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Autore: Rosette_Carillon    26/02/2022    1 recensioni
[ Post Spiderman: no way home ]
Tutte le persone che conosceva, che ha amato, ormai non fanno più parte della sua vita. Chi è morta, lasciando un vuoto dentro di lui, e chi non lo ricorda più.
Infondo, pensa Peter, è giusto così. Preferisce essere solo, piuttosto che mettere in pericolo chi lo circonda.
Eppure, se qualcuno si ricordasse di lui... se MJ si ricordasse di lui...
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Peter Parker/Spider-Man
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Black and white photos'
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Capitolo 9
Satisfied
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




Sto bene, scrive.
Sono da un amico, aggiunge.
E, subito dopo aver inviato, sa che quel ‘sono da un amico ’ sarà il messaggio che manderà nel panico sua madre.
Dopotutto lei non ha amici. Non più, almeno.
Bè, non è del tutto vero…in fondo c’è ancora Ned. Anche se in quell’ultimo periodo non si è comportata esattamente da amica nei suoi confronti.
Ha pensato spesso che, forse, avrebbe dovuto dirgli di Peter, ma ha sempre lasciato perdere, preferendo aspettare che fosse lui a intavolare quel discorso.
Cosa avrebbe fatto se Ned non avesse recuperato i ricordi che riguardavano Peter? Non voleva passare per pazza.
Avrebbe potuto liquidare il tutto con una risata, un semplice << sto scherzando. >>
 
May you always (Always)
Be satisfied
(Rewind)
Rewind
 
Certo, ormai si era abitata.
Per tutta la sua vita era stata quella strana, quella fuori come un balcone, quella che tutti guardavano con lo stesso interesse con cui si guardavano i malati di mente che venivano messi in mostra nei manicomi.
Sospira.
Forse sta esagerando.
 
I remember that night, I just might
Regret that night for the rest of my days
 
Si abbandona sul divano, le cuffie nelle orecchie. Forse il volume è tropo alto: vuole concedersi almeno una mezz’ora di musica spaccatimpani, nella speranza che la musica la aiuti.
Però è vero: è sempre stata quella strana, quella diversa. Quella poco femminile.
L’unica parentesi di normalità l’aveva avuta con Ned. E con Peter. Loro due non l’avevano mai giudicata.
Ci sono momenti in cui vorrebbe che Peter non fosse Spiderman: sicuramente sarebbe tutto più semplice. Prima di tutto, non si sarebbe mai dimenticata di lui, e tutto quel casino non sarebbe successo. E poi lui non rischierebbe la vita ogni giorno…bè, no, forse quella è un’utopia: sta comunque parlando di Peter Parker.
Ci sono dei momenti in cui vorrebbe davvero che Peter Parker non fosse Spiderman, ma allo stesso tempo non riesce a non essere quasi…orgogliosa di lui, nonostante non riesca a non avere paura per lui.
 
I have never been the same
Intelligent eyes in a hunger-pang frame
And when you said “Hi,” I forgot my dang name
 
L’ha sempre incoraggiato, come prima aveva fatto May Parker, ha cercato di essergli vicina come ha potuto, ma la verità è che non ha la minima idea di casa fare, di come comportarsi.
Non vuole aspettarsi nulla dal futuro: è stanca di essere sempre delusa, eppure non riesce a non credere che forse Tony Stark potrà, in qualche modo, convincere Peter a diventare, almeno per un po’, un amichevole Spiderman universitario.
Si toglie le cuffie: quella musica le sta solo facendo venire il mal di testa.
Sente delle voci, si guarda attorno per capire chi sia con lei, ma non vede nessuno.
In corridoio, oltre l’ampia vetrata che separata dal salotto, c’è Peter inginocchiato a terra.
MJ getta via le cuffie, che ricadono sul morbido cuscino del divano, e fa per correre fuori: riconosce quei segnali, ha già visto il suo corpo irrigidirsi in quel modo, tremare, accartocciarsi su se stesso in cerca di protezione.
Tony e Steve sono accanto a lui e cercano di aiutarlo.
Si ferma: non può farsi vedere agitata da un Peter in preda al panico. Cerca di recuperare il suo autocontrollo prima di uscire in corridoi, e una vocina nella sua testa la mette in guardia: Peter non ha chiesto il suo aiuto, e non è da solo.
Probabilmente i due uomini sono più preparati e capaci di lei, forse farebbe meglio a restare in disparte.
Eppure, quando lo sguardo terrorizzato del ragazzo si solleva su di lei, MJ non riesce a stare ferma a guardare.
Le tornano in mente le parole che Steve le aveva detto: chiunque protegge le persone che ama, è naturale. È ciò che sente di voler fare lei in quel momento, un istinto di protezione verso quel ragazzo che cerca disperatamente di salvare tutti, ma non riesce ad aiutare sé stesso.
Peter allunga le mani tendendosi verso di lei quasi con disperazione, MJ lo stringe a sé, incerta.
Il ragazzo trema fra le sue braccia, e cerca di riportare il respiro a un ritmo normale. Lei gli massaggia tentativamente la schiena. << Va tutto bene, >> mormora, e subito si sente una stupida. Peter sta avendo un attacco di panico e lei non sa cosa fare: non va affatto bene.
Gli prende una mano, come ha fatto altre volte, e se la preme sul petto, e cerca di non pensare al fatto che Captain America e Iron Man la stanno guardando. Forse giudicando per la sua impulsività e scarsa esperienza.
Non sa come, né perché, ma Peter comincia a calmarsi. Le mani gli tremano ancora, e il respiro non è regolare, ma sta rallentando.
Forse è una coincidenza, ma le piace pensare di essergli stata davvero utile.
Peter si abbandona contro il corpo della ragazza, stremato, cercando di stringersi a lei, la testa abbandonata contro la sua spalla, e la fronte premuta contro il suo collo.
MJ affonda le mani fra i suoi capelli, rendendosi contro troppo tardi che quello, forse, è un gesto un po' troppo intimo. Il ragazzo, però, sospira dando segno di apprezzare quelle attenzioni.
<< Peter? >> lo chiama piano Tony.
Lui risponde con un mugugno, troppo stanco anche per sollevare la testa.
<< Meglio se torni in infermeria a riposare. >>
<< Sto bene, >> si lamenta lui << sto bene, >> ripete.
<< Ragazzo, >> interviene Steve << hai bisogno di stare tranquillo dopo un attacco di panico. >>
Lui non risponde. Sta che Steve ha ragione, ma non vuole tornare a chiudersi in infermeria. Ha paura che, una volta lì dentro, non riuscirà più a uscirne.
<< Ci penso io, >> interviene MJ. Peter può riposare nella sua stanza, in caso di necessità sarà lei a chiamare Marta.
Lui cerca di opporsi: MJ ha già fatto fin troppo per lui.
Lei però lo mette laconicamente a tacere, << nessuna ha chiesto la tua opinione, Parker. >>
E lui non ha davvero voglia di discutere, pertanto si limita, pur controvoglia, a seguire la ragazza senza ribattere mentre lei lo trascina lungo i corridoi.
MJ cerca di convincerlo a dormire un po', ma lui non ci riesce, nonostante la stanchezza. Sono troppi i pensieri che gli affollano la mente, l’adrenalina che circola nel sangue anche ora che la paura è passata. C’è poi quel senso di inferiorità che lo tormenta per essersi mostrato così fragile davanti agli Avengers, e alla ragazza che sta cercando di proteggere.
<< Non puoi sempre calmarti usando il mio cuore, sai? >> lo richiama la voce di MJ. << Io sono dell’idea che dovresti trovare un altro suono che ti rilassi. >>
<< Il-? Oh, no-n-no-non, >> si ferma e deglutisce a vuoto prima di continuare: si sente un po' stupido al pensiero di ciò che sta per dire ad alta voce << il battito del tuo cuore >> forse non dovrebbe proprio dirlo, ma ormai MJ lo sta guardando in attesa << non mi-rilassa- >>
<< Oh, okay, allora vuoi solo toccarmi le tette. >>
<< No! >>
<< Calmati, >> ride << calmati: sto scherzando, >> continua davanti al suo imbarazzo, al suo volto che si è tinto di una vivace sfumatura rossa. << Lo so che non ti interesso in quel modo. >> Insomma, deve essere quello il motivo, no? Non mette certo in dubbi la preoccupazione di Peter nei suoi confronti, ma è stata lei quella che il ragazzo ha deciso di allontanare, non quella Felicia Hardy.
E non le importa che, essendo i due vicini di casa, Peter non può allontanarla più di tanto.
<< MJ… io- >>
Lei lo ferma: va bene così, davvero.
<< MJ- se sento il tuo cuore che batte, so che tu sei ancora viva. E so che sono riuscito a proteggere chi amo. Almeno per una volta, >> termina in un sussurro.
La ragazza tace interdetta: non si aspettava quella risposta.
Un bussare alla porta interrompe il silenzio che era sceso nella stanza.
Peter fa per alzarsi, ma lei lo ferma: non le sembra ancora così stabile da poter stare in piedi.
Va lei ad aprire, e si trova davanti Stark con in mano una busta. <<  Ho pensato che sia il caso che tu e Peter iniziate ad abituarvi, quindi oggi una cena da veri universitari: noodle istantanei. >>
MJ prende la busta interdetta e ringrazia con un cenno del capo.
<< Però…non ho sentito le solite proteste, il solito ‘Signor Stark, non voglio andare all’università’ … stiamo facendo un passo avanti. >>
<< N- >>
<< Io- >>
<< No, >> li ferma l’uomo con un gesto della mano << vi prego, lasciatemi godere il momento. Shh. Fate i bravi e mangiate, >> li saluta, prima di andare via e lasciarsi soli.
Peter sembra più sereno all’idea di poter restare a mangiare in camera, e sembra anche molto affamato.
MJ scalda dell’acqua con un bollitore che trova nella stanza.
Si siedono per terra a mangiare e, per un po' l’unico suono è solo quello delle bacchette nel contenitore di plastica dei noodle.
<< Io sto pensando di accettare, >> dice MJ a un certo punto, la sguardo fisso sulle bacchette che mescolano i noodle nel brodo. In realtà non ci ha davvero pensato, non più di tanto. << Insomma, la mia vita è comunque un casino… non ho la più pallida di cosa fare e- forse- >>
In quei pochi giorni di festa, sua madre, troppo presa dal lavoro, ha appena trovato il tempo per mandarle un messaggio di auguri. Probabilmente non è nemmeno tornata a casa, e non si è accorta che lei non vi era rimasta.
Lei non sente la mancanza di sua madre, sua madre non sente la sua mancanza.
È perfetto.
<< Non devi giustificarti. È la tua vita, è giusto che tu colga ogni occasione. >>
<< Okay. Okay, va bene. >>
<< Tua madre sarà contenta. >>
Sì, contenta…come se avesse anche il tempo di pensare a qualcosa di diverso dal lavoro. Non è cos’ ingenua da non capire quando il lavoro sia importante, quanto i soldi siano importanti…vorrebbe solo  che, almeno per una volta, sua madre le facesse capire che anche lei è importante.
Cala nuovamente il silenzio mentre i due continuano a mangiare affamati.
Peter è perso nei suoi pensieri.
Guarda MJ mangiare, e l’unica cosa a cui riesce a pensare è che la ama, e vorrebbe tanto poter stare con lei, ma vuole anche proteggerla.
Però, forse…forse potrebbe trovare un modo…forse… e quel discorso che Tony gli ha fatto sull’università è stato davvero convincente.
<< Tu tornerai nel tuo monolocale? >>
Peter solleva lo sguardo, poi, incerto, lo abbassa nuovamente. Nemmeno lui sa cosa fare della propria vita. Sa che la cosa giusta è continuare a essere Spiderman ma, davvero, non riesce nemmeno a occuparsi di sé stesso.
<< MJ? Posso chiederti una cosa? >>
<< Non ti starò più attorno, se questo è quello che ti preoccupa. Divertiti quanto vuoi con quella… Felicia? >>
<< Felicia, cosa? Di che parli? >>
Con tutto quello che è successo, non hanno avuto il tempo di parlare. MJ vuole essere chiara: in questo periodo gli è stata accanto perché tiene a lui ma, se non la vuole fra i piedi, se preferisce la sua gatta morta**, lo capisce, e va bene. Davvero.
Peter si agita nel tentativo di spiegare, e la ragazza lo trova quasi comico. Quasi. Non ha davvero voglia di sentire delle scuse.
<< Lei è solo la mia vicina, >> balbetta lui << tu- >>
<< Io? >>
<< Tu sei importante per me, MJ, e ho paura di perderti. >>
<< Son importante per te? >>
<< Sì. >> Ed è per quello che sta cercando di proteggerla.
<< Peter… ancora questa storia del ‘io sono Spiderman, è pericoloso, ti fanno fuori e poi è colpa mia’… se il problema è quello, Bucky ha detto che mi insegnerà come difendermi. >>
<< Non si tratta solo di quello. Io- ne ho parlato con Marta, e secondo lei- aspetta, cosa? >>
<< Cosa, cosa? >>
<< La parte di Bucky che ti insegna come difenderti. Che significa? >>
<< Come ‘che significa’? Significa quello che ho detto: mi insegnerà a difendermi. >>
<< No. No…è-? >>
<< Cosa? Pericoloso? Lo sai, vero, che potrei morire anche attraversando la strada? >>
<< Ti prego, non dirlo, >> pigola lui, la voce malferma e sottile tanto che la ragazza si sente in colpa.
<< Il fatto è-, >> riprende lui << è che sto affrontando il tutto molto peggio di come immaginavo. E ne ho parlato con Marta: secondo lei potrebbe essere disturbo da stress post traumatico. E io non voglio coinvolgerti. Non voglio svegliarti durante la notte se mi viene un attacco di panico, o farti preoccupare se- >>
<< Non puoi decidere di cosa io possa preoccuparmi. >>
Peter fa per ribattere, ma non riesce a darle torno. È successa la stessa cosa con May: lui ha cerca di non coinvolgerla, ma lei non l’aveva ascoltato.
<< Scusa. Riesco a fare un casino ogni volta. >>
<< Vero, >> conferma lei, per poi ridere davanti allo sguardo esasperato del ragazzo.
Peter sorride per poi abbandonare la testa contro la spalla di lei. Si sente schifosamente egoista, e gli tornano in mente le parole di Tony su Pepper.
<< Con te sto bene, >> ammette in un sussurro.
MJ cerca la sua mano e la stringe piano, intrecciando le due dita a quelle del ragazzo. << ssh, ora cerca di riposare un po', >> cerca di suonare conciliante e, mentalmente, si appunta di fare qualche ricerca sugli attacchi di panico, e il disturbo da stress post-traumatico. << Lasciati consumare dall’oscurità, >> mormora con voce roca. << Scusa, scusa: sto scherzando. >>
Ridono assieme.
<< Con quella voce, puoi dirmi qualsiasi cosa. >>
<< Sì? >>
<< Mh-mh. >>
MJ si schiarisce la gola . Dopotutto, tentar non nuoce, vero ?
Falso.
Può nuocere, e anche tanto.
Le tornano in mente le parole di Steve, e decide che, infondo, non vuole che fra lei e Peter ci siano parole non dette.
<< Andiamo all’università assieme, >> mormora con una voce che avrebbe voluto essere calda e roca, come lo era stata poco prima, ma che suona più malferma e agitata.
<< Se dovesse capitarti qualcosa- >>
<< Non pensarci. >>
<< MJ- >>
<< Ti prego, fai finta che vada tutto bene, >> mormora, avvicinandosi a lui, e premendo la fronte contro la sua.
 



 
 
 
 
 







NOTE:
 
*   ‘Satisfied’ del musical ‘Hamilton’.
**  Felicia Hardy, è il nome de ‘la gatta nera’, nemica di Spiderman.




 
  
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