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Autore: fra_eater    01/03/2022    2 recensioni
Tic-Tac.
L'orologio scandisce il tempo, le pause, i ricordi e i momenti.
Questo vale per tutti.
Anche per un pirata e una ragazza che non potrebbero essere più opposti, ma che, una volta deposte le armi, senza pretese, aspettano il nuovo giorno.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roronoa Zoro, Tashiji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tic-Tac.
Tic-tac.
 
Le lancette scandiscono il tempo.
Mi giro piano per non svegliarti. Ti voglio osservare.
È strano vederti così: silenziosa, serena, inerme.
Non è la prima volta che ti vedo dormire, anche se è la prima volta che ti vedo dormire nuda accanto a me.
Sotto la pioggia mi hai chiamato “Stupido” e sei scoppiata a ridere.
Non avrei mai creduto di vederti ridere dopo che averti disarmata. Mi hai stupito.
E poi hai sorriso.
Dolce come solo tu sai essere. Mi sono avvicinato a te e non ti sei ritratta.
“Ora vuoi la rivincita?” ti ho chiesto nel tentativo di irritarti.
E per tutta risposta mi hai baciato. Stupendomi di nuovo.
 
Tic-tac.
 
Ti ho accompagnato alla locanda dove avevi prenotato.
Mi hai detto di star tranquillo, che non c’era Smoker né nessun altro, che quella non era una trappola.
E ti ho creduto.
Ti sei spogliata di fronte a me, con i capelli bagnati che ti colpivano la schiena e poi hai indossato una sottoveste viola e mi hai fatto cenno di sedermi accanto a te.
Mi hai aiutato a togliere la veste bagnata e mi sono steso accanto a te in questo letto caldo e… ti sei addormentata di colpo.
 
Tic -tac.
 
Sono ore che dormi e io sono agitato.
Non mi aspettavo nulla del genere da te.
Ogni tanto, nel sonno, mi hai stretto come se fossi un cuscino e poi niente più.
Non ti sembra ora di calcolarmi?
Mentre penso a ciò ti muovi piano accanto a me. Ti stai svegliando finalmente.
Apri i tuoi occhi grandi e li piazzi sul mio. Lo vedo che sei ancora intontita dal sonno perché impieghi un po' a mettere a fuoco e mi osservi con una faccia strana.
“Occhiali” articoli, quasi telegrafica.
Mi allungo obbediente sul comodino e ti passo le lenti circondate dalla montatura rossa.
 
Tic-tac.
 
È ancora buoi là fuori.
Inforchi gli occhiali e mi osservi. Il tuo sguardo truce si addolcisce.
“Sei rimasto” mormori con un sorriso.
“A quanto pare”.
Non dici niente e ti allunghi per, infine, baciarmi la guancia.
Mi osservi e io di rimando.
“Cosa vuoi, Tashigi?”.
“Nulla, Roronoa”.
“E allora perché mi guardi così?”.
“Potrei farti la stessa domanda”.
 
Tic-tac.
 
L’orologio scandisce il nostro silenzio.
“Non credevo che saresti rimasto a dormire al mio fianco”
“Non ho dormito” obbietto “Russavi troppo forte”.
Per tutta risposta mi tiri un pugno sul braccio “Non dire idiozie, furfante” esclami ridendo e io ti seguo.
Poi lo fai di nuovo. Mi baci senza preavviso, ma questa volta sulle labbra.
“Cosa ti prende, capitanuccia?” ti chiedo canzonatorio.
“Voglio che tu mi prenda, pirata”.
La tua risposta mi stupisce e tu sorridi compiaciuta per avermi messo in difficoltà.
“Forse questa volta” dici avvicinandoti al mio orecchio, mettendoti a cavalcioni su di me “vinco io” e mi mordicchi il lobo, facendo tintinnare i miei tre orecchini dorati.
 
Tic-tac.
 
È proprio vero. Penso mentre le tue mani si intrecciano alle mie, imitate da una danza vorticosa di lingue.
 
Tic-tac.
 
Questa volta. Il respiro mi si fa affannoso.
 
Tic-tac.
 
“Hai vinto tu” sussurro contro il tuo sorriso, prima di baciarti le labbra.
 
 
 
 
 
N.D.A. Non scrivo praticamente da una vita. Ho reso Tashigi molto più spavalda di quella che normalmente è, ma tra i due vedo più lei come quella pronta a prendere l’iniziativa una volta perso durante uno scontro.
Il disarmo che descrive Zoro all’inizio, oltre che delle armi, è anche delle inibizioni della ragazza che decide di lasciarsi andare mentre lui la segue, curioso e sospettoso.
Se non fosse per il loro status starebbero benissimo assieme e ho voluto dare alla marine una vittoria che decisamente merita, che forse meritiamo tutte noi quando riusciamo a liberarci delle nostre paure e delle nostre restrizioni mentali.
Forse questa storia senza pretese, scritta di getto, vuole ricordare a tutti, e a me per prima, che possiamo sempre sorprendere gli altri e noi stessi, quando abbassiamo le armi e scopriamo la forza nella nostra stessa fragilità.
  
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