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Autore: laurelleghuleh    24/02/2022    1 recensioni
[KuroTsuki]
"C’è uno Shinkansen che fa avanti e indietro da Tokyo a Sendai, da Sendai a Tokyo. Gli orari, i giorni, le motivazioni sono sempre, tutte diverse, ma quello sembra ogni volta lo stesso. È il treno che porta Tetsuro da Kei e Kei da Tetsuro, che li unisce e poi separa, che li fa sentire a solo ma 305 km l’uno dall’altro. È un luogo che pare esistere per loro e gli altri passeggeri non ci sono. I vagoni vuoti, tranne due posti. È il filo doppio, rosso e d’acciaio, che li lega indissolubilmente."
Questa storia partecipa alla Fast Challenge: Treni indetta sul gruppo facebook Il Giardino di Efp.
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Tetsurou Kuroo
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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prompt n. 38: ultimo giorno di scuola + prompt n. 8: incontro sul treno

wc: 698


2 . “Proprio un’idea del cazzo” 


Oggi Kuroo si diploma e Tsukishima sta per fare qualcosa di assolutamente sconsiderato. Ci tiene a specificare che, uno, l’idea non è sua, e due, pensa ancora che sia una follia, anzi un’idea sì, ma proprio un'idea del cazzo. 

Akaashi non è scemo e infatti sono mesi che gli fa opera di convincimento. Lo ha preparato psicologicamente alla cosa, lo ha persuaso dicendogli che ci saranno anche lui e Bokuto, che sarà divertente, vedrai. Kei gli aveva risposto che gli sfuggiva la parte in cui un piano del genere potesse essere anche solo lontanamente divertente

Povero, stolto, piccolo Tsukki, sottovalutava il vice del Fukurodani. E pure alla grande. 

Keiji infatti quella cotta colossale che il centrale del Karasuno aveva per il capitano del Nekoma l’aveva letta a distanza di tutti i km che passano tra le loro due prefetture. Lo aveva messo a tacere in tempi record, non si era nemmeno speso oltre con false promesse e gli aveva semplicemente detto che con lui poteva anche smetterla di fare il finto tonto, di lasciarsi aiutare una buona volta.

Volente o nolente, alla fine Kei a Tokyo quella mattina ci arriva. 

 

*** 
 

Akaashi:

Tsukki

Non mi ammazzare

Ma io e Bokuto facciamo tardi sicuro

 

Tsukishima:

???

 

Akaashi:

Incidente lungo la strada

Il bus è fermo in coda

Se la situazione non si sblocca penso ce la faremo a piedi

Tu intanto vai

Non siamo lontani

 

Tsukishima:

Vi aspetto

 

Akaashi:

No vai

O ti perderai la cerimonia

 

Tsukishima:

Allora 

Già non volevo venirci

Di certo non ci vado da solo

Vi aspetto

 

Akaashi:

Tsukki

Non fare il testone

Vai ti dico

Arriviamo presto

Promesso

 

***

 

Tsukishima non lo sa se alla fine Keiji e Kotaro sono “arrivati presto” o meno al Nekoma, perché lui adesso è alla stazione di Tokyo. Seduto su una panchina attende il prossimo treno per Sendai. 

Fuori dall’istituto aveva visto la classe di Kuroo entrare nella palestra addobbata per la cerimonia. Aveva visto la fiumana di invitati all’evento, la sua famiglia e quelle dei suoi compagni, i sorrisi stampati in faccia ad ognuno di loro, tutto quel rosso e quel nero ovunque in mezzo a cui la sua vecchia tuta blu cozzava come un livido cazzotto in un occhio. Lui non ci stava bene, non ci diceva nulla lì. Non era il suo posto, quello. 

Lo avevo detto io. Una follia. Proprio un’idea del cazzo.

Senza un Akaashi o un Bokuto a fermarlo, Kei aveva preso un bus al volo e ora, a capo chino e con le cuffie ad un volume esagerato, attende che dalla vista periferica delle ruote motrici in arrivo lo destino. 

Un annuncio si insinua tra una canzone e l’altra, Tsukishima si alza e senza voltarsi indietro, come se a Tokyo quella mattina non ci fosse mai venuto, sale sullo Shinkansen. 

Prende posto e chiude gli occhi, magari riesce a dimenticarsi di tutto se non lo vede. Ma un secondo e mezzo dopo accanto a lui qualcuno si precipita a sedersi. Il solito ritardatario, Tsukki all'inizio non gli dà peso. Il fiatone dell’avventore però è così pesante da sovrastare l’isolamento acustico di Kei. Anche solo per mera curiosità, il ragazzo è costretto a voltarsi. E parlare di avventore forse è errato, perché in realtà quel tizio lì di fianco lo conosce benissimo. E’ Kuroo Tetsuro.

“Tsukki-kun. Ma che coincidenza. Anche tu verso Sendai?” gli fa lui boccheggiando ma con tutta la disinvoltura di questo mondo. E’ rosso in volto. Si sbottona la divisa per evitare il collasso, ma lo fa sembrare assolutamente naturale, quasi ammiccante.

Ora i problemi sono tanti, ma nell'immediato principalmente uno: il treno è appena partito. Il centrale del Karasuno, non avendo ancora masterato l’autocombustione, non ha tante opzioni. Ripiega sul solito far finta di nulla. 

“Sì, sai com’è, ci abito.” balbetta di risposta quasi tra sè e sè.

Poi segue un silenzio in cui Tetsuro, volendo, potrebbe fare a Kei un’altra domanda, quella che lui di proposito ha già sviato nel ribadire l’ovvio, tipo che cosa ci fa lì, a più di 300 km da casa. Tsukishima però lo precede cambiando argomento. Si ricompone e gli chiede: “Tu piuttosto perché diavolo stai andando a Sendai.”

“Vengo a trovarti.”

 

Mi piace pensare che Kuroo si sia precipitato in stazione un nano secondo dopo aver saputo della presenza di Tsukishima in città da Akaashi. O magari quest’ultimo non prevedeva affatto di raggiungerli, era il suo piano sin dal principio, e a Tetsuro glielo ha detto semplicemente per messaggio... Chissà. Però mi piace anche pensare che una piccola trasferta a Sendai Kuroo se la sarebbe concessa comunque, come auto-regalo per il diploma, un po’ a prescindere da tutto questo teatrino. 

   
 
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