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Autore: Smeralda Elesar    24/02/2022    3 recensioni
Grazie al Guerriero Dragone, Lord Shen non è stato ucciso dalla sua stessa arma che crollava su di lui.
Non che il pavone sia minimamente contento della cosa, primo perché odia avere un debito con il panda, e secondo perché l'unica alternativa alla morte è la prigione, e per il suo orgoglio essere incarcerato è intollerabile.
Nonostante questo, Po vuole aiutare Shen a fare i conti con le ferite del passato.
Il problema è... come si fa ad aiutare chi non vuole essere aiutato?
Cosa può sorgere dal buio di una prigione per una creatura avvelenata dall'odio, dalla rabbia e dal desiderio di vendetta?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Shen, Po
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Vorrei ringraziare TheDarkWolf per aver messo la storia tra le seguite. E vorrei ringraziare chi sta seguendo la storia ed ha la pazienza di aspettare i miei tempi di aggiornamento. Vi voglio bene e vi abbraccio forte.

Ciò che sorge

***

Dalla scelta

***

Figlio lontano

Io figlio disperato

(Solo il silenzio – "I promessi sposi")



A scuoterlo dal suo stato di torpore che non era sonno ma nemmeno veglia fu un rumore metallico.
Shen aprí gli occhi a fatica.
A terra c'era il vassoio con il cibo, quindi poteva essere mattina.
L'odore del riso in foglia di loto e dei wanton gli ricordò lo strano sogno di quella notte.
Il panda che gli chiedeva di mangiare per almeno due giorni normalmente, come favore personale.
Non ricordava le parole esatte ma ricordava quanto lo avesse colpito a fondo la preoccupazione che aveva visto negli occhi verdi del panda; era incredibilmente simile alla preoccupazione che aveva visto tanti anni prima negli occhi verdi di suo padre quando lui stava male.

Come aveva potuto dimenticarlo per tanto tempo?
Scosse la testa, ormai sveglio nonostante le idee annebbiate dalla debolezza e dalla fame.
Possibile che non fosse stato un sogno?
Ne ricordava frammenti troppo nitidi.
C'era qualcosa di importante che si doveva fare, ma lui non ne aveva le forze... ah già, il cimitero!
Confuso, stordito, Shen decise che era importante ricordare tutto.
Ricordava di avere promesso, ed avrebbe mantenuto la sua parola.
Si trascinò giù dalla branda fino al vassoio del cibo.
Il primo boccone di wanton gli fece storcere il becco perché non ci era più abituato, tuttavia fece del suo meglio per masticare più possibile e mandarlo giù.
Il suo stomaco, dopo i primi assaggi di cibo, si spalancò come una voragine e gli chiedeva di mandare giù tutto subito, ma Shen sapeva di doversi controllare se non voleva vomitare.
Eppure anche quelle piccole quantità di cibo davano sollievo a tutto il suo essere.
Non aveva più un nodo doloroso alla bocca dell'anima.
E poi il nutrimento stava facendo bene anche alla sua mente, che si andava schiarendo boccone dopo boccone.
Adesso ricordava meglio i frammenti della notte, e che non era stato affatto un sogno!
Il panda voleva davvero che lui si rimettere in forze, e questo perché...
"Vuole portarmi al cimitero anche senza il permesso del bue!" Realizzò all'improvviso.
La consapevolezza gli fece tornare vertigini che niente avevano a che fare con la fame.
Non capiva... non sapeva come fosse possibile!
Il panda si sarebbe davvero esposto ad un rischio così grosso... per lui?
Sarebbe stato molto stupido.
Eppure quella avrebbe potuto essere l'unica spiegazione possibile, perché ricordava che il panda gli aveva fatto notare che se fosse stato debole non avrebbe potuto arrivare al cimitero.

Si accorse che era rimasto bloccato con gli occhi sgranati ed il boccone a mezz'aria, e che gli si era accapponata la pelle.

"Sarebbe stupido... molto stupido... ma ha già fatto tante cose stupide!"

Tutte le volte che egli aveva salvato la vita, tutte le volte che non aveva approfittato della sua debolezza, il fatto che volesse aiutarlo.

Shen scosse la testa ma non riusciva a calmare le ondate di sgomento che lo scuotevano.

Avrebbe preferito che il panda lo odiasse! Sarebbe stato tutto più semplice, più immediato e comprensibile!
Eppure il panda era la sua unica possibilità per raggiungere i suoi genitori.
Si convinse a mangiare perché non poteva permettersi un altro giorno di debolezza.

***

Maestro Shifu si sentiva così sconcertato che non riusciva nemmeno a fare finta di avere un contegno ormai.

Perché, in nome di tutti gli antichi maestri, non poteva semplicemente stare tranquillo in quel giardino!

-Questo è troppo!- gli scappò detto.

No, davvero... di tutte le pessime idee che il panda aveva avuto fino a quel momento quella poteva essere la peggiore in assoluto! E se mai ce ne fosse stata una peggiore, Shifu non avrebbe voluto essere presente per testimoniarla.

Quello che Tigre gli aveva appena riferito era semplicemente assurdo!

-Maestro, cosa dobbiamo fare? È vero che abbiamo promesso di aiutare Po in questa cosa, ma questo è davvero troppo! Dobbiamo fermarlo?-

Shifu stava per rispondere che sì, certo, il panda andava assolutamente fermato, ma al momento di aprire bocca qualcosa lo trattenne.

Sarebbe stato giusto fermare il panda, ma Shifu ricordava troppo bene l'impressione che gli aveva fatto vedere Lord Shen che piangeva. Così come ricordava bene la sua arroganza e la completa mancanza di empatia di tutto il resto del tempo.

-Tigre... hai ragione ad essere preoccupata. Non è una decisione facile da prendere. Devo rifletterci. Nel frattempo tu e gli altri non perdete d'occhio Po-

-Sì, maestro-


***


-Oh, andiamo, dimmi che ha funzionato- borbottava Po tra sé mentre percorreva il corridoio fino alla cella di Shen -Dimmi che ha funzionato, dimmi che ha fun... Sì!-

La sua esclamazione aveva spaventato il pavone, che sembrava immerso nei suoi pensieri.

Po guardò lui, poi il vassoio vuoto.

-Allora hai...?-

-Ho mantenuto la mia parola- lo stroncò subito Shen.

Nonostante il pavone fosse impassibile e lo guardasse come sempre con freddezza ed aristocratico distacco, Po sentì spuntare un sorriso.

-Bene! Mi raccomando, continua così!-

Era così felice che non ci fossero state le sbarre di mezzo lo avrebbe abbracciato, e probabilmente Shen se la sarebbe presa a morte, ma che importava?

-Panda!-

Per un attimo Po temette che Shen avese letto i suoi pensieri, ma il pavone piegò appena il collo verso di lui e lo guardò in silenzio.

I suoi occhi rossi erano terribili e penetranti come sempre, capaci di farlo sentire in soggezione, ma Po non distolse lo sguardo.

-Perché?- chiese Shen alla fine.

Non c'era bisogno che specificasse che cosa, ma Po si sentiva così in colpa per tradire in quel modo la fiducia di... di praticamente tutti! che sentì le parole chiare come se Shen le avesse urlate.

Si mise un dito sulle labbra ed in cambio ottenne un sopracciglio scettico sollevato.

-Perché è la cosa giusta. Ora... per due giorni niente combattimenti, va bene? E mangia. Ti serviranno tutte le tue forze per... -

Si tappò la bocca appena in tempo.

-Devo andare!- esclamò in fretta, e scappò via da davanti alla cella.

Fece appena in tempo a vedere Shen che si premeva la punta di un'ala sulla fronte e scuoteva la testa.

***

Nonostante la sensazione che gridava "sbagliato!" dentro di lui, Po si sentiva euforico.

-Maestro Po, andate già via?- gli chiese mastro Roccia quando lo vide nel corridoio grande.

-Cosa? Oh... oh, sì... va alla grande! Cioè... no, intendevo... oggi è debole, non possiamo combattere-

Mastro Roccia sembrava perplesso, e Po cominciava ad innervosirsi perché più le persone erano sospettose su di lui e più lui non reggeva la pressione e faceva qualcosa che confermava i loro sospetti.

Non sapeva dove guardare, e doveva mordersi le labbra come per non dire nulla... anche se mastro Roccia non gli aveva chiesto nulla.

-Maestro Po, voi siete la persona più felice che ci sia mai stata in questa prigione, credo. Vorrei vedere più spesso facce come la vostra invece che gente sempre arrabbiata. I miei rispetti agli altri maestri-

Mastro Roccia lo salutò con un inchino e Po potè finalmente uscire.

"Oh, menomale! E adesso c'è un'altra cosa da fare!"

***

-Benvenuto, Po. In perfetto orario come sempre-

-Yi! Ma come facevate a sapere che...? Oh. Oh, giusto-

La Divinatrice si fece da parte per farlo accomodare in casa.

Non poteva farne a meno: quel panda le ispirava solo un affetto sincero, e non solo perché voleva aiutare Shen.

Se provava a scrutare la sua aura era come vedere un riflesso del sole.

Era fatto di cose autentiche, di sincerità e generosità.

-Lo sai, Po? Shen è stato incredibilmente fortunato che l'universo abbia scelto te come guerriero nero e bianco che dovesse fermarlo. Ma forse l'universo sa molte più cose di quante i mortali possano immaginare-

Il panda la guardava perplesso, e lei decise di cambiare argomento per non confonderlo.

-Allora, come sta?-

-Oggi ha mangiato! Ha finito con quella storia assurda dello sciopero della fame!-

-Sono contenta che abbia ritrovato il buonsenso. Mi chiedo come mai-

Il panda si mosse a disagio sui cuscini dell'angolo del thé.

-Ah... ecco... non... io non so come mai... voglio dire, anche se fosse successo qualcosa di importante, io non ne saprei niente di niente-

La capra sorrise dietro la sua tazza di thé e decise di non metterlo ancora più in difficoltà.

-Naturalmente, Po-

Non le sfuggì il suo sospiro di sollievo ma non disse nulla.

-E come mai sei venuto a cercarmi? Vuoi che legga il tuo futuro?-

-Cosa? Oh, no! Non è per quello, yi. Io mi stavo chiedendo... così, per curiosità... dove sono le tombe dei... di...-

"Ecco che ci siamo"

-Dei genitori di Shen?-

-Ah... sì, loro. Sono sempre al cimitero della città, non è vero?-

Lei annuì. Averli nominati la faceva tornare nel passato.

-Sì, sono lì. Maestro Rhino ha insistito perché occupassero il loro posto nel tempio di famiglia dopo la loro morte. Sai, c'è un tempio molto grande, che ospita tutta la dinastia dei pavoni a partire da quattro generazioni prima di Shen, da quando fu fondata la città vera e propria-

-Oh, wow! È molto antica?-

-Duecentocinquantasei anni. Si trova nella sommità della collina, ed è il centro del Sentiero del Drago. Tu ne hai già percorso una parte quando hai partecipato al funerale di Maestro Rhino Tonante-

-Sì, me lo ricordo. E quindi bisogna attraversare tutto il cimitero per arrivare lì?-

-Esatto-

Il panda appoggiò il mento su una mano e cominciò a riflettere a voce alta.

-Tutto il cimitero... di notte... ma le lanterne sono sempre accese, non è vero? E non ci sono... che so... spiriti maligni, giusto?-

Lei sorrise alla sua preoccupazione.

Il pensiero di addentrarsi in un cimitero di notte lo terrorizzava, lei poteva sentirlo, eppure lo avrebbe fatto lo stesso.

Si alzò e fece il giro del tavolo per abbracciarlo forte.

Il panda non resistette nemmeno un momento, non chiese il motivo dell'abbraccio e si rifugiò contro di lei.

-Sei una persona generosa ed il tuo cuore è benedetto- mormorò mentre gli accarezzava la testa soffice -Non hai ragione di temere gli spiriti, perché non potrebbero farti alcun male-

Gli prese il viso tra gli zoccoli e lo guardò negli occhi.

-Shen conosce perfettamente la strada. Te lo chiedo per favore, veglia su di lui ancora una volta-

Il panda la guardò basito. La sua mascella cadde giù, lasciandolo con la bocca spalancata.

Lei lo accarezzò sulla testa un'ultima volta e tornò alla sua tazza di thé come se nulla fosse, per dargli il tempo di capire cosa era successo.

-Yi? ... Non ditelo a Maestro Bue, per favore-

Nascose il suo sorriso nella tazza.

-Dirgli cosa, Guerriero Dragone?-

***

C'era qualcosa di importante da fare.

Croc avrebbe voluto riposare dopo la fatica della giornata di un'altra sezione del canale da ripulire, ma sapeva che la sua coscienza non lo avrebbe lasciato in pace finché non avesse risolto l'altra cosa.

La guardia camminava davanti a lui nei corridoi della prigione reggendo in alto una lanterna supplementare per illuminare le zone più buie tra una torcia e l'altra.

Da quando Croc aveva saputo che Shen si rifiutava di mangiare, aveva cominciato a farsi un sacco di domande su di lui.

Sapeva che il giorno prima aveva mangiato, ma lo stesso, l'idea che si fosse fatto indebolire, che avesse addirittura rinunciato agli scontri con il panda, gli dava un'impressione strana.

Qualcuno che desiderava vedere le tombe dei genitori tanto da rischiare di morire a sua volta non combaciava con l'immagine che aveva lui del pavone: Croc lo ricordava arrogante, fiero della sua arma, e che non vedeva l'ora di accendere la miccia per...

Croc scosse la testa.

Il botto dell'esplosione gli era rimasto dentro, e non doveva permettere a sé stesso di pensarci troppo.

La guardia si fermò davanti ad una cella e poco dopo Croc vide Shen in un angolo.

Aveva sollevato la testa al loro arrivo, e adesso li osservava attento ma senza tradire alcuna emozione.

-Grazie, potete andare- disse Croc alla guardia -Uscirò da solo-

L'antilope si inchinò e li lasciò soli.

Per il pavone non fece alcuna differenza, perché il suo sguardo rosso sangue era fisso su Croc, ma il maestro aveva l'impressione che il pavone non lo vedesse realmente.

O forse non gli importava in nessun modo la sua presenza e lo considerava alla stregua di un oggetto.

Vederlo in quel modo metteva i brividi. Non era paura, era un timore diverso, profondo e primordiale, che riusciva ad infiltrarsi sotto la pelle e da cui le sue scaglie non potevano proteggerlo.
Croc lo aveva sempre visto stravolto dalla furia del combattimento, adesso rivedeva l'atteggiamento di distacco che aveva avuto la prima volta che si era presentato a palazzo; prima che scatenasse il fuoco su di loro e sulla città.
In cella il pavone era pallido come uno spettro nella penombra. Le ali raccolte nelle maniche, la testa alta sul collo elegante, il lungo strascico bianco screziato di rosso e nero drappeggiato come un velo dietro di lui; tutto nel suo atteggiamento irradiava superiorità.
Il pavone ricambiava il suo sguardo, ma Croc lo sentiva distante.
Lo guardava da un altro mondo, ed il principe bandito era fatto di pietra.
Gli sembrava irreale, un essere sospeso fuori dal tempo e dallo spazio.
Per l'ennesima volta Croc si domandó se il pavone avesse un cuore oppure se fosse stato mutilato trppo profondamente nella sua capacità di sentire.
Al di là della soggezione che Shen gli incuteva, Croc si rese conto che provava pena per lui.

Mai in vita sua gli era capitato che qualcuno gli suscitasse allo stesso tempo tanta compassione e tanta repulsione.

Shen gli ricordava una ferita aperta: si vorrebbe curarla, ma il disgusto è più forte della buona volontà.
"Veramente non c'è modo di salvarti?"
Aveva difficoltà a sostenere il suo sguardo.
-Va bene, veniamo al punto- disse sbrigativo -Tra pochi giorni sarà luna nuova, e dovremo emettere un verdetto- si interruppe un attimo -Io non voglio condannarti a morte-

L'unica reazione del pavone fu inclinare leggermente la testa per osservarlo meglio.
-Ti chiediamo solo di vivere senza danneggiare nessuno- insistette Croc -È davvero troppo?-

Credeva che non avrebbe avuto risposta, invece il pavone gli parlò con una voce bassa, sorda e roca, come se non la usasse da tempo.

Il che naturalmente era impossibile, perché Croc sapeva bene quanto riuscisse ad essere loquace quando si trattava di provocare, schernire o insultare.

Si chiese come mai fosse cambiata tanto in così poco tempo.
-Perché vuoi tenermi in vita?- La voce del pavone lo faceva rabbrividire -Ho ucciso il tuo maestro davanti a te-

Il dolore lo colpì di nuovo. La perdita del maestro faceva ancora male, e per un attimo Croc...
-Non l'ho dimenticato- disse solo.

Il pavone non mostrò nessun cambiamento.
-L'atteggiamento del bue é più sensato. Sarebbe giusto per voi condannarmi a morte-

Croc scosse la testa.
-No, non per me. Ascolta, Maestro Rhino mi ha insegnato ad utilizzare le mie capacità per fare del bene. Ucciderti sarebbe solo semplice, non sarebbe giusto. Non sarebbe un bene-
Solo per un attimo gli sembrò di vedere il pavone contrarsi, ma se era accaduto era stato solo il tempo di un battito di ciglia.

Quando tornò a guardarlo era freddo e distante, fuori dalla sua portata.

Croc avrebbe voluto raccontargli la sua storia, avrebbe voluto spiegargli che con l'orgoglio eccessivo stava facendo del male a sè stesso, e che accettare l'aiuto di qualcuno abbastanza generoso non era svilente ma un'occasione preziosa. Non lo fece.

Il disago che provava in presenza di Shen riusciva a fargli morire le parole in gola, e considerando quanto erano basse le possibilità di commuoverlo, Croc non voleva condividere con lui l'esperienza più importante della sua vita ed esporla al disprezzo.

Sarebbe stato un insulto alla memoria di Maestro Rhino, e lui non lo avrebbe sopportato.
-Senti, fai come vuoi. Spero che tu possa...- si interruppe perché si rese conto che non sapeva esattamente cosa dire. Cosa poteva augurare a qualcuno che si dedicava in maniera così metodica alla rovina di sé stesso quanto degli altri?

Lo guardò attentamente attraverso le sbarre e vide che Shen non lo guardava più. Stava fissando un punto indefinito nel vuoto davanti a lui.

"È completamente rovinato. Anche se non lo condannassimo a morte noi, lui non ha una vera vita" pensò. Un brivido lo percorse sotto le scaglie della pelle.
-Spero che tu possa trovare pace- disse pianissimo.

Andò via prima di vedere la reazione del pavone.

***

Tigre lo sapeva che c'era qualcosa che non andava, lo sapeva!

Era la stessa sensazione di quando aveva accompagnato Po alla prigione ed avevano trovato il pavone impiccato: era una minaccia incombente che le faceva sfoderare gli artigli e gonfiare il pelo.

Non aveva più chiesto a Po in quei due giorni se avesse cambiato idea, ed aveva paura a farlo perché era certa che la risposta sarebbe stata no. E lei non voleva litigare con quello stupido panda per colpa di un ancora più stupido pavone!

Gli altri quattro cicloni erano stati informati, Mantide era stato scelto come pedinatore ufficiale di Po, ed il resto di loro aspettava solo un segnale da lei, che aspettava la decisione di Shifu.

Poi, una notte, mentre lei era distesa a guardare il soffitto in attesa di addormentarsi, dal retro della casa si alzò un baccano assordante che avrebbe potuto svegliare l'intero quartiere.

***

-Okayokayokay... non è stato tanto forte, no? Bene, ce la posso fare!-

Po raccolse da terra il secchio che era scivolato, la veste colpevole di averlo fatto inciampare quando ne aveva pestato la cintura, ed in ultimo la lanterna.

Peccato per il barattolo, ma non aveva proprio tempo per occuparsi anche di quello.

-Bene, e adesso... andiamo!-

Si guardò indietro un'ultima volta e poi si mosse in fretta verso la prigione.

Dentro di lui, la sua coscienza gli stava urlando quanto si sarebbero arrabbiati Maestro Shifu, Maestro Bue e tipo, tutti quelli che conosceva.

E che lui sarebbe finito in una cella accanto a quella di Shen per colpa di quella brutta idea.

***

Tigre era allo stesso tempo allibita ed inorridita.

La porta della cucina che dava sul vicolo sul retro era aperta ed ancora penzolava dai cardini, e lì accanto... era il barattolo dei biscotti di Scimmia quello?

-Ohoh!- esclamò Mantide -Certo che aveva fretta!-

-Già! Finisce sempre tutti i miei biscotti quando riesce ad arrivarci, altro che lasciare mezzo barattolo!-

La luce di una seconda lanterna li raggiunse in cucina, ed alle loro spalle c'era Maestro Shifu.

-Maestro, cosa dobbiamo fare?-

-Seguitelo-

"Oh, bene!"

-Ed aiutatelo qualsiasi cosa decida di fare-

-Cosa?! Ma maestro!-

-Qualsiasi cosa- confermò Shifu -Me ne prenderò io la responsabilità davanti al Consiglio dei Maestri. Ora andate-

Non c'era altro da fare. Però Tigre era un po' meno preocupata, perché se anche Shifu era d'accordo con il panda c'era qualche speranza che quell'idea non fosse poi così terribile.

Si inchinò in fretta e corse fuori nella notte seguita dagli altri.

***

-Okay, dai, sta andando alla grande!- si incoraggiava Po -Insomma, mi avrebbero già seguito, no? È facile. Prendo Shen, andiamo al cimitero, e lo riporto dentro. Non se ne accorgeranno neanche-

Fortuna che ormai conosceva bene la strada fino alla prigione, altrimenti avrebbe potuto perdersi.

Alla svoltà successiva però sentì che qualcosa non andava.

Si sentiva seguito.

Si voltò di scatto e dietro di lui c'erano i Cinque Cicloni al completo.

-Aaahh!!! Oh, no!- non poteva farci niente, certe cose lo facevano andare nel panico!

-Sentite, lo so che questa idea non vi piace, ma per me è importante, va bene? Non cercate di fermarmi!-

Tigre guardò un attimo verso gli altri prima di fare qualche passo verso di lui.

"Ecco, adesso mi riempirà di colpi di kung fu! E lei è sempre stata più brava di me, ed io non voglio combattere contro di lei, ma non voglio nemmeno abbandonare Shen, e..."

-Non cerchiamo di fermarti, Guerriero Dragone. Veniamo con te-

-No, no, davvero, anche se non vi piace... ehi! cosa hai detto?-

-Hai sentito bene. Dato che ormai ti sei messo questa idea in testa, tantovale che veniamo con te per controllare la situazione da vicino-

-Davvero?-

Po li guardò uno ad uno... era così bello avere amici così! E non doveva commuoversi, perché i guerrieri tosti tosti non piangono.

-Grazie, ragazzi-

-Bene, muoviamoci!- esclamò Scimmia -l'ultimo che arriva mi ricompra i biscotti!-

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Cantuccio dell'Autore

Bentornati!

Ho diviso questo capitolo in due parti perché era davvero troppo lungo e troppo pesante.

Io davvero non so cosa succeda con questi capitoli: nella prima stesura erano non più di quattordici pagine, come cavolo ci sono arrivata a diciassette?

In attesa di capirlo, vi lascio le note.

-La citazione all'inizio è del musical "I promessi sposi – Opera moderna" https://www.youtube.com/watch?v=ZBg3i9xA4_o . È un contesto completamente diverso, ma era troppo bella per non coglierla. E poi Vittorio Matteucci giustifica qualsiasi incongruenza.

-Funfact: stavo facendo ricerche sul significato del gesto del pollice in su in Cina perché volevo inserirlo in una scena. Menomale che ho cercato! Ecco, no. Se avete a che fare con un contesto cinese o giapponese, non fate okay con il pollice. In estremo oriente è un gesto molto volgare. E poi sono scoppiata a ridere perché mi sono immaginata la reazione isterica di Shen se Po o chiunque altro gli avesse fatto un gesto del genere.

-Mi sono resa conto solo ora, dopo tredici capitoli e quasi un anno di lavoro, che sto scrivendo un trattato contro la pena di morte.

A presto!

Smeralda E. Elessar





   
 
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