta, generano guai per cui potremmo pagarne il prezzo
tutti quanti.
Per tale ragione, mi espongo ed intervengo”
“Quindi
lo fa per il bene collettivo?” – domanda Daniel,
ben predisposto verso la
giovane donna.
“Ovviamente
sì” – risponde la bionda, senza alcuna
esitazione.
Ma
a Santiago non sono mai piaciute le persone di quel tipo, pronte a
spifferare
tutto alla prima occasione, magari per guadagnarne favori.
“Bene,
allora…visto che non hai problemi a fare ciò che
ti viene chiesto, mi dici come
mai ti trovi qui?” – la mette alla prova.
Visto
che Stoccolma sostiene di essere sempre pronta a rispettare e far
rispettare le
regole, si presume che, essendo addestrata ai comportamenti corretti,
non si
tirerà indietro neppure di fronte alle loro domande
“scomode”.
“Ehi,
amico, avevamo deciso che…” – interviene
il trentenne, intuendo il gesto del
collega, senza coglierne il vero senso.
“Shh”
– lo zittisce l’altro, ponendosi
all’ascolto della imminente risposta della
testimone.
“Ehm…volete
sapere di me? Signori, io non sono qui per la mia persona, ma per
Lisbona” –
sottolinea la riccia, agitandosi immediatamente.
Lei,
come Tokyo dieci minuti prima, sembra non amare parlare della sua
vita… perciò,
e Santiago ne ottiene conferma, Stoccolma è sì
come le altre farfalle su quel
punto di vista, ma è anche pronta a pugnalare le amiche alle
spalle in nome del
cosiddetto protocollo.
“Infatti,
scusalo, a volte supera i limiti” – aggiunge Ramos,
pronto a salvare la dama in
pericolo. Vedere la dolce ragazza agitarsi, per chissà quale
idea del suo
socio, lo ha spinto ad intervenire.
E
quella sorta di accusa contro la sua persona, spiazza totalmente il
quarantaduenne che, inarcando il sopracciglio, si volta verso
l’amico e,
polemico, gli dice – “Sul serio, sarei io quello
che supera i limiti?”
“La
stai mettendo in difficoltà, non posso
permetterlo” – segretamente il figlio
del Commissario cerca di far colpo sulla ragazza, e quale migliore modo
se non
quello di difenderla a spada tratta?!
“A
che gioco stai giocando?” – afferrandolo ad un
braccio, tirandolo a sé,
l’adulto cerca spiegazioni.
“Fidati,
non serve scavare a fondo. Non l’abbiamo fatto con Tokyo, non
vedo perché farlo
con Stoccolma” – gli risponde, a bassa voce.
“Non
eri tu a dire che sarebbe stata la testimone più
utile?” – continua il
maggiore.
“Già,
però mi riferivo alla faccenda della Murillo. Tu stai
indagando oltre, non
capisco la ragione. L’hai fatto con Manila, poi con Tokyo,
decidendo di
cambiare atteggiamento vista la sua reazione, e adesso con Stoccolma.
Amico, che
intenzioni hai, di fondo?” – lo mette di fronte al
comportamento che ritiene
ambiguo.
Questo
frena Lopez dall’approfondire la questione, e dà
carta bianca al collega di
seguire lui in primis l’interrogatorio della donna.
Il
maggiore tra i due si mette in disparte e osserva. In realtà
segue poco quello
che la riccia racconta, preso dalla riflessione sul suo stesso agire.
Cosa
sta realmente cercando? Informazioni su Raquel Murillo, o sulle
farfalle in
generale?
“Ora
dove vai?” – domanda Daniel vedendolo allontanarsi.
“Continua,
arrivo subito”
Uscendo
dal privé, scorge in lontananza l’ingresso dove
alcune persone, i prossimi
all’interrogatorio, sono radunati.
Ha
bisogno di silenzio e di solitudine per cercare di trovare una risposta
che possa
convincere il collega e se stesso della sua buona fede nel porre
domande
private che hanno nulla a che fare con la scomparsa della donna.
Questo
gli risulta difficile, in quanto nota la presenza di Berrotti, seduto
sul
divanetto, che confabula qualcosa con i due serbi, Tokyo che
è in piedi,
alquanto assonnata, e che cammina avanti e indietro per mantenersi
sveglia.
Evidentemente
non le è stato concesso l’ok per andare a dormire
come avrebbe desiderato.
O
ha scelto lei di non farlo, per stare assieme a quella che considera
sua
sorella.
E
poi c’è proprio quest’ultima.
La
farfalla che Santiago ancora non ha il piacere di incontrare.
Da
lontano distingue una folta chioma nera e una pelle ambrata che suscita
inevitabilmente il suo interesse.
Per
volontà di un bizzarro destino, gli occhi dei due si
incrociano per un istante.
Lo sguardo di un’amazzone, lo fa sussultare.
Non
sa conteggiare il tempo trascorso a fissarla, sentendo le gambe
faticare a
tenersi in piedi, come se la donna con il solo sguardo lo avesse
indebolito nel
fisico.
È
la voce improvvisa, alle sue spalle, di Daniel Ramos a richiamarlo alla
realtà.
“Amico,
vieni immediatamente qui! Devi ascoltare Stoccolma, SUBITO”
– lo tira a sé,
riconducendolo nel privé.
La
bionda, in attesa di farsi ascoltare, riprende la sua testimonianza.
“Cosa
puoi raccontarci di importante per le ricerche?” –
chiede Lopez, cercando di
recuperare la concentrazione.
E
precisamente le parole successive di Stoccolma danno modo
all’uomo di restituire
importanza alla missione.
“Io
ho visto in faccia qualcuno con cui Lisbona litigò qualche
settimana fa!”
“Dicci
tutto!” -
esclama, entusiasta, Santiago.
“Ascoltala
bene, perché forse abbiamo in mano un possibile
testimone” – aggiunge Daniel,
rivolgendosi al collega.
“Dieci
giorni fa, ricordo che eravamo prossime all’apertura del
Mariposas. Alle prese,
ciascuna, con il proprio look della nottata, lei mi chiese di aiutarla
con il
suo abito. Le domandai come procedeva la sua vita, se avesse bisogno di
un’amica con cui parlare. Lei ovviamente non
sembrò disposta ad avermi come
confidente, perciò chiusi subito la questione. Ma era
turbata, molto turbata,
più del solito”
“Aveva
litigato con questo uomo?”
“Non
so dare conferma del fatto, però le assicuro che quella
stessa notte, la vidi
allontanarsi con una persona. O meglio, io ero appena uscita dal bagno,
mi ero
sentita poco bene, e fu allora che li vidi. I due erano nei corridoi,
isolati
da tutti, convinti di essere soli, ovviamente. Non ho capito
granché, se non un
nome in particolare”
“Quale
nome?” – la faccenda si fa intrigante e Santiago
annota ogni dettaglio del
racconto.
“Alberto!
Probabilmente un suo cliente, non ho mai avuto conferma”
“Non
sarà mica il nome dell’uomo con cui
discuteva?”
“No, signore. Io conosco il nome della persona con cui
discuteva bruscamente”
“E
chi è?”
“Si
chiama Anibal Cortes, è un giovane del quartiere.
L’ho visto spesso aggirarsi
da queste parti”
“Potremmo
interrogarlo. Raccoglieremo informazioni su di lui e agiremo di
conseguenza” –
con nuove informazioni in tasca, Lopez saluta la donna, cercando di
mettere
insieme le varie testimonianze.
“Allora,
Raquel non ha amici, è sempre sola; viene condotta qui da un
uomo incappucciato;
dieci giorni fa litigò con una persona… la
situazione è confusionaria. Forse
questo Anibal può essere la chiave di svolta, tu che ne
pensi Dani?” – riflette
ad alta voce, coinvolgendo il collega.
Però
Ramos è totalmente preso da Stoccolma, non riuscendo a non
pedinarla con lo
sguardo mentre si dirigeva dagli altri.
“Ehi,
mi ascolti?”
“Eh?
Si certo, scusami, vado a chiamare l’ultima
farfalla”
Ricordandosi
che c’è ancora una pedina importante da
interrogare, Santiago sa di chi si
tratta…dell’amazzone e avverte una strana
sensazione.
In
silenzio, attende l’arrivo di lei, e sente il cuore
sobbalzare mentre il
tacchettio degli stivali della donna percorrono i metri che la
conducono a lui.
Mantiene
lo sguardo basso, fin quando Daniel la presenta –
“Lei è Nairobi”
Lentamente,
Santiago solleva gli occhi, puntandoli sulla persona in questione.
Man
mano studia il suo corpo, dalla punta dei piedi fino ad arrivare a
quegli occhi
che, minuti prima, riuscirono ad annientarlo.
Deglutisce
rumorosamente quando la mette a fuoco in tutto il suo splendore.
Pensieri
poco puliti si fecero spazio nella sua mente, costringendolo ad evitare
di
guardarla.
Ma
la gitana si accorge delle stranezze dell’ispettore e
intuisce lo stato di
eccitazione che ha suscitato.
Perciò
ha già chiara in mente la sua mossa successiva.
Provocatoriamente,
accavalla le gambe, e comincia a giocare con l’erotismo.
Gioca
con gli orecchini, sposta i capelli all’indietro, si
mordicchia il labbro
inferiore…si accarezza perfino il decolté
mettendolo in bella vista.
Non
ama la polizia, non ha intenzione di accontentarli tanto facilmente.
Decide di
giovarsi del fascino che esercita e opta per la soluzione
più divertente:
portarlo allo sfinimento e all’apice della pazzia, arrivando
a dominare gli
impulsi di chi, stando ai fatti, dovrebbe esercitare su di lei il
controllo.