Nairobi,
seduta di fronte all’ispettore, continua a fissarlo, ben
cosciente di quanto il
suo solo sguardo pesa sulla concentrazione dell’uomo.
Il
quarantaduenne si impappina facilmente, non mostrandosi risoluto, come
lo fu
con Manila, Tokyo e Stoccolma.
Qualcosa
nella affascinante zingara lo confonde mentalmente.
“Ragazzino,
sembri non conoscere il tuo socio. Io ho capito cosa gli
succede” – prende
parola la gitana, divertendosi della situazione.
“Cioè?”
– risponde il ragazzo, non dandole peso, impegnato nello
scuotere il compagno
di lavoro.
“Se
andassi via, sarebbe meglio” – replica Nairobi.
“Non
capisco!” – afferma, confuso, Ramos.
“Sto
bene, riprendiamo dove ci eravamo interrotti… ”
– Santiago tenta di riprendere
l’autorità che sembra essersi perduta con
l’arrivo della moretta.
“A
dire il vero, ancora non iniziamo” – ridacchia la
donna, mentre continua a
giocare con i numerosi anelli alle dita delle mani.
“Ehm…vediamo…cosa
dobbiamo chiederle… mi sto perdendo” –
nervoso, Lopez manifesta il classico
panico da persona che affronta una circostanza per la prima volta.
Il
tutto sotto lo sguardo, scioccato, di Daniel.
“Cazzo”
– commenta il giovane, non riconoscendolo –
“Hai detto a me di frenare
l’ormone, però amico… a me sembri un
cocainomane che ha davanti a sé la droga
più pura e costosa e deve trattenersi…”
“La
verità è il tuo caro socio mi vorrebbe scopare,
ma sa che io non gliela darei
mai nella vita” – le provocazioni di Nairobi non
trovano fine, e superano i
limiti, anche del parlato civile, ricordando lo stile tipico di Tokyo.
L’ispettore,
udendola, non alza lo sguardo, ma la spia con la coda
dell’occhio.
“Cosa
cazzo mi succede?” – pensa tra
sé e sé, non riuscendo a trovare risposta.
Ramos,
nel mentre, comincia a divertirsi e risponde alle parole della gitana
con un
suono che ricorda vagamente una risata.
“Cos’era
quello che hai appena fatto?” – domanda Nairobi,
stranita dal ridere del
giovanotto.
Daniel
fa spallucce, tornando, subito dopo, all’amico, rimasto in
silenzio, con gli
occhi puntati sulle annotazioni prese durante i primi tre interrogatori.
“Allora,
sei in condizione di andare avanti o procedo io con la
ragazza?” – gli sussurra
il trentenne, sentendosi perfino gratificato di essere capo di un
lavoro per la
prima volta.
“No,
no ci sono! Scusami, non è da me…”
“Eh,
ho notato”
Nairobi,
intanto, si mette in piedi, camminando avanti e indietro, mostrandosi
annoiata
dall’attesa, e lo fa ancheggiando i fianchi, come
è sua abitudine, per
ammaliare i clienti, attirando anche l’attenzione di Daniel,
per un momento.
“Quanto
dovrò aspettare ancora?” – si pronuncia,
alzandosi la folta chioma nera per
raccoglierla in una coda.
“Ci
siamo, ecco! Siediti, però” – la
supplica Santiago, lasciando intuire un “Ti
prego siediti perché se continui a provocare non mi dai modo
di farti domande”
Così,
la donna si accomoda, di nuovo, accavalla le gambe e, soddisfatta di
aver
generato il panico voluto, si appresta a fare il suo dovere.
“Adoro
giocare con voi!”
“Con
noi due? E perché?” – le chiede Daniel,
a tratti timoroso della risposta.
“Non
voi nello specifico, ma gli uomini in generale. Siete così
superficiali che vi
basta un culo e delle tette per andare fuori di testa!”
“Non
ti permettere, siamo persone serie, con tanto di distintivo”
– precisa Daniel
vantandosi del suo titolo, seppure cosciente che, un pizzico di
verità, nel
discorso di Nairobi c’è.
“Si,
come no!” – commenta lei, borbottando qualcosa di
difficile comprensione.
“Bando
alle ciance, parlaci di Raquel Murillo, cosa sai di lei?”
– a quel punto,
Santiago, controllandosi il più possibile, dà
inizio alle danze.
“Nulla,
so quello che sanno le altre. E direi che, rispetto a me o Tokyo, aveva
un modo
di fare più puritano, non so se mi spiego”
– commenta, con un occhiolino che la
dice lunga.
“Ehm,
chiarissimo” – di nuovo la deglutizione di Lopez si
fa ben udibile.
E
dopo l’ennesimo scambio di sguardo tra i due, è
l’ispettore più giovane a
continuare – “Hai visto qualcosa di strano negli
ultimi giorni o nelle ultime
ore?”
“Non
so niente. Io ho la mia gente, Lisbona aveva la sua”
“Tu,
come le altre, quindi, non hai mai stretto una grande amicizia con
lei?”
“Nessun’amicizia,
precisamente. Certo, esiste un codice da rispettare che ci impone un
comportamento
civile le une con le altre, però niente di
più”
“Di
cosa si tratta? Cioè non capisco cosa intendete dire voi
farfalle quando
parlate di regole che dovete seguire” – interviene
Daniel, incuriosito da tale
dettaglio.
“Voi
non seguite un protocollo?”
“Abbiamo
un modo di operare che…”
“Esattamente,
ragazzino! Per noi è lo stesso, come voi, abbiamo un certo
modo di comportarci,
voluto…diciamo…dall’alto”
– spiega Nairobi, alludendo a chi è a capo di
tutto.
“Ci
hanno raccontato, poco fa, che la Murillo è stata beccata a
discutere con un
ragazzo. Ne sai qualcosa?” – interviene il maggiore.
“Sinceramente
so solo che si intratteneva con un uomo, alquanto affascinante,
dall’aria molto
seria, ma assai eccitante. Una volta mi proposi e lui, garbatamente, mi
diede
un due di picche”
“Sul serio? Come si fa a darti un due di picche?”
– Santiago, scioccato, si
espone lasciando intendere che al posto di quello sconosciuto lui
avrebbe
ceduto immediatamente.
E
mentre la gitana sorride, compiaciuta, si lascia scrutare dagli occhi
del
quarantaduenne che sembra alternare momenti di lucidità a
momenti di totale estasi.
Comportamento
non tipico per Santiago Lopez, eppure sperimentato, per la prima volta,
alla
sola vista e presenza di una moretta dal carattere poco docile, pronta
a
tenergli testa come una vera Amazzone.
“Ricordi
il nome di questo uomo con cui Raquel si intratteneva?”
– domanda Daniel.
“Non
siamo tenute a fornire informazioni di questo tipo, mi dispiace. Se
volete
notizie su Lisbona, eccomi qui. Ciò che riguarda la
realtà fuori da queste
mura, non è di mia competenza” – alza le
mani la donna, che sa il nome dell’uomo
ma non può rivelarlo per questioni di privacy.
A
quel punto, dopo aver udito informazioni già acquisite dai
precedenti interrogatori,
i due ispettori puntano ad altro.
Ed
è proprio l’adulto a sollevare la questione
– “Sai qualcosa di un certo Anibal
Cortes?”
Sentire
quel nome fa sobbalzare la gitana che, sbattendo, rapida, le lunghe
ciglia
folte e cariche di mascara, non si pronuncia.
“Dalla
tua faccia scioccata, direi che lo conosci! Come mai era in rapporti
con Raquel
Murillo? Lui è un cliente assiduo del Mariposas?”
– domanda ancora Ramos.
“Assolutamente
no, non vedo perché immischiare quel povero ragazzo in
questa vicenda! Abita nella
zona del Night Club e spesso ci viene a far visita”
– spiega, alquanto
esterrefatta. Le basta poco ad intuire chi delle sue colleghe
può averlo tirato
in ballo – “Anibal che discute con Lisbona?! Ma se
a stento si conoscevano!” – brontola
ancora, infastidita – “Va beh…abbiamo
finito?” – il suo umore è mutato.
Nairobi
adesso è visibilmente irritata e prossima ad esplodere in
una accesa
discussione.
“In
realtà no, però…diciamo che, per il
momento, puoi andare ”-
la congeda Daniel, non prima di aver ricevuto
anche l’ok del collega.
Santiago,
infatti, rimasto in silenzio, stavolta non per gli ormoni, ma per
studiare le
reazioni della donna, ha carpito che la questione Anibal Cortes
l’ha toccata
particolarmente.
Ignora
la ragione, però ha voglia di capirne di più.
E
proprio quando è Martin Berrotti ad entrare nel
privé, prossimo a dare la sua
testimonianza, Lopez affida l’interrogatorio al socio.
“Utilizza
il registratore così potrò ascoltare anche io
cosa racconterà; ho altro di cui
occuparmi”
“La
moretta?” – lo stuzzica Ramos –
“Hai intenzione di scopartela mentre io sono qui
a faticare?” – alla presa in giro, il
quarantaduenne gli risponde con una sberla
sulla nuca.
“A
dopo, signor Berrotti”
“Va
via?” – chiede, con garbo, il proprietario del
Night Club.
“No,
però vorrei concludere un confronto importante, quanto
prima!”
Così
dicendo, l’uomo si allontana.
All’ingresso
sono rimasti solo i serbi, Manila e Stoccolma.
Di
Tokyo e Nairobi neppure l’ombra.
Strano.
Che siano andate a dormire?!
A
quel punto, non rimane che girovagare per il Mariposas alla ricerca di
indizi.
Nel
frattempo, le due migliori amiche sono ben nascoste e si confrontano su
una
faccenda di rilevanza notevole.
“Davvero
hanno tirato in ballo Anibal?”
“Esatto,
proprio lui. Ti giuro che stavo per prendere a calci le pareti, ti
rendi conto
che quella puttana di Stoccolma ha messo in mezzo un
innocente?”
“Questa
me la paga”
“No,
Toky, evitiamo ulteriori discussioni adesso che
c’è di mezzo l’indagine, Martin
si infurierebbe”
“E che facciamo? Ce ne restiamo con le mani in mano mentre la
polizia punta il
dito contro il mio ragazzo?”
“Bisogna
avvisarlo di fare attenzione. A quanto chi sappiamo, vuole metterlo in
mezzo a
una situazione scomoda, e si serve del cagnolino fidato,
cioè Stoccolma!”
“Non posso permetterlo! Come ci comportiamo, amica
mia?”
“Non
ci si può fidare della Polizia. Loro sono solo alla ricerca
di una donna che
credono nelle mani di chissà chi. Nessuno sa cosa realmente
sia accaduto, però
si deduce, senza prove, che Lisbona sia stata portata via. E sono
convinta che
non appena hanno un nome su cui puntare, l’indiziato numero
uno sarà proprio
quello. Se non salta fuori qualcun altro, il tuo Rio potrebbe diventare
il
presunto colpevole della scomparsa di Raquel Murillo”
“Povero
amore mio” – abbattuta, la più giovane
delle due si stringe all’altra, sfogando
la sua amarezza.
“Non
permetteremo che accada nulla. E forse quel tale Santiago Lopez
può essere utile..”
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Proprio
Santiago vaga senza meta per svariati minuti, fin quando delle voci in
lontananza
lo costringono a fermarsi. Verso di lui avanzano due donne, prese dalla
loro
conversazione.
“Nairobi,
Tokyo, eccovi” – corre loro incontro.
“Cosa
c’è?” – risponde, brusca, la
prima.
“Dovrei
parlarti, per favore, solo io e te”
“Uhhhh
la mia amica ti ha già strappato il cuore dal
petto?” – ridacchia l’altra,
dando un colpetto al braccio dell’uomo e successivamente
anche a quello della
gitana.
La
reazione di lei è insolita.
Arrossendo,
la manda a quel paese teneramente, e accetta di isolarsi con il
poliziotto.
“Vieni,
nella mia camera nessuno potrà sentirci”
– propone, spiazzando l’ispettore.
“Non
abbiamo un posto meno…intimo?”
Lei
finge di non sentirlo, e una volta dentro, gira il chiavistello, sotto
lo
sguardo imbarazzato dell’uomo.
“Prego”
– dice lei invitandolo a sedersi sul letto, unico posto
disponibile.
“Non
ci sono tavolini e sedie, quindi non hai scelta” –
gli sorride, sapendolo
agitato per la circostanza alquanto bizzarra.
“Wow,
questa camera è bellissima” – commenta
Lopez, accortosi di una suite a 5
stelle, con aggiunta di bagno con vasca ad idromassaggio.
“Noi
qui ospitiamo spesso i clienti, non penserai che li facciamo riposare
in stanze
misere e strette?”
“Ehm…già!”
– commenta lui, intuendo i motivi di tanto lusso.
“Allora?
Cosa volevi chiedermi?” – Nairobi apre la
conversazione sul tema centrale, e
nel farlo…. - “Non ti scandalizzerai se mi cambio
qui!?”
“Cambiarti? Scusa ma non potresti usare il bagno
per…” – non fa in tempo a
finire la frase che la gitana si sveste senza attendere neppure la sua
risposta.
Lopez
non resiste, non può chiudere gli occhi di fronte a tanta
bellezza.
La
osserva, fingendo disinteresse, mentre si libera di tutti i vestiti,
eccetto l’intimo
di pizzo che è in perfetto pendant con una sottoveste nera
indossata a gran velocità.
Controllando
i bollenti spiriti, l’ispettore dimentica perfino la ragione
per cui decise,
minuti prima, di confrontarsi di nuovo con la zingara.
“Ecco,
dimmi tutto” - dice
lei, sbadigliando subito
dopo, sedutagli di fronte, e prossima a cedere al sonno.
“Sei
esausta? Scusami, ti sto trattenendo dal riposare!”
“Lavorare
di notte ha molti lati negativi, sai?”
“Capisco
benissimo, sono stanchissimo anche io”
A
quel punto, sorprendentemente, la donna fa posto all’uomo
proprio al lato
destro del letto.
“C’è
posto”
“No,
non posso. Il mio collega sta interrogando gli altri, io sarei uno
stronzo se
mi addormentassi..”
In
tale momento, accade l’impensabile.
Nairobi
accenna una risata più che beffarda, si direbbe assai
maliziosa.
La
gitana si avvicina a lui e si posiziona a carponi sulle sue gambe.
“Se
ti dicessi invece di non dormire?” – e di fronte ad
una evidente proposta hot, il
quarantaduenne non tiene più a freno l’eccitazione.
La
fissa per appena due secondi, e gli basta guardare come lei appoggia
fisicamente
il seno al suo petto, per cedere completamente.
Si
fionda sulle labbra di lei, mentre senza contegno le palpa ogni parte
del
corpo.
Con
foga i due si ritrovando uno sopra l’altra, travolti da una
passione animalesca,
travolgente, che Santiago non riusciva più a contenere.
Sono
minuti brevi ma molto intensi, di una goduria tale da replicare fino
allo
stremo delle forze.
Mai
in vita sua ha vissuto una situazione simile: vede una donna, gli fa
sangue,
cede alle sue provocazioni, e fanno sesso dopo mezz’ora.
Tutto
irreale, tutto così dannatamente piacevole…
È
solo la chiamata di Daniel Ramos a ricordare al socio di tornare al
dovere.
“Torni
dal tuo amico?” – chiede la zingara, sistemandosi
sotto le lenzuola, mentre lo
guarda rivestirsi.
“Ho
un lavoro da portare a termine e mi sono approfittato di Ramos per
troppo
tempo!” – chiusa la zip dei pantaloni, afferra le
scarpe, le indossa al volo e
si appresta a lasciare la camera.
In
maniera spontanea, le si avvicina, cercando un bacio…bacio
che, ovviamente, non
riceve. Ricorda solo allora che tra loro è stato solo sesso.
Niente baci né abbracci.
Nairobi
è abituata a quel modo di fare ed è precisamente
lei a negare il gesto tenero
all’amante.
E
mentre si avvia alla porta, Nairobi gli dice, fingendo un tono
scherzoso – “Guai
a voi se mettete nei casini Anibal Cortes”
Di
nuovo quel nome.
Di
nuovo la difesa del ragazzo di Tokyo.
Santiago
non sa perché la gitana tiene tanto a quella persona,
però non risponde alla battuta
della donna. Presa tutta la sua roba, lascia la stanza.
Una
volta da sola, la gitana afferra un telefono, posto sul comodino di
fianco al
suo letto e chiama la stanza di fianco.
“Toky,
sono io!”
“Te
lo sei scopata per salvare il mio Rio? Nairo, non dovevi”
“Tranquilla, il tuo fidanzato non si tocca. Io per voi due
farei di tutto,
siete la mia famiglia, perciò… vedrai,
riuscirò a convincere il signor Lopez e
lo porterò dalla nostra parte. A quel punto, nessuno,
neppure Palermo, potrà impedirci
di essere ciò che siamo”