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Autore: Deirdre_BB    21/02/2022    1 recensioni
Questa Fanfiction partecipa al Crack&Sfiga's Day 2021, indetto dal forum FairyPieceForum
"...Sanji passò sotto una delle braccia di Usopp, in modo da infilarsi tra lui e la balaustra e trovarsi faccia a faccia, gli appoggiò le mani sui fianchi e gli diede un piccolo bacio a fior di labbra, poi lo guardò negli occhi. ..."
Ho scritto la storia pensandola in un periodo non ben definito del pre timeskip, ma siccome non ci sono riferimenti precisi è possibile leggerla ambientandola anche nel post. A voi la scelta.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sanji, Usop
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction partecipa al Crack&Sfiga's Day 2021, indetto dal forum FairyPieceForum


Sanji aveva girato la nave in lungo e in largo, cercando in ogni angolo e in ogni stanza, ma di lui nessuna traccia.

Non è che lo avremo lasciato a terra prima di salpare?

Poi arrivò alla poppa della Sunny e lo trovò appoggiato con i gomiti alla balaustra, intento a fissare l’isola che stava diventando via via sempre più piccola in lontananza. I capelli erano agitati dal vento, e anche la maglietta bianca gli frustava debolmente la schiena, lasciando intravedere la pelle abbronzata, non si era accorto del cuoco alle sue spalle.

Sanji si avvicinò quatto quatto e non appena fu a portata lo abbracciò da dietro.

– Trovato! – gli urlò quasi per spaventarlo.

– Mmmm… –

– Ti ho cercato per tutta la nave, avevo persino pensato che fossi rimasto a terra. –

– Mmmm… –

Sanji si sporse sulla sua spalla per cercare di guardarlo in viso, almeno di profilo.

– Sei diventato una mucca? –

– Mmmm… – rispose ancora una volta Usopp, ma abbassando il tono in modo da far intendere il suo disappunto.

Sanji sciolse l’abbraccio e si spostò di fianco a lui, appoggiandosi alla balaustra, ma dando le spalle al mare per poterlo guardare. – Cosa succede Usopp? –

– Non diventerò mai un coraggioso guerriero dei mari. – si decise infine a parlare il cecchino, continuando a fissare l’oceano.

– Come ti è venuto questo pensiero così, all’improvviso? –

– Perché è successo ancora, su quell’isola. – con un cenno della testa indicò l’isola alle spalle del cuoco, che ormai non si vedeva quasi più.

Sanji piegò la testa di lato e lo guardò interrogativo.

– Tu, Rufy e Zoro siete corsi incontro al pericolo, ai nemici, senza pensarci due volte, con coraggio. Io invece come al solito sono rimasto indietro a tremare come un bambino, senza riuscire a muovere un muscolo dalla paura. – disse sconsolato abbassando lo sguardo.

Sanji passò sotto una delle braccia di Usopp, in modo da infilarsi tra lui e la balaustra e trovarsi faccia a faccia, gli appoggiò le mani sui fianchi e gli diede un piccolo bacio a fior di labbra, poi lo guardò negli occhi.

– Si può essere coraggiosi in molti modi diversi, e fidati, tu lo sei. – gli sorrise.

– Non mentire, lo so che dici così solo per cercare di tirarmi su il morale, ma lo vedo con i miei occhi che non sarò mai come voi. –

– Usopp… –

– Lascia stare San. – lo interruppe il moro – Apprezzo le tue parole, ma oggi va così. Adesso andrei a fare un pisolo, visto che stanotte sarò di guardia. –

Usopp diede un bacio veloce sulla guancia del cuoco e si diresse verso la cabina dei ragazzi, lasciando Sanji dietro di se un po’ rattristato nel vedere il suo compagno così depresso.
*****

Quella notte era davvero piacevole, non troppo calda e con una leggera brezza che riempiva l’aria col profumo del mare; ad Usopp piacevano quelle notti, soprattutto perché il mare tutto intorno a loro era tranquillo e senza il rischio che dei nemici li cogliessero alla sprovvista.

Ad un tratto però sentì dei rumori provenire da sotto di lui, si sporse per vedere se magari fosse uno dei suoi compagni che faceva una passeggiata notturna, ma non vide nessuno. Tornò al riparo all’interno della postazione di vedetta, strinse forte tra le mani la sua fedele Ginga Pachinko e cominciò a guardare da tutte le parti, finché qualcosa di grosso e pesante non gli cadde addosso e non gli fece vedere più nulla. Il panico cominciò ad impadronirsi di lui ma poi…

Una coperta??!?!!

Ritrovò il controllo delle sue mani e si tolse di dosso la coperta, alzò di poco lo sguardo e vide Sanji appollaiato come un gatto sul parapetto della postazione di vedetta con una tazza fumante in mano e un grosso sorriso stampato in faccia.

– Ma cos…? Che…? Eh…? – balbettò confuso il cecchino.

– Cioccolata calda. – Sanji fece un cenno con il capo in direzione della tazza che teneva in mano. – Niente zucchero e un po’ di cannella. – allungò la tazza ad Usopp e scese dal parapetto.

– No intendevo cosa ci fai qui, con cioccolata e coperta? – Usopp prese la tazza tra le mani per scaldarle e inspirò a fondo il profumo caldo di cioccolato.

Sanji si sedette di fronte a lui e si accese una sigaretta.

– Ci sto male quando ti vedo così depresso, Uso-chan. Soprattutto quando le motivazioni sono proprio infondate. –

– Non sono infondate San, io non sarò mai coraggioso come voi. –

– Sai, la maggior parte delle persone definirebbe il non gettarsi a capofitto nella lotta come facciamo noi, buon senso. E tu sei quello che ha più buon
senso di tutti in mezzo al nostro gruppo di fuori di testa. –

– Mmmm… – ribatté Usopp poco convinto.

– Ancora questo muggire? Basta! – gli tirò un pugno in testa – E comunque, se proprio lo vuoi sapere, tu per me hai compiuto una delle azioni più coraggiose che abbia mai visto, giuro. – disse Sanji annuendo.

– Ah sì? E sarebbe? – replicò il cecchino poco convinto e massaggiandosi la testa.

L’espressione di Sanji si fece più dolce, ed anche un pochino imbarazzata.

– Me lo ricordo benissimo quel giorno. Era tardo pomeriggio, il sole stava già tramontando e noi due eravamo sulla spiaggia a raccogliere i cannolicchi che poi avrei cucinato per cena. Ad un tratto tu mettesti il piede su una conchiglia un po’ appuntita, perdesti l’equilibrio e cadesti in acqua e io scoppiai a ridere. Tu rimanesti lì seduto in acqua a guardarmi ridere, poi ti rialzasti, mi prendesti per le spalle e mi dicesti che ti eri innamorato di me, che quando ridevo a quel modo il sole ti sembrava più caldo e luminoso. – Sanji si era fatto serio nel ricordare quell’episodio.

Usopp rimase letteralmente a bocca aperta.

– In quell’occasione vidi nei tuoi occhi una sicurezza e un coraggio mai visti prima in nessun’altra persona, ne rimasi affascinato e capii che anche io ero innamorato di te, ma tu lo sapevi già, avevi capito ben prima di me quello che io provavo, solo osservandomi e parlandomi, ed avesti il coraggio di fare un salto nel vuoto anche per me, forse perché sapevi che io non l’avrei mai fatto per primo. –

– Sanji… – sospirò Usopp commosso.

Sanji si mise in ginocchio e si avvicinò ad Usopp in gattoni, fino a rimanere a pochi centimetri da lui. Il cecchino deglutì, in quel momento, sotto lo sguardo penetrante del cuoco, si sentì come una preda alla mercé di una tigre affamata.

– Se non fosse stato per il tuo coraggio, oggi non staremmo insieme, capito? – sussurrò sulle labbra del moro.

Si sporse ancora un po’ verso Usopp che ormai si trovava quasi sdraiato sotto di lui, appoggiato solo sui gomiti, e gli diede un bacio malizioso. Si sporse ancora un po’, il ginocchio pericolosamente vicino al cavallo dei pantaloni e… prese la coperta alle spalle del cecchino e tornò a sedersi di fronte a lui, sorridendo sornione.

– Mbè? Fai tutto il figo e poi ti allontani? – protestò Usopp.

– Sì, è ora di dormire, per me. – lo punzecchiò il biondo.

– Be ma magari potremmo stare ancora un po’ insieme prima di dormire, no? – replicò il cecchino lasciando ben intendere quello che voleva dire in realtà.

– No, perché se facciamo ‘cose’ poi te crolli dal sonno, come sempre, e io non ho intenzione di fare la guardia al posto tuo. – disse Sanji sistemandosi accanto ad Usopp e tirandosi la coperta fin sopra il collo.

– Ma… ma… – provò a replicare Usopp.

– Notte, Uso-chan. – Sanji aveva già gli occhi chiusi.

– Notte, San-chan. –

Usopp appoggiò una mano sulla testa di Sanji e gli lasciò una leggera carezza, poi tornò a scrutare l’orizzonte, crogiolandosi nel ricordo delle sue gesta coraggiose.
   
 
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